UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE A.A. 2011/12 L-22 BIOMECCANICA. M. Gabriella Trisolino
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE A.A. 2011/12 L-22 BIOMECCANICA M. Gabriella Trisolino
2 Tipologie di lavoro muscolare Si distinguono le seguenti tipologie di lavoro muscolare: Superante (concentrico). Cedente (eccentrico) Statico (isometrico) Combinato 2
3 Tipologie di lavoro muscolare Il lavoro muscolare superante prevale nella maggior parte processi motori dello sport dei grazie all accorciamento del muscolo permette di spostare il proprio peso corporeo o quello del corpo di altri atleti o di vincere resistenze al movimento, 3
4 Tipologie di lavoro muscolare Il lavoro muscolare cedente - si verifica nell ammortizzazione dei salti o ai movimenti di caricamento (contromovimenti) - è caratterizzato dall aumento di lunghezza del muscolo, in una contro-contrazione attiva; 4
5 Tipologie di lavoro muscolare Il lavoro muscolare statico serve a fissare determinate posizioni del corpo o delle estremità. È caratterizzato dalla contrazione, ma senza accorciamento del muscolo; 5
6 Tipologie di lavoro muscolare Il lavoro muscolare combinato è caratterizzato dalla combinazione di elementi di tipo superante, cedente o statico. 6
7 Tipologie di tensione muscolare Si distinguono tre diverse tipologie di tensione muscolare: isotonica, isometrica, auxotonica. Il muscolo è composto da elementi elastici e da elementi contrattili. Secondo il tipo di tensione muscolare che si produce, abbiamo un comportamento differente di accorciamento o di allungamento degli elementi interessati. 7
8 I regimi di contrazione Si distinguono attualmente diversi regimi di contrazione: il regime isometrico; i regimi anisometrici; l elettrostimolazione; 8
9 I regimi di contrazione IL REGIME ISOMETRICO I muscoli si contraggono, le leve non si muovono ed i punti di inserzione sono fissi. I REGIMI ANISOMETRICI Le leve si spostano così come i punti di inserzione. 9
10 Regime isometrico Il regime isometrico consiste in una contrazione muscolare senza spostamento delle leve e dei punti di inserzione per cui durante la contrazione isometrica il muscolo sviluppa tensione ma non produce movimento esterno. In condizioni isometriche si riescono a sviluppare tensioni superiori a quelle concentriche 10
11 Regime isometrico carichi molto elevati vengono spostati con velocità molto basse prossime allo zero e l ultimo carico sollevato viene considerato il carico massimo o RM (ripetizione massima). Nella RM si raggiungono tensioni elevate ma non massimali. La massima tensione si raggiunge contro una resistenza fissa e quindi con velocità zero cioè con una contrazione isometrica. 11
12 Regime isometrico Negli anni sessanta l allenamento isometrico aveva raggiunto una notevole popolarità; successivamente si è notato che questo metodo non produceva i risultati sperati soprattutto per la sua aspecificità rispetto ai gesti sportivi. Le esercitazioni isometriche trovano una valida applicazione nel campo riabilitativo e della rieducazione post-traumatica. 12
13 Regime isometrico L allenamento isometrico nelle sue varie forme non deve essere mai utilizzato isolatamente per il miglioramento della forza massima, della forza rapida o della resistenza alla forza. Però, se è collegato con un successivo allenamento pliometrico, concentrico o eccentrico, questo metodo risulta essere efficace. Possiamo utilizzare esercizi isometrici senza carico e con carico 13
14 I METODI ISOMETRICI L isometria senza carico, combinata con il lavoro concentrico 14
15 Regime isometrico L isometria massimale consiste nel produrre tensione massimale su resistenze fisse per una durata massima di sei secondi. Per isometria totale si intende sviluppare tensioni non massimali ma mantenute fino all affaticamento totale. I carichi da utilizzare variano dal 50 a 90% del carico massimo. 15
16 Lo stato-dinamico Regime isometrico Questo metodo combina in uno stesso movimento delle fasi statiche (isometriche) e delle fasi dinamiche (concentriche ed eccentriche). Le fasi statiche possono essere inserite o nella fase negativa, oppure in quella positiva. Possiamo eseguire: 6x6 al 50-60% la sosta è di 2 o 3 - lo stato-dinamico a 1 tempo - lo stato-dinamico a 2 tempi Il metodo più utilizzato, che a livello empirico ha dato risultati soddisfacenti. 16
17 I regimi di contrazione Tra i regimi anisometrici distinguiamo: il regime concentrico: i muscoli si contraggono ed i punti d inserzione si avvicinano, il corpo muscolare si concentra donde la denominazione concentrico. 17
18 il regime concentrico Sono considerati esercizi concentrici anche quegli esercizi composti da una fase eccentrica ed una concentrica come lo squat in quanto le tensioni, nella fase eccentrica, sono di bassa intensità e soprattutto, il tempo di accoppiamento, cioè il tempo impiegato per invertire il movimento è molto lungo perciò da non annoverare tra i movimenti pliometrici. La tensione massima che si può ottenere con una contrazione concentrica è quella che si ottiene con l ultimo carico che il soggetto è in grado di vincere. Questo carico viene definito carico massimo (CM) o ripetizione massima (RM) 18
19 I regimi di contrazione il regime eccentrico: in questo caso, il muscolo si contrae, ma le inserzioni si allontanano, esse s excetrent donde la denominazione eccentrico discesa discesa contrazione eccentrica salita contrazione concentrica 19
20 il regime eccentrico Le tensioni che si sviluppano nelle contrazioni eccentriche sono superiori a quelle ottenute nei movimenti concentrici ed isometrici parte sinistra della curva con velocità negativa. 20
21 il regime eccentrico Il lavoro eccentrico è da considerare molto intenso e soprattutto provoca molti disagi a livello muscolare. Si verificano rotture a livello del sarcomero (banda Z) di conseguenza all intera miofribilla, inoltre si hanno lesioni a livello del tessuto connettivo e a livello di giunzione tra muscolo e tendine. Per questi motivi richiede periodi lunghi di recupero, perciò da collocare molto lontano da impegni di gare. Bisogna proporlo con molta cautela, solo con atleti di alto livello e con molti anni di allenamento sulle spalle 21
22 regime pliometrico corrisponde a quello che i ricercatori chiamano stretch-shortening cycle o ciclo stiramento-accorciamento. Concretamente, il muscolo si contrae in un primo tempo e le inserzioni si allontanano, esso funziona in modo eccentrico, poi, si accorcia e allora, lavora in modo concentrico. L esempio più semplice è quello dei salti dall alto in basso: per essere veramente pliometrica, la contrazione deve rispettare una concatenazione rapida, una pausa tra queste due fasi determinerebbe un lavoro meno efficace. 22
23 stretch-shortening cycle Questa combinazione di azioni eccentriche e concentriche forma un tipo naturale della funzione dei muscoli chiamato ciclo stiramento-accorciamento o SSC (Norman e Komi 1979;Komi 1984,1992). Nella camminata e nella corsa dell uomo, nel momento del contatto con il terreno si hanno carichi notevoli. Ciò richiede una preattivazione dei muscoli estensori dell'arto inferiore prima del contatto con il terreno in modo da prepararli a resistere l'impatto (a) e una fase di frenata attiva (allungamento) (b). La fase di allungamento è seguita da un azione di accorciamento (concentrico) (c) (Komi 1992). 23
24 regime pliometrico Tutti i tipi di balzi sono da definirsi esercizi pliometrici. Il fattore rilevante per ottenere la massima efficacia muscolare dovuta allo stiramento, è il tempo di accoppiamento (Bosco 1982). Viene definito tempo di accoppiamento il tempo che intercorre tra la fase di stiramento e quella di accorciamento, in altri termini il tempo impiegato ad invertire il movimento, cioè il passaggio dalla velocità negativa (fase eccentrica) alla velocità positiva (fase concentrica). Bosco ha dimostrato che più breve è il tempo di accoppiamento, più elevata è la restituzione di energia potenziale. 24
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26 ANALISI DEL MOVIMENTO DEI VARI REGIMI DI CONTRAZIONI Parallelamente ai regimi di contrazione bisogna analizzare i tipi di movimenti che le varie contrazioni muscolari permettono di compiere al corpo umano o ai segmenti di esso. I movimenti che l uomo compie si possono riepilogare in: ISOTONICO ISOCINETICO AUXOTONICO O AUXOMETRICO 26
27 ANALISI DEL MOVIMENTO DEI VARI REGIMI DI CONTRAZIONI Ai rispettivi regimi di contrazioni si possono associare i tipi di movimenti che la contrazione produce secondo il seguente schema: Regimi di contrazioni: concentrico eccentrico pliometrico Tipi di movimenti: Isotonico Isocinetico auxtonico Regime isometrico Non produce movimento 27
28 MOVIMENTO ISOTONICO In movimenti con contrazioni solo concentriche, solo eccentriche o ecc/conc (pliometriche) con carichi gravitazionali, varia la lunghezza del muscolo ma rimane costante il carico. Per questo motivo i movimenti eseguiti con carichi gravitazionali vengono definiti movimenti isotonici. 28
29 Analisi di un movimento concentrico L esempio classico del movimento concentrico è il movimento eseguito nel test di squat jump. Il movimento inizia dalla posizione zero e nell unità di tempo cresce positivamente fino a raggiungere il punto più alto. In un movimento concentrico la velocità è sempre positiva. Come si può notare dal grafico la velocità da zero aumenta fino a raggiungere un picco positivo per poi ridursi fino a riportarsi a zero alla fine del movimento (apice della curva dello spostamento) 29
30 Analisi di un movimento eccentrico In un movimento eccentrico la velocità presenta solo una fase negativa. L andamento della velocità si evidenzia nel grafico. Essa parte da zero e raggiunge un picco negativo per poi diminuire di nuovo fino a tornare a zero quando il movimento raggiunge il punto più basso (curva dello spostamento). 30
31 Analisi di un movimento eccentrico Il regime eccentrico presenta vantaggi e svantaggi così sintetizzati: Vantaggi: Tensione superiore del 30% rispetto all isometria Differente sollecitazione delle fibre Efficace se accoppiato con lavoro concentrico Svantaggi: Disadattamento notevole Lungo recupero Carichi pesanti 31
32 Analisi di un movimento pliometrico il tracciato dello spostamento di un movimento pliometrico (Drop jump) In un movimento con il doppio ciclo stiramento-accorciamento la velocità presenta una fase negativa ed una positiva, la parte della curva tra le due linee verticali si riferisce alla velocità della parte negativa. 32
33 MOVIMENTO ISOCINETICO Nell ambito delle contrazioni concentriche, eccentriche o isometriche, l uomo attraverso particolari apparecchiature, è riuscito ad ottenere contrazioni muscolari e quindi movimenti a velocità costante In natura non esistono movimenti isocinetici cioè a velocità costante. Queste macchine sono definite isocinetiche di conseguenza il movimento che ne scaturisce viene chiamato isocinetico. La caratteristica di queste macchine è quella di realizzare una contrazione muscolare che permette di eseguire un lavoro muscolare a velocità costante. 33
34 MOVIMENTO ISOCINETICO In questo tipo di contrazione, a differenza di quanto avviene in una attivazione muscolare naturale, il muscolo non può assolutamente creare accelerazione, dato che le condizioni meccaniche delle macchine isocinetiche permettono solo di eseguire un lavoro muscolare a velocità costante. L utilizzo primario di queste apparecchiature è nel campo della riabilitazione ed in fisiatria. Fig. velocità angolare della gamba durante estensione del ginocchio eseguita su dinamometro isocinetico a diverse velocità angolari /s (da: Ostering, 1986,1). 34
35 MOVIMENTO ISOCINETICO Confronto l andamento della velocità rispettivamente in un movimento isocinetico ed in un movimento eccentrico-concentrico. Nel movimento isocinetico si nota un andamento costante della velocità mentre nel movimento naturale si evidenzia un picco negativo della velocità (fase eccentrica) ed un picco positivo (fase concentrica). 35
36 MOVIMENTO AUXOTONICO Prevalentemente con un regime di contrazione concentrica è possibile, sempre con particolari attrezzi ottenere un tipo di movimento definito auxotonico. Un movimento auxotonico prevede un aumento del carico durante lo spostamento con conseguente aumento della tensione muscolare. Attraverso una contrazione si ha un andamento della tensione muscolare che aumenta gradualmente fino a raggiungere un picco per poi diminuire e tornare a zero. 36
37 MOVIMENTO AUXOTONICO Questo tipo di movimento è possibile ottenerlo eseguendo esercizi con elastici. L elastico offre all inizio del movimento una determinata tensione stabilita dal soggetto che risulta essere inferiore di quella che si registra alla fine della contrazione quando l elastico ha subito il massimo allungamento. 37
38 ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA In una contrazione isometrica si analizza solo lo sviluppo della forza in funzione del tempo Relazione forza tempo durante tre tipi di contrazione isometrica (Da Bosco) 38
39 ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA In una contrazione isometrica la forza sviluppata in funzione del tempo dipende dal livello d attivazione del Sistema Nervoso Centrale. Pertanto si possono avere diverse modalità di sviluppo della forza per ottenere la forza massimale. Le diverse modalità si possono così sintetizzare: Attivazione lenta Attivazione normale Attivazione rapida. 39
40 ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA Con un attivazione lenta la tensione viene sviluppata lentamente. L incremento della forza avviene principalmente attraverso un incremento sempre maggiore di unità motorie e quindi da un aumento della frequenza di stimolo. 40
41 ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA Con un attivazione normale la tensione viene sviluppata attraverso un aumento progressivo del reclutamento delle unità motorie e di frequenza di stimolo. 41
42 ANALISI DI UNA CONTRAZIONE ISOMETRICA Con un attivazione rapida la tensione viene sviluppata rapidamente poiché contemporaneamente tutte le unità motorie vengono reclutate e la frequenza degli stimoli aumenta sin dall inizio della contrazione. 42
43 I regimi di contrazione l elettrostimolazione secondo G. Cometti, la contrazione muscolare indotta con elettrostimolazione presenta delle caratteristiche che ne fanno del regime di contrazione particolare, anche se non sono tutti noti i parametri fisiologici di tale regime di contrazione. In teoria, uno dei vantaggi dell EMS è che riesce ad attivare principalmente le fibre motorie rapide che difficilmente sono reclutate volontariamente. Con l EMS il principio delle dimensioni nel reclutamento delle unità motorie non è più valido; le fibre motorie a scossa rapida sono attivate per prime. Queste presentano una soglia più bassa per la corrente elettrica applicata dall esterno, inoltre, sono situate più in superficie. Potenzialmente, l EMS può essere utile come integrazione dei metodi tradizionali di allenamento della forza. (Zatsiorskj). 43
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45 LA FORZA MUSCOLARE La forza e la velocità, due parametri prodotti dal muscolo scheletrico, sono alla base di qualsiasi movimento che l uomo compie. Apparentemente questi due parametri sembrano molto dissimili tra loro ma in realtà, essendo prodotti dallo stesso sistema, la dinamica della contrazione muscolare è la stessa: è la dimensione del carico esterno a determinare con quale velocità e forza deve essere spostato il carico. 45
46 Fattori condizionanti la forza: il tipo di fasci muscolari (fibre bianche, fibre rosse); il numero di fibre attivate (coord. Intramuscolare); il sincronismo di azione dei muscoli sinergici (coord. Intermuscolare); la sezione trasversa del muscolo; gli attriti interni dovuti alla viscosità ed al grado di elasticità delle componenti muscolari; le riserve energetiche; la corretta tecnica esecutiva; la ottimale modulazione dei muscoli antagonisti; 46
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48 Proprietà meccaniche del muscolo scheletrico Relazione forza-lunghezza Relazione forza-velocità Relazione potenza-velocità Relazione resistenza/tempo dello sforzo Proprietà di forza storia-dipendente 48
49 Relazione forza-lunghezza 49
50 Relazione forza-lunghezza 50
51 Relazione forza-velocità dove F è la forza massima di un muscolo alla lunghezza ottimale, F o è la massima forza isometrica a lunghezza ottimale, v è la velocità di accorciamento, a e b sono costanti le unità di misura della forza(n) e della velocità (m* sec -1 ) 51
52 Relazione forza-velocità 52
53 Relazione potenza-velocità 53
54 Relazione resistenza/tempo dello sforzo 54
55 Proprietà di forza storia-dipendente 55
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58 Il sistema che produce forza e velocità è definito Sistema neuromuscolare è composto dal sistema nervoso definito anche sistema neurale e dalla parte muscolare o sistema miogeno. Il muscolo si contrae e produce movimento in quanto viene eccitato da uno stimolo che parte dall area motoria del cervello e si trasmette attraverso il midollo spinale, da qui, attraverso un motoneurone, arriva alle fibre muscolari. 58
59 LA FORZA MUSCOLARE Le fibre muscolari a loro volta sono formate da sottili filamenti chiamati miofibrille che a loro volta contengono l unità funzionale del muscolo: il sarcomero 59
60 IL SARCOMERO Analizzando la singola miofibrilla si notano su di essa delle linee traverse che si ripetono all incirca ogni 2,5 micron quando il muscolo è rilasciato. Queste linee trasversali conferiscono al muscolo la caratteristica struttura striata. Queste linee sono definite linee Z e la zona che si trova tra le due linee viene definito sarcomero. 60
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62 Il sarcomero è l unità funzionale della miofibrilla. All interno del sarcomero si trovano due tipi di filamenti uno più sottile chiamato actina ed uno più spesso definito miosina 62
63 La miosina a sua volta presenta dei prolungamenti, che si dispongono a 90 con i filamenti di miosina stessa TnI TnT TnC Tropomiosina Actina testa coda MLC Filamento di miosina assemblato Thick Questi prolungamenti vengono definiti teste della miosina. Thin Zone of overlapping Esistono diverse isoforme di miosina che determinano differente velocità di contrazione. 63
64 Quando la fibra muscolare viene raggiunta da uno stimolo nervoso i filamenti di actina e miosina, attraverso le teste della miosina, reagiscono formando il cosiddetto cross-bridge ponte actomiosinico, per mezzo del quale i due filamenti scorrono uno sull altro accorciando il sarcomero. Con l accorciamento dei vari sarcomeri si produce tensione che viene trasmessa mediante i tendini alle ossa. 64
65 I ponti che si stabiliscono tra i filamenti di actina e miosina costituiscono la contrazione e nello stesso tempo producono forza. Perché la contrazione avvenga c è bisogno di energia e questa viene fornita da un composto denominato ATP. 65
66 La capacità di produrre lavoro è determinata dalle caratteristiche muscolari che trasformano energia biochimica in energia meccanica. Appena la membrana muscolare viene colpita dallo stimolo nervoso viene liberata una sostanza denominata acetilcolina (ACh). 66
67 L acetilcolina ha la proprietà di depolarizzare la membrana sarcoplasmatica e precisamente dei tubuli traversi (Tubuli T). La depolarizzazione dei tubuli traversi causa la liberazione del Ca++. Il calcio si lega con il complesso la troponina C-Tropomiosina 67
68 La troponina C è una proteina che inibisce la formazione dei ponti di actomiosina. Inibita la Troponina C dal calcio si formano i legami tra testa della miosina e l actina e questi traggono energia dalla scissione dell ATP per mezzo di un enzima chiamato ATP-asi. La contrazione muscolare persiste finché vi è presenza di calcio a livello di actina e miosina. Quando la stimolazione del muscolo cessa il calcio fuoriesce e si ristabilisce la condizione di inibizione tra troponina-tropomiosina e filamento di miosina 68 (Da W. D. Mcardle, F. I. Katch e V. L. Katch)
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70 Quando un messaggio dal cervello viene inviato al muscolo questi risponde all impulso con una singola contrazione fig a, al sopraggiungere di un secondo impulso la contrazione diventa maggiore fig. b; una serie di impulsi ravvicinati provoca un tetano ravvicinato fig. c fino ad arrivare al tetano completo fig d, normalmente la fascia delle frequenze è compresa tra 8 e hertz. Il tempo per sviluppare la tensione durante una singola contrazione può essere di circa 100 ms, mentre la tensione massimale che viene raggiunta durante il tetano non è mai inferiore di ms. 70
71 Una volta che lo stimolo nervoso raggiunge la fibra muscolare e l actina e la miosina reagiscono provocando la contrazione, la tensione sviluppata viene trasmessa alle ossa attraverso le strutture di tessuto connettivo, i tendini. Occorre sottolineare che prima che i tendini possano trasmettere le tensioni sviluppate dalle componenti contrattili alle strutture ossee occorre un certo tempo. La tensione sviluppata non si trasmette immediatamente alle ossa ma questo si verifica con un certo ritardo (ritardo elettromeccanico). Il ritardo è dovuto al tempo necessario per stirare gli elementi elastici in serie dei muscoli. 71
72 Scossa semplice e tetano muscolare La scossa semplice ha una durata superiore al pda che la genera. A causa del periodo di latenza, la contrazione muscolare inizia e si sviluppa quando il pda è già terminato. Questo permette la sommazione di singole scosse. 72
73 Scosse semplici sommate Un secondo pda ravvicinato nel tempo al primo, genera una seconda scossa che si somma alla prima. Le tensioni si sommano e il muscolo sviluppa una contrazione più forte e duratura (tetano muscolare). Tensione 73
74 Tensione Tetano incompleto: Sommazione di scosse semplici in fase di rilasciamento Pda Tempo (msec) Tensione Tetano completo (liscio): Sommazione di scosse semplici in fase di contrazione Pda Tempo (msec) 74
75 Durante il tetano, il Ca2+ liberato dai singoli pda si somma determinando un aumento della forza muscolare. La forza sviluppata è maggiore nel tetano completo, rispetto all incompleto. La possibilità di sviluppare un tetano incompleto o completo dipende dalla frequenza dei pda (frequenza di scarica dei motoneuroni). La regolazione della frequenza di scarica dei motoneuroni è quindi il meccanismo che permette di regolare la forza muscolare. 75
76 Modello di contrazione concentrica del muscolo cardiaco che inizia con una fase isometrica dove la componente contrattile (CC) si accorcia e provoca lo stiramento degli elementi elastici in serie (SEC) (AB). Il movimento avviene quando la forza di spostamento della componente contrattile degli elementi in serie è uguale o supera leggermente la forza prodotta dal carico P (B-C) 76 da Braunwald, 1967
77 MECCANISMI DELLA FORZA La possibilità per un atleta di produrre forza e velocità sempre più elevata dipende da diversi fattori che possiamo così sintetizzare: 1 Tipi di fibre muscolari 2 Sezione traversa delle fibre (grandezza del diametro delle fibre definita IPERTROFIA) 3 Reclutamento delle fibre a Reclutamento e frequenza b La sincronizzazione c Efficienza neuromuscolare 4 Coordinazione intra e intermuscolare 5 Fattori legati allo stiramento a Fenomeni eccitatori ed inibitori della contrazione muscolare b Caratteristiche elastiche del muscolo 77
78 Le fibre muscolari Nel muscolo sono state classificate due tipi di fibre: Fibre rosse chiamate più comunemente fibre lente o toniche, definite anche di tipo I o con sigla inglese definite Slow twitch fibres ST. Fibre bianche chiamate più comunemente fibre veloci o fasiche o di II tipo o con sigla inglese definite Fast twitch fibres FT 78
79 Le fibre muscolari Le fibre del tipo I sono fibre rosse perciò lente, caratterizzate da metabolismo aerobico, producono basse tensioni per un periodo di tempo molto lungo. Sono fibre molto vascolarizzate e si affaticano poco. I substrati utilizzati per la risintesi dell'atp sono glucidi e lipidi. Le fibre del tipo IIa sono fibre di tipo intermedio, il metabolismo è misto anaerobico-aerobico, sviluppano una tensione media e sono mediamente vascolarizzate. Le fibre del tipo IIb sono fibre rapide per eccellenza, sviluppano altissime tensioni, sono scarsamente vascolarizzate, il metabolismo è di tipo anaerobico, si affaticano rapidamente 79
80 Ogni individuo possiede percentuali di fibre bianche e rosse in quantità diverse e questo è dettato solo da fattori genetici per cui atleti con percentuali di fibre bianche maggiore rispetto alle rosse sono in grado di esprimere gradienti di forza esplosiva superiore rispetto ad atleti con maggior numero di fibre rosse. La percentuale di fibre presente in un muscolo determina la caratteristica di muscolo veloce o resistente 80
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82 Fibre muscolari rapide sviluppano tensione molto rapidamente. Fibre muscolari lente, sviluppo tensione lento e più duraturo. 82
83 Ogni individuo possiede percentuali di fibre bianche e rosse in quantità diverse e questo è dettato solo da fattori genetici per cui atleti con percentuali di fibre bianche maggiore rispetto alle rosse sono in grado di esprimere gradienti di forza esplosiva superiore rispetto ad atleti con maggior numero di fibre rosse Fig. relazione forza tempo registrata durante l esecuzione di SJ eseguiti da soggetti veloci (%FT>60) e lenti (%FT<40) (da: Bosco e Komi, 1976b) La percentuale di fibre presente in un muscolo determina la caratteristica di muscolo veloce o resistente 83
84 Un muscolo con un alta percentuale di fibre bianche è un muscolo che esprime più velocità rispetto ad un muscolo con prevalenza di fibre rosse. Si nota come soggetti con percentuali di fibre bianche a carichi bassi esprimano maggiore velocità rispetto a soggetti con percentuali maggiori di fibre rosse. Esempio della relazione forza velocità in soggetti lenti e rapidi (da: Bosco 1983) 84
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