LINEE GUIDA PER L ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO LEGIONELLA in strutture turistico-recettive

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3 LINEE GUIDA PER L ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO LEGIONELLA in strutture turistico-recettive

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5 Prefazione...7 La legionella Modalità di trasmissione Infezioni da legionella La situazione epidemiologica Fattori di rischio La prevenzione della legionellosi...12 La corretta gestione degli impianti Impianto idrosanitario Impianto di condizionamento Torri di raffreddamento e condensatori evaporativi Piscine e piscine idromassaggio alimentate con acqua dolce La valutazione del rischio Nomina del responsabile Valutazione del rischio e dei relativi punti critici negli impianti a rischio Gestione del rischio Azioni correttive: sanificazione e bonifica...17 Riferimenti normativi

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7 Gent.mi Colleghi La Regione Emilia Romagna in data 21 luglio 2008 (con Delibera n 1115) ha deliberato l approvazione delle Linee Guida regionali della sorveglianza della legionellosi, che definisce sia i requisiti tecnico costruttivi per la realizzazione dei nuovi impianti idrosanitari e di condizionamento e sia le indicazioni per la corretta gestione degli impianti e una valutazione del rischio legionellosi all interno della propria struttura. Nel 1983 l Istituto Superiore della Sanità (ISS) ha istituito il Registro Nazionale della Legionellosi; da questo emerge che in Italia, nell ultimo decennio, si è avuto un progressivo aumento dei casi segnali di malattia, ed in Emilia Romagna, nel periodo 1999/2008, sono stati notificati 560 casi di legionellosi. Alla luce della normativa vigente, e purtroppo del progressivo aumento di casi di legionellosi anche nella nostra regione, è nata l idea di predisporre, dalla scrivente Associazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell Ausl di Parma un documento conoscitivo e di orientamento sul tema della legionella per le strutture turistiche ricettive che sintetizzi le disposizioni già emanate dalla Regione e dal Ministero della Salute. È fondamentale per la nostra categoria, oltre che offrire ai propri ospiti la migliore accoglienza possibile, mettere in atto tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie al fine di scongiurare ogni possibile rischio. Presidente Federalberghi Emio Incerti 7

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9 LA LEGIONELLA La legionella fu identificata per la prima volta nel 1976 a Filadelfia, in seguito ad un epidemia di polmonite che si verificò tra i partecipanti ad un raduno di veterani appartenenti all America Legion, da cui deriva il nome della malattia. L evento interessò alcune centinaia di soggetti con decine di decessi; l agente causale responsabile fu successivamente identificato come Legionella pneumophila. La sorgente dell infezione venne individuata nell impianto di aria condizionata presente nell hotel. La Legionella è un microorganismo batterico, ubiquitario ed aerobio, che ha come suo serbatoio naturale gli ambienti acquatici (acque lacustri, corsi d acqua, acque termali ), ove si trova abitualmente a basse concentrazioni (circa 10 2 ufc/litro), tali da non costituire pericolo. Da questi serbatoi naturali, tramite le reti acquedottistiche o termali, il microrganismo può colonizzare e proliferare nei sistemi idrici artificiali (impianti idrici sanitari dei singoli edifici, piscine e vasche idromassaggio, impianti di condizionamento, torri di raffreddamento e condensazione ecc..) e può sopravvivere per mesi nell acqua distillata o in quella di rubinetto. Famiglia Genere Specie Caratteristiche Legionellacee Legionella Si conoscono oltre 50 specie diverse e circa 70 sierogruppi. Il 90% dei casi di malattia sono sostenuti dalla Legionella Pneumophila. Il sierogruppo 1 è responsabile di circa il 70% dei casi. Si moltiplica tra i 25 e i 42 C circa ma sopravvive anche ad intervalli più ampi di Temperatura. PH Fonti di nutrimento Il batterio ha specifiche esigenze nutrizionali, che trova in alghe, amebe, biofilm contenente sostanze biodegradabili ed elementi come Ferro, Rame e Zinco. 9

10 1. MODALITÀ DI TRASMISSIONE La Legionellosi viene normalmente trasmessa per via respiratoria mediante inalazione di goccioline piccolissime (aerosol < 5 micron) contenenti Legionelle. Queste goccioline si possono formare sia spruzzando l acqua, che facendo gorgogliare aria in essa, oppure per impatto dell acqua su superfici solide. Ad oggi non è stata dimostrata la trasmissione interumana. 2. INFEZIONI da LEGIONELLA Possono decorrere sotto 4 forme a seguito di inalazione di areosol contaminati dal batterio: 1) un quadro privo di sintomi. 2) la febbre di Pontiac: malattia acuta similinfluenzale che si risolve spontaneamente dopo pochi giorni. 3) la Pomonite da legionella comunemente definita legionellosi. Si manifesta dopo un periodo di incubazione compreso tra 2-10 giorni, con febbre alta, tosse, dolori diffusi e grave difficoltà respiratoria per importante infezione polmonare. La letalità media è del 10% con picchi fino al 30-50% nel caso di infezioni ospedaliere. La malattia è più frequente nel sesso maschile, nei soggetti con età maggiore di 40 anni, con abitudine al fumo, con patologie croniche e/o con condizioni di depressione del sistema immunitario. 4) forme extrapolmonariche: sono rare e a diversa localizzazione d organo. 3. LA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA Le polmoniti da Legionella sono considerate un problema emergente in sanità pubblica, tanto da essere sottoposte a obbligo di notifica e al sistema di sorveglianza speciale che fa capo all Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), alla Comunità Europea, in cui è operante l European Working Group for Legionella Infections ( EWGLI ) e all Istituto Superiore di Sanità (ISS), che dal 1983 ha istituito il Registro Nazionale della Legionellosi. Dalle informazioni contenute in tale registro emerge che in Italia, nell ultimo decennio, si è avuto un progressivo aumento dei casi segnalati di malattia fino ad avere circa segnalazioni nel In Emilia-Romagna, nel periodo , sono stati notificati 560 casi 10

11 di legionellosi. L incidenza media regionale risulta pertanto pari a 13,6 casi ogni abitanti.k 4. FATTORI DI RISCHIO: sono impiantistici e ambientali Gli impianti interessati sono rappresentati da: - impianti di distribuzione dell acqua idro-sanitaria - sistemi di condizionamento con umidificazione - torri di raffreddamento e condensatori evaporativi - piscine e piscine con idromassaggio - fontane ornamentali Fattori di rischio impiantistici Fattori di rischio ambientali - impianti e reti di distribuzione acqua calda/fredda (serbatoi di accumulo, tratti terminali degli impianti di erogazione dell acqua potabile, quali soffioni delle docce, filtri rompigetto dei rubinetti), piscine e vasche per idromassaggio, fontane; - sistemi di condizionamento (condizionatori, umidificatori, ma in particolare i grandi impianti), le torri di raffreddamento e i condensatori evaporativi. - T acqua intermedia (25-42 C) - Insufficiente disinfezione dell acqua (assenza o bassa concentrazione di cloro) - Presenza di biofilm, torpidità, sost. organiche - Elevata durezza acqua - Incrostazioni e depositi di calcare - Fenomeni di corrosione e usura - Fenomeni ristagno/ostruzione impianti - Impianto centralizzato su estese reti di distribuzione - Punti di giunzione e rami impianto con punti morti 11

12 5. LA PREVENZIONE DELLA LEGIONELLOSI La prevenzione della legionellosi deve partire dalla corretta progettazione e realizzazione delle reti idriche allo scopo di rendere improbabile la colonizzazione e la moltiplicazione della legionella negli impianti di distribuzione dell acqua idro-sanitaria e nei sistemi di condizionamento. Per i nuovi impianti idro-sanitari e di condizionamento nelle strutture turistico recettive, ad uso collettivo, sanitarie e socio-sanitarie, termali, si prevede il rispetto di particolari tecniche costruttive. Ad esempio: le reti dell acqua fredda e calda devono essere adeguatamente distanziate le reti devono essere il più lineari possibile, evitando tubazioni con tratti terminali ciechi e senza circolazione dell acqua i serbatoi di accumulo, se presenti, devono essere facilmente ispezionabili al loro interno e disporre, alla base, di un rubinetto che consenta le operazioni di spurgo del sedimento. Il rubinetto deve consentire anche di effettuare il prelievo di campioni di acqua utilizzo di materiali idonei per i trattamenti di disinfezione negli impianti di condizionamento centralizzato, le prese di aria esterna devono essere dotate di sistemi atti ad evitare che l acqua penetri al loro interno e lontane da fonti di emissioni potenzialmente inquinata quali torri di raffreddamento. Per gli impianti esistenti si fa leva sulla corretta gestione e manutenzione degli impianti stessi. 12

13 LA CORRETTA GESTIONE DEGLI IMPIANTI 1. IMPIANTO IDROSANITARIO Tutti i gestori di strutture recettive devono garantire l attuazione di una serie di misure di controllo, tra le quali: A) la temperatura dell acqua fredda non deve essere superiore ai 20 C B) l acqua calda nelle condotte di mandata deve avere una temperatura superiore ai 50/55 C (per evitare rischio di ustioni è necessario installare rubinetti dotati di valvola termostatica) C) se presente e possibile, ispezionare periodicamente l interno del serbatoio di acqua fredda al fine di eseguire interventi di disinfezione D) svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo di acqua calda (compresi gli scalda acqua elettrici), ripristinando il funzionamento dopo accurato lavaggio E) ove si riscontri la crescita di alghe, protozoi e altri batteri, utilizzare appropriati trattamenti biocidi F) prima che le camere vengano occupate, è necessario far scorrere l acqua sia calda che fredda, dai rubinetti e dalle docce per alcuni minuti G) negli edifici a funzionamento stagionale, prima della riapertura, occorre procedere ad una pulizia completa dei serbatoi e della rubinetteria, e far defluire a lungo l acqua sia calda che fredda da tutti i rubinetti H) mantenere le docce, i diffusori delle docce e i rompi getto dei rubinetti puliti e privi di incrostazioni, sostituendoli all occorrenza I) l acqua utilizzata nei circuiti delle fontane decorative, deve essere disinfettata. J) 2. IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO Durante l esercizio dell impianto è importante eseguire visite ispettive e controlli periodici per rilevare l efficienza del funzionamento e la presenza o meno di contaminazioni e di acqua di condensa. In particolare: A) verifica dello stato di efficienza dei filtri ed eliminazione di eventuale condensa o gocce d acqua sulle loro superfici B) ricambio periodico dei filtri, secondo le indicazioni fornite dal costruttore C) pulizia e disinfezione delle bacinelle di raccolta della condensa e delle superfici alettate, che fanno parte delle batterie di scambio termico D) eliminazione dell acqua di condensa e disinfezione degli umidificatori 13

14 dell aria ambiente e degli umidificatori adiabatici E) manutenzione periodica delle canalizzazioni. 3. TORRI DI RAFFREDDAMENTO E CONDENSATORI EVAPORATIVI In presenza di questi impianti, occorre: A) eseguire interventi di pulizia e drenaggio del sistema, disincrostanti e anticorrosivi (prima del collaudo, all inizio e alla fine della stagione di raffreddamento o prima di un lungo periodo di inattività, in caso di funzionamento continuativo dell impianto, almeno due volte all anno); B) mantenere sempre in perfetta efficienza i separatori di gocce. 4. PISCINE E PISCINE IDROMASSAGGIO ALIMENTATE CON ACQUA DOLCE Le azioni per una corretta gestione delle piscine sono: A) mantenere una concentrazione di cloro attivo libero tra 0,7-1,2 mg/l B) in occasione dello svuotamento periodico della vasca, pulire accuratamente la vasca, le tubature, sostituire i filtri della vasca e revisionare i sistemi di circolazione dell acqua per eliminare ogni deposito C) pulire e disinfettare i filtri dell acqua con frequenza almeno trimestrale. Nel caso di piscine idromassaggio viene raccomandato: D) pulizia giornaliera dei filtri E) sostituzione giornaliera di almeno la metà della massa dell acqua F) mantenimento di una concentrazione di cloro attivo libero nell acqua pari a 0,7-1,2 mg/l, da controllare più volte nell arco della giornata G) controllo frequente della temperatura H) rispetto dei tempi di ricircolo adeguati alle dimensioni e alla frequentazione dell impianto I) disinfezione accurata almeno settimanale. 14

15 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO La Delibera di Giunta Regionale n del 2008 stabilisce che per una efficace prevenzione delle legionellosi ogni struttura turistico-recettiva, deve svolgere periodicamente una valutazione del rischio Legionella. La valutazione è fondamentale per acquisire conoscenze sulla vulnerabilità degli impianti, per tale motivo deve partire dall analisi dello schema planimetrico aggiornato dell impianto idrico, deve stimare i possibili impatti sulla salute e definire le contromisure adeguate a mitigare il rischio. L analisi del rischio deve essere effettuata regolarmente, almeno ogni 2 anni e comunque ogni volta che si ha motivo di pensare che la situazione si sia modificata. Si ricorda che detta analisi deve essere urgentemente rivista anche ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi. Una corretta valutazione del rischio prevede: 1. NOMINA DI UN RESPONSABILE Ogni struttura turistico recettiva può avvalersi di esperti per la valutazione del rischio, e deve individuare e nominare una persona responsabile per la gestione del rischio. 2. VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEI RELATIVI PUNTI CRITICI NEGLI IMPIANTI A RISCHIO IMPIANTO IDRO-SANITARIO PUNTI DA CONTROLLARE PARTI A RISCHIO SCHEMA DELL IMPIANTO IDROSANITARIO (approvvigionamento da pozzo o da acquedotto) TERMINALI DI EROGAZIONE Attraverso uno schema aggiornato dell impianto, occorre valutare eventuali ricircoli acqua calda, punti morti, a flusso intermittente o con ristagno d acqua ed eventuali ampliamenti della rete su impianto esistente Presenza di rompi getto, tipologia di docce 15

16 PUNTI DA CONTROLLARE IMPIANTO PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA IMPIANTI ACCUMULO E DISTRIBUZIONE ACQUA FREDDA FONTANE A RICIRCOLO CONTINUO GIOCHI D ACQUA PISCINE VASCHE E PISCINE IDROMASSAGGIO PARTI A RISCHIO Sistemi di trattamento acqua, bollitore o scambiatore di calore o serbatoio di accumulo, rete di distribuzione, temperatura dell acqua Presenza di filtri, autoclave, addolcitore, serbatoi accumulo acqua fredda, tratti ciechi nella rete, temperatura dell acqua Corretta disinfezione dell acqua Concentrazione di cloro residuo, filtri Presenza di ricircolo, flitri, sostituzione massa acqua IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO PUNTI DA CONTROLLARE PARTI A RISCHIO IMP. CONDIZIONAMENTO TORRI DI RAFFREDDAMENTO/ CONDENSATORI EVAPORA- TIVI Funzionamento a sistema di umidificazione, filtri, UTA unità trattamento aria, prese d aria Frequenza pulizia e drenaggio, prese d aria 3. GESTIONE DEL RISCHIO Ogni struttura recettiva dovrà stilare un programma di controllo attivo della crescita della legionella, tramite apposito piano di manutenzione, pulizia e disinfezione, redatto secondo le indicazioni riportate nella sezione GE- STIONE DEGLI IMPIANTI, volto alla gestione dei punti critici, individuati nella propria valutazione del rischio. La struttura deve istituire un registro, dove inserire la documentazione di tutti gli interventi eseguiti. Se la valutazione evidenzia la presenza di un potenziale rischio nell impianto idrosanitario, occorre mettere in atto le azioni necessarie a minimizzare il rischio e svolgere successivamente campionamenti di acqua per la ricerca di Legionella. 16

17 I siti da cui eseguire il campionamento possono essere la rete dell acqua fredda (serbatoio dell acqua e il punto più distale dal serbatoio), la rete dell acqua calda (serbatoio dell acqua calda vicino alle valvole di scarico e il ricircolo dell acqua calda) e almeno due siti di erogazione lontani dal serbatoio dell acqua calda. 4. AZIONI CORRETTIVE: SANIFICAZIONE E BONIFICA Sulla base delle concentrazioni di Legionella rilevate negli impianti, vengono raccomandati diverse tipologie di controllo, singolarmente o in combinazione, previa valutazione delle caratteristiche del singolo impianto, del sistema idrico e dell ambiente in cui si opera. Lo shock termico e l iperclorazione shock sono i trattamenti d urto più spesso utilizzati in presenza di contaminazioni massive degli impianti. 17

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19 RIFERIMENTI NORMATIVI La Regione Emilia-Romagna in data 21 luglio 2008 (con Delibera n. 1115) ha deliberato l approvazione delle Linee guida regionali per la sorveglianza della legionellosi, che recepiscono e integrano i seguenti atti normativi: Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi G.U. n. 103 del 5 maggio Accordo tra il Ministero della Salute e le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, avente ad oggetto Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico - recettive e termali G.U. n. 28 del 4 febbraio La Delibera del 2008 definisce: I requisiti tecnico-costruttivi per la realizzazione dei nuovi impianti idrosanitari e di condizionamento Le indicazioni per la corretta gestione degli impianti a rischio e per il monitoraggio ambientale nelle strutture in indirizzo, tramite una valutazione del rischio legionellosi all interno della propria struttura. 19

20 Giugno 2011

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