li amò sino alla fine

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1 li amò sino alla fine (Gv 13, 1) Via Crucis CANTO Apri le tue braccia Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Il Signore che guida i nostri cuori nell amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. E con il tuo spirito. Preghiamo. Padre Santo, guarda il tuo popolo che percorre orante, in attesa della risurrezione, la via della Croce. Siamo in comunione con il grido di dolore del tuo Figlio, la cui eco si prolunga nel grido che sale dalle infinite croci degli uomini e delle donne di ogni tempo. Siamo in comunione con la sua offerta d amore, mentre porta a compimento la sua passione: nel tempo drammatico della sofferenza e della morte non cessi mai il dialogo fiducioso con te, Padre, di noi figli nello Spirito del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. I Stazione: Gesù in agonia nell Orto degli Ulivi. Lettura Dal Vangelo secondo Marco (14, 32-36) Gesù e i discepoli giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell`ora. E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». Meditazione Gesù ha lasciato da poco il Cenacolo. Lì, spezzando il pane e dando il calice, 1

2 aveva introdotto gli Apostoli nel mistero della sua morte: Corpo donato e sangue versato per la nostra salvezza. Ora nel Getsemani, prostrato a terra sotto il peso dei nostri peccati, accoglie con filiale fiducia dalla volontà del Padre quel calice che deve colmare con il suo sangue. Anche noi, partecipando nell Eucaristia all offerta che Cristo fa di se stesso al Padre, siamo chiamati a vegliare per non conformarci alla mentalità di questo mondo e aderire con tutta la nostra vita alla volontà del Padre, sostenuti dalla forza dello Spirito. Noi preghiamo te, nostro Signore e Salvatore: accogli le nostre suppliche, dona a noi la tua invincibile fede che tutto conquista, perché passiamo attraverso questa valle di morte senza temere la morte, sperando nella vita eterna. Cambia l amarezza del Getsemani nella dolcezza del giardino dell Eden, nostra terra di nascita, fonte della nostra gioia. II Stazione: Gesù tradito da Giuda, è arrestato Lettura Dal Vangelo secondo Marco (14, 43-46) E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Meditazione Quel bacio di Giuda al suo Maestro ha attraversato la storia e oggi interpella la nostra vita. Il bacio che il sacerdote, a nome dell assemblea, dà all altare all inizio e al termine di ogni celebrazione esprime la nostra ferma adesione a Cristo pietra angolare della nostra vita? Il bacio che il sacerdote dà all evangelario, dopo aver proclamato il Vangelo, è segno della nostra venerazione per Cristo, Parola fatta carne, e del nostro impegno a nutrirci quotidianamente della sua parola e a viverla? E l abbraccio di pace, che tutti ci scambiamo prima della comunione, è manifestazione sincera dell amore che ci lega gli uni gli altri in Cristo? O Signore riaccendi in noi il tuo amore. Disperdi il seme dell odio e della diffidenza. Purifica i nostri cuori, le nostre menti, le nostre mani, perché estirpiamo dalla nostra vita le spine dell inimicizia e del tradimento, dell avidità e dell egoismo. Rendici capaci di allontanare da noi l ombra di Giuda e di vincere ogni tentazione di tradimento. 2

3 III Stazione: Gesù è abbandonato dai suoi Lettura Dal Vangelo secondo Marco (14, 27.50) Gesù disse loro: «rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. allora, abbandonandolo, fuggirono. Meditazione Gli Apostoli hanno accompagnato sempre il Maestro: lo hanno ascoltato quando insegnava, lo hanno visto compiere i miracoli, lo hanno cercato quando la notte si ritirava in un luogo deserto per pregare. Ma ora che Gesù è arrestato, tutta la loro vita è compromessa. Hanno paura e fuggono. Anche noi, da anni, durante le celebrazioni, ascoltiamo il Signore mentre ci parla e lo contempliamo mentre compie il miracolo del suo amore. E quando il Signore attraverso l eucaristia vuole coinvolgere profondamente tutta la nostra vita, forse non lo abbandoniamo, ma preferiamo essere semplici spettatori, prendendo le distanze dal Mistero celebrato. Signore, riprendici in tua compagnia, salvaci da noi stessi, dalla tentazione di ignorare la tua presenza e di rinchiuderci nella meschinità del nostro essere. La tua solitudine diventi la nostra pienezza; in tua compagnia, la nostra solitudine si dilegui. IV Stazione: Gesù è condannato dal Sinedrio Lettura Dal Vangelo secondo Marco (14, ) I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. sentenziarono che era reo di morte. Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: «Indovina». I servi intanto lo percuotevano. Meditazione Tu, Signore, che sei la Parola, hai preferito non rispondere, avvolgendoti in un silenzio eloquente. Anche noi, assediati continuamente da tante parole, abbiamo bisogno di riscoprire il valore del silenzio. 3

4 Lasciamoci educare dalla celebrazione eucaristica per vivere durante la giornata momenti di silenzio nella sua multiforme ricchezza: silenzio per fare verità sulla nostra vita; silenzio per meditare la Parola, silenzio per essere attenti ai bisogni dei fratelli, silenzio per adorare il mistero della tua presenza, silenzio per ringraziare dei tuoi innumerevoli benefici, silenzio perché sia la testimonianza della nostra vita a parlare. Signore dei dolori, medico di ogni pena, il tuo silenzio è fede eloquente, amore radioso. Confessiamo la nostra mancanza di fede, il nostro amore fragile, spesso ci conduce ad essere tra quelli che hanno ritenuto un vanto schiaffeggiarti e ti hanno accolto con percosse. Apri le braccia, perché ti accogliamo con amore, con fede, con speranza. Tu sei nostro unico Salvatore, farmaco è per noi il tuo dolore. V Stazione: Gesù è rinnegato da Pietro Lettura Dal Vangelo secondo Marco (14, ) Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto. Meditazione Pietro ha preso coscienza del suo peccato quando, nel silenzio dell alba, si è ricordato della Parola di Gesù. Rischiamo anche noi di pensare di essere senza peccati, se non permettiamo alla Parola del Signore di illuminare anche gli angoli più bui della nostra esistenza. La sua Parola rivelerà l infinita misericordia del Padre e ci farà prendere coscienza dei nostri tradimenti. La Parola di Dio, ascoltata durante le celebrazioni, approfondita con i fratelli nella catechesi e meditata nella preghiera personale, chiede di essere da noi compresa con l intelligenza, amata con tutto il cuore e obbedita con tutte le nostre forze. Signore, pastore coraggioso, maestro che non ha paura, allontana da noi ogni inclinazione alla paura. Rivolgi a noi il tuo sguardo e dà ai nostri occhi le lacrime degli occhi di Pietro. Questo ci farà rialzare, ci fortificherà, ci renderà capaci di confessare te, in ogni tempo e in ogni luogo. 4

5 Canto: Il Signore è mia luce e salvezza VI Stazione: Gesù è giudicato da Pilato Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, 1-5) Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. Allora Pilato prese a interrogarlo: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. Pilato lo interrogò di nuovo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato. Meditazione Pilato interroga Gesù, la Verità, ma non si lascia da lui interpellare. Può capitare anche a noi, quando ci incontriamo con il Signore nella sua Parola, di porre continuamente domande, senza lasciarci da lui interrogare. Gesù non si rifiuta di rispondere ai nostri interrogativi, ma nelle sue risposte c è sempre un invito ad andare oltre le richieste, per far emergere quelle invocazioni che sono nascoste nella nostra vita. L incontro con Cristo nella celebrazione eucaristica liberi la nostra vita dagli ormeggi tranquilli delle nostre sicurezze e ci aiuti a prendere il largo verso nuovi orizzonti. Signore, giudice di tutti, fonte di ogni giustizia, fa che cessiamo di giudicare gli altri e sottomettiamo noi stessi al tuo giudizio, perché tu sei il giusto giudice. Donaci il silenzio interiore, perché udiamo con chiarezza la voce del tuo giudizio, che ci indica la via della salvezza. VII Stazione: Gesù è condannato a morte Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, 12-15) Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Meditazione Nella condanna a morte di Gesù risplende una grande verità: servire è regnare! Sì, Gesù è nostro re, perché ci ha conquistato con la potenza del suo amore. Con il battesimo siamo resi anche noi partecipi della regalità di Cristo: anche se in modi diversi tutti siamo chiamati a servire i fratelli con amore. 5

6 La molteplicità dei ministeri presenti nella celebrazione eucaristica (presbitero, diacono, accoliti, lettori, salmista, coro ) ci ricorda che tutti sono chiamati a servire Cristo animando la vita della comunità. Ma ciò che avviene nella liturgia è poi testimoniato dalla nostra vita? Signore della Croce, perdona la nostra mancanza di fede, la superficialità nell amore, la tiepidezza nella dedizione, la mancanza di autenticità, la debolezza nella testimonianza, la lentezza nel servizio, che hanno offuscato la tua immagine in noi. Riporta sulla strada maestra noi che deviamo per incerti sentieri nel nostro pellegrinaggio sulla terra. VIII Stazione: Gesù è schernito e coronato di spine Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, 17-20) Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Meditazione Ciò che avviene ora non è che il punto culminante di un esistenza che dalla grotta di Betlemme alla croce sul Golgota ha scelto sempre di camminare sulla via dell umiltà. In Gesù deriso e umiliato non c è nulla che attragga la nostra attenzione, eppure è lì che si realizza il mistero della nostra salvezza. Sappiamo comprendere e accogliere con fede i segni semplici e luminosi con cui il Risorto, oggi, ci santifica nella liturgia? Oppure andiamo alla ricerca di segni clamorosi, capaci di attirare la nostra curiosità e di colpire la nostra emotività? Re di tutti i re, sovrano del «Regno che è in noi», perdonaci e ristabilisci in noi la spirito di veri cittadini del tuo Regno. Rinnova in noi lo spirito di fedeltà, di obbedienza e di dedizione, segni di appartenenza al tuo Regno di pace, di concordia e di giustizia. IX Stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce 6

7 Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, 21-22) Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio. Meditazione Simone di Cirene non è passato per caso di lì: Gesù lo attendeva e aspettava da lui un gesto di bontà. La celebrazione eucaristica, memoriale della morte del Signore Gesù, purifica i nostri occhi e riscalda il nostro cuore perché sappiamo fermarci e farci carico delle sofferenze dei nostri fratelli. La croce di Cristo con la sua luce e la sua grazia incrocia sempre le strade della nostra vita. E mentre ci chiede di essere per i nostri fratelli sofferenti un segno tangibile della tenerezza di Dio, fa scoprire in noi potenzialità, generosità e capacità di amare impensate. Signore, lungo il tuo cammino verso la morte, prendici con te, come tuoi compagni. Accoglici nel gruppo di coloro che ti offrono sostegno. Imprimi in noi lo spirito di Simone di Cirene, ma portaci oltre «il luogo del cranio». Rendici partecipi della tua crocifissione. La tua sofferenza e la nostra condivisione guariscano le nostre malattie. X Stazione: Gesù promette il suo regno al buon ladrone Lettura Dal Vangelo secondo Luca (23, ) Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l`altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». Meditazione Gesù non seleziona gli invitati al suo regno. Anche chi, ad un giudizio umano, sembrava poco prima essere escluso, ora vi entra per primo. La celebrazione eucaristica ci ricorda continuamente che quel Sangue è stato versato per tutti e che, pertanto, dovremmo far cadere pregiudizi, incomprensioni, avversità per essere una comunità accogliente verso tutti. Non possiamo essere contenti di ritrovarci in pochi attorno alla mensa del Signore: questo è un lusso che non possiamo permetterci. Ogni celebrazione eucaristica ci sollecita a diventare messaggeri dell amore del Signore e a saper condurre a Cristo i nostri fratelli. 7

8 Signore crocifisso, guarda a noi dall alto della tua croce; dall irraggiungibile vetta del tuo amore e del tuo perdono. Perdona ogni nostra mancanza, perché possiamo comprendere te e vivere secondo i tuoi comandamenti. Salvaci dalla tentazione di gesti sbrigativi e di decisioni affrettate. Illumina e rasserena le nostre menti con la tua grazia e la tua sapienza. Purifica il nostro cuore, perché possiamo chiedere con sincerità: «Rimetti a noi i nostri debiti». Canto: Ti rendiamo grazie XI Stazione: Gesù in croce, la Madre e il discepolo Lettura Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 25-27) Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Meditazione Dal costato di Adamo Dio trasse Eva, la madre dei viventi. Dal costato squarciato di Cristo nasce la Chiesa. Maria, immagine della Chiesa, riceve dal Cristo in croce la responsabilità di accogliere ogni discepolo di Gesù. La Chiesa esprime questa sua maternità illuminando la vita di ogni battezzato con la luce della Parola, santificandola con la grazia dei sacramenti e sostenendola nel generoso servizio dei fratelli. Come Giovanni siamo chiamati non solo a lasciarci amare dalla Madre, ma anche ad amarla. Sì, dobbiamo amare la nostra Chiesa; non quella dei nostri sogni, ma quella che conosciamo nei volti a noi familiari. La nostra fedeltà alla celebrazione eucaristica della domenica esprima il nostro amore verso la comunità e il nostro impegno a camminare insieme con i nostri fratelli. O Dio, Padre del Cristo, il solo uomo perfetto, nato dalla Vergine Madre, fa di tutti noi, radunati nella Chiesa, il segno della sua presenza, che continua fino alla fine dei secoli, primizia della creazione rinnovata nello Spirito. XII Stazione: Gesù muore sulla croce 8

9 Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, ) Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ed Egli dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall`alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest uomo era Figlio di Dio!». Meditazione Dai piedi della Croce è risuonata in tutti i tempi quella commovente professione di fede del centurione. Nella celebrazione eucaristica la Chiesa è sollecitata a proclamare con forza la sua fede in Gesù Cristo e a rimanere radicata in lui, perché senza di lui non potrà fare nulla. Ecco ciò che la Chiesa ha di più caro: Gesù Cristo! Ecco qual è la missione della Chiesa oggi: annunciare con gioia e coraggio Gesù Cristo! La celebrazione eucaristica ci invita a fissare lo sguardo su Gesù Cristo per non rischiare di diventare prigionieri di un vuoto ritualismo. E le nostre celebrazioni aiutano ad incontrare il Risorto oppure sono un occasione per celebrare noi stessi? Signore, morto per noi, umilmente ti preghiamo. resta con noi, rimani in noi, soffia dentro di noi il tuo «ultimo respiro»; esso divenga il primo respiro della nuova vita in te. Infondi in noi i sentimenti del centurione, che con il tuo «ultimo respiro» sperimentò l inesauribile alito del tuo Santo Spirito, e coraggiosamente confessò: «veramente quest uomo era Figlio di Dio!». In ginocchio davanti alla tua croce, noi ripetiamo: «veramente tu sei il Figlio di Dio!». XIII Stazione: Gesù è deposto dalla croce Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, ) Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d`arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Meditazione Con quanta venerazione e con quanta tenerezza Giuseppe d Arimatea avrà accolto tra le sue braccia il corpo di Gesù! Con quanta superficialità e distrazione rischiamo di accostarci all altare per ricevere il Corpo di Cristo! Non dovremmo mai dimenticare le parole dell apostolo Paolo: Ciascuno esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna (1Cor 11, 28-29). 9

10 Lo stesso amore che manifestiamo verso l Eucaristia dobbiamo averlo nei confronti dei fratelli, soprattutto dei più poveri e dei più sofferenti. Signore deposto ai piedi della croce, mentre con il tuo corpo ci lasci, ti preghiamo: non abbandonarci con il tuo Spirito. Il tuo corpo senza vita è per noi il tempio dello Spirito Santo. Volgi a noi il tuo sguardo e colma l abisso che distrugge la nostra interezza. Allontana da noi la tentazione di esitare, di dubitare, di soccombere alla paura. Plasma di nuovo in noi la tua immagine, perché sia ripristinata la nostra interezza e, come Giuseppe d Arimatea, ci «facciamo coraggio» per agire apertamente con fede e amore. XIV Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro Lettura Dal Vangelo secondo Marco (15, 46) Giuseppe d Arimetea, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l`entrata del sepolcro. Meditazione Il corpo di Cristo non è rimasto imprigionato nella terra, ma risorgendo dai morti ci ha aperto la strada verso il Paradiso. In ogni celebrazione eucaristica siamo chiamati a sospingere lo sguardo al di là di ogni orizzonte terreno e a rafforzarci nella speranza della vita eterna. L Eucaristia è pane che sostiene il nostro pellegrinaggio terreno, ma è anche un continuo invito a valutare con sapienza i beni della terra nella continua ricerca dei beni del cielo. Ogni celebrazione eucaristica alimenti sempre più in noi la nostalgia del Paradiso. Signore, in un mondo dove siamo continuamente tentati dalla disperazione abbiamo estremo bisogno di speranza. Abbi compassione di noi. Seppellisci i nostri peccati nella tua tomba e recaci con il tuo perdono la fragranza della vita eterna, perché possiamo salutare la tua Risurrezione con cuori e menti purificati e rendere a te grazie e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Padre nostro Breve riflessione Colui che presiede può tenere una breve omelia. 10

11 finale (dalla Preghiera della Comunità di Bose) Signore Dio Padre, amandoci senza misura tu non ci hai rifiutato tuo Figlio ma lo hai dato a noi per la nostra salvezza: mostra ancora oggi il tuo amore e poiché in questa preghiera abbiamo seguito tuo Figlio che è andato liberamente verso la morte, santifica le nostre vite e sostienici quando verrà l ora di vivere nel nostro corpo l esodo da questo mondo a te, benedetto nei secoli dei secoli. Amen. Benedizione e congedo Canto finale Albero di vita 11