Corso PAS Anno ESEMPIO. Per n = 3, Z 3 contiene 3 elementi:

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Corso PAS Anno 2014. ESEMPIO. Per n = 3, Z 3 contiene 3 elementi:"

Transcript

1 Corso PAS Anno 2014 Matematica e didattica 3 Correzione esercizi 1. Definizione. Sia n un fissato intero maggiore di 1. Dati due interi a, b si dice che a è congruo a b modulo n, e si scrive a b (mod n), se n (a b), cioè se esiste un intero h tale che a b = h n. Esempio: 10 7 (mod 3); (mod 4); 5 9 (mod 7). La relazione così introdotta in Z si dice congruenza modulo n. Per ogni intero n > 1 la relazione di congruenza è una relazione di equivalenza in Z. Le classi di equivalenza sono in numero di n e indicando con [a] n la classe che contiene l intero a sono precisamente le classi: [0] n, [1] n,, [n 1] n. Definizione. L insieme quoziente di Z rispetto alla relazione di congruenza modulo n si dice insieme delle classi di resto modulo n, e si denota con Z n. Osservazione. Il nome classi di resto è motivato dal fatto che, per ogni a Z, si ha [a] n = [r] n, dove r è il resto della divisione di a con n. ESEMPIO. Per n = 3, Z 3 contiene 3 elementi: [0] 3 = {3h h Z} = { 6, 3, 0, 3, 6, } [1] 3 = {3h + 1 h Z} = { 5, 2, 1, 4, 7 } [2] 3 = {3h + 2 h Z} = { 4, 1, 2, 5, 8 } Il crittosistema a chiave pubblica più noto, utilizzato e studiato è sicuramente l RSA, che prende il nome dalle iniziali dei suoi inventori: Rivest, Shamir e Adleman. Tale crittosistema sfrutta il fatto che il problema della fattorizzazione, che consiste nel trovare i fattori primi di un numero n, viene considerato, al giorno d oggi, intrattabile; più precisamente si congettura che il problema di trovare il testo in chiaro avendo a disposizione il testo cifrato e la chiave pubblica sia equivalente al problema della fattorizzazione. Illustriamo il funzionamento di tale protocollo: si scelgano a caso due numeri p e q distinti e approssimativamente della stessa lunghezza l (per garantire la sicurezza del sistema si consiglia l 100). Si pone n = p q e si congettura, come detto poche righe sopra, che sia estremamente difficile risalire ai due fattori avendo a disposizione solo il numero n; il massimo della difficoltà si ha proprio quando p e q sono della stessa lunghezza. Proseguendo, calcoliamo la funzione di Eulero ϕ(n) che conta il numero di interi minori di n e primi con n : nel nostro caso ϕ(n) = (p 1)(q 1). A questo punto si sceglie un numero r (possibilmente 1

2 grande) tale che 1 < r < ϕ(n) e MCD(r, ϕ(n)) = 1, e utilizzando l algoritmo esteso di Euclide si calcola l unico intero s tale che 1 < s < ϕ(n) e rs 1 mod ϕ(n); s sarà l inverso di r modulo ϕ(n). Ora abbiamo una chiave pubblica k p del sistema, costituita dalla coppia (n, r), ed una chiave privata k s, costituita dal numero s; i valori di p, q, ϕ(n) vanno mantenuti segreti perché altrimenti, come si può dimostrare, è possibile rompere il crittosistema. Se Alice vuole mandare un messaggio a Bob, preleva la chiave pubblica k p = (n, r) di Bob, rappresenta il messaggio come un intero m compreso nell intervallo [0, n 1], calcola c = m r mod n e invia c a Bob. Per recuperare il messaggio di Alice, Bob non deve far altro che calcolare c s mod n, infatti c s mod n (m r ) s mod n m sr mod n m kϕ(n)+1 mod n m (m ϕ(n) ) k mod n m mod n, grazie all estensione del teorema di Eulero-Fermat. Teorema di Eulero-Fermat. Siano a e n due interi primi tra loro; allora a ϕ(n) 1 mod n. Estensione del teorema di Eulero-Fermat. Siano n un intero libero da quadrati (cioè prodotto di primi distinti) e sia a un numero intero; allora a ϕ(n)+1 a mod n. Per esempio data la chiave pubblica k p = (217, 11) in questo caso è facile rompere il crittosistema, in quanto si nota che 217 = 7 31 e quindi si calcola immediatamente ϕ(217) = ϕ(7) ϕ(31) = 6 30 = 180. A questo punto si deve trovare l unico intero s soluzione della congruenza 11s 1 (mod 180) e per farlo si sfrutta l algoritmo euclideo delle divisioni successive: 180 = = =

3 3 = L ultimo resto non nullo dell algoritmo è il massimo comun divisore cercato, cioè 1. Andando a ritroso possiamo ora scrivere 1 come 180x + 11s, infatti dalla penultima riga dell algoritmo si ha: 1 = = 4 1 (11 2 4) 1 = = 3 ( ) 11 1 = quindi abbiamo trovato i numeri x = 3 e s = 49 tali che 1 = 180x + 11s, da cui segue che (mod 180) è la chiave privata s cercata. 2. Costruiamo i numeri interi: Sia N l insieme dei numeri naturali. Nel prodotto cartesiano N N si consideri la seguente relazione: R : (a, b)r(c, d) se e solo se a + d = b + c. Teorema. R è una relazione di equivalenza su N N. Dimostrazione. i) (a, b)r(a, b). Infatti a + b = b + a, per la proprietà commutativa della somma di numeri naturali. ii) Se (a, b)r(c, d), allora (c, d)r(a, b). Infatti, c + b = b + c = a + d = d + a. iii) Se (a, b)r(c, d) e (c, d)r(e, f) allora (a, b)r(e, f). Infatti: da a+d = b+c e c + f = d + e segue a + d + c + f = b + c + d + e. Ora per la legge di cancellazione in N si ottiene a + f = b + e che è la tesi. Possiamo allora introdurre la seguente: Definizione. L insieme quoziente (N N)/R si indica con Z. Gli elementi di Z, cioè le classi di equivalenza di N N rispetto a R, si dicono numeri interi. NOTAZIONE (poco usata): Un elemento (a, b) N N può anche esprimersi mediante il simbolo a b. Il numero intero [(a, b)] R può allora rappresentarsi mediante la differenza a b o mediante qualsiasi differenza equivalente ad a b (nella R). Se la coppia (a, b) è un numero intero, una qualsiasi differenza equivalente ad essa è della forma (a + h, b + h), con h N. Costruiamo i numeri razionali: sia Z l insieme dei numeri interi non nulli. Nel prodotto cartesiano Z Z si consideri la seguente relazione: R : (a, b)r(c, d) se e solo se ad = bc. 3

4 Teorema. R è una relazione di equivalenza su Z Z. Dimostrazione. i) (a, b)r(a, b). Infatti ab = ba, per la proprietà commutativa del prodotto di numeri interi. ii) Se (a, b)r(c, d), allora (c, d)r(a, b). Infatti, cb = bc = ad = da. iii) Se (a, b)r(c, d) e (c, d)r(e, f) allora (a, b)r(e, f). Infatti: da ad = bc e cf = de segue adcf = bcde. Essendo d 0, si ha poi acf = bce. Ora se c 0 si ottiene af = be che è la tesi. Se c = 0, da i) e ii) segue che ad = de = 0, cioè a = 0 e e = 0. Si conclude 0 = af = be. Possiamo allora introdurre la seguente: Definizione. L insieme quoziente (Z Z )/R si indica con Q. Gli elementi di Q, cioè le classi di equivalenza di Z Z rispetto a R, si dicono numeri razionali. NOTAZIONE: Un elemento (a, b) Z Z può anche esprimersi mediante il simbolo di frazione a. Il numero razionale [(a, b)] b R può allora rappresentarsi mediante la frazione a o mediante qualsiasi frazione equivalente ad a (nella R). Se b b la coppia (a, b) è ridotta ai minimi termini, una qualsiasi frazione equivalente ad essa è della forma (ah, bh), con h Z. Possiamo dimostrare che esistono numeri non razionali provando che 5 non appartiene a Q. Supponiamo infatti per assurdo che 5 = m con m, n coprimi. n Elevando al quadrato ambo i membri si avrebbe m 2 = 5n 2 da cui segue che m è multiplo di 5 perché m 2 lo è (lo si verifichi!). Allora m = 5k con k intero, da cui 5n 2 = (5k) 2 ovvero n 2 = 5k 2. Per quanto detto prima si deduce che n è multiplo di 5 ma ciò è contro l ipotesi che m, n fossero coprimi. 3. Definizione. Una relazione R su un insieme X si dice relazione di equivalenza, se: i) ara, per ogni a X (proprietà riflessiva); ii) arb implica bra (proprietà simmetrica); iii) arb e brc implica arc (proprietà transitiva). Per ogni a X indicheremo con [a] R l insieme degli elementi di X che sono in relazione con a; in simboli: [a] R = {x X xra}. Esempi. Sono relazioni di equivalenza il parallelismo fra rette (pur di considerare ogni retta parallela a se stessa), le familiari relazioni di congruenza, similitudine, e di equivalenza (= avere la stessa superficie) tra figure piane e la relazione di congruenza modulo n. Infatti ricordiamo che se n è un fissato intero maggiore di 1, dati due interi a, b si dice che a è congruo a b modulo n, e si scrive a b (mod n), se n (a b), cioè se esiste un intero h tale che a b = h n. 4

5 (a) a a (mod n) perché n 0. (b) se a b (mod n) allora b a (mod n) in quanto se n (a b) allora divide anche il suo opposto b a. (c) se a b (mod n) e b c (mod n) ciò significa che a b = kn e b c = hn con h e k interi; sommando membro a membro le due equazioni si ha che a c = (h+)n cioè a c (mod n). Pertanto la relazione di congruenza modulo n è una relazione di equivalenza. Dobbiamo ora dimostrare che Z 10 = {[1] 10 ; [ 5] 10 ; [22] 10 ; [ 23] 10 ; [33] 10 ; [ 69090] 10 ; [ 31] 10 ; [ 46] 10 ; [6] 10 ; [ 22] 10 ; }. Facendo le opportune riduzioni si nota che [ 5] 10 = [5] 10, [22] 10 = [2] 10, [ 23] 10 = [7] 10, [33] 10 = [3] 10, [ 69090] 10 = [0] 10, [ 31] 10 = [9] 10, [ 46] 10 = [4] 10, [ 22] 10 = [8] 10 e quindi l insieme dato è effettivamente Z 10. Un metodo per ridurre la classe [a] n in modo che il suo rappresentante a sia intero minore di n può essere quello della divisione; sappiamo infatti che l insieme Z n è detto insieme delle classi di resto modulo n in quanto i suoi elementi sono tutti i possibili resti della divisione per n, ossia Z n = {[0] n, [1] n,...[n 1] n }. Teorema Siano a, b interi con b 0. Esistono, e sono univocamente determinati due interi q e r tali che (a) a = bq + r; (b) 0 r < b. Rimandiamo a qualche testo di algebra per la dimostrazione (per induzione su a) dell effettiva esistenza degli interi q e r e concentriamoci sull unicità: sia a = qb + r con 0 r < b e a = qb + r con 0 r < b. Senza ledere la generalità possiamo supporre r r, cioè 0 r r < b. Da qb + r = qb + r segue r r = (q q)b. Passando ai valori assoluti (q q)b = (q q) b = r r < b. Ciò implica q q < 1 cioè q q = 0, e quindi anche r r = 0. Si conclude q = q e r = r. 4. Si dimostri per induzione che 7 10h 1 è divisibile per 11 per ogni h intero positivo. SI consideri h = 1: l affermazione è vera in quanto = che è divisibile per 11. Dimostriamola per h + 1, dopo aver supposto che l affermazione sia vera per h, cioè 7 10h = a per qualche a intero positivo. 7 10(h+1) 1 = h 1 = = 7 10 (11a + 1) 1 per ipotesi induttiva = 11a = = 11a b perché affermazione vera se h = 1 = 11[a b] h

6 Una dimostrazione alternativa del risultato precedente può essere data utilizzando il teorema di Eulero-Fermat. Provare che 7 10h 1 sia divisibile per 11 per ogni h intero positivo è equivalente a risolvere l equazione 7 10h = a ossia la congruenza 7 10h 1 (mod 11). Si noti che 7 è coprimo con 11 e ϕ(11) = 10, pertanto per il teorema di Eulero-Fermat [7 10 ] h 1 (mod 11). Completiamo l esercizio introducendo il principio di induzione partendo dagli assiomi di Peano. Sia N un insieme non vuoto e si fissi in N un elemento detto zero che indichiamo con 0; viene inoltre fissata una funzione + da N in N. Indicata con a + l immagine di a tramite + al variare di a N, a + si dice elemento successivo di a. Si assume che nell insieme N valgano i seguenti assiomi, detti appunto Assiomi di Peano: (a) 0 a + a N (b) la funzione + è iniettiva; (c) se S è un sottoinsieme di N che contiene lo 0 e tale che per ogni s S, s + S, allora S = N. L insieme N è per definizione l insieme dei numeri naturali. Il terzo assioma è alla base del principio di induzione, nonché delle definizioni per ricorrenza. L assioma di Peano c) viene anche chiamato principio di induzione nella prima forma (l unico che ci limitiamo a ricordare, rimandando per la seconda forma, a qualunque testo di algebra). Si supponga che, per ogni n N, E(n) sia una affermazione. Si assuma inoltre che E(0) sia vera e che, per ogni n N, si possa dimostrare che se E(n) è vera allora E(n + ) è vera. Allora E(n) è vera per ogni n N. Usiamolo per dimostrare, per esempio, che se X è un insieme di cardinalità n, l insieme delle parti P (X) ha cardinalità 2 n. Se X è vuoto, n = 0 e P ( ) = 1 = 2 0. Supponiamo l enunciato vero per un insieme X di n 1 elementi e siano X = {x 1, x 2,..., x n } e X = {x 1, x 2,..., x n 1 }: i sottoinsiemi di X sono i sottoinsiemi di X, e quelli che si ottengono da questi aggiungendo a ciascuno l elemento x n. Poiché P (X ) = 2 n 1 ne segue che P (X) = 2 n n 1 = 2 n. 5. Per i primi due punti si rimanda all esercizio 3. L insieme quoziente Z 5 rispetto alla congruenza modulo 5 è formato da tutti i possibili resti della divisione di un intero per 5, ossia Z 5 = {[0] 5 ; [1] 5 ; [2] 5 ; [3] 5 ; [4] 5 }. In generale, dato un insieme A indicheremo per ogni a A indicheremo con [a] R l insieme degli elementi di A che sono in relazione con a; in simboli: [a] R = {x A xra}. Dimostriamo che l insieme quoziente formato dalle classi di equivalenza costituisce una partizione per A: (a) [a] R perché contiene almeno l elemento a; (b) Se x [a] R [b] R allora arx e xrb e quindi per la proprietà transitiva arb cioè [a] R = [b] R. Pertanto due classi di equivalenza o coincidono o sono disgiunte. 6

7 (c) E immediato notare che l unione di tutte le classi [a] R costituisce l insieme A. Infatti se un elemento c non è in relazione con nessuno degli altri elementi dell insieme costituisce lui stesso una nuova classe [c] R. Viene lasciato per esercizio dimostrare che Z 5 costituisce un partizione per Z. 6. Dato un insieme X, un operazione : X 2 X si dice operazione binaria su X. In altre parole, un operazione binaria su X è una regola per associare ad ogni coppia ordinata (a, b) di elementi di X un elemento di X, univocamente determinato dalla coppia (a, b). Tale elemento si indicherà con a b. Somma e Prodotto in Q. Nell insieme Z Z somma e prodotto così definite: Somma: (a, b) + (c, d) = (ad + bc, bd); Prodotto (a, b) (c, d) = (ac, bd). si considerino le operazioni si Vale allora il seguente risultato: Teorema. La relazione di equivalenza R introdotta nell esercizio 1 è compatibile con le operazioni di somma e prodotto sopra definite, ossia tali operazioni sono ben poste. Ciò significa che le operazioni appena descritte in Z Z inducono sull insieme Q dei numeri razionali le operazioni di somma e prodotto: [a, b] R + [c, d] R = [ad + bc, bd] R [a, b] R [c, d] R = [ac, b] R (Si riconosce immediatamente che queste operazioni coincidono con le abituali operazioni sulle frazioni ). Dimostrazione. Siano [a, b]r[a, b] e [c, d]r[c, d]. Dobbiamo dimostrare che [ad + bc, bd]r[ad + bc, bd]. Infatti partendo da quest ultima relazione si dovrebbe avere, ricordando la relazione introdotta, (ad + bc) bd = bd (ad + bc) adbd + bcbd = bdad + bdbc bdad + bdbc = bdad + bdbc che è un identità, poiché ab = ba e cd = dc e in Z vale la proprietà commutativa del prodotto. La dimostrazione del prodotto viene lasciata come esercizio. 7

8 Una dimostrazione alternativa potrebbe essere quella di considerare i generici numeri razionali [ah, bh] e [ch, dh]. Allora sommandoli [ah, bh] + [ch, dh] = [adh 2 + bch 2, bdh 2 ] che è il generico elemento della classe [ad + bc, bd]. Per quanto riguarda la legge di cancellazione in Z dobbiamo dimostrare che se ax = bx con a, b, x Z, x 0, allora a = b. Infatti ax bx = 0 da cui segue (a b)x = 0. Poiché in Z vale la legge di annullamento del prodotto (fare per esercizio!) e x 0 deve essere necessariamente a = b. 7. Per i primi due punti si veda l esercizio 3. Dimostriamo il criterio di divisibilità per 9 dei numri interi lasciando per esercizio l analoga dimostrazione del criterio di divisibilità per 3. Notiamo prima di tutto che 10 1 (mod 9) e poi se scriviamo un generico numero intero a in notazione decimale si ha: a = r h 10 h + r h 1 10 h r r 0 r h + r h r 1 + r 0 (mod 9) da cui segue immediatamente che 9 a 9 (r h + r h r 1 + r 0 ). 8. Proviamo che somma e prodotto in Z n sono ben definite: sia a a (mod n) e b b (mod n). Allora a + b = a + hn + b + kn = a + b + (h + k)n per qualche intero h, k, cioè a + b a + b (mod n). Per quanto riguarda il prodotto si ha: a b = (a + hn) (b + kn) = a b + (ak + bh + hkn)n per qualche intero h, k, cioè a b a b (mod n). 9. Per la definizione di operazione binaria si rimanda all esercizio 6. Proviamo che in Z 12 l operazione M.C.D.([a] 12 [b] 12 ) = [M.C.D.(a, b)] 12 non è ben definita. Basta prendere come esempio a = 14 e b = 7, infatti M.C.D.([14] 12 [7] 12 ) = M.C.D.([2] 12 [7] 12 ) = [1] 12 [7] 12 = [M.C.D.(14, 7)] 12. Si lascia per esercizio l estensione della dimostrazione in Z n. 10. Definizione. Siano a, b Z, diversi da zero. Si dice massimo comun divisore fra a e b, e si indica con MCD(a, b), ogni intero d tale che (a) d a e d b; (b) se c Z e c a e c b, allora c d. Teorema. Per ogni a, b Z, a > 0, b > 0, esiste un massimo comun divisore d fra a e b. Esistono inoltre due interi x e y tali che d = ax + by. Dimostrazione. Tale prova è di tipo costruttivo: si supponga a > b e si eseguano le divisioni successive a = bq 1 + r 1 0 r 1 < b; b = r 1 q 2 + r 2 0 r 2 < r 1 ; r 1 = r 2 q 3 + r 3 0 r 3 < r 2 ; 8

9 e così via fino a quando r k = 0 per un certo k. Infatti la sequenza dei resti delle successive divisioni è strettamente decrescente e dopo un numero finito di passi si ottiene un resto r k = 0. Se k = 1, cioè r 1 = 0, b a e in tal caso d = b. Se k > 1 sia a = bq 1 + r 1 r 1 0 b = r 1 q 2 + r 2 r 2 0 r 1 = r 2 q 3 + r 3 r r k 3 = r k 2 q k 1 + r k 1 r k 1 0 r k 2 = r k 1 q k la sequenza di divisioni che porta ad un resto r k = 0. Dimostriamo che r k 1 è un massimo comun divisore fra a e b. Sostituendo l ultima equazione nella penultima si ha che r k 1 r k 3 ; sostituendo questa relazione nella terz ultima equazione segue che r k 1 r k 4, e così procedendo, cioè risalendo nelle varie divisioni si riconosce che r k 1 b. Infine dalla prima divisione r k 1 a. Dobbiamo ora provare che se un intero c divide sia a che b allora divide anche r k 1. Sia a = ca e b = cb. Dalla prima equazione si ricava che r 1 = ca cbq 1 = c(a bq 1 ), quindi c r 1. Posto r 1 = cr 1 dalla seconda divisione della sequenza si ha: r 2 = cb cr 1 q 2 = c(b r 1 q 2 ), quindi c r 2. Iterando il procedimento con tutte le divisione successive si arriva a dire che c r k 1 e che quindi r k 1 è un massimo comun divisore fra a e b. Inoltre la prima divisione permette di scrivere r 1 in funzione di a e b e sostituendo nella seconda divisione anche r 2 ecc... Così procedendo si esprime ciascun resto successivo come combinazione lineare a coefficienti interi di a e b, ossia d = ax + by per qualche intero x, y. Un esempio dell algoritmo è già stato presentato nell esercizio Per la descrizione generale del sistema RSA di veda l esercizio 1. Supponiamo che Alice abbia pubblicato la chiave (93, 7) e abbia calcolato la propria chiave privata s = 43 risolvendo la congruenza 7s 1 (mod 60) (infatti 60 = ϕ(93)). Allora se Bob vuole mandare il messaggio in chiaro 5 ad Alice preleva la sua chiave pubblica e cifra il proprio messaggio calcolando 5 7 (mod 93) = 5 perché (mod 93). Alice quindi riceve il messaggio cifrato 5 da Bob e per decifrarlo deve calcolare 5 43 (mod 93) = (5 6 ) (mod 93). Se invece Alice ricevesse da Bob il messaggio cifrato 11, per decifrarlo deve ancora calcolare = (mod 93) 83 (mod 93). Per esercizio si verifichi che 11 è la cifratura di 83 con chiave pubblica 7. 9

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora:

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora: Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora: G.C.D.( a d, b d ) = 1 Sono state introdotte a lezione due definizioni importanti che ricordiamo: Definizione

Dettagli

1. PRIME PROPRIETÀ 2

1. PRIME PROPRIETÀ 2 RELAZIONI 1. Prime proprietà Il significato comune del concetto di relazione è facilmente intuibile: due elementi sono in relazione se c è un legame tra loro descritto da una certa proprietà; ad esempio,

Dettagli

Lezione 6. Divisibilità e divisori. Teorema di divisione euclidea. Algoritmo delle divisioni successive.

Lezione 6. Divisibilità e divisori. Teorema di divisione euclidea. Algoritmo delle divisioni successive. Lezione 6 Prerequisiti: L'insieme dei numeri interi. Lezione 5. Divisibilità e divisori. Teorema di divisione euclidea. Algoritmo delle divisioni successive. Questa è la prima lezione dedicata all'anello

Dettagli

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue.

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. 10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. Lo scopo principale di questo capitolo è quello di far vedere che esistono sottoinsiemi di R h che non sono misurabili secondo Lebesgue. La costruzione di insiemi

Dettagli

Parte 2. Determinante e matrice inversa

Parte 2. Determinante e matrice inversa Parte. Determinante e matrice inversa A. Savo Appunti del Corso di Geometria 013-14 Indice delle sezioni 1 Determinante di una matrice, 1 Teorema di Cramer (caso particolare), 3 3 Determinante di una matrice

Dettagli

RELAZIONI BINARIE. Proprietà delle relazioni Data una relazione R, definita in un insieme non vuoto U, si hanno le seguenti proprietà :

RELAZIONI BINARIE. Proprietà delle relazioni Data una relazione R, definita in un insieme non vuoto U, si hanno le seguenti proprietà : RELAZIONI INARIE Dati due insiemi non vuoti, A detto dominio e detto codominio, eventualmente coincidenti, si chiama relazione binaria (o corrispondenza) di A in, e si indica con f : A, (oppure R ) una

Dettagli

Lezioni di Matematica 1 - I modulo

Lezioni di Matematica 1 - I modulo Lezioni di Matematica 1 - I modulo Luciano Battaia 16 ottobre 2008 Luciano Battaia - http://www.batmath.it Matematica 1 - I modulo. Lezione del 16/10/2008 1 / 13 L introduzione dei numeri reali si può

Dettagli

STRUTTURE ALGEBRICHE

STRUTTURE ALGEBRICHE STRUTTURE ALGEBRICHE Operazioni in un insieme Sia A un insieme non vuoto; una funzione f : A A A si dice operazione binaria (o semplicemente operazione), oppure legge di composizione interna. Per definizione

Dettagli

ALGEBRA I: NUMERI INTERI, DIVISIBILITÀ E IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA

ALGEBRA I: NUMERI INTERI, DIVISIBILITÀ E IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA ALGEBRA I: NUMERI INTERI, DIVISIBILITÀ E IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA 1. RICHIAMI SULLE PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI Ho mostrato in un altra dispensa come ricavare a partire dagli assiomi di

Dettagli

razionali Figura 1. Rappresentazione degli insiemi numerici Numeri reali algebrici trascendenti frazionari decimali finiti

razionali Figura 1. Rappresentazione degli insiemi numerici Numeri reali algebrici trascendenti frazionari decimali finiti 4. Insiemi numerici 4.1 Insiemi numerici Insieme dei numeri naturali = {0,1,,3,,} Insieme dei numeri interi relativi = {..., 3,, 1,0, + 1, +, + 3, } Insieme dei numeri razionali n 1 1 1 1 = : n, m \{0}

Dettagli

1 Insiemi e terminologia

1 Insiemi e terminologia 1 Insiemi e terminologia Assumeremo come intuitiva la nozione di insieme e ne utilizzeremo il linguaggio come strumento per studiare collezioni di oggetti. Gli Insiemi sono generalmente indicati con le

Dettagli

Teoria degli insiemi

Teoria degli insiemi Teoria degli insiemi pag 1 Easy Matematica di dolfo Scimone Teoria degli insiemi Il concetto di insieme si assume come primitivo, cioè non riconducibile a concetti precedentemente definiti. Sinonimi di

Dettagli

Il principio di induzione e i numeri naturali.

Il principio di induzione e i numeri naturali. Il principio di induzione e i numeri naturali. Il principio di induzione è un potente strumento di dimostrazione, al quale si ricorre ogni volta che si debba dimostrare una proprietà in un numero infinito

Dettagli

DOMINI A FATTORIZZAZIONE UNICA

DOMINI A FATTORIZZAZIONE UNICA DOMINI A FATTORIZZAZIONE UNICA CORSO DI ALGEBRA, A.A. 2012-2013 Nel seguito D indicherà sempre un dominio d integrità cioè un anello commutativo con unità privo di divisori dello zero. Indicheremo con

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

Capitolo I STRUTTURE ALGEBRICHE ELEMENTARI

Capitolo I STRUTTURE ALGEBRICHE ELEMENTARI Capitolo I STRUTTURE ALGEBRICHE ELEMENTARI In matematica, per semplificare la stesura di un testo, si fa ricorso ad un linguaggio specifico. In questo capitolo vengono fornite in maniera sintetica le nozioni

Dettagli

MATEMATICA. { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un numero x ed un numero y che risolvano entrambe le equazioni.

MATEMATICA. { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un numero x ed un numero y che risolvano entrambe le equazioni. MATEMATICA. Sistemi lineari in due equazioni due incognite. Date due equazioni lineari nelle due incognite x, y come ad esempio { 2 x =12 y 3 y +8 x =0, si pone il problema di trovare, se esistono, un

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S Relazioni binarie Una relazione binaria può essere rappresentata con un grafo o con una matrice di incidenza. Date due relazioni R, S A 1 A 2, la matrice di incidenza a seguito di varie operazioni si può

Dettagli

Applicazioni lineari

Applicazioni lineari Applicazioni lineari Esempi di applicazioni lineari Definizione. Se V e W sono spazi vettoriali, una applicazione lineare è una funzione f: V W tale che, per ogni v, w V e per ogni a, b R si abbia f(av

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

L anello dei polinomi

L anello dei polinomi L anello dei polinomi Sia R un anello commutativo con identità. È possibile costruire un anello commutativo unitario, che si denota con R[x], che contiene R (come sottoanello) e un elemento x non appartenente

Dettagli

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme 1. L insieme R. Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme R = R {, + }, detto anche retta reale estesa, che si ottiene aggiungendo all insieme dei numeri reali R

Dettagli

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali 1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali Definizione 1 (Applicazioni lineari) Si chiama applicazione lineare una applicazione tra uno spazio vettoriale ed uno spazio vettoriale sul campo tale che "!$%!

Dettagli

PRIMAVERA IN BICOCCA

PRIMAVERA IN BICOCCA PRIMAVERA IN BICOCCA 1. Numeri primi e fattorizzazione Una delle applicazioni più rilevanti della Teoria dei Numeri si ha nel campo della crittografia. In queste note vogliamo delineare, in particolare,

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Lezione 1. Gli Insiemi. La nozione di insieme viene spesso utilizzata nella vita di tutti i giorni; si parla dell insieme:

Lezione 1. Gli Insiemi. La nozione di insieme viene spesso utilizzata nella vita di tutti i giorni; si parla dell insieme: Lezione 1 Gli Insiemi La nozione di insieme viene spesso utilizzata nella vita di tutti i giorni; si parla dell insieme: degli iscritti ad un corso di laurea delle stelle in cielo dei punti di un piano

Dettagli

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria).

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Aprile 20 Indice Serie numeriche. Serie convergenti, divergenti, indeterminate.....................

Dettagli

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Francesco Bottacin Padova, 24 febbraio 2012 Capitolo 1 Algebra Lineare 1.1 Spazi e sottospazi vettoriali Esercizio 1.1. Sia U il sottospazio di R 4 generato dai

Dettagli

Matematica in laboratorio

Matematica in laboratorio Unità 1 Attività guidate Attività 1 Foglio elettronico Divisibilità tra numeri naturali Costruisci un foglio di lavoro per determinare se a è divisibile per b, essendo a e b due numeri naturali, con a

Dettagli

Proof. Dimostrazione per assurdo. Consideriamo l insieme complementare di P nell insieme

Proof. Dimostrazione per assurdo. Consideriamo l insieme complementare di P nell insieme G Pareschi Principio di induzione Il Principio di Induzione (che dovreste anche avere incontrato nel Corso di Analisi I) consente di dimostrare Proposizioni il cui enunciato è in funzione di un numero

Dettagli

Un po di teoria dei numeri

Un po di teoria dei numeri Un po di teoria dei numeri Applicazione alla crittografia RSA Christian Ferrari Liceo di Locarno Matematica Sommario 1 L aritmetica modulare di Z n Le congruenze L anello Z n Le potenze in Z n e algoritmo

Dettagli

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

Esercizi su lineare indipendenza e generatori Esercizi su lineare indipendenza e generatori Per tutto il seguito, se non specificato esplicitamente K indicherà un campo e V uno spazio vettoriale su K Cose da ricordare Definizione Dei vettori v,,v

Dettagli

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag. SOMMARIO CAPITOLO : I RADICALI. I radicali pag.. I radicali aritmetici pag.. Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.. Potenza di un radicale aritmetico pag.. Trasporto di un fattore esterno

Dettagli

Prodotto libero di gruppi

Prodotto libero di gruppi Prodotto libero di gruppi 24 aprile 2014 Siano (A 1, +) e (A 2, +) gruppi abeliani. Sul prodotto cartesiano A 1 A 2 definiamo l operazione (x 1, y 1 ) + (x 2, y 2 ) := (x 1 + x 2, y 1 + y 2 ). Provvisto

Dettagli

I sistemi di numerazione

I sistemi di numerazione I sistemi di numerazione 01-INFORMAZIONE E SUA RAPPRESENTAZIONE Sia dato un insieme finito di caratteri distinti, che chiameremo alfabeto. Utilizzando anche ripetutamente caratteri di un alfabeto, si possono

Dettagli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli A. Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Rango di una matrice, 2 Teorema degli orlati, 3 3 Calcolo con l algoritmo di Gauss, 6 4 Matrici

Dettagli

ESERCIZI SVOLTI. 1) Dimostrare che l insieme. non è ricorsivo. Soluzione: Definiamo l insieme

ESERCIZI SVOLTI. 1) Dimostrare che l insieme. non è ricorsivo. Soluzione: Definiamo l insieme ESERCIZI SVOLTI 1) Dimostrare che l insieme Allora notiamo che π non è vuoto perché la funzione ovunque divergente appartiene all insieme avendo per dominio l insieme. Inoltre π non coincide con l insieme

Dettagli

4. Operazioni elementari per righe e colonne

4. Operazioni elementari per righe e colonne 4. Operazioni elementari per righe e colonne Sia K un campo, e sia A una matrice m n a elementi in K. Una operazione elementare per righe sulla matrice A è una operazione di uno dei seguenti tre tipi:

Dettagli

Nel seguito, senza ulteriormente specificarlo, A indicherà un anello commutativo con identità.

Nel seguito, senza ulteriormente specificarlo, A indicherà un anello commutativo con identità. 1 ANELLI Definizione 1.1. Sia A un insieme su cui sono definite due operazioni +,. (A, +, ) si dice Anello se (A, +) è un gruppo abeliano è associativa valgono le leggi distributive, cioè se a, b, c A

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

Anello commutativo. Un anello è commutativo se il prodotto è commutativo.

Anello commutativo. Un anello è commutativo se il prodotto è commutativo. Anello. Un anello (A, +, ) è un insieme A con due operazioni + e, dette somma e prodotto, tali che (A, +) è un gruppo abeliano, (A, ) è un monoide, e valgono le proprietà di distributività (a destra e

Dettagli

Algebra Lineare e Geometria

Algebra Lineare e Geometria Algebra Lineare e Geometria Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica A.A. 2013-2014 Prova d esame del 16/06/2014. 1) a) Determinare la matrice associata all applicazione lineare T : R 3 R 4 definita da

Dettagli

Trasformazioni Geometriche 1 Roberto Petroni, 2011

Trasformazioni Geometriche 1 Roberto Petroni, 2011 1 Trasformazioni Geometriche 1 Roberto etroni, 2011 Trasformazioni Geometriche sul piano euclideo 1) Introduzione Def: si dice trasformazione geometrica una corrispondenza biunivoca che associa ad ogni

Dettagli

RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI. Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997

RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI. Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997 1 RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997 Numeri Binari 2 Sistemi di Numerazione Il valore di un numero può essere espresso con diverse rappresentazioni. non posizionali:

Dettagli

1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero

1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero 1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero Nel gioco del Nim, se semplificato all estremo, ci sono due giocatori I, II e una pila di 6 pedine identiche In ogni turno di gioco I rimuove una

Dettagli

Sui concetti di definizione, teorema e dimostrazione in didattica della matematica

Sui concetti di definizione, teorema e dimostrazione in didattica della matematica Liceo Scientifico Statale P. Paleocapa, Rovigo XX Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica 19 marzo 2010 Sui concetti di definizione, teorema e dimostrazione in didattica della matematica Prof.

Dettagli

Esempi di funzione. Scheda Tre

Esempi di funzione. Scheda Tre Scheda Tre Funzioni Consideriamo una legge f che associa ad un elemento di un insieme X al più un elemento di un insieme Y; diciamo che f è una funzione, X è l insieme di partenza e X l insieme di arrivo.

Dettagli

L Ultimo Teorema di Fermat per n = 3 e n = 4

L Ultimo Teorema di Fermat per n = 3 e n = 4 Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Matematica L Ultimo Teorema di Fermat per n = 3 e n = 4 Relatore Prof. Andrea Loi Tesi di Laurea

Dettagli

Esercitazione del 16-11-11 Analisi I

Esercitazione del 16-11-11 Analisi I Esercitazione del 6-- Analisi I Dott.ssa Silvia Saoncella silvia.saoncella 3[at]studenti.univr.it a.a. 00-0 Esercizio. Determinare se la funzione f() è continua nel suo dominio sin se 0 f() = 0 se = 0

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

1 Serie di Taylor di una funzione

1 Serie di Taylor di una funzione Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 7 SERIE E POLINOMI DI TAYLOR Serie di Taylor di una funzione. Definizione di serie di Taylor Sia f(x) una funzione definita

Dettagli

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo Logica Numerica Approfondimento E. Barbuto Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore Il concetto di multiplo e di divisore Considerato un numero intero n, se esso viene moltiplicato per un numero

Dettagli

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765 COMPLEMENTO A 10 DI UN NUMERO DECIMALE Sia dato un numero N 10 in base 10 di n cifre. Il complemento a 10 di tale numero (N ) si ottiene sottraendo il numero stesso a 10 n. ESEMPIO 1: eseguire il complemento

Dettagli

Algoritmo euclideo, massimo comun divisore ed equazioni diofantee

Algoritmo euclideo, massimo comun divisore ed equazioni diofantee Algoritmo euclideo, massimo comun divisore ed equazioni diofantee Se a e b sono numeri interi, si dice che a divide b, in simboli: a b, se e solo se esiste c Z tale che b = ac. Si può subito notare che:

Dettagli

Lezione 9: Cambio di base

Lezione 9: Cambio di base Lezione 9: Cambio di base In questa lezione vogliamo affrontare uno degli argomenti piu ostici per lo studente e cioè il cambio di base all interno di uno spazio vettoriale, inoltre cercheremo di capire

Dettagli

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione Capitolo 2 MATRICI Fra tutte le applicazioni su uno spazio vettoriale interessa esaminare quelle che mantengono la struttura di spazio vettoriale e che, per questo, vengono dette lineari La loro importanza

Dettagli

Equazioni alle differenze finite (cenni).

Equazioni alle differenze finite (cenni). AL 011. Equazioni alle differenze finite (cenni). Sia a n } n IN una successione di numeri reali. (Qui usiamo la convenzione IN = 0, 1,,...}). Diremo che è una successione ricorsiva o definita per ricorrenza

Dettagli

4. Strutture algebriche. Relazioni

4. Strutture algebriche. Relazioni Relazioni Sia R una relazione definita su un insieme A (cioè R A A). R si dice riflessiva se a A : ara R si dice simmetrica se a, b A : arb = bra R si dice antisimmetrica se a, b A : arb bra = a = b R

Dettagli

3 GRAFICI DI FUNZIONI

3 GRAFICI DI FUNZIONI 3 GRAFICI DI FUNZIONI Particolari sottoinsiemi di R che noi studieremo sono i grafici di funzioni. Il grafico di una funzione f (se non è specificato il dominio di definizione) è dato da {(x, y) : x dom

Dettagli

Soluzioni del giornalino n. 16

Soluzioni del giornalino n. 16 Soluzioni del giornalino n. 16 Gruppo Tutor Soluzione del Problema 1 Soluzioni corrette ci sono pervenute da : Gianmarco Chinello, Andrea Conti, Simone Costa, Marco Di Liberto, Simone Di Marino, Valerio

Dettagli

APPLICAZIONI LINEARI

APPLICAZIONI LINEARI APPLICAZIONI LINEARI 1. Esercizi Esercizio 1. Date le seguenti applicazioni lineari (1) f : R 2 R 3 definita da f(x, y) = (x 2y, x + y, x + y); (2) g : R 3 R 2 definita da g(x, y, z) = (x + y, x y); (3)

Dettagli

G. Pareschi RELAZIONI. RELAZIONI DI EQUIVALENZA. 1. Definizione e terminologia

G. Pareschi RELAZIONI. RELAZIONI DI EQUIVALENZA. 1. Definizione e terminologia G. Pareschi RELAZIONI. RELAZIONI DI EQUIVALENZA. 1. Definizione e terminologia Definizione 1.1 Relazione. Dati due insiemi A e B un sottoisieme R A B è detto una relazione binaria tra A e B. Se A = B allora

Dettagli

I Numeri Complessi. Si verifica facilmente che, per l operazione di somma in definita dalla (1), valgono le seguenti

I Numeri Complessi. Si verifica facilmente che, per l operazione di somma in definita dalla (1), valgono le seguenti Y T T I Numeri Complessi Operazioni di somma e prodotto su Consideriamo, insieme delle coppie ordinate di numeri reali, per cui si ha!"# $&% '( e )("+* Introduciamo in tale insieme una operazione di somma,/0"#123045"#

Dettagli

Alessandro Pellegrini

Alessandro Pellegrini Esercitazione sulle Rappresentazioni Numeriche Esistono 1 tipi di persone al mondo: quelli che conoscono il codice binario e quelli che non lo conoscono Alessandro Pellegrini Cosa studiare prima Conversione

Dettagli

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE 1. Esercizi Esercizio 1. Dati i punti A(1, 0, 1) e B(, 1, 1) trovare (1) la loro distanza; () il punto medio del segmento AB; (3) la retta AB sia in forma parametrica,

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

Insiemi con un operazione

Insiemi con un operazione Capitolo 3 Insiemi con un operazione 3.1 Gruppoidi, semigruppi, monoidi Definizione 309 Un operazione binaria su un insieme G è una funzione: f : G G G Quindi, un operazione binaria f su un insieme G è

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

Introduzione alla Crittografia

Introduzione alla Crittografia Liceo Scientifico N. Tron, 6 febbraio 2006 Riassunto Dato n > 1, la funzione di Eulero ϕ(n) è il numero di elementi < n e coprimi con n. Riassunto Dato n > 1, la funzione di Eulero ϕ(n) è il numero di

Dettagli

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010 elementi di teoria dei grafi anno acc. 2009/2010 Grafi semplici Un grafo semplice G è una coppia ordinata (V(G), L(G)), ove V(G) è un insieme finito e non vuoto di elementi detti vertici o nodi di G, mentre

Dettagli

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI 119 4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI Indice degli Argomenti: TEMA N. 1 : INSIEMI NUMERICI E CALCOLO

Dettagli

Parte 6. Applicazioni lineari

Parte 6. Applicazioni lineari Parte 6 Applicazioni lineari A Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Applicazioni fra insiemi, 2 Applicazioni lineari tra spazi vettoriali, 2 3 Applicazioni lineari da R n a R

Dettagli

Esercizi svolti. 1. Si consideri la funzione f(x) = 4 x 2. a) Verificare che la funzione F(x) = x 2 4 x2 + 2 arcsin x è una primitiva di

Esercizi svolti. 1. Si consideri la funzione f(x) = 4 x 2. a) Verificare che la funzione F(x) = x 2 4 x2 + 2 arcsin x è una primitiva di Esercizi svolti. Si consideri la funzione f() 4. a) Verificare che la funzione F() 4 + arcsin è una primitiva di f() sull intervallo (, ). b) Verificare che la funzione G() 4 + arcsin π è la primitiva

Dettagli

x u v(p(x, fx) q(u, v)), e poi

x u v(p(x, fx) q(u, v)), e poi 0.1. Skolemizzazione. Ogni enunciato F (o insieme di enunciati Γ) è equisoddisfacibile ad un enunciato universale (o insieme di enunciati universali) in un linguaggio estensione del linguaggio di F (di

Dettagli

A i è un aperto in E. i=1

A i è un aperto in E. i=1 Proposizione 1. A è aperto se e solo se A c è chiuso. Dimostrazione. = : se x o A c, allora x o A = A o e quindi esiste r > 0 tale che B(x o, r) A; allora x o non può essere di accumulazione per A c. Dunque

Dettagli

G. Pareschi ALGEBRE DI BOOLE. 1. Algebre di Boole

G. Pareschi ALGEBRE DI BOOLE. 1. Algebre di Boole G. Pareschi ALGEBRE DI BOOLE 1. Algebre di Boole Nel file precedente abbiamo incontrato la definizione di algebra di Boole come reticolo: un algebra di Boole e un reticolo limitato, complementato e distributivo.

Dettagli

Esercizi svolti sui numeri complessi

Esercizi svolti sui numeri complessi Francesco Daddi - ottobre 009 Esercizio 1 Risolvere l equazione z 1 + i = 1. Soluzione. Moltiplichiamo entrambi i membri per 1 + i in definitiva la soluzione è z 1 + i 1 + i = 1 1 + i z = 1 1 i. : z =

Dettagli

ALGEBRA I: CARDINALITÀ DI INSIEMI

ALGEBRA I: CARDINALITÀ DI INSIEMI ALGEBRA I: CARDINALITÀ DI INSIEMI 1. CONFRONTO DI CARDINALITÀ E chiaro a tutti che esistono insiemi finiti cioè con un numero finito di elementi) ed insiemi infiniti. E anche chiaro che ogni insieme infinito

Dettagli

CALCOLO COMBINATORIO

CALCOLO COMBINATORIO CALCOLO COMBINATORIO 1 Modi di formare gruppi di k oggetti presi da n dati 11 disposizioni semplici, permutazioni Dati n oggetti distinti a 1,, a n si chiamano disposizioni semplici di questi oggetti,

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti. Determinare kπ/ [cos] al variare di k in Z. Ove tale ite non esista, discutere l esistenza dei iti laterali. Identificare i punti di discontinuità della funzione

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

19. Inclusioni tra spazi L p.

19. Inclusioni tra spazi L p. 19. Inclusioni tra spazi L p. Nel n. 15.1 abbiamo provato (Teorema 15.1.1) che, se la misura µ è finita, allora tra i corispondenti spazi L p (µ) si hanno le seguenti inclusioni: ( ) p, r ]0, + [ : p

Dettagli

Dispense di Informatica per l ITG Valadier

Dispense di Informatica per l ITG Valadier La notazione binaria Dispense di Informatica per l ITG Valadier Le informazioni dentro il computer All interno di un calcolatore tutte le informazioni sono memorizzate sottoforma di lunghe sequenze di

Dettagli

DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2012/13 DOCENTE: ANDREA CARANTI

DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2012/13 DOCENTE: ANDREA CARANTI DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2012/13 DOCENTE: ANDREA CARANTI Lezione 1. lunedí 17 settembre 2011 (1 ora) Presentazione del corso. Esercizio: cosa succede a moltiplicare per 2, 3, 4,... il numero 052631578947368421,

Dettagli

IGiochidiArchimede--Soluzionibiennio

IGiochidiArchimede--Soluzionibiennio PROGETTO OLIMPIADI DI MATEMATICA U.M.I. UNIONE MATEMATICA ITALIANA MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE SCUOLA NORMALE SUPERIORE IGiochidiArchimede--Soluzionibiennio 17 novembre 2010 Griglia delle risposte

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE

LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE Sia f:a B una funzione tra due insiemi. Se y appartiene all immagine di f si chiama fibra di f sopra y l insieme f -1 y) ossia l insieme di tutte le controimmagini

Dettagli

Appunti di informatica. Lezione 2 anno accademico 2015-2016 Mario Verdicchio

Appunti di informatica. Lezione 2 anno accademico 2015-2016 Mario Verdicchio Appunti di informatica Lezione 2 anno accademico 2015-2016 Mario Verdicchio Sistema binario e logica C è un legame tra i numeri binari (0,1) e la logica, ossia la disciplina che si occupa del ragionamento

Dettagli

LEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2. 2, x3 +2x +3.

LEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2. 2, x3 +2x +3. 7 LEZIONE 7 Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2 2 6x, x3 +2x 2 6x, 3x + x2 2, x3 +2x +3. Le derivate sono rispettivamente,

Dettagli

Equazione della Circonferenza - Grafico di una Circonferenza - Intersezione tra Circonferenza e Retta

Equazione della Circonferenza - Grafico di una Circonferenza - Intersezione tra Circonferenza e Retta Equazione della Circonferenza - Grafico di una Circonferenza - Intersezione tra Circonferenza e Retta Francesco Zumbo www.francescozumbo.it http://it.geocities.com/zumbof/ Questi appunti vogliono essere

Dettagli

Ottimizazione vincolata

Ottimizazione vincolata Ottimizazione vincolata Ricordiamo alcuni risultati provati nella scheda sulla Teoria di Dini per una funzione F : R N+M R M di classe C 1 con (x 0, y 0 ) F 1 (a), a = (a 1,, a M ), punto in cui vale l

Dettagli

Rappresentazione dei numeri in un calcolatore

Rappresentazione dei numeri in un calcolatore Corso di Calcolatori Elettronici I A.A. 2010-2011 Rappresentazione dei numeri in un calcolatore Lezione 2 Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Ingegneria Rappresentazione dei numeri

Dettagli

Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8. Cognome:... Nome:... Matricola:...

Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8. Cognome:... Nome:... Matricola:... Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8 Cognome:................ Nome:................ Matricola:................ (Dare una dimostrazione esauriente di tutte le

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t) CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti 1. Determinare lim M(sin) (M(t) denota la mantissa di t) kπ/ al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l esistenza dei limiti laterali. Identificare

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli. 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti.

Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli. 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti. Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti. Def. Si dice equazione differenziale lineare del secondo ordine

Dettagli

Numeri naturali numeri naturali minore maggiore Operazioni con numeri naturali

Numeri naturali numeri naturali minore maggiore Operazioni con numeri naturali 1 Numeri naturali La successione di tutti i numeri del tipo: 0,1, 2, 3, 4,..., n,... forma l'insieme dei numeri naturali, che si indica con il simbolo N. Tale insieme si può disporre in maniera ordinata

Dettagli