L USO TESSILE DELLE FIBRE DI LANA: UN PERCORSO STORICO, CULTURALE ARTISTICO E TECNOLOGICO: DALLA PREISTORIA AL TARDO MEDIOEVO.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "L USO TESSILE DELLE FIBRE DI LANA: UN PERCORSO STORICO, CULTURALE ARTISTICO E TECNOLOGICO: DALLA PREISTORIA AL TARDO MEDIOEVO."

Transcript

1 CAPITOLO PRIMO L USO TESSILE DELLE FIBRE DI LANA: UN PERCORSO STORICO, CULTURALE ARTISTICO E TECNOLOGICO: DALLA PREISTORIA AL TARDO MEDIOEVO. Le fibre naturali, di interesse tessile, possono essere di origine vegetale (cotone, lino, canapa, juta ecc.), di origine animale (lana, seta, bisso marino ecc.) oppure minerale (amianto). Le fibre inventate dall uomo, man made, denominate anche fibre chimiche, si suddividono a loro volta in fibre artificiali (derivate da polimeri naturali) ed in fibre sintetiche. Queste ultime sono ottenute attraverso processi di filatura di polimeri, non presenti in natura, sintetizzati, a partire da sostanze a basso peso molecolare (monomeri), mediante reazioni di polimerizzazione. In base alla classificazione delle fibre tessili, riportata nella figura 1, le lane, sono fibre naturali che si originano dal bulbo pilifero di animali ruminanti e si ricavano in particolare dai velli di pecora, capra, alpaca, lama, vigogna e cammello. Secondo A. Solaro la denominazione di lana dovrebbe essere riferita solo alle fibre che si ottengono dai velli degli ovini (pecore e montoni) riservando alle fibre derivanti dai velli delle capre e dei camelidi il nome di peli [1]. a) La lana nella preistoria L addomesticamento delle pecore e delle capre sembra che abbia avuto inizio intorno al 7000 a.c.. In Europa, nel Paleolitico e nel Mesolitico (~ 6000 a.c.), le pecore venivano già allevate da popolazioni dedite alla pastorizia [3]. Secondo E.F. Zeuner l uomo cominciò ad utilizzare la lana per usi tessili non appena ebbe la possibilità di disporre di velli capaci di dare fibre sufficientemente lunghe per essere filate [4]. Il ritrovamento di una statuetta in argilla a Tepe Saran (est-iran), raffigurante una pecora con un vello molto lungo e fitto (5000 a.c.), atteste- 1

2 Fig. 1: Classificazione delle fibre tessili (naturali e chimiche) [Rif. 2]. rebbe che pecore con velli idonei a dare lana per filare e tessere fossero disponibili già a quell epoca. Studi storico-archeologici hanno portato alla conclusione che gli antichi abitanti della Mesopotamia, la regione dell Asia Occidentale compresa tra i corsi medi e inferiori dei fiumi Tigri e Eufrate, utilizzassero la lana per 2

3 Fig. 2: Mappa della distribuzione geografica delle principali fibre naturali utilizzate dall uomo nell Età del Bronzo (~ 3000 a.c.). Le aree di utilizzo di fibre vegetali sono etichettate con il nome della fibra [lino (flax); canapa (hemp), cotone (cotton), seta (silk), sparto (esparto)]. La regione ombreggiata in figura delimita l area geografica dove le fibre di lana trovavano, all epoca, ampio utilizzo [Rif. 3]. la manifattura di stoffe e tessuti, fin dal 3000 a.c. [5, 6]. L allevamento delle pecore e l uso tessile della lana viene spesso riportato nella Bibbia, in antichissimi documenti Assiri e Babilonesi e nell Odissea di Omero (IX secolo a.c.). I più antichi reperti archeologici di tessili, in fibre di lana, ritrovati in Europa e in Medio Oriente, risalgono a circa il 1800 a.c.. Questo non significa necessariamente che l uomo non abbia filato e tessuto la lana in epoche più lontane; è più probabile invece che la carenza di ritrovamenti più antichi sia dovuta alle cattive condizioni di preservazione che hanno portato alla completa degradazione di tessuti eventualmente prodotti in epoche antecedenti [7]. E. J. W. Barber [3], relativamente all Età del Bronzo (~3000 a.c.), ha elaborato una mappa (figura 2) dalla quale è possibile ricavare interessanti informazioni concernenti la distribuzione geografica delle principali fibre naturali usate, a quell epoca, dall uomo per scopi tessili. Dall esame di questa mappa si deduce che sia il lino che la lana fossero largamente utilizzati nella regione dell Egeo. A queste conclusioni si è pervenuto considerando anche il ritrovamento, nella città di Troia, di circa 8000 rotule per fusi. «Nonetheless, the bronze age inhabitants of the aegean, like everyone else in 3

4 southern Europe and the near-east, clearly had behind them a long and rich tradition of obtaining textiles fibers» [3]. Interessanti reperti di tessuti in lana risalenti all Età del Bronzo sono stati ritrovati in Danimarca. Il relativo buono stato di conservazione di questi manufatti sembra sia dovuto all acidità delle acque del sottosuolo e alla mancanza di ossigeno. Esempi di questi ritrovamenti sono riportati nelle figure 3 e 4 [3]. Fig. 3: Cintura femminile in lana risalente al tardo 2000 a.c. ritrovata a Borum EshøJ in Danimarca e attualmente conservata presso il Museo Nazionale di Copenhagen [Rif. 3]. Fig. 4: Sottana femminile fatta di cordicelle di lana (~ 2000 a.c.) ritrovata sul corpo di una ragazza nella località di Egtved in Danimarca. Questo interessante reperto è conservato presso il Museo Nationale di Copenhagen [Rif. 3]. 4

5 La bella ed elegante cintura femminile, a fiocchi, illustrata nella figura 3 viene così descritta da G.M. Crowfoot: «... era a strisce d ordito in due tinte di bruno, le strisce essendo poste in evidenza dalle diverse direzioni di filatura per i due colori» [8]. La sottana femminile fatta di cordicelle di lana (fig.4) è stata ritrovata sul corpo di una ragazza nella località di Egtved. Importanti ritrovamenti di tessuti in lana risalenti all Età del Ferro sono stati effettuati nelle miniere di sale di Hallstatt in Austria. Uno di questi reperti (~1000 a.c.), riprodotto nella figura 5, consiste in un frammento di un tessuto twill in lana, di colore verde oliva, attraversato da strisce, tipo plaid, di colore bruno [3]. Il grado, relativamente buono, di preservazione di questi tessili è da ascrivere, molto probabilmente, alle particolari caratteristiche igroscopiche e biocide del sale presente nell ambiente di conservazione. I tessuti di tipo twill o tweed, detti anche diagonali, secondo alcuni storici e archeologi erano molto comuni, in Europa, nell età del ferro [8]. Il tipo di telaio che veniva usato per la tessitura dei manufatti è chiaramente raffigurato su di un urna, risalente alla cultura Hallstatt, ritrovata ad Oedenburg in Ungheria (figura 6). «Il telaio, con in cima un panno tessuto, ha due file di pesi per ordito che pendono. Tre bastoni attraverso l ordito indicano che in qualche modo si manteneva l incrociatura. Alla sinistra vi è una donna che fila con un fuso sospeso; alla destra ve n è una con un piccolo telaio a mano o telaietto per ricamo e un altra che esprime la sua ammirazione» [8]. Fig. 5: Frammento di un tessuto in lana, di tipo twill o tweed, ritrovato nelle miniere di sale di Hallstatt, Austria (~1000 a.c.), conservato presso il Naturhistorisches Museum di Vienna [Rif.5]. 5

6 Tessili in lana risalenti sempre all Età del Ferro sono stati ritrovati nel 1949, da un equipe di archeologi sovietici, a Pazyryk, una località siberiana che si trova in una valle dell Altaj, un sistema montuoso (altitudine media 3000 m) che si estende per circa 1200 Km tra gli stati dell ex Unione Sovietica e la Mongolia, lungo il confine con la Cina. Il ritrovamento in questa località, da parte dei due archeologi Rudenko e Grianov, di un antico tappeto in lana, rappresentò un evento di grande rilevanza storico-artistica e archeologica [3, 9]. M. Cohen, nella sua pubblicazione dal titolo Il Mondo dei Tappeti, così descrive questa importante scoperta: «I due archeologi Rudenko e Grianov scavavano già da tempo sulla necropoli dov erano state localizzate alcune decine di tombe appartenenti all aristocrazia scita del V secolo a.c.... Definite a Kurgan le sepolture erano composte da due camere concentriche una interna e l altra esterna, separate da sette divisori realizzati interamente in tronchi d albero e infine ricoperte e mimetizzate da un alto tumulo di terreno. Il tappeto fu rinvenuto nella stanza esterna di quello che gli archeologi catalogarono come il V Kurgan della vallata di Pazyryk. La tomba era stata sicuramente profanata e degradata... solo in parte. Al contrario di quanto avviene normalmente, questa profanazione fu un vantaggio. Mal richiusa l acqua potè entrare all interno e col freddo trasformarsi in ghiaccio, avvolgendo ogni cosa e mantenendola intatta. Nella tomba fu rinvenuto un piccolo carro di legno con sopra, oltre al tappeto, altri oggetti: drappi di feltro, stivali, finimenti per cavalli» [9]. Una veduta della steppa dell Ucraina, regione a nord del Mar Nero, un tempo abitata dalle tribù nomadi degli Sciti, è riportata nella tavola I. Sullo sfondo sono visibili i profili di alcuni Kurgan, tipiche tombe degli antichi popoli che vivevano nelle steppe dell Asia centrale [10, 11]. Utilizzando la tecnica basata sulla determinazione della quantità dell isoto- Fig. 6: Urna, della cultura di Hallstatt, ritrovata a Oedenburg in Ungheria, risalente alla tarda età del bronzo, decorata con telai, filatori e tessitori [Rif.8]. 6

7 po del carbonio 14 C, che per la prima volta applicata nel 1947 da W.F. Libby (premio Nobel per la chimica nel 1960) [12], fu possibile stabilire che il tappeto era stato realizzato da circa 2500 anni. E altamente improbabile che questo manufatto, caratterizzato da un incredibile raffinatezza, eleganza e armonia tra colori e disegni possa essere stato frutto del lavoro di artigiani nomadi e arretrati [9, 11]. Pertanto è lecito supporre che esso sia stato tessuto in qualche città del Medio Oriente. Alcuni storici-archeologi hanno avanzato l ipotesi che il tappeto sia stato portato a Pazyryk attraverso la famosa Via della Seta e che pertanto esso risalga alla civiltà persiana degli Achemenidi, una dinastia regnante in questa regione intorno al 500 a.c.. Nella fabbricazione del tappeto sono stati utilizzati solo fibre di lana e peli di cammello. I colori, ovviamente tutti di origine naturale, sembra che siano stati ottenuti a partire dall indaco e dalla cocciniglia [2]. Nella tavola II è riportata la riproduzione fotografica del tappeto di Pazyryk, il quale viene così descritto, nelle sue parti essenziali, da M. Cohen: «Le tinte erano comunque molto leggere e patinate,... sicuramente eleganti. Il fondo del tappeto è rosso, altri colori prevalenti sono il verde pallido e il rosa ciclamino, l avorio e l azzurro e un caratteristico arancione cipriato. Il campo del tappeto è decorato con sei sequenze di piccoli quadrati, quattro per fila, con all interno un motivo giallo pallido composto da quattro boccioli e quattro foglie. Intorno al campo girano cinque bordure integre... Delle due principali quella più esterna è la più larga: rappresenta una sfilata di guerrieri, alcuni in sella altri in piedi accanto al loro cavallo... La seconda cornice principale, quella più interna, è composta da una sequenza ininterrotta di grandi cervi, sei per lato» [9]. A Pazyryk furono ritrovati anche altri reperti tessili di grande interesse. Tra questi vi figurano: uno shabrak, di origine persiana, una coperta ornamentale in lana che si metteva sulle groppe dei cavalli sotto le selle (tavola III-a) e un arazzo tessuto in spirali policrome secondo la tecnica denominata, in inglese, slit-tapestry (tavola III-b) [3] E interessante sottolineare il buono stato di conservazione dei reperti, nel loro insieme, e, fatto non comune, come in entrambi i tessuti i colori si siano mantenuti quasi inalterati. Nel corso di recenti campagne di scavo di alcuni Kurgan localizzati sull altopiano di Ukok, sono stati ritrovati dei copricapo fabbricati in feltro «decorati con immagini di teste di uccello, sormontate da figure di un ariete 7

8 o cervo di montagna. Questo è il tipico copricapo dei nomadi euro asiatici è possibile che alcuni nomadi dell Asia Occidentale, forse discendenti dei Cimmeri, siano emigrati nell Altai, dove presero parte alla formazione della cultura di Pazyryk che dominò la regione tra il V, IV secolo a.c.» [10]. Un frammento di un bellissimo drappo in feltro appartenente ai nomadi delle montagne dell Altai ritrovato in un Kurgan di Pazyryk (V, VI secolo a.c.) è riprodotto nella tavola IV [10]. b) L arte della lana nella Grecia antica Nell antica Grecia, con riferimento all età del ferro, che ebbe inizio intorno all 800 a.c., la lana rappresentava la più importante materia prima per la produzione di tessili. Si cominciò, già all epoca, a selezionare pecore con velli più idonei alla produzione di fibre suscettibili di essere filate e tessute. Fig. 7: Coppa a figure rosse dove viene raffigurato un pastore greco mentre conduce al pascolo una pecora appena tosata (Ca a.c.) [Rif. 13]. 8

9 «Non è un caso che il tiranno di Samo, Policrate (VI sec. a.c.), avesse fatto importare nella propria isola pecore dal vello particolarmente pregiato,proveniente da Atene e Mileto» [13]. L importanza, nella Grecia dell età classica, della pastorizia e dell uso della lana nel tessile, si ricava da una ricca iconografia, fortunatamente tramandataci grazie al prezioso e accurato lavoro di recupero e di conservazione di intere generazione di archeologi e storici. Nella figura 7 viene mostrata una coppa a figure rosse (Ca a.c.) all interno della quale è raffigurato un pastore con una pecora appena tosata. Il pastore, che porta un cappello di feltro a righe e indossa un abito di pelle annodato sulla spalla destra, conduce la pecora al pascolo guidandola con un bastone che impugna nella mano destra. Dopo la cardatura i fiocchi di lana venivano filati dalle donne greche le quali, preparato uno stoppino o lucignolo, provvedevano allo stiramento e alla torcitura delle fibre. «la lana veniva torta con le mani, sulla gamba scoperta oppure sulla parte retrostante dell Epìnetron d argilla fino a diventare un filo grezzo» [13]. Il processo di torcitura, effettuato sulla gamba, è stato magistralmente raffigurato all interno di una coppa, con figure in nero, dal pittore Duride (Ca. 550 a.c.). Come si evince dalla riproduzione di questa coppa, riportata nella figura 8, una donna con la mano destra dipana e ritorce sulla gamba, scoperta fino al ginocchio, la lana in fiocco, tenuta nella mano sinistra, riducendola a sottili e lunghi filamenti. Un magnifico esemplare, in argilla, di Epìnetron (Ca a.c.) è riprodotto nella figura 9. Questo utensile è costituito da un corpo cilindrico cavo simile ad una tegola ma con la base minore chiusa. L Epìnetron veniva sistemato sulla coscia e la lana era tesa e torta sfruttando un sistema di scaglie appositamente incise sulla superficie. A tutt oggi non è dato sapere se l Epìnetron veniva usato prima o dopo la filatura della lana. Le varie fasi relative al ciclo tessile della lana (la formazione del lucignolo, la filatura, la tessitura e quindi la piegatura delle stoffe finite) sono state documentate sulla superficie della celeberrima lékythos del pittore di Amasis (Ca 550 a.c.). In particolare facendo riferimento alla figura 10 è possibile notare, alla sinistra del telaio, la presenza di due filatrici, una delle quali usa un fuso sospeso con la rotula rivolta in basso e una conocchia; l altra prepara un filo grezzo disponendolo a spirale in un apposita cesta. Il telaio, che è di tipo verticale a pesi sospesi, si caratterizza 9

10 Fig. 8: Coppa a figure nere (Ca. 480 a.c.), opera del pittore greco Duride, nella quale viene raffigurata una donna intenta a tendere e torcere la lana a partire dai fiocchi derivanti dalla cardatura [Rif. 13]. Fig. 9: La torcitura del lucignolo mediante l uso dell Epìnetron nell antica Grecia: esemplare di Epìnetron in argilla (Ca a.c.) 10

11 per la presenza di un rullo superiore (subbio) attorno al quale è arrotolato il tessuto. I pesi hanno la forma di una piramide e presentano degli anelli attorno ai quali sono fissati, a fasci, i fili dell ordito. Dall esame della figura appare chiaramente come delle due donne vicine al telaio, quella a sinistra batte la trama, mentre quella a destra sposta i fili dell ordito per il successivo passaggio della stessa [8]. Dopo le operazioni preliminari di preparazione e torcitura del lucignolo, la lana veniva filata. Durante questo ultimo processo di lavorazione il filo grezzo veniva ulteriormente stirato e ritorto, fino all ottenimento di un filato sottile, lungo ed omogeneo. Gli utensili usati per la filatura erano il fuso (consisteva in una corta bacchetta dotata di una noce che rendendola più pesante ne facilitava la rotazione) e la conocchia (un asta forata con una impugnatura). «la filatrice teneva la conocchia nella mano sinistra e avvolgeva il lucignolo attorno ad essa. Il filo veniva tirato e legato sulla bacchetta del fuso. A quel punto la filatrice ruotava il fuso. Mentre il fuso ruotava, la filatrice estraeva dalla conocchia altre fibre che torceva tra il pollice e l indice della mano destra. La rotazione del fuso si trasmetteva alle fibre estratte e, con l abbassamento generale, il filo si allungava. Per avvolgere il filato si scioglieva il nodo sulla bacchetta del fuso, e si avvolgeva e riannodava il filo. Questo lavoro veniva ripetuto finché il fuso non era pieno» [13]. Fig. 10: Vaso di origine greca, 560 a.c. circa, sulla cui superficie è stata dipinta una scena che illustra le varie fasi che portano, partendo dalle fibre, alla tessitura di stoffe [Rif.8]. 11

12 Fig. 11: a) (a sinistra) : a)brocca a fondo bianco del Pittore della Fonderia del bronzo dove viene raffigurata una donna greca mentre fila la lana utilizzando il fuso e la canocchia (Ca. 490 a.c.); b) (a destra): b) Schema di fuso [Rif. 13] Fig. 12: Coppa a figure rosse dove è rappresentata una donna seduta intenta a filare la lana [Rif. 13]. 12

13 Fig. 13: Donna che fila (costume carnico), fotografia, inizi XX secolo. Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Archivio Fotografico [Rif. 14-a]. Principalmente attraverso la pittura vascolare ci sono state tramandate raffigurazioni di donne greche intente alla filatura. Alcuni esempi sono riportati nelle figure 11 e 12. In particolare nella figura 11-a è riprodotta una brocca a fondo bianco del Pittore della Fonderia del bronzo (Ca. 490 a.c.), conservata presso il British Museum di Londra, sulla cui superficie è raffigurata, in maniera magistrale, una donna in piedi nell atto di filare la lana. Una donna seduta, anche essa intenda a filare, è rappresentata nella coppa a figure rosse, riprodotta nella figura 12 [13]. La filatura della lana, a livello domestico, si è mantenuta inalterata, nelle sue modalità e ritualità essenziali, attraverso i secoli; lo attesta la fotografia (inizi XX secolo) della figura 13 che mostra una donna, in costume carnico, mentre fila la lana con fuso e conocchia [14-a]. Già all epoca le donne greche erano a conoscenza del fatto che era possibile produrre filati con differenti caratteristiche fisiche e quindi finalizzate ad un diverso tipo di applicazione, facendo ruotare il fuso in senso orario oppure in senso antiorario (rispettivamente rotazione S o Z). 13

14 Fig. 14: Skyphos beota V sec. a.c.) con Circe ed Ulisse. E visibile il telaio verticale a pesi usato nell antica Grecia [Rif. 13]. Come già precedentemente evidenziato, il telaio che veniva impiegato dai greci era di tipo verticale munito di pesi (vedasi particolare in figura 10). Questo tipo di telaio, usato anche in epoche relativamente recenti, permetteva di produrre stoffe anche di grandi dimensioni. Nell antica Grecia, anche la fase della tessitura è stata, oggetto di rappresentazione della pittura vascolare, così come esemplificato nelle figure 14 e 15. In particolare nella figura 14 viene mostrata una coppa beota (fine V sec. a.c.) «sulla quale è raffigurata una scena apparentemente grottesca. Vediamo la stanza di Circe con il suo telaio, la spoletta con il filo della trama e una grande quantità di tessuto finito avvolto intorno al subbio» [13]. La scena rappresentata è quella in cui, secondo la leggenda, Circe vorrebbe fare bere, a un riluttante Ulisse, una pozione magica. Uno Skypos a figure rosse (Ca. 440 a.c.) con Penelope al telaio è riprodotto nella figura 15 [13]. Le varie fasi della lavorazione della lana sono utilizzate da Aristofane, nella sua commedia dal titolo Lisistrata, come una metafora mediante la quale il personaggio principale, per l appunto Lisistrata, cerca di fare comprendere al Commissario come debbano essere condotte la politica e il governo della città. Parte del dialogo viene così riportato nel riferimento [13]: 14

15 Lis.: Come facciamo una matassa, quando è ingarbugliata: la prendiamo, e tendiamo il filo sui fusi, da una parte e dall altra. Così se ci lasciate fare, sbroglieremo anche la guerra, mandando ambascerie da una parte e dall altra. Comm.: E voi pensate di metter fine ad una cosa così terribile con la lana e le matasse e i fusi? Che stolte! Lis.: Ma se aveste un pò di buon senso, voi governereste la città come noi la nostra lana, in tutto. Comm.: E come? Vediamo. Lis.: Anzitutto dovreste, come un vello, detergere con un bagno tutto l untume della città, e su un letto, a colpi di mazza, espellere i cattivi e a scartare i triboli; e quelli che si riuniscono a complottare per le cariche, fitti fitti, cardarli per bene e spelargli le teste. Poi, in un paniere, pettinare la concordia generale, mescolando un pò tutti: i meteci, gli stranieri che vi sono amici, chi deve denaro all erario, e mescolarli tutti insieme. Quanto poi alle città, che sono colonie di questa terra, dovete rendervi conto che esse, per noi, sono come pennecchi che stanno a terra, ciascuno per sé. E bisogna prenderli tutti e raccoglierli qui e riunirli insieme e farne un grosso gomitolo: e da questo, tesserci una tunica per il popolo [13]. Fig. 15: Skyphos a figure rosse con Penelope al telaio (Ca 440 a.c.) [Rif. 13]. 15

16 16 Sembra che gli antichi greci conoscessero anche il processo della follatura che consisteva nella pressatura delle stoffe tessute al fine di rendere le stesse più fitte e compatte. Secondo alcuni testi e storici l inventore di questo importante procedimento è stato Nicia di Megara. La follatura, effettuata, all epoca, collocando i tessuti in una buca dove alcuni lavoranti li pressavano con i piedi, prevedeva l impiego di sostanze quali il bicarbonato di sodio e l urina animale per rendere i tessuti ruvidi e rigidi, mentre impiegando un particolare tipo di terra argillosa (terra da follone) si conferiva alle stoffe un certo grado di morbidezza. Le terre da follone più pregiate provenivano dalle isole di Argentiera, Samo e Lemno [13]. Altri processi di post-trattamento o finitura dei tessuti, praticati nell antica Grecia, consistevano nella garzatura con cardi o spazzole e quindi nella candeggiatura con zolfo (solo per le stoffe bianche). E molto probabile che la finitura dei tessuti, così come documentate nelle pitture parietali di Pompei (vedasi prossimo paragrafo) avvenisse in opifici altamente specializzati dove avveniva anche la pulitura e il lavaggio dei vestiti. Da testimonianze archeologiche si ricava che veri e propri laboratori di tintura, risalenti all epoca classico-ellenistica erano attivi a Creta, Porto Cheli e a Istmia nei pressi di Corinto [14-b,c]. Gli scavi condotti in questi siti hanno portato alla scoperta di numerose cisterne, macine, pentole e contenitori caratterizzati da un collo molto stretto. Questi reperti venivano utilizzati per macinare le materie coloranti e preparare i bagni di tintura. E significativo il fatto che questi laboratori erano collocati su di una altura esposta al vento, al fine di evitare che i fumi e l odore potessero nuocere alla salute degli abitanti della sottostante città. Dall insieme delle testimonianze presentate e analizzate nel presente paragrafo emerge chiaramente che il ciclo tessile della lana rivestiva nell antica Grecia una grande rilevanza sociale ed economica, visto anche il diretto collegamento con la pastorizia e quindi con la produzione di latte, formaggi e carni.

17 c) L arte della lana nell antica Roma e in Pompei Nell antica Roma, tra le fibre di origine animale, la più comune era certamente la lana. Infatti è ben documentato che l allevamento degli ovini costituiva, già all epoca, una delle attività di primaria importanza in tutto il centro sud dell Italia. P. Virgili, in un suo interessante articolo dal titolo Moda e Abbigliamento nell antica Roma, a proposito dei filati e dei tessuti utilizzati dai romani, per vestirsi, ha scritto: «I vestiti di lana erano di largo uso, mentre lino, seta e cotone erano riservati ai ricchi. La lana tinta costava assai poco, dai 2 ai 4 assi la libra (1 asse=0,10 denari, 1 denario=4 sesterzi)» [15]. I romani, così come avevano già fatto i greci, capirono l importanza di selezionare le razze ovine al fine di migliorare le caratteristiche tessili dei velli e quindi ricavare da essi fibre di lana più resistenti, più lunghe e morbide, con un colore più definito ed omogeneo. Per questa ragione venivano importati ovini con velli di qualità pregiata da Mileto, dall Attica, da Megara e da Taranto. Secondo quanto riportato da Plinio (23-79 d.c.) la lana veniva classificata in: molle o generosum (lana morbida), hirsutum (lana ruvida dal pelo lungo) e colonicum (lana di tipo rustico). La lana ruvida era importata prevalentemente dalla Gallia. Una lana molto pregiata, detta pelitum, sembra che fosse ottenuta proteggendo il vello delle pecore, durante la crescita, con pelli. Le lane più ricercate erano quelle bianche, poi venivano quelle scure provenienti dall Apulia (lana di Canosa). Alcune varietà rossiccie venivano importate dall Asia Minore; altre lane erano di colore grigio scuro o nero. Il pelo di capra era usato dai Romani solo per tessere stoffe grossolane, mantelli, tappeti e pantofole [16]. Secondo gli storici il miglioramento della qualità delle fibre di lana fu ottenuto, dai greci e dai romani, gradualmente attuando una attenta selezione dei pascoli (le pecore furono infatti nutrite con erbe più idonee quali il citiso e l erba medica), e adottando ricoveri e stalle più asciutti, arieggiati e illuminati. La tosatura delle pecore costituiva il primo stadio del ciclo della lavorazione della lana che vede come fase finale quella della tessitura e quindi del confezionamento di stoffe, abiti, tappeti ed altri prodotti finiti. Anticamente i fiocchi di lana venivano letteralmente sradicati dal vello 17

18 Fig. 16: Tosatura delle pecore; dal breviario Grimani, fiammingo, 1500 circa; (sotto) un paio di cesoie romane per tosatura, identiche per forma a quelle medioevali, III secolo a.c. [Rif.16-a]. delle pecore e dei montoni. Successivamente i romani introdussero le cesoie (strumenti metallici costituiti da due lame ricurve, affilate e taglienti fissate su una molla molto elastica e resistente a forma di U). Pertanto la tosatura, così come illustrato in figura 16, veniva effettuata conformemente a quanto raccomandava l antica massima latina: Boni pastoris esse tendere oves non deglubere (il buon pastore deve tosare le pecore non scorticarle). «La tosatura delle pecore doveva avvenire tra il 21 marzo e il 22 giugno, ovvero tra l equinozio di primavera ed il solstizio d estate; e di preferenza, secondo Varrone, con la luna calante quando inizia il caldo e le pecore cominciano la muta, ed il pelo può essere strappato con le mani o tosate con il rasoio» [15]. La tosatura delle pecore viene ancora oggi praticata a mano, utilizzando cesoie in acciaio molto simili a quelle introdotte dai romani (figure 17 e 18) [16-b,c]. Nella figura 19 è riportata la fotografia di un antica cesoia romana usata per la tosatura delle pecore ritrovata tra le rovine della città di Pompei (casa di Menandro) risalente quindi a Ca. il 79 d.c. [17]. Durante gli scavi della necropoli romana di San Lorenzo di Parabiago 18

19 Fig. 17: La tosatura delle pecore alle porte di Roma in un incisione di fine Ottocento [Rif.16-b]. (Legnano-Lombardia) è stato recuperato un esemplare integro di una cesoia (figura 20) che: «presenta una doppia lama triangolare e corta molle ellittica; su una punta sono visibili i resti di un fodero in ferro. Le cesoie recuperate nei recenti scavi di San Lorenzo risultano inquadrabili nella prima metà del I secolo d.c., o poco oltre, E difficile stabilire una seriazione cronologica precisa, dal momento che le loro caratteristiche di funzionalità ne hanno reso in sostanza immutata la tipologia nel corso dei secoli» [18]. La lana, dopo la tosatura, passava alle Officinae Lanificariae dove 19

20 Fig. 18: Antonio Muredda: La tosatura delle pecore, cm 120 x 80, olio su tela, 1992 [Rif.16-c]. Fig. 19: Cesoia a molla in metallo (bronzo e ferro) a lame curve usata per la tosatura delle pecore dai romani. Reperto ritrovato tra le rovine di Pompei (Casa del Menandro) e attualmente ivi conservato (numero 5033) risalente quindi al I secolo d.c. [17]. Fig. 20: Esemplare di cesoia in ferro (Ca. I secolo d.c.) ritrovata tra i reperti in ferro recuperati nelle tombe della necropoli di San Lorenzo di Parabiago, Legnano-Lombardia [Rif. 18]. 20

21 venivano principalmente eseguite le operazioni di lavaggio e battitura. I lavoranti addetti al lavaggio, operazione finalizzata alla eliminazione dell esipo e cioè le sostanze grasse del vello delle pecore, erano chiamati Lanilutor. Il lavaggio veniva effettuato usando acqua calda alla quale si aggiungevano sostanze detergenti come la soda o l urina. Dalle acque di lavaggio si ricavava come sottoprodotto la lanolina (alapurina, adeps lanae), una sostanza avente la consistenza di unguento, di colore biancogiallastro, quasi inodore e neutra costituita da eteri del colesterolo, da alcali liberi e lattoni. La lanolina, per la sua capacità di venire facilmente assorbita dalla pelle, veniva ampiamente usata, mescolata con olio di oliva, di mandorle, con burro cacao, ecc. per la preparazione di pomate che i romani utilizzavano nel settore della cosmesi [19]. Secondo Plinio mescolando la lanolina con l aspro miele di Corsica si otteneva un unguento molto efficace nel combattere le macchie del viso. Una pomata, realizzata combinando la lanolina con olio di rose, trovava impiego nella cura della desquamazione della pelle e in generale nella cura delle ulcerazioni [15]. La lana, lavata e asciugata, veniva sottoposta alla cardatura per districare e separare le fibre tra loro e ottenere quindi una massa omogenea, dalla quale si preparava lo stoppino necessario all operazione di torsione che precedeva la filatura. Gli antichi romani usavano per la cardatura le teste del cardo selvatico (Carduus, da cui deriva la parola cardatura) e del cardone (Dipsacus Fullonum o Cardo del Follatore) riprodotti rispettivamente nelle tavole V-a e V-b [16-a, 20]. Venivano utilizzate anche spazzole fatte con aculei di porcospino e pettini metallici principalmente in ferro (figura 21). La filatura e la tessitura della lana erano molto diffuse presso le case private dove, come riporta il filosofo storico del I secolo Musonio Rufo, «Filare e tessere erano incombenze principali di ogni donna, simbolo delle sue virtù e della sua dedizione alla famiglia, tanto che nella sala mortuaria di Turia la sola raffigurazione del telaio è sufficiente a decantare le virtù della defunta» [15]. A partire dalla fine dell età repubblicana la domanda di prodotti finiti in lana comincia ad essere molto elevata, pertanto, al fine di soddisfarla, si svilupparono le officine tessili dette anche Textrinae oppure Textorae strettamente collegate alle Lanificariae deputate queste ultime principalmente alla battitura e al lavaggio della lana. 21

22 Fig. 21: donna attenta alla cardatura della lana (c.a. 500 a.c d.c.). Uno spaccato, di quella che era L Arte della lana presso i romani, è possibile ricavarlo dagli studi di storici e archeologi basati sull analisi di una tutta serie di ritrovamenti e reperti emersi durante le varie campagne di scavi dell antica Pompei. Da queste testimonianze si deduce che a Pompei erano presenti 13 impianti per la battitura e la cardatura della lana, 5 per la filatura e la tessitura insieme a ben 9 Officinae tinctoriae. Presso queste ultime venivano tinti sia stoffe e vestiti nuovi, confezionati nelle officine tessili, che abiti già usati. «In due officine attigue, ubicate nella IX regione, il lavoro si svolgeva nella loggia sfinestrata al primo piano, dove si trovavano fusi e telai in legno; mentre la lana a matassa, i tessuti o le tuniche già confezionate si vendevano nella bottega del pian-terreno, a 15 sesterzi l una, come ci informa un graffito su una delle pareti della bottega stessa!» [15]. L esame della documentazione archeologica, vista in una chiave socioeconomica, rappresenta una chiara testimonianza dell esistenza in Pompei, all epoca della sua distruzione, di un attiva e consistente industria della lana. La presenza documentata di numerose officine, dove si svolgevano le varie fasi della lavorazione della lana, può infatti portare 22

23 alla conclusione che la città di Pompei rappresentasse un importante centro laniero caratterizzato da una capacità produttiva in grado di soddisfare anche una domanda espressa da mercati esterni al suo territorio. Questa interpretazione trova un suo sostegno dalla collocazione di Pompei allo sbocco della valle del Sarno, naturale punto di arrivo dei tratturi, e che la città potesse quindi utilizzare come materia prima la lana derivante da greggi di pecore provenienti dalle aree e dagli allevamenti transumanti [21]. Elio Lo Cascio, circa la rilevanza e le dimensioni dell industria laniera in Pompei, ha scritto: «Documentazione (archeologica) che è stata ancora recentemente intesa come quella che testimonia l esistenza in Pompei di stabilimenti nei quali si svolgono, con criteri organizzativi che potrebbero rivelare un accentuata razionalità, le varie fasi di un intero processo produttivo: dalla tosatura e lavaggio e tintura della lana, alla filatura e tessitura, alla tintura e sbianca dei tessuti, alla follatura, alla feltratura. Ora, se anche le destinazioni proposte per talune di queste botteghe possano suscitare qualche dubbio -come nel caso di quelle che si sono definite officinae lanificariae, gli impianti dove sarebbe stato effettuato il lavaggio della lana grezza-, la rilevanza quantitativa e le dimensioni di quelle che appaiono essere indubitabilmente delle Fullonicae, sembrano escludere una loro utilizzazione volta esclusivamente a rispondere alle esigenze della popolazione locale. Si è voluto stimare in una cifra tra le settecento e le mille unità il numero complessivo degli addetti: una proporzione consistente, dunque, della forza lavoro complessiva presente nella città, ben confrontabile con la proporzione degli addetti alle manifatture tessili nelle città fiamminghe o in Firenze nel quattordicesimo secolo. Si è fatta l ipotesi ragionevole che l intero processo produttivo stia sotto il controllo di una potente corporazione di industriali della lana, i Fullones» [22]. Il plastico, in scala 1:25 della famosissima Fullonica di Stephanus di Pompei è mostrato nella tavola VI [21]. Le attività che si svolgevano nelle fulloniche (le officine nelle quali si eseguiva la lavorazione della lana) erano molto diversificate. La vendita all asta della lana e dei panni di lana avveniva in uno spazio detto Chalcidium mentre la vendita al dettaglio veniva effettuata in spazi denominati Porticus e Crypta. Alcuni archeologi vedono le fulloniche come delle antesignane delle Guild Will e cioè la sede della corporazione dei fulloni dove: «essi si incontrano e hanno anche i loro uffici e magazzini, e la borsa per la 23

24 lana e per i tessuti, dunque per la vendita all ingrosso: una funzione evidentemente legata all ipotesi di un grosso movimento di import-export di lana e vesti di lana. Questa ultima interpretazione potrà apparire forse eccessivamente modernizzante: ma quel che tuttavia sembra difficile revocare in dubbio è la connessione,..., dell edificio con le attività,..., dei fullones: attività che sarebbe illegittimo,...,considerare di scarso rilievo e solo rivolta a soddisfare esigenze locali» [22]. Un interessante documentazione archeologica, circa la città di Fregellae, colonia latina situata nella valle del fiume Irno, che la collegava direttamente con l importante città portuale di Minturnae, ha evidenziato che all epoca della sua distruzione avvenuta nel 125 a.c. fossero attive delle fullonicae e altri impianti tessili che per tipologia e impianto urbanistico erano simili a quelle ritrovate a Pompei [23, 24]. Uno dei locali della fullonica di Stephanus in via dell Abbondanza, venuto fuori a seguito degli scavi effettuati è riprodotto nella tavola VII [23]. Le varie fasi della lavorazione della lana, sono state riprodotte in alcuni stupendi affreschi ritrovati a Pompei sulla facciata del famosissimo Pilastro dei Fullones che era parte integrante della fullonica di Veranio Ipseo (seconda metà del I secolo d.c.). Questo importantissimo reperto, in muratura, è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il pilastro è affrescato su tre delle quattro facce. Particolarmente interessanti sono le rappresentazioni visibili su due lati continui, il laterale destro e il frontale [21]. I più significativi di questi affreschi sono riprodotti nelle tavole VIII e IX. In particolare, nella tavola VIII-a è raffigurata una scena dove un giovane è addetto alla cardatura di una stoffa, sospesa ad una corda, mediante una larga spazzola in metallo con delle punte acuminate. Alla destra del cardatore appare un altro lavorante mentre trasporta un trabiccolo (un arnese a forma di cupola fatto con aste di legno curvate che veniva, anche in tempi più recenti, usato per asciugare i panni) e un caldano (un vaso di rame, di ferro, oppure di altro materiale, che conteneva dei carboni accesi o brace). Questo lavorante è intento alla solforazione del tessuto, che veniva effettuata prima della spazzolatura e stiratura. Nel caldano, infatti, veniva posto dello zolfo che bruciando sviluppava vapori di anidride solforosa che investivano il tessuto, disteso in maniera appropriata sopra il trabiccolo. Alla sommità del trabiccolo, in latino denominato Vimea Cava, è raffigurata Ulula la civetta protettrice dei fulloni. 24

25 In basso a sinistra si nota una figura femminile, panneggiata e ingioiellata, probabilmente la conduttrice dell officina, che si accinge ad esaminare un tessuto che le porge una giovane angella. Nella parte centrale della tavola VIII-b è dipinto un giovane pestatore Fullo, che all impiedi e con i piedi immersi in un bacino, Lacunae Fullonicae, contenente acqua e soda, urina umana o animale e altre sostanze alcaline, procede alla follatura dei tessuti in lana. Ai lati del fullo sono raffigurati altri lavoranti detti Lotores. Sulla facciata laterale destra del pilastro, come riportato nella tavola IX-a, si nota una grande pressa (torchio Pressorium ) che veniva utilizzata per la stiratura delle stoffe. Nella parte sottostante (tavola IX-b) sono rappresentate alcune giovani donne mentre si accingono ad asciugare dei panni appendendoli a delle aste sospese. Scene connesse alla lavorazione e al finissaggio delle stoffe e dei panni nell antica Pompei sono state scoperte anche nel complesso pittorico della Casa dei Vettii laddove: «gli Amorini lavapanni sono raffigurati mentre calcano i panni in una vasca accanto alla quale si trova un anfora forse piena di orina o di creta fullonica e, ammucchiate stoffe di vari colori. La scena successiva mostra un Amorino in corta tunica bianca che solleva con le mani,..., un panno finissimo giallo scuro per deporlo accuratamente sopra un tavolino; al centro del riquadro, un Amorino in tunichetta gialla,..., è intento a cardare con una spazzola di spine vegetali (il Dipsacus) un tessuto giallo messo a stendere su un bastone. Una successiva sequenza un Amorino nudo,..., reca una stoffa colore turchino a due signore acquirenti,...» [15]. Gli scavi di Pompei hanno evidenziato anche la presenza di officine per la produzione di una particolare stoffa in lana denominata feltro (una stoffa non tessuta che si ottiene per coaugulo e compressione di una sospensione di acqua, sapone, colla e di residui della lavorazione della lana e peli di vari animali: cammelli, castori, lepri, conigli, ecc.) [19]. Le stoffe di feltro venivano utilizzate dai romani per la fabbricazione di copricapi, calzari, gualdrappe, manti per cavalli e pesanti mantelli. Le attività relative al lavoro dei feltrai sono state raffigurate, con dovizia di particolari, in una serie di affreschi ritrovati sui pilastri della facciata di un officina lanaria o più esattamente dei Lanarii Coactiliarii o Quactiliarii, per la produzione del feltro, ubicata in Via dell Abbondanza nell antica Pompei (tavola X e XI). 25

26 Lo Spinazzola, nella sua famosa e oramai rarissima opera dal titolo Pompei: alla luce degli scavi nuovi di Via dell Abbondanza (Vol. I, Cap. VIII), così illustra e descrive il contenuto di questi affreschi: «... il laboratorio era a destra, la grande bottega di vendita a sinistra dell ingresso, ed è questa che, a guisa di una grande mostra, i due pilastri di destra e di sinistra,..., interamente coperti di pitture, inquadrano, e che la grande tettoia, sporgente dall un capo all altro della facciata tutela insieme agl ingressi, così dei laboratori, come del negozio... La pittura di dritta che occupa tutto il largo pilastro... è anche la più importante per le sue rappresentazioni, così della zona superiore come dell inferiore (una visione di insieme di questo affresco è riportata nella fotografia della tavola XII; n.d.a)... I feltrai sono nella predetta al lavoro, ed una delle iscrizioni dipinta su di essa, non permette di avere dubbi sul lavoro che compiono, qualificandoli a grandi caratteri: Quactiliarii : Feltrai. Alcuni in numero di tre -due a sinistra ed uno a destra- sono seduti su sgabelli a piedi diritti, dietro bassi tavoli stretti e lunghi, con piedi nodosi, legati da traverse nei lati brevi. I loro piedi, uniti pel calcagno sotto il tavolo, stringono, dall uno all altro lato, un pilastrino squadrato e rastremantesi in basso, che sale da terra e fa parte del loro arnese di lavoro...: solo le loro mani si muovono, esse solo compiono il lavoro. Levate ad altezza dello sterno, mostrano di stringere,..., dall un capo all altro uno strumento, che, composto da un filare di alti ed acuti denti, uniti insieme a formare un pettine, serve, come è chiaro, a compiere un lavoro, rispondente al nostro di Cardare e Pettinare la lana (tavola XIII; n.d.a.)... L arnese del lavoro è, dunque, costituito nel suo insieme da un desco, un pilastrino di legno ad erma, più stretto in basso, più largo in alto, che, fermato al desco, sostiene i pettini, fissati verticalmente ad esso, e da uno strumento che vi lavora dentro di cui l affresco ci mostra ripetutamente la forma. E fatto ad arco nel mezzo con alette laterali per la presa, e la curva del centro or più or meno pronunziata... Il pettine dei lanaioli di oggi non è... molto diverso da quello qui rappresentato. E un oggetto come quello ornato di spunzoni di ferro con le punte in su, sui quali i lanarii passano a manate la lana, pigiando e tirando a sé, per cardarla e lisciarla» [27]. Alcuni dei principali strumenti presenti sul tavolo di lavoro dei Pectinarii, la coppa per umettare le dita, i coltelli Calcatoi e la spazzola sono raffigurati nella figura 22. L operazione di coagulo e la preparazione del feltro, a partire dai residui della pettinatura della lana, è raffigurata al centro della scena pittori- 26

27 ca (tavola XIV). Lo Spinazzola così la descrive: «...l affresco... ci mostra al lavoro, intorno all apparecchio adibito al coagulamento del pelame pettinato, i piccoli operai impastatori dei velli, i veri Coactiliarii. Sono quattro due di spalle... sono questi i coagulatori Coactores del feltro... e tutti, dovendo lavorare alle caldaie, sono, a differenza dei pettinatori, a torso nudo. Fra gli uni e gli altri... è inserita una caldaia di cui si vede la bocca, e sotto di essa, è aperto un alto e stretto fornello ad arco, in cui brucia la legna: l apparecchio evidentemente destinato a contenere e preparare il liquido coagulante (l aceto secondo Plinio, VIII, 192, era uno dei liquidi, e rendeva il feltro resistente al ferro,...)... Due grandi bacinelle a becco sono collocate, a destra e a sinistra della caldaia,... In esse, infatti, sono lunghe strisce bianche lanose, già compatte che gli operai di fronte manipolano dando loro forme prestabilite... Il lavoro Coactilario è così compiuto,...» [27]. Le stoffe in feltro trovavano ampio utilizzo presso i romani: «di feltro facevano i romani oltre che i cappelli (Pilei), una specie di scarpe (Impilia), coperture e mantelli -di cui alcuni servivano anche alla difesa dei soldati- e gualdrappe o manti per cavalli» [27]. Fig. 22: Raffigurazione di alcuni strumenti presenti sui deschi dei Pectinarii in Pompei. Dall alto verso il basso: la coppa per umettare le dita, i coltelli-calcatoi e la spazzola per raccogliere i residui della lana pettinata e/o cardata [Rif. 26]. 27

28 Il proprietario dell officina a destra nella tavola XV, indossa un lungo pastrano di colore amaranto chiamato caracalla oppure Palla Gallica (importato dalla Gallia, questo indumento è passato alla storia per aver dato il nome all imperatore M. Aurelio Antonino). Come si evince dalla tavola XV, il proprietario è raffigurato mentre mostra ai probabili clienti e passanti una stoffa di colore marrone, decorata ai lati da fasce rosse, i Clavi «indicativi del rango sociale di chi l avrebbe indossata» [15]. Le raffigurazioni riguardanti il ciclo lavorativo del feltro sono sovrastate da una grande figurazione di natura religiosa (tavola XVI) al centro della quale è rappresentata una quadriga di elefanti che trasporta una Dea coronata e scettrata; è la Venus Pompieana protettrice di Pompei [27, 28]. E probabile che nell officina di via dell abbondanza si producessero stoffe ed abiti non solo in feltro, ma anche in lana grezza. Pertanto questo stabilimento veniva a configurarsi come una specie di fabbrica integrata nell ambito della quale avvenivano molte delle lavorazioni proprie della filiera della lana incluse, anche, le operazioni di rifinitura di abiti già usati. Gli addetti a questo ultimo tipo di lavorazione venivano chiamati Offectores. Anche le attività tintorie erano molto sviluppate nella città di Pompei come dimostrato dal ritrovamento, in alcuni locali, di un grande numero di orci e contenitori con residui di materia colorante [29]. Sempre a Pompei nella casa di un certo Minucius, tessitore ma anche gladiatore, dove un lungo ambiente era adibito ad officina tessile, sono stati ritrovati 53 pesi in terracotta, i quali venivano utilizzati per mantenere tesi i fili dell ordito nei telai verticali. Un esemplare di peso per telaio in terracotta arancione (alt. cm 8), di forma troncoconica con lati lisci e foro orizzontale passante, ritrovato nella casa di Iulius Polibius (Pompei, primo secolo d.c.) è mostrato nella figura 23-a. Nella casa della Venere in conchiglia, sono stati recuperati, durante una campagna di scavi del 1953, dei pesi in piombo, di forma troncopiramidale, che presentano nella parte superiore un foro passante (Figura 23-b). Sulla faccia anteriore vi è la scritta eme, su quella posteriore habebis. Il gruppo di 18 pesi era a corredo di un telaio ligneo verticale per la tessitura di cui un tipico esempio, analogo a quello che veniva utilizzato dai greci, è schematicamente illustrato nella figura 23-c [21]. Una fedele riproduzione di questo tipo di telaio verticale, effettuata dai tecnici dell Istituto Statale d Arte Pasquale Panetta di Locri (RC), è 28

29 a) c) Fig. 23: a) Peso per telaio verticale, in terracotta arancione (alt. cm 8), di forma troncoconica con lati lisci e foro passante orizzontale (Pompei, casa di Iulius Polybius primo secolo d.c.); b) pesi in piombo, di forma troncopiramidale, per telaio verticale (Pompei, Casa della Venere in conchiglia primo secolo d.c.) [Rif. 21]; b) c) tipico telaio in legno verticale a pesi pendenti utilizzato dagli antichi romani e in generale nelle regioni del Mediterraneo e del Medio Oriente intorno al 100 d.c. [Rif.11]. 29

30 illustrata nella tavola XVII. Questa opera è conservata nel Museo Nazionale di Locri. Telai, simili a questo, sono tuttora usati in Asia e in Medio Oriente ed in altre regioni dell area Mediterranea per la fabbricazione di tappeti. Tra le rovine della case dell antica Pompei è stato ritrovato un numero veramente cospicuo di fusi, girelli, navette o spolette, in osso, di ottima fattura. I fusi, come si evince dalla tavola XVII erano costituiti da una asticella a sezione circolare con estremità arrotondata nella quale venivano inseriti i dischetti (detti girelli) con il lato convesso decorato da cerchi incisi. Le navette, o spolette avevano una forma ellittica con un foro centrale. Il ritrovamento di questi strumenti dimostra quanto fosse diffusa l attività della filatura e anche della tessitura nelle comuni abitazioni e nelle botteghe artigianali nelle città romane intorno al primo secolo d.c. [21]. c 1 ) Evidenze dell utilizzo della lana in Pompei attraverso lo studio di reperti tessili Durante i lavori di scavo delle città di Pompei, Ercolano e Scafati, distrutte dall eruzione del Vesuvio nel 79 d.c., sono stati recuperati numerosi frammenti di tessuti e manufatti tessili, in stato più o meno degradato, in relazione all entità del processo di carbonizzazione e del tipo di conservazione che essi subirono a seguito di quell evento. Studi morfologici e strutturali condotti su questi frammenti tessili, utilizzando tecniche di microscopia elettronica a scansione (SEM), microscopia ottica (OM) e diffrazione dei raggi X ad alto angolo (WAXS), insieme a metodiche chimiche e chimico-fisiche, hanno permesso di identificare la natura, l origine e la struttura molecolare delle fibre che costituivano i manufatti e risalire anche ai processi tecnologici di filatura e tessitura all epoca utilizzati. La maggior parte dei campioni, frammenti di piccole dimensioni con peso inferiore anche ai 3,0 mg, avendo subito un processo di carbonizzazione più o meno accentuato, si presentavano generalmente di colore nero-bruno ed erano così fragili che al tatto si riducevano in polvere. Pertanto, prima di applicare tecniche di indagine mirate al riconoscimento della natura delle fibre naturali, con cui erano stati realizzati i manufatti di origine e delle relative tecnologie di lavorazione, è stato indispensabile effettuare sui reperti, interventi di consolidamento e di 30

VISITA GUIDATA ALLE NECROPOLI GRECHE (13/03/15)

VISITA GUIDATA ALLE NECROPOLI GRECHE (13/03/15) VISITA GUIDATA ALLE NECROPOLI GRECHE (13/03/15) Taranto fu fondata nel 706 a.c. dai coloni spartani, rendendo schiave le popolazioni indigene locali. Si estendeva dalla penisola del borgo antico fino alle

Dettagli

All interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti COMPLEMENTARI.

All interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti COMPLEMENTARI. Teoria del colore La teoria dei colori Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni

Dettagli

COME SI PRODUCEVA, COSA SI CONSUMAVA, COME SI VIVEVA IN EUROPA

COME SI PRODUCEVA, COSA SI CONSUMAVA, COME SI VIVEVA IN EUROPA Scheda 1 Introduzione Lo scopo di questo gruppo di schede è di presentare alcuni aspetti della grande trasformazione dei modi di produrre, consumare e vivere avvenuta in alcuni paesi europei (Inghilterra,

Dettagli

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Alla fine del 1700 in Inghilterra c è un grande sviluppo dell industria. Gli inventori costruiscono delle macchine per lavorare il cotone. Le macchine fanno in poco tempo e in

Dettagli

CONOSCERE IL PROPRIO CORPO

CONOSCERE IL PROPRIO CORPO CONOSCERE IL PROPRIO CORPO Gli esseri viventi sono fatti di parti che funzionano assieme in modo diverso. Hanno parti diverse che fanno cose diverse. Il tuo corpo è fatto di molte parti diverse. Alcune

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

Associazione Storico Culturale I Cavalieri de li Terre Tarentine

Associazione Storico Culturale I Cavalieri de li Terre Tarentine La Spada a due mani La spada a due mani è l arma principale nei secoli XIV e XV e a riprova di ciò i primi manoscritti di arti marziali occidentali risalenti agli inizi del XV secolo, trattano con più

Dettagli

LA NOSTRA IPOTESI SEMBRA GIUSTA...

LA NOSTRA IPOTESI SEMBRA GIUSTA... LABORATORIO ARCHEOLOGICO DEGLI ALUNNI DI 3 a - 4 a A - 4 a B DELLA Scuola Primaria di Sedegliano Anno Scolastico 2009-2010 LA NOSTRA IPOTESI SEMBRA GIUSTA... Le fotografie sono state scattate nel corso

Dettagli

lo 2 2-1 - PERSONALIZZARE LA FINESTRA DI WORD 2000

lo 2 2-1 - PERSONALIZZARE LA FINESTRA DI WORD 2000 Capittol lo 2 Visualizzazione 2-1 - PERSONALIZZARE LA FINESTRA DI WORD 2000 Nel primo capitolo sono state analizzate le diverse componenti della finestra di Word 2000: barra del titolo, barra dei menu,

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994

2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4.1 Descrizione L uso delle distanze di sicurezza rappresenta un modo per garantire l integrità fisica dei lavoratori in presenza

Dettagli

INCIDENDO LABORATORIO DIDATTICO

INCIDENDO LABORATORIO DIDATTICO INCIDENDO Incidendo è un progetto didattico rivolto alle classi della Scuola Primaria. Si propone di avvicinare il bambino al mondo dell incisione, tecnica artistica che ha radici lontane nel tempo ma

Dettagli

Rispondi alle seguenti domande

Rispondi alle seguenti domande Gli affreschi e i rilievi delle pareti di templi e piramidi raccontano la storia dell antico Egitto. Si potrebbero paragonare a dei grandi libri illustrati di storia. Gli studiosi hanno così potuto conoscere

Dettagli

IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE. Disegno e Storia dell Arte_PATRIMONIO CULTURALE

IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE. Disegno e Storia dell Arte_PATRIMONIO CULTURALE IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE IL PATRIMONIO CULTURALE di solito indica quell insieme di cose, mobili ed immobili, dette più precisamente beni, che per il loro interesse pubblico e il valore storico,

Dettagli

Hoot: confesso: ero da poco iscritto al forum e ancora non sapevo chi fosse. Eppure dalla foto

Hoot: confesso: ero da poco iscritto al forum e ancora non sapevo chi fosse. Eppure dalla foto Palme Progettista: Euro (si, magari ) Manovale: Hoot (ma che manovale!!!!) Hoot: confesso: ero da poco iscritto al forum e ancora non sapevo chi fosse. Eppure dalla foto Euro: SEI UN DELINQUENTE Nico!!!!!

Dettagli

ACCOCCOLIAMOCI. Settore. Tema HOME. Classi PREMESSA. Autori OBIETTIVI MATERIALE SVOLGIMENTO OSSERVAZIONI E SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFIA

ACCOCCOLIAMOCI. Settore. Tema HOME. Classi PREMESSA. Autori OBIETTIVI MATERIALE SVOLGIMENTO OSSERVAZIONI E SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFIA Settore HOME PREMESSA Attività creative Geometria Studio d ambiente Tema Realizzazione di un cuscino ispirato alle opere di Mondrian Classi Quarta elementare Autori Elena Moretti ACCOCCOLIAMOCI OSSERVAZIONI

Dettagli

FONTI DI ENERGIA SFRUTTATE DALL UOMO NELL ANTICHITA

FONTI DI ENERGIA SFRUTTATE DALL UOMO NELL ANTICHITA FONTI DI ENERGIA SFRUTTATE DALL UOMO NELL ANTICHITA Lavoro della classe III H Scuola secondaria di 1 1 grado L. Majno - Milano a.s. 2012-13 13 Fin dall antichità l uomo ha saputo sfruttare le forme di

Dettagli

LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede

LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede Iniziamo il percorso chiedendo a un bambino di consegnarci alcune cose: una gomma, una penna, un capello. Domandiamo a un altro di consegnarci una gioia, una

Dettagli

Archeologia a scuola

Archeologia a scuola Archeologia a scuola Progetto per attività didattiche archeologiche per le scuole primarie e secondarie proposto da: Museo di Archeologia per Roma UNIVERSITA DI ROMA TOR VERGATA Piccoli Archeologi Progetto

Dettagli

Corso di Storia delle Arti visive. 4. Gli Etruschi

Corso di Storia delle Arti visive. 4. Gli Etruschi Corso di Storia delle Arti visive 4. Gli Etruschi 1 Le civiltà classiche: gli Etruschi Il popolo etrusco si era insediato nel territorio corrispondente alle attuali Toscana, Umbria e Lazio intorno al IX

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Anno scolastico 2006-2007 classi 3^ A e 3^B

Anno scolastico 2006-2007 classi 3^ A e 3^B Anno scolastico 2006-2007 classi 3^ A e 3^B Il 31 Ottobre sono venuti a scuola gli esperti della SILEA. Abbiamo sistemato nel cortile della scuola una compostiera per produrre il compost a scuola. OCCORRENTE:

Dettagli

Proposte didattiche del Museo Civico di Pizzighettone

Proposte didattiche del Museo Civico di Pizzighettone Proposte didattiche del Museo Civico di Pizzighettone Il Museo Civico di Pizzighettone è uno fra i più antichi della provincia di Cremona: inaugurato nel 1907 in seguito a donazioni private, dopo il 25

Dettagli

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA La geometria operativa, contrariamente a quella descrittiva basata sulle regole per la rappresentazione delle forme geometriche, prende in considerazione lo spazio racchiuso

Dettagli

COME FARE I CALCHI DELLE MONETE. - di Clive Stannard -

COME FARE I CALCHI DELLE MONETE. - di Clive Stannard - COME FARE I CALCHI DELLE MONETE - di Clive Stannard - La pratica di fare calchi delle monete era molto più diffusa nell ottocento e nei primi decenni del novecento. Le fotografie nei libri classici di

Dettagli

Scoprire la DESTRA e la SINISTRA

Scoprire la DESTRA e la SINISTRA Rif. 20537 CONTENUTO Scoprire la DESTRA e la SINISTRA - 32 schede con cornice blu, con fotografie di un personaggio (16 di fronte e 16 di spalle) con un oggetto alla sua destra o alla sua sinistra. - 1

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Sistema di diagnosi CAR TEST

Sistema di diagnosi CAR TEST Data: 30/09/09 1 di 7 Sistema di diagnosi CAR TEST Il sistema di diagnosi CAR TEST venne convenientemente utilizzato per: - verificare che la scocca di un veicolo sia dimensionalmente conforme ai disegni

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE WD13U ATTIVITÀ 13.30.00 FINISSAGGIO DEI TESSILI, DEGLI ARTICOLI DI VESTIARIO E ATTIVITÀ SIMILARI Aprile 2013 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore VD13U

Dettagli

Interesse, sconto, ratei e risconti

Interesse, sconto, ratei e risconti TXT HTM PDF pdf P1 P2 P3 P4 293 Interesse, sconto, ratei e risconti Capitolo 129 129.1 Interesse semplice....................................................... 293 129.1.1 Esercizio per il calcolo dell

Dettagli

Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters

Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters Nella proiezione di Mercatore la Germania (patria elettiva del geografo) e l Europa si trovano al centro del mondo, sia in senso latitudinale

Dettagli

Il mondo dei materiali

Il mondo dei materiali Il mondo dei materiali Tutti i giorni usiamo moltissimi oggetti che sono fatti di materiali diversi come il legno, la plastica, il ferro, la stoffa. Alcuni materiali si trovano in natura, altri sono stati

Dettagli

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante Esperimenti sulla crescita delle piante unità didattica 1 La candela accesa Durata 60 minuti Materiali per ciascun gruppo - 1 candela - 1 vaso di vetro - 1 cronometro - 1 cannuccia - fiammiferi - 1 pezzo

Dettagli

4. Conoscere il proprio corpo

4. Conoscere il proprio corpo 4. Conoscere il proprio corpo Gli esseri viventi sono fatti di parti che funzionano assieme in modo diverso. Hanno parti diverse che fanno cose diverse. Il tuo corpo è fatto di molte parti diverse. Alcune

Dettagli

Cenni di geografia astronomica. Giorno solare e giorno siderale.

Cenni di geografia astronomica. Giorno solare e giorno siderale. Cenni di geografia astronomica. Tutte le figure e le immagini (tranne le ultime due) sono state prese dal sito Web: http://www.analemma.com/ Giorno solare e giorno siderale. La durata del giorno solare

Dettagli

SCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA.

SCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA. SCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA. La COPERTURATOSCANA, prodotta da COTTOREF, è composta da tre articoli fondamentali: tegole, coppi e colmi, oltre ad una serie di pezzi

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

TECNICA E TATTICA VOLLEY

TECNICA E TATTICA VOLLEY TECNICA E TATTICA VOLLEY Dalla posizione di attesa, e a seconda del tipo di attacco avversario, il muro e la difesa optano per dei cambiamenti di posizione, al fine di rendere più facile la ricostruzione.

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

Gli strumenti della geografia

Gli strumenti della geografia Gli strumenti della geografia La geografia studia lo spazio, cioè i tanti tipi di luoghi e di ambienti che si trovano sulla Terra. La geografia descrive lo spazio e ci spiega anche come è fatto, come vivono

Dettagli

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA VOLUME 1 CAPITOLO 0 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: Terra... territorio...

Dettagli

LA MISURAZIONE DEL CARATTERE

LA MISURAZIONE DEL CARATTERE TPO PROGETTAZIONE UD 03 GESTIONE DEL CARATTERE IL TIPOMETRO LA MISURAZIONE DEL CARATTERE A.F. 2011/2012 MASSIMO FRANCESCHINI - SILVIA CAVARZERE 1 IL TIPOMETRO: PARTI FONDAMENTALI Il tipometro è uno strumento

Dettagli

1.6 Che cosa vede l astronomo

1.6 Che cosa vede l astronomo 1.6 Che cosa vede l astronomo Stelle in rotazione Nel corso della notte, la Sfera celeste sembra ruotare attorno a noi. Soltanto un punto detto Polo nord celeste resta fermo; esso si trova vicino a una

Dettagli

Evoluzione della carta nel corso dei secoli

Evoluzione della carta nel corso dei secoli Evoluzione della carta nel corso dei secoli Introduzione della carta Le prime iscrizioni di cui si ha notizia risalgono a 4.000 anni prima di Cristo. èin Egitto che s inizia a produrre un primo materiale

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Borsa Italia, seconda metà del secolo XVI altezza cm 19, diametro 20 ca. Proprietà: Palazzo Madama - Museo Civico d'arte Antica, 1272/T

Borsa Italia, seconda metà del secolo XVI altezza cm 19, diametro 20 ca. Proprietà: Palazzo Madama - Museo Civico d'arte Antica, 1272/T Borsa Italia, seconda metà del secolo XVI altezza cm 19, diametro 20 ca. Proprietà: Palazzo Madama - Museo Civico d'arte Antica, 1272/T La borsa è in velluto di seta tagliato unito di colore cremisi, ricamata

Dettagli

CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI

CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI VERO FALSO CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI 1. V F Un ipotesi statistica è un assunzione sulle caratteristiche di una o più variabili in una o più popolazioni 2. V F L ipotesi nulla unita

Dettagli

La spirale iperbolica: Fu descritta per la prima volta da Pierre Varignon (1654-1722). L equazione, espressa in coordinate polari, è del tipo:

La spirale iperbolica: Fu descritta per la prima volta da Pierre Varignon (1654-1722). L equazione, espressa in coordinate polari, è del tipo: Esistono delle forme geometriche che sono in grado, per complessi fattori psicologici non del tutto chiariti, di comunicarci un senso d equilibrio, di gradimento e di benessere. Tra queste analizzeremo

Dettagli

Unità di apprendimento semplificata

Unità di apprendimento semplificata Unità di apprendimento semplificata Per alunni con difficoltà di apprendimento, per alunni non italofoni, per il ripasso e il recupero Testo di Amalia Guzzelloni, IP Bertarelli, Milano La prof.ssa Guzzelloni

Dettagli

Guida all uso di Java Diagrammi ER

Guida all uso di Java Diagrammi ER Guida all uso di Java Diagrammi ER Ver. 1.1 Alessandro Ballini 16/5/2004 Questa guida ha lo scopo di mostrare gli aspetti fondamentali dell utilizzo dell applicazione Java Diagrammi ER. Inizieremo con

Dettagli

Classe 2 N Ha adottato il Colombario Costantiniano Con il progetto: Adotta un monumento I professori: Susanna Arganelli Alessandra Primicieli Michele

Classe 2 N Ha adottato il Colombario Costantiniano Con il progetto: Adotta un monumento I professori: Susanna Arganelli Alessandra Primicieli Michele Classe 2 N Ha adottato il Colombario Costantiniano Con il progetto: Adotta un monumento I professori: Susanna Arganelli Alessandra Primicieli Michele Marinaccio Il Colombario Costantiniano è situato nel

Dettagli

Corso base di Fotografia digitale

Corso base di Fotografia digitale Corso base di Fotografia digitale Docente: Sara Anfossi COS È LA FOTOGRAFIA Il termine fotografia ha origine da due parole greche: φῶς (luce) e γραφή (scrittura). Letteralmente quindi fotografia significa

Dettagli

Un Gioco di Bruno Faidutti & Bruno Cathala Da 3 a 5 giocatori.

Un Gioco di Bruno Faidutti & Bruno Cathala Da 3 a 5 giocatori. Un Gioco di Bruno Faidutti & Bruno Cathala Da 3 a 5 giocatori. Materiale 1 mappa di gioco circolare "Marte", divisa in 10 zone. 20 tessere destinazione. 14 tessere risorse. 70 gettoni punteggio. 24 carte

Dettagli

Tra il 1998 e oggi il mondo del web è cambiato ed ha subito una profonda trasformazione

Tra il 1998 e oggi il mondo del web è cambiato ed ha subito una profonda trasformazione SINTESI DELLA RICERCA CIVITA SU WEB E MUSEI CAMPIONE DI RIFERIMENTO DELLA RICERCA Indagine sull offerta : 110 musei italiani selezionati sulla base del criterio geografico e della tipoloia dei musei; 110

Dettagli

Molti di noi ogni mattina fanno colazione con il latte insieme ad altri alimenti.

Molti di noi ogni mattina fanno colazione con il latte insieme ad altri alimenti. Molti di noi ogni mattina fanno colazione con il latte insieme ad altri alimenti. Sappiamo che sono le mucche a donarci il latte, ma come si produce il latte? Qual è il suo ciclo? Ci aiutiamo con delle

Dettagli

FIRESHOP.NET. Gestione del taglia e colore. www.firesoft.it

FIRESHOP.NET. Gestione del taglia e colore. www.firesoft.it FIRESHOP.NET Gestione del taglia e colore www.firesoft.it Sommario SOMMARIO Introduzione... 3 Configurazione iniziale... 5 Gestione delle varianti... 6 Raggruppamento delle varianti... 8 Gestire le varianti

Dettagli

POSTE ITALIANE PRESENTAZIONE DEI FRANCOBOLLI E CARTOLINA POSTALE ORDINARI POSTA ITALIANA. (Roma, 7 luglio 2009)

POSTE ITALIANE PRESENTAZIONE DEI FRANCOBOLLI E CARTOLINA POSTALE ORDINARI POSTA ITALIANA. (Roma, 7 luglio 2009) POSTE ITALIANE PRESENTAZIONE DEI FRANCOBOLLI E CARTOLINA POSTALE ORDINARI POSTA ITALIANA (Roma, 7 luglio 2009) Sono molto lieto di partecipare alla cerimonia di presentazione della nuova serie ordinaria

Dettagli

ENRICO COLOSIMO RESTAURATORE ARCHITETTONICO CONSULENTE RELAZIONE TECNICA SULL INTERVENTO DI RIMOZIONE DELL INTONACO NON ORIGINALE

ENRICO COLOSIMO RESTAURATORE ARCHITETTONICO CONSULENTE RELAZIONE TECNICA SULL INTERVENTO DI RIMOZIONE DELL INTONACO NON ORIGINALE ENRICO COLOSIMO RESTAURATORE ARCHITETTONICO CONSULENTE RELAZIONE TECNICA SULL INTERVENTO DI RIMOZIONE DELL INTONACO NON ORIGINALE PRESENTE ALLE PARETI DECORATE DELLA CAPPELLA GENTILIZIA DI VILLA SIMONETTA.

Dettagli

GUIDA AL CALCOLO DEI COSTI DELLE ATTIVITA DI RICERCA DOCUMENTALE

GUIDA AL CALCOLO DEI COSTI DELLE ATTIVITA DI RICERCA DOCUMENTALE GUIDA AL CALCOLO DEI COSTI DELLE ATTIVITA DI RICERCA DOCUMENTALE L applicazione elaborata da Nordest Informatica e disponibile all interno del sito è finalizzata a fornirvi un ipotesi dell impatto economico

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Dalla roccia al metallo: metallurgia estrattiva

Dalla roccia al metallo: metallurgia estrattiva Dalla roccia al metallo: metallurgia estrattiva http://www.tavolaperiodica.it/metallurgia_estrattiva.html Immaginando in maniera assolutamente fantasiosa e personale che così si sia avuta l intuizione

Dettagli

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi.

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi. Iniziamo con definizione (capiremo fra poco la sua utilità): DEFINIZIONE DI VARIABILE ALEATORIA Una variabile aleatoria (in breve v.a.) X è funzione che ha come dominio Ω e come codominio R. In formule:

Dettagli

GUIDA ALLA RILEVANZA

GUIDA ALLA RILEVANZA GUIDA ALLA RILEVANZA Posizionamento per Rilevanza Suggerimenti per una migliore visibilità su ebay www.egolden.it Vers. 1.1 Questa guida puo essere ridistribuita con l obbligo di non modificarne contenuto

Dettagli

USCITA ALL ARCHIVIO DI STATO

USCITA ALL ARCHIVIO DI STATO USCITA ALL ARCHIVIO DI STATO Mercoledì 18 febbraio 2015, noi alunni della classe II A siamo andati all Archivio di Stato di Assisi. Lì abbiamo incontrato una signora che ci ha invitati a entrare in una

Dettagli

Gli attributi di STUDENTE saranno: Matricola (chiave primaria), Cognome, Nome.

Gli attributi di STUDENTE saranno: Matricola (chiave primaria), Cognome, Nome. Prof. Francesco Accarino Raccolta di esercizi modello ER Esercizio 1 Un università vuole raccogliere ed organizzare in un database le informazioni sui propri studenti in relazione ai corsi che essi frequentano

Dettagli

I sassi. Dal pasticciamento alle prime osservazioni sui sassi

I sassi. Dal pasticciamento alle prime osservazioni sui sassi I sassi Dal pasticciamento alle prime osservazioni sui sassi I bambini, nell angolo del pasticciamento, hanno giocato con i sassi allineandoli per costruire forme di oggetti, elementi fantastici, gli hanno

Dettagli

COME FARE UNA CORDA PER ARCO

COME FARE UNA CORDA PER ARCO COME FARE UNA CORDA PER ARCO Dedicato a tutti gli arcieri che preferiscono costruirsi le proprie corde dell arco, anziché acquistarle pronte in fabbrica. Tenere presente che specie per la prima volta,

Dettagli

CAPIAMO IL "LINGUAGGIO" DELLA norma UNI EN ISO serie 9000

CAPIAMO IL LINGUAGGIO DELLA norma UNI EN ISO serie 9000 CAPIAMO IL "LINGUAGGIO" DELLA norma UNI EN ISO serie 9000 Cosa significa UNI EN ISO serie 9000? Significa che si tratta di norme internazionali, in quanto le norme italiane (UNI) non sono altro che la

Dettagli

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti

Capitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti Capitolo 3 L applicazione Java Diagrammi ER Dopo le fasi di analisi, progettazione ed implementazione il software è stato compilato ed ora è pronto all uso; in questo capitolo mostreremo passo passo tutta

Dettagli

Classificazione. Dispensa per istruttori di primo Livello parte seconda

Classificazione. Dispensa per istruttori di primo Livello parte seconda Classificazione Dispensa per istruttori di primo Livello parte seconda Vittorio Brizzi-2014 Diverse geometrie di archi, diversi grafici Cultura e ambiente nella storia hanno condizionato l evoluzione del

Dettagli

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi.

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. I CIRCUITI ELETTRICI Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. Definiamo ramo un tratto di circuito senza diramazioni (tratto evidenziato in rosso nella

Dettagli

SCHEDA M MOSAICI CLASSIFICARE CON LA SIMMETRIA

SCHEDA M MOSAICI CLASSIFICARE CON LA SIMMETRIA SCHEDA M MOSAICI CLASSIFICARE CON LA SIMMETRIA Qui sotto avete una griglia, che rappresenta una normale quadrettatura, come quella dei quaderni a quadretti; nelle attività che seguono dovrete immaginare

Dettagli

Studio della University of Westminster

Studio della University of Westminster Studio della University of Westminster sull igiene Risultato dello studio del 2009 4 settembre 2009 Studio 2009 della University of Westminster sull igiene Background Lo studio della University of Westminster

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

Il campionamento. La digitalizzazione. Teoria e pratica. La rappresentazione digitale delle immagini. La rappresentazione digitale delle immagini

Il campionamento. La digitalizzazione. Teoria e pratica. La rappresentazione digitale delle immagini. La rappresentazione digitale delle immagini ACQUISIZIONE ED ELABORAZIONE DELLE IMMAGINI Teoria e pratica La digitalizzazione La digitalizzazione di oggetti legati a fenomeni di tipo analogico, avviene attraverso due parametri fondamentali: Il numero

Dettagli

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON La muratura armata rappresenta un sistema costruttivo relativamente nuovo ed ancora non molto conosciuto e le richieste di chiarimenti sulle modalità di

Dettagli

Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004

Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004 Soluzione dell esercizio del 2 Febbraio 2004 1. Casi d uso I casi d uso sono riportati in Figura 1. Figura 1: Diagramma dei casi d uso. E evidenziato un sotto caso di uso. 2. Modello concettuale Osserviamo

Dettagli

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO GEOGRAFIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Paesaggio Capire che cos è la geografia e di che cosa si occupa. Saper distinguere tra geografia fisica e umana. Capire il mondo in cui viviamo attraverso le

Dettagli

Codici ed affreschi. Questa chiesa rupestre merita un approfondimento e una pubblicazione monografica.

Codici ed affreschi. Questa chiesa rupestre merita un approfondimento e una pubblicazione monografica. Codici ed affreschi. Alcuni studiosi della storia dell arte hanno accennato alla possibilità di uno stretto contatto tra codici miniati ed affreschi. Qui presentiamo un caso significativo: un particolare

Dettagli

UN ALFABETO MISTERIOSO

UN ALFABETO MISTERIOSO UN ALFABETO MISTERIOSO Oggi in classe i bambini hanno trovato una strana iscrizione sulla lavagna: Mattia, il più studioso, riconosce subito i simboli della scrittura utilizzata nell antico Egitto: il

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

Corso di laurea in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali a.a. 2003-2004 INTRODUZIONE ALLA STATISTICA DESCRITTIVA

Corso di laurea in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali a.a. 2003-2004 INTRODUZIONE ALLA STATISTICA DESCRITTIVA Corso di laurea in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali a.a. 2003-2004 INTRODUZIONE ALLA STATISTICA DESCRITTIVA Prof. Stefania Funari Parte I TERMINOLOGIA STATISTICA e CONCETTI INTRODUTTIVI

Dettagli

I giochi delle Gioc-Arte

I giochi delle Gioc-Arte I giochi delle Gioc-Arte Giochi basati sulla capacità di osservazione e di attenzione. Indovina l opera Numero di giocatori: da 2 a tutta la classe. Ognuno col suo mazzo, o una parte di esso, senza le

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

S-TRAINER v.1.00 Esempio d uso

S-TRAINER v.1.00 Esempio d uso S-TRAINER v.1.00 Esempio d uso S-TRAINER v.1.00, ovvero il software per la pianificazione e la gestione dell allenamento sportivo. Andiamo a scoprire le potenzialità di questo nuovo software ideato da

Dettagli

Gli oggetti di plastica. Abilità interessate Conoscenze Nuclei coinvolti Collegamenti esterni Decodificare informazioni di tipo grafico.

Gli oggetti di plastica. Abilità interessate Conoscenze Nuclei coinvolti Collegamenti esterni Decodificare informazioni di tipo grafico. Gli oggetti di plastica Livello scolare: 1 biennio Abilità interessate Conoscenze Nuclei coinvolti Collegamenti esterni Decodificare informazioni di tipo grafico. Funzioni lineari. Pendenza di una retta.

Dettagli

Ragionamento spaziale visivo e percezione

Ragionamento spaziale visivo e percezione 2 Ragionamento spaziale visivo e percezione Serie e analogie figurali! In alcune batterie di test psicoattitudinali sono ampiamente rappresentati i quesiti che propongono un elenco di figure: in alcuni

Dettagli

Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza

Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza MICHELE VINCI Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza Collana Calcolo di edifici in muratura (www.edificiinmuratura.it) Articolo 2 Ottobre 2013 Bibliografia:

Dettagli

Uso di base delle funzioni in Microsoft Excel

Uso di base delle funzioni in Microsoft Excel Uso di base delle funzioni in Microsoft Excel Le funzioni Una funzione è un operatore che applicato a uno o più argomenti (valori, siano essi numeri con virgola, numeri interi, stringhe di caratteri) restituisce

Dettagli

Belowthebiz idee in rete

Belowthebiz idee in rete Le 5 forze di Porter Nella formulazione di una strategia un passo fondamentale è la definizione e lo studio delle principali caratteristiche del settore in cui si opera. Lo schema di riferimento più utilizzato

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

DICHIARAZIONE TESTIMONIALE. Io sottoscritto Cognome Nome, nato a Città il giorno/mese/anno e residente in città in indirizzo DICHIARO

DICHIARAZIONE TESTIMONIALE. Io sottoscritto Cognome Nome, nato a Città il giorno/mese/anno e residente in città in indirizzo DICHIARO Io sottoscritto Cognome Nome, nato a Città il giorno/mese/anno e residente in città in indirizzo DICHIARO Che il giorno/mese/anno mi trovavo in qualità di trasportato sull autovettura marca modello targata

Dettagli

Analisi della domanda

Analisi della domanda CASESTUDY E UNA PICCOLA IMPRESA (8 ADDETTI) NELL HINTERLAND MILANESE OPERA NEL SETTORE DELLA COSMESI PRODUCE DUE PRODOTTI: CREMA PER IL VISO E CREMA PER IL CORPO SI E CREATA UNA NICCHIA DI MERCATO DOVE

Dettagli

ALLA SCOPERTA DEL GLUTINE DAL CHICCO AL PANE

ALLA SCOPERTA DEL GLUTINE DAL CHICCO AL PANE Istituto Comprensivo Europa di Faenza - Scuola Media Europa - Classe 1ª C Docente coordinatore: Pia Molinari ALLA SCOPERTA DEL GLUTINE DAL CHICCO AL PANE 205 ISOLAMENTO DEL GLUTINE RELAZIONE DELL ESPERIMENTO

Dettagli

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile Dr. Giacomo Gelmi Che cosa è una macchina utensile? E uno spazio fisico in cui si collocano, sostenuti da adeguate strutture ed in posizioni

Dettagli

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 I CODICI 1 IL CODICE BCD 1 Somma in BCD 2 Sottrazione BCD 5 IL CODICE ECCESSO 3 20 La trasmissione delle informazioni Quarta Parte I codici Il codice BCD

Dettagli

Le attività umane. Mondadori Education

Le attività umane. Mondadori Education Le attività umane L economia di uno Stato comprende le risorse naturali e le attività lavorative praticate dai suoi cittadini. L economia è divisa in tre settori: primario, secondario, terziario. Il settore

Dettagli

GHPPEditor è un software realizzato per produrre in modo rapido e guidato un part program per controlli numerici Heidenhain.

GHPPEditor è un software realizzato per produrre in modo rapido e guidato un part program per controlli numerici Heidenhain. *+33(GLWRU GHPPEditor è un software realizzato per produrre in modo rapido e guidato un part program per controlli numerici Heidenhain. Il programma si basa su un architettura di tasti funzionali presenti

Dettagli

Il rischio cancerogeno e mutageno

Il rischio cancerogeno e mutageno Il rischio cancerogeno e mutageno Le sostanze cancerogene Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato

Dettagli