Il Ruolo degli Enti locali nel quadro degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Giuseppe (Beppe) Gamba Kyoto Club - GdL Enti Locali
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1 Il Ruolo degli Enti locali nel quadro degli obiettivi del Protocollo di Kyoto Giuseppe (Beppe) Gamba Kyoto Club - GdL Enti Locali
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6 PROBLEMATICHE ENERGETICHE ECONOMICHE ED AMBIENTALI SCENARI INTERNAZIONALI DIPENDENZA ENERGETICA E destinata ad aumentare: nell Ue si passerà dal 50% al 70% nel 2030 se non verranno presi provvedimenti seri e strutturali. (In Italia supera l 80%) ASPETTI AMBIENTALI Anche le emissioni di gas serra nell Ue sono in aumento, il che rende ancora più difficile far fronte al cambiamento climatico ed assolvere gli impegni di Kyoto COSTO DELL ENERGIA Il Problema energetico è un problema economico e politico QUALI STRATEGIE ADOTTARE Si può influire sulle condizioni dell offerta di energia fossile da importazione, ma si può intervenire sul lato domanda, promuovendo risparmi energetici nel settore degli edifici ed in quello dei trasporti su quello della produzione decentrata, soprattutto da rinnovabilii
7 PROBLEMATICHE ENERGETICHE ECONOMICHE ED AMBIENTALI SCENARI NAZIONALI E LOCALI DIPENDENZA ENERGETICA Gli effetti sono evidenti fin da oggi: crisi imprevedibile nell importazione del gas che rende fragile il nostro sistema energetico ASPETTI AMBIENTALI Le emissioni nei centri urbani superano i limiti di attenzione: il contributo degli edifici è evidente. E in estate il problema delle isole di calore. COSTO DELL ENERGIA Nel 2005 il costo dell energia è aumentato più del 14%, prosegue il rally dei prezzi internazionali e delle FER QUALI STRATEGIE ADOTTARE Esistono tecnologie per contenere in modo evidente i consumi sia sui nuovi edifici che su quelli esistenti. Ed esistono anche i presupposti economici favorevoli. Per accelerare il processo di riqualificazione sono necessarie azioni politiche mirate.
8 L Energia nelle politiche locali (1) - Promozione delle fonti rinnovabili: eolico, biomasse, solare termico e fotovoltaico, mini-idro, Green Pricing Obiettivi EU 12-20/25% EELL (?) Efficienza nella produzione, trasporto e distribuzione dell energia: produzione distribuita, cogenerazione, teleriscaldamento e teleraffrescamento, reti di distribuzione locale; Obiettivo (?) Efficienza negli usi finali: gestione del patrimonio edilizio, illuminazione pubblica, trasporti pubblici, GPP, accordi volontari con distributori ed ESCO Obiettivo 35-50%(?) (Decreti Ministeriali 20 luglio 2004);
9 L Energia nelle politiche locali (2) Edilizia privata: Integrazione energia nei Regolamenti edilizi comunali, Certificazione degli edifici, standard di efficienza o rendimento energetico, obbligo del solare termico e del risparmio idrico, misure di incentivazione e promozione (Dlsg 192/05 e direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia); Obiettivo 40-60%(?) Formazione, sensibilizzazione ed educazione;
10 DA EMERGENZA AD OPPORTUNITA NUOVE STRATEGIE Investire su edifici che consumano meno energia conviene e trasformare una emergenza (quella energetica) in una opportunità di crescita dell intero comparto edilizio rappresenta un processo che si evolve nella direzione di una sostenibilità economica oltre che ambientale. Si possono costruire edifici che consumano dal 40 al 60% in meno rispetto agli standard attuali, con incrementi minimi dei costi I sovraccosti sono contenuti: dal 2% al 4% in più sul costo di costruzione. Le esperienze dei Regolamenti Edilizi hanno dimostrato che i sovraccosti delle migliori prestazioni non incidono sul costo di vendita.
11 Gli interventi nell edilizia Gli Interventi di miglioramento dell involucro hanno consentito di migliorare la qualità energetica degli edifici che sono passati dalla classe di efficienza energetica D alla classe B Dopo Prima Con una riduzione delle dispersioni del 35 % Classe B (48 kwh/m 2 anno)
12 L Energia nelle politiche locali (3) Le politiche correlate: 1. Pianificazione urbanistica e uso del suolo (definizione del modello insediativo); 2. Gestione del trasporto locale e della mobilità; 3. Gestione dei servizi idrici integrati e dei rifiuti; 4. Qualità dell aria (efficienza nell uso dei combustibili e carburanti, efficienza produzione e uso energia, ecc.) 5. Politiche integrate di prodotto, (GPP, promozione dell ecodesign, uso di nuovi prodotti, filiere corte,..) 6. Sviluppo economico locale, agricoltura, turismo, formazione ed educazione, cultura
13 L Energia nelle politiche locali (4) La P.A. Locale come consumatore: Ruolo dell ENERGY manager e del MOBILITY manager aziendale 1. Gestisce il parco edilizio pubblico e le reti di illuminazione pubblica (Inquinamento luminoso leggi regionali) 2. Gestisce uffici e servizi al pubblico; 3. Acquista beni e servizi in quantità rilevanti (17% PIL); 4. Organizza (deve organizzare) la mobilità dei suoi dipendenti in connessione con la mobilità generale casa-lavoro; 5. Ha la titolarità di appalti per opere pubbliche e concessione di servizi.
14 L Energia in Comune La politica insediativa, il PRGC o PS il Regolamento Edilizio integrato Il Piano Energetico Comunale e/o Il Piano d Azione per il Clima (Agenda 21 locale) L Amministrazione come consumatore (GPP, gestione del parco immobiliare pubblico e del parco auto, Energy manager e mobility manager) La politica dei trasporti, dei rifiuti, delle risorse idriche, della casa Il Piano comunale dell Illuminazione pubblica Appalti di opere e concessione dei servizi
15 L Energia in Provincia Il Piano Territoriale di coordinamento integrato (Indicatori e target energetici ed emissivi) Il Piano o programma energetico provinciale (Verso Kyoto): promozione e norme Regolamenti edilizi tipo Concertazione con il territorio (Comuni, costrutori, imprese) Controllo sull efficienza energetica degli impianti termici L Amministrazione provinciale come consumatore (GPP, gestione del parco immobiliare pubblico e del parco auto, Energy manager e mobility manager) Promozione e coordinamento azione EELL minori
16 Il Piano Comunale per il Clima Il Bilancio energetico e delle emissioni Gli scenari energetici con obiettivi quantificati Il Piano di indirizzo (integrazione orizzontale) Il Piano d azione
17 Il Piano d Azione per il Clima 1. Strategie di gestione del patrimonio edilizio di proprietà 2. Regolamentazione degli edifici a basso consumo 3. Riqualificazione dei sistemi di illuminazione pubblica 4. Interventi per la mobilità sostenibile 5. Integrazione e coordinamento con pianificazione territoriale e urbanistica 6. Integrazione con le altre politiche settoriali 7. Attività di informazione e formazione 8. Interventi strumentali e finanziari 9. Promozione e sostegno all azione dei Comuni (Le politiche sovracomunali)
18 Gli obiettivi di politica energetica nel Piano d Azione - Agenda 21 locale Sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili nei processi di produzione energetica. Obiettivi di Riduzione delle emissioni climalteranti, associate al bilancio energetico locale (trasporto e mobilità, usi civili, industria e servizi). Riduzione dei costi e degli impatti ambientali (locali) associati alla produzione e ai consumi di energia. Incremento dell efficienza negli usi finali, qualità della progettazione in edilizia e regolamenti edilizi comunali, illuminazione pubblica, diffusione dei prodotti e delle apparecchiature a basso consumo. Titoli di Eff. En. Emission Trading (?) Attuazione delle competenze amministrative e avvio di azioni positive mirate alla promozione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica.
19 Indagine sui processi di Agenda 21 Locale in Italia, Marzo 2006 (*): 1. Dopo l entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni climalteranti sono entrate d impeto nei Forum e nei Piani d Azione - Agenda 21 locale. 2. Nei 321 Comuni che hanno attivato l Agenda 21, il 50% dei casi considera l energia un tema prioritario 3. Il 67% dei tavoli di lavoro dei Forum partecipativi si occupa di Energia 4. I progetti di attuazione dei Piani d Azione-Agenda 21 riguardano nel 50% dei casi l uso efficiente dell energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili (*) Indagine a cura del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane (A21Italy.org)
20 Gli Aalborg Commitments (1) 3 Risorse Naturali Comuni. Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione, la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse naturali comuni. Lavoreremo per: 1. Ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabilie pulite 5. Migliorare la qualità dell aria
21 Gli Aalborg Commitments (2) 4. Consumo Responsabile e Stili di Vita. Ci impegniamo ad adottare e a incentivare un uso prudente ed efficiente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibile. Lavoreremo per: 1. Prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e incrementare il riuso e il riciclaggio. 3. Evitare i consumi superflui e milgiorare l eficinza energetica
22 Gli Aalborg Commitments (3) 5 Pianificazione e Progettazione Urbana Lavoreremo per: 2. Prevenire una espansione urbana incontrollata, ottenendo densità urbane appropriate e dando la precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. 5. Applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità
23 Gli Aalborg Commitments (4) 6. Migliore Mobilità, Meno Traffico Lavorare per: 1. Ridurre la necessità del trasporto motorizzato privato e promuovere alternative valide e accessibili 2. Incrementare la quota di spostamenti effettuati tramite i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta 3. Promuovere ul passaggio a veicoli a basse emissioni 4. Sviluppare un piano di mobilità urbana integrato e sostenibile
24 Gli Aalborg Commitments (5) 10. Da Locale a Globale. Ci impegniamo a farci cari-co delle nostre responsabilità per conseguire pace, giustizia, equità, sviluppo sostenibile e protezione del clima per tutto il Pianeta sviluppare e applicare strategie integrate per la riduzione dei cambia-menti climatici, e adoperarsi per raggiungere un livello sostenibile di emissioni di gas serra. 2. Considerare il ruolo centrale della protezione del clima nei settori dell energia, dei trasporti, degli appalti, dei rifiuti, dell agricoltura e della forestazione; 3. Diffondere la consapevolezza delle cause e delle probabili conseguenze dei cambiamenti climatici, e integrare azioni di prevenzione nelle nostre strategie per la protezione del clima...
25 Sperimentazione dell ET negli EELL: le premesse Il Protocollo di Kyoto consente meccanismi costo-efficienti come lo scambio di quote di emissioni di gas serra Emissions Trading
26 La normativa La Direttiva 2003/87/CE istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, stabilisce l obbligo per gli impianti dei settori maggiormente responsabili delle emissioni di CO 2 di limitare le emissioni secondo quote attribuite dai Piani Nazionali di Assegnazione.
27 Il futuro della norma Esistono altri soggetti interessati a partecipare al mercato delle emissioni, tra gli altri gli Enti locali (Comuni e Province) In termini di emissione di gas serra la gestione di un Ente locale medio è equivalente a un impianto di produzione energetica con potenza di 20 MW
28 I risultati attesi Le regole e le condizioni economiche che rendono possibile da parte degli EELL l uso dei meccanismi di Emission Trading e l accesso al mercato Le caratteristiche dei certificati generabili e dei mercati di scambio Livello del valore di scambio delle quote anche in relazione al livello dei costi marginali di abbattimento
29 Le opportunità Comuni e Province possono trovare nei meccanismi di scambio importanti opportunità: Finanziamento degli interventi di riduzione delle loro emissioni Contenere i costi di eventuali futuri interventi obbligatori Ridurre la bolletta energetica dei loro servizi
30 Le politiche energetiche locali (1) La partecipazione degli EELL alle politiche di energetiche locali e generali: 1. non ha un valore esclusivamente quantitativo, 2. Di risparmio sulla Bolletta energetica dell Ente 3. o di co-finanziameno degli investimenti (ETS)
31 Le politiche energetiche locali (2) Liniziativa degli EELL può assumere il senso strategico di una politica volta a: promuovere la riduzione delle emissioni nella comunità agire da centro di aggregazione delle iniziative di soggetti singoli (residenziale, terziario e PMI), es. GRUPPI DI ACQUISTO attrezzature e soluzioni gestionali
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