A CHE PUNTO SIAMO? incontro del 18/06/2013
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- Eugenia Marrone
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1 A CHE PUNTO SIAMO? incontro del 18/06/2013 L incontro ha approfondito il tema del minore tra i servizi sociali e sanitari ed il territorio: i servizi, organizzazione e prassi di intervento. Il territorio, le agenzie del territorio, il volontariato e la comunità solidale. L approfondimento del tema dell incontro è preceduto dall intervento del Garante regionale per l infanzia e l adolescenza teso a riprendere alcuni contenuti di natura giuridica: Nomina del tutore: il tutore può essere nominato dal Giudice tutelare e dal Tribunale per i minorenni (la nomina dipende anche dagli orientamenti/consuetudini proprie delle singole autorità giudiziarie). Si è aperto un dibattito sull esistenza di un conflitto di interessi quando la tutela sia stata posta in capo al Comune. Su questo punto la Corte Costituzionale si è espressa nel senso di affermare la mancanza di conflitto di interesse. Può esistere invece diversità di opinione fra tutore e equipe tecnica responsabile del progetto di intervento sul minore. Quando il tutore risponde del comportamento pregiudizievole/che arreca danno adottato dalla persona di minore età che ha in tutela? Il tutore non ne risponde direttamente a meno che il tutore non lo ospiti ed il comportamento pregiudizievole/che arreca danno avvenga durante l ospitalità. Trattamento sanitario obbligatorio: il tutore deve informare il minore circa la necessità di attuare il trattamento sanitario in modo che il minore possa esprimere il suo consenso informato. Il tutore deve favorire il diritto all ascolto del minore, tenuto conto dell età ( progressivamente con la sua crescita) e della sua capacità di discernimento (processo di maturazione personale). Il Garante conclude il suo intervento preannunciando che inviterà i Giudici
2 tutelari e quelli del Tribunale per i minorenni il 1à ottobre in occasione dell ultimo incontro del corso di formazione al fine di favorire la conoscenza reciproca fra magistrati e aspiranti tutori volontari. Nel corso dell incontro la Dr.ssa Daniela Scrittore, responsabile delle politiche familiari del Comune di Reggio Emilia, rappresenta l attività svolta dal servizio sociale del suo territorio nell ambito dell attività di tutela/protezione, nell ambito della promozione del lavoro a sostegno della comunità (volontariato, famiglie affidatarie..) e nella collaborazione con il servizio sanitario (integrazione socio-sanitaria), caratterizzata non da contrapposizione istituzionale ed operativa, ma da ricomposizione a fronte della opportuna e costruttiva differenza di competenze tecnico-istituzionali e organizzative. Successivamente il Dr. Carlo Passarelli, responsabile dell area integrazione socio-sanitaria dei consultori familiari dell AUSL di Bologna, ha descritto brevemente la storia della collaborazione fra le due aree che all inizio degli anni 70 appartenevano ad uno stesso sevizio materno-infantile caratterizzato da un lavoro integrato sia sul piano istituzionale che tecnico-operativo. Dopo il 2000 con il ritiro da parte del Comune delle deleghe per quanto riguarda la protezione sui minori i due servizi si sono separati e oggi sono attive varie modalità di collaborazione fra servizio sociale (per quanto riguarda promozione-valutazione e intervento sul contesto familiare e comunitario) e sanitario (consultori familiari per quanto riguarda valutazioni-interventi sulla funzione genitoriale e neuropsichiatria infantile per quanto riguarda la diagnosi e cura di patologie e/o gravi disagi espressi da minori). Tale organizzazione evidenzia rischi di frammentazione (vedi lg.r.14/08): Equipes territoriali integrate a livello dei singoli quartieri (discussione casi) Unità di valutazione multiprofessionale a livello centrale (discussione di problematiche/casi complessi e/o economicamente onerosi) Nei casi dove è opportuno vengono attivate collaborazione con il Centro di Salute Mentale, il SERT e l U.O.S. (struttura centrale di psicopatologia dell età evolutiva).
3 Nel corso della mattinata si è ripresa e completata la riflessione sull ascolto competente che deve caratterizzare l incontro fra il tutore volontario e i minori di cui si dovrebbe occupare attraverso l analisi di un caso di 2 fratelli in situazione di maltrattamento portato dalla Dr.ssa Gloria Soavi. La discussione in aula ha permesso di ragionare sulla situazione con la guida dello strumento della griglia a domande che riporto di seguito: Cosa pensate che succeda? Come si inserisce il tutore volontario? Con chi prende contatti inizialmente? Quali azioni compie? Quali diritti deve far rispettare? Conosce i bambini? Se sì in quale fase? Come si potrebbe svolgere un incontro con i bambini Come procede il suo compito? Secondo voi con che fasi? Prende i contatti con la Magistratura? In che modo vigila sulla situazioni? Che tipo di valutazioni fa? Con chi collabora? Si è così evidenziato 1. che l ascolto competente deve tenere conto delle emozioni di chi ascolta: impotenza dolore - rabbia confusione iperattivazione.. E importante il confronto con gli altri professionisti della rete 2. e come si fa ad ascoltare? Parole-chiave Accogliere Rinforzare Rassicurare Sostenere Proteggere Stimolare fiducia
4 Tutti questi aspetti sono stati ripresi dalla Dr.ssa Dina Galli nel suo intervento sul diritto all ascolto del minore soggetto a procedimento civile, amministrativo e penale, nel quale ha specificato i significati diversi della funzione di ascolto a seconda dell ambito di riferimento: giuridico: partecipazione attiva al procedimento che lo riguarda psicologico: sintonizzarsi con i suoi bisogni intimi, raccogliere opinioni, bisogni e vissuti; psico-sociale ed educativo: accogliere il bisogno di capire la sua situazione, la sua storia e la sua idea di futuro affettivo: ascoltare il suo bisogno di amore, di educazione, i suoi interessi, ecc. Nel pomeriggio le relatrici Gemma Mengoli e Lucia Chinni hanno presentato la situazione dei minori stranieri non accompagnati sia per quanto riguarda la rilevazione e gestione del fenomeno a livello nazionale e regionale (e le principali linee di politica sociale e di intervento stabilite) sia per quanto concerne la predisposizione ed organizzazione di servizi a livello locale in riferimento all esperienza attuata dall Asp Irides Comune di Bologna. Nell ambito della discussione conseguente agli interventi particolare attenzione è stata rivolta ai compiti che il tutore volontario deve assolvere verso il minore non accompagnato: - Firma tutte le autorizzazioni che prevedono un assunzione di responsabilità giuridica inerenti il ragazzo (es. il provvedimento di collocamento in comunità o in affidamento famigliare,eventuali esami clinici invasivi, cure sanitarie straordinarie, interventi chirurgici, gite scolastiche, autorizza il trattamento dei dati e delle immagini,ecc ) i cui tempi di attuazione a volte sono strettissimi. - Si confronta con il Servizio Sociale sui casi più complessi - Riceve tutte le relazioni inviate all Autorità Giudiziaria - Incontra i ragazzi nelle situazioni più difficili A conclusione della giornata emerge che il tutore volontario: mette a disposizione la sua competenza è un adulto attento e un alleato protettivo è un adulto che offre uno spazio di ascolto empatico è un adulto che offre e rinforza modelli di relazione positivi è un adulto che garantisce i diritti si inserisce in una rete di tutela condivide e stimola il progetto di aiuto lavora insieme ai professionisti dell equipe si confronta sui tempi e modi dell incontro con il minore laddove è opportuno concorda i contenuti dell incontro/i con il minore esplicita al minore le proprie funzioni e la collaborazione con l equipe si adopera a favore del minore sulla base di ciò che a lui serve e non sulla base di ciò che a lui piace è consapevole di svolgere un ruolo sostitutivo della funzione genitoriale
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