UNITA DIDATTICA 11 CARLO MAGNO E LA FONDAZIONE DEL SACRO ROMANO IMPERO

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1 UNITA DIDATTICA 11 CARLO MAGNO E LA FONDAZIONE DEL SACRO ROMANO IMPERO Il monachesimo Agli inizi del VI secolo, Benedetto da Norcia, si ritirò nel monastero di Montecassino, dove organizzò i monaci secondo una Regola, destinata in seguito a diventare norma di vita per tutte le comunità di monaci dell'occidente. Il precetto fondamentale dei monasteri benedettini fu espresso dal motto prega e lavora. In ogni convento, oltre alle ore dedicate alla preghiera e alla meditazione, i monaci si occupavano anche di lavorare le terre circostanti e praticavano l'arte degli «amanuensi», cioè copiavano a mano i testi degli scrittori cristiani e quelli degli antichi poeti e prosatori romani. Nel 568 una nuova invasione germanica si abbatté sull'italia: quella dei Longobardi, partiti dalla pianura ungherese sotto la guida di Alboino. Essa causò la rottura dell unità politica della penisola italiana, il cui territorio rimane diviso in due parti: 1) restarono in possesso dei Bizantini quasi tutte le regioni costiere e le isole, il ducato romano e quello napoletano; 2) i Longobardi occuparono l'italia settentrionale, la Toscana e i vasti ducati di Spoleto e Benevento nell'italia centro-meridionale. Benedetto da Norcia Prega e lavora L invasione dei Longobardi Poco dopo il 600, sotto il re Agilulfo, i Longobardi, che erano ariani, si convertirono, non senza forti contrasti, al cattolicesimo. La prima raccolta di leggi scritte longobarde fu pubblicata dal re Rotari nel 643, col titolo di Editto di Rotari. Nell'Editto sono previste pene molto più gravi per le offese fatte agli uomini liberi, che per quelle fatte ai servi; d'altra parte si tenta di sostituire il barbarico diritto di vendetta (faida) con un compenso in denaro (guidrigildo). Il papa Gregorio Magno ebbe enorme influenza per la conversione dei Longobardi al cattolicesimo. Per suo merito, il prestigio del vescovo di Roma (il papa) crebbe enorme- Editto di Rotari Papa Gregorio Magno 91

2 mente. A Roma tutti cominciarono a rivolgersi per aiuto e consiglio al papa, invece che al governatore politico della città, il duca bizantino nominato da Costantinopoli, Gregorio, del resto, usò ogni mezzo per alleviare le pene e le miserie del popolo romano e per risollevare la città dai danni subìti in conseguenza degli assalti e dei saccheggi dei Visigoti e dei Vandali. Inoltre fu la sola autorità che, con il suo prestigio, riuscisse a proteggere la città dai Longobardi: egli concludeva le tregue, provvedeva al riscatto e allo scambio dei prigionieri, faceva costruire opere di difesa, si curava dell'approvvigionamento della città. Insomma, egli cominciò ad esercitare un'autorità non più soltanto spirituale, ma anche temporale, cioè politica, simile a quella di un sovrano I Franchi Tra la fine del secolo V e l'inizio del secolo VI d. C. la popolazione germanica dei Franchi, sotto la guida di Clodoveo, appartenente alla stirpe dei Merovingi, occupò la maggior parte dell'antica Gallia romana (l'odierna Francia). La conversione di Clodoveo al cattolicesimo facilitò l'accordo e la fusione fra i Franchi invasori e la popolazione gallo-romana. Tuttavia, secondo la concezione germanica, il regno si identificava con il patrimonio personale del re. Così, alla morte di Clodoveo, lo Stato franco fu spartito fra i suoi figli, tra i quali subito scoppiarono forti rivalità. Il lungo periodo di guerre civili che ne seguì indebolì sempre di più la dinastia merovingia, a vantaggio degli altri capi franchi e dei più grandi proprietari terrieri del paese. Nel 751 il papa autorizzò la deposizione dell'ultimo re della dinastia merovingia e l'elevazione al trono del potente maestro di palazzo Pipino, figlio di Carlo Martello, il capostipite della dinastia carolingia, che aveva sconfitto e fermato gli Arabi a Poitiers. I Franchi 92

3 Nell'anno 773 il figlio di Pipino, Carlo Magno, succeduto al padre sul trono, discese in Italia e sconfisse il re dei Longobardi Desiderio. Cessò così il dominio longobardo in Italia, al quale si sostituì quello di Carlo Magno e dei Franchi. Il regno di Carlo Magno e quello del figlio Ludovico il Pio furono caratterizzati da una rinascita della cultura latina, dell'arte e della scuola, che prese il nome di «rinascita carolingia». Re Carlo, figlio di Pipino il Breve e nipote di Carlo Martello, fu l'originale costruttore di un impero, l'impero carolingio, che si estese su gran parte dell'europa centro-occidentale e sull'italia del nord. Erede della politica dei suoi avi, egli condusse una serie di vittoriose campagne militari contro i Sassoni, gli Avari, gli Arabi di Spagna, che gli permisero di controllare direttamente un territorio molto esteso, in gran parte abitato da popolazioni cristiane. Da questo grande successo politico e militare nacque l'idea di ridar vita ad un impero che almeno retoricamente doveva riallacciarsi alla grande tradizione dell'antica Roma e che, nella mente dei pontefici romani, avrebbe dovuto essere soprattutto una comunità spirituale di credenti, nata dal disegno della provvidenza divina di cui re Carlo era stato il devoto esecutore. Anche se il sovrano franco non poteva certo condividere questa visione etico-religiosa che finiva con l'assegnare una funzione preminente all'autorità ecclesiastica, nella notte di Natale dell'anno 800 il papa Leone III gli impose in Roma il diadema imperiale creandolo sovrano di quel sacro romano impero entro il quale la cristianità occidentale doveva ricostruire la sua realtà istituzionale ed economica. Il nuovo impero, che nelle intenzioni si ispirava all'impero romano, in realtà nulla aveva a che fare col suo modello ideale, perché mentre l'impero di Roma aveva il suo naturale centro sul Mediterraneo, l'impero carolingio era spostato verso l'europa centro-occidentale e la sua economia era del tutto agricola. L'età carolingia fu contrassegnata da una ripresa culturale voluta dallo stesso Carlomagno; la cultura del tempo, monopolio dei sacerdoti, contri- Carlo Magno La rinascita carolingia Il sacro romano impero 93

4 buì in modo determinante a fornire l'impero di una classe dirigente sempre meno rozza, e la Scuola palatina, voluta proprio dal sovrano, costituì il centro promotore di questa ripresa. Nell'epoca carolingia tutta la vita economica era accentrata nelle grandi proprietà terriere, le ville, che bastavano a se stesse. Il commercio era poco sviluppato e dal possesso della terra dipendeva non solo il potere economico, ma anche quello politico. Gli imperatori organizzarono il loro dominio concedendo terre di loro proprietà in beneficio (feudi) ai nobili in cambio di servizi, e sviluppando tra i sudditi legami di fedeltà personale (vassallaggio). Le concessioni di feudi, tuttavia, aumentarono la potenza dell'aristocrazia franca e dei grandi signori di terre ai danni della monarchia. Già subito dopo la morte di Carlo Magno l'impero entrò in crisi: Ludovico il Pio dovette lottare contro gli stessi suoi figli, i quali finirono con lo spartirsi il territorio fra di loro. Nell'877 i feudatari maggiori ottennero dall'imperatore Carlo il Calvo, col Capitolare di Kiersy, il riconoscimento della ereditarietà dei loro feudi. Le guerre civili indebolirono i Carolingi proprio quando, dovevano essere più forti, per affrontare delle nuove invasioni: di Ungari, di Saraceni, soprattutto di Normanni. L'impotenza dei sovrani a respingere gli assalti dei nemici accrebbe, invece, l'autorità dei grandi signori, che erano in grado più del re di organizzare la difesa dei loro territori. Quando l'ultimo imperatore carolingio, Carlo il Grosso, fu spodestato da un'assemblea di nobili (887) l'impero era già spezzettato in una moltitudine di feudi, più o meno grandi. Le ville I feudi Frantumazione dell impero 94

5 Test 1. La prima raccolta di leggi scritte longobarde fu pubblicata dal re Rotari nel 643, col titolo di: a) Editto longobardo. b) Editto di Rotari. c) Legge di Rotari. 2. Clodoveo, re dei Franchi, apparteneva alla stirpe dei: b) Merovingi. c) Capetingi. d) Capuleti. 3. Nell'epoca carolingia tutta la vita economica era accentrata nelle grandi proprietà terriere, che bastavano a se stesse e che si chiamavano: a) Città. b) Ville. c) Villaggi. 95

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