L I.G.M.R. spiega molto bene che la Messa è costituita da due parti: 1) la Liturgia della Parola; 2) la Liturgia Eucaristica.
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- Fabriciano Romeo
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1 LA MESSA E LE SUE PARTI Articolazione della Messa L I.G.M.R. spiega molto bene che la Messa è costituita da due parti: 1) la Liturgia della Parola; 2) la Liturgia Eucaristica. Aggiunge anche che sono strettamente congiunte tra loro tanto da formare un solo culto. Nella Messa infatti vengono imbandite tanto la messa della Parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo e i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro. Vi sono poi dei riti di introduzione e dei riti di conclusione della celebrazione. Visione della Messa di Crispino Valenziano Monsignor Crispino Valenziano nel suo libro (ci propone una visione particolare della Messa. Innanzitutto la Messa è il luogo dell incontro e dell unione tra lo Sposo-Dio e la Sposa-Chiesa (noi). E il simbolo di questa unione è l anello. Monsignor Crispino vede quindi la Messa costituita da tre anelli. - Il primo è l UFFICIO DELL INTROITO costituito da: una processione una litania (Kyrie) una orazione (colletta). - Il secondo anello è l UFFICIO DELL OFFERTORIO ed è costituito da: litania (preghiera universale) processione (offertoriale) orazione (sulle offerte). - Il terzo anello anello è l UFFICIO DELLA COMUNIONE costituito da: una litania (Agnus Dei) una processione (ad Communionem) una orazione Questi tre anelli inoltre sono saldati, collegati tra loro da due gemme: il CREDO il PADRE NOSTRO che sono recitativi corali, le consegne che vengono date al Battezzato, le sue promesse battesimali. 1
2 I CANTI E LE PARTI CANTABILI DELLA MESSA Musicam Sacram sottolinea che l azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto e che la vera solennità dipende oltre che dall integrità dell azione liturgica anche da una forma più ricca del canto. Bisogna quindi partire dal presupposto di cantare la messa e non nella messa. Detto questo vengono individuati tre tipi di canti (ognuno dei quali con funzioni diverse) che si trovano rispettivamente in tre testi specifici. Le parti cantabili della messa sono: 1) le parti presidenziali con le risposte e le acclamazioni dei fedeli. Sono compresi quindi i recitativi i dialoghi e le acclamazioni. Da notare i due recitativi corali: il Credo e il Padre nostro. Questi canti si trovano nel MESSALE. 2) I canti dell ORDINARIO: - Kyrie (litania) - Gloria (inno) - Sanctus (grande acclamazione) - Agnus Dei (litania) Tutti questi si trovano nel Kyriale. Talvolta il Credo è stato inserito dai compositori in alcune forme Messa ma impropriamente essendo il Credo un recitativo corale. Anche il Sanctus pur essendo una grande acclamazione non fa parte del 1 grado ma del secondo e si trova nell ordinario. 3) Vi sono poi i canti del PROPRIO che sono: - i 3 canti processionali: Introito, offertorio, comunione; - i canti interlezionali (Salmo, canto al Vangelo e, quando c è, la Sequenza) I canti del Proprio si trovano nel Graduale. 2
3 Criteri di preferenza secondo Musicam Sacram Il testo Musicam Sacram dà indicazioni in merito all importanza da dare ai canti della Liturgia indicando dei gradi di priorità. Dapprima vi sono i canti riferiti alle parti presidenziali e le acclamazioni dei fedeli, in ordine poi i canti dell Ordinario e e quelli del Proprio. Questi criteri sono evidentemente in antitesi con la prassi di programmazione e scelta dei canti ma è bene tenerli a mente per più motivi. a) per tenere presente (come detto sopra) di cantare la messa e non nella messa ; b) la Messa deve essere il più possibile partecipata da tutti e probabilmente le risposte e le acclamazioni sono davvero i momenti di massima partecipazione; c) Se è vero che una messa senza i canti processionali sarebbe un po triste è pur vero che, come dice Mons. Crispino, il Credo e il Padre nostro sono le gemme che tengono uniti i tre anelli della Messa; d) Stimola a cercare il giusto equilibrio tra le varie parti cantate della Liturgia. La scelta dei canti e delle parti cantabili (dove attingere) Dovendo scegliere i canti per la liturgia (intendiamo i canti del Proprio quindi i processionali e gli interlezionali) è bene innanzitutto individuare il temamessaggio. Per individuare il tema è necessario analizzare: 1. il Vangelo; 2. la prima Lettura; 3. la Colletta; (la 2^ delle due); 4. L Antifona di Comunione (sintesi del Vangelo); 5. il Salmo. 3
4 Nei tempi forti inoltre si deve considerare anche la seconda Lettura e l Antifona d Ingresso. Per la scelta dei canti si dovrebbe anche conoscere e tenere presente che ogni momento rituale ha un suo rito specifico e un significato spirituale. Anche i canti quindi devono avere una funzione rituale ed appartenere al genere più consono per quel dato momento, avere possibilmente il testo stesso del rito e la forma più consona sulla base anche delle indicazioni date dai documenti di riferimento. Inoltre bisogna sapere a chi spetta l esecuzione ossia i Ministri di riferimento (gli attori ). Per meglio comprendere quanto detto facciamo qualche esempio. Riti di introduzione Descrizione del rito. Quando il sacerdote entra in chiesa è Gesù che entra nel mondo, quindi nel corpo di Maria. È Gesù che viene tra noi. I riti di introduzione quindi hanno un carattere di: - inizio - introduzione - preparazione affinché i fedeli formino una comunità, si dispongano ad ascoltare la Parola di Dio e celebrino adeguatamente l Eucaristia. Genere del canto. Il canto d ingresso è un canto di processionale di convocazione che si esegue in piedi quando il popolo è radunato mentre il sacerdote fa il suo ingresso coi ministri, saluta l altare, lo bacia e si reca alla sede. Funzione del canto d ingresso. Questo canto oltre che dare inizio alla celebrazione deve favorire l unione dei fedeli, deve introdurre nel mistero del tempo liturgico o della festività e accompagnare la processione del sacerdote. 4
5 Testo del canto. Il testo si può trarre dall antifona del giorno o può essere un altro canto adatto all azione sacra, al carattere del giorno e del tempo e può essere eseguito in varie forme che prediligano però l alternanza schola e popolo. È ammessa però ogni possibilità di esecuzione ad es. cantorepopolo, solo-popolo, sola schola. Il Segno della Croce e saluto indicano la presenza del Signore nella comunità radunata. È un recitativo dialogico che si trova nel Messale. Dialogo tra Presidente e Assemblea. L atto penitenziale è previsto secondo tre formulari tra cui il rito dell aspersione nel tempo Pasquale. La sua funzione è la confessione generale e l assoluzione. Il testo è nel Messale e si può eseguire in vari modi ma sempre in alternanza: - tutti in alternanza; - Presidente e popolo; - Cantore e popolo; - Schola e popolo. Il Kyrie eleison è una acclamazione a Cristo unita a una invocazione (litanica) della sua misericordia. Il testo è nel Messale e può essere tropato. Può essere eseguito in vari modi ma sempre in alternanza (vedi sopra). Il Gloria è il grande inno (testo composito) che si canta nelle domeniche ma non nell Avvento né in Quaresima se non nelle solennità (Immacolalta) e in celebrazioni di particolare solennità. La sua funzione è di glorificazione e supplica a Dio Padre e all Agnello. Come forma è un inno libero e viene eseguito o da tutta l Assemblea (di preferenza) o da schola e popolo o solo schola. Nella Colletta il sacerdote raccoglie la preghiera di tutti. La Colletta apre alla liturgia eucaristica. È un recitativo presidenziale con acclamazione di assenso (Amen!) da parte dell Assemblea. Il testo è del Proprio. 5
6 Liturgia della Parola (Mensa della Parola). Le letture e il Salmo costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola. L omelia, il Credo, la Preghiera dei fedeli (preghiera universale) sviluppano e concludono. Offertorio. Descrizione del rito. L offertorio costituisce l inizio della Liturgia Eucaristica. È l uomo che anela alla vita e alla comunione con colui che ha il potere sulla vita e gli offre la vita stessa. Simbolicamente il pane e il vino (prodotti della terra che alimentano la vita) rappresentano noi stessi. Non è quindi Gesù che offriamo ma noi stessi. (Sarà poi nella consacrazione che il pane e il vino diventano il Corpo di Cristo. Strappati da noi stessi per far si che ci immedesimiamo in Lui, onde poterci portare con Sé nell amplesso del Padre. cf. Un Certosino). Nell Offertorio diventiamo un tutt uno con Cristo ma solo se non abbiamo divisioni o risentimenti con alcuno, solo se ci sentiamo veramente un tutt uno col creato. Ecco perché la preghiera universale è all inizio dell offertorio. Funzione. Il canto dell offertorio è un canto processionale perché accompagna le offerte che dovrebbero partire dalla navata (che rappresenta noi stessi) per essere portate all altare. È la presentazione dei doni. E il canto si protrae fino a quando i doni sono stati deposti sull altare. Si può eseguire il canto anche se non si svolge la processione con i doni. Forma. Il canto può avere varie forme: antifona più versetto, forme con ritornello, inno strofico, mottetto, lauda, ecc. Testo. Il testo può essere quello dell antifona o un altro testo adatto all azione sacra e/o al tempo. Può essere adatto anche il canto dell Ave Maria come esempio di totale offerta di sé stessi. È molto indicato un canto col testo rituale ma in ogni caso dovrebbe sempre far riferimento al pane e al vino offerti (simboli dell uomo, siamo noi che ci offriamo). È l unico canto che si può sovrapporre alla parte Presidenziale e può essere eseguito da: schola e popolo, (preferibile) oppure da cantore e popolo, dal solo popolo, o sola schola. Se si sceglie la forma recitativo dialogico va eseguito dal Presidente e Assemblea. 6
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