LA POVERTÀ IN ITALIA. Anno luglio e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%).
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1 17 luglio 2013 Anno 2012 LA POVERTÀ IN ITALIA Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila), quelle in povertà 4 milioni 814 mila). Tra il 2011 e il 2012 aumenta povertà assoluta (dal 5,2% al 6,8%), in tutte e tre le ripartizioni territoriali. La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro, circa 20 euro in meno di quella del 2011 (-2%). famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%); tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta passano dal 10,4% al 16,2%; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9% si raggiunge il 17,1%. Aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e in quelle con membri aggregati (dal 10,4% al 13,3%). Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta tra gli impiegati e i dirigenti INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). La crescita tuttavia più marcata per le famiglie con a capo una se in condizione non professionale, dal 15,5% al 23,6% se in cerca di occupazione. Le dinamiche della povertà relativa confermano molti dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta: famiglie con uno o due figli, soprattutto se minori (dal 13,5% al 15,7% quelle con un minore, dal 16,2% al 20,1% quelle con due); famiglie con tutti i componenti occupati (dal 4,1% al 5,1%), con persona di riferimento dirigente o impiegato (dal 4,4% al 6,5%, particolarmente marcata tra gli impiegati), ma soprattutto in cerca di occupazione (dal 27,8% al 35,6%). di miglioramento si osserva in termini relativi per le persone anziane sole probabilmente anche perché hanno un reddito da pensione, per gli importi più bassi adeguato alla dinamica inflazionistica. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali
2 La povertà relativa povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2012 è risultata di 990,88 euro (-2% rispetto al valore della soglia nel 2011 che era di 1.011,03 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza La stima tenuto 27%), la stima oscilla, con una probabilità del 95%, tra il 12,1% e il 13,3%. Rispetto l 2011 si osserva, determinante nei confronti spazio-temporali, limitate differenze tra i valori osservati, infatti, possono non essere statisticamente significative in quanto imputabil campionario. Nel 2012, sono 3 milioni 232 mila le famiglie in condizione di povertà relativa per un totale di 9 milioni 563 mila individui ( ). Tra il 2011 e il 2012, evidenti segnali di peggioramento si rilevano in tutte le ripartizioni geografiche: è passata dal 4,9% al 6,2% nel Nord, dal 6,4% al 7,1% nel Centro e dal 23,3% al 26,2% nel Mezzogiorno. molte tipologie familiari Se oltre al territorio si analizzano le caratteristiche familiari, appare evidente come la povertà sia aumentata per molti sottogruppi di popolazione, anche per quelli che, tradizionalmente, presentano una diffusione del fenomeno molto contenuta. Trend negativi si oss passata dal 10,4% al 15,4% e dal 14,8% al 17,4% rispettivamente); in particolare, il cidenza di povertà dal 15,6% è salita al 18,3% (dal 13,5% al 15,7% se con un figlio minore, dal 16,2% al 20,1% se con due). La povertà aumenta tra le coppie con persona di riferimento con meno di 65 anni (dal 4,6% al 7%) e tra i single under 65 (dal 3,6% al 4,9%). Segnali di peggioramento si rilevano anche tra le famiglie con persona di riferimento dirigente o impiegato (dal 4,4% al 6,5%, particolarmente marcata per gli impiegati), tra quelle con tutti i componenti occupati (dal 4,1% al 5,1%) e con componenti occupati e componente in altra condizione non professionale, sia che vi siano occupati (dal 14,1% al 16,2%) sia che vi siano ritirati dal lavoro (dal 13,5% al 16,4%). La povertà relativa scende solo fra le persone anziane sole Oltre che tra le famiglie con persona di riferimento con la licenza di scuola media inferiore (dal 14,1% con a capo almeno un diplomato. I peggioramenti più marcati si osservano, tuttavia, per le realtà familiari con problemi di accesso al mercato del lavoro: la quota di famiglie povere tra quelle con a capo una persona in cerca di occupazione era del 27,8% nel 2011 e ha raggiunto il 35,6% nel Segnali di miglioramento si osservano esclusivamente tra le persone sole anziane, 2
3 alla dinamica inflazionistica. Nel Nord peggiorano le condizioni economiche delle famiglie con tre o quattro particolare di coppie con figli, soprattutto se minori (dal 7,3% al 10,9% se i minori sono due). La povertà relativa aumenta tra le persone con meno di 65 anni, sia sole che in coppia, e trend negativi emergono per le famiglie con membri aggregati: a livello nazionale, la povertà aumenta tra le famiglie con persona di riferimento occupata (dal 3,9% al 5,5%), interessando sia gli operai (dal 7,3% al 9,6%), sia i lavoratori in proprio (dal 3,8% al 6,6%), posizioni professionali spesso associate a bassi livelli di istruzione (la povertà relativa aumenta anche tra le famiglie con a capo una persona con la licenza media inferiore, dal 6%. Le condizioni di vita delle famiglie settentrionali si sono tuttavia aggravate soprattutto se a capo della famiglia vi è una Nel Centro si osservano variazioni statisticamente significative tra le famiglie con a capo una persona di età inferiore ai 35 anni (dal 64 anni (dal 3,7% al 6,6%); soprattutto se con licenza media inferiore ( ). a capo un disoccupato Nel Mezzogiorno peggiora la condizione delle famiglie con tre o quattro componenti, tra le quali quasi un terzo è relativamente povero; si tratta di coppie con uno ( dal 20,5% passa al 31,3%) o due figli (dal 27,5% al 30,9%), soprattutto se minori (in particolare tra le coppie con un figlio dal 26% sale al 32,7%). Una dinamica negativa si osserva anche tra le coppie con persona di riferimento con meno di 65 anni ( raggiunge il 18,1% ed era il 12,1% nel 2011) e tra le famiglie con due o più anziani %. Nelle regioni del Sud e nelle Isole, la povertà aumenta, oltre che tra le famiglie con a capo una persona con la licenza media inferiore (dal 28% al 31,2%), tra quelle con persona di riferimento a di povertà relativa raggiunge quasi il 50% (49,7%). PROSPETTO 1. INDICATORI DI POVERTÀ RELATIVA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , migliaia di unità e valori percentuali Nord Centro Mezzogiorno Italia MIGLIAIA DI UNITÀ famiglie povere famiglie residenti persone povere persone residenti COMPOSIZIONE PERCENTUALE famiglie povere 21,6 23,5 11,4 11,1 67,0 65,4 100,0 100,0 famiglie residenti 48,3 48,3 19,8 19,8 31,8 31,8 100,0 100,0 persone povere 20,0 22,6 11,4 11,7 68,6 65,7 100,0 100,0 persone residenti 45,7 45,8 19,7 19,8 34,5 34,4 100,0 100,0 INCIDENZA DELLA POVERTÀ (%) Famiglie 4,9 6,2 6,4 7,1 23,3 26,2 11,1 12,7 Persone 5,9 7,8 7,9 9,4 26,9 30,2 13,6 15,8 INTENSITÀ DELLA POVERTÀ (%) Famiglie 18,2 16,7 20,0 18,3 22,3 21,4 21,1 19,9
4 La povertà è tradizionalmente più diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni; si conferma la forte associazione istruzione, bassi profili professionali (working poor) ed esclusione dal mercato del lavoro: se la persona di riferimento ha al massimo la licenza oltre) e sale al 35,6% se è alla ricerca di lavoro. i al 50% si osservano tra le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro. mensile equivalente delle famiglie povere si colloca al di sotto della linea di povertà, nel 2012 è risultata pari al 19,9% e corrisponde a una spesa media equivalente delle famiglie povere pari a 793,32 euro mensili; nel 2011 era di 797,50 euro mensili (si veda ossario). Nel Mezzogiorno, la più ampia diffusione della povertà si associa alla maggiore gravità del fenomeno: la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è risultata pari a 778,98 %), rispetto a 825,49 e 809,69 euro (16,7% e al 18,3%) nel Nord e nel Centro rispettivamente. Povertà relativa più diffusa in Sicilia, Puglia e Calabria Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la provincia di Trento. Lombardia e Il Trentino Alto Adige. statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Campania (25,8%), Calabria (27,4%), Puglia (28,2%) e Sicilia (29,6%) dove oltre un quarto delle famiglie sono povere. CONGIUNTURA ECONOMICA E LINEA DI POVERTÀ La linea di povertà relativa, per come è definita, si sposta di anno in anno a causa della variazione sia dei prezzi al consumo, sia della spesa per consumi delle famiglie o, in altri termini, dei loro comportamenti di consumo. stima della povertà relativa si deve, dovuto a entrambi gli aspetti. Nel 2012, la linea di povertà relativa è risultata pari a 990,88 euro ed è di circa 20 euro inferiore a quella del La linea di povertà del 2011 collettività ( +3%), risulta pari a povertà, rispetto ad essa, è del 14,2% (3 milioni 592 mila famiglie povere) e risulta statisticamente superiore rispetto a quella ottenuta con la linea di povertà standard del 2012, a seguito della dinamica osservata nel Nord e nel Mezzogiorno (la differenza nel Centro non risulta statisticamente significativa). PROSPETTO 2. INDICATORI DI POVERTÀ RELATIVA RISPETTO ALLA LINEA DI POVERTÀ 2011, ALLA LINEA 2011 RIVALUTATA AL 2012 E ALLA LINEA DI POVERTÀ Migliaia di unità e valori percentuali Linea di povertà 2011 Linea di povertà 2011 rivalutata al 2012 Linea di povertà ,03 euro 1.041,36 euro 990,88 euro Famiglie Incidenza (%) Famiglie Incidenza (%) Famiglie Incidenza (%) Nord 601 4, , ,2 Centro 318 6, , ,1 Mezzogiorno , , ,2 Italia , , ,7 4
5 PROSPETTO 3. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA, ERRORE DI CAMPIONAMENTO E INTERVALLO DI CONFIDENZA PER REGIONE E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali Incidenza Errore Intervallo di confidenza Incidenza Errore Intervallo di confidenza (%) (%) lim.inf. lim. sup. (%) (%) lim.inf. lim. sup. ITALIA 11,1 2,54 10,5 11,7 12,7 2,27 12,1 13,3 Piemonte 5,9 11,09 4,6 7,2 7,3 10,19 5,8 8,8 Valle d'aosta 4,3 12,08 3,3 5,3 8,7 14,33 6,3 11,1 Lombardia 4,2 13,26 3,1 5,3 6,0 9,79 4,8 7,2 Trentino Alto Adige 6,7 13,68 4,9 8,5 6,0 10,25 4,8 7,2 Bolzano-Bozen 10,4 14,36 7,5 13,3 7,8 12,57 5,9 9,7 Trento 3,4 32,91 1,2 5,6 4,4 17,53 2,9 5,9 Veneto 4,3 12,50 3,2 5,4 5,8 11,74 4,5 7,1 Friuli Venezia Giulia 5,4 20,49 3,2 7,6 6,1 15,72 4,2 7,9 Liguria 6,2 15,96 4,3 8,1 8,1 12,59 6,1 10,1 Emilia Romagna 5,2 12,92 3,9 6,5 5,1 11,86 3,9 6,3 NORD 4,9 5,70 4,4 5,4 6,2 4,78 5,6 6,8 Toscana 5,2 14,68 3,7 6,7 6,8 10,75 5,4 8,2 Umbria 8,9 25,71 4,4 13,4 11,0 15,14 7,7 14,3 Marche 5,2 12,07 4,0 6,4 8,6 13,91 6,3 10,9 Lazio 7,1 13,60 5,2 9,0 6,3 13,80 4,6 8,0 CENTRO 6,4 8,50 5,3 7,5 7,1 7,24 6,1 8,1 Abruzzo 13,4 17,62 8,8 18,0 16,5 17,66 10,8 22,2 Molise 18,2 6,26 16,0 20,4 20,5 7,96 17,3 23,7 Campania 22,4 6,29 19,6 25,2 25,8 7,21 22,2 29,4 Puglia 22,6 7,46 19,3 25,9 28,2 7,14 24,3 32,1 Basilicata 23,3 7,92 19,7 26,9 24,5 7,99 20,7 28,3 Calabria 26,2 7,16 22,5 29,9 27,4 9,76 22,2 32,6 Sicilia 27,3 5,44 24,4 30,2 29,6 4,42 27,0 32,1 Sardegna 21,1 8,93 17,4 24,8 20,7 6,81 17,9 23,5 MEZZOGIORNO 23,3 2,99 21,9 24,7 26,2 2,76 24,8 27,6 5 Più povere le famiglie con a capo operai o disoccupati Risulta in condizione di povertà relativa il 30,2% delle famiglie con cinque o più % fra quelle che risiedono nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, tipologie,3% (43,3% e 34,3% nel Mezzogiorno). Il disagio economico è due figli e al 29,8% tra quelle che ne hanno almeno tre, sale, rispettivamente, al 20,1% e al 28,5% se i figli sono minori. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove 4 famiglie con tre o più figli minori su 10 sono povere. La povertà è superiore alla media nazionale tra le famiglie con due o più anziani (15,4%), mentre riguarda meno spesso i single e le coppie senza figli di età inferiore ai 65 anni: ncidenza di povertà è più elevata (19%) ed è tre volte superiore a quella osservata tra le famiglie con a capo una persona che ha conseguito almeno la licenza media superiore (6,4%). Similmente, la diffusione della povertà tra le famiglie con a capo un operaio o assimilato (16,9%) è decisamente superiore a quella osservata tra le famiglie di lavoratori autonomi (9%) e, in particolare, di imprenditori e liberi professionisti (4,9%).
6 PROSPETTO 4. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER AMPIEZZA, TIPOLOGIA FAMILIARE, NUMERO DI FIGLI MINORI E DI ANZIANI PRESENTI IN FAMIGLIA, PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali Nord Centro Mezzogiorno Italia AMPIEZZA DELLA FAMIGLIA 1 componente 3,2 3,4 3,3 3,1 16,2 15,6 6,7 6,8 2 componenti 4,6 5,6 5,9 5,5 20,1 24,5 9,4 10,8 3 componenti 5,9 7,9 7,1 9,4 22,8 30,8 11,7 15,9 4 componenti 6,2 8,9 8,0 10,1 28,7 31,8 15,6 18,1 5 o più componenti 12,9 17,4 19,5 23,7 45,2 42,9 28,5 30,2 TIPOLOGIA FAMILIARE persona sola con meno di 65 anni 1,2 2,6 * * 10,6 11,7 3,6 4,9 persona sola con 65 anni e più 5,4 4,2 5,8 3,4 21,1 18,9 10,1 8,6 coppia con p.r. (a) con meno di 65 anni 2,0 3,8 * * 12,1 18,1 4,6 7,0 coppia con p.r. (a) con 65 anni e più 5,9 5,4 6,8 6,1 23,2 27,8 11,3 11,9 coppia con 1 figlio 4,8 7,4 7,3 8,2 20,5 31,3 10,4 15,4 coppia con 2 figli 5,7 8,4 7,0 8,8 27,5 30,9 14,8 17,4 coppia con 3 o più figli 10,0 13,6 17,9 21,6 43,0 43,3 27,2 29,8 monogenitore 7,8 7,8 6,8 10,0 24,3 27,6 13,2 14,8 altre tipologie (con membri aggregati) 11,9 16,3 13,8 17,2 42,6 34,3 22,0 22,3 FAMIGLIE CON FIGLI MINORI con 1 figlio minore 5,8 7,6 8,3 7,1 26,0 32,7 13,5 15,7 con 2 figli minori 7,3 10,9 8,5 12,3 30,5 34,3 16,2 20,1 con 3 o più figli minori 12,4 17,4 * * 50,6 40,2 27,8 28,5 con almeno 1 figlio minore 6,8 9,5 9,0 10,3 29,7 33,9 15,6 18,3 FAMIGLIE CON ANZIANI con 1 anziano 5,9 5,2 7,2 6,8 22,1 21,9 11,2 10,8 con 2 o più anziani 7,4 7,2 9,0 8,0 27,6 32,6 14,3 15,4 con almeno 1 anziano 6,4 5,8 7,8 7,2 24,0 25,4 12,2 12,3 (a) persona di riferimento; * valore non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. PROSPETTO 5. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER ETÀ DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali Età Nord Centro Mezzogiorno Italia fino a 34 anni 3,9 7,5 6,1 11,0 24,0 27,5 10,8 14,7 da 35 a 44 anni 5,1 7,0 6,0 7,8 23,9 28,1 11,0 13,6 da 45 a 54 anni 5,1 6,5 7,1 5,6 23,8 26,9 11,4 12,8 da 55 a 64 anni 2,7 5,5 3,7 6,6 20,3 23,9 8,5 11,6 65 anni e oltre 6,2 5,7 7,8 7,2 24,0 25,7 12,2 12,4 PROSPETTO 6. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER TITOLO DI STUDIO DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali Titolo di studio Nord Centro Mezzogiorno Italia nessuno - elementare 8,3 9,6 11,8 10,8 32,9 34,7 18,1 19,0 media inferiore 6,0 8,3 8,1 11,1 28,0 31,2 14,1 16,8 media superiore e oltre 2,6 3,1 3,0 3,5 11,3 15,2 5,0 6,4 6
7 marcatamente elevati, ben il 35,6% delle famiglie con a capo una persona in cerca di lavoro è relativamente povero, valore che sale al 49,7% nel Mezzogiorno. Le situazioni più difficili appaiono pari al 49,1%; si tratta di anziani soli senza una storia lavorativa pregressa e di persone escluse dal mercato del lavoro che vivono in coppia con figli o che sono genitori soli. PROSPETTO 7. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER CONDIZIONE E POSIZIONE PROFESSIONALE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO, PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , valori percentuali Condizione e posizione professionale Nord Centro Mezzogiorno Italia OCCUPATO 3,9 5,5 5,2 5,6 20,0 23,4 9,1 10,8 -DIPENDENTE 4,2 5,7 5,2 6,2 20,6 24,1 9,4 11,3 Dirigente / impiegato 1,8 2,2 1,9 * 11,1 16,4 4,4 6,5 Operaio o assimilato 7,3 9,6 9,8 10,8 30,0 32,3 15,4 16,9 -AUTONOMO 2,9 4,8 5,4 3,6 17,6 20,7 7,9 9,0 Imprenditore / libero professionista * * * * 7,0 11,8 3,4 4,9 Lavoratore in proprio 3,8 6,6 7,4 * 23,8 25,6 11,2 11,9 NON OCCUPATO 6,1 7,0 7,7 8,9 26,5 28,7 13,3 14,8 -Ritirato dal lavoro 5,5 5,8 6,7 7,4 23,5 25,4 11,0 12,0 -In cerca di occupazione 11,7 22,3 18,8 17,2 42,5 49,7 27,8 35,6 -In altra condizione 8,2 7,7 7,9 12,7 28,5 26,9 17,6 17,6 *valore non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. Molto grave è anche la condizione delle famiglie senza occupati che, al loro interno, combinano la presenza di ritirati dal lavoro e di persone alla ricerca di occupazione, oltre un terzo (36,9%) vive in condizione di povertà. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di coppie con figli adulti e di famiglie con membri aggregati, dove la pensione proveniente PROSPETTO 8. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI COMPONENTI LA FAMIGLIA. Anni , valori percentuali Condizione professionale FAMIGLIE SENZA OCCUPATI NÉ RITIRATI DAL LAVORO 50,7 49,1 FAMIGLIE CON OCCUPATI SENZA RITIRATI DAL LAVORO 9,2 10,8 -Tutti i componenti occupati 4,1 5,1 - Nessun componente alla ricerca di lavoro e almeno un componente in altra condizione (a) 14,1 16,2 - Almeno un componente alla ricerca di lavoro 28,2 29,8 FAMIGLIE CON RITIRATI DAL LAVORO SENZA OCCUPATI 11,1 11,7 - Tutti i componenti ritirati dal lavoro 9,6 9,7 - Nessun componente alla ricerca di lavoro e almeno un componente in altra condizione (a) 13,5 16,4 - Almeno un componente alla ricerca di lavoro 38,2 36,9 FAMIGLIE CON OCCUPATI E RITIRATI DAL LAVORO 9,3 11,5 - Senza altri componenti 5,7 8,6 - Almeno un componente in altra condizione (a) o alla ricerca di lavoro 15,2 15,7 (a) Altra condizione: casalinga, studente, inabile al lavoro, in altra condizione. 7
8 In generale, le famiglie con occupati mostrano incidenze di povertà più contenute; tuttav raggiunge il 29,8% (si tratta soprattutto di coppie con due o più figli). La povertà, quindi, è molto legata alla difficoltà ad accedere al mercato del lavoro e la presenza di occupati (e quindi di redditi da lavoro) o di ritirati dal lavoro (e quindi di redditi da pensione provenienti da una passata occupazione) non sempre garantisce alla famiglia risorse sufficienti a sostenere il peso economico dei componenti a carico. I livelli più bassi di incidenza di povertà si osservano tra le famiglie dove tutti i componenti sono occupati (5,1%) o dove la presenza di occupati si combina con quella di componenti ritirati dal lavoro (8,6%). Nel primo caso si tratta soprattutto di single e di coppie con figli, nel secondo di famiglie monogenitore, di coppie con un figlio e di famiglie con membri aggregati, per le quali la pensione dei genitori si combina con Le famiglie a rischio di povertà e quelle più povere Povera o quasi povera circa una famiglia su cinque La classificazione delle famiglie in povere e non povere, ottenuta attraverso la linea convenzionale di povertà, può essere maggiormente articolata utilizzando soglie standard. Tali soglie permettono di individuare diversi gruppi di famiglie, distinti in base alla distanza della loro spesa mensile equivalente dalla linea di povertà. GRAFICO 3. FAMIGLIE POVERE E NON POVERE IN BASE A DIVERSE LINEE DI POVERTÀ. Anno 2012, composizione percentuale Non povere (87,3) Sicuramente non povere (81,7) Povere ( 12,7 ) Quasi povere(5,6) Appena povere (7,5) Sicuramente povere ( 5,2 ) Linea al 120% (+20%) di quella standard 2,8 Linea al 110% (+10%) di quella standard 2,8 Linea standard 4,1 Linea al 90% (-10%) di quella standard 3,4-20%) di quella standard Esaminando i gruppi di cioè quelle che hanno livelli di spesa mensile equivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%, circa 1 milione 318 mila famiglie, il 5,2% del totale delle famiglie residenti. Il 7,5% delle famiglie residenti in Italia é linea di non oltre il 20%) e tra queste più della metà (cioè il 4,1% del totale delle famiglie) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%). Anche tra le famiglie non povere esistono gruppi a rischio di povertà; si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore, ma molto prossima, alla linea di povertà: il 2,8% delle famiglie residenti presenta valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre il 10%, quota che sale al 4,7% nel Mezzogiorno. Mezzogiorno. 8
9 La povertà assoluta corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile (cfr. Volume Istat Metodi e Vengono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza). La stima puntuale probabilità del 95%, tra il 6,4% e il 7,2%. Nel 2012, in Italia, 1 milione e 725 mila famiglie (il 6,8% delle famiglie residenti) risultano in condizione di povertà assoluta., tra le famiglie, ha mostrato un aumento, rispetto al 2011, di 1,6 punti percentuali a livello nazionale, di 1,8 nel Nord e nel Mezzogiorno e di 1 punto percentuale nel Centro; le variazioni tra gli individui (pari rispettivamente a 2,4, 2,5 e 1,6 punti percentuali) sono ancora più accentuate, a seguito del marcato incremento della povertà assoluta tra le famiglie più ampie. L (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% e cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%), che nella grande maggioranza dei casi sono famiglie con figli: coppie con un figlio (dal 4% al 5,9%, se minore dal 5,7% al 7,1%), con due figli (dal 4,9% al 7,8%, se minori dal 5,8% al 10%) e soprattutto coppie con tre o più figli (dal 10,4% al 16,2%, se minori dal 10,9% al 17,1%). Peggiora anche la condizione delle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e con ormai oltrepassato il valore medio nazionale. Si conferma e si amplia, quindi, lo svantaggio delle famiglie più ampie, nonostante segnali negativi, seppur su livelli contenuti, si registrino anche tra le persone con meno di 65 anni, sole (dal 3,5% al 4,9%) o in coppia (dal 2,6% al 4,6%). Un livello di istruzione medio alto e un lavoro, anche di elevato livello professionale, non garantiscono più dal rischio di cadere in povertà assoluta, soprattutto quando altri membri della famiglia perdono la propria occupazione o modificano la propria posizione professionale. Peggiorano le condizioni delle famiglie con tutti i componenti occupati (dal 2,5% al 3,6%) o con a capo un occupato (dal 3,9% al 5,5%); oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta, seppur su livelli più bassi, tra gli impiegati e tra i dirigenti ( %). PROSPETTO 9. INDICATORI DI POVERTÀ ASSOLUTA PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni , migliaia di unità e valori percentuali Nord Centro Mezzogiorno Italia MIGLIAIA DI UNITÀ famiglie povere famiglie residenti persone povere persone residenti INCIDENZA DELLA POVERTÀ (%) Famiglie 3,7 5,5 4,1 5,1 8,0 9,8 5,2 6,8 Persone 4,0 6,4 4,1 5,7 8,8 11,3 5,7 8,0 INTENSITÀ DELLA POVERTÀ (%) Famiglie 16,4 16,7 18,4 17,0 18,8 18,0 17,8 17,3 9
10 Trend negativi si osservano tra le famiglie con redditi da lavoro e da pensione (dal 3,6% al 5,3%). Ne deriva un aumento della povertà sia tra le famiglie con capo una persona con licenza media inferiore (dal 6,2% al 9,3%), sia tra quelle con a capo un diplomato o un laureato (dal 2% al 3,3%). ondizione non professionale, dal 15,5% al 23,6% se in cerca di occupazione) e raggiunge i livelli più elevati tra le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro: nel 2012 quasi un terzo di queste famiglie (il 30,8%) è assolutamente povero (erano il 22,3% nel 2011). Quasi la metà dei poveri risiede nel Mezzogiorno In sintesi, su 4 milioni 814 mila persone in povertà assoluta, 2 milioni 347 mila risiedono nel Mezzogiorno (erano 1 milione 828 mila nel 2011), 1 milione 058 mila sono minori (erano 723 mila- 10,3%) e 728 mila anziani (erano 707 mila- 5,8% per entrambi gli anni). Oltre 1 milione 088 mila (erano 977 mila- 6,2%) sono membri di famiglie con a capo un ritirato dal lavoro, 1 milione 506 mila di famiglie operaie (erano 1 milione 171 mila- 764 mila di famiglie con a capo una persona disoccupata (erano 422 mila-. PROSPETTO 10. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER AMPIEZZA, TIPOLOGIA FAMILIARE, NUMERO DI FIGLI MINORI E DI ANZIANI PRESENTI IN FAMIGLIA. Anni , valori percentuali AMPIEZZA DELLA FAMIGLIA 1 componente 5,1 5,5 2 componenti 4,1 5,5 3 componenti 4,7 6,6 4 componenti 5,2 8,3 5 o più componenti 12,3 17,2 TIPOLOGIA FAMILIARE persona sola con meno di 65 anni 3,5 4,9 persona sola con 65 anni e più 6,8 6,2 coppia con p.r. (a) con meno di 65 anni 2,6 4,6 coppia con p.r. (a) con 65 anni e più 4,3 4,0 coppia con 1 figlio 4,0 5,9 coppia con 2 figli 4,9 7,8 coppia con 3 o più figli 10,4 16,2 monogenitore 5,8 9,1 altre tipologie (con membri aggregati) 10,4 13,3 FAMIGLIE CON FIGLI MINORI con 1 figlio minore 5,7 7,1 con 2 figli minori 5,8 10,0 con 3 o più figli minori 10,9 17,1 almeno 1 figlio minore 6,1 8,9 FAMIGLIE CON ANZIANI con 1 anziano 6,3 6,5 con 2 o più anziani 5,3 5,1 almeno 1 anziano 6,0 6,1 (a) persona di riferimento. 10
11 PROSPETTO 11. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER ETÀ DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO. Anni , valori percentuali Età fino a 34 anni 5,3 8,1 da 35 a 44 anni 4,8 7,4 da 45 a 54 anni 5,3 7,3 da 55 a 64 anni 3,8 6,6 65 anni e oltre 6,0 6,1 PROSPETTO 12. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER TITOLO DI STUDIO DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO. Anni , valori percentuali Titolo di studio nessuno-elementare 9,4 10,0 media inferiore 6,2 9,3 media superiore e oltre 2,0 3,3 PROSPETTO 13. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER CONDIZIONE E POSIZIONE PROFESSIONALE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO. Anni , valori percentuali Condizione e posizione professionale OCCUPATO 3,9 5,5 -DIPENDENTE 4,1 5,8 Dirigente / impiegato 1,3 2,6 Operaio o assimilato 7,5 9,4 -AUTONOMO 2,9 4,6 Imprenditore / libero professionista * 2,6 Lavoratore in proprio 4,2 6,0 NON OCCUPATO 6,6 8,2 -Ritirato dal lavoro 5,4 5,8 -In cerca di occupazione 15,5 23,6 -In altra condizione 8,4 11,3 *valore non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria. PROSPETTO 14. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI COMPONENTI LA FAMIGLIA. Anni , valori percentuali Condizione professionale FAMIGLIE SENZA OCCUPATI NÉ RITIRATI DAL LAVORO 22,3 30,8 FAMIGLIE CON OCCUPATI SENZA RITIRATI DAL LAVORO 3,9 5,5 -Tutti i componenti occupati 2,5 3,6 - Nessun componente alla ricerca di lavoro e almeno un componente in altra 4,8 6,8 condizione (a) - Almeno un componente alla ricerca di lavoro 11,5 15,4 FAMIGLIE CON RITIRATI DAL LAVORO SENZA OCCUPATI 5,7 5,8 - Tutti i componenti ritirati dal lavoro 5,5 5,3 - Nessun componente alla ricerca di lavoro e almeno un componente in altra 5,2 6,8 condizione (a) - Almeno un componente alla ricerca di lavoro 16,5 14,6 FAMIGLIE CON OCCUPATI E RITIRATI DAL LAVORO 3,6 5,3 - Senza altri componenti 2,4 4,6 - Almeno un componente in altra condizione (a) o alla ricerca di lavoro 5,6 6,4 (a) Altra condizione: casalinga, studente, inabile al lavoro, in altra condizione 11
12 Le soglie di povertà assoluta Nella tavola che segue si riportano i valori delle soglie di povertà assoluta per il 2012, relativi alle tipologie familiari più diffuse in Italia (il valore della soglia per le altre tipologie familiari può essere calcolato attraverso il sito Istat Le soglie rappresentano i valori rispetto ai quali si confronta la spesa per consumi di una famiglia al fine di classificarla in assolutamente povera o non povera; ad esempio, un adulto (18-59 anni) che vive solo è considerato assolutamente povero se la sua spesa è inferiore o pari a 806,78 euro mensili nel caso euro qualora viva in un piccolo comune settentrionale e a 537,29 euro se risiede in un piccolo comune meridionale. PROSPETTO 15. SOGLIE MENSILI DI POVERTÀ ASSOLUTA PER ALCUNE TIPOLOGIE FAMILIARI, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E TIPO DI COMUNE. Anno 2012, euro Area metropolitana Nord Centro Mezzogiorno Grandi comuni Piccoli comuni Area metropolita na Grandi comuni Piccoli comuni Area metropolitana TIPOLOGIA FAMILIARE 1 comp ,78 768,36 723,99 785,84 744,56 696,88 593,09 572,72 537,29 1 comp ,79 738,37 694,00 760,45 719,17 671,49 568,09 547,72 512,29 1 comp ,89 698,47 654,10 724,80 683,52 635,84 533,02 512,65 477,22 2 comp , , , , ,24 960,75 844,42 820,62 779,66 2 comp , ,21 953, ,30 966,48 909,99 794,45 770,65 729,69 2 comp ,98 935,62 883,05 953,14 903,32 846,83 732,31 708,51 667,55 1 comp e 1 comp ,99 970,63 918,06 984,47 934,65 878,16 763,14 739,34 698,38 1 comp e 1 comp ,20 998,84 946, ,47 958,65 902,16 786,75 762,95 721,99 1 comp e 1 comp , ,34 982, ,11 991,29 934,80 818,87 795,07 754,11 1 comp e 1 comp , , , , ,69 973,20 857,14 833,34 792,38 1 comp e 1 comp , ,90 972, ,26 982,44 925,95 810,51 786,71 745,75 1 comp e 2 comp , , , , , ,80 955,41 928,65 883,02 1 comp e 1 comp e 1 comp , , , , , ,40 985,52 958,76 913,13 1 comp e 2 comp , , , , , , ,12 989,36 943,73 2 comp e 1 comp , , , , , , ,95 984,19 938,56 2 comp e 1 comp , , , , , , , ,63 970,00 3 comp , , , , , , , ,14 997,51 1 comp e 2 comp , , , , , , , , ,06 1 comp e 2 comp , , , , , , , ,34 967,71 1 comp. 0-3 e 2 comp , , , , , ,32 952,78 926,02 880,39 2 comp e 2 comp , , , , , , , , ,55 3 comp e 1 comp , , , , , , , , ,13 4 comp , , , , , , , , ,07 1 comp e 3 comp , , , , , , , , ,92 2 comp e 2 comp , , , , , , , , ,79 1 comp e 1 comp e 2 comp , , , , , , , , ,10 2 comp e 2 comp , , , , , , , , ,05 1 comp. 0-3 e 1 comp e 2 comp , , , , , , , , ,44 1 comp e 3 comp , , , , , , , , ,19 2 comp. 0-3 e 2 comp , , , , , , , ,30 983,00 3 comp e 1 comp , , , , , , , , ,56 1 comp. 0-3 e 1 comp e 2 comp , , , , , , , , ,43 5 comp , , , , , , , , ,73 1 comp e 4 comp , , , , , , , , ,13 1 comp e 2 comp e 2 comp , , , , , , , , ,13 2 comp e 3 comp , , , , , , , , ,55 1 comp e 1 comp e 3 comp , , , , , , , , ,65 2 comp e 1 comp e 2 comp , , , , , , , , ,92 Grandi comuni Piccoli comuni 12
13 Glossario Spesa media familiare: è calcolata al netto delle spese per manutenzione straordinaria delle abitazioni, dei premi pagati per assicurazioni vita e rendite vitalizie, rate di mutui e restituzione di prestiti. Spesa media per persona (procapite): si ottiene dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti. Soglia di povertà relativa: per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media procapite nel Paese. Nel 2012 questa spesa è risultata pari a 990,88 euro mensili. Scala di equivalenza: insieme dei coefficienti di correzione utilizzati per determinare la soglia di povertà quando le famiglie hanno un numero di componenti diverso da due. Ad esempio, la soglia di povertà per una famiglia di quattro persone è pari a 1,63 volte quella per due componenti (1.615,13 euro), la soglia per una famiglia di sei persone è di 2,16 volte (2.140,30 euro). Ampiezza della famiglia Scala di equivalenza (coefficienti) Linea di povertà 1 0,60 594,53 2 1,00 990,88 3 1, ,87 4 1, ,13 5 1, ,67 6 2, ,30 7 o più 2, ,11 Spesa equivalente: è calcolata dividendo il valore familiare della spesa per il coefficiente della scala di equivalenza e permette di rendere direttamente confrontabili i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa. Paniere di povertà assoluta: italiano, vengono considerati essenziali per una determinata famiglia per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Soglia di povertà assoluta: rappresenta la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta. La soglia di povertà assoluta varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza. Incidenza della povertà: si ottiene dal rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti. Intensità della povertà: misura di quanto in percentuale la spesa media delle famiglie definite povere è al di sotto della soglia di povertà. Tipo di comune: area metropolitana - comuni con oltre abitanti; grandi comuni - piccoli comuni - comuni con meno di abitanti Errore campionario osservando solo una parte della effettivo di circa famiglie, estratte casualmente in modo da rappresentare il totale ssibile costruire un intervallo di confidenza intorno alla stima puntuale ottenuta dal campione. Nel 2012, di povertà relativa è pari al popolazione è compreso, con una probabilità del 95%, tra 12,1% e 13,3%. Tali considerazioni risultano determinanti nei confronti spazio-temporali: limitate differenze tra i valori osservati, infatti, possono non essere statisticamente significative in quanto 13
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