Il Canto degli italiani Inno nazionale. Disegno di legge

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1 Cantiamo insieme Storia Testo con commento 1. Strofa 2. Strofa 3. Strofa 4. Strofa 5. Strofa Cosa abbiamo imparato Il Canto degli italiani Inno nazionale Spartito 1.Curiosità 2.Approfondimenti Disegno di legge Cerimoniale

2 Storia curiosa quella dell'inno nazionale italiano. Il testo lo ha scritto nel 1847 un ragazzo genovese di vent'anni, Goffredo Mameli. Un altro genovese, Michele Novaro, lo ha messo in musica poco dopo. Sono gli anni del Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione. Goffredo Mameli è un giovanissimo poeta e combattente che partecipa con entusiasmo alle battaglie di quegli anni. Nel 1849 si trova a Roma, dove è nata la Repubblica Romana e combatte al fianco di Garibaldi contro i francesi: ferito ad una gamba, muore per la cancrena, all'età di 22 anni.

3 Il «Canto degli italiani» di Mameli-Novaro (più noto con il nome di "Fratelli d'italia", dalle parole del primo verso) fu subito accettato dai giovani combattenti del come il loro Inno nazionale. A noi il testo può apparire retorico e la musica sembrare una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata da una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo, appassionato e composto poi da un giovanissimo combattente per la libertà, sembrava il più adatto a simboleggiare la giovane Italia rivoluzionaria. Non tutti furono entusiasti del risultato «artistico» di quel canto, tanto che lo stesso Mazzini, nel 1848, chiese a Mameli di scrivere un nuovo inno che, musicato da Giuseppe Verdi, avrebbe dovuto diventare il nuovo inno per l unità d Italia. Ma risultato fu pessimo: la peggiore musica scritta da Giuseppe Verdi e un testo per nulla appassionante. "Fratelli d'italia" divenne così il simbolo del Risorgimento italiano.

4 Durante il Fascismo "Fratelli d'italia" va un po' fuori moda: i fascisti infatti preferivano cantare le loro marce. Nel 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, si decide che "provvisoriamente" «Il canto degli italiani» poteva essere adottato come Inno Nazionale. Provvisoriamente: in attesa di trovare un altro canto, magari con un testo più adatto a rappresentare la repubblica. In Italia però niente è più definitivo delle cose provvisorie: "Fratelli d'italia" è rimasto tale per molti decenni. Fino agli anni Novanta l'inno nazionale veniva eseguito solo nelle manifestazioni ufficiali e soprattutto prima delle partite di calcio internazionali. I partiti di destra, anche se durante il fascismo l'inno di Mameli era stato un po' emarginato, avevano cominciato ad amarlo perché era il simbolo della patria, quelli di sinistra lo amavano molto meno.

5 Negli anni Novanta arriva sulla scena politica italiana la Lega Nord, il partito di Umberto Bossi. Questo partito, con le sue idee di autonomia e di indipendenza dell'italia del nord, naturalmente non può amare i simboli dell'unità d'italia, la bandiera tricolore e l'inno nazionale. E il massimo della confusione si raggiunge quando la Lega Nord è andata al governo con Berlusconi e la destra: nella stessa coalizione ci sono i ministri della destra nazionalista - che difendono fortemente la bandiera e l'inno nazionale - e Umberto Bossi che sostiene invece l indipendenza della «Padania» - che non si riconosce nei «simboli» della bandiera e dell Inno. Viene avanzata una proposta per mettere d'accordo tutti i partiti della coalizione governativa: sostituire l'inno di Mameli con il coro «Va pensiero» dal «Nabucco " di Giuseppe Verdi, certamente più bello musicalmente ma con un testo totalmente inadatto per contenuto a diventare un inno nazionale, poiché è cantato Ebrei divenuti schiavi a Babilonia! La sinistra allora, per fare un «dispetto» alla destra che è alleata di Bossi, comincia a rivalutare "Fratelli d'italia", anche se il ritmo di quella marcetta non le era mai piaciuto. Così nelle manifestazioni politiche e sindacali della sinistra succede che al posto dell'internazionale o di Bandiera Rossa, oggi si canta Fratelli d'italia!

6 CURIOSITÀ I giocatori della nazionale italiana, già nel 1994, ma poi anche nel 1998 e nel 2002, provocano scandalo perché non cantano l'inno prima della partita: per ignoranza o perché l inno non «piace»? Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, ha un idea geniale: affidare a dei grandi musicisti, Salvatore Accardo, Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, il compito di dirigere l'inno di Mameli. Grazie alla bravura di questi direttori d'orchestra, l'inno Nazionale diventa ancora più «trascinante»: da allora gli atleti delle nazionali italiani di tutti gli sport lo cantano con passione!

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8 Fratelli d'italia, l'italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci 1 a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'italia chiamò, sì! 1 così nella versione originale per esigenze ritmiche l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere. Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice. coorte: nell'esercito romano l esercito (la legione), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.

9 Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'italia chiamò, sì! calpesti: calpestati Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme. una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora. fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale

10 Uniamoci, amiamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'italia chiamò, sì! per Dio: è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci. Però in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Goffredo Mameli aveva Vent'anni e i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica.

11 Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; Ogn'uom di Ferruccio Ha il core e la mano; I bimbi d'italia Si chiaman Balilla; Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'italia chiamò, sì! Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'imperatore tedesco Federico Barbarossa. Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V. Balilla: è il soprannome di Giovanni Battista Perasso, il bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi

12 Son giunchi che piegano Le spade vendute; Già l'aquila d'austria Le penne ha perdute. Il sangue d'italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'italia chiamò, sì! I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'austria, perde le penne. Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori

13 Cosa abbiamo imparato? A Chi ha composto la musica dell Inno nazionale? 1) Goffredo Mameli 2) Giuseppe Verdi 3) Michele Novaro B - In quale anno l Italia diventa una repubblica? 1) Nel ) Nel ) Nel 1861 C - Quando «Il canto degli italiani» (Fratelli d Italia) diventa l Inno nazionale? 1) Quando Mussolini diventa capo del governo 2) Quando viene proclamato il Regno d Italia 3) Quando viene proclamata la Repubblica italiana. D - Di quante strofe è composto il testo dell Inno nazionale? 1) Tre 2) Due 3) Cinque E Con quale altro brano musicale alcune forze politiche avrebbero voluto sostituire l Inno nazionale repubblicano? 1) Con la Marcia Reale 2) Con il coro «Va pensiero» tratto dal Nabucco di Giuseppe Verdi 3) Con il canto patriottico «La leggenda del Piave» F Quale importante carica ha avuto Carlo Azeglio Ciampi? 1) Direttore dell orchestra sinfonica di Roma 2) Presidente della Repubblica Romana 3) Presidente della Repubblica Italiana

14 Secondo il cerimoniale ufficiale, le «regole scritte e non scritte» prevedono che normalmente dell Inno nazionale sia eseguita solo la prima strofa senza l'introduzione strumentale, sostituita con massimi onori militari tributabili (ripetizione della frase musicale degli onori per tre volte) a simboleggiare l'inno come uno dei più sacri simboli della repubblica italiana; durante l'esecuzione i soldati devono rimanere fermi presentando le armi, gli ufficiali stare sull'attenti e i civili, se vogliono, assumere una posizione di attenti. Dal 1970 inoltre ogni esecuzione dell'inno nazionale dovrebbe essere accompagnata da quella dell'inno europeo, l Inno alla gioia della Nona sinfonia di Beethoven.

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