IL LAVORO A TERMINE IN ITALIA E NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI
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1 IL LAVORO A TERMINE IN ITALIA E NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI P.tta Gasparotto, Padova Tel Fax info@datagiovani.it
2 IL LAVORO A TERMINE IN ITALIA E NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI In questa analisi ha preso in esame i lavoratori dipendenti a termine nei principali Paesi europei secondo i dati Eurostat, mettendone a confronto le caratteristiche principali (incidenza percentuale rispetto al totale dei lavoratori dipendenti, titolo di studio, professione e settore economico, durata media dei contratti) con quelle medie dell Italia. L aggregato complessivo di riferimento sono i lavoratori dipendenti dai 15 ai 64 anni, ma si è ritenuto opportuno, per ogni caratteristica, esaminarne le differenti sfaccettature per due fasce demografiche di particolare interesse per la loro differente occupabilità nel mercato del lavoro, ovvero i giovani dai 15 ai 24 anni e la popolazione di genere femminile. Le caratteristiche dei lavoratori a termine sono state esaminate nell ultimo anno disponibile, il 2012, mettendole anche a confronto con quanto veniva osservato prima della crisi, vale a dire il Italia ed Europa molto simili nell incidenza del lavoro a termine 2012 Il primo dato che emerge dall analisi è innanzitutto il sostanziale allineamento in termini complessivi del nostro Paese con la media europea per quanto riguarda il peso del lavoro a termine sul totale del lavoro dipendente. Infatti, nel 2012 circa il 14% dei lavoratori dipendenti dai 15 ai 64 anni aveva un contratto a termine (tab. 1), un dato identico alla media UE 27 e solo di poco inferiore all area euro, sovrapponibile a quello tedesco e a quello francese. Nel 2012 sono quasi 2 milioni e 400 mila i dipendenti italiani con un contratto a termine. Anche per quanto riguarda il sottoinsieme femminile, il 15% dei contratti a termine sul totale non riserva particolari annotazioni. Più differenziato è invece il dato relativo ai giovani: qui l Italia si colloca ben al di sopra della UE 27 (53% contro 42%) ma se si osserva l area euro, ed in particolare i principali Paesi europei, si verifica come il valore italiano si molto più simile, sia nella media (51,3%) che nel confronto con Germania (53,6%), Francia (55,5%) ed Olanda (51,2%). ma non nelle tendenze, in particolare per i giovani. L Italia, rispetto a tutti i principali Paesi europei, partiva nel 2000 da una incidenza di contratti a termine sul totale più bassa: 10%, contro il 12,2% dell UE 27 ed il 15% dell area euro, il 12,8% della Germania, il 13,8% dell Olanda, il 15,4%% della Francia e addirittura il 32% della Spagna. Dal 2004, dopo l entrata in vigore della legge Biagi, il trend di crescita dei contratti a termine in Italia è vertiginosa, soprattutto per i giovanissimi, con il peso dei contratti a termine che è più che raddoppiato in dieci anni (25,5% nel 2003, 52,9% nel 2012). Una crescita di 26 punti percentuali, rispetto ad una media europea del 6,5%. Anche esaminando il trend più recente il nostro Paese sembra differire dalle tendenze medie europee: dal 2008 l incidenza dei contratti a termine tra i giovani è aumentato di quasi 10 punti (1,6 punti la media dell area euro). La falsata stabilità della laurea. Esaminando le caratteristiche dei lavoratori a termine rispetto al titolo di studio (tab. 2) si notano alcune differenze tra l Italia e gli altri Paesi che vengono ulteriormente amplificate dalle fasce più giovani. Il fatto che solo il 19% dei contratti a termine in Italia sia detenuto da laureati, contro il 26% dell Europa, il 29% della Francia e addirittura il 45% della Gran Bretagna, non è un indicatore di maggiore stabilità occupazionale delle laure ma solo il riflesso della minore presenza di laureati nel nostro Paese rispetto agli altri europei. Le distribuzioni, come detto, sono ancora più diverse se si guarda alle fasce più giovani della popolazione, in particolare coloro che hanno tra i 15 ed i 24 anni. Da notare in questo senso il dato della Germania, che registra ben il 53% dei contratti a termine tra i giovani con scuola dell obbligo: il motivo è che tra questi contratti ci sono quelli di apprendistato nel modello scolastico duale tedesco; si tratta quindi di giovani che stanno frequentando la scuola e contemporaneamente lavorando, come dimostrerà la durata media dei contratti ed il motivo prevalente di utilizzo che si vedranno più avanti. Tornando al caso italiano, ed in particolare al fatto che la laurea non sia un elemento di particolare differenziazione nel possesso o meno di un contratto a termine, da elaborazioni su microdati RCFL Istat si verifica come il 1
3 17% dei 15-64enni laureati dipendenti abbia nel 2012 un contratto a termine, contro il 15% dei diplomati. Un recente lavoro di 1 inoltre ha verificato come il 39% degli Under 30 possessori di una laurea nel 2011 aveva un contratto a termine, valore anche in questo caso più elevato dei diplomati (34%). Più lavoratori a termine nelle professioni a bassa specializzazione, meno in quelle high skilled. Rispetto alla distribuzione europea dei lavoratori a termine secondo il livello professionale, in Italia si riscontra una concentrazione maggiore nelle professioni a bassa specializzazione (28% contro 24%) ed inferiore in quelle di profilo più elevato (23% contro 30%). Anche in questo caso si può trattare in parte del riflesso di una istruzione meno elevata nel nostro Paese e di una minore quota di posizioni di alto livello nella struttura occupazionale, come conferma il fatto che questo gap si allarga ancora di più nel caso giovanile. Da notare, poi, rispetto al 2008, che mentre nella media europea e nei principali Paesi è aumentata la quota di contratti a termine tra le figure di alto livello, da noi è successo l esatto contrario, con una crescita tra le figure di medio e basso livello ed una diminuzione tra gli alti profili. In Italia oltre contratti su 10 durano da 7 a 12 mesi, meno frequenti quelli brevissimi. Nel complesso i contratti a termine in Italia sembrano essere maggiormente polarizzati sulla durata dai 7 ai 12 mesi (36,6%). In questo caso non è facile fare confronti su una media europea, in quanto vi sono situazioni estremamente differenti da Paese e Paese. Un esempio è quello dei contratti molto brevi, quelli fino a 3 mesi, che in Italia rappresentano meno del 20%, una valore non così basso rispetto alla media europea (tra il 23% ed il 25%) ma con un range di valori che può andare dal 4% del caso tedesco al 34% della Francia o al 58,6% della Spagna. Il dato estremamente basso della Germania, come si è accennato in precedenza, deriva dal fatto che nei contratti a termine sono compresi anche quelli di apprendistato che permettono di conseguire una qualifica professionale: ecco perché il 40% dei contratti a termine dura oltre 24 mesi, il 62% nel caso dei giovani. Qualche notazione va fatta anche sul cambiamento della struttura di durata dei contratti dal 2008 al In Italia si è verificata infatti un leggera crescita del peso di quelli brevissimi e brevi (al massimo 6 mesi) ed una corrispondente riduzione di quelli dai 7 mesi in su. Questo mutamento nella distribuzione sembra essere in controtendenza rispetto alla media europea, ed in particolare dell area euro, in cui invece sono solo i contratti più lunghi a crescere proporzionalmente. Nel nostro Paese, più contratti a termine perché non si trova altrimenti. L ultimo aspetto del confronto con l Europa riguarda il motivo prevalente per cui il lavoratore ha un contratto a termine. Le differenze tra Italia resto d Europa si notano già nel complesso dei lavoratori, per cui nel nostro Paese oltre 7 dipendenti a termine su 10 non son riusciti a trovare un contratto a tempo indeterminato, percentuale che scende al 60% nella media europea. Il valore italiano è inoltre in crescita di oltre 6 punti percentuali sul 2008, molto di più di quanto si verifica in Europa. Interessante è poi esaminare le motivazioni nella fascia giovanile: al contrario dei principali Paesi e della media europea, in Italia scende la componente di coloro che hanno un contratto a termine perché studiano o sono in formazione (42% nel 2012, -7,2% sul 2008), valori inconfrontabili con la situazione tedesca, in cui l 84% dei giovani a termine è ancora inserita in un percorso di formazione. 1. Il lavoro a termine in Italia ed in UE. Gennaio
4 Fig.1. Andamento del lavoro a termine in Italia e nei principali Paesi europei dal 2000 al Incidenza percentuale sul totale dei dipendenti 60 ITALIA ANNI ANNI ANNI ANNI donne ANNI UE 27 Area Euro 17 Germania Spagna Francia ITALIA Olanda Regno Unito ANNI donne UE 27 Area Euro 17 Germania Spagna Francia ITALIA Olanda Regno Unito UE 27 Area Euro 17 Germania Spagna Francia ITALIA Olanda Regno Unito Elaborazioni su dati Eurostat Tab.1. Incidenza percentuale del lavoro a termine sul totale dei dipendenti nei principali Paesi europei nel 2012 e differenza rispetto al Differenza su 2008 donne donne UE 27 42,1 13,7 14,2 1,9-0,4-0,8 Area Euro 17 51,3 15,2 16 1,6-1,1-1,4 Germania 53,6 13,9 13,9-3,1-0,9-0,9 Spagna 62,4 23,7 25,1 3,0-5,6-6,3 Francia 55,5 15,1 15,9 3,0 0,3-0,2 ITALIA 52,9 13,8 14,9 9,6 0,5-0,8 Olanda 51,2 19,3 20,5 6,0 1,4 0,7 Regno Unito 14,9 6,2 6,7 2,9 0,9 0,8 Elaborazioni su dati Eurostat 3
5 Tab.2. Distribuzione percentuale del lavoro a termine per fasce d età e titoli di studio* nei principali Paesi europei nel 2012 e differenza rispetto al 2008 Scuola dell'obbligo (ISCED 0-2) 2012 Differenza su 2008 Scuola secondaria (ISCED 3-4) Istruzione universitaria (ISCED 5-6) Scuola dell'obbligo (ISCED 0-2) Scuola secondaria (ISCED 3-4) Istruzione universitaria (ISCED 5-6) UE 27 35,3 51,6 13,1-5,4 3,0 2,3 Area Euro 17 40,5 47,6 12,0-5,9 4,1 1,8 Germania 52,8 43,4 3,8-5,8 4,5 1,3 Spagna 40,1 31,4 28,5-10,5 1,7 8,8 Francia 22,6 53,6 23,8-2,3-0,8 3,2 ITALIA 25,3 69,8 4,8-4,0 4,3-0,3 Olanda 44,1 44,4 11,6-6,5 3,7 2,8 Regno Unito 12,6 60,2 27,2-4,3-1,6 5,9 UE 27 27,9 45,8 26,2-4,6 1,1 3,5 Area Euro 17 33,1 41,1 25,7-4,7 1,7 3,0 Germania 32,1 48,2 19,6-3,9 0,7 3,2 Spagna 41,3 24,3 34,5-5,3-1,0 6,3 Francia 25,0 45,7 29,3-2,7-0,2 2,9 ITALIA 35,3 46,1 18,6-1,1 1,4-0,3 Olanda 32,5 42,2 25,3-3,9 0,9 3,0 Regno Unito 12,0 42,2 45,8-3,4-1,6 5,0 donne UE 27 23,5 44,8 31,8-4,1-0,2 4,3 Area Euro 17 27,8 41,3 30,8-4,3 0,9 3,4 Germania 27,8 49,1 23,1-3,8-0,7 4,5 Spagna 34,3 25,2 40,5-3,7-1,7 5,4 Francia 21,6 44,5 33,9-3,3-0,2 3,5 ITALIA 27,6 47,3 25,1-2,8 1,5 1,3 Olanda 29,6 42,0 28,4-3,7 0,3 3,4 Regno Unito 9,1 39,9 51,1-4,6-1,7 6,3 * Non sono stati considerati i dipendenti a termine con titolo di studio non dichiarato. Elaborazioni su dati Eurostat 4
6 Tab.3. Distribuzione percentuale del lavoro a termine per fasce d età e livello professionale* nei principali Paesi europei nel 2012 e differenza rispetto al 2008 elevato 2012 Differenza su 2008 medio basso elevato medio UE 27 22,0 58,9 19,1 0,5-0,5 0,1 basso Area Euro 17 23,8 59,0 17,1 1,0-0,7-0,3 Germania 27,5 64,6 8,0-2,7 3,4-0,6 Spagna 20,9 53,7 25,4 4,4-3,4-1,1 Francia 27,8 48,5 23,6 4,6-8,7 4,1 ITALIA 13,5 67,5 19,0-1,7 1,8-0,1 Olanda 17,2 55,5 27,3 0,5 1,1-1,6 Regno Unito 20,0 56,1 23,9 2,5-0,7-1,8 UE 27 29,3 46,2 24,5 2,0-1,2-0,8 Area Euro 17 30,4 45,9 23,7 2,5-1,3-1,2 Germania 36,9 49,2 13,9 0,2 1,0-1,2 Spagna 24,2 44,2 31,6 4,5-3,1-1,4 Francia 32,5 41,4 26,1 3,4-3,9 0,5 ITALIA 23,2 48,9 27,9-2,6 1,7 0,9 Olanda 30,4 47,7 21,9 0,8 1,2-2,0 Regno Unito 39,1 41,6 19,3 1,9-1,2-0,7 donne UE 27 33,4 46,6 20,0 1,5-0,6-0,9 Area Euro 17 34,3 45,8 19,9 1,7-0,5-1,2 Germania 44,3 44,7 11,1 0,1-0,8 0,7 Spagna 26,6 44,0 29,5 1,6-0,9-0,8 Francia 34,7 45,8 19,5 3,7-0,2-3,5 ITALIA 27,5 50,2 22,3-3,5 3,3 0,2 Olanda 31,4 53,7 14,9 0,1 0,5-0,6 Regno Unito 42,3 46,8 10,9 4,5-4,0-0,5 * Il livello professionale fa riferimento alla classificazione europea delle professioni ed è stato così raggruppato: elevato: professioni dirigenziali ed imprenditoriali, intellettuali, scientifiche, di elevata specializzazione, professioni tecniche (ISCO 1,2,3). medio: impiegati, professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, artigiani ed operai specializzati, lavoratori specializzati in agricoltura e pesca (ISCO 4,5,6,7). basso: conduttori di impianti, operai semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili, professioni non qualificate (ISCO 8,9). Non sono state considerate le Forze Armate ed i dipendenti a termine con livelli professionali non dichiarati. Elaborazioni su dati Eurostat 5
7 Tab.4. Distribuzione percentuale del lavoro a termine per fasce d età e durata dei contratti* nei principali Paesi europei nel 2012 Fino a 3 mesi Da 4 a 6 mesi Da 7 a 12 mesi Da 13 a 24 mesi Oltre 24 mesi UE 27 20,3 14,7 21,9 12,9 30,3 Area Euro 17 18,6 13,7 20,5 11,8 35,4 Germania 3,3 7,4 17,8 9,4 62,1 Spagna 54,8 22,3 17,2 2,8 3,0 Francia 29,8 16,8 20,0 27,0 6,5 ITALIA 19,1 18,5 22,6 6,2 33,6 Olanda 18,3 14,0 58,1 6,7 2,9 Regno Unito 21,2 21,2 29,6 18,7 9,3 UE 27 23,4 17,4 28,3 11,8 19,2 Area Euro 17 25,0 17,9 28,0 9,8 19,4 Germania 3,9 12,2 28,9 15,1 39,9 Spagna 58,6 17,6 17,5 1,9 4,3 Francia 34,4 20,8 24,5 13,0 7,3 ITALIA 19,2 22,8 36,6 6,1 15,3 Olanda 16,3 13,1 56,1 7,7 6,8 Regno Unito 14,8 17,2 28,4 22,9 16,7 donne UE 27 22,4 17,5 31,0 11,9 17,2 Area Euro 17 23,8 18,1 31,4 9,7 17,0 Germania 3,7 12,6 31,5 16,6 35,6 Spagna 56,4 18,2 20,1 1,5 3,9 Francia 31,0 22,0 30,2 10,8 6,0 ITALIA 17,7 21,4 40,3 6,1 14,4 Olanda 15,6 13,0 57,3 7,3 6,7 Regno Unito 11,5 15,7 31,3 25,0 16,6 * Non sono stati considerati i dipendenti a termine con durata del contratto non dichiarata. Elaborazioni su dati Eurostat 6
8 Tab.5. Distribuzione percentuale del lavoro a termine per fasce d età e durata dei contratti* nei principali Paesi europei differenza tra 2008 e 2012 Fino a 3 mesi Da 4 a 6 mesi Da 7 a 12 mesi Da 13 a 24 mesi Oltre 24 mesi UE 27-2,2-0,2 2,3 0,9-0,8 Area Euro 17-2,9-0,4 2,1-0,1 1,3 Germania -0,4-0,3 2,3 0,3-1,9 Spagna -0,1-2,2 1,5 0,0 0,9 Francia -3,0 4,5 0,1-3,2 1,6 ITALIA -0,9 1,2 1,4-2,0 0,4 Olanda -5,8-10,5 21,1-3,8-1,0 Regno Unito -4,3-0,1 3,6 1,7-0,9 UE 27-1,9 0,0 2,0 1,2-1,4 Area Euro 17-2,3-0,3 2,0 0,1 0,5 Germania -1,0-1,7 2,2 1,4-0,9 Spagna 1,0-2,2 0,4-0,2 1,0 Francia -1,6 3,6 0,4-2,5 0,0 ITALIA 1,0 0,8-0,5-0,8-0,4 Olanda -3,1-10,2 17,9-3,7-0,9 Regno Unito -1,6 1,5 1,5 1,8-3,2 donne UE 27-1,3-0,2 1,9 1,3-1,7 Area Euro 17-1,6-0,6 2,0 0,1 0,0 Germania -1,2-1,5 2,2 1,4-1,0 Spagna 2,1-3,0 0,2-0,5 1,1 Francia -1,1 3,1 1,3-1,8-1,6 ITALIA 1,5 1,0-2,8-0,3 0,7 Olanda -4,1-11,3 18,7-2,5-0,8 Regno Unito -3,8 0,7 2,7 3,0-2,7 * Non sono stati considerati i dipendenti a termine con durata del contratto non dichiarata. Elaborazioni su dati Eurostat 7
9 Tab.6. Distribuzione percentuale del lavoro a termine per fasce d età e motivo prevalente* nei principali Paesi europei nel 2012 e differenza rispetto al 2008 Non ha trovato un lavoro a tempo indeterminato 2012 Diff. su 2008 Non voleva un lavoro a tempo indeterminato 2012 Diff. su 2008 Studia / è in formazione 2012 Diff. su 2008 Periodo di prova 2012 Diff. su 2008 UE 27 36,7 0,4 14,4-0,5 40,7 0,6 8,2-0,4 Area Euro 17 31,7-1,2 11,4-1,1 48,9 2,3 7,9-0,1 Germania 6,7-1,4 n.d. n.d. 84,3 2,4 7,4-0,9 Spagna 81,3 7,9 7,1-5,9 10,3-1,2 1,2-0,9 Francia 38,5-1,9 20,0-1,7 38,6 6,8 3,0-3,1 ITALIA 44,9 9,6 3,5-3,8 42,3-7,2 9,3 1,4 Olanda 28,3 0,8 28,0-4,8 3,9-2,2 39,8 6,2 Regno Unito 47,4 13,8 36,4-10,1 10,4-1,0 5,8-2,7 UE 27 61,1 1,4 12,3-0,4 17,4-0,9 9,2-0,1 Area Euro 17 59,8 1,4 9,9-1,0 20,7-0,8 9,5 0,3 Germania 23,7-0,3 3,7 0,5 55,7-0,9 16,9 0,7 Spagna 91,9 4,6 3,4-3,5 4,0-0,3 0,7-0,8 Francia 56,9 1,0 21,5-0,3 18,2 0,7 3,4-1,4 ITALIA 71,2 6,6 3,4-2,8 16,8-4,5 8,6 0,7 Olanda 34,2-1,3 15,0-3,2 2,8-0,5 48,1 5,2 Regno Unito 58,2 15,7 27,5-13,8 9,7 0,1 4,6-2,0 donne UE 27 62,1 0,8 12,9-0,3 16,2-0,6 8,8 0,1 Area Euro 17 61,8 0,8 10,1-1,0 18,9-0,3 9,1 0,4 Germania 25,7-0,4 4,2 1,0 53,2-1,6 16,8 0,9 Spagna 91,7 4,9 3,6-4,1 4,1 0,1 0,6-0,9 Francia 60,3-1,6 20,2 1,0 16,0 1,4 3,6-0,7 ITALIA 73,3 4,6 3,5-3,3 15,8-2,6 7,4 1,2 Olanda 33,9-1,7 15,0-3,8 3,0-0,3 48,1 5,8 Regno Unito 52,5 15,5 33,5-14,5 10,3 1,1 3,7-2,1 * Non sono stati considerati i dipendenti a termine con motivo prevalente di applicazione del contratto non dichiarato. Elaborazioni su dati Eurostat 8
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