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1 provincia OR ORISTANO LEGENDA LEGENDE LEGEND LA PROVINCIA DI ORISTANO superficie ettari, comuni 88, abitanti Presidente Pasquale Onida sede: Via Carboni Oristano tel Abbasanta Aidomaggiore Albagiara Ales Allai Arborea Ardauli Assolo Asuni Baradili Baratili San Pietro Baressa Bauladu Bidonì Bonarcado Boroneddu Bosa Busachi Cabras Cuglieri Curcuris Flussio Fordongianus Genoni Ghilarza Gonnoscodina Gonnosnò Gonnostramatza Laconi Magomadas Marrubiu Masullas Milis Modolo Mogorella Mogoro Montresta Morgongiori Narbolia Neoneli Norbello Nughedu S. Vittoria Nurachi Nureci Ollastra Oristano Palmas Arborea Pau Paulilatino Pompu Riola Sardo Ruinas S. Nicolò Arcidano Sagama Samugheo San Vero Milis Santa Giusta Santulussurgiu Scano Montiferro Sedilo Seneghe Senis Sennariolo Siamaggiore Siamanna Siapiccia Simala Simaxis Sini Siris Soddì Solarussa Sorradile Suni Tadasuni Terralba Tinnura Tramatza Tresnuraghes Ula Tirso Uras Usellus Villa S. Antonio Villanova Truschedu Villaurbana Villaverde Zeddiani Zerfaliu superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 101

2 C U L T U R A E S T O R I A coscienze popolari; non solo, lo stato Sardo di Eleonora d Arborea può essere considerato il moderno Stato di diritto. Eleonora infatti, fu la mente di una carta del territorio contenente un corpus leggi che disciplinavano la vita civile, penale e rurale. Grazie a tale forza il giudicato di Arborea fu una roccaforte quasi inespugnabile. La città di Oristano inaugurò nel 1881 la Piazza centrale a lei dedicata nella quale venne eretta una maestosa statua omaggiata da A. Cambi. Intorno, fanno da cornice numerosi e antichi palazzi tra cui: l Ex convento degli Scolopi, l ex Chiesa di San Vincenzo, Palazzo Corrias Carta, Palazzo Mameli e il Palazzo dell Ufficio Tecnico Comunale che ospita il prezioso archivio storico contente diversi documenti risalenti anche all epoca giudicale. La statua intitolata a Eleonora d Arborea si erge nella piazza omonima, l iniziativa d innalzare la scultura fu di un gruppo di nobildonne oristanesi, che intendevano commemorare il valore di questa principessa, onorevole madre, moglie e governatrice. ELEONORA D ARBOREA I Foto di Gian Luca Dedola Testo di Sara Levanti, Giusy Cardia n una delle vie più antiche di Oristano, via Parpaglia, è ubicata un altrettanto antica casa, la gente la chiama Casa di Eleonora, anche se casa di Eleonora non fu mai. Diverse ricerche ed elementi provano infatti che questo edificio non sia mai stato sede abitativa della celeberrima eroina. Ma chi era Eleonora? Il suo cognome era d Arborea e fu, probabilmente, la più grande figura medievale della Sardegna. Nacque nel 1340 dal matrimonio tra il giudice di Arborea Mariano IV e la nobile Timbora Roccabertì, e morì all incirca fra il 1402 ed il 1404 stroncata dalla peste, causa principale della caduta della Sardegna in mano agli Aragonesi. La storia antica narra di lei come juyghissa ; stando ai documenti ritrovati, ella fu condottiera e legislatrice, abile politica dotata di eccezionale forza d animo. Non aveva fiducia nel Re e nell istituto della monarchia e fu la prima regina in Sardegna, e forse in Europa, ad essere legittimata dal popolo, del quale ne ascoltò, seppur segretamente, ragioni e malesseri. Fu così che con sapienza, tenacia e determinazione, completò il progetto di suo padre, giudice di Arborea dal 1347 al 1376, e riuscì ad unire tutti i giudicati dell isola sotto l unico stemma arborense, l albero diradicato, creando così uno Stato Sardo Indipendente, caratterizzato da un sentimento di appartenenza popolare senza precedenti. Questo sentimento è tutt ora presente nelle LA CARTA DE LOGU La Carta de Logu rappresenta uno degli esempi più importanti nella legislazione medioevale. E costituita da un corpo di leggi scritte, formato da un proemio o incipit e da 198 capitoli, di cui 132 appartengono al codice civile e penale ed i restanti 66 rientrano nel codice rurale emanato già nel 1353 dal padre della giudicessa, Mariano IV. La celebre Regina Eleonora d Arborea non è famosa solo per essere stata una donna forte, coraggiosa ed ostinata ma è anche considerata come una delle figure più rappresentative del medioevo sardo. Ella fece redigere dai suoi collaboratori, giuristi ed esperti nei vari campi della vita civile, la carta de Su logu ossia la carta de Su logu ossia del territorio in cui tali leggi trovavano applicabilità. Il testo, promulgato nel 1392, anche se i lavori preparatori iniziarono già sotto il regno del padre, è impresso nella storia dell ordinamento giuridico medioevale sardo per aver favorito l attuazione dello Stato di Diritto ossia quello stato in cui tutti sono tenuti alla osservanza e al rispetto delle norme giuridiche in virtù della pubblicità e conoscibilità della norma. Rispettando tali principi, si dà la possibilità ai cittadini e agli stranieri di conoscere con certezza di diritto le norme e le relative conseguenze. La raccolta di leggi di Diritto processuale, civile e penale, definibile anche come una sorta di carta costituzionale sarda, era scritta in lingua arborense proprio per garantirne la conoscibilità oggettiva popolare. La sua valenza storica è riconducibile soprattutto alla modernità dei contenuti. Di particolare rilievo, infatti, risultano i capitoli dedicati al trattamento delle donne e dei minori, la difesa del territorio e l usura nonché l uguaglianza degli uomini liberi davanti alla legge, pena l applicazione di sanzioni per chiunque l avesse violata, senza distinzione di classe sociale. Tutto ciò appare rivoluzionario tenuto conto dell era in cui la Carta de logu venne promulgata, epoca in cui nobili e clero facevano da padroni. Il documento, di cui ci sono pervenute solo nove edizioni a stampa ed un manoscritto cartaceo del quattrocento custodito nella Biblioteca universitaria di Cagliari (con la segnatura 211), ci offre non solo la testimonianza degli usi legislativi al tempo dei Giudicati sardi di Arborea, Torres, Gallura e Càlari, ma costituisce anche un testo importante per lo studio storico, etnologico e linguistico della Sardegna Medioevale. La durata della Carta de Logu nel tempo è stata garantita anche dalla particolare condizione di questa terra, il cui ben noto isolamento consentì il perpetuarsi di certe condizioni e tradizioni di vita collettiva poco influenzate dai tentativi reiterati di intervento esterno. Addirittura nel 1970 ancora si discuteva in merito all eventuale persistenza di codici non scritti nel vissuto quotidiano, specie nelle aree più interne, anche con riferimento ai cosiddetti codici di tradizione orale: le consuetudini. del territorio in cui tali leggi trovavano applicabilità Oristano, spiaggia Is Arutas

3 LA PROVINCIA DI CARBONIA-IGLESIAS provincia CI superficie ettari, comuni 23, abitanti Presidente Pierfranco Gaviano sede provvisoria: Via Fertilia, Carbonia tel fax CARBONIA-IGLESIAS Bugerru Calasetta Carbonia Carloforte Domusnovas Fluminimaggiore Giba Gonnesa Iglesias Masainas Musei Narcao Nuxis Perdaxius Piscinas Portoscuso San Giovanni Suergiu Santadi Sant Anna Arresi Sant Antioco Tratalias Villamassargia Villaperuccio LEGENDA LEGENDE LEGEND superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 105

4 C U L T U R A E S T O R I A Nella pagina accanto: operazioni di stivaggio del minerale. Carico del minerale a Buggerru. IL GALANZIERE Testo e foto di Simone Repetto 106 UN MESTIERE D ALTRI TEMPI T ra le genti di mare che si sono maggiormente segnalate ed hanno profondamente influenzato l economia sarda legata allo sviluppo minerario, emerge senza dubbio la figura del galanziere. I motivi, possono essere dedotti dalla natura di una professione che oggi apparirebbe talmente dura e massacrante, da sembrare quasi irreale, o impossibile da riproporre, nemmeno prevedendo salari da favola. E quando i vecchi superstiti, che vissero quell epoca di stenti e sacrifici, ricordano le immani fatiche del galanziere ai giovani, sembra raccontino solo storie. Invece, l epopea dei galanzieri non solo è esistita, ma ha segnato decenni di vita lavorativa e di sostentamento per moltissime famiglie, in particolare carlofortine. Ai primi del Novecento, Carloforte era divenuto uno snodo fondamentale per il trasporto marittimo del minerale estratto in Sardegna. Proveniente dai giacimenti dell iglesiente, il minerale veniva imbarcato su battelli e bilancelle, per essere stoccato nei magazzini dell isola di San Pietro e successivamente movimentato verso le navi delle grandi società internazionali di settore, ormeggiate sottocosta. I valorosi addetti al trasporto marittimo erano i battellieri, più diffusamente conosciuti come galanzieri, che alzavano rande e vele latine per smuovere, con sforzi immensi, il minerale di blenda e galena (detto galanza, da cui il nome di galanzieri) stoccato dentro scafi robusti, costruiti dalle sapienti e virtuose mani dei mastri d ascia di Carloforte. Il loro compito, era quello di navigare senza sosta, avanti e indietro, tra Carloforte e i porti sulcitani, fino a Buggerru e Piscinas. La parola agevole, in questo lavoro, davvero non esisteva. A terra come a mare. Il minerale, si caricava e scaricava a mano, riempiendo coffe e ceste pesantissime, che gravavano sulle spalle degli uomini fino a generare la cosiddetta patata, un grosso callo che quasi aveva la sinistra parvenza di un marchio di fabbrica. Dovevano camminare su tavoloni viscidi ed instabili, prima di mettere piede a bordo e depositare il carico nelle stive. Quando non c era un molo dove ormeggiarsi, si arrivava con la chiglia fin sulla battigia delle spiagge, ed il lavoro si complicava ulteriormente, per le ovvie difficoltà logistiche indotte dal dover operare sulla sabbia, a piedi nudi e senza un approdo stabile ed attrezzato. In mare, i pericoli aumentavano. I battelli, spesso viaggiavano talmente carichi da far quasi scomparire la barca sott acqua. In queste condizioni, se il mare si infuriava, per scafo ed equipaggio non c erano speranze, come testimoniano i tanti naufragi avvenuti, alcuni con morti al seguito. Ma anche la bonaccia era mal vista, perché non permetteva la propulsione velica e ci si doveva arrangiare a remi, sempre che le braccia reggevano per tutta la rotta del minerale. Viaggi che divenivano veri e propri gioghi, in quanto più si trasportava velocemente e massicciamente, più il guadagno Battelli in navigazione sulla rotta della galanza. Battelli carichi costretti a remi, per assenza di vento. 107

5 C U L T U R A E S T O R I A Battelli in spiaggia a Piscinas. aumentava. Era lavoro a cottimo, dove il rischio principale consisteva nella vita stessa del galanziere. Un esistenza che, seppur difficoltosa, era vissuta con orgoglio e dignità, circostanza che decretava lo spessore di questi grandi lavoratori del passato. Che avevano anche le loro particolarità, i loro attrezzi del mestiere, a cui tenevano. Come il sorpafèru, un pesante e grezzo cappotto, da indossare per affrontare freddo, vento e salsedine durante la navigazione, come suggerisce il nome (letteralmente salpa l ancora ). Questa occupazione, come altre dell epoca, era tuttavia abbinata al termine sfruttamento, da parte di chi gestiva il traffico del minerale. Per la mole di lavoro svolta ed i pericoli affrontati, la paga era misera e i diritti pressoché assenti. Questo immane disagio, sfociò nei primi moti operai noti a livello nazionale e alla nascita della coscienza sindacale, con la creazione della Lega dei Battellieri, le cui giuste rivendicazioni furono condotte dal medico piemontese Giuseppe Cavallera, che lottò strenuamente per migliorare le condizioni di lavoro, nei primi del Novecento, al punto da essere arrestato e processato. Tale situazione, nonostante le dure prese di posizione, progredì con molta lentezza, fino all involuzione del periodo bellico, che vide l inizio del declino dell attività dei battellieri. A segnare irrimediabilmente la fine, oltre alla crisi dell industria estrattiva mineraria, fu soprattutto l avvento del ferro e del motore, che rivoluzionarono completamente il traffico marittimo e quello su strada. Ma nessuno ha mai dimenticato le memorabili gesta dei galanzieri, che hanno retto per molto tempo l economia di un popolo e che dovrebbero, per questi motivi, far parte integrante anche del bagaglio conoscitivo delle nuove generazioni. FRANCESCO BUZZO, L ULTIMO DEI GALANZIERI E considerato l ultimo dei galanzieri. Una specie di lavoratori dei secoli scorsi praticamente estinta, di cui ne restano pochissimi, nobili e validi esemplari ancora viventi. Persone che hanno nel loro dna la longevità e l esaltazione dell elogio alla vita, in qualsiasi forma essa si presenti, anche dopo decenni di duro ed instancabile lavoro, portato spesso al limite delle capacità fisiche umane, tra terra e mare. Il carolino Francesco Buzzo, non è solo un fresco centenario, dallo sguardo attento e dalla mente ripiena di incredibili ed avvincenti ricordi, da raccontare ai nipoti. E il più vecchio di una categoria di lavoratori del mare ancora in vita, di quelli che ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo economico della Sardegna mineraria, a cavallo tra la seconda metà dell Ottocento e la prima del Novecento. Stare accanto ad una persona del genere, dove ogni sua ruga e cicatrice esprime profondi significati e fervide emozioni, anche in chi non conosce la sua storia, rappresenta qualcosa di eccezionale, che ti fa riflettere sulla distanza intercorrente tra le agiatezze odierne ed un passato che si fa solo fatica ad immaginare, ma che c è stato. E che Buzzo rappresenta egregiamente. Già nel 2005, aveva raggiunto un traguardo incredibile, quando salutò i 98 anni al fianco della moglie Antonietta Masnata, sua coetanea e, come il marito, grande lavoratrice. Oggi, lei non c è più, ma a tenergli compagnia c è un folto drappello, tra figli, nipoti, pronipoti e conoscenti vari. Nato a Carloforte il primo febbraio del 1907, proviene da famiglia longeva, considerando i 100 e i 98 anni raggiunti della cugina Olinda e dal fratello Agostino, mentre la sorella Caterina, vivente, ne compirà 94. Tenacia, passione e perseveranza, sono le sue doti migliori, che metteva in tutte le cose che affrontava. A 14 anni, fece il primo fagotto per imbarcarsi in navi aragostiere, seguendo poi la via generale dei trasporti marittimi. Conobbe subito il duro mestiere del galanziere e si iscrisse come avventizio nei portuali, rendendosi altresì disponibile al primo imbarco che si presentava, per navigare su navi commerciali e passeggeri, seguendo anche rotte oceaniche, dall America all Australia, dove amava recarsi. A Melbourne, infatti, viveva una folta comunità carlofortina, tra cui molti amici cari. Tuttavia, il pensiero alla famiglia era costante, suffragato dalle tante sorprese da portare in dono al ritorno. Quando sbarcava e rientrava a Carloforte, non c erano pause o riposi. Faceva il pescatore e badava ai campi, ma, soprattutto, si arruolava da galanziere, fino al successivo imbarco, verso mari lontani. Segnato da un incidente alla mano sinistra, difficilmente lasciava trapelare emozioni. Che ora, con infinita tenerezza, lo pervadono, quando ancora bisbiglia certi episodi, vissuti con i compagni di un tempo, riesumati a fatica, con le lacrime agli occhi. Come quando, nella seconda guerra mondiale, trasportando il sale verso Bosa, dopo essere entrati in porto, un sommergibile americano emerse dal nulla e affondò la loro nave, con una bomba. In quei momenti, riferisce ancora con trepidazione, insieme ai compagni dell equipaggio, vide la morte molto da vicino. A bordo, era ben visto e considerato un tuttofare, sempre disponibile quando c era bisogno della sua opera. Una vita dedicata al mare, ma anche alla terra, perlomeno nell età della pensione. Tra le sue passioni, c era infatti la vigna, che ha coltivato fino ad oltre 90 anni. Con orgoglio, da solo, riusciva a curare oltre 9 mila fondi di vite, per produrre dell ottimo vino. Sempre fedelmente accompagnato da una nutrita pattuglia di gatti, che adorava, quasi fossero dei figli adottivi. Se non fosse per gli acciacchi, ancora oggi sarebbe capace di raggiungere la vigna a piedi, per vedere se l erba è cresciuta e salutare i suoi felini. Ma le giornate del galanziere, ora sono scandite da calorose visite e dalla tv, che segue con molta attenzione, come il mercatino ambulante del mercoledì. Quando inizia a ricordare, la sua mente lucida gli permette di esternare ancora storie incredibili, quelle che solo un centenario del suo calibro può vantare. Per tutto questo, Carloforte ha riservato al suo nonnino una grande festa e si è stretta intorno a lui, nel giorno che ha toccato il traguardo del secolo di vita. Presso la casa della figlia Anna, in tantissimi si sono recati per omaggiare di persona Buzzo, mentre targhe speciali, sono state consegnate dal sindaco Marco Simeone e da Giancarlo Fasolato, per l Auser, dopo quelle dell associazione Pozzo Sella del Parco Geominerario della Sardegna, Cgil, Casa del Proletariato e Italia Nostra, come testimonianza vivente di un passato da grande e instancabile lavoratore del mare. Tra telecamere e microfoni di radio e televisioni, c è stato l affettuoso abbraccio dei due parroci Lino Melis e Daniele Agus, che hanno portato il benemerito augurio del vescovo della diocesi iglesiente Tarcisio Pillolla. Accennando un sorriso ed una misurata emozione, ha spento la centesima candelina senza farsi distrarre dalla confusione e dagli applausi, mantenendo tutta la fierezza che ancora lo anima. Buzzo (primo da destra) con i compagni dell'equipaggio, Buzzo spegne le 100 candeline. Nacque il primo febbraio Francesco Buzzo, oggi. Magazzini minerari della Società Malfidano, a Taccarossa

6 Sì, desidero abbonarmi per 1 anno al prezzo di 14,70 Sì, desidero abbonarmi per 3 anni al prezzo di 30,00 Sì, desidero acquistare i libri con il 70% di sconto (riservato per chi sottoscrive l abbonamento) COD. Q.TA DESCRIZIONE PREZZO Sardegna pocket (la guida della Sardegna in 257 pag. a colori) 19,00 5, Il portolano (la guida dei porti della Sardegna in 128 pag. a colori) 18,00 5,40 (da compilare sempre) totale NOME... COGNOME... VIA... N... CITTA... C.A.P.... TEL.... FAX... I dati da Lei rilasciati potranno essere utilizzati da Mare Nostrum Editrice secondo disposto dalla legge 675/96 in materia di tutela dati personali. Firma Regalo l abbonamento per 1 ann0 a: Regalo l abbonamento per 3 anni a: NOME... COGNOME... VIA... N... CITTA... C.A.P.... TEL.... FAX... ORDINA PER posta: MARE NOSTRUM EDITRICE s.r.l. via P.ssa Iolanda SASSARI fax al numero 079/ all indirizzo info@marenostrum.it telefono al: PAGAMENTO versamento c/c postale n intestato alla Mare Nostrum editrice s.r.l. (indicare la causale del versamento) A. B. intestato alla Mare Nostrum editrice s.r.l. con addebito sulla mia carta di credito: titolare... N... Scad...Data di nascita... Firma... DIRITTO DI RECESSO. Il Cliente ha 10 giorni di tempo per restituirla dalla data di ricevimento. Il Cliente dovrà restituire la merce presso la Mare Nostrum Editrice, perfettamente integra, entro il suddetto termine di 10 giorni.

7 provincia MD MEDIO CAMPIDANO LA PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO superficie ettari, comuni 28, abitanti Presidente Fulvio Tocco sede provvisoria: Municipio di Sanluri, 1 piano, Via Carlo Felice, Sanluri tel fax LEGENDA LEGENDE LEGEND superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit Arbus Barumini Collinas Furtei Genuri Gesturi Gonnosfanadiga Guspini Las Plassas Lunamatrona Pabillonis Pauli Arbarei Samassi San Gavino Monreale Sanluri Sardara Segariu Serramanna Serrenti Setzu Siddi Tuili Turri Ussaramanna Villacidro Villamar Villanovaforru Villanovafranca strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 113

8 I t i n e r a r i Tomba dei giganti Sa Dom e S Orcu, Siddi. Testo e foto di Enrico Olla SA DOMO E S ORCU L a credenza popolare ha voluto chiamare così quelle che in realtà erano delle sepolture derivate dai dolmen, le tombe dei giganti. Sull altopiano della Giara di Siddi se ne trova una tra le meglio conservate dell Isola. Durante quel lasso di tempo che va dall età del bronzo fino all età del ferro, dal 1600 a.c. alla conquista romana dell Isola (111 a.c.), si è sviluppata la più grande civiltà sarda, quella dei nuragici. Di essa e dei suoi segni inconfondibili, la Sardegna è tappezzata da nord a sud ma la cosa incredibile è che ognuno di questi segni, ogni testimonianza, ogni pietra che Nella pagina accanto: la compone, ha una storia e una particolarità propria, è un universo a sè stante. Vista laterale di Sa I nuragici giunsero sulle nostre coste da diverse aree del Mediterraneo, soprattutto dalla penisola iberica e dalle Dom e S Orcu. coste africane; i bronzetti pervenuti sino a noi, come foto neanche tanto sbiadite dal tempo, ci raccontano che essi erano raggruppati in classi sociali: plebe, sacerdoti, nobili, guerrieri (molti), il re. Tutto ruotava intorno a quest ultimo, pastore come i suoi sudditi, che viveva nel nuraghe con la sua famiglia. Si professava un culto poli- Enormi lastroni di basalto che coprono la teista e naturalistico come in tante altre civiltà sviluppatesi in quel tempo, ma con alcune novità che rendevano quella nuragica all avanguardia. Le Domus de Janas continuavano a contenere le salme dei defunti apparte- camera funeraria. nenti alle classi meno abbienti; per coloro che invece facevano parte di ceti più elevati si realizzò un nuovo tipo L interno della camera di struttura in cui non si seppellivano giganti, come da credenza popolare e mitica (i sardi del tempo non superavano i 166 cm di altezza), non orchi favolosi, come suggerirebbe il nome in sardo, bensì intere tribù o fami- funeraria. glie; alcune tombe potevano contenere dai 200 ai 300 defunti. Sa Dom e S Orcu di Siddi, situata sull altopiano Blocco di basalto, Sa della Giara, è uno degli esempi che rappresentano al meglio il livello raggiunto dagli antichi nuragici nelle Dom e S Orcu. costruzioni funerarie. Come la maggior parte delle tombe dei giganti in Sardegna, è rivolta a sud sud-est, dove solitamente sorge la luna; è circondata dai resti di almeno sedici nuraghi, disseminati su tutto l altopiano, a testi- monianza del fatto che il villaggio era sorto proprio su quell altura poiché considerato un riparo naturale in cui sentirsi protetti da eventuali attacchi esterni. Le dimensioni farebbero inevitabilmente pensare a dei giganti: una struttura rettangolare di circa venti metri che termina con un fondo absidato e che frontalmente presenta una facciata a esedra, con due ali che conferiscono alla costruzione la forma di una protome taurina, chiaro riferimento al Dio Toro che i nuragici erano soliti venerare, insieme alla Dea Madre, come simboli di fertilità e quindi continuazione della vita e come custodi dei defunti. Al centro dell esedra, si apre l ingresso alla camera funeraria lunga circa dieci metri e larga poco più di un metro, al cui interno è presente, sulla sinistra, una celletta probabilmente adibita alla deposizione degli oggetti votivi o offerte agli Dei. La perfezione tecnica della costruzione è evidente nell abside, estremità arrotondata opposta all ingresso, che va restringendosi verso l alto per dare alla struttura un aspetto a chiglia di nave rovesciata che la accosta a simili e contemporanei sepolcri delle Isole Baleari (navetas ). La tomba è perfettamente conservata e non presenta particolari segni di cedimento, anche grazie al fatto di essere interamente costruita con enormi blocchi di basalto, ognuno dei quali può arrivare a pesare dodici tonnellate, che hanno impedito, alle civiltà successive, l asportazione del materiale per nuove costruzioni, come spesso avveniva per altri insediamenti. Nel corso della seconda metà del 900, diversi scavi hanno permesso di portare alla luce numerosi frammenti di recipienti ceramici rinvenuti all interno della camera funeraria mentre all esterno fu scoperta una bacinella in pietra vulcanica destinata, secondo l archeologo Giovanni Lilliu, al culto dei defunti che si praticava proprio nello spazio davanti all ingresso. Questo magnifico esempio di sepoltura megalitica è stato recentemente inserito negli itinerari del Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia di Villanovaforru, che riunisce i più importanti centri della Marmilla, tra cui Siddi, in un percorso culturale che si snoda tra natura, storia, archeologia, artigianato e tradizioni popolari, in un territorio ricco di testimonianze millenarie quali nuraghi, villaggi preistorici, vestigia medievali, chiese che custodiscono antichi tesori d arte. Sa Dom e S Orcu può rappresentare, con la sua figura ancora intatta nei secoli, il simbolo della valorizzazione e della salvaguardia di tutte quelle opere frutto dell ingegno, della cultura spirituale e materiale di quelle civiltà che hanno reso l Isola un Continente saldamente ancorato alle sue origini e alla sua identità e non un approdo qualunque in mezzo al Mediterraneo. Come la maggior parte delle tombe dei giganti in Sardegna, è rivolta a sud sud-est, dove solitamente sorge la luna 115

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