anno 2009 ha rappresentato un anno di notevole importanza e di transizione per il monitoraggio
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- Lelia Costantini
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1 26 L anno 2009 ha rappresentato un anno di notevole importanza e di transizione per il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. In particolare, a livello operativo, è stata avviata l attività di monitoraggio sulla base di quanto previsto dal D.Lgs. 152/06 (Norme in materia ambientale) e da una serie di decreti di recentissima emanazione sia per le acque superficiali (DM 131/08 e DM 56/09 rispettivamente relativi alla caratterizzazione e ai criteri per il monitoraggio dei corpi idrici superficiali, come approfondito nel relativo box) che per le acque sotterranee (D.Lgs. 30/09 di attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall inquinamento e dal deterioramento). Nel 2009 inoltre ARPA Lombardia, di concerto con Regione Lombardia e con le altre Regioni ed Agenzie del bacino del fiume Po, ha contribuito alla predisposizione del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po (adottato dal Comitato Istituzionale dell Autorità di bacino il 24 febbraio 2010). Il Piano di Gestione è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le misure finalizzate a garantire la corretta utilizzazione delle acque ed il perseguimento degli scopi e degli obiettivi ambientali stabiliti dalla Direttiva Quadro sulle Acque (DIR 2000/60/CE). Il Piano contiene una serie di elaborati descrittivi relativi alla caratterizzazione dei corpi idrici, alle pressioni e agli impatti significativi, allo stato idromorfologico, alla presenza di sostanze pericolose; vi è, inoltre, l elenco degli obiettivi ambientali fissati per le acque superficiali e sotterranee, l analisi economica sull utilizzo idrico e il programma delle misure da attuare. La recente normativa in materia di acque superficiali prevede la determinazione dello stato chimico e dello stato ecologico per ciascun corpo idrico al termine di ciascun ciclo di monitoraggio (tre/sei anni). L elaborazione dei dati per la classificazione delle acque superficiali dovrà far riferimento alle procedure descritte nel decreto sulla classificazione attualmente (ottobre 2010) in via di approvazione. Pertanto, allo stato attuale, in un contesto normativo ancora in fase di definizione, le elaborazioni ricavate dall applicazione degli indici contenuti nella citata bozza di decreto e riportate nel presente documento sono da considerarsi sperimentali e rivestono carattere di provvisorietà. A partire dall anno 2009 il monitoraggio delle acque superficiali (corsi d acqua e laghi) avviene attraverso una nuova rete di monitoraggio, costituita sulla base delle indicazioni previste dal DM 131/08 e dal DM 56/2009). In particolare la nuova rete è costituita da 293 punti sui corsi d acqua (fiumi e canali) e da 44 punti sui laghi (naturali e artificiali), per un totale di 337 punti. Nella nuova rete sono ricompresi circa 180 punti già appartenenti alla rete regionale Per quanto riguarda i dati relativi ai corsi d acqua e riferiti all anno 2009, sono stati calcolati sia alcuni indici previsti dalla nuova normativa (LIMeco, LTLeco) che altri indici riferiti alla normativa pregressa (LIM, SEL). Ai fini della classificazione dello stato ecologico dei corsi d acqua, i parametri nutrienti e ossigeno disciolto, vengono integrati nel nuovo descrittore LI- Meco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico) utilizzato per derivare la classe di qualità. Non vengono più considerati i parametri BOD5, COD e Escherichia coli, previsti invece nel calcolo del tradizionale indice LIM (Livello Inquinamento espresso dai Macrodescrittori). Per valutare lo stato trofico dei laghi, per la definizione dello stato ecologico, si utilizzano invece i seguenti elementi fisico-chimici: fosforo totale, trasparenza, ossigeno ipolimnico, che concorrono alla definizione dell indice LTLeco (Livello Trofico Laghi per lo stato ecologico), il quale non considera il parametro Clorofilla a previsto dal vecchio indice SEL (Stato Ecologico Laghi). Oltre alle diversità legate ai parametri caratteristici degli indici, si evidenzia che anche le modalità di calcolo dell indice LIMeco e LTLeco differiscono in modo sostanziale da quelle adottate rispettivamente per il LIM e il SEL. Differenze che si traducono, da una prima applicazione degli indici sui dati 2009 dei corsi d acqua, in una diversa distribuzione tra le classi del numero di corpi idrici, in particolare per le classi buono ed elevato per cui il LIMeco tenderebbe a restituire uno stato migliore del LIM. Il LIM 2009 conferma inoltre il segnale di miglioramento dello stato dei corpi idrici già riscontrato nel corso dell anno precedente. Per i laghi va evidenziato che l LTLeco è distribuito in tre classi contro le cinque del SEL per cui il confronto tra i due indici non è significativo. Considerando, pertanto, solo il SEL elaborato sulla base dei dati relativi al 2009, ed in particolare sulla distribuzione delle stazioni nelle classi di qualità, si evidenzia una situazione bilanciata tra i siti che presentano uno stato che va da sufficiente a buono (23 stazioni) e quelli che si collocano in uno stato peggiore (20 stazioni). Infine, rispetto al 2008,
2 AMBIENTE E QUALITà DELLA VITA / ACQUE 27 Distribuzione % delle stazioni Confronto tra LIMeco 2009, LIM 2009 e LIM 2008 Distribuzione % delle stazioni Confronto tra SEL 2008 e SEL 2009
3 28 Esempio di immagine e di grafico del livello idrometrico (stazione di Milano Via Feltre, fiume Lambro) considerando solo le stazioni campionate in entrambi gli anni, si è riscontrata una situazione abbastanza stabile. La stazione di Padenghe sul lago di Garda passa dalla classe 3 alla classe 2 mentre quella di Salò peggiora passando dalla classe 2 alla 3. Peggiora anche la qualità del lago di Endine a cui viene attribuito un SEL pari a 4, mentre migliorano il lago di Garlate, che passa dalla classe 4 alla 3, e il lago del Gallo che passa dalla classe 3 alla classe 2. Il monitoraggio delle acque superficiali effettuato da ARPA Lombardia comprende, naturalmente, oltre alle caratteriste qualitative delle acque, anche il controllo strumentale della quantità stessa della risorsa idrica nei vari aspetti del ciclo idrologico. I dati sulla quantità delle acque presenti nei laghi e nei fiumi, nonché la misurazione delle piogge o del manto nevoso, per esempio, sono molto richiesti sia per una corretta interpretazione dei dati della qualità delle acque, sia per numerose applicazioni che riguardano ambiti molto diversi come la progettazione di opere, lo studio del clima, la protezione civile, la gestione della risorsa idrica, ecc. Dal mese di febbraio 2010, è online il nuovo sistema cartografico di consultazione e download dei dati idrologici di ARPA Lombardia (webgis). L applicativo vuole essere una risposta concreta ed efficace alla necessità di divulgazione verso l esterno ad un pubblico più o meno specialistico. Dal sito ARPA (Servizio Idrografico - sezione dati idro-pluvio-termo-nivo) l utente accede alle risorse cartografiche consultabili e navigabili e può visualizzare, relativamente all area di interesse, tutte le informazioni idrologiche disponibili e scaricare i dati selezionati: livelli di fiumi e laghi, pioggia, temperatura, livelli di manto nevoso. Alla voce Ultimi dati registrati è possibile visualizzare gli ultimi dati disponibili alle stazioni della rete di monitoraggio; un informazione utile anche ai soggetti attivi sul territorio che necessitano di conoscere lo stato della situazione idrometeorologica in tempo reale. Ad esempio, durante l emergenza che ha coinvolto i fiumi Lambro e Po relativa allo sversamento di idrocarburi a Villasanta il 23 febbraio 2010, il webgis ha permesso a tutti gli enti interessati di monitorare con continuità i livelli per tenere sotto osservazione la diffusione e il trasporto dell inquinante lungo i fiumi coinvolti. Con questa struttura il webgis, che si appoggia ad una robusta base di dati, è concepito per essere continuamente aggiornato con ulteriori dati e informazioni. Al momento sono in fase di digitalizzazione i dati storici raccolti in formato cartaceo dal Servizio Idrografico dai primi del 900 e sono in fase di elaborazione i valori di portata relativi alle stazioni idrometriche idonee alla stima del deflusso. Relativamente alle acque sotterranee, nel D.Lgs. 30/09 vengono indicati i nuovi criteri di monitoraggio e di identificazione e caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei per la valutazione del relativo stato chimico. In Lombardia il processo di identificazione dei corpi idrici ha visto una prima individuazione basata su criteri fisici e un successivo approfondimento, ancora in itinere, sulla base dello stato di qualità ambientale delle acque e sull analisi delle pressioni incidenti sul corpo idrico. L applicazione della normativa ha permesso di individuare per la Regione Lombardia cinque Sistemi Acquiferi distinti in: Sistema Acquifero Superficiale di Pianura Sistema del Secondo Acquifero di Bassa Pianura Sistema Acquifero Profondo di Pianura Sistema di Fondovalle Sistema Collinare e Montano per un totale di venti Corpi Idrici e tre Sistemi Idrogeologici afferenti al Sistema collinare e montuoso. Le acque sotterranee costituiscono la principale fonte di approvvigionamento idrico in tutta la pianura lombarda. Per questo motivo risulta fondamentale conoscere la struttura idrogeologica del sottosuolo, una delle componenti per la definizione dello stato qualitativo, e la conseguente predisposizione di interventi miranti a uno sfruttamento razionale della risorsa. Il monitoraggio della falda per la Regione Lombardia è finalizzato alla caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei e alla definizione dei relativi obiettivi di tutela.
4 AMBIENTE E QUALITà DELLA VITA / ACQUE 29 A seguito dell emanazione del D. Lgs 152/06 (recepimento della Direttiva 2000/60/CE) e sulla base dei successivi Regolamenti (D.M. 131/08 e D.M. 56/09) adottati ai sensi dell art. 17 del Decreto stesso, sono sensibilmente variati i criteri di impostazione del monitoraggio dei corpi idrici. Attualmente, quindi, l approccio metodologico seguito dal D.Lgs 152/99 non è più utilizzabile, sia perché fondato su classi di qualità statiche, sia perché basato in maniera solo parziale su elementi biologici, mentre la Direttiva prevede un classificazione relazionata a specifiche condizioni di riferimento variabili a seconda delle diverse tipologie di corpo idrico, nonché un maggior numero di elementi biologici e idromorfologici da indagare. Il concetto di tipo fluviale e lacustre, introdotto dalla recente normativa, diventa la base della definizione delle condizioni di riferimento, del massimo potenziale ecologico e delle valutazioni dello stato ecologico. Per l individuazione delle tipologie di laghi e fiumi, in Italia è stato emanato il D.M. 131/08 recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici, che definisce la metodologia per la caratterizzazione dei corpi idrici, la loro tipizzazione, l analisi delle pressioni, l individuazione dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali e la fissazione delle condizioni di riferimento specifiche per i tipi di corpo idrico superficiale. Il successivo D.M. 56/09, concernente i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento, prevede in particolare che per tutti i corpi idrici individuati sulla base di un analisi delle pressioni e degli impatti sia definito, per ciascun periodo in cui si applica il Piano di Gestione del Distretto Idrografico, un programma di monitoraggio sulla base degli esiti dell analisi di rischio. Infatti per ogni classe di rischio è prevista una diversa tipologia di monitoraggio: il monitoraggio operativo - relativo ai Corpi idrici a rischio realizzato per stabilire lo stato dei corpi idrici identificati a rischio di non soddisfare gli obiettivi ambientali, valutare qualsiasi variazione dello stato di tali corpi idrici risultante dai programmi di misure, classificare i corpi idrici; il monitoraggio di sorveglianza relativo ai Corpi idrici non a rischio e probabilmente a rischio - realizzato per la progettazione efficace ed effettiva dei futuri programmi di monitoraggio, la valutazione delle variazioni a lungo termine di origine naturale, la valutazione delle variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica, per tenere sotto osservazione l evoluzione dello stato ecologico dei siti di riferimento, per classificare i corpi idrici. È inoltre previsto un monitoraggio di indagine qualora siano sconosciute le ragioni di eventuali superamenti, o quando il monitoraggio di sorveglianza indichi il probabile rischio di non raggiungere gli obiettivi e il monitoraggio operativo non sia ancora stato definito; o, ancora, per valutare l ampiezza e gli impatti di un inquinamento accidentale. La norma specifica inoltre le frequenze di campionamento nell arco del periodo di monitoraggio. diversificate per i vari elementi di qualità. Il ciclo del monitoraggio di sorveglianza dura almeno sei anni, mentre la durata di quello operativo è triennale. Infine, relativamente alla classificazione, viene richiesto lo stato chimico e lo stato ecologico per ciascun corpo idrico. Il primo si basa sul soddisfacimento degli standard di qualità ambientale fissati dal D.M. 56/09 per le sostanze dell elenco di priorità, il secondo è definito sulla base della valutazione di elementi biologici (macrobenthos, macrofite, fitobenthos, fauna ittica) non previsti dalla precedente normativa ad eccezione del macrobenthos, di parametri chimico-fisici a sostegno (indice LIMeco) e di altri contaminanti (inquinanti specifici). Al momento (ottobre 2010) non è stata ancora emanata la normativa nazionale di riferimento che definisce i criteri tecnici specifici per la classificazione dello stato di qualità ai sensi della Direttiva.
5 30 ARPA Lombardia effettua, in corrispondenza dei punti di controllo della rete regionale, il monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee attraverso il campionamento e l analisi semestrale delle acque di falda e il monitoraggio quantitativo, con cadenza mensile, attraverso le misure dei livelli piezometrici. La rete di monitoraggio attuale è costituita da 545 punti di misura ripartiti in 357 punti afferenti alla rete quantitativa, 378 punti alla rete qualitativa, 285 punti alla rete nitrati e 273 alla rete fitofarmaci. Tra i diversi soggetti preposti al monitoraggio delle risorse idriche sotterranee del territorio regionale, le ASL e gli enti gestori del servizio di distribuzione delle acque destinate al consumo umano operano con la finalità di garantire la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, mentre ARPA si occupa del controllo ambientale rispetto alla concentrazione degli analiti nel tempo e nello spazio negli acquiferi significativi, con particolare riguardo alle falde libere superficiali, in quanto più vulnerabili. Si sottolinea che gli esiti del monitoraggio sono da riferirsi alle acque grezze di falda e non a quelle erogate dagli acquedotti per il consumo umano. Oltre al controllo dei punti della rete sopra descritta, vengono effettuati monitoraggi più localizzati, finalizzati all approfondimento di particolari situazioni emergenti di contaminazione. Lo stato qualitativo degli acquiferi presenta localmente condizioni di criticità che evidenziano uno stato di degrado delle riserve idriche sotterranee negli strati più superficiali. In molte aree è indispensabile un azione coordinata dai soggetti competenti per la determinazione delle aree di provenienza dei contaminanti e per il contenimento o l eliminazione, ove possibile, delle fonti di inquinamento. Di seguito sono riportate le principali problematiche, evidenziate dal monitoraggio delle acque sotterranee nel corso degli anni, riguardano: la presenza di composti azotati nelle porzioni della pianura in cui sono più diffuse le attività agrozootecniche; la presenza di composti organo-alogenati (solventi clorurati). Si tratta di sostanze dotate di scarsa solubilità in acqua e resistenza alla biodegradazione e quindi caratterizzate da un elevato grado di persistenza; fin dalle prime determinazioni analitiche degli anni 80 emerge lo stato di compromissione qualitativa dell acquifero superiore, caratterizzato in particolar modo da elevate concentrazioni di solventi clorurati, prossime ai limiti di legge e riscontrate in alcuni pozzi pubblici e privati nelle Province di Varese e Milano. Il solvente dominante è rappresentato dal Tetracloroetilene; contaminazioni relative a sostanze farmaceutiche e metalli, principalmente imputabili alle attività industriali e ai fitofarmaci provenienti dalle aree ad uso agricolo; altri metalli come Ferro, Manganese, Arsenico, Ammoniaca e Idrogeno solforato sono naturalmente presenti nelle falde profonde e determinati dalla genesi dei sedimenti in ambienti confinati e scarsamente ossigenati. La loro presenza è localizzata prevalentemente nelle Province di Sondrio, Bergamo, Cremona e Mantova; è stata inoltre riscontrata la presenza di Cromo esavalente localizzate nella falda superficiale del settore sud occidentale della pianura bergamasca e della Val Trompia (BS), legate alle attività produttive presenti sul territorio. La presenza dei focolai di contaminazione descritti è un fenomeno noto correlabile a contaminazioni storiche, nonché alle pressioni incidenti sul territorio riconducibili ad attività industriali, pratiche agro-zootecniche e altre fonti di pressioni (come ad esempio perdite delle reti fognarie). I corpi idrici superficiali e sotterranei non sempre soddisfano gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa in vigore, a causa di inquinamenti provocati da fonti diffuse e puntuali. In particolare per le acque superficiali, per ridurre l impatto antropico derivante da scarichi di reflui urbani e industriali, gli strumenti di pianificazione, quali il Piano di tutela delle acque e il più recente Piano di gestione, prevedono una serie di misure tra cui la realizzazione di sistemi di collettamento e di depurazione delle acque reflue. Gli ultimi dati censiti nel 2009 rilevano la presenza in Lombardia di 832 impianti di depurazione con potenzialità progettuale superiore a 400 Abitanti Equivalenti (A.E.), la cui attività è finalizzata a ridurre il carico inquinante sui corsi d acqua superficiale proveniente dell attività antropica ed industriale. Dal punto di vista tecnico e dal punto di vista normativo, gli impianti di depurazione sono valutati su base dimensionale: A.E.; A.E.; A.E.; A.E.; < 400 A.E. distribuzione degli impianti di depurazione per potenzialità
6 AMBIENTE E QUALITà DELLA VITA / ACQUE 31 Distribuzione % dei pozzi della rete nelle classi di qualità, suddivisi per territorio provinciale Stato Chimico Acque Sotterranee (SCAS) 2009: punti della rete di monitoraggio distinti per classi e tipologia di acquifero Definizione dei corpi idrici sotterranei: sistema acquifero superficiale di pianura e principali fondovalle alpini
7 32 Per verificare il rispetto dei limiti normativi di emissione e, più in generale, per conoscere il contributo inquinante sul sistema idrico, i depuratori di acque reflue urbane sono annualmente sottoposti a controlli ordinari che includono il campionamento degli scarichi. Il D.lgs. 152/06 prevede, per gli impianti A.E., diverse cadenze in funzione della potenzialità dell impianto e dei parametri indicatori da determinare sull acqua depurata e scaricata. Per i principali indicatori comuni - sostanza organica residua (BOD5; COD), particelle ancora presenti (SST), elementi eutrofizzanti (P totale e N totale) - il Testo Unico all Allegato 5 Limiti di emissione degli Scarichi in corpi d acqua superficiali Capitolo 1 prevede 24 controlli annui per i grandi impianti, la metà per gli impianti di medie e piccole dimensioni; per i piccoli impianti che presentano in un dato anno lo scarico conforme si ha, per l anno seguente, una riduzione a 4 controlli annui. Laddove gli impianti di depurazione trattino anche una quota significativa di acque provenienti dalle attività industriali (almeno il 20% del carico inquinante totale convogliato, calcolato in termini di BOD5 o di carico idraulico), vengono analizzati ulteriori parametri specifici e caratteristici degli scarichi produttivi immessi nella rete fognaria (metalli, solventi, pesticidi e fitofarmaci, etc.), la cui ricerca è determinante per le valutazioni connesse con gli obiettivi di qualità delle acque superficiali. Ai sensi del D.lgs. 152/06 sono previsti ogni anno 6 campionamenti per gli impianti A.E, 3 campionamenti per quelli nella classe A.E. e un campionamento per la classe A.E. Sono 337 gli impianti che nel 2009 sono stati interessati da questo tipo di controllo. Complessivamente, Arpa nel 2009 ha effettuato campionamenti finalizzati alla valutazione dei parametri base (BOD5; COD, STT), campionamenti atti a determinare gli elementi eutrofizzanti e 902 campionamenti destinati all analisi delle sostanze sito specifiche. Tutti i risultati analitici, oltre ad essere utilizzati per verificare il rispetto dei limiti di legge, possono venir elaborati a diverse scale per un approccio sistemico (superando la visone degli impianti di depurazione come singole unità operanti indipendentemente dal sistema) che consente di evidenziare i carichi inquinanti più significativi e individuare le eventuali criticità dei processi di depurazione. A titolo di esempio, l elaborazione dei valori registrati nel 2009 sugli effluenti dei depuratori che gravitano sul bacino del Fiume Olona rileva un ampio rispetto dei limiti di legge previsti per la sostanza organica e particellata, mentre evidenzia una situazione più incerta per gli elementi eutrofizzanti, in particolare per il Fosforo totale, dove i superamenti più significativi del limite di legge (2 mg/l annui) si sono registrati per gli impianti di piccole-medie dimensioni. Qualità degli effluenti che recapitano nel bacino del fiume Olona (mediana e intervallo interquartile) - anno 2009
8 AMBIENTE E QUALITà DELLA VITA / ACQUE 33 I monitoraggi dello stato di qualità delle acque dei fiumi Olona, Lambro Settentrionale, Lambro Meridionale, Seveso e Mella effettuati dall anno 2000 all anno 2009 in attuazione del D.Lgs. 152/06 ( Norme in materia ambientale ) e del Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), evidenziano il perdurare di uno stato pessimo o scadente per la maggior parte dell estensione di questi corsi d acqua. Questi territori sono stati individuati da Regione Lombardia come area prioritaria di intervento, ai fini della riduzione dell inquinamento delle acque, della riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici, della riduzione del rischio idraulico e della condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell acqua. Inoltre l area di convergenza tra l Olona e i suoi affluenti a nord di Milano e più in generale i bacini di Lambro, Seveso e Olona insistono sul territorio in cui saranno maggiormente concentrate le iniziative legate ad EXPO La Direttiva 2000/60/CE (Water Framework Directive) e il D.Lgs. 152/06 prevedono che, qualora i monitoraggi indichino l improbabilità del raggiungimento degli obiettivi di qualità, siano indagate le cause, riesaminati e adattati, a seconda delle necessità, i programmi di monitoraggio e effettuate misure supplementari, nonché eseguiti dei monitoraggi di indagine allorché sia necessario un quadro conoscitivo più dettagliato sulle cause che impediscono il raggiungimento degli obiettivi. In questo contesto si inserisce il Progetto FIUMI (settembre 2009 giugno 2011), che prevede una serie di attività di indagine sui carichi inquinanti ed i relativi impatti sulle acque e l elaborazione di scenari di intervento nei bacini idrografici di Olona, Seveso, Lambro Settentrionale, Lambro Meridionale e Mella. Per quei bacini per cui è già stato sottoscritto il Contratto di Fiume (bacini Olona e Seveso), il Progetto costituisce parte integrante del relativo Programma d Azione. Per il bacino del Lambro, il Progetto costituisce supporto alla definizione del Contratto di Fiume, attualmente (ottobre 2010) in fase di promozione. Il Progetto, affidato dalla Regione - direzione generale Ambiente, Energia e Reti - ad ARPA, vede coinvolti, nelle varie fasi di attuazione, una serie di enti (Province ed ATO territorialmente interessati, Enti Gestori/Erogatori dei servizi idrici, Comunità Montana Valletrompia, Parco Valle Lambro, Parco delle Groane, Autorità di Bacino del Fiume Po, DG Territorio). Gli obiettivi del Progetto sono i seguenti: Completamento del quadro conoscitivo su stato qualitativo (prevalentemente monitoraggio chimico) e quantitativo delle acque (misure di portata e predisposizione scale di deflusso), con l aggiunta di una serie di stazioni integrative rispetto alla rete di monitoraggio regionale ordinaria. Completamento del quadro conoscitivo sugli scarichi e i carichi inquinanti (censimento degli scarichi diretti in corpo idrico superficiale, caratterizzazione degli scarichi industriali in corpo idrico superficiale, dei terminali di fognatura e degli scarichi dei depuratori di acque reflue urbane; indagine sugli scarichi industriali di sostanze pericolose nelle reti fognarie, valutazione dei carichi civili, industriali e agro-zootecnici). Elaborazione di scenari di intervento per il miglioramento dello stato dei corpi idrici e il conseguimento degli obiettivi di qualità fissati dalle norme, attraverso l uso di un modello matematico per la simulazione dell attuale stato di qualità e per la valutazione degli effetti sulla qualità delle acque degli scenari (costituiti da set di interventi già programmati dai vari Enti competenti e da ulteriori possibili interventi) che si prevede possano essere realizzati sui bacini in questione. Valutazione costi-efficacia della realizzazione degli scenari: consentirà di confrontare le alternative al fine di individuare le soluzioni più efficienti o comunque quelle dai costi sostenibili. Ad oggi (ottobre 2010) il Progetto si trova complessivamente a metà del crono-programma: è in corso l attività di campo (monitoraggio quali-quantitativo integrativo, controllo degli scarichi), sono in corso le attività relative alla quantificazione dei carichi civili, industriali e agro-zootecnici e sono stati messi a punto i modelli di simulazione della qualità di Seveso e Olona, con particolare riferimento al bacino del Lura (bacino pilota ) su cui sono stati simulati gli effetti di alcuni scenari d intervento.
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