Nel rapporto Ambrosetti, tutte le difficoltà dell'italia. E cinque proposte per ripartire
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- Filippa Martinelli
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1 > Home > L'Innosystem index Accedi Seguici su GALLERY AUTORI TALENTI E IDEE AGENDA CERCA DOWNLOAD L'INNOSYSTEM INDEX Nel rapporto Ambrosetti, tutte le difficoltà dell'italia. E cinque proposte per ripartire Cinque proposte (più una) per ripartire: dalla formulazione di una strategia nazionale dell'innovazione alla creazione di un Transfer Lab. Perchè se si analizzano i migliori ecosistemi dell'innovazione, l'italia ha ancora molta strada da fare. Penultima su un campione di dieci Paesi, davanti solo al Cile, il nostro sistema mostra serissime difficoltà nell'attrarre capitali e cervelli dall'estero, investe poco in Ricerca e Sviluppo spinge poco i giovani a studiare le materie scientifiche. Eccolo il rapporto di The European House Ambrosetti che verrà presentato e discusso venerdì e sabato a Castelbrando (Cison di Valmarino, Treviso) all'interno del Technology Forum: si tratta dell'incontro conclusivo di un percorso lungo un anno, in cui la community di Ambrosetti ha messo in rete le competenze industriali, scientifiche e finanziarie del Paese per promuovere nuove opportunità di crescita e sviluppo per l'italia. «I Paesi che per primi hanno capito l importanza del circolo virtuoso innovazioneproduttività-crescita sono quelli che si sono posizionati meglio in termini di competitività di sistema di lungo periodo e che hanno mostrato maggiore resilienza alla crisi - inizia il rapporto -. Negli ultimi 10 anni in un contesto di competizione accresciuta e scarsità di risorse l emergere di centri produttivi in Asia, Africa e America Latina ha rivoluzionato l orizzonte concorrenziale per i prodotti a bassa (e a media) tecnologia e ha fortemente aumentato il premio competitivo dell introduzione sul mercato di prodotti avanzati. Sottrarsi alla sfida innovativa oggi non è un'opzione». Non c'è scelta insomma: la sfida si vince a livello di ecosistema ed è proprio qui che «l'italia sconta una fragilità sistemica». Lo denuncia in modo inequivocabile anche lo studio elaborato da Ambrosetti. Ecco quindi che se un «ecosistema dell'innovazione» è «un area territoriale (a geometria variabile) fortemente dinamica dal punto di vista economico-imprenditoriale, caratterizzate da alto fermento culturale, scientifico e tecnologico, attrattività e mobilità sociale, con efficaci meccanismi di premialità e garanzia di equità nell'accesso alle opportunità», l'italia è messa molto male. L'Ambrosetti Innosystem Index, che analizza la forza innovativa del sistema-paese, ha scelto
2 come campione 9 nazioni «ad alta performance innovativa» raffrontabili con l'italia (Canada, Cile, Finlandia, Francia, Germania, Israele, Regno Unito, Singapore, Stati Uniti) di cui sono stati esaminati diversi parametri, dal numero di brevetti agli investimenti in Ricerca&Sviluppo, dalla percentuale di dottorati provenienti dall'estero alla percentuale di studenti nelle materie scientifiche. Ne è uscita una classifica che pone l'italia al nono e penultimo posto della graduatoria. Al primo posto si classifica Israele, grazie soprattutto alle performance che riguardano attrattività e risorse finanziarie, seguono Singapore, premiata per il capitale umano e gli Stati Uniti. Nona, prima solo del Cile, paese emergente nel campo dell'innovazione, l'italia: che registra dati al di sotto della media del campione in tutti i settori, fatta esclusione per la protezione della proprietà intellettuale. In particolare questi sono i punti deboli del nostro Paese: - Pochi studenti universitari in materie scientifiche (solo il 10,6% della popolazione tra i 18 e i 25 anni) - Bassa attrattività per il venture Capital - L'imprenditorialità in difficoltà, con un basso tasso di densità di nuove aziende - Attrattività del sistema Paese bassa in tutte le sue componenti: mobilità studentesca dell'1,3%; percentuale di dottorati finanziati dall'estero dell'1,1% (la media del campione è 6,6%) e una percentuale di R&S finanziata dall'estero pari ad appena il 9,1%.
3 «A fronte di questa situazione esistono poli locali molto competitivi come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Lazio», evidenzia il rapporto. Tra le eccellenze citate da Ambrosetti troviamo il distretto aerospaziale pugliese, il distretto veneto della giostra, il Lombardy energy cluster e il Polo di innovazione della meccatronica in Piemonte.
4 Ecco perché, secondo Ambrosetti, urge un cambiamento di passo. La mappa qui sotto, d'altra parte è chiara: sulla mappa mondiale dell'innovazione dove sono visualizzate le «concentrazioni geografiche di imprese e istituzioni di ricerca» che determinano non solo innovazione vera e propria ma anche crescita, produttività, impiego e benessere, l'italia non c'è.
5 Ecco quindi le proposte che verranno presentate nel dettaglio al Technology Forum. The European House Ambrosetti propone di lavorare su tre aree: strategia per l'ecosistema innovativo; finanziamento dell'innovazione; trasferimento tecnologico e competenze. Cinque (più una) le azioni concrete: - Formulare una strategia nazionale dell'innovazione - Stabilizzare il credito di imposta sugli investimenti di ricerca e sviluppo - Sbloccare i debiti dello Stato alle imprese relativi ai finanziamenti in R&S - Promuovere interventi misti pubblico-privato - Creare un Transfer lab nazionale - Riformare i meccanismi di selezione con direct recruiting per gli enti di ricerca pubblici
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