SCOPO DEL NOSTRO STUDIO

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1 STRUMENTI DI STUDIO

2 TESTI DI STUDIO

3 SCOPO DEL NOSTRO STUDIO 1. LIVELLO STORICO Ricollocare nel suo orizzonte storico il complesso degli avvenimenti che inquadrano il FENOMENO RELIGIOSO D ISRAELE. 2. LIVELLO DINAMICO Rintracciare il processo di evoluzione del FENOMENO.

4 PIANO STORICO

5 PIANO DINAMICO

6 CONTESTO CULTURALE IN CUI SI SONO ORIGINATI I RACCONTI BIBLICI Per esprimere la DIMENSIONE UNIVERSALE il pensiero giudaico si relaziona con i MITI delle civiltà antiche circostanti. I primi 11 capitoli della Genesi sono testimoni di questo processo. Gli autori biblici parlano il linguaggio del loro tempo.

7 CRITICA TESTUALE I miti delle letterature sumeriche e mesopotamiche (anteriori alla letteratura biblica) parlano abbondantemente di realtà comuni alle due correnti: tappe della creazione, formazione dell uomo e della donna, paradiso, albero o pianta della vita, presenza e azione del serpente, diluvio universale e protezione accordata a una persona grazie a un imbarcazione

8 CRITICA TESTUALE La rassomiglianza nella fattura letteraria dei racconti, fa pensare che i nostri autori abbiano conosciuto sia il contenuto dei miti antichi, sia i documenti che li riportano. I.e. il primo racconto biblico della creazione ha somiglianze con il poema Enuma Elish che si svolge in sette tappe; così anche il corso dell episodio del diluvio in Genesi ha affinità con il racconto presente in Atrahasis.

9 Attraverso il linguaggio mitico gli orientali esprimono l universalizzazione delle realtà particolari che interpretano a partire dal loro vissuto. Il mito e il simbolo esprimono con un linguaggio universalizzato l esperienza della finitudine, della sofferenza, della lotta per la vita, l esperienza amara del fallimento fino al suo estremo: la morte.

10 Le vicende di Tiamat, Marduk, Ghilgamesh, Enkidu sono raccontati come appartenenti a loro soltanto, quasi un «ritorno al singolare»; in realtà essi esprimono ciò che avviene sempre [coordinata tempo], ovunque [coordinata spazio] per tutti [universalità]. Alla base di questi racconti mitici c è la ricerca di senso.

11 Il mito non è la sola forma di linguaggio universalizzante. Le stesse filosofie, prima di essere sistemi di pensiero, Hanno espresso grandi opzioni dinanzi alla problematica esistenziale: p.e. lo stoicismo (Gratuita est virtus, virtutis praemium ipsa virtus), o l epicureismo (e la sua opzione per l edonismo), o l idealismo (nato dal mito dell anima esiliata). Oppure le grandi tragedie greche, la cui saggezza ha lo scopo di insegnare a vivere all interno del tragico assoluto (catarsi collettiva): soffrire per comprendere, in opposizione alla hybris umana.

12 I racconti biblici, se hanno fatto ricorso alle forme di linguaggio delle letterature vicine, utilizzando talvolta gli stessi simboli o elementi del linguaggio mitico (pianta della vita, serpente, diluvio), è perché erano alle prese con gli stessi problemi e si ponevano gli stessi interrogativi. Tuttavia il ricorso allo stesso linguaggio non ha impedito di esprimere l originalità delle loro prese di posizione.

13 La grande domanda di senso: perché soffrire e morire? Come i loro contemporanei, gli Ebrei si sono affacciati su questi problemi dell esistenza; l hanno fatto soprattutto durante e dopo l esilio a partire dalle esperienze concrete e dolorose della loro comunità nazionale: schiavitù in Egitto, infedeltà alle Alleanza, perdita del Regno ed esilio a Babilonia. Israele sperimenta che ogni nuovo inizio nasce da una crisi, nell esperienza del fallimento trova Dio e il suo amore.

14 Questa riflessione è stata elaborata nel senso di una interpretazione della realtà concreta, al fine di comprendere la propria situazione, spiegare a se stessi che cosa si è e cosa si diviene, e da qui imparare a vivere. L espressione di questa osservazione e interpretazione è condizionata tra gli altri fattori anche dalla cultura base che gli dà forma.

15 Attraverso il mito non si ha solo una universalizzazione, ma anche una CONCRETIZZAZIONE. Gli Ebrei hanno riflettuto sui loro problemi e negli 11 capitoli della Genesi hanno espresso la loro interpretazione originale di questi problemi in un linguaggio mitico. I racconti biblici non sono dei miti nel senso proprio del termine (non conducono normalmente a una mitologia), sono una teologia simbolica, realizzata verso l anno 500, dopo l esperienza riflessiva di Israele.

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