La Ricerca e Sviluppo in Italia nel 2004
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- Filippo Gentili
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1 9 ottobre 2006 La Ricerca e Sviluppo in Italia nel 2004 L Istat presenta i principali risultati delle rilevazioni sulla Ricerca e Sviluppo intra-muros 1 (R&S) in Italia, riferiti alle imprese, alle istituzioni pubbliche e alle istituzioni private non profit 2. Per un quadro completo delle attività di R&S vengono presentati anche i dati sulla R&S svolta nelle Università pubbliche e private, stimati dall Istat sulla base dei dati forniti dal Ministero dell Università e della Ricerca. Per la metodologia delle rilevazioni si rimanda alla nota informativa. Centro di informazione statistica Tel Ufficio della comunicazione Tel Centro Informazioni di informazione e chiarimenti statistica Tel. Statistiche strutturali sulle Ufficio imprese della dell industria comunicazione e dei Tel servizi Via Tuscolana, Roma Principali risultati Nel 2004 la spesa per R&S intra-muros delle imprese, delle istituzioni pubbliche (incluse le università) e delle istituzioni private non profit ammonta a milioni di euro (+3,3 per cento in termini monetari rispetto al 2003). Tale risultato, pur scontando la battuta d arresto registrata dalla spesa nel settore dell università, segnala comunque nel complesso un rafforzamento del ritmo di crescita osservato nel 2003 (+1,2 per cento). In termini reali l incremento del 2004 risulta pari allo 0,3 per cento (Tavola 1 in allegato). L incidenza percentuale della spesa per R&S intra-muros sul Prodotto interno lordo (Pil), si riduce lievemente negli ultimi due anni passando dall 1,13 per cento del 2002 all 1,10 per cento del Informazioni Giulio Perani e chiarimenti Statistiche strutturali sulle Tel.: imprese dell industria e dei servizi Via Anna Tuscolana, Ceci Roma Tel.: Giulio Perani Tel perani@istat.it Anna Ceci Tel ceci@istat.it 1 La ricerca intra-muros è quella svolta dalle imprese, dalle istituzioni pubbliche e dalle istituzioni private non profit al proprio interno, con proprio personale e con proprie attrezzature. 2 La produzione di statistiche sulla R&S a livello europeo è attualmente normata dalla Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n.1608/2003 e dal Regolamento della Commissione europea n.753/ Per il calcolo dell incidenza percentuale della spesa per R&S intra-muros sul Pil sono state utilizzate, per tutti gli anni considerati ( ), le nuove serie dei conti economici nazionali, che sostituiscono integralmente quelle presenti in archivio fino al 28 marzo 2006 in quanto sono il risultato di una complessa revisione metodologica e definitoria che ha riguardato tutti gli aggregati di contabilità nazionale.
2 Nel 2004 la spesa per R&S intra-muros sostenuta dalle imprese mostra una significativa ripresa, dopo la flessione registrata nell anno precedente (+4,5 per cento in termini monetari) (Tavola 2 in allegato). Ulteriori segnali di crescita provengono dalle istituzioni pubbliche, escluse le università, con un incremento del 5,4 per cento e dalle istituzioni private non profit (+12,0 per cento), che registrano un rafforzamento del ritmo di crescita registrato lo scorso anno. Per le università, invece, si osserva una sostanziale stabilità del livello di spesa rispetto al 2003 (+0,1 per cento). I dati di previsione per il 2005 e il 2006 (non disponibili per le università), confermano la crescita della spesa per la ricerca nei rimanenti settori, con aumenti del 5,6 per cento nel 2005 e del 4,1 per cento nel 2006 (sempre a valori correnti). La spesa per ricerca e sviluppo intra-muros Il 47,8 per cento della spesa complessiva per R&S intra-muros relativa al 2004 è sostenuta dalle imprese (7.293 milioni di euro), il 32,8 per cento dalle università (5.004 milioni di euro) (Figura 1). Più contenuto il peso delle istituzioni pubbliche e delle istituzioni private non profit rispettivamente con il 17,9 e l 1,5 per cento. Figura 1 Spesa per R&S intra-muros per settore istituzionale Anni (composizione percentuale) 50,0 45,0 47,2 47,8 40,0 35,0 33,9 32,8 30,0 25,0 20,0 17,5 17,9 Imprese Università Istituzioni pubbliche Istituzioni private non profit 15,0 10,0 5,0 0,0 1,4 1, Con riferimento alle imprese, alle istituzioni non profit e a quelle pubbliche, la ricerca applicata rappresenta nel 2004 il 48,8 per cento della spesa, mentre lo sviluppo sperimentale il 35,4 per cento. La ricerca di base, che registra complessivamente per questi tre settori la quota più contenuta della spesa per ricerca, ha mostrato nel corso degli ultimi anni una significativa crescita (dall 11,8 per cento del 2001 al 15,7 per cento del 2004) (Tavola 3 in allegato). È da sottolineare, in particolare, l incremento registrato tra il 2003 e il 2004 dalla ricerca di base effettuata nelle imprese (+28,2 per cento), a fronte di una riduzione di quella nelle istituzioni pubbliche (-5,2 per cento). Dal punto di vista dei comportamenti di spesa, le istituzioni pubbliche e le istituzioni private non profit sono maggiormente coinvolte nel campo della ricerca applicata e in quella di base, mentre le imprese si 2
3 indirizzano prevalentemente verso la ricerca applicata e lo sviluppo sperimentale. La spesa per R&S attribuibile al settore privato (considerando, cioè, le imprese e le istituzioni private non profit) è pari nel 2004 a milioni di euro (49,3 per cento della spesa totale), con un aumento del 4,7 per cento che ha consentito di recuperare la flessione registrata nell anno precedente. Tale crescita potrebbe essere in qualche misura associata alla possibilità di usufruire per il 2004 degli sgravi fiscali previsti dalla normativa vigente 4 per le spese in R&S intra-muros o gli acquisti di servizi di R&S. La percentuale di spesa per ricerca effettuata dal settore privato nel nostro Paese rimane, tuttavia, inferiore al 50 per cento della spesa complessiva e rappresenta un anomalia a livello internazionale, in quanto la percentuale di spesa media per R&S sostenuta dal settore delle imprese nei paesi Ocse è pari nel 2004 al 67,9 per cento, mentre nell Unione europea supera nello stesso anno il 60 per cento. Molto differenziato è il contributo alla spesa per R&S delle imprese con riguardo alla loro dimensione (Tavola 4 in allegato). Le imprese con almeno 500 addetti sostengono il 74,2 per cento della spesa complessiva del settore, mentre è particolarmente modesto il contributo delle piccole imprese. Rimane cruciale il ruolo della ricerca pubblica svolta dalle università 5 e dalle istituzioni pubbliche. La spesa delle università rappresenta circa un terzo del totale nazionale, mentre le istituzioni pubbliche contribuiscono con il 17,9 per cento. La distribuzione settoriale dell attività di R&S delle imprese Le tavole 5 e 6 riportano, rispettivamente, le informazioni relative alla spesa per R&S secondo due criteri: il settore in cui le imprese che fanno ricerca svolgono la propria attività economica e il settore cui sono indirizzati i risultati della R&S, offrendo così un quadro delle relazioni tra settori produttori e settori utilizzatori della R&S. La concentrazione settoriale delle spese per R&S rimane elevata (Tavola 5); nel 2004 i livelli di spesa per ricerca più consistenti si concentrano nella fabbricazione di apparecchiature radio-tv e per telecomunicazioni (947 milioni di euro), di prodotti chimici e farmaceutici (849 milioni di euro), di autoveicoli (827 milioni euro), di macchine ed apparecchi meccanici (793 milioni di euro), nelle attività di ricerca e sviluppo (768 milioni di euro) e nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (742 milioni di euro). Questi settori (tutti appartenenti al comparto manifatturiero, eccetto quello dei servizi di ricerca e sviluppo) rappresentano complessivamente il 67,6 per cento della spesa per R&S intra-muros delle imprese in Italia. I principali settori utilizzatori (Tavola 6) sono innanzitutto quelli che svolgono attività di R&S al proprio interno (le industrie chimiche e farmaceutiche, insieme alla fabbricazione di autoveicoli, alla fabbricazione di apparecchiature radio-tv e per telecomunicazioni e alla fabbricazione di altri mezzi di trasporto).tra gli altri settori che utilizzano prevalentemente servizi di R&S forniti da altri, si segnalano: la fabbricazione di componenti elettronici (538 milioni di euro), il settore della gomma e della plastica (404 milioni di euro), il settore agro-alimentare (224 milioni di euro), il settore delle costruzioni (163 milioni di euro) e quello tessile, incluse confezioni, cuoio e calzature (109 milioni di euro). Il personale addetto alla ricerca Nel 2004, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) è pari a unità (+1,4 per cento rispetto all anno precedente) (Tavola 7 in allegato); tale incremento ha compensato la flessione registrata nel 2003 riportando i dati occupazionali sui livelli del Il 4 Si veda l'articolo 1 del decreto legge 269 del 2003, Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici. 5 Come già sottolineato, i dati relativi alle università considerano congiuntamente le università pubbliche e quelle private. 3
4 maggior input di lavoro registrato nel 2004 è attribuibile, in misura consistente, al personale con qualifica di ricercatore (+2,4 per cento), che ha complessivamente raggiunto le unità equivalenti tempo pieno (il 43,9 per cento del totale degli addetti alla R&S intra-muros). Gli addetti alla ricerca crescono nell università (+2,2 per cento rispetto al 2003), nelle istituzioni pubbliche (+3,0 per cento) e nelle istituzioni private non profit (+13,7 per cento), mentre diminuiscono per il secondo anno consecutivo nelle imprese (-0,6 per cento nel 2004, e -3,2 per cento nel 2003). Nonostante la dinamica negativa registrata negli ultimi due anni, il settore delle imprese continua comunque a registrare la presenza più consistente di addetti alla R&S intra-muros con unità (il 41,2 per cento del totale nazionale), seguito dall università con addetti (il 37,0 per cento del complesso). Nella distribuzione del personale addetto alla ricerca nelle imprese (Tavola 8 in allegato), si assiste tra il 2003 e il 2004 ad un aumento dei ricercatori (+2,7 per cento), e ad un ridimensionamento dei tecnici e del personale di supporto (-2,8 per cento). Il fenomeno appare particolarmente evidente nelle attività manifatturiere dove nei due anni considerati i ricercatori passano dal 34,0 per cento al 36,3 per cento del personale totale di ricerca; l incidenza maggiore dei ricercatori si registra nelle attività economiche relative alla fabbricazione di macchine per ufficio (58,4 per cento di ricercatori sul totale), al settore chimico (50,6 per cento) e alla fabbricazione di apparecchi di precisione (47,9 per cento). Come negli anni precedenti, alcune variazioni nella consistenza del personale di ricerca a livello settoriale sono in larga misura attribuibili a modifiche nella classificazione per attività economica prevalente di alcune imprese rispondenti. Anche per il 2004, infatti, si registra uno spostamento di attività dai settori manifatturieri a quelli dei servizi; tale fenomeno appare molto rilevante per il settore della fabbricazione di macchine per ufficio (-45,0 per cento degli addetti alla R&S e -7,8 per cento dei ricercatori), che ha visto alcune grandi imprese spostare la propria attività economica prevalente verso la fornitura di servizi di informatica o di altri servizi. In generale, incrementi nel numero di addetti alla R&S si rilevano nella fabbricazione di apparecchi di precisione (+16,1 per cento), nel settore del commercio e dei servizi pubblici (+13,2 per cento), in quello dell intermediazione monetaria e finanziaria (+8,9 per cento) e nel settore della sanità e degli altri servizi pubblici (+8,4 per cento). I settori che perdono percentualmente più addetti, oltre quello già citato della fabbricazione di macchine per ufficio, sono il settore estrattivo e della distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (-26,9 per cento), gli altri servizi professionali e imprenditoriali (-20,6 per cento), e il settore della fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi (-18,9 per cento). Per quanto riguarda i ricercatori, tra il 2003 e il 2004 si registrano aumenti significativi nei settori della fabbricazione di apparecchi di precisione (+29,1 per cento), della fabbricazione di prodotti in metallo (+24,1 per cento), della produzione metalli e leghe (+22,5 per cento) e nel settore della sanità e degli altri servizi pubblici (+21,6 per cento). Riduzioni significative si riscontrano nel commercio e servizi pubblici (-19,7 per cento di ricercatori), nel comparto estrattivo e della distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (-17,0 per cento) e negli altri servizi professionali e imprenditoriali (-15,1 per cento). La spesa per R&S a livello regionale Nel 2004 la spesa per R&S vede al primo posto il Nord-ovest con il 36,9 per cento della spesa complessiva (di cui il 21,2 per cento in Lombardia e il 12,4 per cento in Piemonte), seguito dal Centro (26,6 per cento), dal Nord-est e dal Mezzogiorno (rispettivamente 18,3 e 18,2 per cento) (Tavola 9 in allegato). La spesa per R&S delle imprese è concentrata per più della metà (54,9 per cento) nel Nord-ovest (di cui il 31,2 per cento in Lombardia e il 20,2 per cento in Piemonte), a fronte di un 15,0 per cento nel Centro. Le differenze territoriali si attenuano considerando la spesa per ricerca sostenuta dagli altri settori. Infatti, il 57,3 per cento dell attività di ricerca delle istituzioni pubbliche si svolge nell Italia centrale (e 4
5 in particolare nel Lazio) e il 30,7 per cento di quella universitaria nel Mezzogiorno. L attività di R&S si concentra in Piemonte, Lombardia e Lazio; queste tre regioni assorbono il 60,3 per cento della spesa per R&S delle imprese, il 61,5 per cento di quella delle istituzioni pubbliche e il 31,2 per cento di quella sostenuta dalle università. La distribuzione territoriale del personale addetto alla R&S (Tavola 10 in allegato) mette in luce alcune peculiarità rispetto all analoga distribuzione della spesa. Infatti, pur in presenza della concentrazione maggiore di addetti nelle regioni del Nord-ovest (32,1 per cento) seguite da quelle del Centro (28,0 per cento), riveste particolare importanza la numerosità relativa del personale di ricerca nel Mezzogiorno (20,6 per cento). A livello di singole regioni, il 18,3 per cento del personale addetto alla R&S si trova nel Lazio; seguono la Lombardia (17,9 per cento) e il Piemonte (11,1 per cento). Va tuttavia sottolineato come, a fronte dell aumento del personale registrato nel 2004 a livello nazionale, proprio il Piemonte, la Lombardia e il Lazio sono le uniche regioni (insieme alle Marche e alla Sardegna) a perdere addetti alla R&S. 5
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