Autorità di Bacino Interregionale del fiume Fiora Sede c/o Ufficio Regionale per la Tutela del Territorio di Grosseto Corso Carducci, 57 - Grosseto

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1 Autorità di Bacino Interregionale del fiume Fiora Sede c/o Ufficio Regionale per la Tutela del Territorio di Grosseto Corso Carducci, 57 - Grosseto PROGETTO DI PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO LO STATO DI ATTUAZIONE Legge 18 maggio 1989 n. 183 art. 17 comma 6-ter, Legge 3 agosto 1998 n. 267 modificata con Legge 13 luglio 1999 n. 226 e Legge 11 dicembre 2000 n. 365 Elaborato dal Comitato Tecnico e approvato nella seduta del 15/03/2002 Adottato dal Comitato Istituzionale con Delibera n. 1 del 22/04/2002

2 Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Fiora Progetto di Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico Relazione sintetica sullo stato di attuazione del P.A.I. Il Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Fiora (costituita d intesa tra la Regione Toscana e la Regione Lazio ed approvata ai sensi dell art. 15 della L. 183/89 con Delibera del Consiglio Regionale della Toscana n. 74/99 e con Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 2057/99) è stato adottato nella seduta della Comitato Istituzionale del 22/04/2002 con Delibera n. 1; ai sensi dell'art. 18, comma 6, della L. 183/89 è stato depositato per la consultazione e le eventuali osservazioni presso le sedi delle Giunte Regionali della Toscana e del Lazio, delle Amministrazioni Provinciali di Grosseto, Siena e Viterbo, oltre che presso la sede dell Autorità di Bacino del Fiume Fiora sita in Grosseto. Oggetto del Progetto di Piano è il territorio che ricade all interno del Bacino del Fiume Fiora che ricopre una superficie di circa 825 km 2 ricadenti in parti pressoché uguali in Toscana (51,2%) e nel Lazio (48,8%). All interno della delimitazione territoriale sono stati individuati quattro bacini idrografici principali: bacino del Fiume Fiora bacino del Fiume Lente; bacino del Fiume Olpeta; bacino del Fiume Timone che comprende anche il bacino imbrifero del Lago di Mezzano. Il Progetto di Piano si compone dei seguenti elaborati: - Relazione Generale. Allegato 1: Stato delle conoscenze. Allegato 2: Studi relativi alla delimitazione delle aree a diversa probabilità di inondazione; Relazione idrologico-idraulica; Planimetrie in scala 1: delle aree inondate (T 0-30, T , T ). Allegato 3: Studi relativi alla delimitazione delle aree a diversa probabilità di frana; Relazione; Carta inventario dei fenomeni franosi scala 1:

3 - Carte di sintesi (scala 1: ): TAV. 1 Carta del territorio con suddivisione amministrativa; TAV. 2 Carta del Vincolo Idrogeologico; TAV. 3 Carta dei bacini idrografici; TAV. 4 Carta delle opere di difesa del territorio; TAV. 5 Carta dell uso del suolo; TAV. 6 Carta dei corsi d acqua con aree di pertinenza fluviale; TAV. 7 Carta degli interventi di Piano. - Carte delle aree sottoposte a tutela del territorio: TAVV Carta della pericolosità idraulica (scala 1:25.000); TAV Carta della pericolosità idraulica (scala 1:10.000); TAVV Carta della pericolosità da frana (scala 1:25.000); TAVV Carta della pericolosità da frana (scala 1:10.000); TAVV Carta dei corsi d acqua con aree di pertinenza fluviale (scala 1:25.000). - Norme di piano. - Piano degli Interventi. Obiettivi del Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico In riferimento all'art. 1 comma 2 della Legge n 183/89 il PAI si prefigge lo scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. Pertanto le attività di programmazione, di pianificazione e di attuazione degli interventi destinati al raggiungimento degli obiettivi sopra definiti sono finalizzate principalmente all attenzione dei seguenti aspetti: - la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici; - la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi e altri fenomeni di dissesto; - il riordino del vincolo idrogeologico; - la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua; 2

4 - la moderazione delle piene, anche mediante serbatoi di invaso, vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatori, scolmatori, diversivi od altro, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti; - la protezione delle coste e degli abitati dall invasione e dall erosione delle acque marine ed il ripascimento degli arenili; - la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d uso; - la riduzione del rischio idraulico ed il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili; - la manutenzione ed il restauro delle opere idrauliche e di sistemazione montana; - la disciplina delle attività estrattive nelle aree di interesse fluviale, al fine di prevenire il dissesto del territorio, inclusi erosione e abbassamenti degli alvei e delle coste; - l equilibrio costiero tramite azioni di contenimento dei fenomeni di subsidenza del suolo e di risalita delle acque marine lungo i fiumi e nelle falde idriche. Contenuti del Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico I contenuti del Progetto di PAI nel rispetto di quanto disposto dall'art. 17 della citata Legge n 183/89, sono: 1. Quadro conoscitivo del Bacino; 2. Descrizione delle problematiche presenti, della loro origine e delle possibili evoluzioni ivi compresa l individuazione delle aree a vario grado di pericolosità distinte in pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica; 3. Definizione degli obiettivi del Piano stralcio in relazione agli obiettivi generali di Piano di Bacino; 4. Indicazione delle strategie di intervento e dei risultati attesi sia in riferimento alle condizioni che devono essere soddisfatte dal Piano nel suo complesso, sia in funzione delle esigenze locali, ivi comprese le indicazioni per la verifica e il superamento delle condizioni di criticità; 5. Definizione degli strumenti di Piano e delle procedure di attuazione, ivi compresi i limiti e le condizioni d uso del territorio in funzione della pericolosità e del rischio; 6. Valutazione ex-ante (verifica economico finanziaria e di fattibilità organizzativa /procedurale) e criteri di monitoraggio. Sulla base di quanto sopra il Progetto di PAI si articola nelle seguenti fasi: 3

5 Fase conoscitiva La fase conoscitiva trova riferimento negli atti di pianificazione delle Regioni Toscana e Lazio, degli Enti Locali e nell ambito della individuazione delle aree a maggior rischio idrogeologico di cui al D. Lgs. n 180/98. Sono state acquisite le conoscenze del territorio riguardanti gli aspetti morfologici, geologici, idrogeologici e di uso del suolo, nonché tutte le notizie storiche relative a fenomeni di alluvionamento e ristagno. I sopra riportati tematismi sono stati derivati dalle indagini geologico-tecniche redatte a supporto degli strumenti urbanistici comunali e dai Piani Territoriali di Coordinamento delle Province di Siena e Grosseto, nonché dal S.I.T della Regione Toscana e della Regione Lazio. Per la Provincia di Viterbo esiste una relazione sullo stato dell arte dell analisi territoriale. Gli elementi di incremento dello stato delle conoscenze per la verifica della pericolosità e del rischio di frana sono stati determinati mediante uno specifico studio redatto dal Dott. Geol. Giovanni Montini su incarico dell Autorità di Bacino, con il quale sono stati prodotti due atlanti cartografici con tavole in scala 1: (a totale copertura del territorio) e 1: (per i dettagli delle zone urbanizzate). La verifica della pericolosità e del rischio idraulico è stata condotta dal Dipartimento OO.PP. e Servizi per il Territorio della Regione Lazio all interno del quale si è costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare che, su coordinamento del Dott. Ing. P. Lupino, ha redatto uno studio idrologicoidraulico finalizzato alla determinazione delle aree di inondazione nell intorno della foce del Fiume Fiora e per gli affluenti Timone e Olpeta, oltre che alla determinazione dei beni a rischio di inondazione. Il quadro conoscitivo comprende i seguenti aspetti: - ambiente fisiografico che si articola nella descrizione delle caratteristiche fisiche del Bacino e dell inquadramento geomorfologico dello stesso; - individuazione dei soggetti giuridici e amministrativi e censimento degli strumenti di pianificazione; - descrizione dell ambiente antropico che si esplica nell identificazione dell uso del territorio e delle attività interessanti il Piano; - censimento delle opere di difesa del territorio ed in particolare le opere di difesa idraulica e quelle di sistemazione delle aree di frana; - stato di manutenzione ed efficienza delle opere. Implementazione delle conoscenze 4

6 Il quadro conoscitivo derivante dai dati disponibili dovrà essere sistematizzato e omogeneizzato, per la parte toscana, nell ambito del Sistema Informativo Territoriale (SIT) di cui all art. 4 della L.R. n 5/95 in riferimento ai contenuti di cui al D.P.C.M e integrato tramite l acquisizione di studi ed approfondimenti redatti dagli Enti Locali competenti nella redazione dei propri atti di pianificazione. Per la parte laziale il quadro conoscitivo dovrà coordinarsi con i vari Sistemi Informativi Geografici attivi nell ambito dell Amministrazione Regionale (S.I.R.D.I.S. Difesa del suolo, S.I.R.A. Ambiente, S.I.T. Urbanistica) ponendo in essere un auspicabile aggiornamento dei dati cartografici e alfanumerici. L implementazione dei dati è avvenuta anche mediante l inserimento delle aree interessate dagli eventi occorsi nel periodo che, allo stato attuale, necessitano di un ulteriore approfondimento in relazione all effettivo livello di rischio. Al momento è in atto l espletamento di una borsa di studio della durata di 18 mesi, finanziata con capitolo di bilancio relativo agli studi, per la verifica sul territorio delle criticità di tipo geomorfologico, con particolare riferimento ai centri abitati minacciati da dissesti gravitativi. Fase valutativa Questa fase comprende la descrizione delle problematiche idrogeologiche presenti sul territorio. Dal quadro conoscitivo è possibile determinare con buona approssimazione le principali situazioni di squilibrio nel Bacino di interesse, riconducibili a condizioni di pericolosità idraulica e geomorfologica, che possono ragionevolmente comportare situazioni di rischio per la pubblica incolumità e per le principali infrastrutture. Sono altresì individuabili le situazioni più generali di necessaria attenzione alle dinamiche evolutive in funzione degli obiettivi di difesa del suolo riconducibili alla delimitazione di ambiti territoriali omogenei: - Ambito territoriale di versante: corrisponde alle aree collinari e alto collinari nelle quali, al di là delle criticità presenti, è necessaria una azione di presidio territoriale finalizzata principalmente a prevenire il verificarsi di dissesti locali; - Ambito territoriale di pianura: comprende le aree nelle quali assume rilevanza il reticolo idraulico nella sua continuità. Il tema dominante è la necessità di interventi strutturali finalizzati al recupero delle condizioni di sicurezza idraulica e di mantenimento/restituzione ai corsi d acqua degli ambiti territoriali di espansione propri. - Ambito territoriale costiero: comprende quelle aree la cui evoluzione naturale è fortemente e prioritariamente determinata dalla dinamica costiera e dall interferenza acque dolci/acque salate. Fase Propositiva 5

7 In questa fase si determinano le azioni propositive individuando: 1. le strategie di intervento, comprendenti: - la pianificazione degli interventi di mitigazione o rimozione delle condizioni di rischio idrogeologico; - il superamento della straordinarietà del Piano approvato con la Delibera del Comitato Istituzionale relativa alla perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico ex D.L. n. 180/98 attraverso la normativa di Piano, gli indirizzi, le prescrizioni e i vincoli per la redazione degli Strumenti Urbanistici per il governo del territorio; - il riordino del vincolo idrogeologico 2. il Piano degli interventi che è stato predisposto per individuare le priorità sulla base del grado di rischio per la pubblica incolumità; 3. l adozione delle misure di salvaguardia. Norme di Attuazione Il Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico si concretizza, oltre che tramite l attuazione del Piano degli Interventi, mediante le Norme di Piano che definiscono le direttive in osservanza delle quali gli Enti Locali sono tenuti a redigere gli strumenti di pianificazione territoriale. Le Norme di Attuazione si articolano in sei diversi Titoli: Titolo I: individua gli ambiti di applicazione, le finalità del Piano e gli elaborati di Piano; Titolo II: definisce il concetto di pericolosità idraulica attraverso la descrizione delle tre classi P.I. 4 (Pericolosità Idraulica Molto Elevata), P.I.3 (Pericolosità Idraulica Elevata), P.I.2 (Pericolosità Idraulica Moderata) ed individua le prescrizioni e i vincoli all interno delle stesse; identifica, inoltre, le aree di pertinenza fluviale e le aree di valenza strategica; Titolo III: definisce il concetto di pericolosità geomorfologica attraverso la descrizione delle quattro classi di pericolosità P.F.4 (Pericolosità per Frana Molto Elevata) e P.F.3 (Pericolosità per Frana Elevata), P.F.2 (Pericolosità per Frana Media), P.F. 1 (Pericolosità per Frana Bassa) ed individua le prescrizioni ed i vincoli all interno delle stesse; Titolo IV: definisce, all esterno delle aree a pericolosità idraulica e geomorfologica, le direttive per le prevenzione dei dissesti idrogeologici, per la prevenzione da allagamenti e per la salvaguardia dell equilibrio costiero; Titolo V: concerne la fase attuativa del Piano nella quale vengono definiti gli indirizzi per la polizia idraulica, il riordino del Vincolo Idrogeologico, i programmi pluriennali di intervento. 6

8 Descrive, inoltre, gli effetti del Piano nei confronti dell uso del territorio stabilendo l obbligo di adeguamento ai contenuti del P.A.I. dei diversi strumenti di pianificazione territoriale; Titolo VI: stabilisce le disposizioni transitorie. Valutazioni di carattere generale Il Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico è uno strumento che fornisce agli Enti operanti sul territorio le direttive e le prescrizioni necessarie al raggiungimento di condizioni di sicurezza e di superamento delle situazioni di rischio sia di carattere idraulico che geomorfologico. Per tali finalità sono state individuate le aree che presentano maggiori problematiche ambientali delle quali sono state identificate le cause. Pertanto, sono stati definiti gli interventi necessari finalizzati alla conservazione dei suoli ed alla riduzione dei rischi idrogeologici ed idraulici. A tale strumento dovranno adeguarsi, nelle attività di programmazione e di pianificazione, gli Enti Locali interessati, successivamente all approvazione dello stesso, conclusasi la fase di concertazione. 7

9 PROCEDURA DI APPROVAZIONE AVVIATA CON LE CONFERENZE PROGRAMMATICHE AI SENSI DELL ART. 1 BIS D.L. N. 279/00 CONVERTITO CON L. 365/00. Dopo la fase di pubblicazione, di cui è stata data notizia sulla Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n 143 del 20/06/2002) e nei Bollettini Ufficiali delle due regioni interessate, sono state inoltrate alcune osservazioni al Piano, in base a quanto previsto dal comma 8 art. 18 della L. 183/89. Per la parte toscana, è stata presentata un unica osservazione da parte dell Amministrazione Comunale di Santa Fiora articolata in sei punti distinti, tutti comunque riconducibili ad una richiesta di modifica del perimetro per le aree a pericolosità geomorfologica, che di seguito si riporta in sintesi: - si richiede l allargamento dell area inserita in classe 2 di pericolosità geomorfologica a tutto il nucleo abitato del Convento dal momento che non sono presenti fenomeni franosi attivi e che sia i fabbricati che le infrastrutture non mostrano fratture imputabili ad instabilità del terreno; - si richiede l allargamento dell area inserita in classe 2 di pericolosità geomorfologica a tutti i quattro fabbricati principali presenti lungo via dei Mulini (Capoluogo) dal momento che gli unici segni di dissesto si manifestano unicamente lungo il fosso che scorre ad est della stessa via dei Mulini ad una distanza minima di 80 metri dai fabbricati di cui sopra; - si richiede l allargamento dell area inserita in classe 2 di pericolosità geomorfologica a tutto il Podere Le Capanne dal momento che non sono presenti indizi di instabilità; - si richiede di inserire l area circostante il Podere Anteie in classe 2 di pericolosità geomorfologica (almeno nell intorno che presenta pendenze più deboli) dal momento che non sono presenti indizi di instabilità; - si richiede di inserire l area posta in prossimità del ponte che scavalca il Fosso Putrido e comprendente un fabbricato civile in classe 2 di pericolosità geomorfologica, anche limitatamente alla porzione di versante che presenta le pendenze più deboli, dal momento che non sono presenti indizi di movimenti gravitativi in atto; - si richiede di allargare l area posta in classe 2 di pericolosità geomorfologica a tutta la località Pievevecchia in modo tale da comprendere anche l edificio posto lungo la Strada Provinciale e le sue immediate pertinenze. In data 11/04/2003 la Regione Toscana ha aperto la Conferenza Programmatica per la disamina delle osservazioni, organizzandola con tavoli tecnici ai quali hanno partecipato gli Enti osservanti unitamente ai tecnici della Segreteria di Bacino; durante questi incontri è stata analizzata la documentazione proposta al fine di verificare l accoglibilità delle osservazioni stesse. 8

10 I lavori della Conferenza Programmatica si sono conclusi in data 07/04/2004 con l espressione di un parere favorevole con indicazione di alcune proposte di modifica necessarie per la coerenza tra la pianificazione di bacino e la pianificazione territoriale, che la Regione Toscana ha approvato con Deliberazione di Giunta n 768 in data 02/08/2004. La Regione Lazio ha aperto la Conferenza Programmatica in data 04/02/2005 e dopo tale data sono pervenute due osservazioni: - Una presentata dal Comune di Montalto di Castro con Del. Giunta Comunale n 54 del 03/03/2005, con la quale si richiedeva la modifica dell attuale perimetro dell area in P.I.4, motivata dall imminente realizzazione dei lavori di sistemazione idraulica del Fiume Fiora. Per tale osservazione questa Autorità di Bacino si è espressa non accogliendo la richiesta del Comune in quanto ad oggi continuano a sussistere le condizioni di pericolosità idraulica e la modifica delle aree a pericolosità potrà essere effettuata solo dopo la messa in sicurezza dell area nel rispetto dei criteri del Piano. - La seconda è stata presentata dal Consorzio di Bonifica della Val di Paglia Superiore, con la quale si chiede l inserimento in area a pericolosità idraulica di un tratto del Fosso Bottara nel Comune di Valentano. L Autorità di Bacino si è espressa richiedendo elementi tecnici che permettano di valutare la necessità e l efficacia dell area a pericolosità, in relazione ai criteri e agli obiettivi del Piano. A seguito del parere espresso dalla Conferenza Programmatica indetta dalla Regione Toscana, la Segreteria Tecnica di Bacino ha introdotto alcune modifiche alle Norme di Piano, proponendole come osservazioni proprie alla Conferenza Programmatica della Regione Lazio. Allo stato attuale è atteso il parere di competenza per la chiusura della Conferenza Programmatica della Regione Lazio. 9

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