Elena Mignani Casa di Riposo S. Giuseppe -Casnigo
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- Regina Tedesco
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1 Dal progetto educativo alla creazione di reti relazionali Elena Mignani Casa di Riposo S. Giuseppe -Casnigo La forza autentica della scoperta e dell incontro con l altro può essere solamente la fede in lui e nelle sue potenzialità. Solo chi ha la fede in un altro può veramente scoprirlo. Solo chi ama un altro può realmente conoscerlo. Si può conoscere profondamente solo se si ama profondamente.. Se non si ama la storia dell altro, la sua vita, la sua cultura, si può avere una conoscenza solo esteriore, totalmente diversa dalla conoscenza profonda che appartiene a coloro che la amano e la vivono dall interno. A.Canevaro, A.Chieregatti La relazione di aiuto, Carocci, Roma, 1999
2 Laboratori di narrazione La ricchezza e pluralità di soggetti presenti nelle Case di Riposo è un patrimonio su cui investire ed avviare progetti, basati sul dialogo, sull incontro, sulla condivisione. Attraverso la valorizzazione delle storie di vita gli operatori possono avviare una relazione d aiuto basata sull ascolto per attivare e stimolare le potenzialità dell anziano attraverso l inserimento, la partecipazione e l interazione sociale. Ogni giorno in molte situazioni si dà spazio alla narrazione di sé: -durante i primi giorni nella fase di accoglienza per conoscersi, -nella quotidianità per informarsi e migliorare il loro benessere, -chiacchierando insieme su ciò che succede, - sollecitando i loro ricordi. Per gli educatori è rilevante proporre attività strutturate e situazioni che puntino a favorire l approccio di narrazione autobiografico. Ecco tre esperienze proposte ai nostri residenti con diverse abilità che hanno portato riscontri positivi sulla loro qualità di vita
3 Laboratori di narrazione 1) Circolo dei ricordi Il gruppo: - composto da 22 persone parzialmente autosufficienti - si riunisce il giovedì mattina per circa 45 min Setting: In un salone ampio le persone sono sedute e disposte in cerchio Obiettivi: Promuovere la socialità, l incontrarsi; stimolare l ascolto reciproco. Attività: Di volta in volta si affrontano temi diversi partendo da : foto, ricorrenze, oggetti, fatti avvenuti o quotidiani che sollecitano la loro curiosità
4 Le loro parole Tema dell incontro: Ricordiamo insieme, partendo dall osservazione di una foto ingrandita, come ci si vestiva una volta in occasione del proprio matrimonio. La foto è degli anni 20. Queste le cose osservate da loro: usavano vestiti neri con applicati dei pizzi emotivi neri, con perle nere erano molto eleganti ed anche molto seri il vestito nero era per le occasioni importanti: matrimoni, feste e funerali
5 Il ruolo di noi educatori In questa attività risulta essere quello di moderatori (porre entro giusti limiti gli interventi di ciascun partecipante) facilitatori (rendere facile il parlare di sé) guide (ascoltando e accompagnando i partecipanti dando significato ai loro ricordi e pensieri ed essere un punto di riferimento su cui possono contare) osservatori (facendo attenzione a quanti più elementi si possono riscontrare, parole, sguardi, sorrisi, attese, silenzi..). Durante l attività di narrazione è fondamentale porgere attenzione a: sovrapposizione di voci, stimolare e sollecitare al dialogo senza obbligare, dare spazio alla spontaneità, portare i partecipanti all ascolto reciproco senza però dare adito a giudizi, lasciar parlare solo di quello che si decide di dire liberamente.
6 Ciò che emerge dagli incontri può essere utilizzato per : Fare delle analisi sul loro vissuto; Elaborare degli articoli che possono essere scritti sul giornalino e poi letti insieme, o su cartelloni che riportino le loro parole;
7 Ciò che emerge dagli incontri può essere utilizzato per : Promuove percorsi sul territorio: mostre fotografiche, progetti con le scuole; Per trovare insieme delle forme di intrattenimento, musica, cinema, teatro del periodo da loro narrato per avvicinarsi il più possibile ai loro interessi.
8 Laboratori di narrazione 2) Animazione ai piani L'attività si svolge il mercoledì mattina e dura circa 45 minuti. Gruppo: Formato da circa 15 persone non autosufficienti Setting: Nel salottino dove i residenti normalmente trascorrono la mattinata. Obiettivi e Attività: Conoscere, ascoltare, parlare con chi condivide lo stesso piano e con il quale fatica ad interagire. Non mancano momenti musicali e situazioni ludiche, con palloni o altri oggetti, spesso utili a creare un clima sereno tra i partecipanti.
9 Le loro parole.. Tema dell incontro: Ricordiamo insieme, partendo dall ascolto di musiche degli anni 30 R.Tina La sera prima delle nozze mi hanno fatto la serenata, non ricordo bene i titoli delle canzoni ma parlavano d amore, erano in due con la chitarra e io ero in camera con mia mamma emozionata, e poi ogni tanto guardavo dalla finestra ma non vedevo chi c era K. Margherita: La tradizione del Sud Tirol per il matrimonio era di cantare e suonare musiche molto armoniose c era uno strumento, lo zither che è come una chitarra che viene messa sul tavolo poi si pizzicano le corde. Ha un suono molto dolce a armonioso.
10 Laboratori di narrazione 3)Mi riconosco e parlo di me Appendere sulle bacheche delle loro camere una serie di fotografie in cui sia possibile leggere la vita e la storia della persona, consente: al residente di riconoscersi, (riconosce che proprio quella è la sua stanza); agli operatori nei momenti di cura quotidiana per avere spunti e rinarrare al residente la sua storia.
11 Questo progetto è significativo per: Il residente: si lavora sull'evocazione, sulla reminescenza, sull'orientamento Il parente: si lavora sulle emozioni, sull elaborazione del distacco, sulla narrazione della storia del residente dal suo punto di osservazione. E anche un modo per far sentire utile e coinvolto il parente stesso che va perdendo il suo ruolo di cura che magari ha sostenuto, seppure con fatica e conflittualità negli ultimi mesi o anni. Gli educatori: raccolgono informazioni preziose sulla vita, la storia, le relazioni significative, gli interessi che hanno segnato l esistenza di ogni persona e che diventano la chiave di lettura per l approccio mirato a favore anche delle persone più compromesse.
12 Conclusioni Si è rilevato che questi progetti, promossi per stimolare l incontro e la conoscenza, hanno dato buon esito sia nella relazione fra i residenti, tra i quali si sono instaurati buoni rapporti anche al di fuori dell attività o laboratorio, sia tra i residenti e gli operatori; infatti se l operatore conosce bene il residente sa come sostenere il suo intervento mentre nel residente si innesca un rapporto di fiducia verso chi si prende cura di lui quotidianamente. Nelle attività di gruppo si innesca un processo di ascolto e di rispetto delle parole e del dialogo dell altro che condivide la stessa situazione di vivere in una comunità. Si dà loro la possibilità di conoscersi e il diritto di esprimersi.
13 Occorre pensare e ricordare: la persona deve stare veramente al centro dell intervento, non perché lo richiedono le statistiche o per pubblicizzare le strutture. la persona se inserita in una valida rete sociale può vivere esperienze positive e ricoprire ruoli stabili, socialmente riconosciuti e gratificanti all interno della R.S.A.. Questo può favorire una migliore qualità di vita.
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