IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Andrea Gemma Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Massimo Caratelli Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 30/04/2013, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto La ricorrente ha affermato che: -nel 2008 e nel 2011 ciascuna delle tre banche resistenti l avrebbe indotta a stipulare un contratto di finanziamento a condizioni inique e vessatorie, omettendo di valutare preventivamente il suo merito creditizio; -già al momento della stipula del primo di tali contratti, la ricorrente avrebbe avuto un lavoro part time e non sarebbe stata pertanto in grado di rimborsare i finanziamenti ricevuti; -la ricorrente verserebbe attualmente in una situazione di sopravvivenza economica, essendo stata compromessa la sua capacità economica di sostentamento personale e familiare; -le banche resistenti avrebbero inoltre violato gli obblighi di informazione e di trasparenza previsti dalla legge, tenendo comportamenti che le avrebbero provocato un grave danno. Arbitro Bancario Finanziario Pag. 2/6

2 Ciò posto, la ricorrente chiede che siano annullati i contratti di finanziamento che ha stipulato con ciascuna delle banche resistenti. La prima banca ha resistito al ricorso, affermando che: -avrebbe stipulato con la ricorrente un contratto di finanziamento dell importo lordo di ,00, dopo aver positivamente valutato la relativa richiesta sia in base a criteri di tipo oggettivo (sistemi di informazione creditizia e pubblici registri), sia in base a parametri discrezionali (professione, casa, anzianità di occupazione, rapporto tra lo stipendio netto e l importo della rata); -a tal fine, la ricorrente le avrebbe consegnato una copia della sua busta paga, la quale avrebbe riportato l indicazione di una quota mensile corrisposta a un altra banca in base a un contratto di cessione del quinto dello stipendio; -in precedenza, la ricorrente avrebbe infatti stipulato un contratto di finanziamento con la seconda banca resistente, il quale avrebbe previsto il pagamento di 56 rate non ancora scadute, dell importo di 170,00 ciascuna; -sarebbe risultato inoltre che la ricorrente aveva precedentemente richiesto un finanziamento di 991,00, non ancora perfezionatosi; -il contratto di finanziamento con la terza banca resistente non sarebbe stato invece ancora stipulato; -la ricorrente avrebbe sempre pagato le rate del finanziamento nei primi due anni dalla stipulazione del contratto. Ciò posto, la prima banca ha chiesto che il ricorso sia rigettato, perché infondato in fatto e in diritto. La seconda banca ha resistito al ricorso, affermando che: - il 7 agosto 2008, avrebbe stipulato con la ricorrente un contratto di finanziamento di ,00, il quale avrebbe preveduto il pagamento di 84 rate mensili dell importo di 170,80 ciascuna; -il debito attuale della ricorrente ammonterebbe a 5.327,64; -non sarebbe stato provato dalla ricorrente di essersi precedentemente trovata in una situazione di difficoltà economica, né di non essere stata informata delle condizioni contrattuali applicabili al finanziamento che aveva richiesto; -il finanziamento di cui si tratta sarebbe stato richiesto dalla ricorrente nel 2008, quando ancora non aveva stipulato alcun contratto con le altre banche resistenti. Ciò posto, la seconda banca ha chiesto che il ricorso sia rigettato, perché infondato in fatto e in diritto. Arbitro Bancario Finanziario Pag. 3/6

3 La terza banca ha resistito al ricorso, affermando che: -il 5 agosto 2011, avrebbe stipulato con la ricorrente un contratto di finanziamento contro la delegazione di pagamento di un quinto della stipendio; -a tal fine, avrebbe preventivamente effettuato una verifica del merito creditizio della ricorrente, valutando il suo certificato di stipendio; -in particolare, il rapporto di lavoro della ricorrente sarebbe a tempo indeterminato e il suo stipendio netto ammonterebbe a 1.426,37 mensili; -la rata mensile dovuta dalla ricorrente sarebbe complessivamente pari a 475,00 e il suo importo sarebbe pertanto inferiore al limite del doppio quinto. Ciò posto, la terza banca ha chiesto che il ricorso sia rigettato, perché infondato in fatto e in diritto. Diritto Si deve premettere che, ai sensi dell art. 124-bis, 1 comma, t.u.b., «prima della conclusione del contratto di credito, il finanziatore valuta il merito creditizio del consumatore sulla base di informazioni adeguate, se del caso fornite dal consumatore stesso e, ove necessario, ottenute consultando una banca dati pertinente». Tale preventiva valutazione del merito creditizio del consumatore è stata introdotta dall art. 8 della direttiva n. 2008/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008 (relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE). La ragione sostanziale che la giustifica non va ravvisata soltanto nell esigenza di tutelare oggettivamente il mercato del credito, evitando che il denaro ottenuto dalle banche mediante la raccolta del risparmio sia vincolato in impieghi troppo rischiosi e che il mancato rimborso da parte dei soggetti beneficiati possa (non solo compromettere la sana e prudente gestione del finanziatore stesso, ma anche, e anzi soprattutto) aggravare irragionevolmente il rischio assunto da terzi, segnatamente quando abbiano prestato una garanzia personale ovvero abbiano acquistato uno strumento derivato dalla cartolarizzazione dei crediti bancari.. Tale disposizione, infatti, deve essere posta in relazione anche con il 5 comma dell art. 124 t.u.b., il quale prevede che le banche hanno l obbligo di fornire a chi Arbitro Bancario Finanziario Pag. 4/6

4 abbia richiesto un finanziamento «chiarimenti adeguati in modo che [ ] possa valutare se il contratto di credito proposto sia adatto alle sue esigenze e alla sua situazione finanziaria» L obbligo che incombe sulla banca di valutare il merito creditizio del consumatore deve essere pertanto riguardato in un ottica non soltanto prudenziale, ma anche di tutela di colui che ha formulato la richiesta di finanziamento (ordinanza ABF, Collegio di Roma, n. 153 del 2013; decisione ABF, Collegio di Milano, n del 2013), trattandosi di una valutazione che è anche funzionale alla concessione di un credito non eccessivo rispetto alle capacità finanziarie del cliente. Nella realtà attuale dell ordinamento giuridico l informazione del cliente nella fase delle trattative che precedono la stipulazione di un contratto di finanziamento non può conseguentemente essere più considerata come una sorta di consiglio amichevole, ma costituisce ormai la prestazione di un vero e proprio servizio di consulenza professionale, e in ogni caso l adempimento di uno specifico dovere di protezione nei confronti dell altra parte contraente Non vi è quindi dubbio che la violazione di tale obbligo determini il diritto del cliente di essere risarcito del danno cagionatogli. Ma tale domanda non è stata proposta dalla ricorrente Ciò posto, si deve rilevare che, nel caso di specie, la prima banca resistente ha allegato (a p. 2 s. delle controdeduzioni) di aver positivamente valutato la richiesta di finanziamento della ricorrente, sia in base alle informazioni presenti nelle banche dati dei sistemi di informazione creditizia e dei pubblici registri, sia in base ad altri parametri oggettivi (professione, proprietà della casa, anzianità di occupazione, rapporto tra lo stipendio netto e l importo della rata). La terza banca resistente ha allegato (a p. 2 delle controdeduzioni) di aver valutato la situazione reddituale della ricorrente in base alla sua busta paga, trattandosi di una delegazione di pagamento del quinto dello stipendio. Meno lineare risulta il comportamento della seconda banca resistente, la quale si è limitata ad affermare apoditticamente (a p. 2 delle controdeduzioni) di non aver rilevato alcun sovraindebitamento pregresso della ricorrente e che quest ultima non si sarebbe trovata comunque in una situazione di difficoltà economica o finanziaria. Si deve tuttavia notare che, com è stato affermato dalla Arbitro Bancario Finanziario Pag. 5/6

5 medesima banca resistente (a p. 2 delle controdeduzioni), il contratto di finanziamento che ha stipulato con la ricorrente è stato il primo in ordine cronologico tra quelli qui considerati: ove anche fosse stata più scrupolosamente effettuata da parte sua, la valutazione del merito creditizio della ricorrente non avrebbe potuto pertanto avere un esito negativo, non essendo stati allegati innanzi a questo Arbitro altri fatti o atti pregressi che potessero essere idonei a menomare la capacità di restituzione del finanziamento. In ogni caso, la violazione dell art. 124-bis t.u.b. non può determinare l annullabilità del contratto di finanziamento, considerato che tale sanzione non è stata comminata dal legislatore e non è generalmente applicabile al di fuori dei casi previsti dalla legge. La domanda formulata dalla ricorrente è da ritenersi pertanto infondata, tanto in fatto, quanto in diritto. E non può quindi essere accolta. *** Tuttavia il Collegio, avvalendosi della facoltà prevista dalla Sez. VI, 3, delle Disposizioni applicative che regolano il presente procedimento ritiene opportuno rappresentare alle banche resistenti l esigenza che nella fase precontrattuale siano adottate pratiche responsabili di informazione e di educazione dei consumatori, le quali prevedano l avvertimento sui rischi di un mancato pagamento o di un eccessivo indebitamento. P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. Delibera, inoltre, di rivolgere all intermediario, nei sensi di cui in motivazione, indicazioni utili a migliorare le relazioni con la clientela. IL PRESIDENTE firma 1 Arbitro Bancario Finanziario Pag. 6/6