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1 Presentazione Questo corso è stato ideato dalla Sovrintendenza Medica Generale dell'inail e prodotto in collaborazione con la D.C.S.I.A. L'esperienza diretta sul campo in questi anni, da parte dei medici competenti dell'istituto, nell'espletamento dell'attività connessa all'informazione e alla formazione degli incaricati del Primo Soccorso, ha portato alla stesura del programma che potrà essere utilizzato da tutti i medici competenti, come ausilio didattico, nell'espletamento di tale delicato compito. Autori: F. Luisi - M.C. Casale - M.Gallo - A. Ossicini Compilando l'ultima scheda del programma si può richiedere gratuitamente una copia del CD -ROM Il Responsabile della Sovrintendenza dr. G. Cimaglia ttp://

2 Il corpo umano Cenni di anatomia e fisiologia del corpo umano Pagina 1 di 1 L'apparato cardiocircolatorio L'apparato respiratorio L'apparato locomotore Il sistema nervoso La cute L'occhio e l'orecchio le://c:\windows\temp\triafcch.htm

3 09/12/02 Indice Presentazione Questo corso è stato strutturato in 3 moduli: il Primo Modulo tratta di normativa, organizzazione del primo soccorso, valutazione dell'organizzazione del primo soccorso, sicurezza, tutela e protezione del soccorritore; il Secondo Modulo fornisce dei cenni di anatomia e fisiologia del corpo umano, affronta lo scenario di un'emergenza sanitaria, trattando delle prime fasi del soccorso e delle alterazioni delle funzioni vitali; il Terzo Modulo tratta di interventi specifici di primo soccorso. E' possibile, tramite l'indice analitico, accedere alle singole diapositive.

4 Modulo II slide 1 Secondo modulo Cenni di anatomia e fisiologia del corpo umano; Lo scenario dell'emergenza sanitaria; Le prime fasi del soccorso; Le alterazioni delle funzioni vitali. ttp://

5 Modulo II slide 2 Il corpo umano Cenni di anatomia e fisiologia del corpo umano L'apparato cardiocircolatorio L'apparato respiratorio L'apparato locomotore Il sistema nervoso La cute L'occhio e l'orecchio ttp://

6 Modulo II slide 3 Il corpo umano Il corpo umano è una macchina molto complessa, formata da specifiche parti organizzate e deputate ad un preciso compito. Le unità elementari sono costituite dalle cellule, le quali aggregate in tessuti formano gli organi. Più organi costituiscono i sistemi e gli apparati. ttp://

7 Modulo II slide 4 Il corpo umano I tessuti sono un insieme di cellule uguali per forma e funzioni. Ad esempio, il tessuto muscolare è formato da fibrocellule con forma e struttura simili, aventi tutte la capacità di contrarsi e determinare l'accorciamento del muscolo. ttp://

8 Modulo II slide 5 Il corpo umano Un insieme di tessuti diversi, strutturati in modo tale da espletare una stessa funzione, dà vita agli organi. Il rene, ad esempio, è un organo costituito da diversi tessuti, ognuno dei quali partecipa con la propria struttura e la propria particolare funzione, alla funzione emuntoria. ttp://

9 Modulo II slide 6 Il corpo umano Il sistema è un insieme di organi affini per struttura ed origine e deputati ad una stessa funzione. Il sistema nervoso, ad esempio, è composto dal cervello, dal midollo spinale e dai nervi, che regolano le funzioni di tutti gli altri organi del corpo umano. ttp://

10 Modulo II slide 7 Il corpo umano Un apparato è rappresentato da un insieme di organi che partecipano ad una stessa funzione, senza possedere una stessa origine né una organizzazione simile. Ad esempio, l'apparato respiratorio è un insieme di organi, con origine e organizzazione diversa (polmoni, trachea, cavità nasali, ecc.), che partecipano alla funzione respiratoria. ttp://

11 Modulo II slide 8 L'apparato cardiocircolatorio L'apparato cardiocircolatorio è costituito dal cuore e dai vasi sanguigni (arterie, vene e capillari), al cui interno circola il sangue che porta ossigeno e nutrimento a tutto il corpo, eliminando i prodotti di rifiuto. ttp://

12 Modulo II slide 9 L'apparato cardiocircolatorio Il cuore è un organo cavo, dotato di un tipo di muscolatura particolare, situato nel torace tra i due polmoni. Sommariamente presenta una faccia anteriore e una faccia posteriore, nelle quali si distinguono diversi vasi che originano dall'organo. Il cuore è l'organo principale dell'apparato cardiocircolatorio, nel quale svolge azione di pompa. ttp://

13 Modulo II slide 10 L'apparato cardiocircolatorio ttp://

14 Modulo II slide 11 L'apparato cardiocircolatorio ttp://

15 Modulo II slide 12 L'apparato cardiocircolatorio Il cuore è un organo al cui interno si distinguono quattro cavità. Le due cavità superiori sono rappresentate dall'atrio destro e dall'atrio sinistro. Le due cavità inferiori sono rappresentate dal ventricolo destro e dal ventricolo sinistro. Gli atri e i ventricoli omolaterali comunicano attraverso un sistema di valvole. ttp://

16 Modulo II slide 13 L'apparato cardiocircolatorio ttp://

17 Modulo II slide 14 L'apparato cardiocircolatorio Dal cuore originano i vasi sanguigni che portano sangue ossigenato e prodotti nutritivi a tutto il corpo tramite le arterie, e riconducono al cuore, tramite le vene, il sangue con anidride carbonica e prodotti di rifiuto. Lo scambio dell'ossigeno e dell'anidride carbonica avviene a livello dei tessuti tramite la rete dei capillari. ttp://

18 Modulo II slide 15 L'apparato cardiocircolatorio ttp://

19 Modulo II slide 16 L'apparato cardiocircolatorio I vasi sanguigni danno vita a due circuiti distinti: la piccola circolazione; la grande circolazione. ttp://

20 Modulo II slide 17 L'apparato cardiocircolatorio La piccola circolazione comincia dal ventricolo destro, dal quale si origina l'arteria polmonare. Questa si suddivide in due tronchi che vanno nei due polmoni ramificandosi in capillari. Questi confluiscono in vasi sempre più grandi, fino alle quattro vene polmonari che confluiscono all'atrio sinistro. ttp://

21 Modulo II slide 18 L'apparato cardiocircolatorio La grande circolazione comincia dall'arteria aorta, la quale tramite il letto arterioso si distribuisce a tutto il corpo. Le arterie si ramificano in capillari, i quali confluiscono nelle vene. Dal sistema venoso si originano le due vene cave che terminano nell'atrio destro. ttp://

22 Modulo II slide 19 L'apparato cardiocircolatorio ttp://

23 Modulo II slide 20 L'apparato cardiocircolatorio Il sangue è mantenuto in moto, all'interno dell'apparato cardiocircolatorio, dal cuore che rappresenta l'organo propulsore. Il cuore, mediante le contrazioni del suo tessuto muscolare, spinge il sangue dagli atri ai ventricoli e da questi nelle arterie. ttp://

24 Modulo II slide 21 L'apparato cardiocircolatorio Il numero delle contrazioni del cuore in un minuto costituisce la frequenza cardiaca. Normalmente in un soggetto adulto la frequenza cardiaca varia dai 60 agli 80 battiti al minuto e può essere apprezzata con la rilevazione del polso. ttp://

25 Modulo II slide 22 L'apparato cardiocircolatorio La rilevazione del polso è una manovra che serve a percepire le pulsazioni di un'arteria, espressione dell'attività cardiaca. ttp://

26 Modulo II slide 23 L'apparato cardiocircolatorio L'ossigenazione ed il trasporto delle sostanze nutritive vengono garantite all'organismo da un'adeguata pressione della circolazione sanguigna, regolata da: contrazione e frequenza cardiaca; quantità di sangue presente in circolo; capacità dei vasi di regolare il loro diametro; corretto controllo del sistema nervoso. ttp://

27 Modulo II slide 24 L'apparato respiratorio L'apparato respiratorio è costituito da una serie di organi cavi che formano un canale di collegamento tra l'esterno, costituito dall'aria atmosferica, e l'interno del corpo. ttp://

28 Modulo II slide 25 L'apparato respiratorio L'apparato respiratorio risulta costituito da una serie di organi (naso, bocca, laringe, trachea, polmoni) il cui funzionamento è finalizzato alla respirazione, cioè alla ossigenazione del sangue e alla sua depurazione dall'anidride carbonica. Questi fenomeni si realizzano grazie alla ventilazione e alla diffusione. ttp://

29 Modulo II slide 26 L'apparato respiratorio La ventilazione è rappresentata dalla successione degli atti respiratori, attraverso cui l'aria atmosferica viene introdotta nei polmoni (inspirazione) e poi espulsa (espirazione). In un soggetto normale si osservano circa 16 atti respiratori al minuto. ttp://

30 Modulo II slide 27 L'apparato respiratorio L'inspirazione si realizza mediante la contrazione dei muscoli respiratori, la diminuzione della pressione intratoracica e la dilatazione dei polmoni. ttp://

31 Modulo II slide 28 L'apparato respiratorio L'espirazione si realizza mediante la distensione dei muscoli respiratori, l'aumento della pressione intratoracica e la contrazione dei polmoni. ttp://

32 Modulo II slide 29 L'apparato respiratorio La muscolatura che coadiuva la funzione respiratoria è costituita dal diaframma e dai muscoli intercostali. ttp://

33 Modulo II slide 30 L'apparato respiratorio Il processo di diffusione è rappresentato dallo scambio dei gas (ossigeno e anidride carbonica) a livello degli alveoli polmonari e dei tessuti del nostro organismo. ttp://

34 Modulo II slide 31 L'apparato respiratorio Diffusione alveolare. ttp://

35 Modulo II slide 32 L'apparato respiratorio Diffusione tissutale. ttp://

36 Modulo II slide 33 L'apparato locomotore L'apparato locomotore rappresenta l'impalcatura del nostro corpo, a cui conferisce forma e struttura. E' costituito dalle ossa, collegate tra loro per mezzo delle articolazioni, e dai muscoli che si inseriscono sulle ossa stesse. ttp://

37 Modulo II slide 34 L'apparato locomotore La funzione principale è quella del movimento, che avviene grazie alla contrazione muscolare, e allo spostamento delle ossa, collegate tra loro mediante le articolazioni. ttp://

38 Modulo II slide 35 L'apparato locomotore Il sistema scheletrico ttp://

39 Modulo II slide 36 L'apparato locomotore Lo scheletro è la struttura di sostegno del corpo umano, costituita da 206 ossa. Le ossa forniscono un'impalcatura flessibile per i movimenti, fungono da punto di appoggio per i muscoli e sono conformate in modo tale da far correre in adiacenza arterie e nervi. Inoltre garantiscono la protezione di organi. ttp://

40 Modulo II slide 37 L'apparato locomotore Il sistema scheletrico è costituito dalle ossa che, sotto il profilo morfologico, possono essere classificate in: piatte (ad esempio le ossa del cranio); lunghe (ad esempio il femore); corte (ad esempio le vertebre). ttp://

41 Modulo II slide 38 L'apparato locomotore Nello scheletro possiamo distinguere: cranio; spalle; arti superiori; gabbia toracica; colonna vertebrale; pelvi; arti inferiori. ttp://

42 Modulo II slide 39 L'apparato locomotore Il cranio ttp://

43 Modulo II slide 40 L'apparato locomotore La colonna vertebrale ttp://

44 Modulo II slide 41 L'apparato locomotore Gabbia Toracica ttp://

45 Modulo II slide 42 L'apparato locomotore Spalla ttp://

46 Modulo II slide 43 L'apparato locomotore Arto superiore ttp://

47 Modulo II slide 44 L'apparato locomotore Pelvi ttp://

48 Modulo II slide 45 L'apparato locomotore Arto inferiore ttp://

49 Modulo II slide 46 L'apparato locomotore Le articolazioni sono strutture di connessione tra due o più ossa. Possono essere fisse, mobili o parzialmente mobili. ttp://

50 Modulo II slide 47 L'apparato locomotore IIl sistema muscolare ttp://

51 09/12/02 Modulo II slide 48 L'apparato locomotore Il sistema muscolare, grazie all'azione di impulsi nervosi, rende possibile il movimento, spostando le ossa.

52 09/12/02 Modulo II slide 49 L'apparato locomotore I muscoli scheletrici sono quelli che fanno muovere le ossa; quelli lisci permettono la motilità di alcuni organi; quello cardiaco è tipico del cuore.

53 09/12/02 Modulo II slide 50 Il sistema nervoso Il sistema nervoso è costituito dal Sistema Nervoso Centrale, dal Sistema Nervoso Periferico e dal Sistema Nervoso Autonomo. Esso coordina e regola la maggior parte delle attività del nostro organismo, mediante la fittissima rete di cellule (neuroni) di cui è composto.

54 Modulo II slide 51 Il sistema nervoso ttp://

55 09/12/02 Modulo II slide 52 Il sistema nervoso Il Sistema Nervoso Centrale è composto dall'encefalo (cervello, cervelletto e tronco encefalico) e dal midollo spinale. Nel cervello sono presenti aree funzionali diverse (sensitiva, motoria e sensoriale). Il cervello, tra l'altro, è sede della coscienza e del pensiero. Il cervelletto ed il midollo spinale coordinano le attività motorie.

56 Modulo II slide 53 Il sistema nervoso ttp://

57 Modulo II slide 54 Il sistema nervoso ttp://

58 09/12/02 Modulo II slide 55 Il sistema nervoso Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi. Questi escono dal SNC recando alla periferia impulsi motori per i muscoli e impulsi secretori per le ghiandole. I nervi entrano nel SNC medesimo per portare impulsi sensitivi raccolti in periferia.

59 09/12/02 Modulo II slide 56 Il sistema nervoso In base alle funzioni il sistema nervoso si può suddividere in: sistema della vita di relazione, costituito dai nervi motori, che determinano la contrazione muscolare, e dai nervi che raccolgono gli impulsi sensitivi e sensoriali; sistema della vita vegetativa (sistema nervoso autonomo).

60 09/12/02 Modulo II slide 57 Il sistema nervoso Il sistema della vita vegetativa sovrintende alla funzione della muscolatura involontaria degli organi interni e delle ghiandole. Il sistema della vita vegetativa possiede un unico tipo di fibre.

61 09/12/02 Modulo II slide 58 La cute La cute ha una superficie complessiva (nell'adulto) di circa 2 mq ed un peso di 15 Kg. La cute forma il rivestimento di tutto il corpo. A livello degli orifizi naturali continua con le mucose degli altri apparati.

62 09/12/02 Modulo II slide 59 La cute La cute è costituita da tre strati: l'epidermide; il derma; l'ipoderma.

63 09/12/02 Modulo II slide 60 La cute La cute ha diverse funzioni: azione di difesa nei confronti di potenziali aggressioni meccaniche, chimiche, fisiche e biologiche provenienti dall'esterno; termoregolazione, depurazione e sensibilità.

64 Modulo II slide 61 La cute ttp://

65 09/12/02 Modulo II slide 62 L'occhio L'occhio è l'organo di senso che raccoglie le informazioni su ciò che ci circonda e le invia all'encefalo, dove vengono elaborate in immagini. Il globo oculare è una sfera leggermente sporgente dal massiccio facciale. Sono visibili solo la pupilla, l'iride e la cornea, mentre il resto è contenuto nel cranio.

66 09/12/02 Modulo II slide 63 L'occhio Il globo oculare è mantenuto in sede dalla muscolatura, la quale permette anche il movimento degli occhi.

67 Modulo II slide 64 L'occhio ttp://

68 Modulo II slide 65 L'occhio Tutto ciò che ci circonda viene visto perché la luce entra negli occhi e colpisce la etina. La cornea ed il cristallino rifrangono la luce ed ogni punto luminoso di un oggetto iene impresso sulla retina, ove si forma un'immagine capovolta e più piccola. Da qui l'informazione viene mandata all'encefalo che la elabora in immagine. ttp://

69 Modulo II slide 66 L'occhio ttp://

70 Modulo II slide 67 L'orecchio L'orecchio è l'organo di senso che ci permette di udire e di stare in equilibrio. E' suddiviso in orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. L'orecchio medio e l'orecchio interno sono contenuti, con i loro delicati meccanismi, nel cranio. ttp://

71 Modulo II slide 68 L'orecchio Nel meccanismo dell'udito intervengono l'orecchio esterno, l'orecchio medio e l'orecchio interno. L'orecchio esterno è formato dal padiglione auricolare, dal condotto uditivo e dal timpano. Il suono viene condotto in questa struttura fino al timpano che è una membrana che vibra agli stimoli sonori. ttp://

72 Modulo II slide 69 L'orecchio Nell'orecchio medio vi è la catena degli ossicini (martello, incudine e staffa) i quali ricevono le vibrazioni dal timpano e le trasmettono all'orecchio interno. L'orecchio interno è una cavità ove è contenuta la coclea, all'interno della quale sono presenti cellule munite di ciglia, che rilevano le vibrazioni provenienti dall'orecchio medio e inviano il messaggio all'encefalo, ove avviene l'elaborazione in suoni. ttp://

73 Modulo II slide 70 L'orecchio Nell'orecchio interno sono anche contenuti i canali semicircolari ed il vestibolo, i quali sono gli organi che permettono di mantenere l'equilibrio. ttp://

74 Modulo II slide 71 L'orecchio ttp://

75 Modulo II slide 72 Lo scenario di un'emergenza sanitaria La scena dell'emergenza; Le norme comportamentali. ttp://

76 Modulo II slide 73 La scena dell'emergenza L'arrivo sul posto; Gli aspetti psicologici del soccorso d'urgenza; La verifica delle condizioni d'intervento; La raccolta immediata delle informazioni. ttp://

77 Modulo II slide 74 Prima di arrivare sul posto occorrerà: La scena dell'emergenza prepararsi in funzione della chiamata; prevedere di portare con sé il minimo indispensabile; effettuare una rapida ricognizione dell'ambiente (pericolo di crolli, linee elettriche scoperte, ecc.). In caso di pericolo non eliminabile chiamare gli organismi competenti (es.vvff). Valutare la necessità di allontanare la vittima dal pericolo. ttp://

78 Modulo II slide 75 La scena dell'emergenza Per quanto riguarda gli aspetti psicologici dell'intervento, bisogna ricordare che la vittima di un incidente vede alterata anche la sua sfera emotiva, con reazioni intense, caratterizzate da: perdita di controllo; stato d'ansia; ostile reazione al soccorritore. ttp://

79 Modulo II slide 76 La scena dell'emergenza In questi casi sarà indispensabile mostrare sensibilità e buon senso, mantenendo sempre un comportamento calmo, gentile, franco e deciso. L'aiuto verrà offerto e non imposto, spiegando ciò che si sta facendo. ttp://

80 Modulo II slide 77 La scena dell'emergenza La verifica delle condizioni d'intervento prevede anche: la verifica dell'agibilità delle vie di accesso e di uscita; la verifica che i portoni o i cancelli restino aperti o che possano essere aperti agevolmente; il controllo e la possibilità di utilizzare le scale e l'ascensore. ttp://

81 Modulo II slide 78 La scena dell'emergenza Nella raccolta immediata delle informazioni bisognerà non basarsi solo sulle notizie fornite da altre persone. Si dovrà anche esaminare attentamente la situazione, non trascurando nessun particolare e non traendo conclusioni affrettate. Usare sempre il buon senso e ricavare dall'ambiente tutte le indicazioni possibili sulla dinamica dell'evento. Infine si dovrà tenere presente che la vittima non è sempre attendibile per la sua situazione psicologica. ttp://

82 Modulo II slide 79 Le norme comportamentali Nelle situazioni di emergenza sanitaria è importante avere delle conoscenze, pur se elementari, del primo soccorso. Per quanto riguarda le norme comportamentali, brevemente si può così schematizzare: che cosa fare; che cosa non fare. ttp://

83 Modulo II slide 80 Le norme comportamentali Per quanto riguarda il "Che cosa fare" bisognerà: allontanare i curiosi dalla vittima; mantenersi calmi ed agire con tranquillità; indossare i guanti in presenza di ; esaminare l'infortunato badando alla difficoltà o assenza di respiro, allo stato di coscienza, alla presenza di emorragie; esaminare il luogo per evidenziare eventuali altri pericoli. ttp://

84 Modulo II slide 81 Le norme comportamentali Per il "Che cosa non fare" bisognerà: non spostare l'infortunato, salvo necessità; non mettere seduta la persona incosciente; non somministrare bevande alla vittima se incosciente; non effettuare manovre rianimatorie improvvisate. ttp://

85 Modulo II slide 82 Le norme comportamentali Che cosa non fare non ricomporre fratture e lussazioni; non toccare le ustioni o rompere le bolle; non togliere corpi estranei che siano penetrati in profondità nell'occhio o che abbiano determinato emorragie in qualsiasi parte del corpo. ttp://

86 Modulo II slide 83 Le prime fasi del soccorso Le prime fasi del soccorso comprenderanno: la valutazione del paziente; la sequenza degli interventi (protocolli d'intervento). ttp://

87 Modulo II slide 84 La valutazione del paziente La valutazione del paziente rappresenta il primo passo per affrontare tutte le manovre di soccorso ed ha lo scopo di identificare e correggere tutte le situazioni che minacciano la vita del paziente stesso. La valutazione è condizionata dalla natura dell'emergenza. ttp://

88 Modulo II slide 85 La valutazione del paziente Nella valutazione del paziente vittima di un incidente bisognerà sempre ricordare che la sua condizione è in continua evoluzione, positiva o negativa. ttp://

89 Modulo II slide 86 La valutazione del paziente Nelle prime fasi, per stabilire la priorità degli interventi, il soccorritore dovrà individuare: i disturbi che minacciano la sopravvivenza; le patologie che non rappresentano un problema di immediata urgenza. ttp://

90 Modulo II slide 87 La valutazione del paziente L'intervento prioritario del soccorritore andrà indirizzato, quindi, nei confronti degli organi ed apparati definiti vitali e delle loro rispettive funzioni. ttp://

91 Modulo II slide 88 La valutazione del paziente Questi organi e/o apparati sono: il sistema nervoso; l'apparato respiratorio; l'apparato cardiocircolatorio. ttp://

92 Modulo II slide 89 La valutazione del paziente Le rispettive funzioni vitali sono: lo stato di coscienza; la respirazione; la circolazione. ttp://

93 Modulo II slide 90 La sequenza degli interventi Dopo aver osservato la situazione e la posizione in cui si trova la vittima, il soccorritore valuterà lo stato di coscienza, cioè se la vittima risponde o meno alle domande o agli stimoli. ttp://

94 Modulo II slide 91 La sequenza degli interventi Va ricordato che: la coscienza è la consapevolezza di se stessi e dell'ambiente che ci circonda. Lo stato di coscienza può alterarsi in numerose situazioni come: traumi e malattie cerebrali; carente irrorazione sanguigna al cervello; intossicazioni. ttp://

95 Modulo II slide 92 La coscienza è alterata: in maniera lieve: La sequenza degli interventi nei disturbi dell'attenzione (da stanchezza); nell'apatia (per problemi psicologici); in maniera grave, con uno dei seguenti sintomi: sonnolenza, risvegli dopo stimoli forti e successiva ricaduta nel sonno; sopore, quando la persona non risponde anche dopo forti stimoli; coma. ttp://

96 Modulo II slide 93 La sequenza degli interventi Il coma è caratterizzato da: perdita della coscienza; scomparsa di tutti i riflessi; perdita di tutte le reazioni al dolore; emissione involontaria di feci ed urine. ttp://

97 Modulo II slide 94 La sequenza degli interventi La valutazione dello stato di coscienza viene effettuata chiamando il paziente e chiedendo "come va?"; se non risponde anche solo con l'apertura degli occhi, si toccherà il paziente sulle spalle con scuotimento lieve, si pizzicherà su un braccio o su una spalla, si stringerà la radice del naso. ttp://

98 Modulo II slide 95 La sequenza degli interventi Può essere utile osservare il colorito della pelle, normalmente roseo, che può assumere una tonalità pallida o bluastra, e misurare la temperatura corporea. Infine si potrà osservare anche la risposta della pupilla allo stimolo luminoso. Normalmente si restringe alla luce (miosi) e si allarga al buio (midriasi). ttp://

99 Modulo II slide 96 La sequenza degli interventi Se la vittima non risponde ci troviamo di fronte ad un soggetto incosciente. In questo caso andrà instaurato un protocollo tipico con una serie d'interventi ben definiti. ttp://

100 Modulo II slide 97 La sequenza degli interventi Le manovre possono essere riassunte nel seguente modo: A=airway (vie aeree), e cioè assicurare la pervietà delle vie aeree; B=breathing (respiro), e cioè aiutare il soggetto a respirare (ventilare); C=circulation (circolazione), e cioè assicurare la circolazione corporea del sangue (massaggio cardiaco). ttp://

101 Modulo II slide 98 La sequenza degli interventi Nel controllo della pervietà delle vie aeree bisognerà aprire il cavo orale e liberarlo da eventuali corpi estranei. Nei soggetti vittime di traumatismi si dovrà iperestendere il capo e tirare in alto ed in avanti la mandibola. ttp://

102 Modulo II slide 99 La sequenza degli interventi Per ottenere l'apertura delle vie aeree bisogna: sistemare la vittima in posizione supina, senza alcun oggetto sotto il capo; posizionare il palmo di una mano a piatto sulla fronte della vittima, facendo iperestendere il capo (rotazione anteroposteriore); sollevare il mento con le dita dell'altra mano. ttp://

103 Modulo II slide 100 La sequenza degli interventi ttp://

104 Modulo II slide 101 La sequenza degli interventi Nel soggetto, vittima di un traumatismo, l'apertura della bocca dovrà ottenersi con la seguente manovra: posizionarsi dietro la vittima; afferrare con le dita lunghe di entrambe le mani la mandibola davanti ai lobi auricolari; spingere la mandibola in alto e in avanti. ttp://

105 Modulo II slide 102 La sequenza degli interventi Manovra per l'apertura della bocca ttp://

106 Modulo II slide 103 La sequenza degli interventi La liberazione delle vie aeree da corpi estranei può avvenire: mediante colpi sul dorso e compressioni addominali; afferrando e sollevando la mandibola con una mano e rimuovendo il materiale estraneo presente nel cavo orale con l'altra. ttp://

107 Modulo II slide 104 La sequenza degli interventi ttp://

108 Modulo II slide 105 La sequenza degli interventi Nell'ostruzione da corpi estranei può risultare utile anche la manovra di Heimlich, che consiste in: porsi dietro la vittima mettendo una mano chiusa a pugno sulla parte superiore dell'addome del paziente, tra l'ombelico ed il processo xifoideo, e con l'altra afferrando il pugno e tirando verso di sé. ttp://

109 Modulo II slide 106 La sequenza degli interventi La manovra di Heimlich in soggetto cosciente. ttp://

110 Modulo II slide 107 La sequenza degli interventi Successivamente al controllo della pervietà delle vie aeree si passa al controllo della presenza e dell'efficacia della respirazione spontanea. Si possono avere due situazioni: respiro assente; respiro presente. ttp://

111 Modulo II slide 108 La sequenza degli interventi La respirazione: serve all'organismo per approvvigionarsi di ossigeno ed eliminare anidride carbonica; normalmente si effettua a bocca chiusa, attraverso il naso; è silenziosa, regolare e non richiede sforzi; ha una frequenza di atti al minuto. ttp://

112 Modulo II slide 109 Le alterazioni della respirazione sono: alterazioni della frequenza: La sequenza degli interventi tachipnea (respirazione accelerata) provocata da sforzi fisici, febbre etc.; bradipnea (respirazione rallentata) che si ha nel sonno e nelle affezioni cerebrali. alterazioni del ritmo e della profondità: superficiale e accelerata nelle fratture toraciche; profonda e lenta dopo l'ingestione di sonniferi. ttp://

113 Modulo II slide 110 La sequenza degli interventi La persona affetta da problemi respiratori può accusare: fame d'aria; tosse; difficoltà respiratoria (dispnea). ttp://

114 Modulo II slide 111 La sequenza degli interventi Ogni respiro è composto da inspirazione ed espirazione. La presenza dell'attività respiratoria si verifica: appoggiando una mano sul torace; appoggiando un vetro o uno specchio sulla bocca. ttp://

115 Modulo II slide 112 La sequenza degli interventi Nella valutazione della respirazione il soccorritore dovrà: porsi a lato del capo della vittima; appoggiare un orecchio alla bocca della vittima e guardare il suo torace; valutare la presenza di rumori respiratori e osservare il movimento di torace e addome. ttp://

116 Modulo II slide 113 La sequenza degli interventi ttp://

117 Modulo II slide 114 La sequenza degli interventi L'assenza della respirazione può essere dovuta alla presenza di corpi estranei, per cui si renderà necessario procedere alle manovre, già descritte, per la rilevazione e la rimozione dei corpi medesimi. ttp://

118 Modulo II slide 115 La sequenza degli interventi In caso di assenza del respiro, il soccorritore dovrà osservare il colorito della pelle, delle labbra, del letto ungueale, per la individuazione di eventuale. Dopo la rimozione di eventuali corpi estranei, se la respirazione non riprende spontaneamente, si procederà alla respirazione artificiale. ttp://

119 Modulo II slide 116 La sequenza degli interventi Se il respiro è presente si dovrà: verificare i movimenti respiratori a carico di addome e torace; controllare la frequenza ed il tipo degli atti respiratori; individuare eventuali rumori respiratori; individuare traumi toracici. ttp://

120 Modulo II slide 117 La sequenza degli interventi Dopo la valutazione della respirazione si procederà al controllo dell'efficacia della funzione cardiocircolatoria. ttp://

121 Modulo II slide 118 La sequenza degli interventi L'attività cardiaca è data dal riempimento (diastole) e contrazione (sistole) del muscolo cardiaco che assicura l'attività circolatoria a tutto l'organismo. ttp://

122 Modulo II slide 119 La sequenza degli interventi L'attività cardiaca può essere valutata con la rilevazione: del battito cardiaco (appoggiando un orecchio al centro del torace o utilizzando un fonendoscopio o rilevando i polsi); della pressione arteriosa (utilizzando uno ). I polsi più usati sono quello carotideo e quello radiale. ttp://

123 Modulo II slide 120 La sequenza degli interventi Il polso è una dilatazione dell'arteria che si rigonfia momentaneamente al passaggio dell'onda sanguigna, dovuta alla contrazione cardiaca. ttp://

124 Modulo II slide 121 La sequenza degli interventi I polsi più importanti per la rilevazione sono: il radiale; il carotideo; il brachiale. ttp://

125 Modulo II slide 122 La sequenza degli interventi Una volta percepito il polso, si contano le pulsazioni (o battiti) per 15 secondi e poi si moltiplica per 4. In presenza di un polso irregolare il controllo va prolungato per un minuto intero. La frequenza è data dal numero di pulsazioni in un minuto. Normalmente in un adulto le pulsazioni sono al minuto. ttp://

126 Modulo II slide 123 La sequenza degli interventi Alterazioni della frequenza cardiaca sono: tachicardia (frequenza maggiore di 120 battiti al minuto), che può essere causata da sforzi; bradicardia (frequenza minore di 50 battiti al minuto), che può essere fisiologica negli atleti. Alterazioni del ritmo (sequenza irregolare) sono dovute a patologie cardiache. ttp://

127 Modulo II slide 124 La sequenza degli interventi La pressione arteriosa è la pressione con cui il sangue scorre nelle arterie e dipende: dall'energia della contrazione cardiaca; dalla resistenza del sistema circolatorio. La pressione arteriosa si registra in millimetri di mercurio (mmhg) e i valori normali sono di 120 per la sistolica e 70 per la diastolica, con possibilità di variazioni individuali di circa mmhg. ttp://

128 Modulo II slide 125 La sequenza degli interventi Nella palpazione del polso carotideo il soccorritore dovrà: porsi a lato del capo del paziente; individuare il margine superiore del pomo d'adamo con il dito indice; scivolare con le dita nello spazio tra il pomo d'adamo e i muscoli del collo e premere per almeno 5 secondi. ttp://

129 Modulo II slide 126 La sequenza degli interventi Se le pulsazioni carotidee sono assenti si dovrà: iniziare con la rianimazione cardiaca; controllare l'eventuale ripresa; continuare con le manovre fino alla ripresa dell'attività cardiaca o all'arrivo di personale qualificato. ttp://

130 Modulo II slide 127 La sequenza degli interventi In caso di pulsazioni carotidee presenti si dovrà: controllare la frequenza del battito cardiaco; ricercare la presenza di pallore, cute fredda, colorito cianotico, sudorazione; controllare e mantenere le funzioni vitali. ttp://

131 Modulo II slide 128 La posizione laterale di sicurezza Nel caso di un paziente incosciente, ma con attività respiratoria, si dovrà far assumere a quest'ultimo la posizione laterale di sicurezza. ttp://

132 Modulo II slide 129 La posizione laterale di sicurezza La posizione laterale di sicurezza 1- Flettere la gamba dalla parte del soccorritore; 2 - Posizionare la mano dell'infortunato sotto il gluteo dello stesso lato; 3 - Ruotare lentamente sul fianco l'infortunato, dalla parte del soccorritore. Infine estendere il capo all'indietro, con il viso al pavimento e mettere l'altra mano sotto la guancia (vedi diapositiva precedente). ttp://

133 Modulo II slide 130 La posizione laterale di sicurezza Si utilizza la posizione laterale di sicurezza, per esempio, in caso di folgorazione, intossicazione, avvelenamento, colpo di calore. ttp://

134 Modulo II slide 131 La sequenza degli interventi Nei pazienti coscienti, vittime di incidenti, andrà valutato l'effettivo grado della coscienza, la funzione respiratoria (colorito delle mucose, frequenza e tipo di atti respiratori, rumori respiratori) e la efficacia della circolazione sanguigna (frequenza e ritmo cardiaco, colorito di cute e mucose). ttp://

135 Modulo II slide 132 Le alterazioni delle funzioni vitali Le alterazioni delle funzioni vitali comprendono: lo stato di incoscienza; l'insufficienza respiratoria; l'arresto cardiorespiratorio. ttp://

136 Modulo II slide 133 Lo stato di coscienza La coscienza è una funzione superiore del sistema nervoso centrale, che ci permette di essere consapevoli di noi stessi e dell'ambiente che ci circonda. Tale funzione è sensibilissima anche alla minima riduzione dell'apporto di ossigeno. ttp://

137 Modulo II slide 134 Lo stato di coscienza Lo stato d'incoscienza può insorgere in maniera immediata e con sintomi superficiali, che via via si aggravano; si possono associare deficit neurologici. E' importantissimo agire sulle complicanze che ne derivano. ttp://

138 Modulo II slide 135 Lo stato di coscienza Il soccorritore dovrà porre molta attenzione alle seguenti conseguenze: perdita dei riflessi nervosi; perdita del tono muscolare; alterazione del respiro. Abbiamo già visto in precedenza come si procede nella valutazione dello stato di coscienza. ttp://

139 Modulo II slide 136 L'insufficienza respiratoria L'insufficienza respiratoria rappresenta l'alterazione di una o più fasi della respirazione con conseguente anomalo apporto di ossigeno all'organismo ed anomala eliminazione di anidride carbonica. ttp://

140 Modulo II slide 137 L'insufficienza respiratoria L'insufficienza respiratoria riconosce come cause: malattie polmonari; patologie cardiocircolatorie; malattie del sistema nervoso centrale; patologie traumatiche del capo e del torace; avvelenamenti da gas; folgorazione; ostruzione delle vie aeree. ttp://

141 Modulo II slide 138 L'insufficienza respiratoria I segni e i sintomi sono: ; stato d'ansia; tachicardia;. ttp://

142 Modulo II slide 139 L'arresto cardiorespiratorio L'arresto cardiorespiratorio è senza dubbio la situazione più drammatica per un soccorritore. La rianimazione cardio-polmonare prevede due distinte manovre, che devono essere integrate durante l'azione dei soccorritori (possibilmente due): la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco esterno. ttp://

143 Modulo II slide 140 L'arresto cardiorespiratorio Quando non si è in possesso degli idonei mezzi per la respirazione artificiale si procede con la ventilazione bocca a bocca o con barriere protettive (pocket mask, barriere facciali). ttp://

144 Modulo II slide 141 L'arresto cardiorespiratorio Nella ventilazione bocca a bocca il soccorritore dovrà: porsi al lato del paziente, stringere il naso del paziente, iperestendere il capo e con l'altra mano completare l'operazione sul mento, aprendo la bocca; inspirare e porre le labbra intorno alla bocca della vittima e insufflare con decisione per due secondi ed osservare se il torace si muove. ttp://

145 Modulo II slide 142 L'arresto cardiorespiratorio Nella ventilazione bocca a bocca è necessario ripetere la manovra 10/12 volte al minuto. ttp://

146 Modulo II slide 143 L'arresto cardiorespiratorio Il massaggio cardiaco è invece la manovra rianimatoria che cerca di ripristinare, artificialmente, la compromessa funzione di pompa del cuore. Esso determina il ritmico riempimento e svuotamento del cuore, grazie ad una compressione esercitata sulla gabbia toracica. ttp://

147 Modulo II slide 144 L'arresto cardiorespiratorio Nel massaggio cardiaco esterno il soccorritore dovrà: individuare il punto di compressione (due dita sopra la punta dello sterno); assumere la corretta posizione: - inginocchiarsi vicino alla vittima (ginocchia che toccano il torace della vittima); - portarsi con le spalle sopra lo sterno del paziente; - tenere le braccia rigide senza mai piegare i gomiti. ttp://

148 Modulo II slide 145 L'arresto cardiorespiratorio Il punto di nel cardiaco compressione massaggio ttp://

149 Modulo II slide 146 L'arresto cardiorespiratorio La corretta posizione nel massaggio cardiaco ttp://

150 Modulo II slide 147 L'arresto cardiorespiratorio Dopo aver assunto la corretta posizione il soccorritore dovrà: porre una mano sul punto di compressione appoggiando la parte del palmo vicino al polso e tenendo sollevato il resto; appoggiare l'altra mano sul dorso della prima; comprimere il torace della vittima appoggiandosi sopra e trasmettendo il peso del proprio corpo tramite le braccia rigide. ttp://

151 Modulo II slide 148 L'arresto cardiorespiratorio La compressione deve determinare l'abbassamento dello sterno di almeno 4-5 cm, altrimenti è inefficace. ttp://

152 Modulo II slide 149 L'arresto cardiorespiratorio La durata della compressione deve essere immediata ed ugualmente il rilascio. La frequenza deve essere di compressioni al minuto. Il massaggio cardiaco può essere compiuto da uno o due soccorritori. ttp://

153 Modulo II slide 150 L'arresto cardiorespiratorio Nel caso di due soccorritori: il rapporto compressioni/ventilazioni sarà di 5:1 e con frequenza di compressioni per minuto; durante il massaggio verificarne l'efficacia con la ricerca dei polsi: invertire i compiti dei soccorritori in caso di stanchezza; controllare l'eventuale ripresa della circolazione per 5 secondi, dopo 1 minuto e ogni 5 minuti; continuare fino all'arrivo di soccorsi qualificati o alla ripresa dell'attività cardiorespiratoria. ttp://

154 Modulo II slide 151 Nel caso di un soccorritore: L'arresto cardiorespiratorio iniziare la manovra con due insufflazioni; in caso di polso autonomo continuare ad insufflare 12 volte al minuto; in assenza di polso il rapporto compressioni/insufflazioni sarà di 15:2; verificare i polsi ogni 4 cicli completi; interrompere la manovra solo in caso di ripresa dell'attività cardiorespiratoria o all'arrivo dei soccorsi. ttp://

155 Modulo II slide 152 Emergenze: Classificazione delle patologie più frequenti - angina, avvelenamento, coma, convulsioni, crisi ipoglicemica o iperglicemica nel diabete mellito, emorragia grave, folgorazione,, infarto, insufficienza respiratoria, shock, trauma cranico, trauma toracico, traumi gravi della colonna, ustioni estese; Urgenze poco differibili: - colpo di calore, emorragie contenibili, ferite profonde, fratture del bacino, svenimenti; Urgenze relativamente differibili: - ferite poco profonde, fratture degli arti, traumi osteomiotendinei, ustioni circoscritte. ttp://

156 Modulo II slide 153 Le posizioni di sicurezza Supina a gambe sollevate (svenimenti e collassi); Supina (traumi osteo-articolari, patologie cerebrali, lesioni addominali); Semi seduta (lesioni del torace, infarto); Laterale o di sicurezza (coma e gravi traumatismi). ttp://

157 Modulo II slide 154 Le posizioni di sicurezza ttp://

158 Modulo II slide 155 Le posizioni di sicurezza ttp://

159 Modulo II slide 156 Le posizioni di sicurezza La posizione laterale di sicurezza ttp://

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