Rilevazione sulle forze di lavoro

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1 27 aprile 2009 Rilevazione sulle forze di lavoro Media 2008 Sul sito l Istat rende oggi disponibili i dati della media 2008 della rilevazione sulle forze di lavoro. Le tavole presentate forniscono un ampia gamma di informazioni fino al dettaglio provinciale. In questa statistica in breve vengono analizzati i dati a livello regionale e provinciale di tre fondamentali indicatori per l analisi della partecipazione al mercato del lavoro: i tassi di occupazione, disoccupazione e inattività. I principali risultati della media 2008 a livello nazionale, ripartizionale e regionale sono stati già presentati nel comunicato stampa del 20 marzo 2009, riferito al IV trimestre Tutte le informazioni relative alla rilevazione sulle forze di lavoro sono consultabili sul web Istat all indirizzo Tasso di occupazione Direzione centrale per la comunicazione e la programmazione editoriale Tel Centro diffusione dati tel Informazioni e chiarimenti Servizio Formazione e lavoro Roma, Via Ravà Mario Albisinni tel Francesca della Ratta, tel Infolav@istat.it Nel 2008, nella classe di età anni il tasso di occupazione ovvero il rapporto tra gli occupati e la popolazione di anni si attesta a livello nazionale al 58,7%, appena 0,1 decimi di punto percentuale in più rispetto al A livello regionale, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Valle d Aosta presentano i tassi di occupazione più alti (rispettivamente 70,2%, 68,6% e 67,9%) Campania (42,5%), Sicilia e Calabria (44,1% in entrambi i casi) quelli più bassi. In confronto al 2007, la graduatoria delle regioni nel 2008 registra qualche modifica per le regioni del Centro-nord, in particolare per l Umbria che sale dalla decima alla sesta posizione e per il Piemonte che scende dalla settima alla nona; rimane invariata per quelle meridionali (Tavola 1). Resta comunque stabile nel biennio il gruppo delle cinque regioni con i tassi di occupazione rispettivamente più alti e più bassi. Nel 2008 i tassi di occupazione femminile più elevati si registrano in Emilia-Romagna, Valle d Aosta e Trentino-Alto Adige; nella prima e nella terza di queste regioni si segnalano i tassi più alti anche per gli uomini. In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e in ogni caso inferiori alla media nazionale. La quota di donne tra i 15 e i 64 anni occupate in Campania (27,3%), Sicilia (29,1%), Puglia (30,2%) e Calabria (30,8%) è inferiore per oltre la metà a quella dell Emilia-Romagna. In Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige sono occupati poco meno di otto uomini ogni dieci tra i 15 e i 65 anni; in Calabria, Campania e Sicilia circa sei ogni dieci. Con l eccezione del Molise, i tassi di occupazione maschile delle restanti regioni del Mezzogiorno presentano nel 2008 valori inferiori a quelli di un anno prima.

2 Tavola 1 Graduatoria regionale dei tassi di occupazione (15-64 anni) Anno 2008 (valori percentuali) Emilia-Romagna 70,2 Emilia-Romagna 78,2 Emilia-Romagna 62,1 Trentino A.A. 68,6 Trentino A.A. 77,3 Valle d'aosta 59,9 Valle d'aosta 67,9 Veneto 77,0 Trentino A.A. 59,7 Lombardia 67,0 Lombardia 76,6 Lombardia 57,1 Veneto 66,4 Valle d'aosta 75,6 Piemonte 57,1 Umbria 65,4 Friuli V.G. 74,8 Umbria 56,8 Toscana 65,4 Toscana 74,6 Toscana 56,2 Friuli V.G. 65,3 Umbria 74,1 Marche 55,9 Piemonte 65,2 Marche 73,4 Friuli V.G. 55,5 Marche 64,7 Piemonte 73,3 Veneto 55,5 Liguria 63,8 Liguria 73,0 Liguria 54,7 Lazio 60,2 Lazio 71,8 Lazio 49,0 Abruzzo 59,0 Abruzzo 71,2 ITALIA 47,2 ITALIA 58,7 ITALIA 70,3 Abruzzo 46,7 Molise 54,1 Molise 66,7 Molise 41,5 Sardegna 52,5 Sardegna 64,4 Sardegna 40,4 Basilicata 49,6 Basilicata 64,2 Basilicata 34,9 Puglia 46,7 Puglia 63,6 Calabria 30,8 Calabria 44,1 Sicilia 59,6 Puglia 30,2 Sicilia 44,1 Campania 58,0 Sicilia 29,1 Campania 42,5 Calabria 57,6 Campania 27,3 Tavola 2 Graduatoria delle province con i tassi di occupazione (15-64 anni) più alti (valori percentuali) 1 Bologna 72,4 Reggio Emilia 82,8 Bologna 66,6 2 Reggio Emilia 71,8 Padova 79,9 Parma 63,0 3 Modena - Parma 71,1 Mantova - Modena 79,6 Ravenna 62,6 4 Bolzano-Bozen 70,5 Bolzano-Bozen - Parma 79,1 Ferrara - Modena 62,3 5 Ravenna 69,3 Bologna 78,3 Bolzano-Bozen 61,7 6 Firenze 69,0 Treviso Verona 78,1 Firenze 61,4 7 Ferrara - Milano 68,7 Cremona - Lecco 78,0 Milano 61,0 8 Biella 67,6 Bergamo 77,7 Biella 60,8 9 Siena 67,5 Piacenza 77,5 Reggio Emilia 60,4 10 Verona 67,4 Brescia - Cuneo 77,3 Cuneo 60,1 Tavola 3 Graduatoria delle province con i tassi di occupazione (15-64 anni) più bassi (valori percentuali) 1 Crotone 37,3 Crotone 51,6 Caserta 23,0 2 Caserta 38,7 Caserta 54,6 Crotone 23,2 3 Napoli 39,8 Caltanissetta 55,6 Foggia 23,8 4 Caltanissetta 40,8 Reggio Calabria 55,7 Napoli 24,2 5 Foggia 42,1 Napoli 56,0 Agrigento 24,9 6 Agrigento 42,4 Vibo Valentia 56,4 Caltanissetta - Enna 26,8 7 Siracusa 42,7 Sassari 57,1 Siracusa 27,3 8 Reggio Calabria 42,9 Palermo 57,6 Taranto 27,6 9 Catania 43,0 Catania - Siracusa 58,3 Catania 28,2 10 Palermo 43,1 Catanzaro 59,1 Trapani 29,0 A livello provinciale (Tavole 2 e 3), i tassi di occupazione più elevati si registrano a Bologna (72,4%), Reggio Emilia (71,8%), Modena e Parma (71,1%). Con l esclusione di Reggio Emilia e Modena, le restanti due province occupavano le prime posizioni anche nel La posizione in 2

3 graduatoria di Reggio Emilia nella media del 2008 trova un contributo determinante nella componente maschile. Peraltro, Bologna e Parma registrano i tassi di occupazione più elevati per la componente femminile. I tassi di occupazione più bassi continuano a registrarsi esclusivamente nelle province del Mezzogiorno. A Crotone è occupato appena il 37,3% della popolazione di anni (51,6% degli uomini e 23,2% delle donne); a Caserta, dove solo il 23,0% delle donne risulta occupato, il tasso di occupazione complessivo è pari al 38,7%. Tutte le grandi province del Centro-nord presentano nel 2008 tassi di occupazione superiori al dato medio nazionale 1. Come nell anno precedente Bologna, con il 72,4%, mantiene la prima posizione seguita da Firenze e Milano. Nel 2008 le quattro grandi province del Mezzogiorno registrano tassi di occupazione decisamente inferiori al dato medio nazionale (Figura 1). Il valore più elevato dell indicatore si osserva a Bari (49,7%); quello più basso a Napoli (39,8%). Figura 1 Tasso di occupazione (15-64 anni) nelle grandi province (valori percentuali e in parentesi variazioni in punti percentuali rispetto all anno precedente) 72,4 (+0,9) 69,0 (+1,4) 68,7 (+0,4) 67,4 (+0,5) 64,7 (+0,7) 63,8 (+0,7) 63,3 (+0,6) 62,6 (+0,7) 49,7 (+0,5) 43,1 (-0,8) 43,0 (-0,2) 39,8 (-1,3) Bologna Firenze Milano Verona Torino Genova Venezia Roma Bari Palermo Catania Napoli Tasso di disoccupazione A livello nazionale il tasso di disoccupazione, dopo nove anni di discesa ininterrotta, torna a crescere posizionandosi al 6,7% sette decimi di punto in più in confronto al Le regioni con il tasso di disoccupazione più alto sono Sicilia (13,8%), Campania (12,6%), Sardegna (12,2%) e Calabria (12,1%); il tasso più basso si rileva in Trentino-Alto Adige (2,8%) e in Emilia-Romagna (3,2%). In confronto al 2007, il Piemonte e la Sardegna peggiorano i propri risultati nella graduatoria regionale del tasso di disoccupazione salendo rispettivamente dalla tredicesima all undicesima posizione e dalla quinta alla terza. I divari territoriali permangono molto ampi: in Sicilia l indicatore è quasi cinque volte più elevato del Trentino-Alto Adige (Tavola 4). Nella disaggregazione per genere, la Sicilia manifesta il tasso di disoccupazione più elevato sia per la componente maschile sia per quella femminile. Per altro verso, il Trentino-Alto Adige segnala il tasso di disoccupazione più basso per entrambe le componenti di genere. Rispetto al 2007, la crescita della disoccupazione riguarda tutte le regioni tranne Trentino-Alto Adige e Valle d Aosta dove l indicatore rimane pressoché stabile. Il tasso di disoccupazione in Sardegna e in Campania registra un aumento tendenziale particolarmente sostenuto. Riguardo alle componenti di 1 Le grandi province comprendono i comuni capoluogo con oltre 250 mila abitanti. 3

4 genere, le regioni caratterizzate dagli incrementi più consistenti sono per gli uomini la Sardegna, la Basilicata e la Sicilia; per le donne, la Campania, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia. In quest ultima regione il tasso di disoccupazione femminile (6,4%) è comunque di 2,1 decimi di punto più basso della media nazionale. Tavola 4 Graduatoria regionale dei tassi di disoccupazione Anno 2008 (valori percentuali) Sicilia 13,8 Sicilia 11,9 Sicilia 17,3 Campania 12,6 Campania 10,4 Campania 16,8 Sardegna 12,2 Calabria 10,1 Sardegna 15,9 Calabria 12,1 Sardegna 9,8 Puglia 15,8 Puglia 11,6 Puglia 9,4 Calabria 15,7 Basilicata 11,1 Basilicata 8,7 Basilicata 15,2 Molise 9,1 Molise 6,9 Molise 12,4 Lazio 7,5 Lazio 5,9 Lazio 9,7 ITALIA 6,7 ITALIA 5,5 Abruzzo 8,7 Abruzzo 6,6 Abruzzo 5,1 ITALIA 8,5 Liguria 5,4 Piemonte 4,0 Toscana 7,3 Piemonte 5,0 Liguria 4,0 Liguria 7,1 Toscana 5,0 Marche 3,9 Umbria 6,8 Umbria 4,8 Toscana 3,3 Friuli V.G. 6,4 Marche 4,7 Umbria 3,2 Piemonte 6,3 Friuli V.G. 4,3 Lombardia 3,0 Marche 5,7 Lombardia 3,7 Friuli V.G. 2,7 Veneto 5,2 Veneto 3,5 Valle d'aosta 2,5 Lombardia 4,8 Valle d'aosta 3,3 Emilia-Romagna 2,4 Emilia-Romagna 4,3 Emilia-Romagna 3,2 Veneto 2,3 Valle d'aosta 4,2 Trentino A.A. 2,8 Trentino A.A. 2,1 Trentino A.A. 3,7 Nel dettaglio provinciale, i tassi di disoccupazione più elevati continuano a rilevarsi nel Mezzogiorno: Palermo, Sassari, Agrigento, Enna superano il 15% (Tavola 5). Tavola 5 Graduatoria delle province con i tassi di disoccupazione più alti (valori percentuali) 1 Palermo 17,1 Agrigento 16,3 Enna 22,2 2 Sassari 16,9 Palermo 15,6 Sassari 21,5 3 Agrigento 16,8 Sassari 13,7 Lecce 20,2 4 Enna 16,0 Caltanissetta 13,2 Palermo 19,8 5 Lecce 15,0 Enna 12,8 Messina 19,0 6 Caltanissetta 14,5 Vibo Valentia 12,6 Crotone 18,4 7 Vibo Valentia 14,3 Napoli 12,0 Napoli Ogliastra * 18,2 8 Napoli 14,0 Catanzaro - Lecce 11,9 Agrigento 17,9 9 Catanzaro 13,9 Crotone - Nuoro 10,9 Medio Campidano* 17,8 10 Messina 13,6 Matera 10,5 Catanzaro 17,3 Inoltre, i tassi di disoccupazione più elevati emergono ad Agrigento e Palermo per la componente maschile; ad Enna e Sassari per quella femminile. Le province del Nord segnalano tassi di * In Sardegna, la legge regionale n. 9 del 12 luglio 2001 ha istituito quattro nuove province: Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano. Dall inizio del 2008 il disegno campionario dell indagine ha potuto tenere conto delle nuove province, operative dall autunno del

5 disoccupazione più bassi (Tavola 6). Tuttavia, nel 2008 solo sei province presentano un tasso di disoccupazione inferiore al 3% a fronte delle quindici del Soltanto a Piacenza l indicatore rimane al di sotto del 2%, sia nella componente maschile sia in quella femminile. Tavola 6 Graduatoria delle province con i tassi di disoccupazione più bassi (valori percentuali) 1 Piacenza 1,9 Reggio Emilia 1,5 Piacenza 1,9 2 Bologna 2,2 Udine 1,6 Bologna 2,4 3 Parma - Reggio Emilia 2,3 Bolzano-Bozen 1,9 Parma 2,6 4 Belluno - Bolzano-Bozen 2,4 Brescia - Piacenza 1,9 Belluno 2,9 5 Bergamo 3,0 Bologna - Belluno - Treviso 2,0 Bolzano-Bozen 3,0 6 Brescia 3,1 Cuneo - Parma Vicenza 2,1 Lodi 3,3 7 Lecco 3,2 Bergamo - Modena - Venezia 2,2 Reggio Emilia 3,5 8 Aosta Modena Trento 3,3 Lecco 2,3 Macerata 4,0 9 Cuneo - Ravenna Treviso 3,4 Trento 2,4 Aosta 4,2 10 Padova - Varese 3,5 Aosta - Ravenna - Rovigo 2,5 Varese 4,3 Con l eccezione di Bologna, tutte le grandi province registrano un incremento del tasso di disoccupazione (Figura 2). Tra il 2007 e il 2008 gli incrementi più sostenuti si osservano a Palermo (dal 15,5% al 17,1%) e Napoli (dal 12,4% al 14,0%), che rimangono le due grandi province con il tasso di disoccupazione più elevato, nonché a Roma (dal 5,8% al 7%) e Genova (dal 4,4% al 5,4%). Figura 2 -Tasso di disoccupazione nelle grandi province (valori percentuali e in parentesi variazioni in punti percentuali rispetto all anno precedente) 17,1 (+1,6) 14,0 (+1,6) 12,0 (+0,4) 10,3 (+0,6) 7,0 (+1,2) 5,6 (+0,9) 5,4 (+1,0) 4,4 (+0,9) 3,9 (+0,1) 3,8 (+0,4) 3,6 (+0,7) 2,2 (-0,3) Palermo Napoli Catania Bari Roma Torino Genova Firenze Milano Verona Venezia Bologna Tasso di inattività Nel 2008 il tasso di inattività delle persone tra i 15 e i 64 anni - ossia il rapporto tra le non forze di lavoro di quella fascia di età e la corrispondente popolazione - si è attestato al 37,0%, cinque decimi di punto in meno rispetto al Con l eccezione della Valle d Aosta (dal 29,6% al 29,8%), l indicatore scende in tutte le regioni del Centro-nord. In particolare, nel Lazio passa dal 36,2% al 34,9% e in Toscana dal 32,3% al 31,1%. Nel Mezzogiorno, il tasso di inattività sale in Campania, Calabria e Sicilia, dove sono inattive circa cinque persone in età lavorativa ogni dieci, 5

6 mentre diminuisce nelle restanti regioni (Tavola 7). Peraltro, le regioni meridionali restano quelle con i tassi di inattività più elevati. D altro canto, i tassi di inattività più contenuti permangono anche nel 2008 in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Valle d Aosta. In Calabria, Campania e Sicilia l incremento del tasso di inattività riguarda esclusivamente la componente maschile. In tutte queste regioni il tasso di inattività cresce per gli uomini tra i 25 e i 34 anni; in Calabria e in Campania anche nelle classi di età più adulte. Nelle stesse tre regioni circa un terzo degli uomini in età lavorativa è classificato tra le non forze di lavoro. In Emilia- Romagna l indicatore continua a posizionarsi al di sotto del 20%. Nelle regioni meridionali i tassi di inattività femminili sono particolarmente elevati e sempre superiori alla media nazionale, con il picco del 67,2% in Campania. Nel 2008, peraltro, la graduatoria delle otto regioni che presentano il tasso di inattività femminile superiore al dato medio rimane invariata rispetto ad un anno prima. Emilia-Romagna, Valle D Aosta e Trentino Alto Adige si confermano le regioni con i più bassi tassi di inattività femminile. Tavola 7 Graduatoria regionale dei tassi di inattività (15-64 anni) Anno 2008 (valori percentuali) Campania 51,3 Calabria 35,9 Campania 67,2 Calabria 49,8 Campania 35,2 Sicilia 64,7 Sicilia 48,8 Sicilia 32,3 Puglia 64,1 Puglia 47,1 Puglia 29,7 Calabria 63,5 Basilicata 44,2 Basilicata 29,6 Basilicata 58,8 Molise 40,4 Sardegna 28,4 Molise 52,6 Sardegna 40,1 Molise 28,3 Sardegna 51,9 ITALIA 37,0 ITALIA 25,6 Abruzzo 48,8 Abruzzo 36,9 Abruzzo 24,9 ITALIA 48,4 Lazio 34,9 Liguria 23,8 Lazio 45,7 Liguria 32,5 Lazio 23,7 Veneto 41,4 Marche 32,1 Marche 23,6 Liguria 41,0 Friuli V.G. 31,8 Piemonte 23,5 Marche 40,7 Umbria 31,3 Umbria 23,5 Friuli V.G. 40,6 Piemonte 31,2 Friuli V.G. 23,1 Lombardia 40,0 Toscana 31,1 Toscana 22,8 Toscana 39,4 Veneto 31,1 Valle d'aosta 22,4 Piemonte 39,0 Lombardia 30,4 Veneto 21,1 Umbria 39,0 Valle d'aosta 29,8 Trentino A.A. 21,0 Trentino A.A. 38,0 Trentino A.A. 29,4 Lombardia 21,0 Valle d'aosta 37,5 Emilia-Romagna 27,4 Emilia-Romagna 19,9 Emilia-Romagna 35,1 A livello provinciale (Tavole 8 e 9), i tassi di inattività più elevati si confermano a Crotone, Caserta e Napoli. Si tratta delle stesse province con i più bassi valori del tasso di occupazione. Con l esclusione di Agrigento, tutte le province con i più alti tassi di inattività erano presenti anche nella graduatoria del A Crotone e a Caserta circa quattro uomini su dieci in età lavorativa sono inattivi. Entrambe le province registrano una crescita del tasso di inattività (rispettivamente dal 39,9% al 42,0% e dal 38,9% al 40,9%). Anche la componente femminile segnala a Caserta un tasso di inattività molto elevato e pari al 72,3%. Enna, che occupa la decima posizione, registra comunque un tasso di inattività femminile particolarmente sostenuto e pari al 65,5%. Le province con i tassi di inattività più bassi sono ancora una volta quelle con i valori più alti del tasso di occupazione. A Bologna, Modena e Reggio Emilia è inattiva circa un quarto della popolazione tra i 15 e i 64 anni. Bologna registra un tasso di inattività femminile pari al 31,8%. Caserta registra pertanto un valore dell indicatore pari a oltre il doppio di quello di Bologna. 6

7 Tavola 8 Graduatoria delle province con i tassi di inattività (15-64 anni) più alti (valori percentuali) 1 Crotone 56,9 Crotone 42,0 Caserta 72,3 2 Caserta 56,7 Caserta 40,9 Foggia 71,6 3 Napoli 53,6 Reggio Calabria 38,2 Crotone 71,5 4 Foggia 52,3 Napoli 36,2 Napoli 70,4 5 Caltanissetta 52,1 Siracusa 36,1 Agrigento 69,5 6 Reggio Calabria - Siracusa 51,6 Caltanissetta 35,8 Taranto 67,7 7 Catania 51,2 Vibo Valentia 35,4 Caltanissetta 67,6 8 Vibo Valentia 49,3 Catania 34,9 Siracusa 67,0 9 Taranto 49,1 Cosenza 34,3 Catania 66,8 10 Agrigento 48,9 Benevento 34,1 Enna 65,5 Tavola 9 Graduatoria delle province con i tassi di inattività (15-64 anni) più bassi (valori percentuali) 1 Bologna 25,9 Reggio Emilia 15,9 Bologna 31,8 2 Modena - Reggio Emilia 26,5 Padova 17,9 Ferrara 32,7 3 Parma 27,2 Mantova 18,1 Ravenna 34,3 4 Bolzano-Bozen 27,7 Modena 18,5 Modena 34,6 5 Firenze - Ferrara 27,8 Parma 19,2 Firenze 34,8 6 Ravenna 28,1 Bolzano-Bozen 19,3 Biella 35,1 7 Cuneo - Mantova - Milano 28,6 Cremona 19,6 Parma 35,3 8 Biella 28,9 Verona 19,7 Milano 36,1 9 Rimini 29,0 Bologna - Imperia 20,0 Bolzano-Bozen 36,3 10 Padova 29,2 Lecco 20,1 Cuneo 36,6 Tutte le grandi province del Mezzogiorno presentano nel 2008 tassi di inattività superiori al dato medio nazionale (Figura 3). Le tre grandi province con i più alti tassi di inattività sono anche nel 2008 Napoli, Catania e Palermo; quelle con i più bassi si confermano Bologna, Firenze e Milano. In confronto al 2007 solo Napoli registra un incremento del rapporto tra le non forze di lavoro (15-64 anni) e la corrispettiva popolazione. Figura 3 -Tasso di inattività (15-64 anni) nelle grandi province (valori percentuali e in parentesi variazioni in punti percentuali rispetto all anno precedente) 53,6 (+0,6) 51,2 (-0,3) 47,9 (0,0) 44,5 (-1,0) 34,3 (-1,1) 32,7 (-1,6) 32,5 (-1,5) 31,4 (-1,4) 29,9 (-0,8) 28,6 (-0,4) 27,8 (-2,1) 25,9 (-0,8) Napoli Catania Palermo Bari Venezia Roma Genova Torino Verona Milano Firenze Bologna 7

8 Glossario Forze di lavoro: comprendono le persone occupate e quelle in cerca di occupazione. Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che alla domanda sulla condizione professionale rispondono: di possedere un occupazione, anche se nella settimana di riferimento non hanno svolto attività lavorativa (occupati dichiarati); di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nella settimana di riferimento (altre persone con attività lavorativa). Persone in cerca di occupazione: comprendono le persone di 15 anni e più che dichiarano: una condizione professionale diversa da occupato; di non aver effettuato ore di lavoro nella settimana di riferimento dell'indagine; di essere alla ricerca di un lavoro; di aver effettuato almeno un azione di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono la rilevazione; di essere immediatamente disponibili ad accettare un lavoro, qualora venga loro offerto. Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la popolazione di 15 anni e più. Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro. Tasso di inattività: rapporto tra le persone non appartenenti alle forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento. La somma del tasso di inattività e del tasso di attività è pari al 100 per cento. Note informative La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro ha come obiettivo primario la stima dei principali aggregati dell offerta di lavoro. La rilevazione è progettata per garantire stime trimestrali a livello regionale e stime provinciali in media d anno. Le caratteristiche dell indagine sono riportate in dettaglio nel volume La rilevazione sulle forze di lavoro: contenuti, metodologie, organizzazione, consultabile e scaricabile dal web Istat all indirizzo Si noti che a motivo dell innalzamento dell età dell obbligo scolastico (legge 296/2006), intervenuto a partire dagli ultimi mesi del 2007, dal 2008 i dati sugli individui con 15 anni di età non contengono né occupati né disoccupati. Nei tassi di occupazione si continua a fare riferimento alla popolazione in età lavorativa di anni a causa del regolamento europeo e degli obiettivi per il 2010 fissati a Lisbona nell ambito della Strategia europea per l occupazione. Il numero di quindicenni occupati o in cerca di occupazione è tradizionalmente del tutto trascurabile. Il cambiamento normativo non comporta quindi alcuna interruzione delle serie storiche degli indicatori sulla popolazione anni. 8

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