I Profeti hanno pagine stupende che esprimono la cura pastorale e la maternità di Dio:

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Modesto Patti
7 anni fa
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Certo questa affermazione, o meglio professione di fede, oggi, può suonare sicuramente superata, senz altro legata ad una società contadina, ad una mentalità tradizionale.

1 Certo questa affermazione, o meglio professione di fede, oggi, può suonare sicuramente superata, senz altro legata ad una società contadina, ad una mentalità tradizionale. Forse anche tu, come tanti nostri contemporanei della realtà legata ai pastori, alle pecore, conoscono il lato più poetico o quello pubblicitario commerciale. Bisognerebbe entrare in dialogo con i pastori, quelli veri, che abbiamo la fortuna di ammirare da lontano viaggiando, o di incontrare soprattutto in questo tempo, tanto in campagna, quanto lungo le autostrade d Italia. E abbastanza comune, sulle strade provinciali, imbattersi in greggi che obbligano gli autisti a rallentate la loro corsa impazzita, per attendere il passaggio del pastore che, aiutato dai cani, conduce pecore e agnellini, a nuove pascoli. Personalmente provo ammirazione per questa vita, che di poetico ha ben poco, se si pensa alla sua durezza, legata alla vita delle pecore, ma sicuramente molto educativa. Non c è sosta per un pastore che ha a cuore la vita del gregge. E lui che decide la meta, i tempi, in fondo la loro sorte, tanto che la sua vita viene ritmata da quella delle pecore. Tra pastore e pecore si instaura un legame, un appartenenza, una solidarietà. Non sorprende allora se Gesù, duemila anni fa, ha fatto sua questa immagine, così cara al popolo al quale apparteneva. Essa infatti sintetizza un modo di essere, delle qualità, una vocazione, uno stile di vita che non conosce spazio, tempo, cultura, perché riflette lo stesso agire di Dio con il suo popolo, con tutti gli uomini di tutti i tempi.

Ma chi è questo Pastore? Dalla Sacra Scrittura emerge un Dio che si prende cura, si fa compagno, libera il popolo, si coinvolge nelle sue vicende, provvede ad esso, instaura un patto di alleanza.

E l immagine di un pastore che ama con tenerezza, con delicatezza. Proverbi 3: è tenero, premuroso, delicato.

Salmo 23: esprime il senso di fiducia, di abbandono, che va crescendo, nella certezza che il Signore è il vero Pastore. Salmo 80: Il pastore è colui che ascolta e si prende cura del suo popolo.

I Profeti hanno pagine stupende che esprimono la cura pastorale e la maternità di Dio: Isaia 40,11: Come un pastore egli fa pascolare il gregge, e con il suo braccio lo raduna, porta gli agnellini

2 Ma chi è questo Pastore? Dalla Sacra Scrittura emerge un Dio che si prende cura, si fa compagno, libera il popolo, si coinvolge nelle sue vicende, provvede ad esso, instaura un patto di alleanza. Il Signore è uno che cammina con si fa compagno: Genesi 48,15: è l esperienza di Giacobbe che riconosce il Signore come Pastore fin dal suo nascere. L autorità del pastore si basa sull amore. E l immagine di un pastore che ama con tenerezza, con delicatezza. Proverbi 3: è tenero, premuroso, delicato. I salmi mettono l accento sulla relazione confidenziale, familiare tra Dio ed il suo popolo. Salmo 23: esprime il senso di fiducia, di abbandono, che va crescendo, nella certezza che il Signore è il vero Pastore. Salmo 80: Il pastore è colui che ascolta e si prende cura del suo popolo. Salmo 95: noi siamo suo popolo, e gregge del suo pascolo. I Profeti hanno pagine stupende che esprimono la cura pastorale e la maternità di Dio: Isaia 40,11: Come un pastore egli fa pascolare il gregge, e con il suo braccio lo raduna, porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri. Isaia 49,9-10; Osea 11; Ez 34,1-31; Ger 23,1-6; 31,10; Zac 11,16;... Il Signore non sceglie persone perfette, dotate, secondo i criteri dell efficienza, del prestigio ma Dio sceglie secondo il suo cuore, (Davide) 1Samuele 13. Le pagine più belle, più suggestive che presentano l immagine del pastore le troviamo nel Vangelo, soprattutto in Giovanni, là dove Gesù si autodefinisce il buon Pastore, colui che conosce una per una le sue pecore, le chiama per nome, e per loro dona la vita! «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

3 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l abbiano in abbondanza». Un testo familiare, ricco di simbologia, dinamico, carico di espressioni che dicono relazione, incontro, conoscenza, appartenenza, proprietà, amore «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». Giovanni 10, 1 18 Gesù si presenta come il Figlio che conosce il Padre e ha i suoi stessi desideri: comunicare vita e libertà ai fratelli. Lui è la Porta attraverso cui siamo chiamati ad entrare in una relazione sempre più profonda con il Padre. Seguendo lui, diventiamo ciò che siamo: figli del Padre e fratelli tra di noi. Finalmente una vita bella, piena, che vale la pena di essere vissuta! Questo atteggiamento, questo ministero di cura dai tratti materni e paterni, continua oggi attraverso i fili tessuti nella storia e l opera pastorale di uomini e donne, che hanno fatto della loro vita un dono, del servizio pastorale, lo stile della loro esistenza.

Io sono la Porta, io sono il Pastore! Un testo che per le suore Pastorelle è un Programma di vita! Un testo ispiratore, prima di tutto per il Beato G.

Così si esprimeva, rivolgendosi alle suore Pastorelle, nel 1947: Gesù è il pastore delle anime Esiste un intima relazione tra il buon Pastore Gesù e le anime.

farsi da loro conoscere. Questa sarà la prova del loro interessamento, questa sarà la condizione perché le pecorelle non temano la loro presenza.

sacrificano per la salvezza del gregge Esse saranno le sorelle, le madri, le maestre, le catechiste, le consolatrici di ogni dolore, un raggio di luce e di sole benefico e continuo nella parrocchia.

4 Io sono la Porta, io sono il Pastore! Un testo che per le suore Pastorelle è un Programma di vita! Un testo ispiratore, prima di tutto per il Beato G. Alberione che, già dal 1908, attraverso esso ha sognato la missione delle Suore di Gesù buon Pastore Pastorelle, nella Chiesa, nel mondo. Così si esprimeva, rivolgendosi alle suore Pastorelle, nel 1947: Gesù è il pastore delle anime Esiste un intima relazione tra il buon Pastore Gesù e le anime. Le Pastorelle fanno col sacerdote pastore un unica missione; hanno le stesse premure, lo stesso fine, gli stessi mezzi La prima dote del buon pastore e delle Pastorelle è di conoscere le pecorelle e farsi da loro conoscere. Questa sarà la prova del loro interessamento, questa sarà la condizione perché le pecorelle non temano la loro presenza. Anche il pastore e la Pastorella devono conoscere il popolo fra il quale operano, devono precedere le pecorelle con il buon esempio Il buon pastore e la vera Pastorella espongono la loro vita e la sacrificano per la salvezza del gregge Esse saranno le sorelle, le madri, le maestre, le catechiste, le consolatrici di ogni dolore, un raggio di luce e di sole benefico e continuo nella parrocchia. Un programma davvero impegnativo, per il quale molte giovani, ora suore Pastorelle, hanno saputo giocare la propria esistenza! Una Parola, quella di Gesù, che ha toccato il loro cuore facendolo vibrare, commuovere, tanto da suscitare il fascino, il desiderio e la decisione di seguire la Sua voce. Un invito che le ha raggiunte nell ordinarietà del quotidiano, famiglia, parrocchia, gruppo, associazione, professione facendo di esso quel luogo d incontro, quello spazio salvifico, straordinario, che ha segnato per sempre la loro esistenza.

5 E oggi Sono tante, le sfide, le provocazioni, le voci che popolano la nostra mente, il nostro vissuto quotidiano. Se apriamo un giornale, o se assistiamo ad un telegiornale, o ancor più se navighiamo su internet, veniamo quasi sommersi dalle voci e dai commenti che incontriamo, tanto da trovarci smarriti e disorientati. Siamo appunto come le pecore del discorso di Gesù: dispersi e confusi dalle tante voci, per la paura di un futuro che può piombare su di noi come un lupo; ma dispersi e confusi anche dalle voci dei tanti pastori che cercano di garantirci il futuro portandoci nel loro ovile. Sentiamo allora in noi il desiderio di una VOCE che riconduca ad unità la nostra vita parlando al nostro cuore e risvegliando la speranza. Cosa comporta oggi anche per te, giovane, ascoltare la voce del Pastore? dare la vita per il gregge? Anche tu, giovane o adulto, animatore, studente, catechista, educatore, professionista, insegnante, genitore sei chiamato a prenderti cura di quanti ti stanno a fianco, di quanti ti sono affidati! Sei consapevole della responsabilità che ti assumi? Sei disponibile a lasciarti condurre, educare, accompagnare dal Pastore Gesù, per imparare da Lui l arte del prenderti cura? Nella relazione educativa è fondamentale la conoscenza, l ascolto, la fiducia. Come stai coltivando la conoscenza di te stesso/a, il tuo rapporto con il Signore, con la Sua Parola, per crescere nella disponibilità al servizio e al dono di te ai fratelli? E se il Signore ti chiedesse di continuare la sua opera, esprimendo il Ministero di cura pastorale, come pastore, come Pastorella, facendo della tua vita un dono incondizionato a Lui e ai fratelli? Non ci crederai ma il Signore ha affidato e affida a noi, a te, oggi, la sua opera! sr Maria Rosa Barison sjbp

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