Pesaro. Libro bianco sulle acque potabili. Attività di laboratorio:analisi chimiche e batteriologiche Qualità delle acque della Regione Marche

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1 AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLE MARCHE Pesaro Libro bianco sulle acque potabili FIDELITAS REGIONE MARCHE Attività di laboratorio:analisi chimiche e batteriologiche Qualità delle acque della Regione Marche PROVINCIA DI PESARO-URBINO

2 Libro bianco sulle acque potabili Attività di laboratorio: analisi chimiche e batteriologiche Qualità delle acque della Regione Marche Provincia di Pesaro-Urbino

3 Alla realizzazione di quest opera hanno collaborato: Dipartimento Provinciale ARPAM di Pesaro: Dott. Claudio Pizzagalli Dott. Pietro Salvatori Dott.ssa Lia Didero Dott.ssa Silvia Magi Dott. Raffaele Cantarini Direzione Generale ARPAM: Dott.ssa Milena Brandinelli progettazione grafica: Ennio Buonanno Si ringraziano per la collaborazione e per la fornitura di dati integrativi a quelli dell ARPAM: ASL n. 1 di Pesaro, ASL n. 2 di Urbino, ASL n. 3 di Fano, Amministrazione Provinciale di Pesaro-Urbino, Consorzio MEGAS, ASPES, ASET, ACQUAGEST, INTER.IMM srl, S.I.S., AMIR.

4 INDICE Pag. I Presentazione del Direttore Generale dell ARPAM Dott. Gisberto Paoloni Pag. II Presentazione del Direttore Tecnico-Scientifico dell ARPAM Dott. Ferdinando De Rosa Pag. IX Presentazione del Responsabile del Servizio Acque del Dipartimento ARPAM di Pesaro Dott. Claudio Pizzagalli Pag. 1 Risorse idriche della Provincia di Pesaro-Urbino Pag. 19 Schede dei comuni

5 Presentazione L Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAM) è fortemente impegnata in una politica di protezione ambientale, al fine di raggiungere la migliore tutela della salute e della sicurezza dei cittadini marchigiani attraverso il miglioramento delle condizioni generali di vita. Vengono effettuati i controlli e la vigilanza sulle acque, aria, suolo, rifiuti e viene fornito il supporto laboratoristico per la tutela dell ambiente e l esercizio delle funzioni di Sanità Pubblica. I controlli riguardano anche le misure relative agli inquinanti fisici, quali i campi elettromagnetici, il rumore e la radioattività nonché i controlli preventivi e periodici su macchine e impianti per la sicurezza e le aree ad elevato rischio di crisi ambientale ed i rapporti fra ambiente e salute, anche mediante la divulgazione e la formazione dei cittadini. In particolare vengono effettuate ogni anno le analisi di circa campioni di acqua potabile prelevati nelle reti di distribuzione dei 246 Comuni, con frequenze proporzionali al numero degli utenti e meccanismi stabiliti dalle vigenti normative. L ARPAM è infatti il laboratorio a cui compete, ai sensi della L 31/2001, l esecuzione delle analisi di controllo esterno in aggiunta al controllo interno effettuato dai gestori degli acquedotti. Le ASL competenti territorialmente, quando le analisi evidenziano la presenza di situazioni di non conformità, richiedono alle Autorità d ambito (ATO) ed ai gestori degli acquedotti l adozione dei provvedimenti necessari a tutela della salute pubblica e la necessaria informazione agli utenti o anche l avvio delle procedure necessarie per la variazione dei sistemi di approvvigionamento. Nel controllo delle acque gli esami analitici chimici e batteriologici assumono un importanza fondamentale, oltre all attività ispettiva che è diretta competenza delle ASL, ed a tale fine questa Agenzia trasmette mensilmente in via informatica i risultati al Ministero della Salute. La presente pubblicazione evidenzia la reale situazione, comune per comune, degli acquedotti marchigiani, relativa alla qualità dell acqua potabile e rappresenta ormai una conoscenza di valore assoluto e che deriva da tante migliaia di analisi eseguite nelle diverse realtà stagionali ed in tanti anni di esperienza. La protezione dell acqua, come bene primario destinato all uso potabile ma anche per ogni altra destinazione ambientale, rientra in un contesto prioritario sia per i programmi ministeriali che per la Regione, ai quali l ARPAM ha fornito il proprio contributo tecnico mediante l esecuzione del Programma Operativo Integrato (POI) per il controllo delle acque superficiali e marine. L importanza della tutela e del risparmio della risorsa idrica è stata ribadita anche nel corso del Vertice Mondiale dello Sviluppo Sostenibile che si è tenuto a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002, nel corso del quale è stato approvato un piano di attuazione che prevede di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno accesso all'acqua potabile e purificata, e di adottare entro il 2005 i piani per la gestione integrata ed efficiente delle risorse idriche. Vale la pena di ricordare che se il terzo mondo ha enormi problemi per le acque potabili, anche nei paesi industrializzati vi sono situazioni che richiedono di mantenere alta l attenzione. Gli inquinamenti batteriologici, le situazioni di difformità chimiche (nitrati o altro) e le enormi perdite nella distribuzione sono ancora attuali anche nella nostra regione Il presente libro è un lavoro di sintesi certamente utile a tutti i Comuni marchigiani, che peraltro ricevono costantemente i risultati in tempo reale durante le operazioni di vigilanza e controllo, ma anche alle Amministrazioni Provinciali, ai gestori degli acquedotti, alle Associazioni ambientali ed a tutti i cittadini quindi sono lieto di presentare questa pubblicazione ed esprimo il mio ringraziamento a tutti gli operatori dell Agenzia Ambientale. dott. Gisberto Paoloni Direttore Generale dell ARPAM I

6 ACQUA POTABILE UNA RISORSA INSOSTITUIBILE DA PROTEGGERE Tra le matrici ambientali di rilievo l acqua è certamente quella che può rivendicare la primogenitura, essendo stata la prima a mostrare i fenomeni macroscopici di inquinamento, sotto forma di cattivi odori e di colorazioni anomale causate dagli acidi e sostanze utilizzate dall industria chimica. Questo ha fatto sì che per prima fosse sottoposta all attenzione del legislatore che ha provveduto a metterla sotto controllo e monitoraggio,emanando specifiche normative di legge fra le quali la ormai storica Legge Merli sulle acque di scarico. Dagli anni 70 molto è stato fatto dalle amministrazioni locali che si sono succedute ed a cui erano attribuite le competenze amministrative relative ai controlli e alle autorizzazioni e dalle strutture tecniche di vigilanza e analisi che le fornivano il supporto. Attualmente la regione Marche assicura i monitoraggi, i pareri tecnici, la vigilanza ed ogni altra incombenza scientifica sulle acque attraverso la propria Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (ARPAM). Sulle acque esercitano la propria competenza sia la sanità che l ambiente, ed in particolare l ARPAM effettua le analisi chimiche e batteriologice su tutte le acque potabili e minerali per un ammontare annuo di circa campioni, suddivisi fra i Dipartimenti Provinciali ARPAM di Ancona, Pesaro, Macerata ed Ascoli Piceno. Per le acque destinate all alimentazione le AUSL effettuano i prelievi ed esprimono i giudizi di potabilità mentre l ARPAM fornisce il supporto analitico e l eventuale consulenza scientifica. I corsi d acqua della Regione non sono di grande portata e questo li rende suscettibili di un notevole inquinamento sia per il regime torrentizio che per la tipica urbanizzazione delle Marche, ed è per questo che sono sottoposti ad un monitoraggio analitico mensile. Vengono fatti i prelievi su 64 stazioni, di cui 61 fluviali e 3 lacustri nei laghi di Polverina, Fiastrone e Borgiano. Tale monitoraggio consente di individuare in ogni punto le relative classi di qualità, che sono propedeutiche ad individuare i corretti provvedimenti amministrativi e legislativi, nonché gli interventi di risanamento. Una particolare attenzione viene riservata agli usi ambientali e di svago delle acque, ma l attenzione diventa massima nei casi in cui queste sono sottoposte a trattamenti di potabilizzazione e di erogazione alla popolazione; un esempio tipico sono i laghi sopraddetti utilizzati in provincia di Macerata ed i fiumi Metauro e Foglia che sono utilizzati a Pesaro dove il 55% della popolazione provinciale utilizza acqua superficiale potabilizzata. Molto importante per le acque destinate ad attività di svago, per l insostituibile volano economico che rappresentano nella nostra Regione, è il controllo della balneazione. Per questo vengono monitorate n. 223 stazioni marine, con una frequenza di 15 giorni nel periodo che va da Aprile a Settembre ed i risultati sono comunicati immediatamente ai Sindaci ed al Ministero della Salute, ma anche ai cittadini sono accessibili le informazioni in tempo reale sui risultati analitici e sul giudizio di balneabilità, consultando il sito Questa Amministrazione infatti si è proposta di dare la massima informazione attraverso i sistemi che la tecnologia informatica attuale consente e comunque continuando ad accedere alla stampa scritta ed al mezzo televisivo per tutte le notizie di interesse pubblico. Il territorio marchigiano è caratterizzato da una notevole complessità idrogeologica ed i principali acquiferi sono collocati nella zona montana e nelle vallate, con acque che appartengono in massima parte alla famiglia delle bicarbonato calciche. La contaminazione chimica è dovuta essenzialmente alla presenza di nitrati, la cui distribuzione è riconducibile in primo luogo alle attività agricole intensive praticate; raramente vi sono altri superamenti dei parametri di legge, derivanti da sostanze chimiche (solfato di magnesio, ferro, ) aventi origine naturale. II

7 Nella zona montana si hanno per lo più acque provenienti da sorgenti, con valori di conducibilità elettrica compresi fra 200 e 400 µs/cm a 20 C e durezza compresa fra 10 e 20 gradi F. Si tratta di acque con una contaminazione chimica praticamente inesistente ed un contenuto di nitrati sempre inferiore a 5 mg/l di NO3, che le renderebbe idonee anche ad essere imbottigliate, mentre abbondano le contaminazioni batteriologiche nelle piccole sorgenti che sono spesso captate con approssimazione. Nella zona collinare ugualmente la maggior parte delle acque proviene da sorgenti o da drenaggi, con valori di conducibilità elettrica compresi fra 400 e 800 µs/cm a 20 C e durezza compresa fra 20 e 40 gradi F. I nitrati sono compresi fra 5 e 40 mg/l di NO3 e la contaminazione chimica risulta più evidente per la maggiore attività agricola, comportando anche il superamento del limite di 50 mg/l NO3 previsto per le acque potabili ed una situazione batteriologica analoga a quella montana. Le zone vallive forniscono acqua prelevata da pozzi scavati nel materasso alluvionale dei principali fiumi, con acque di origine freatica che presentano valori di conducibilità elettrica compresi fra 800 e 1300 µs/cm a 20 C e concentrazione di nitrati che spesso superano i 50 mg/l NO3 e, in zone ad elevata antropizzazione e ad intensa attività agricola, risultano avere un contenuto maggiore di 100 mg/l, ma una contaminazione batteriologica assai meno frequente. La zona costiera fornisce acqua prelevata da pozzi scavati nei detriti alluvionali con caratteristiche chimiche simili a quella attinta nelle vallate. In alcuni casi, però, la vicinanza dei pozzi al mare e un loro eccessivo sfruttamento ha prodotto fenomeni di ingressione salina ma una bassa concentrazione di nitrati e contaminazione batteriologica poco frequente. Il progressivo peggioramento della qualità delle acque sotterranee e l aumento del fabbisogno hanno portato già dall inizio degli anni 80 all abbandono delle fonti di approvvigionamento più scadenti, con il ricorso alle acque superficiali potabilizzate e, ove possibile, a nuove captazioni in montagna. Sono attualmente in funzione sul territorio regionale 12 potabilizzatori di acque superficiali, con una potenzialità totale di circa 1000 l/sec. La maggior parte, dieci potabilizzatori, sono collocati nella provincia di Pesaro, che è la più carente di acque sotterranee di buona qualità, tanto che si approvvigiona per il 55% attraverso le acque superficiali rese potabili con trattamenti chimico-fisici. Attualmente i casi in cui si segnalano le non conformità di legge ai rubinetti degli utenti interessano meno del 5% della popolazione e sono per lo più dovuti a temporanei inconvenienti agli impianti di trattamento e distribuzione o a cause naturali. Precipitazioni prolungate ed abbondanti o lunghi periodi siccitosi che producano variazioni di portata delle sorgenti e che alterino le capacità di esercizio dei potabilizzatori delle acque superficiali possono costringere al temporaneo utilizzo di acque non conformi e che vengono erogate con il divieto di potabilità. I casi di non conformità batteriologica sono assai rari nei grandi acquedotti mentre sono più frequenti nelle piccole reti delle zone di montagna. L impegno dell ARPAM nel controllo delle acque destinate ad uso potabile è notevole, anche per l elevato numero di reti acquedottistiche della Regione. Complessivamente nel corso di un anno i quattro Dipartimenti Provinciali esaminano circa campioni di acque, dei quali un migliaio relativo alle complesse ed elaborate analisi che devono essere effettuate alla produzione ed il resto direttamente alle utenze, in apposite stazioni prefissate in funzione delle reti di distribuzione. La carta dei nitrati consente di visualizzare la situazione relativa all inquinamento delle falde, ma deve risultare chiaro che l acqua erogata ai rubinetti presenta una situazione diversa da quella rappresentata poiché vengono effettuate appositamente opportune miscele allo scopo di rientrare nei limiti di legge ovvero anche perché spesso il luogo di distribuzione, come è il caso di Ancona, si differenzia dal luogo di origine dell acqua (acquedotto di Gorgovivo) che proviene da zone montane. In effetti la carta è rappresentativa della situazione delle falde e non della qualità dell acqua presente nei singoli rubinetti, che deve risultare potabile. III

8 Entro il le ASL devono rivedere i programmi di controllo e la qualità delle acque ai sensi del D.Lgs n. 31. Il Direttore Tecnico Scientifico dott. Ferdinando De Rosa IV

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13 Risorse idriche della Provincia di Pesaro La risorsa idrica delle falde rappresenta una ricchezza naturale rilevante, l acqua può avere diversi usi nel contesto sociale, ma quella dedicata all uomo è il più importante e il più delicato. L uso umano delle acque legato al soddisfacimento del fabbisogno idropotabile è particolarmente critico perché necessita di qualità e di buona composizione organolettica. Nel fare una giusta pianificazione dell uso umano è necessario valutare prioritariamente la potabilità delle acque presenti nelle zone di distribuzione e la disponibilità quantitativa per rispondere al fabbisogno di ogni persona. Il bene acqua nella Provincia di Pesaro-Urbino è riconducibile ai pubblici acquedotti alimentati da acque sotterranee e da acque superficiali potabilizzate. Fino al 1982 le uniche fonti di approvvigionamento erano costituite da acque di pozzi e di sorgenti. Il progressivo peggioramento, in alcune zone, della qualità delle acque sotterranee e limiti di legge sempre più severi hanno portato, ad iniziare dai primi anni 80, al rapido abbandono delle fonti di approvvigionamento di peggiore qualità. Le cause, essenzialmente di natura chimica, sono dovute alla presenza di elevate concentrazioni di nitrati nelle zone vallive, a fenomeni di ingressione marina nella zona costiera ed a superamenti dei limiti di legge dovuti a fattori naturali. Per sopperire alla minor disponibilità di acqua sotterranea di buona qualità e per far fronte al continuo incremento dei consumi, si è fatto ricorso alle acque superficiali. Nella provincia di Pesaro-Urbino sono in funzione 10 impianti di potabilizzazione di acque superficiali per un quantitativo massimo totale di acqua prodotta di circa 800 l/sec. Alcuni di questi impianti sono utilizzati saltuariamente e solo in caso di carenza idrica sotterranea o di forte aumento dei consumi come spesso capita nel periodo estivo. La copertura del fabbisogno viene infatti raggiunta miscelando l acqua superficiale potabilizzata con quella di origine sotterranea di migliore qualità al fine di garantire i quantitativi necessari e per mantenere all erogazione, per tutti i parametri, valori di concentrazione inferiori ai limiti di legge. Le zone di montagna e di alta collina utilizzano in prevalenza acque sotterranee provenienti da sorgenti. La qualità chimica è generalmente buona poiché le caratteristiche sono prossime ai valori guida del DPR 236/88. Al contrario la qualità batteriologica a volte non è conforme ai limiti di legge. In provincia sono presenti anche numerose sorgenti di acque minerali e oligominerali, ben conosciute dagli abitanti per le caratteristiche salutari o sfruttate negli stabilimenti. Le zone vallive e la zona costiera utilizzano in prevalenza acqua superficiale potabilizzata, con caratteristiche chimiche e batteriologice conformi ai limiti di legge. In alcuni casi anche le acque sotterranee vengono trattate per abbassare la concentrazione di sostanze indesiderate (nitrati, ferro, manganese). Il problema dei nitrati, particolarmente sentito negli anni passati, è stato in larga parte superato, anche se rimane il parametro chimico che presenta il numero più alto di superamento delle concentrazioni accettabili, ed è ormai circoscritto a un numero limitatissimo di comuni. Mediamente comunque i casi di non conformità all utenza non superano il 5% della popolazione dell intera provincia. La distribuzione viene assicurata da 5 reti principali che riforniscono complessivamente il 70% circa della popolazione. Il restante 30% degli abitanti è servito da un elevato numero di acquedotti, spesso di piccolissime dimensioni, che richiedono un notevole impegno per la gestione ed il controllo. Non a caso i problemi maggiori si rilevano nelle piccole reti frazionali delle zone collinari e montane dove più frequenti sono gli episodi di non conformità dell acqua, soprattutto per problemi batteriologici. IX

14 La presente pubblicazione ha lo scopo di fornire un quadro generale sulla situazione idropotabile dell intera provincia con informazioni utili e dettagliate circa l origine, le modalità di trattamento e di distribuzione e la qualità dell acqua erogata dalle singole reti comunali. Spero che questo lavoro stimoli il mondo produttivo a non considerare l uso dell acqua una risorsa infinita e di nessun costo su cui poter attingere nel modo e nella forma più libera senza alcuna preoccupazione, ma soprattutto rafforzi la convinzione nei pubblici amministratori che un sistema idrico ordinato e non contaminato rappresenta un segno di progresso per la parte pubblica da offrire alla collettività. Ogni forma di collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni, Aziende Produttive e Organi di Controllo non può che avere ricadute positive sull utente consumatore. C è molto da fare, percorriamo la giusta strada, ma non siamo che all inizio. Dr. Claudio Pizzagalli Responsabile del Servizio Acque del Dipartimento Provinciale ARPAM di Pesaro X

15 PROVINCIA DI PESARO-URBINO Stato qualitativo delle acque potabili distribuite in Provincia La provincia di Pesaro e Urbino comprende 67 comuni, per un totale di circa abitanti ed è servita da oltre 260 acquedotti. L acqua potabile viene controllata dalle ASL di competenza territoriale, secondo le frequenze e le metodiche stabilite finora dalla legge 236/88, che verrà sostituita entro la fine del 2003 dal D. Lgs. 31/2001. Il Dipartimento Provinciale di Pesaro e Urbino dell ARPAM ha eseguito nel 2002 oltre 7600 analisi sulla rete acquedottistica. In tali controlli rientrano sia i punti di captazione delle acque sotterranee (pozzi e sorgenti collegati alla rete) e delle acque superficiali (punti di ingresso dei potabilizzatori, ai sensi del decreto 515/82), sia i punti lungo la rete di distribuzione, a partire dai depositi, scelti dalle ASL di competenza territoriale Uscite potabilizzatori e depositi 515/82 C4 Pozzi e Sorgenti C4 Utenze C3 Pozzi e Sorgenti C3 Utenze C1e C2 Utenze batteriologiche chimiche Analisi eseguite nel 2002 sulle acque potabili (pozzi, sorgenti, potabilizzatori, punti utenza della rete acquedottistica) dal Dipartimento Provinciale di Pesaro dell ARPAM. I parametri controllati sono quelli definiti a norma di legge. Con cadenza mensile, la qualità dell acqua potabile distribuita dall impianto di potabilizzazione di San Francesco di Saltara viene controllata anche per il parametro Elminti, parametro accessorio previsto nel controllo occasionale (C4), dal DPR 236/88. Tale monitoraggio è stato iniziato in seguito ad un episodio di contaminazione da Elminti (tutti classificati come forme libere di Nematodi, non parassite dell uomo) delle acque dell Acquedotto di Pesaro e di Fano, avvenuto nel Relativamente a questo parametro, vengono monitorati 3 punti della rete: un punto della rete di Pesaro e due punti della rete di Fano, più l uscita dell impianto di potabilizzazione di San Francesco di Saltara. 1 Le analisi sono state distinte in batteriologiche e chimiche; nelle schede dei comuni invece si è preferito considerare il numero di controlli (quindi chimico e batteriologico, o solo batteriologico, di norma) totale. 1

16 I risultati di tale monitoraggio vengono inviati all Istituto Superiore di Sanità. Controlli sulla rete Le caratteristiche e l idoneità della rete acquedottistica di distribuzione vengono monitorate con controlli periodici effettuati su 697 punti utenza scelti appositamente. Tali analisi vengono effettuate, oltre che dal laboratorio ARPAM, anche dal laboratorio della Az USL n 2 di Urbino, Laboratorio di Urbania analisi chimiche analisi batteriologiche Analisi effettuati sui punti di controllo della rete acquedottistica (ARPAM di Pesaro e AZ USL 2 di Urbino) Sulle acque distribuite in rete in provincia nel 2002 sono stati eseguiti 5153 controlli, per un totale di 8825 analisi tra chimiche e batteriologiche, e sono state riscontrate 503 non conformità, pari al 5.6% del totale, percentuale in calo rispetto all 8.7% riscontrato nel Tra queste, le non conformità batteriologiche sono state 412 su 5142 analisi effettuate 2, pari all 8.0%, quelle chimiche 91 su 3683 pari al 2.5%. Nel 2001 i dati risultavano invece 420 (su 3759, pari all 11.2%) per i parametri batteriologici e 119 (su 2383, pari al 5%) per i parametri di tipo chimico. Le non conformità batteriologiche costituiscono comunque circa ¾ del totale, e si riscontrano principalmente nelle piccole reti acquedottistiche, in particolare quelle delle zone montane, e sono dovute essenzialmente alla mancanza di idonei sistemi di disinfezione o all utilizzo, a questo scopo, di attrezzature precarie; l incremento del ricorso alla clorazione fa comunque registrare una diminuzione dell incidenza delle non conformità soprattutto nei comuni di Cagli, Apecchio, Piobbico, Acqualagna. 2 Di queste non conformità, solo 3 riguardano microrganismi patogeni effettivamente patogeni (Salmonella) 2

17 non conformità chimiche non conformità batteriologiche 2,5% 8,0% Percentuali di non conformità chimiche e batteriologiche sulle analisi effettuate nell anno 2002 Dall analisi dei dati emerge che per l acqua fornita alla maggioranza degli abitanti (48%, corrispondente al 43% dei comuni) le non conformità sono trascurabili (inferiori al 5% dei controlli). Le percentuali salgono a oltre l 80% degli abitanti (corrispondente al 62% dei comuni) per le non conformità inferiori al 10%. Molti dei problemi che venivano ancora riscontrati nel 2001 sono stati risolti con un maggiore ricorso alla clorazione, come emerge dai primi dati del 2002, va comunque sottolineato che nella quasi totalità dei casi le non conformità rilevate riguardano piccoli acquedotti frazionali e non gli acquedotti principali dei comuni considerati, e coinvolgono perciò una frazione molto limitata degli abitanti considerati. Percentuale di non conformità sui controlli divisi per comune Non conformità batteriologiche I parametri batteriologici ricercati nelle acque potabili si dividono in indicatori e microrganismi patogeni. Tra gli indicatori troviamo i Coliformi, gli Streptococchi e le spore dei Clostridi solfito-riduttori, mentre sono patogeni la Salmonella e lo Staphilococcus aureus. Il parametro batteriologico che più di frequente nel 2002 ha superato il valore limite è quello dei coliformi totali. Tale parametro è particolarmente cautelativo, in quanto rileva anche microrganismi di origine umica e vegetale naturalmente presenti nel terreno, che comunque non dovrebbero essere presenti in un acqua protetta come quella circolante nelle condotte idriche. Per questo motivo è anche considerato un indicatore dell efficienza del 3

18 trattamento. Streptococchi, Coliformi fecali e spore di Clostridi solfito-riduttori indicano viceversa una sicura contaminazione di origine biolologica, nel caso delle spore di origine pregressa. Lo Staphilococcus aureus, microrganismo patogeno di origine umana, non è stato mai riscontrato durante i controlli effettuati nel 2002, mentre in tre campioni è stata rilevata la presenza occasionale di Salmonella. Tipologia di non conformità batteriologica sui campioni di acqua all'utenza - anno 2002 Coliformi totali 51% Streptococchi fecali 23% Salmonella 1% Spore di clostridi solfito-riduttori 11% Coliformi fecali 14% Non conformità chimiche Tra le cause di non conformità chimica, quelle riscontrate più di frequente riguardano nitrati, torbidità e organoalogenati. La non conformità per torbidità è normalmente riconducibile a eventi meteorologici eccezionali, o impreviste rotture di condotte, ed è immediatamente avvertita anche dalla popolazione. Il superamento della concentrazione massima ammissibile (CMA) per i nitrati è legato essenzialmente all apporto idrico di pozzi locali di subalveo che vanno ad integrare, in caso di crisi idrica, il normale approvvigionamento da acque sotterranee o superficiali, mentre gli organoalogenati possono essere prodotti secondari delle operazioni di clorazione e potabilizzazione, e si riscontrano soprattutto nei punti di immissione alla rete. Superamenti per ferro, manganese, solfati e cloruri (per questi ultimi non è prevista una CMA ma solo un valore consigliato) costituiscono complessivamente un terzo delle non conformità riscontrate, e sono normalmente dovute a integrazioni, in periodi di crisi idrica, con sorgenti o pozzi che, con queste caratteristiche chimiche, non sono di solito collegati alla rete idrica. 4

19 Tipologia di non conformità chimica sui campioni di acqua all'utenza - anno % 12% 3% 19% 10% 3% 1% 1% 1% nitrati torbidità sodio ferro materia sospesa manganese solfati 20% 27% Organoalogenati magnesio nitriti Il problema Nitrati Il ricorso alla potabilizzazione di acque superficiali ha ridotto sensibilmente anche il problema legato alle alte concentrazioni di nitrati delle acque di subalveo e dei pozzi delle zone di fondovalle, dove l alta vulnerabilità dell acquifero unita allo sfruttamento intensivo e all uso talvolta eccessivo di fertilizzanti ha ridotto drasticamente la qualità delle acque sotterranee. Nell acqua erogata alla distribuzione la non conformità da nitrati viene invece, grazie alla miscelazione, rilevata solo occasionalmente. Nei periodi di forte consumo e di crisi idrica, o in caso di malfunzionamento degli impianti di trattamento, per sopperire al fabbisogno può essere infatti necessario integrare l acqua normalmente erogata con acqua di caratteristiche idrochimiche più scadenti, per esempio pozzi di subalveo, normalmente esclusi dalla rete. Nel 2002 le non conformità da nitrati sono state 36, contro le 39 del Di queste, esattamente un terzo, 13, riguardano la totalità dei controlli effettuati sul piccolo acquedotto di Magliano di Fano, su cui è da tempo in vigore un ordinanza di non potabilità per questo motivo. Nel comune di Fossombrone, in particolare per l acquedotto che fa capo alla sorgente di San Pietro in Tambis sono stati riscontrati 10 episodi di superamento per questo parametro, più saltuariamente, a Isola di Fano. L area di Marotta, con 4 non conformità rispetto a 46 controlli, risulta in sensibile miglioramento rispetto agli anni passati. Nel comune di San Costanzo alcuni superamenti hanno interessato i controlli eseguiti all uscita dell impianto di sedimentazione, (Grotte di san Paterniano), mentre gli altri punti mostrano concentrazioni di nitrati sotto i 30 mg/l NO 3 Superamenti episodici e contenuti si sono verificati anche nei comuni di Monteporzio e Maiolo. Questi risultati, che ridimensionano uno dei problemi più rilevanti e più sentiti sulla qualità delle acque distribuite, sono stati raggiunti essenzialmente grazie all utilizzo delle acque superficiali e ai trattamenti di potabilizzazione. Invece, interventi diretti specificatamente al risanamento della falda, come l impianto di ricarica di Torno del comune di Fano, e il progetto pilota di riduzione dell uso di fertilizzanti nel comune di Sassocorvaro sono in qualche maniera episodi lodevoli ma isolati, e di conseguenza non risolutivi per questo problema così rilevante. 5

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21 Il problema organoalogenati Nel 2002 sono stati intensificati i controlli sulla rete acquedottistica relativamente ai composti organoalogenati, con il conseguente emergere di non conformità per il parametro organoalogenati totali. Tale parametro considera sia sostanze inquinanti di origine industriale come trielina e tetracloroetilene, che possono indicare fenomeni di inquinamento antropico, sia gli aloformi, composti derivati del metano, come il cloroformio. La presenza di aloformi nelle acque potabili (di acquedotto) non è da collegarsi con i fenomeni di inquinamento del territorio: nella maggior parte dei casi queste sostanze si formano come composti secondari in seguito a processi di disinfezione delle acque con ipoclorito di sodio. La legge fissa in 30 µg/l il limite di concentrazione nelle acque potabili, limite meno restrittivo di altre normative ambientali, forse anche in considerazione di questa possibile origine. Questo limite è stato superato, nel 2002 nell acquedotto di Auditore, nel comune di Sassocorvaro a Montecalvo per l acquedotto di Cà Gallo, nel comune di Urbino a Schieti e Fornaci nel periodo compreso tra febbraio e giugno 2002, per un brevissimo periodo nel comune di Cartoceto. Tali episodi sono stati risolti con migliorie del sistema di clorazione. 7

22 Inquadramento idrogeologico e idrografico Da un punto di vista idrogeologico-geografico si possono distinguere agevolmente: - Un area valliva e costiera, costituita prevalentemente da complessi di depositi di origine alluvionale, terrazzati, antichi e recenti. Sono costituiti da ghiaie, sabbie e limi intercalati da lenti sabbioso-limosi o limoso argillosi, risalenti prevalentemente al periodo compreso tra Pleistocene e Olocene, da arenarie variamente cementate plioplistoceniche. Mentre nell area settentrionale (la valle del Foglia) la falda è confinata (protetta cioè da orizzonti argillosi), nella zona meridionale della provincia (vallate del Cesano e del Metauro) l acquifero superficiale è freatico, più vulnerabile ai fenomeni di inquinamento. È in questa zona che si riscontrano infatti valori superiori alla norma di nitrati, che derivano da fenomeni di accumulo e di dilavamento, ad opera delle acque meteoriche, dei terreni trattati in agricoltura. L area settentrionale più esterna, intensamente sfruttata nei decenni passati, ha visto però rilevanti fenomeni di ingressione salina, con conseguenti elevati valori di cloruri e solfati, che hanno portato a un progressivo abbandono di numerosi pozzi. Le acque provenienti da questi acquiferi sono ormai scarsamente utilizzate, e vengono integrate con acque superficiali potabilizzate per migliorarne la qualità. - Un area collinare, in cui l acquifero è costituito prevalentemente da formazioni flysciodi mioceniche. Queste formazioni sono costituite da alternanze di marne e arenarie, di differenti permeabilità, e le numerose sorgenti che scaturiscono dal contatto tra questi strati diversamente permeabili sono captate per uso acquedottistico. Queste acque presentano una conducibilità generalmente compresa tra 500 e 1000 µs/cm, la componente bicarbonato calcica è prevalente, ma accanto a una presenza a volte significativa di solfati e cloruri alcalini e alcalino terrosi. Dove sono presenti depositi salini del periodo messiniano (formazione gessoso-solfifera) si ha un innalzamento dei valori di solfati e a volte di magnesio e presenza di sorgenti di acque sulfuree e minerali, sia pure con portate molto ridotte. Alcune di queste sorgenti sono captate per uso acquedottistico e contribuiscono all approvvigionamento potabile, altre sono tradizionalmente conosciute per le loro caratteristiche salutari. - L area montana, caratterizzata da complessi carbonatici cretacico-terziari, detti genericamente delle Scaglie, è quella che fornisce l acqua di migliore qualità chimica, e alimenta numerosi acquedotti della zona più interna della provincia. La permeabilità di queste rocce è principalmente di tipo secondario, cioè dipende dalle fessure che si trovano nelle rocce più che dagli spazi tra i granuli che le compongono: l acqua si infiltra e si arricchisce così di preziosi ioni minerali, e scaturisce poi direttamente dalla roccia. Si tratta di acqua generalmente a bassa conducibilità, bicarbonato calcica. L acqua di queste sorgenti, generalmente influenzate come portata dall andamento pluviometrico stagionale, serve normalmente piccoli acquedotti locali. Importante risorsa è la falda profonda del Burano, in corrispondenza del complesso delle Anidriti del Burano (formazione risalente al Trias, oltre 200 milioni di anni fa). Tale acqua, che presenta conducibilità di poco superiore ai 500 µs/cm e valori piuttosto elevati di solfati (intorno a mg/l), secondo gli studi più recenti, vede il bacino di alimentazione ridimensionato al massiccio del Nerone, ma costituisce comunque una importante risorsa strategica per il futuro, considerando che per il momento è sfruttata da un unico pozzo collegato all acquedotto di Cagli. 8

23 Distinguendo invece in bacini idrografici, da nord a sud troviamo: - Bacino del Marecchia (classificato come interregionale) - Bacino del Conca - Bacino del Tavollo - Bacino del Foglia - Bacino del Metauro - Bacino del Cesano (solo l 80% del bacino ricade effettivamente nel territorio provinciale) 9

24 Tipo di approvvigionamento Tra i comuni della Provincia, sono 23 quelli il cui approvvigionamento idrico comprende un contributo determinante delle acque superficiali, mentre per un altro comune (Macerata Feltria) l acqua proveniente dal potabilizzatore di Capriola costituisce un integrazione saltuaria. Considerando il numero di abitanti, si ricava che poco più del 30% degli abitanti della Provincia riceve acqua di origine esclusivamente sotterranea, proveniente da pozzi e sorgenti 3. solo acque sotterranee 31% Tipo approvigionamento - per abitanti saltuario 1% acqua prevalentemente superficiale 68% Punti di approvvigionamento idrico: le acque sotterranee Sono stati censiti 123 pozzi e 311 sorgenti, per un totale di 434 punti di approvvigionamento da acqua sotterranea. Su 348 questi, pari all 80%, è stata effettuata una classificazione chimica ai sensi del D. Lgs. 152/99. classificazione pozzi e sorgenti classe 3 1% classe 4 17% Classe 1 19% classe 2 63% Dai dati emerge una buona conservazione delle risorse idriche sotterranee nella provincia: rispettivamente il 19 e il 63% dei punti di approvvigionamento considerati risultano di prima e di seconda classe, mentre solo il 17% dei punti ricade nella quarta classe. Da un 3 Va comunque sottolineato che alcuni dei pozzi considerati sono di sub-alveo. 10

25 punto di vista quantitativo, però, va fatto presente lo stato di compromissione degli acquiferi di subalveo, determinanti nell approvigionamento delle aree della costa. Dal grafico comparato si vede come varia la distribuzione in classi per pozzi e sorgenti: come era lecito aspettarsi, la percentuale di sorgenti in classe 1, quindi che subiscono impatto antropico trascurabile e mantengono pregiate caratteristiche idrochimiche è relativamente alto (oltre il 23%). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% classe 4 classe 3 classe 2 Classe 1 20% 10% 0% pozzi sorgenti classe classe classe Classe Classificazione chimica normalizzata di pozzi e sorgenti ai sensi del D.lgs. 152/99 Le acque sotterranee subiscono generalmente dei trattamenti di disinfezione (clorazione o ricorso a lampade UV) che ne assicurano l idoneità igenico-sanitaria prima di essere immesse in rete. Sono inoltre in funzione quattro impianti di potabilizzazione di acque sotterranee che assicurano il rispetto dei parametri di legge per acque che presentano naturalmente caratteristiche chimiche particolari. L impianto di Montecalvo in Foglia tratta acque con alte concentrazioni di ferro e manganese provenienti dal campo pozzi di Borgo Massano, mediante processi di ossidazione con permanganato e successiva filtrazione, che permettono di abbattere la concentrazione di metalli a livelli accettabili. L impianto di Sassocorvaro, (Busca) con processi di chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone e clorazione tratta invece acque provenienti da pozzi nel territorio comunale che presentano alti valori di solfati, nitrati e magnesio. In ambedue le aree considerate, è possibile far risalire l elevata mineralizzazione ad acquiferi inglobati all interno della formazione della Gessosa Solfifera. L impianto di Borgheria, a Pesaro, agisce tramite ossidazione con permanganato e filtrazione sulle acque provenienti dal campo pozzi omonimo. È inoltre in funzione un impianto di osmosi inversa per l abbattimento dei nitrati nel comune di Monteporzio. Sempre per l abbattimento dei nitrati, nel comune di Fano è attivo un campo di ricarica della falda con acque provenienti dal potabilizzatore Torno. 11

26 Punti di approvvigionamento idrico: le acque superficiali Il sempre maggiore sfruttamento delle falde e delle sorgenti, la minore superficie permeabile utile all infiltrazione efficace, la degradazione delle risorse dovute all azione antropica rendono sempre più spesso necessaria l integrazione delle acque sotterranee, tradizionalmente usate per fini idropotabili, con acque superficiali. Queste acque, prelevate da fiumi o torrenti, tramite un impianto di captazione o un invaso, in genere artificiale, prima di essere inserite nel circuito acquedottistico vengono trattate con procedimenti chimico-fisici, a migliore garanzia della salute dell utente che può così consumarle in perfetta tranquillità. Anzi, le acque superficiali, essendo più dolci, permettono, nella maggioranza dei casi, il raggiungimento e il mantenimento dei limiti di legge anche per le sostanze più problematiche, come, nella nostra provincia, i nitrati. Possibili fasi di trattamento del processo di potabilizzazione di acque superficiale Chiariflocculazione e filtrazione: le acque superficiali contengono normalmente particelle, sia minerali che di sostanza organica, in sospensione, che ne modificano il colore e ne aumentano la torbidità. Per eliminare queste particelle, l acqua viene trattata con flocculanti, per favorire la deposizione di materiale grossolano, e fatta passare successivamente attraverso letti a sabbia a granulometria via via minore, che filtrano le particelle più fini. Filtrazione su carboni attivi: il passaggio su letti di carbone attivo serve per adsorbire gli eventuali inquinanti organici e le tracce di antiparassitari presenti nell acqua. Clorazione: necessaria per ridurre la presenza batterica dell acqua. Dalla dissociazione del cloro si ottengono infatti reazioni di ossidazione dall alto potere disinfettante. Nel caso dell utilizzo di biossido di cloro, all azione antisettica si unisce una minore persistenza della sostanza. Essendo il cloro molto volatile, per eliminarne l odore che eventualmente persistesse, è sufficiente non bere direttamente dal rubinetto: una breve permanenza in bottiglia aperta e alla luce può diminuire la concentrazione del cloro. Ozonizzazione: processo ulteriore per eliminare eventuali virus e batteri, in quanto l ozono (di cui si può avvertire il caratteristico odore dopo un temporale) ha un elevato potere battericida e antisettico. In apposite vasche viene insufflata aria ozonizzata, arricchita cioè di gas prodotto da scariche elettriche (l ozono, di formula O 3, alla normale pressione atmosferica è fortemente instabile e ritorna rapidamente a ossigeno molecolare, liberando un radicale di ossigeno monoatomico fortemente reattivo). Gli impianti di potabilizzazione nella nostra provincia: In provincia sono attivi 10 impianti di potabilizzazione di acque superficiali o provenienti da drenaggio di acque superficiali: 1. San Francesco di Saltara (prese di S.Lazzaro e Tavernelle): chiariflocculazione, ozonizzazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione con biossido di cloro. Supporta l acquedotto di Pesaro, e in caso di necessità il Consorzio Idrico di Mondavio 2. Macerata Feltria (Capriola): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia, clorazione. 3. Mercatello (Pian Marzolino): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone. 4. Urbania (Pozzi Cioppi): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione. 5. Urbino (Ca Spadone): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione. 6. Pole di Acqualagna (Invaso crivellino): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia, clorazione. 12

27 7. Fermignano (San Silvestro): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone. 8. Fano (Cerbara): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione. 9. Schieti di Urbino (Schieti): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione con ipoclorito. Supporta l acquedotto locale, servendo una popolazione di circa 600 abitanti 10. Sassocorvaro (Mercatale): chiariflocculazione, filtrazione su sabbia e carbone, clorazione con biossido. 13

28 Acque minerali La provincia di Pesaro Urbino è ricca di acque variamente mineralizzate, localizzate soprattutto nella zona appenninica. Ben 18 sorgenti sono state riconosciute Minerali con apposito decreto ministeriale, di cui 8 destinate a uso termale e 10 all imbottigliamento. Di quelle destinate all imbottigliamento attualmente solo una viene commercializzata, mentre altre 2 sono in attesa di commercializzazione. Le altre sono ben conosciute dagli abitanti, che le prelevano e utilizzano nell uso quotidiano. Altre 2 sorgenti, pur non essendo ufficialmente riconosciute, sono ugualmente apprezzate e visitate. In base alle loro caratteristiche chimiche è possibile distinguere le acque di queste sorgenti in: acque oligominerali autorizzate destinate all imbottigliamento Loc. Bigotta - Casteldelci Valpiano- Pennabilli Torsano San Leo Ca Micci - Sassofeltrio Apecchio Terme di Carignano - Fano Ca Mignano - Cagli Villagrande - Mombaroccio Bicarbonatocalcica Bicarbonatocalcica Bicarbonato- Calcica Bicarbonato- Calcica Bicarbonato- Calcica Bicarbonato- Calcica Bicarbonato- Calcica Bicarbonato- Calcica Prossima commercializzazione come Acqua Radiosa Attualmente commercializzata Non ancora commercializzata Attualmente commercializzata non non Commercializzata come Val di Meti Prossimamente riprenderà la commercializzazione come Orianna Attualmente non commercializzata Attualmente non commercializzata Analoga a quella della Sorgente Senatello Commercializzata fino al 1998 come acqua Cinzia Commercializzata fino al 1998 come Sorgenti di S.Marino Acque minerali autorizzate destinate a uso termale Bagnomeleto - Montegrimano Bagnomeleto - Montegrimano Salsobromoiodica Alcalina Acqua Pia termale 14 Acqua Cantoniera Acqua termale I due pozzi, situati a poche decine di metri di distanza tra loro, attingono acqua da due falde sovrapposte Certalto - Sulfurea solfato-calcica Macerata Feltria Apsa Macerata Sulfurea solfato-calcica Feltria Non utilizzata La Valle- Petriano Sulfurea solfato calcica Val Felcino - Sulfurea solfato-calcica Apecchio Di futuro utilizzo Valzangona - Sulfurea bicarbonatosodica Montefelcino Di futuro utilizzo Terme di Sulfurea Carignano -Fano salsobromo-iodica Sorgente Beatrice Terme di Salso bromo iodica Carignano -Fano Non utilizzata Sorgente Bevano

29 Altre acque minerali autorizzate Ca Poderina - Borgopace Ca Pezzolo Sulfurea bicarbonatosodica Sulfurea bicarbonatosodica Fonte libera Fonte libera Autorizzata Autorizzata Sorgenti non autorizzate con particolari caratteristiche chimiche Clorurato sodica San Lorenzo in Campo sulfurea Molino Guinza - Mercatello sul Metauro Sulfurea Solfato calcica San Niccolo - Cagli magnesiaca Non autorizzata come minerale per problemi batteriologici, trattata con UV fonte libera Fonte libera Fonte libera Inoltre, nella zona di Piobbico sono distribuite in acquedotto acque con caratteristiche oligominerali particolarmente ricche di fluoro (1 mg/l). Rimane da sottolineare che le acque provenienti dalle Anidriti del Burano possono essere considerate solfato bicarbonato calciche, così come praticamente tutte quelle dell area compresa tra Cagli, Piobbico, Cantiano come acque oligominerali bicarbonato calciche. Indicazione degli (ex) consorzi acquedottistici In seguito alle recenti normative che tendono alla razionalizzazione della gestione idrica con l individuazione, in prospettiva, di un gestore unico all interno dell ATO (Ambito Territoriale Ottimale) così come definito dalla Legge Regionale 18/1998 sulla Disciplina delle risorse idriche, è in corso una generale riorganizzazione dei servizi idrici. Negli ultimi anni si è assistito perciò a una diminuzione rispetto al passato sia del numero di Comuni che gestivano gli acquedotti in autonomia, sia dei Consorzi Intercomunali, assorbiti da Gestori Privati. Attualmente gli Enti Gestori individuabili sul territorio provinciale sono: ASPES ASET ACQUAGEST HERA MEGAS ACQUE INTERIMM Nonostante, in particolare, l acquisizione da parte del Megas Acque degli ex acquedotti consorziati del Senatello, di Piandimeleto, di Sassocorvaro e dell Alto Metauro (Acquedotto del Nerone), nel capitolo successivo è stata mantenuta una sommaria suddivisione degli acquedotti in ambiti che ricalcano in linea di massima i precedenti Consorzi acquedottistici. Questo perchè, pur con un ottimizzazione della gestione, si è normalmente mantenuta la struttura dell approvigionamento e delle reti acquedottistiche in senso stretto, con una conseguente omogeneità delle acque erogate. 15

30 Principali reti acquedottistiche L ex Consorzio Idrico del Senatello serve i comuni di Novafeltria, Casteldelci, Sant Agata Feltria, Talamello. Eroga acqua proveniente dalle sorgenti ubicate in località Senatello in comune di Casteldelci, per una portata complessiva di circa 50 l/s. Tali sorgenti sono alimentate da un acquifero di calcare alberese molto fratturato, appartenente alla Formazione della Colata della Val Marecchia. Dalle sorgenti del Senatello (gestite dal HERA S.p.a.) parte una condotta addutrice che fornisce acqua al comune di Casteldelci e al Ripartitore di Mont Ercole, dal quale l acqua viene ripartita ai comuni di Novafeltria, Sant Agata Feltria e Talamello, con integrazioni nelle singole reti comunali mediante acque sotterranee di origine locale. In questi comuni il servizio idrico all utenza è gestito da MEGAS ACQUE, tranne per il Comune di Novafeltria, dove il Gestore è HERA. I valori dei parametri chimici sono normalmente inferiori ai valori guida riportati dal DPR 236/88, e l acqua, bicarbonato calcica con valori di conducibilità compresi tra 280 e 300 µs/cm è da considerarsi a bassissimo contenuto di magnesio, cloruri, solfati, nitrati presenti tra 2-3 mg/l, con durezza totale attorno a 15 F. La qualità dell acqua da un punto di vista batteriologico viene garantita dal trattamento di clorazione. Le non conformità batteriologiche, che si sono verificate, sono dovute principalmente all origine superficiale delle sorgenti locali, che costituiscono l approvvigionamento, particolarmente esposte ad inquinamento dovuto alle infiltrazioni, che si verificano soprattutto in occasione dei fenomeni piovaschi. L ex Acquedotto Consortile di Piandimeleto serve i comuni di Piandimeleto, Belforte all Isauro, Lunano e Frontino. Eroga acqua proveniente da sorgenti ubicate principalmente nel territorio comunale di Frontino ( Fosso Micci 1, Sant Angiolino, Pian dei Roghi) e in quello del comune di Carpegna (Pionieri). Le reti idriche dei quattro comuni sono integrate da acqua proveniente da sorgenti e pozzi locali. L acqua, bicarbonato calcica con valori di conducibilità compresi tra 600 e 630 µs/cm, presenta nitrati con concentrazioni attorno a 20 mg/l e durezza totale di circa 30 F. 16

31 La qualità microbiologica dell acqua viene assicurata dalla disinfezione con il cloro e in alcuni punti, in particolare della rete idrica di Frontino, dall utilizzo delle lampade ad UV. In tutti questi comuni il servizio idrico è gestito dal MEGAS ACQUE. L ex Consorzio di Sassocorvaro serve i comuni di Sassocorvaro, Auditore, Montecalvo in Foglia. Eroga acqua superficiale potabilizzata proveniente dal fiume Foglia: una derivazione superficiale, mediante una diga situata in località Sassocorvaro, convoglia l acqua al potabilizzatore di Mercatale da cui l acqua viene distribuita ai comuni. Sono assicurate anche integrazioni nelle singole reti comunali con acque sotterranee (pozzi e sorgenti). L acqua erogata vede la presenza di solfati e magnesio, conducibilità compresa tra 500 e 1000 µs/cm, nitrati generalmente sotto i 10 mg/l. Raramente è stata riscontrata la presenza di composti organoalogenati dovuti al trattamento di clorazione con ipoclorito. Presso la località Borgo Massano (comune di Montecalvo in Foglia) è presente un deferromanganizzatore per l acqua proveniente dai pozzi locali; l acqua così trattata è utilizzata per l approvvigionamento della frazione medesima. La clorazione è il trattamento utilizzato per assicurare la buona qualità dell acqua dal punto di vista microbiologico. Il servizio idrico dei tre comuni è gestito dal MEGAS ACQUE. L ex Consorzio Idrico dell Alto Metauro serve i comuni di Urbino, Urbania, Fermignano, Acqualagna, Sant Angelo in Vado e Peglio. Eroga acque provenienti da sorgenti e drenaggi ubicati sul versante NO del Monte Nerone (pozzi Giordano, sorgente Cornacchia, sorgente Trella) e integrate all occorrenza con acque superficiali potabilizzate e prelevate dal fiume Burano (potabilizzatore di Pole) e dal fiume Metauro (potabilizzatore di Fermignano, potabilizzatore di Cà Spadone, potabilizzatore di Urbania). L approvvigionamento dei singoli comuni risulta poi integrato con acque sotterranee locali. L acqua erogata ha conducibilità attorno a µs/cm, e bassa durezza (15 F); nel caso di integrazioni con le acque superficiali del potabilizzatore di Pole i valori possono aumentare fino a 450 µs/cm e 25 F. La disinfezione con cloro è il metodo di scelta per assicurare la conformità dell acqua da un punto di vista microbiologico; in alcuni punti viene utilizzato il trattamento con lampade ad UV. Tranne Fermignano, in cui il servizio idrico è gestito dall ASPES, in tutti gli altri comuni il gestore è il MEGAS ACQUE. L ex Consorzio Idrico di Mondavio serve i comuni di Barchi, Fratterosa, Mondavio, Orciano, S. Costanzo e S. Giorgio. Eroga acque provenienti da sorgenti ubicate nel comune di Fossombrone (Costantini, Giusta, Nuova, Grossi, Curia e Monte) e integrate da pozzi, per i comuni di Mondavio e S. Costanzo. Il comune di S. Costanzo viene anche servito da acqua superficiale potabilizzata nell impianto di S. Francesco di Saltara proveniente dal fiume Metauro. L acqua erogata ha conducibilità intorno a 450 µs/cm, durezza totale di 23 F, nitrati sotto i 5 mg/l. in caso di integrazione con i pozzi di S. Filippo sul Cesano la conducibilità può salire fino a 800 µs/cm, i nitrati a 30 mg/l e la durezza totale a 40 F. In questo comune, il servizio idrico è gestito dall ASPES, per i comuni di Barchi e Orciano la gestione è comunale, mentre nei rimanenti comuni il gestore è il MEGAS ACQUE. La clorazione è il trattamento utilizzato per assicurare la qualità microbiologica dell acqua. 17

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