sulle Letture della VIII Domenica di Pasqua (c) 15 maggio 2016 PENTECOSTE

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1 Riflessioni (n.228) sulle Letture della VIII Domenica di Pasqua (c) 15 maggio 2016 PENTECOSTE A tutti gli Amici in Gesù Nostro Signore e Salvatore A te che leggi, ti benedica il Signore e ti custodisca nella pace e nella perenne visione del Suo Volto Perdona Signore e anche voi amici tutti gli errori e le imprecisioni, che involontariamente avrò scritto: queste righe vogliono essere solo una preghiera a Te Padre Misericordioso, a Te Verbo Redentore, a Te Spirito Consolatore. Non avanzo pretese di scienza che non posseggo, esse sono solo bisogno dell anima, la preghiera è consolazione e insegnamento. Le cose che conosco della Verità sono poche, ma voglio parlarne con umiltà e devozione massima per conoscerle meglio. Lo Spirito Santo mi aiuti. Signore so che Tu non hai bisogno di quello che diciamo di Te, ma queste mie parole saranno utili e benefiche sicuramente a me e forse a qualcuno che le legge se Tu le arricchirai del Tuo Spirito Santificatore che invoco. -Nihil amori Christi praeponere SIGNORE FACCI DONO DEL TUO SPIRITO SANTO COSÌ CHE IL TUO AMORE E IL TUO VOLERE SI RIVELINO A NOI Prima Lettura - Dagli Atti degli Apostoli - At 2, Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare. Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Il portento voluto da Gesù Risorto per mezzo dello Spirito Santo che dà agli Apostoli la capacità di esprimersi in tutte le lingue può essere interpretato non solo in senso letterale, ma anche nel significato più estensivo di capacità di comunicare -anche di noi uomini moderni- oltre che con le parole anche con lo spirito che è in noi, con i gesti e le azioni, la volontà positiva dell Amore appreso dal Nostro Maestro e della Fede in Lui, connaturata in noi dal Creatore. Tutto questo è un metalinguaggio comprensibile a chiunque, al di là degli idiomi e delle lingue scritte o verbali codificate. La capacità di comunicare compiutamente i sentimenti, i concetti astratti e spirituali è nell esperienza comune degli umani e peculiarità degli stessi; tutti possiamo dare qualcosa di quello che abbiamo ricevuto dallo Spirito Santo e che continuiamo a ottenere se lo chiediamo con fede e umiltà; ricordiamo i suoi Sette Doni: 1. Sapienza 2. Intelligenza 3. Consiglio 4. Fortezza 5. Conoscenza 6. Pietà 7. Timore di Dio. La Santa Trinità non comunica con parole umane ma in spirito e si fa udire non dalle orecchie del capo, ma dalla nostra anima. O Spirito Santo, Signore della vita, assistimi nella ricerca dei Tuoi Doni che mi hai dati per Bontà e Misericordia e che pur essendo essi in me, spesso li dimentico o non li vedo perché sono offuscato dal fumo del modo! Salmo Responsoriale - Dal Salmo Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra. Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Pag. 1 di 6

2 Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. Lo spettacolo del Creato in ogni tempo e in ogni luogo ha sempre catturato l immaginazione, l ammirazione e i sentimenti degli uomini e tutti si sono chiesti chi ne fosse l artefice perché esso manifesta una intelligenza che solo i superficiali o i superbi dicono che sia il prodotto del caso. Ma allora essi non chiamano il Creatore col nome di Dio ma, ma Caso. Cambia il nome ma non la sostanza! Ma allora, chi ne è l artefice? Certamente un Essere Superiore che ha voluto manifestarsi nella spettacolare natura in maniera grandiosa, sorprendente e affascinante, segno della Sua Misericordia. Nell immensa opera che viene dal nulla -concetto difficile da esprimere- vi è anche qualcuno che vede, ammira, indaga, cerca di imitare tutte queste cose: l uomo, che certamente ha in essa ha un ruolo e una posizione privilegiata, tanto da pensare che tutto sia stato creato per se stesso! Ed è vero! E questa non è una presunzione se non altro perché l essere umano è l unica creatura a poter apprezzare tutto ciò; la stessa creatura, tanto fragile quanto grande, riesce nella sua finitezza a comprendere l Infinito! Non ci meravigli in quanto egli è simile nella sua parte non materiale, cioè spirituale, allo stesso Creatore-Padre, Spirito invisibile. La Sua Saggezza nel mondo naturale la riconosciamo facilmente perché questa immensità è una macchina perfetta costituita anche di parti fragilissime eppure resistenti al tempo e alle aggressioni ambientali (spesso umane): e tutto converge nel sistema terrestre, nel sistema solare, nel sistema galattico e intergalattico, nello spazio misterioso quanto pauroso. Le forze spaventosamente gigantesche del Creato trovano il loro equilibrio perché pensate e create dall Intelligenza, dalla Sapienza e dalla Misericordia che sanno dominarle. Dunque tutti da sempre, dai cavernicoli a oggi, continuiamo tutti a stupirci e a riconoscere l Autore di tutte le cose nelle Tre Persone Trinitarie. A Loro Eterna Gloria! Ma qualcuno dirà che non tutto è bello in quest universo, che Dio non l ha fatto poi così perfetto; a costui risponde Sant Agostino (da Soliloquia, I, 2): Dio, grazie al quale l universo anche con i suoi aspetti sinistri è ugualmente perfetto; Dio che non permetti alcuna dissonanza anche nel grado più umile di questo universo, perché la cosa peggiore si armonizza con la migliore. Ma anche la conoscenza di Dio ci è possibile per mezzo dello Spirito Santo che è dentro di noi. Infatti così ci spiega Paolo (in 1Cor 2, 10-12): Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. (Is 64, 3) Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Signore nella mia miseria, ma anche nel mio spirito che Tu m hai donato, non finirò mai di ammirarti e di amarti: nel sorriso d un bambino, nel volo d un uccello, nel sorgere e nel tramontare del sole, nello splendere della luna nel cielo stellato! Queste entusiasmanti bellezze sono lo specchio della Tua Bellezza ineffabile! Seconda Lettura - Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 8, Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appar- Pag. 2 di 6

3 tiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Il Battesimo di Giovanni nell acqua era il Battesimo di Conversione, mentre quello di Cristo nel fuoco dello Spirito Santo è il Battesimo di remissione del peccato e quindi di Salvazione. Lo Spirito Santo è la nostra Guida costante nella vita di tutti i giorni, Egli (una Persona!) è dentro di noi e tutti dobbiamo saperlo, tenerne conto per non rattristarlo e tarparlo col peccato tanto da «incapsularlo, sigillarlo e relegarlo» nel profondo dell anima. È Lui che dà la Vita. La Sua presenza benefica si può sentire e avvertire e, invocata, produce i frutti di Grazia che speriamo. Nella prima Lettura odierna leggiamo quali siano stati nel giorno di Pentecoste gli effetti straordinari di quel Vento d Amore, sconosciuto a tutti, che costituì la Sua Espressione sensibile nell occasione fuori del comune della Pentecoste. Lo Spirito d Amore del Padre e del Figlio sono lo Spirito Santo che ci guida e ci aiuta in ogni nostra azione e pensiero, ma in modo silenzioso e dolcissimo come un acqua benefica appena tiepida, tenue che ci circonda in un abbraccio d Amore. Il dominio dello Spirito di cui parla San Paolo nella Lettera va inteso non come una possessione (tipica dello spirito satanico) che rende schiavo colui che rinuncia alla libertà per l attrazione irresistibile della carne, ma come una Guida dolce e fermissima, se assecondata e ascoltata, nell obbedienza al Signore. Per appartenere a Cristo ed essere in Comunione con Lui occorre riempirsi del Suo Spirito, fonte inesauribile di ogni Grazia. È Lui, lo Spirito Santo, che ci consente di possedere le tante virtù e facoltà come quella della Sapienza indispensabile nella comprensione degli altri, della Carità, della Misericordia e altro ancora Lo Spirito Santo è ciò che contraddistingue la creatura umana da tutte le altre, è ciò che ci rende simili al Creatore Stesso! E non dobbiamo pensare che Egli sia qualcosa di inaccessibile di addirittura «innominabile» perché egli è il Dito di Dio, Colui che con Cristo sarà il nostro Avvocato difensore, Colui che potenzierà e renderà possibili i nostri aneliti santi già in quest esistenza. Dunque dobbiamo invocarlo continuamente, pregarlo perché ci aiuti in ogni azione spirituale o concreta purché voluta per il Bene. Questa meravigliosa pagina della Lettera ai Romani chi l ha dettata all apostolo Paolo se non lo Spirito Santo? La stessa cosa vale anche per noi: tutto ciò che di buono compiamo nella nostra vita è sotto l ispirazione e la guida del Paraclito! Spirito Santo Paraclito, Spirito di Sapienza e di Intelligenza, Spirito di Consiglio e di Fortezza, Spirito di Conoscenza e di Timore dell Eterno riempi di Te il mio corpo, la mia mente, la mia anima. Sii sempre il mio Consigliere e il mio Aiuto per percorrere la Via che Cristo nostro Salvatore ci ha tracciato. Canto al Vangelo - Mt 28,19.20 Alleluia, alleluia! Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Alleluia, alleluia! Dal vangelo secondo Giovanni - Gv 14, Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Pag. 3 di 6

4 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Egli [il Padre] vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre. Lo Spirito Santo è un altra eredità meravigliosa che Cristo, il Santo dei Santi, il Paraclito per eccellenza, ci ha lasciato per assisterci ed aiutarci in tutta la vita. I Suoi Sette Doni che abbiamo elencati nella riflessione sulla Prima Lettura sono ottenibili solo che li chiediamo con cuore puro e in umiltà. Dio gioisce quando come figli chiediamo aiuto; dobbiamo solo avere pazienza perché non sempre Egli ci accontenta se le nostre richieste sono contrarie o divergenti al progetto che ha pensato fin dall inizio dei tempi, quando noi non esistevamo ancora. Ma lo Spirito Santo, invocato, siederà accanto a noi e dentro di noi che siamo il Suo Tempio per consolarci ed asciugare le nostre lacrime, per darci la Scienza necessaria a capire che Egli è Amore e nulla mai vorrà per danneggiarci. Lo Spirito Santo è molto di più di una potente medicina capace di curare le nostre ansie e i nostri dolori aprendoci orizzonti imprevedibili di Speranza per divenire non comparse del Regno di Dio, ma protagonisti nel Coro Eterno dei canti di lode alle Tre Persone Santissime. Lo Spirito Santo ci permette di contemplare il Signore nell estasi della preghiera, che, come dice Sant Agostino è Il canto nuovo dell uomo nuovo ; Egli il Signore della Vita con la Sua Presenza discretissima ma costante ci rassicura che stiamo colloquiando con l Eterno che ci ascolta in silenzio ma senza perdere neppure una parola di quel che chiediamo e diciamo. Per citare ancora il Vescovo d Ippona riporto alcuni versi del Liber soliloquiorum animae ad Deum (PL 40, 894) come sempre rivelanti: Come il cervo anela alle sorgenti delle acque, così l anima mia sospira a te, Dio. Ha sete l anima mia del Dio vivo. Quando verrò e mi presenterò davanti al volto del mio Dio? O fonte di vita, vena d acqua viva, quando verrò dalla terra deserta senza strade e senz acque, alle acque della tua dolcezza, per vedere la tua potenza e la tua gloria e saziare con le acque della tua misericordia la mia sete? Ho sete, Signore, sorgente di vita, dissetami. Ho sete del Dio vivo. Quando verrò e starò, Signore, davanti al tuo volto? Pag. 4 di 6

5 IL SEGNO DELLA BELLEZZA DIVINA NELL ARTE di Pinturicchio (Bernardino di Betto Betti, Perugia, 1452 ca Siena, 1513) Figura 1 - La Pentecoste nella Sala dei Misteri della Fede in Vaticano; ; Pinturicchio; affresco. Pag. 5 di 6

6 Il nome di Pinturicchio è associato di solito a quello del Perugino e di Raffaello perché tutti e tre appartengono all area umbro-marchigiana del secondo Quattrocento. Il nome gli deriva dal fatto che fu di corporatura piccola e minuta. Nulla sappiamo del suo apprendistato ma non risulta difficile scoprire che la sua pittura non prescinde dal rigore prospettico di Piero della Francesca, dalla gentilezza di Filippo Lippi e dell Angelico. Col Perugino collaborò all armadio di San Bernardino a Perugia e al vasto programma di affreschi della Cappella Sistina; ma in quel luogo, non indifferenti sono i suggerimenti che assunse anche dagli affreschi di Botticelli anch egli impegnato nella decorazione della Cappella insieme al citato Perugino. Ma di Pinturicchio, dice G.C. Argan il cui stile si annuncia scorrevole e scarsamente problematico [ ] ma lo stile del Pinturicchio è anche molto più duttile, più vario, più capace di raccogliere e mettere a profitto tutti i suggerimenti. Dunque di Perugino, di quattro anni maggiore di lui, non segue l aspetto solenne e compassato del suo linguaggio pittorico, ma preferisce appunto la scorrevolezza narrativa e la duttilità nelle accattivantissime composizioni in cui le figure, il paesaggio, le case, sembrano cercare rapporti di piacevolezza e di preziosismi formali, con l esposizione talvolta forse un po insistita di enciclopedie botaniche come nel Viaggio di Mosè (alla Sistina), ma anche nell affresco oggetto dell odierna presentazione. Tuttavia in altre occasioni, come nella Cappella Bufalini alla chiesa dell Ara Coeli a Roma, i riferimenti formali e stilistici al Perugino sono di totale evidenza sia nella torre sullo sfondo della lunghissima prospettiva che nel pavimento a tarsie marmoree per il chiaro rimando alla Consegna delle Chiavi nella medesima Cappella Sistina. Sempre in Vaticano, al servizio di Alessandro VI Borgia esegue la decorazione dell Appartamento Figura 2 - I Funerali di S. Bernardini all'ara Coeli; ;Pinturicchio, Roma Borgia composto di sei stanze tra cui la Sala dei Misteri della Fede in cui v è la lunetta ogivale con l affresco della Pentecoste di cui trattiamo. Quello sicuramente fu uno dei progetti pittorici più estesi ed importanti del secolo XVI in cui il Pinturicchio si servì di un importante stuolo di aiuti. Il complesso decorativo si impone all attenzione per lo splendore cromatico arricchito da abbondanti dorature, per la raffinatezza decorativa e il compiacimento di proporre il massimo dell attrattiva visiva, qualità tutte che rimandano al ricordo del Gotico Internazionale, ma frammiste a citazioni della terra d origine, spagnola, del papa Borgia. Ai temi prettamente cristiani della vita di Cristo, di Maria e degli Apostoli si mescolano richiami pagani e archeologici com era nel costume di quei tempi a Roma. Tutto ciò fa di lui un decoratore abilissimo piuttosto che un pittore inserito nel vasto dibattito culturale tra Quattrocento e Cinquecento. Le sue pitture risultano dunque spettacolari nel significato etimologico perché cercano di offrire, come detto, il piacere degli occhi catturando così il consenso dei raffinati potenti del suo tempo. Se può essere un merito la sua è una pittura volutamente estranea a qualsiasi linguaggio retorico che altri più famosi di lui invece ebbero e, pur essendo a servizio della Chiesa Romana, non ha intenzioni di disporre il visitatore alla devozione proponendosi piuttosto con una impostazione laica. Il folto gruppo dei Dodici Apostoli sembra entrare come da due quinte laterali e convergere verso la Madonna che li attende seduta al centro dell immagine. Sono tutte figure belle, per le vesti colorate e decorate da balse, ricami e accostamenti cromatici musicali; i loro volti, attentamente diversificati fisionomicamente e negli e atteggiamenti, esprimono una contenuta meraviglia e sembrano restare poco coinvolti dall apoteosi dello Spirito Santo che scende dall alto alle loro spalle, in forma di colomba, tra coppie e a gruppi di tre Cherubini, sul contorno di in un trionfo di raggi di luce dorata. Il prato su cui stanno le figure è punteggiato di palline d oro che vanno a formare scie luminose che s insinuano tra gli astanti, fino ai bordi di un lago oltre le cui nebbie appare, su un dosso collinare, un agglomerato urbano anch esso di consistenza luministica e coloristica dorata. Più oltre, all orizzonte, sulla destra, delle montagne azzurrine chiudono la visuale. Dietro lo schieramento delle figure in primo piano appaiono a sinistra delle formazioni rocciose squadrate, tanto da sembrare ruderi e, come schierate in rassegna, numerose alberature quasi tutte dai lunghi, sottili e affusolati tronchi, fin sulle nominate rocce a sinistra, tanto da avvicinarsi al Trionfo dello Spirito Santo. Non v è dunque aderenza al racconto della pericope della prima Lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, ma piuttosto sembra che Pinturicchio abbia voluto manifestare la piena consapevolezza dei Doni dello Spirito Santo -della Scienza e della Sapienza- già acquisiti dagli Apostoli e dal Maria. Certamente però per tutti i raffinatissimi aspetti estetici, cui abbiamo accennato, l evento grandioso della Festa Immane della discesa dello Spirito Santo sui Discepoli e su Maria ed estesa a tutti noi è pienamente realizzato. Giorgio Obl. OSB -Nihil amori Christi praeponere- 13 mag 2016 Questo e altri scritti sono pubblicati sul sito Pag. 6 di 6

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