La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa
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- Albina Masini
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1 La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa Consuntivo IV trimestre 2013 aspettative I trimestre 2014 Pisa, 28 marzo La mancanza di politiche, soprattutto fiscali, in grado di sostenere i consumi fa si che un altro anno si chiuda in modo negativo per il commercio al dettaglio. Nel 2013 la pressione fiscale, secondo i dati di contabilità nazionale Istat, si attesta infatti al 43,8% del PIL: quasi tre punti di più rispetto alla media dell Area Euro. Se a questo aggiungiamo che la disoccupazione risulta in continua crescita (rispetto al 2012 si tratta di +369mila unità a livello nazionale e quasi 4mila a Pisa) è del tutto evidente come il malessere delle famiglie stia impedendo una ripresa dei consumi e, di conseguenza, sta mettendo in ginocchio il commercio. A livello nazionale, le vendite al dettaglio del quarto trimestre 2013 (quello nel quale troviamo un periodo particolarmente importante per il commercio come le festività natalizie) flettono infatti di un ulteriore 5,8% portando la variazione media annua al -7,3%. In provincia di Pisa il fatturato delle unità commerciali dell ultimo scorcio d anno lascia sul terreno un -4,5% che, pur segnando un risultato migliore sia rispetto alla media nazionale che al medesimo periodo dell anno precedente (la variazione nel IV 2012 fu del -5,8%) porta la media 2013 al -5,3%. A conferma delle crescenti difficoltà che affrontano le imprese della distribuzione pisane, non diversamente da altri territori, viene non solo il livello estremamente contenuto della crescita dei prezzi (sintomo dell impossibilità di traslare a valle gli aggravi di costo subiti dalle imprese) ma, soprattutto, dalla contrazione dei punti vendita che a Pisa sono passati dagli di fine 2012 agli di fine Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Redazione Alberto Susini 1
2 Unico elemento positivo dell indagine, tra i molti negativi, è quello relativo alla quota percentuale di aziende che dichiarano vendite sostanzialmente stabili rispetto al medesimo periodo dell anno precedente che, nel periodo ottobre-dicembre 2013 (il 48%) torna, dopo oltre un anno, a superare quella di coloro che segnalano una contrazione (il 42%). Stabile al 10% invece -ed è forse questo un segnale che mitiga la valenza positiva del dato appena presentato- la quota di commercianti che dichiarano un aumento del proprio fatturato. La mancata traslazione degli aumenti dell aliquota ordinaria dell IVA, avvenuta il primo ottobre 2013, e degli altri costi d impresa sui prezzi finali di vendita è una prova ulteriore dello stato di crisi che sta attraversando il commercio. Se in situazioni normali, infatti, gli operatori tendono a traslare gli aggravi di costo sui consumatori, la consapevolezza di trovarsi di fronte a famiglie che in molti casi hanno grossissime difficoltà a mantenere il profilo di consumo pre-crisi unita al fatto che la concorrenza si sta facendo sempre più agguerrita, spinge al contenimento dei listini di vendita. Se a queste dinamiche aggiungiamo il rientro delle quotazioni del fresco ortofrutticolo e, soprattutto, degli energetici, l indice generale dei prezzi al consumo di beni e servizi 1 scende nel trimestre finale del 2013 al di sotto del punto percentuale non solo a Pisa (+0,9%) ma anche in Italia ed in Toscana (+0,7% in entrambe i casi). A causa della maggiore vivacità registrata nella prima parte del 2013 l inflazione media annuale al consumo si assesta a Pisa all 1,1%: comunque il valore più basso degli ultimi quattro anni. Andamento dei prezzi al consumo 1 Il NIC (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l Intera Collettività) è un indice che considera la collettività nazionale come se fosse un unica grande famiglia di consumatori, all interno della quale le abitudini di spesa sono molto differenziate. Il dato relativo al terzo trimestre del Comune di Pisa è stato elaborato grazie alle anticipazioni fornite dall Ufficio statistica del Comune capoluogo. 2
3 Fonte: elaborazioni su dati Istat e Ufficio Statistica Comune di Pisa Nel periodo ottobre-dicembre 2013 la crisi, pur non risparmiando nessuna categoria dimensionale, conferma piuttosto chiaramente le maggiori difficoltà delle piccole unità (1-5 addetti) che perdono un ulteriore 5,5% in termini di vendite, portando la variazione media annua 2013 al -6,2%. Male anche le medie strutture (6-19 addetti) le quali, pur migliorando notevolmente rispetto al quarto trimestre 2012 (quando segnarono un - 8,6%), arretrano comunque del 3,4% e portano la media 2013 al 5,2%. Il segno di come la crisi non dia ancora segnali di allentamento viene dalla dinamica delle grandi (unità con 20 addetti e oltre) che, nonostante l innegabile vantaggio competitivo rispetto alle strutture più piccole (in termini di assortimento, prezzi, offerte, ecc.) hanno registrato una caduta tendenziale delle vendite nell ultimo quarto del 2013 (-1,8%) peggiore rispetto a quella di fine 2012 (-1,3%) con una variazione media annua che si assesta al -2,5%. Vendite per tipologia distributiva Considerando i diversi comparti merceologici è ancora una volta l alimentare, con una flessione del 5,4% nell ultima parte del 2013, il settore nel quale le famiglie sono costrette a tirare maggiormente la cinghia. Vendite per comparto merceologico 3
4 Il non alimentare, dove le famiglie avevano cominciato la loro spending review, prosegue nella fase calante mettendo a segno una contrazione del 4,7%. Più complessa la dinamica degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini che con una flessione dell 1,3% evidenziano un peggioramento rispetto all ultimo quarto del 2012 (+4,2%). La serie di stop and go registrati in corso d anno da ipermercati, supermercati e grandi magazzini mostrano le difficoltà che, fino a qualche tempo fa, sembravano riguardare solo gli e fanno segnare una contrazione media annua dello 0,3%. Più negativi, come già evidenziato dall andamento del quarto trimestre, le variazioni medie 2013 delle vendite degli (-7,5%) e non (- 5,4%). Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per settore d'attività in provincia di Pisa Var. % tendenziali Esercizi Trimestri Alimentare Non Alimentare Ipermercati, Supermercati e grandi magazzini Totale ,3-7,2 2,5-5, ,0-6,7 3,4-6, ,6-7,1 4,2-5, ,0-6,2-1,2-6, ,2-5,4-0,5-5, ,6-5,4 1,9-4, ,4-4,7-1,3-4,5 Neppure il Natale 2013, pur migliore di quello del 2012, è riuscito a spronare la domanda rivolta agli esercizi operanti nell abbigliamento e accessori (-3,4%) e di prodotti per la casa ed elettrodomestici (-7,8%), ed anche degli altri prodotti non 2 hanno segnato un -4,2%. La media 2013 non cambia la graduatoria appena presentata con gli elettrodomestici (-7,2%) in posizione relativamente peggiore rispetto all abbigliamento (-5,9%) e gli altri non (-4,8%). Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio dei prodotti non in provincia di Pisa Var. % tendenziali Abbigliamento e accessori Prodotti per la casa ed elettrodomestici Altri non Totale non Alimentare ,7-15,0-3,4-7, ,6-11,6-4,2-6, ,2-8,8-6,0-7, ,4-10,4-5,0-6, ,7-4,9-4,8-5, ,3-5,4-5,1-5, ,4-7,8-4,2-4,7 2 Si tratta di un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano. 4
5 Le difficoltà nel raggiungere adeguati flussi di cassa, nell accedere al credito unite a prospettive poco edificanti in merito alle evoluzioni future delle vendite, portano ad un ulteriore contrazione della quota di aziende che hanno effettuato investimenti. Se nel 2012 il 24% delle unità commerciali pisane aveva effettuato spese per investimenti, con solo il 9% che li dichiarava in aumento, nel 2013 tale percentuale scende al 15% con appena l 8% che li ha aumentati rispetto all anno precedente. Si tratta di investimenti, quelli messi in campo dalle aziende pisane, che riguardano l apertura o il rinnovo della sede (nel 62% dei casi), lo sviluppo della distribuzione (30%) e l acquisto di software e computer (nel 23%). Investimenti Pur migliorando rispetto al medesimo periodo dell anno precedente, la fiducia degli imprenditori del commercio al dettaglio rimane ancora ai sui minimi. Il saldo tra coloro che, nel periodo gennaio-marzo 2014, si aspettano un aumento delle vendite e quelli che, invece, si aspettano una diminuzione risulta pari a -14 punti percentuali ed anche in merito agli ordinativi rivolti ai fornitori il saldo si assesta a quota -22 percentuali. Aspettative per il I trimestre 2014 Confermando la tendenza in atto ormai del 2012, le aziende attive nel commercio al dettaglio scendono nel 2013 di 255 toccando, a fine anno, quota (-2,7%). Dinamica delle unità locali commerciali 5
6 E ancora una volta il non alimentare (-222 unità, -3,5%), in ragione dei bisogni meno impellenti dei consumatori che queste imprese vanno a soddisfare, a segnare la battuta d arresto più consistente a causa, soprattutto, degli ambulanti (-132 unità, -6,0%). Difficile, tuttavia, anche la situazione del commercio in sede fissa non solo per l abbigliamento e accessori (-58 negozi, -5,0%) ma anche per prodotti per la casa ed elettrodomestici (-28 unità, -3,3%). Più contenuta, invece, la contrazione dei punti vendita dell alimentare (-1 unità, -0,6%) con da un lato i minimercati che crescono (+9 aziende, +1,9%) e dall altro gli che perdono terreno (-18 unità locali, -1,9%). A livello territoriale la flessione più consistente, in termini percentuali, è quella del Valdarno Inferiore (-4,4%, -51 unità) ma anche la Val d Era arretra del 3,0% (-75 aziende). Più indietro, ma sempre in terreno negativo, troviamo l Area Pisana (-2,3%, -92 negozi) seguita a distanza dalla Val di Cecina (-1,0%, -7 unità). Fonte: elaborazioni su dati Infocamere-Stockview NOTA METODOLOGICA L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio si rivolge trimestralmente ad un campione di circa aziende toscane con dipendenti di cui 114 localizzate in provincia di Pisa. Anche questa indagine Unioncamere si basa sul principio che nelle rilevazioni campionarie condotte a cadenza periodica è opportuno non rinnovare completamente il campione ogni volta, ma mantenere nel campione per due o più interviste una predeterminata quota delle unità (panel), utilizzando la tecnica dei campioni ruotati. Per questo motivo, tenendo conto anche della necessità di ridurre il fastidio statistico per i rispondenti e il tasso di caduta delle interviste, si è scelto di ricorrere una domanda diretta in cui al termine di ogni contatto positivo si chiede la disponibilità dell intervistato a essere contattato anche per il successivo trimestre. Mediamente la quota panel si aggira intorno al 45%. A partire dal primo trimestre 2010 la rilevazione è stata sottoposta ad una profonda revisione per tener conto della nuova classificazione delle attività economiche introdotta con ATECO2007, versione italiana della Nace Rev. 2. Inoltre, a partire dal primo trimestre 2012, le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio sono state effettuate sulla base del numero di addetti di ciascuna impresa/cluster d appartenenza (sempre desunto dal Registro Imprese opportunamente integrato) abbandonando le procedure di ponderazione utilizzate fino al 4 trimestre 2011, che facevano riferimento alle variabili di bilancio. Il raffronto con i risultati degli anni precedenti deve essere quindi effettuato con cautela. Le interviste relative al quarto trimestre 2013 sono state realizzate nel mese di gennaio
7 CLASSIFICAZIONE DELLE DIVISIONI E DEI GRUPPI DI ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2007) NEI SETTORI DI INDAGINE SETTORI DI INDAGINE ATECO 2007 Commercio al dettaglio di prodotti Commercio al dettaglio di prodotti non Discount di Minimercati ed altri esercizi non di vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 47.2 Commercio al dettaglio di prodotti, bevande e tabacco in esercizi Abbigliamento ed accessori Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi Commercio al dettaglio di articoli per l'abbigliamento in esercizi Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi Prodotti per la casa ed elettrodomestici Commercio al dettaglio in esercizi non di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di apparecchi audio e video in esercizi Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione in esercizi Commercio al dettaglio di tappeti Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi Altri prodotti non Empori ed altri negozi non di vari prodotti non Commercio al dettaglio di computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio in esercizi Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, compresi quelli elettronici Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 47.8 Commercio al dettaglio ambulante 47.9 Commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, banchi e mercati Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Ipermercati Supermercati Grandi magazzini 7
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