Il Vesuvio si sveglia! di Vincenzo Marasco

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1 Il Vesuvio si sveglia! di Vincenzo Marasco 2008

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3 Il Vesuvio si sveglia!! Con questa notizia dal carattere inquietante si svegliavano le popolazioni del vesuviano e del napoletano la mattina del 12 Maggio del Ma la paura che scosse l area vesuviana la sera prima, in fondo, non fu del tutto infondata o fautrice di suggestioni popolari, essa, per quanto esagerata fu la reazione dei locali, in primis, di un reale segno premonitore assoggettabile ad una probabile ripresa delle attività eruttive che da lì a poco potevano verificarsi o per lo meno far si che il vulcano ritornasse, dopo 20 anni di totale inattività, alla consueta attività che caratterizzava i secoli addietro al Cosa successe in realtà? Perché tanto clamore? In realtà il Vesuvio benché trovavasi in una già affermata fase di quiescenza palesatasi dopo l ultima eruzione, in tutta l area, come oggi d altronde, non mancavano, anche se impercettibili, il verificarsi di sciami sismici o piccoli movimenti tellurici che in questo caso furono fautori di un grosso evento franoso endogeno al Gran Cono dando un segno percettibile alle popolazioni, come non accadeva da tempo, della sua indomabile presenza.

4 Ma seguiamo gli eventi: la notte tra l 11 e il 12 Maggio del 1964, verso le 2:10 ebbe inizio uno sciame sismico che si protrasse fino alle 2:30 della stessa notte con un picco degli eventi tellurici del 5 grado della scala Mercalli registrato dagli strumenti dell Osservatorio Vesuviano. Le scosse, avvertite in particolar modo dalle popolazioni limitrofi al complesso vulcanico, fecero si che queste ultime si riversassero per strada nel cuore della notte presi da non poca paura e preoccupazione per una nuova eruzione. In tal caso anche i vulcanologi presenti presso l osservatorio asserirono che tale attività fosse dovuta ad una probabile ripresa delle attività del vulcano. Gli animi degli uni e degli altri si stemperarono già dall alba del giorno 12 quando un primo segnale rassicurante percepito da subito dalle popolazioni che erano rimaste all addiaccio, pervenne quando rivolgendo uno sguardo in direzione del cratere e non vedendo nessuna presenza univoca, di solito caratterizzata dal licenziato pennacchio degli anni addietro, si rassicurarono ritornando, anche se con qualche timore, alle solite attività giornaliere. I tecnici dell Osservatorio, per accertarsi di

5 cosa sia realmente successo,la mattina del12, accompagnati dal Prof. Giuseppe Imbò, Direttore della struttura e Professore di Geofisica terrestre presso l Università Federico II di Napoli, si recarono presso il cratere dove constatarono una notevole variazione del fondo. Il Prof. Imbò spiega in un comunicato stampa, emanato nello stesso pomeriggio, cosa realmente era accaduto nel vulcano affermando che tale sciame sismico, di origine vesuviana e carpito in particolar modo nella parte meridionale del vulcano, aveva formato una grossa voragine sul fondo del cratere dalla profondità di una quindicina di metri colmata in parte da un crollo avvenuto nelle pareti interni del cratere del vulcano. Ciò starebbe a significare, secondo il Prof. Imbò, di una ripresa delle attività anzidette tranquille simili a quelle palesatesi negli anni compresi tra il 1910 e il 1913 con una ripresa delle attività effimere il 5 di luglio del 13, in tal caso ciò non significherebbe una ripresa di una pericolosa attività effusiva o stromboliana, come attesta Imbò, ma solo l inizio di una fase caratterizzata da manifestazioni endogene. Inoltre, il Professore, in collaborazione con il suo staff tecnico, indagando sulle probabili cause di questa ripresa improvvisa delle

6 attività, dedusse che tale fenomeno era stato generato da un probabile tentativo delle lave sottostanti al tappo, che ostruiva il condotto del cratere, che invigorite da forze interne cercavano verso l alto un anfratto o un accesso destabilizzando l equilibrio tra i materiali scaturendone l evento franoso. Durante l ispezione non si trascurarono le modeste attività fumaroliche presenti nel cratere che a quanto sembra, attesta il Professore, non riportarono alcun genere di anomalia nella loro normale attività. Anche se la notizia, destando grande clamore, in realtà si dimostrò infondata per la ripresa di probabili attività all interno del cratere, tranne per il proseguio di quella fumarolica, che ancora oggi continua indisturbata e senza variazione alcuna, fece sì che le popolazioni si riaccorgessero dell esistenza di un gigante dormiente, buono per un certo aspetto, ma in realtà grande genitrice di distruzioni. Ma dal quel 64 ad oggi il Vesuvio non ha concesso nessun altro tipo di eclatanti fenomeni assottigliando, nella mente delle popolazioni, l idea del suo potere terreno affermatosi in antichità nei modi più vari come testimonia l appellativo lo Sterminator Vesevo o ancora il monte ignivomo. A questo punto una domanda è obbligata: come

7 potrebbe oggi essere considerato il Vesuvio visto il suo fascino dormiente perentorio? Il rischio di una nuova eruzione è sempre argomento d attualità senza che venga soppiantato da altre emergenze più tangibili ma meno gravose a cospetto di un evento eruttivo? RINGRAZIAMENTI: SI RINGRAZIA LA DIREZIONE DELL EMEROTECA PUB- BLICA MATILDE SERAO DI NAPOLI PER AVER CON- CESSO LE RICERCHE E PER LA DISPONIBILITA DEL- LE DOCUMENTAZIONI GIORNALISTICHE, IMMANCABILE- MENTE SI RINGRAZIA PER L EGREGIO LAVORO LA DI- REZIONE DE IL MATTINO DI NAPOLI. NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE: EMEROTECA MATILDE SERAO NAPOLI. IL MATTINO EDIZIONE DEL 12 MAGGIO FOTO DI SECONDA COPERTINA DA IL MATTINO EDI- ZIONE DEL 12 MAGGIO 1964 AUTORE CARBONE.

8 Vincenzo Marasco 2008 per Enciclopedia libera di cultura vesuviana

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