SISTEMI ELETTORALI E DEMOCRAZIA. PERCORSO DI FORMAZIONE ALL IMPEGNO SOCIALE E POLITICO Cremona, 22 ottobre 2011 Prof.

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1 SISTEMI ELETTORALI E DEMOCRAZIA PERCORSO DI FORMAZIONE ALL IMPEGNO SOCIALE E POLITICO Cremona, 22 ottobre 2011 Prof. Martino Mazzoleni

2 ALCUNE DEFINIZIONI SISTEMA ELETTORALE È un meccanismo, una formula per la traduzione di voti in seggi. Sistema elettorale competitivo: un sistema che non impedisce a un partito minoritario di conquistare la maggioranza dei voti, e che non impedisce la traduzione di tale maggioranza in una maggioranza di seggi. Quindi, è competitiva ogni formula che non predetermina l impossibilità per una minoranza di diventare maggioranza.

3 DEFINIZIONI Esistono diversi contesti. In particolare, distinzione di fondo è quella tra: Cariche monopersonali Assemblee Nel primo, come nel secondo caso (es. Senato F), l elezione può essere indiretta: gli elettori designano dei grandi elettori che a loro volta scelgono la/e persona/e che ricopre/ono la carica

4 DEFINIZIONI Altra distinzione: Sistemi ad un turno: l elezione avviene in un unica occasione Sistemi a più turni: se nel primo turno nessuno ottiene una determinata quota del voto (es. la maggioranza assoluta, o una maggioranza qualificata), si hanno dei turni successivi In quest ultimo caso, per accedere al secondo turno può essere richiesto il superamento di una soglia.

5 DEFINIZIONI Maggioranza assoluta: la metà più uno dei voti espressi (e validi) Maggioranza qualificata: il superamento di qualche requisito ( ad es. una quota determinata degli aventi diritto di voto) Maggioranza relativa: il superamento di tutti gli altri candidati, di tutte le altre opzioni in competizione

6 Esistono numerosissimi sistemi elettorali. Li si possono distinguere in tre grandi categorie: Sistemi maggioritari Sistemi proporzionali Sistemi misti

7 I SISTEMI MAGGIORITARI Un sistema si definisce maggioritario quando premia (cioè vince) chi ottiene la maggioranza dei voti. Vi sono sistemi che premiano chi ottiene la maggioranza relativa, altri che richiedono invece la maggioranza assoluta, altri ancora quella qualificata. Vi sono inoltre sistemi maggioritari uninominali (un solo seggio, quindi un solo eletto per circoscrizione/collegio elettorale) e plurinominali (più seggi in palio in ogni collegio)

8 I SISTEMI MAGGIORITARI (1) REGNO UNITO: maggioritario uninominale a turno unico Il sistema di elezione della Camera dei Comuni britannica, noto come plurality system, è il più antico e classico dei sistemi maggioritari. Esso è adottato anche per l elezione delle Camere negli USA e in Canada. Si basa su collegi uninominali e sulla maggioranza relativa, ed è a turno unico: in ogni collegio ottiene l unico seggio in palio il candidato (=partito) che ottiene più voti di qualsiasi altro contendente.

9 I SISTEMI MAGGIORITARI (2) FRANCIA: maggioritario uninominale a doppio turno Vige per l elezione dell Assemblea Nazionale (V Repubblica). In ogni collegio viene eletto un solo candidato, quello che ottiene una maggioranza qualificata (50% dei voti espressi più uno e 12,5% degli aventi diritto di voto). Se nessun candidato ottiene tale maggioranza si passa al secondo turno, dove vince chi ottiene la maggioranza relativa. Sistema diverso vige per le presidenziali.

10 I SISTEMI MAGGIORITARI (3) AUSTRALIA: voto alternativo (Alternative vote) Esso combina in un turno l effetto di due turni. Ogni elettore può indicare la propria preferenza (prima, seconda, terza ) per ogni candidato. Chi ottiene la maggioranza assoluta delle prime preferenze vince. Altrimenti, si elimina il candidato con il minor numero di prime preferenze, e si sommano le prime alle seconde preferenze. Chi ottiene la maggioranza di prime e seconde preferenze sommate viene eletto. E così via.

11 I SISTEMI MAGGIORITARI (4) IRLANDA: voto singolo trasferibile (STV) I collegi sono plurinominali e il turno unico. Ogni elettore assegna delle preferenze ai candidati. Per essere eletto un candidato deve superare una quota (la somma dei voti validi divisa per il n. dei seggi del collegio + 1, con l aggiunta di 1). Quando un candidato supera tale quota è eletto, e si aggiungono le minori preferenze espresse a tale candidato agli altri candidati.

12 SISTEMI PROPORZIONALI Un sistema si definisce proporzionale quando la ripartizione dei seggi mira a rispecchiare proporzionalmente la ripartizione dei voti. È ampiamente usato in Europa: Germania, Spagna, Olanda, Belgio, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Portogallo I sistemi proporzionali prevedono collegi plurinominali Solitamente prevedono scrutini di lista: i partiti competono attraverso liste di più candidati. Esse possono essere aperte (con voto di preferenza) o chiuse, bloccate Vi può essere clausola di sbarramento : una soglia di voti sotto la quale un partito non ottiene rappresentanza

13 SISTEMI PROPORZIONALI QUOZIENTE NATURALE Si divide il numero dei voti conseguiti complessivamente dalle varie liste in ogni circoscrizione per il numero dei seggi da attribuire nella circoscrizione stessa. Il quoziente ottenuto è la base del calcolo per l attribuzione dei seggi: chi supera quel quoziente ottiene un seggio. I seggi non attribuiti si possono distribuire su base nazionale. Il numero dei seggi può essere artificialmente aumentato (di 1 o 2 unità) per il calcolo. Si parla allora di quoziente corretto

14 SISTEMI PROPORZIONALI RESTO PIÙ FORTE Si dividono i seggi dapprima attraverso il quoziente naturale. I seggi restanti si attribuiscono alle liste che hanno i resti più elevati (questo sistema premia quindi i partiti più piccoli). MEDIA PIÙ FORTE Si dividono i seggi dapprima attraverso il quoziente naturale. Per l attribuzione dei seggi restanti si aggiunge ad ogni lista 1 al numero di seggi già ottenuti, e si divide di nuovo il totale dei voti. La lista che ha la media più forte ottiene il seggio residuo, e così via (tale sistema premia pertanto i partiti più grossi).

15 SISTEMI PROPORZIONALI Il Metodo d Hondt Consiste nella divisione delle singole cifre elettorali (= i voti ottenuti) dei partiti per la serie successiva di numeri interi (1, 2, 3, 4, ecc.) fino all attribuzione di tutti i seggi. Cioè: si effettuano tanti calcoli quanti sono i seggi da attribuire (n); dapprima si divide i voti ottenuti da ogni partito per 1, poi per 2, per 3, ecc. I n risultati più alti ottengono un seggio ciascuno.

16 SISTEMI PROPORZIONALI Il metodo Laguë Il voto di ogni partito viene diviso per i numeri dispari in successione (1, 3, 5, 7, 9, 11, ecc.) fino al raggiungimento di un numero sufficiente di quozienti per assegnare tutti i seggi (ad es, i 120 numeri più elevati se i seggi da attribuire sono 120, come in Nuova Zelanda). I risultati più alti determinano sia il numero di seggi per ogni partito che l ordine con cui essi sono assegnati.

17 I SISTEMI MISTI Repubblica Federale Tedesca Gli elettori hanno due schede. Il 50% dei seggi del Bundestag è assegnato con metodo maggioritario in collegi uninominali. Il restante 50% è attribuito su base nazionale con metodo proporzionale (ai partiti che superano lo sbarramento del 5%) calcolato sul totale dei seggi. Il sistema è quindi misto, ma riproduce l effetto di un sistema proporzionale.

18 L ITALIA: vecchi e nuovi sistemi elettorali Camera (pre 1993) Formula del quoziente corretto (+2) in 32 circoscrizioni plurinominali, di dimensioni medie pari a 18 seggi; Formula del quoziente naturale e dei più alti resti in un collegio unico nazionale; con clausola legale di sbarramento pari ad un quoziente circoscrizionale pieno e voti; Voto di preferenza (3 o 4 a seconda delle dimensioni delle circoscrizioni)

19 Senato (pre 1993) Maggioritario uninominale in 238 collegi (con il 65% dei votanti) Ripartizione dei seggi non assegnati e dei seggi ulteriori al livello regionale con formula d Hondt 18 aprile 1993: referendum che abolisce la proporzionale per i tre quarti dei seggi del Senato. La difficoltà a trovare un intesa porta alla scelta di una normativa che ricalca il risultato referendario (il Mattarellum).

20 Camera (l. 277/93 - Mattarellum) 475 collegi uninominali (formula plurality britannica ) 155 seggi assegnati in 26 circoscrizioni plurinominali con formula del quoziente naturale e dei più alti resti applicata al livello delle cifre elettorali nazionali; soglia legale di sbarramento pari al 4%. Per calcolare le relativa cifra elettorale si sottraggono ai voti ricevuti da ciascuna lista un numero di voti pari a quelli ricevuti, nei collegi in cui il candidato uninominale collegato al partito è risultato eletto, dai primi non eletti + 1.

21 Senato (l. 276/93) 232 collegi uninominali (formula plurality) 83 seggi assegnati in circoscrizioni regionali con formula d Hondt (la cifra elettorale regionale di ciascun gruppo di candidati è pari alla somma dei voti ricevuti da tutti i non eletti)

22 La nuova legge elettorale (l. 270/05 - Porcellum) PROPORZIONALE PIÙ PREMIO DI MAGGIORANZA - Sono stati aboliti i collegi uninominali e introdotto il sistema proporzionale con premio di maggioranza: alla Camera garantisce il raggiungimento di 340 deputati per la coalizione che ottiene più voti. All'opposizione restano 277 seggi. Vanno poi aggiunti i 12 seggi della circoscrizione Esteri. LISTE BLOCCATE - I candidati sono presentati in liste bloccate nelle circoscrizioni. Non sono possibili indicazioni di preferenze. La legge prevede che si possa apporre un solo segno sul contrassegno della lista prescelta.

23 La nuova legge elettorale (l. 270/05) CAMERA: TRE SOGLIE DI SBARRAMENTO - Sono previste 3 soglie per la Camera: il 10% per le coalizioni, il 4% per i partiti non coalizzati e il 2% per i partiti che fanno parte di una coalizione. I voti dei partiti che non raggiungono il 2% vengono conteggiati, ma per il riparto dei seggi vengono considerati soltanto quelli presi dal miglior perdente al di sotto del 2%. SENATO: 3 SOGLIE DI SBARRAMENTO calcolate su base regionale: 20% per le coalizioni, 8% per i partiti non coalizzati e 3% per quelli che fanno parte di una coalizione

24 La nuova legge elettorale (l. 270/05) PREMIO DI COALIZIONE REGIONALE Per il Senato vi è un premio di maggioranza che si calcola su base regionale: la coalizione che ha più voti in ogni singola Regione avrà almeno il 55% dei seggi attribuiti a quella Regione. LEADER. Il leader viene indicato dai partiti, che depositano un unico programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona indicata come unico capo della coalizione.

25 Regioni In periferia: sistemi elettorali diversi Artt Costituzione: le Regioni hanno autonomia statutaria e legislativa: ogni regione decide il proprio sistema elettorale (Lombardia: l. 43/05 - Tatarellum) : o Sistema maggioritario a turno unico per il Presidente o A ciascun candidato possono essere collegate più liste o Liste provinciali di partito (con preferenza) o Soglia del 3% per le coalizioni o Liste regionali di coalizione (bloccate listini ) o Possibilità del voto diviso o Premio eventuale e variabile in modo che si formi una maggioranza del 60% circa

26 Elezioni Provinciali (1) l. 81/1993 Sistema maggioritario per il Presidente con ballottaggio: è eletto Presidente il candidato che al primo turno ottiene la maggioranza assoluta. Nel caso nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta, si procederà due settimane dopo al ballottaggio tra i due candidati più votati

27 Elezioni Provinciali (2) A ciascun candidato possono essere collegate più liste (coalizione) per il Consiglio provinciale. La coalizione che sostiene il Presidente eletto ottiene un premio di maggioranza per il raggiungimento dei 3/5 dei seggi del Consiglio. Il resto dei seggi è distribuito tra le coalizioni che hanno sostenuto i candidati alla presidenza sconfitti, purché abbiano raggiunto almeno il 3% dei voti. N.B: Esclusione del voto diviso

28 Elezioni Provinciali (3) All interno delle coalizioni, i seggi vengono distribuiti tra le liste con metodo proporzionale (d Hondt), cioè ogni lista ottiene una % di seggi equivalente alla % di voti. I candidati di ogni lista che vengono eletti consiglieri sono quelli con la più alta % nel rispettivo collegio uninominale.

29 Elezioni comunali (1) l. 81/1993 Comuni con più di ab. Sistema maggioritario per il sindaco con ballottaggio A ciascun candidato possono essere collegate più liste (con preferenza) Possibilità del voto diviso Sistema proporzionale per il Consiglio con premio eventuale per il raggiungimento di una maggioranza dei 3/5 dei seggi

30 Elezioni comunali (2) Comuni con meno di ab. (l. 81/93) Sistema maggioritario per il sindaco a turno unico A ciascun candidato deve essere collegata un unica lista; voto di preferenza Esclusione del voto diviso Sistema maggioritario plurinominale per l elezione del consiglio: 2/3 dei seggi alla lista collegata al candidato a sindaco eletto; Il resto dei seggi è diviso tra le liste collegate agli altri candidati sindaci

31 L INFLUENZA SUL VOTO La scelta di un sistema elettorale è questione molto critica 2 tipi di interazione tra sistemi elettorali e partitici: a) Sotto- o sovra-rappresentazione dei partiti (disrappresentatività del sistema elettorale) b) Manipolazione delle scelte dell elettore

32 a) Sotto- o sovra-rappresentazione dei partiti Sotto-rappresentazione = un partito ottiene una % di seggi inferiore alla % di voti ottenuti Sovra-rappresentazione = viceversa Due elementi rilevanti: La formula di ripartizione dei seggi: Il sistema maggioritario tende a sovra-rappresentare i partiti più votati. Il proporzionale non ha questa tendenza, tuttavia tra i sistemi proporzionali vi sono metodi che sovra- o sotto-rappresentano i partiti più grossi/piccoli + soglie I confini delle circoscrizioni (più l ampiezza cresce, più si accentua la proporzionalità nella ripartizione dei seggi) e i confini

33 b) Manipolazione delle scelte dell elettore Ipotesi di Duverger (1951): quanto più proporzionale è un sistema elettorale, maggiore sarà il numero di partiti In altre parole, il sistema maggioritario uninominale ad un solo turno tende a produrre bipartitismo; il sistema proporzionale produce multipartitismo. Causa: effetto psicologico : timore di sprecare il voto Il sistema maggioritario spingerebbe gli elettori a scegliere tatticamente tra le due opzioni più vincenti, in grado di conquistare la maggioranza di seggi. In realtà il voto non è solo calcolo razionale, e molti voti sono costantemente sprecati

34 CONCLUSIONI Cosa sappiamo dei sistemi elettorali? Che possono influenzare i risultati ma anche il voto stesso. Che premiano diverse logiche. - Ci sono stati nella storia pochi cambiamenti di sistema. In genere la natura del sistema partitico viene confermata/accentuata dal sistema elettorale. - I sistemi in vigore sono per lo più fondati su tradizioni politiche e status quo - Gli elettori possono sempre sfruttare il sistema a proprio piacimento, non ne sono solo influenzati (voto strategico) - Questioni di equità sono normative, ma non empiriche

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