LA NUOVA NORMATIVA EUROPEA PER GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO

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1 LA NUOVA NORMATIVA EUROPEA PER GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO UNI UNI EN EN 1264/ Presentazione a cura di: RDZ S.p.A.

2 Configurazione della norma Configurazione della norma UNI UNI EN EN 1264 parte prima: Definizioni e simboli. UNI UNI EN EN 1264 parte seconda: Determinazione della potenza termica. UNI UNI EN EN 1264 parte terza: Dimensionamento. UNI UNI EN EN 1264 parte quarta: Installazione.

3 Applicabilità della norma Campo di applicabilità La norma trova applicazione in tutti gli impianti di riscaldamento a pavimento alimentati ad acqua calda o altri fluidi vettori riscaldanti, installati in edifici la cui destinazione è residenziale o ad essa assimilabile. La presente norma europea non si applica ad impianti di riscaldamento con sovrastante pavimento di legno.

4 UNI EN 1264: PARTE PRIMA UNI EN 1264 parte prima: Definizioni e simboli.

5 UNI EN 1264: PARTE PRIMA Termini e definizioni Le grandezze che entrano in gioco sono: Q N, Q H f = dispersione di calore nominale di un ambiente riscaldato a pavimento. (E il calore per unità di tempo ceduto dall edificio all ambiente esterno e che dipende dai dati climatici dello stesso, dalla sua destinazione e dalle sue proprietà termiche) = potenza termica di progetto. (E la potenza termica risultante dalla perdita di calore nominale Q N,f dell ambiente riscaldato) θ i = temperatura ambiente nominale. (E la temperatura risultante, ottenuta come media della temperatura dell aria secca e di quella radiante al centro dell ambiente riscaldato)

6 UNI EN 1264: PARTE PRIMA q = flusso areico termico. E la potenza termica per unità di superficie q G = flusso areico termico limite. E il flusso termico areico per il quale si raggiunge la temperatura massima ammessa del pavimento q N = flusso termico areico nominale. E il flusso termico limite raggiunto in assenza di rivestimento del pavimento q = flusso termico areico di progetto. E la potenza - per unità di des superficie - del pavimento riscaldante. Tale potenza può essere quella termica di progetto (Q H ) diminuita dei contributi di altri corpi scaldanti.

7 UNI EN 1264: PARTE PRIMA T = Passo di posa dei tubi. E la distanza in m. tra due tubi adiacenti. s u = Spessore del massetto sopra i tubi. λ E = Conduttività termica del massetto. R λ,b = Resistenza termica del rivestimento di pavimento.

8 UNI EN 1264: PARTE PRIMA θ F,m θ H = temperatura media della superficie pavimento. E la media di tutti i valori di temperatura di superficie periferica o di superficie occupata = salto termico medio tra la temperatura del fluido vettore e dell ambiente. θ m = temperatura del mezzo riscaldante. E il valore medio fra la temperatura di mandata e quella di ritorno, definita come segue: θ m = θ + i θ H θ F,max = temperatura massima ammissibile. E la massima temperatura ammessa per ragioni fisiologiche in un punto della superficie occupata o di quella periferica, quando il salto termico del mezzo riscaldante - fluido vettore - è nullo

9 UNI EN 1264: PARTE PRIMA σ m H = salto termico. E la differenza fra la temperatura di mandata e quella di ritorno all interno di un circuito = portata di progetto del mezzo riscaldante. E la portata di massa necessaria per ottenere il flusso areico di progetto Superficie riscaldante = è la superficie del pavimento coperta dall impianto di riscaldamento, compresa tra le tubazioni esterne, inclusa una banda perimetrale la cui larghezza sia uguale almeno alla metà del passo tra i tubi e comunque non > di 0.15 m. Superficie non disponibile = è la superficie del pavimento non coperta dall impianto di riscaldamento, destinata a ricevere elementi fissi facenti parte della costruzione Superficie periferica = è la superficie di pavimento che può essere riscaldata ad una temperatura superiore. Essa è rappresentata da una fascia di larghezza max di 1 m. localizzata lungo il perimetro delle pareti esterne e rappresenta perciò un area di non occupazione.

10 UNI EN 1264: PARTE PRIMA q q G q N Tipologie di flusso areico = flusso termico areico. = flusso termico areico limite. = flusso termico nominale. muro esterno muro esterno 1 m. q des = flusso termico areico di progetto. Superficie periferica Q F Superficie non periferica =potenza termica di un pavimento riscaldante = somma dei prodotti delle superfici del pavimento riscaldante di un ambiente, per il rispettivo flusso termico di progetto. 1 m.

11 UNI EN 1264: PARTE SECONDA UNI EN 1264 parte seconda: Determinazione della potenza termica.

12 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Struttura dei pavimenti riscaldanti Il calcolo dell emissione areica varia però in funzione della tipologia di impianto, come di seguito spiegato. Le tipologie definite di pavimentazioni riscaldanti sono: Impianti di di tipo A e C Impianti di di tipo B Impianti con tubi annegati nello strato di supporto Impianti con tubi sotto lo strato di supporto

13 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Tipi di strutture dei pavimenti riscaldanti Legenda 1 = rivestimento del pavimento 4 = strato di protezione 2 = strato di supporto 5 = strato di isolamento 3 = tubazione riscaldante 6 = soletta in cls portante 7 = elemento conduttivo addizionale 8 = strato di separazione 9 = strato livellante

14 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Impianti di Tipo A e C T Diametro del tubo Rivestimento del Rivestimento del pavimento pavimento R λ,b s u Strato Strato di supporto di supporto λ E Strato Strato di isolamento di isolamento Legenda s u = spessore dello strato sopra il tubo T = passo della tubazione Soletta Soletta in in cls portante cls portante

15 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Impianti di Tipo B Rivestimento del Rivestimento del pavimento pavimento R λ,b T Diametro del tubo Strato Strato di supporto di supporto λ E s u s W Elemento conduttivo Elemento conduttivo Strato Strato di isolamento di isolamento Legenda s u = spessore dello strato sopra il tubo s W = spessore dello strato conduttivo T = passo della tubazione Soletta Soletta in in cls portante cls portante

16 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Curva caratteristica di base Curva caratteristica di base: è la curva che fornisce la relazione tra il flusso termico areico q G ed il salto termico medio della temperatura di superficie applicabile a tutti gli impianti di riscaldamento a pannelli (con invarianza della tipologia).

17 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Per un salto termico di 15K l emissione areica è pari a 175 W/m 2 Curva caratteristica di base Emissione superficiale q(w/m 2 ) 175 Per un salto termico di 9K l emissione areica è pari a 100 W/m 2 Legge di variazione dell emissione areica q = ,1 8.92( θ θ ) F, m i Differenza media tra temperatura pavimento e temperatura ambiente θ -θ in K F, m i

18 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Curve caratteristiche e curve limite Famiglia di curve caratteristiche = è l insieme delle curve che per un dato impianto, rappresentano le relazioni tra il flusso termico areico q ed il salto termico θ H, per diversificate resistenze termiche del pavimento. Curve limite = è l insieme delle curve che delimitano il campo di flusso termico areico, con σ = 0, per le quali viene raggiunta la massima temperatura di pavimento.

19 UNI EN 1264: PARTE SECONDA Insieme delle curve caratteristiche per T = cost. La curva limite per (θ F,max - θ i ) = 9 K è applicabile anche ai bagni (θ i =24 C)

20 UNI EN 1264 parte quarta: Installazione.

21 QUANDO NASCE? Sebbene la UNI EN sia datata 2003 (è stata recepita alcuni anni dopo le parti 1-2-3) va ricordato che per alcuni aspetti (resistenza termica verso il basso) veniva richiamata dalla UNI EN e quindi in alcune parti era di fatto già applicabile.

22 Strati e componenti edilizi PrEN Secondo la proposta di norma la resistenza termica minima degli strati di isolamento valevano come evidenziato in tabella: Vano riscaldato Cantina/ terreno Temperatura esterna minima 0 C Temperatura esterna minima -5 C Temperatura esterna minima -15 C R λ,b (m 2 K/W) Resistenza termica (m 2 K/W) > 0.15 Rispetto alla norma attuale la variazione più significativa riguarda il valore di resistenza termica minima nel caso evidenziato.

23 Strati e componenti edilizi UNI EN Gli strati di isolamento devono presentare la seguente resistenza termica minima in funzione delle condizioni termiche sottostanti la struttura di riscaldamento a pavimento: Temperatura dell aria esterna sottostante Ambiente sottostante riscaldato Ambiente sottostante non riscaldato o riscaldato in modo non continuativo o direttamente sul suolo *) Temperatura esterna di progetto Td 0 C Temperatura esterna di progetto 0 C>Td -5 C Temperatura esterna di progetto -5 C>Td -15 C Resistenza Termica (m 2 K/W) *) Con un livello di acque freatiche 5m, il valore dovrebbe essere aumentato. Se l ambiente sottostante è non riscaldato, oppure è una cantina o il terreno, il valore minimo è aumentato rispetto a quanto previsto nel PrEN

24 Strati e componenti edilizi Isolamento termico verso il basso Qual ora ci si trovi a dover valutare la resistenza termica di un pannello isolante profilato (non liscio), la normativa UNI EN ci illustra come procedere nel calcolo: per un pannello profilato lo spessore equivalente* coincide con lo spessore medio geometrico. Qui a lato vengono riportati i valori di resistenza termica per alcuni pannelli commercializzati da RDZ. NOTA: La posa dello strato isolante (o degli strati isolanti) deve risultare il più uniforme possibile senza lasciare spazi vuoti tra i giunti. TIPO PANNELLO STD. BASE COVER 20 COVER 30 COVER 40 NEW PLUS CIVILE LISCIO ESTRUSO 20 LISCIO ESTRUSO 30 COVER LISCIO 20 COVER LISCIO 30 INDUSTRIALE SPESSORE EQUIVALENTE* DEL PANNELLO [mm] RESISTENZA TERMICA SECONDO UNI EN 1264 [(m 2 *K)/W]

25 Condizioni preliminari strutturali generali Le condizioni preliminari per la costruzione di un impianto ad acqua calda a pavimento sono: Completamento dell intonaco interno Chiusura, senza infiltrazioni d aria, di tutte le aperture dell edificio come porte e finestre interne

26 Strati e componenti edilizi La base di supporto deve essere preparata in conformità alle norme vigenti. Eventuali tubi o condotti devo essere fissati e incassati al fine di ottenere una superficie livellata. L isolante termico/acustico deve essere appoggiato sopra tale superficie. Il tutto deve svolgersi tenendo in considerazione l altezza utile strutturale necessaria.

27 Striscia perimetrale Prima dello strato d isolamento DEVE essere posata la cornice perimetrale lungo i muri e altri componenti edilizi che PENETRANO nello strato di supporto. Deve ergersi fino alla superficie del pavimento finito ed essere tagliata solamente dopo la posa di quest ultimo permettendo un gioco del massetto di almeno 5 mm. Nel caso di più strati isolanti, la striscia perimetrale deve essere posata prima dell applicazione dello strato d isolamento superiore. Strato di supporto Rivestimento Strato d isolamento Battiscopa Striscia perimetrale

28 Strato di protezione Nel caso lo strato d isolamento non preveda un rivestimento protettivo nel contatto con lo strato di supporto, allora si rende necessario l utilizzo di una pellicola di polietilene di almeno 0,15 mm di spessore. Lo strato di protezione deve essere sovrapposto alla cornice perimetrale se quest ultima non assolve alla funzione di protezione. Utilizzando strati di supporto liquidi la protezione deve essere impermeabile in modo tale da proteggere lo strato d isolamento dal getto stesso.

29 Sicurezza: Apparecchiatura Un dispositivo di sicurezza, indipendente dal sistema di gestione dell impianto deve poter intercettare la fornitura di calore (anche in caso di assenza dell alimentazione elettrica) nei casi in cui la temperatura del fluido superi i 55 C (supporto in cemento). Valvole di arresto e dispositivi di bilanciamento: Ogni circuito oltre al dispositivo di bilanciamento deve presentare due valvole con funzione di arresto indipendente dalla regolazione stessa. Ogni locale deve avere ALMENO un circuito, tale da renderlo autonomo nella regolazione e controllo della temperatura.

30 Tubazioni Le dimensioni dei tubi in materiale plastico vengono definite dalle norme: PE-X pren ISO :2001 PB pren ISO :2001 PP pren ISO :2001 Si raccomanda di utilizzare tubi con lo strato di barriera all ossigeno, in conformità all appendice A. E necessario adottare precauzioni per proteggere l impianto dalla corrosione.

31 Distanza Installazione delle tubazioni I tubi devono essere posizionati a oltre: 50 mm di distanza dalle strutture verticali 200 mm di distanza dalle canne fumarie, caminetti aperti, trombe dell ascensore. Raggio di curvatura Non deve essere minore di quello minimo definito dalle norme pertinenti. Raccordi Tutti i raccordi inseriti nel pavimento vanno indicati con precisione nel disegno depositato.

32 Ancoraggio dei tubi Il sistema di ancoraggio dei tubi deve assicurare che le rispettive posizioni verticali e orizzontali siano mantenute come da progetto. Lo scarto massimo verticale ammesso per il tubo è di 5 mm verso l alto (tolleranza da applicare in ogni punto) Lo scarto orizzontale non deve superare ±10 mm ma solo in corrispondenza dei punti di collegamento. A tale scopo il fabbricante deve specificare la distanza massima ammessa tra i punti di ancoraggio.

33 Strati di supporto (strato di ripartizione del carico) Lo spessore dello strato è calcolato sulla base della norma nazionale (in attesa di quella europea) che prende in considerazione la capacità di carico e la classe di resistenza alla flessione: Lo spessore sopra i tubi non deve essere inferiore a 30 mm. Lo spessore dello strato superiore deve essere almeno pari a 3 volte la dimensione massima dei granelli del materiale costituente lo strato stesso. Per strati di tipo A, il cui spessore è minore di 0,1 m, occorre aggiungere il diametro esterno del tubo allo spessore calcolato Secondo RDZ è buona norma considerare almeno 45 mm di spessore del massetto sopra i tubi.

34 Giunti Si effettuano ogni qualvolta: La superficie del locale supera i 40 m 2 Almeno un lato del locale supera gli 8 m di lunghezza Nel caso di locali rettangolari con rapporto tra i lati inferiore a 2:1 è possibile superare i limiti precedentemente elencati.

35 I Giunti secondo RDZ Tagli i frazionamento Si effettuano ogni qualvolta: La superficie del locale supera i 40 m 2 Almeno un lato del locale supera gli 8 m di lunghezza Nel caso di locali rettangolari con rapporto tra i lati inferiore a 2:1 è possibile superare i limiti precedentemente elencati. Negli stipiti e nelle soglie delle porte Giunti di dilatazione Si effettuano ogni qualvolta: La superficie del locale supera i 150 m 2 Almeno un lato del locale supera i 15 m di lunghezza.

36 Giunti (di frazionamento) Nel caso si utilizzino giunti a contrazione indotta (tagli di frazionamento) questi devono essere tagliati ad una profondità non maggiore di 1/3 dello spessore dello strato. 1/3 2/3

37 Giunti (di dilatazione) I giunti di dilatazione prevedono un interruzione dello stato di supporto che, partendo dalla superficie del rivestimento arriva fino allo strato d isolamento, consentendo così il movimento reciproco e relativo degli strati stessi.

38 Giunti (di dilatazione) I giunti di dilatazione possono essere attraversati soltanto da tubi di connessione, questi ultimi dovranno presentare un rivestimento isolante e flessibile con lunghezza pari ad almeno 0,3 m Attraversamenti del giunto

39 Posa Durante questa fase la temperatura ambiente e dello strato di supporto NON devono scendere al di sotto di 5 C Successivamente si deve mantenere questo limite di temperatura per almeno 3 giorni, in tale periodo inoltre bisogna evitare un eccessiva essicazione del supporto la quale causerebbe un rapido ritiro con conseguente fessurazione, per evitare ciò è necessario chiudere il locale nella fase di asciugatura dello strato.

40 Prova di tenuta Effettuare una prova di tenuta delle tubazioni portando l impianto pieno d acqua ad una pressione pari ad almeno 2 volte la pressione nominale d esercizio e comunque non inferiore a 6 [bar]. Tale pressione dovrà essere mantenuta successivamente anche durante la posa dello strato di supporto Nel caso sussista il rischio di gelo si dovranno prendere provvedimenti tra i quali: riempimento dell impianto con prodotti antigelo* Climatizzazione del locale Nota*: Nel caso non sia previsto l uso di antigelo nel normale funzionamento dell impianto questo dovrà venir opportunamente risciacquato.

41 Avviamento iniziale del riscaldamento L operazione di avviamento dovrà avvenire trascorso il tempo di asciugatura dello strato di supporto, ovvero: 21 giorni nel caso di supporto in cemento 7 giorni nel caso di supporto di anidrite Essa procede in 2 fasi: Iniettando acqua con temperatura compresa tra C per almeno 3 giorni. In seguito portando l acqua alla temperatura massima di progetto e mantenendola tale per almeno 4 giorni. Nota: tutta la procedura dev essere documentata

42 Rivestimenti per pavimentazioni Prima della posa del rivestimento per pavimentazioni, il posatore deve verificare l idoneità della posa del rivestimento sullo strato di supporto. I rivestimenti per pavimentazioni sono conservati e installati in conformità alle norme pertinenti e alle istruzioni del fabbricante.

43 suggerimenti per la posa dei rivestimenti secondo RDZ Rivestimenti in parquets: il legno dei pavimenti viene immagazzinato nella stanza riscaldata per 7 giorni. Il riscaldamento deve essere disattivato durante la posa del parquet. Rivestimenti in fibra tessile: va interrotto il riscaldamento 48 ore prima della posa del rivestimento e almeno 48 ore dopo averlo posato. Rivestimenti in ceramica: va interrotto il riscaldamento durante la posa del rivestimento e almeno 7 giorni dopo aver ultimato il lavoro. Rivestimenti in materiale plastico: va interrotto il riscaldamento 48 ore prima dell inizio dei lavori e almeno 48 ore dopo aver ultimato la posa.

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