I prelievi di acqua ad uso potabile nel Sistema di Indagini sulle Acque Anno 1999

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1 23 dicembre 2004 I prelievi di acqua ad uso potabile nel Sistema di Indagini sulle Acque Anno 1999 L Istat diffonde i risultati dell Indagine sugli acquedotti condotta nell ambito della rilevazione Sistema delle Indagini sulle Acque - Anno 1999 (SIA 99). In particolare si presentano le statistiche relative ai volumi di acqua prelevata (prodotte per la prima volta in Italia a livello censuario), e ad alcune caratteristiche degli acquedotti pubblici. L insieme completo dei dati è disponibile all indirizzo nella sezione Consultazione dati - prelievo e trasporto dell acqua potabile. Ufficio della comunicazione Tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti Direzione centrale Censimenti sulla Popolazione, Ambiente e Territorio Progetto metodologie e statistiche ambientali Via Ravà, Isabella Pierantoni Tel Grazia Di Bella Tel Marilena Angela Ciarallo Stefano Tersigni Tel Acqua prelevata In Italia la quantità di acqua prelevata complessivamente dai corpi idrici per l uso potabile è nel 1999 pari a migliaia di metri cubi. Tale valore rappresenta il volume di acqua che alimenta gli acquedotti pubblici e in diversi casi direttamente le reti di distribuzione dell acqua potabile dei comuni. Sono esclusi dall indagine i prelievi idropotabili utilizzati per l autoapprovvigionamento. Le acque sotterranee prelevate da pozzi e sorgenti sono pari a migliaia di metri cubi (l 86,4% del totale di acqua prelevata). Il prelievo da fonti superficiali (corso d acqua superficiale, lago naturale, bacino artificiale) è di migliaia di metri cubi (il 13,3%), mentre le derivazioni da acque marine o salmastre superficiali sono pari a migliaia di metri cubi (il restante 0,3%). Le acque sotterranee sono in genere di migliore qualità rispetto alle acque superficiali e costituiscono la fonte di acqua potabile più economica. Le acque superficiali, presentando parametri di qualità incompatibili con il consumo potabile, necessitano di un idoneo trattamento di potabilizzazione con costi elevati. Nel caso delle acque marine il processo di desalinizzazione può comportare procedure complesse e costose. Come si osserva nel grafico riportato in Figura 1, i prelievi da pozzi sono prevalenti, rispetto alle altri fonti di approvvigionamento, raggiungendo il valore di migliaia di metri cubi (il 48,6% del volume complessivamente prelevato). I prelievi da sorgenti sono pari a migliaia di metri cubi (il 37,9% del totale), mentre per quanto riguarda i prelievi da acque superficiali, maggiori sono quelli dai bacini artificiali (8,1%); seguono quelli dai corsi d acqua superficiali (4,8%) e dai laghi naturali (0,4%).

2 Figura 1 - Acqua prelevata in Italia per uso potabile per tipologia di fonte (valori percentuali) Anno 1999 Lago naturale 0,4% Corso d'acqua superficiale 4,8% Bacino artificiale 8,1% Acque marine o salmastre di superficie 0,3% Sorgent e 37,9% Pozzo 48,6% Per analizzare la distribuzione territoriale del fenomeno è utile osservare il cartogramma in Figura 2, dove sono rappresentati i volumi di acqua complessivi prelevati in ogni comune. La distribuzione dei prelievi dipende dalla localizzazione delle risorse disponibili, dalle caratteristiche insediative della popolazione, ovvero dall offerta e dalla domanda, e conseguentemente, dalle strategie di gestione delle risorse. Figura 2 - Acqua prelevata in Italia per uso potabile (migliaia di metri cubi) Anno 1999 L esame dei volumi di acqua prelevati dalle diverse fonti per ripartizione territoriale (Figura 3) evidenzia che i prelievi da pozzi rappresentano la quota predominante nell Italia Nord-ovest, Nord-est e per le Isole, mentre quelli da sorgenti sono prevalenti nell Italia centrale e nel Sud.

3 Figura 3 - Acqua prelevata in Italia per tipologia di fonte e per ripartizione geografica (migliaia di metri cubi) Anno Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Sorgente Pozzo Corso d'acqua superficiale Lago naturale Bacino artificiale Acque marine o salmastre di superficie Nella Tavola 1 i dati di acqua prelevata sono riportati per bacino idrografico 1. I bacini idrografici rappresentano, rispetto alle unità amministrative, un riferimento territoriale più consono ai fini dell analisi delle risorse idriche. Dai dati rilevati si riscontra una elevata variabilità dei volumi di acqua prelevata, fortemente dipendente dall ampiezza dei singoli bacini idrografici sia in termini di popolazione che di superficie territoriale. In particolare si rileva la forte incidenza del bacino del Po con un totale di migliaia di metri cubi, corrispondente al 27,3% del totale prelevato in Italia. In tale bacino, inoltre, sono prelevati da pozzi migliaia di metri cubi che rappresentano il 41,7% dei prelievi da pozzo rilevati su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda i prelievi dalle altre fonti, si segnala il bacino del Tevere per la quota più elevata di prelievi da sorgenti con migliaia di metri cubi (19,0%) e i bacini dell Italia meridionale e insulare per quelli da invasi artificiali (in particolare la Sardegna deriva da bacini artificiali migliaia di metri cubi corrispondente al 22,8% del totale nazionale). 1 All indirizzo i dati sono disponibili ai livelli territoriali amministrativi (ripartizione geografica, regione, provincia) e per Ambiti territoriali ottimali.

4 Tavola 1 - Prelievi di acqua per fonte di approvvigionamento e bacino idrografico (migliaia di m 3 ) Anno 1999 Acque sotterranee BACINI IDROGRAFICI (a) Sorgente Pozzo Totale Corso d'acqua Acque superficiali Lago naturale Bacino artificiale Totale Acque marine o salmastre Totale Nazionali Po Adige Piave Tagliamento Livenza Isonzo Brenta- Bacchiglione Arno Tevere Liri-Garigliano Volturno Interregionali Lemene Fissero-Tartaro- Canal Bianco Magra Reno Conca-Marecchia Fiora Tronto Sangro Trigno Saccione Fortore Ofanto Sele Bradano Noce Sinni Lao Regionali Friuli-Venezia Giulia Veneto Liguria Emilia-Romagna Toscana Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Internazionali Internazionale Italia (a) La tipologia e la denominazione dei bacini idrografici sono stabilite dalla Legge 18 maggio 1989, n Le elaborazioni per bacino idrografico sono state effettuate sommando i dati dei comuni appartenenti ai singoli bacini. I comuni il cui territorio risulta ripartito su più bacini sono stati attribuiti al bacino in cui ricade il principale centro abitato secondo il criterio elaborato dal Ministero dei lavori pubblici.

5 Acquedotti Nel 1999 gli acquedotti presenti in Italia sono e presentano una forte variabilità in termini gestionali, funzionali e dimensionali. Per descrivere tale disomogeneità sono state considerate cinque variabili di classificazione: classi di acqua prelevata, diffusione territoriale, fonte prevalente di approvvigionamento, numero di comuni serviti, forma giuridica dell ente gestore. Nella Tavola 2 si riportano i dati relativi agli acquedotti classificati per diffusione territoriale e classe di acqua prelevata, gli altri dati sono consultabili all indirizzo 2. Tavola 2 - Acquedotti per diffusione territoriale e classe di acqua prelevata (migliaia di metri cubi) Anno 1999 CLASSI DI ACQUA PRELEVATA Comunale Intercomunale Interprovinciale Interregionale Interripartizionale Internazionale Totale > Totale (a) (a) Il totale è al netto degli acquedotti non classificabili. L Italia è caratterizzata dalla presenza di un numero predominante di piccoli acquedotti, ovvero acquedotti che prelevano e riforniscono un solo comune e con prelievi inferiori a metri cubi di acqua per anno. Osservando la tavola si nota che acquedotti hanno una diffusione comunale, sono intercomunali, 186 interprovinciali. Una piccola percentuale ha una diffusione interregionale, interripartizionale e internazionale (questi ultimi coinvolgono comuni del territorio estero di S. Marino e della Francia). La distribuzione per classi di acqua prelevata risulta molto concentrata. I primi sette acquedotti (Acquedotto pugliese, Acquedotto del Peschiera, Acquedotto campano, Acquedotto del comune di Milano, Acquedotto del comune di Torino, Acquedotto Campania occidentale, Acqua Marcia) prelevano il 22,3% del totale di acqua prelevata a scopo potabile in Italia, mentre acquedotti appartengono alle prime tre classi ovvero prelevano quantità inferiori o uguali a 2 milioni di metri cubi all anno. 2 Sul totale di acquedotti esistenti in Italia il 5,0 % (pari a 619 acquedotti) non è classificabile per i seguenti motivi: acquedotti che non prelevano direttamente dalle fonti ma prelevano acqua esclusivamente da altri acquedotti, acquedotti che non servono direttamente alcun comune ma riforniscono un altro acquedotto, acquedotti che prelevano quantità di acqua inferiore a metri cubi/anno, e quindi quantità non osservabili, acquedotti non in esercizio nel corso del 1999, acquedotti il cui questionario non è pervenuto e non si è ritenuto necessario ricostruire il dato di acqua prelevata perché ininfluente rispetto al bilancio comunale.

6 Note informative Il Sistema delle Indagini sulle Acque 1999 Il SIA 99 è costituito da sette indagini distinte ma connesse tra loro: Indagine preliminare sugli enti gestori dei servizi idrici; Indagine sugli Enti gestori dei servizi idrici; Indagine sugli Acquedotti; Indagine sulle Reti di distribuzione dell acqua potabile; Indagine sulle Reti fognarie; Indagine sugli Impianti di depurazione delle acque reflue urbane; Indagine sull Approvvigionamento idrico, sui servizi di fognatura e di depurazione. L indagine preliminare, svolta presso i Comuni, ha permesso di individuare la lista degli Enti gestori operanti in Italia. Nel mese di giugno del 2000 a ciascun gestore sono stati inviati i questionari relativi alle corrispondenti infrastrutture gestite secondo il numero e la tipologia degli impianti ad essi associati. L ultimo questionario del SIA 99, inviato ai Comuni, raccoglie informazioni sulla popolazione raggiunta dai servizi idrici e sul soddisfacimento del fabbisogno idrico. I bacini idrografici La suddivisione del territorio italiano in bacini idrografici costituisce una partizione significativa per l osservazione del fenomeno idrico. La legge 183/89 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo indica il bacino idrografico come unità più adeguata ai fini delle azioni necessarie per la difesa dei suoli, il risanamento delle acque, l'accessibilità e la gestione delle risorse idriche e la protezione dell'ambiente. La legge 183 classifica i bacini idrografici in bacini di rilievo nazionale, interregionale e regionale; individua i bacini di rilievo nazionale ed interregionale e definisce i bacini regionali come residuo rispetto alle prime due tipologie. Sebbene non considerati nella legge 183/1989, esistono delle porzioni di territorio nell'arco alpino che appartengono ad un bacino idrografico internazionale, che è condiviso con altri paesi confinanti. Glossario Acquedotto Si intende il complesso di opere di captazione e adduzione dell acqua ad uso potabile, con qualsiasi portata, dalle fonti alla vasca di accumulo (serbatoio, vasca di carico) che alimenta la rete di distribuzione dell abitato e degli altri luoghi di consumo. Bacino idrografico Territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono in un determinato corso d acqua direttamente o a mezzo di affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del medesimo corso d acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci del mare ed il litorale marittimo prospiciente; qualora un territorio possa essere allagato da più corsi d acqua, esso si intende ricadente nel bacino idrografico il cui bacino imbrifero montano ha la superficie maggiore (legge 18 maggio 1989 n. 183). I bacini idrografici vengono suddivisi in: bacini di rilievo nazionale; bacini di rilievo interregionale; bacini di rilievo regionale. Diffusione territoriale dell acquedotto La diffusione territoriale dell acquedotto è definita considerando i comuni in cui avviene il prelievo ed i comuni di adduzione ovvero i nodi di partenza ed i nodi di arrivo dell infrastruttura. Le modalità di classificazione sono le seguenti: Comunale: il comune di prelievo e di adduzione coincidono; Intercomunale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa provincia; Interprovinciale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa regione ma a provincie diverse;

7 Interregionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa ripartizione geografica ma a regioni diverse; Interripartizionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono a ripartizioni geografiche diverse; Internazionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono a nazioni diverse. Avvertenze Ripartizioni geografiche Nord-ovest comprende: Piemonte, Valle d'aosta, Lombardia, Liguria; Nord-est comprende: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna; Centro comprende: Toscana, Umbria, Marche, Lazio. Sud comprende: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; Isole comprende: Sicilia, Sardegna.

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