Campania illustrata MASCHIO ANGIOINO

Transcript

1 Campania illustrata MASCHIO ANGIOINO Come è ampiamente noto, il Castel Nuovo meglio conosciuto come Maschio Angioino, vero e proprio edificio simbolo della città di Napoli, ha nel suo aspetto poco o nulla di angioino. L incarico della sua costruzione venne sì da Carlo d Angiò, il quale riteneva oramai insufficienti le due fortezze di Castel dell Ovo e Castel Capuano, e sotto la direzione di Pierre de Chaule venne terminato nel Due secoli dopo Alfonso d Aragona, dal 1453 in avanti, ordinò una sostanziale ricostruzione del castello, facendogli acquisire le sembianze che ha ancora oggi, al punto che dell originario impianto di età angioina non rimane che la Cappella Palatina risalente ai primi anni del Trecento e poco altro. Nel ripensamento del Castel Nuovo furono inglobate le precedenti torri angioine trasformandole in quattro possenti torri circolari, alle quali ne fu aggiunta una quinta di nuova costruzione. La vera e propria innovazione fu rappresentata però dall introduzione del marmoreo Arco di Trionfo celebrativo della conquista aragonese, inizialmente commissionato da re Alfonso a Guillem Sagrera, già realizzatore della Gran Sala dei Baroni all interno del castello. Strutturato in realtà in due archi sovrapposti, per un altezza complessiva pari a quella delle due torri che lo affiancano, l Arco trionfale ha conosciuto l opera di una moltitudine di artisti, di varia provenienza, tra cui ebbero un ruolo maggiore Francesco Laurana e Pietro da Milano. Tra i tanti rilievi scultorei che impreziosiscono il monumento, quello del fregio centrale si segnala per la forte valenza celebrativa: si tratta della rappresentazione del corteo che ha seguito l ingresso trionfale di Alfonso d Aragona a Napoli il 26 febbraio del 1443, un evento che suscitò lo stupore dei napoletani e che venne registrato e descritto dagli storici del tempo e successivi (si segnala a questo riguardo una bella tavola calcografica raffigurante l ingresso trionfale di Alfonso, contenuta nel terzo tomo dell Historia della città e Regno di Napoli di Giovanni Antonio Summonte edita nel 1748). L arco superiore avrebbe dovuto accogliere una statua equestre del sovrano aragonese, scolpita da Donatello, ma che in realtà non fu mai realizzata. Nell illustrazione di Federico Pesche per la guida di Sarnelli del 1685, possiamo notare che lo spazio delimitato da questo secondo arco superiore, oggi aperto, era chiuso da una grata. Circa due secoli dopo invece, il medesimo spazio, appariva murato da mattoni: ciò risulta evidente nella litografia realizzata da L. De Vegni per l Atlante illustrativo del

2 2

3 Il confronto delle due tavole sopra citate permette anche un ulteriore riscontro. Il secondo arco è sormontato da un livello superiore in cui quattro nicchie ospitano le statue delle Virtù (Temperanza, Giustizia, Fortezza e Magnanimità); a seguire un timpano semicircolare racchiude le sculture di due Fiumi e alla sommità in alto è collocata una statua raffigurante San Michele Arcangelo. Già nel 1845 (vedi tavola dal Zuccagni-Orlandini) la statua del santo appare priva delle ali, come è tutt ora, mentre erano ben visibili al tempo in cui Pesche disegnò l Arco per la guida di Pompeo Sarnelli nel Inoltre sempre in Sarnelli sono riconoscibili due ulteriori statue vicine raffiguranti San Antonio Abate e San Sebastiano, oggi mancanti, poste in altrettante nicchie ricavate nella merlatura della struttura muraria, di cui quella di destra (San Sebastiano) risulta già ampiamente mutila nella successiva litografia del Nell opera di Cuciniello e Bianchi (1829) le statue dei tre santi vengono attribuite a Giovanni da Nola e ricondotte quindi al viceregno di Pietro da Toledo. 3

4 La guida di Parrino del 1725 presenta due ampie vedute dell area del Castel Nuovo: una rivolta alla stessa fortezza, dove evidenti sono il fossato costruitovi intorno e il molo retrostante (si rimanda per questa alla scheda sul Maschio Angioino), e l altra disegnata avendo alle spalle la fortezza e quindi con uno sguardo d insieme sul Largo di Castello, con tutti i caseggiati che vi si affacciavano, e con Castel Sant Elmo sullo sfondo. Il Largo di Castello fu concepito negli ultimi anni del Cinquecento su progetto di Domenico Fontana, il quale decise di abbellire lo slargo con l introduzione di due fontane artistiche. Nell illustrazione del Parrino si intravede sulla destra il portale della Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, la quale sarà inglobata nel nuovo Palazzo San Giacomo ultimato nel

5 Questo percorso web è stato realizzato dal Dott. Giuseppe Gianluca Cicco nell ambito del Progetto POR FESR Obiettivo Operativo1.10 La cultura come risorsa attività C Sviluppo di tecnologie per la digitalizzazione e messa in rete di archivi e biblioteche, dal titolo: Riversamento dell OPAC di Bibliorete nella Rete SBN Polo CAM e digitalizzazione del patrimonio antico relativo al territorio campano nei secoli XVII-XVIII 5