METODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

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1 METODI DI RICERCA E DI VALUTAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO LUMSA Dott.ssa Giulia Pecora giulia.pecora@uniroma1.it

2 Lo sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia Perché valutare il linguaggio? Imparare a parlare è la prima e più importante tappa dello sviluppo psicologico del bambino Può rappresentare un campanello d allarme per diversi problemi precoci, cognitivi e relazionali Il ritardo nell acquisizione del linguaggio rappresenta uno dei motivi più frequenti di consultazione clinica in età prescolare Importanza per la ricerca: accrescere conoscenze su meccanismi di sviluppo del linguaggio e su modalità di interazione con altre capacità In passato: osservazione diretta e prolungata del comportamento spontaneo in contesti naturali da un lato, ha permesso di registrare in modo dettagliato lo sviluppo del bambino e di descriverne le tappe principali dall altro, limite di non poter studiare ampi campioni difficoltà in generalizzazione dei risultati, analisi delle differenze individuali, disporre di conoscenze approfondite per valutazione

3 Lo sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia Più recentemente: perfezionamento delle tecniche di osservazione tramite registrazione, strutturazione del contesto di osservazione e creazione di schemi di codifica Inoltre: strumenti indiretti di valutazione Strumenti diretti prove somministrate direttamente al soggetto e osservazioni in situazioni naturalistiche o di laboratorio Strumenti indiretti questionari e interviste somministrate ai genitori o ad un adulto che conosca bene il bambino e abbia conoscenza dei suoi processi comunicativi Utili per bambini piccoli, a cui è difficile somministrare prove

4 Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Sintassi Grammatica Funzioni comunicative Contesto Pragmatica Conversazione Discorso

5 Lo sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia Solitamente il linguaggio viene appreso senza uno specifico insegnamento da parte degli adulti, attraverso esposizione al linguaggio Tuttavia, circa il 10% della popolazione infantile tra 3 e 5 anni presenta difficoltà ad acquisire il linguaggio. Problema che molti bambini continuano a presentare anche nel periodo scolare Individuazione delle tappe dello sviluppo comunicativo e linguistico: 1. Fase della comunicazione preintenzionale 2. Fase della comunicazione intenzionale 3. Fase del primo linguaggio 4. Fase dello sviluppo morfosintattico Comunicazione preverbale Acquisizione del linguaggio Durante il primo anno di vita: sviluppo di capacità cognitive, relazionali, comunicative e fonoarticolatorie, indispensabili per le acquisizioni successive Importanza dell uso dei simboli

6 Fasi e tappe dello sviluppo comunicativo e linguistico FASI E TAPPE ETÀ DI COMPARSA (mesi) 1. Fase della comunicazione preintenzionale 0-9 Vocalizzazioni non di pianto 2-6 Lallazione canonica 6-7 Attenzione condivisa o triadica Fase della comunicazione intenzionale 9-12 Prima comprensione del linguaggio 8-10 Gesti comunicativi deittici 9-12 Gesti comunicativi referenziali Fase del primo linguaggio Produzione delle prime parole Sviluppo lessicale: prime 50 parole Esplosione del vocabolario Fase dello sviluppo morfosintattico Prime combinazioni di parole 20 Prime frasi Prime capacità morfosintattiche 30-36

7 Fasi e tappe dello sviluppo comunicativo e linguistico Lallazione: 6-7 mesi. Bambino immerso in ambiente affettivamente ricco. Gli adulti interpretano comportamenti gestuali e vocali del bambino come segnali del suo stato di benessere/malessere e vi rispondono adeguatamente Attenzione condivisa: 8-9 mesi. Il bambino condivide con il partner l attenzione su un oggetto o un evento esterno (argomento della conversazione). - Tra 9-10 mesi: il bambino comincia a comunicare intenzionalmente, comprende il linguaggio di chi gli sta intorno (si gira quando viene chiamato) Gesti comunicativi: 9-14 mesi. Compaiono gesti come indicare, mostrare, offrire e richiedere con la mano: Gesti deittici (9-12 mesi). Si riferiscono ad un oggetto o un evento e il loro significato si ricava dalla situazione in cui sono prodotti. Gesti referenziali: rappresentano un referente specifico. Il significato non varia al variare della situazione in cui vengono prodotti (es., fare «ciao ciao» con la mano)

8 Tappe nello sviluppo dell indicazione Compare attorno ai 12 mesi Controllo dello sguardo prima di fare il gesto dai 15 mesi Solo attorno ai 18 mesi il bambino riesce a capire se l indicare è rivolto allo spazio retrostante il bambino

9 - scuotere la testa per dire no - muovere la testa per dire si - scuotere l indice per proibire, rifiutare o negare - fare ciao con la mano - battere le mani per dire bravo - accostare l indice alle labbra per dire silenzio, zitto - toccare la guancia con l indice per dire mi piace - sollevare le mani col palmo in su per dire non c è più - fare il gesto di telefonare col pugno chiuso o con la cornetta giocattolo - fare il gesto di pettinare o pettinarsi col palmo vuoto o col pettine-giocattolo - fare il gesto di picchiare qualcosa ASSESSMENT NELLA PRIMA INFANZIA Lista dei gesti rappresentativi più frequentemente usati dai bambini italiani nel secondo anno di vita (Camaioni et al., 1992) - fare il gesto di guidare come se si avesse in mano un volante

10 Fasi e tappe dello sviluppo comunicativo e linguistico FASI E TAPPE ETÀ DI COMPARSA (mesi) 1. Fase della comunicazione preintenzionale 0-9 Vocalizzazioni non di pianto 2-6 Lallazione canonica 6-7 Attenzione condivisa o triadica Fase della comunicazione intenzionale 9-12 Prima comprensione del linguaggio 8-10 Gesti comunicativi deittici 9-12 Gesti comunicativi referenziali Fase del primo linguaggio Produzione delle prime parole Sviluppo lessicale: prime 50 parole Esplosione del vocabolario Fase dello sviluppo morfosintattico Prime combinazioni di parole 20 Prime frasi Prime capacità morfosintattiche 30-36

11 Fasi e tappe dello sviluppo comunicativo e linguistico Prime parole: mesi, parallelamente alla comparsa dei gesti referenziali. Inizialmente sono altamente contestualizzate (es., dice «ciao» solo quando gioca con il telefonogiocattolo). Si riferiscono a: - Persone familiari - Oggetti familiari - Azioni che producono abitualmente Inizialmente protoparole: suoni simili alle parole (es., «dà», «baubau») Nel primo sviluppo lessicale (12-16 mesi) si verificano due processi: - Processo di decontestualizzazione: uso delle parole maggiormente generalizzato e indipendente dal contesto - Processo di convenzionalizzazione: passaggio dall uso di segnali comunicativi idiosincratici a segnali stabili e condivisi Intorno ai 18 mesi: forte accelerazione dello sviluppo lessicale «esplosione del vocabolario»: il bambino acquisisce molte parole nuove. Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo, il vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole. In questo periodo diminuiscono i gesti referenziali Prime frasi: il bambino comincia a combinare due o più parole insieme. Successivamente, apprende la grammatica e la sintassi. Tale processo viene completato intorno al terzo anno di vita. Sviluppo morfosintattico.

12 Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Errore di sovraestensione Il bambino chiama cane qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sottoestensione Il bambino chiama bambola esclusivamente la sua bambola preferita Errore di sovrapposizione Il bambino usa aprire per riferirsi non soltanto all azione di aprire una porta, ma anche all azione di accendere la luce

13 La lunghezza media dell enunciato (LME) Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica delle produzioni verbali nei primi tre anni di vita Brown 1973 LME Presupposto: la complessità della frase può essere valutata in base al numero degli elementi che la compongono Lingua italiana Si calcola il numero di parole per ogni enunciato (LMEp) 13

14 Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio Media Minimo Massimo Età di comparsa delle prime parole 13 mesi 8 mesi 18 mesi Ampiezza del vocabolario a 20 mesi 50 parole 22 parole 628 parole Comprensione di parole a 8-10 mesi 30 parole nessuna 200 Comprensione di parole a mesi Età di comparsa delle prime frasi 20 mesi 14 mesi 24 mesi

15 La consapevolezza metalinguistica Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati Verbi che si riferiscono a stati mentali Credere, pensare, immaginare, dubitare Verbi che si riferiscono ad atti linguistici Pregare, maledire, promettere, ordinare Termini con cui ci si riferisce a parti o unità del codice linguistico Parole, frasi, sillabe, lettere 15

16 La valutazione dello sviluppo comunicativo e linguistico nella prima infanzia: strumenti specifici per diversi aspetti Questionario sullo Sviluppo Comunicativo e Linguistico nel secondo anno di vita (QSCL) Camaioni et al. (1992) Valutazione dell uso di vocalizzi, gesti comunicativi, parole e frasi Primo Vocabolario del Bambino (PVB) Caselli e Casadio (1995) Lunghezza Media dell Enunciato (LME) Valutazione della comprensione del linguaggio Valutazione della complessità morfosintattica

17 QSCL e PVB: somiglianze Approccio socio-costruttivista: il linguaggio è il risultato sia delle influenze del contesto sociale in cui viene appreso, sia di prerequisiti cognitivi Stesse modalità di somministrazione: in entrambi i casi, si chiede ai genitori (o agli educatori, nonni, ecc.) di compilare il questionario, in quanto considerati fonti attendibili per la raccolta delle informazioni (purché vengano seguite correttamente le istruzioni) a) Si chiedono informazioni sul comportamento attuale del bambino b) Si chiedono informazioni sui comportamenti emergenti del bambino (sono presenti, ma non di frequente) c) Non prevedono domande aperte e generiche QSCL e PVB: differenze QSCL: indaga cosa il bambino «fa» per comunicare (prestazione) PVB: indaga cosa il bambino «sa» (competenza)

18 QSCL: la struttura del questionario ASSESSMENT NELLA PRIMA INFANZIA

19 QSCL Indaga lo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino nel secondo anno di vita 2 forme: - Forma I (12/16 mesi) - Forma II (20 mesi) Questionario strutturato, in cui si indagano comportamenti che solitamente vengono messi in atto dal bambino in 6 contesti di vita quotidiana altamente familiari Il genitore/educatore indica quale comportamento il bambino produce, in quali situazioni e con quale frequenza (mai/qualche volta/spesso) Per ciascun contesto c è un elenco di comportamenti comunicativi e non comunicativi di tipo motorio-gestuale-linguistico (esempi: pianto, gesti, vocalizzi, parole, frasi) Considerati sia comportamenti attualmente esibiti sia comportamento emergenti

20 QSCL I sei contesti: 1. Cosa fa il bambino quando ha fame? 2. Cosa fa il bambino quando vuole uscire di casa? 3. Come si comporta il bambino quando vuole un giocattolo? 4. In assenza della persona preferita, cosa fa il bambino per richiamarla? 5. Quando guardate/leggete insieme un libro, cosa fa il bambino? 6. Quando giocate insieme al cucù-settete, cosa fa il bambino?

21 QSCL Oltre ai sei contesti, entrambe le Forme I e II includono due liste: 1. Lista di 15 gesti comunicativi (es., «fa ciao con la mano») 2. Lista di 15 parole (es., «mamma», «ciao») Il genitore/educatore indica quale comportamento il bambino produce, in quali situazioni e con quale frequenza (mai/qualche volta/spesso) Forma I: due liste aggiuntive sulle abilità motorie (A: 7 item per i 12mesi; B: 8 item per i 16 mesi) Differenze tra Forma I e II: Forma II include anche la produzione di semplici frasi (combinazione di due o tre parole) e combinazioni di gesto e parola (es., «indica le figure nominandole») Vista la maggiore età, la Forma II non include la lista dedicata alle abilità motorie

22 QSCL Il questionario viene consegnato al genitore/educatore circa 10 giorni prima dell età suggerita per la rilevazione (12, 16 o 20 mesi) Si chiede di compilare il questionario nella maniera più completa e accurata possibile dopo aver osservato ripetutamente il bambino nei diversi contesti di vita quotidiana indicati Il questionario viene ritirato 1 settimana dopo il compimento del mese da parte del bambino Per genitori con basso livello di scolarità e/o di classe socio-culturale svantaggiata, si consiglia di compilare il questionario insieme al genitore Nella griglia di risposta, la voce «a volte» si riferisce ad una frequenza di 2-3 volte durante il periodo di osservazione; la voce «spesso» si riferisce ad una frequenza maggiore alle 3 volte

23 QSCL ASSESSMENT NELLA PRIMA INFANZIA Categorie di codifica dei comportamenti verbali e non-verbali: P = PIANTO A = RICORSO ALL ADULTO S = COMPORTAMENTO SOLITARIO I = INDICAZIONE G = GESTI REFERENZIALI V = VOCALIZZI L = PAROLE IL = INDICAZIONE+PAROLA F = FRASI (es., quando il bambino ha fame, piange) (es., quando il bambino ha fame, porta la madre verso il cibo) (es., quando il bambino vuole un giocattolo, il bambino se lo va a prendere) (es., il bambino indica all adulto il giocattolo che desidera) (es., il bambino porta la mano all orecchio fingendo di telefonare) (es., il bambino usa un particolare vocalizzo per riferirsi al cibo) (es., il bambino usa una parola specifica per riferirsi al cibo) (es., il bambino indica l oggetto desiderato nominandolo) (es., il bambino usa frasi semplici come «dà palla» o «mio orso», quando desidera un giocattolo)

24 QSCL Per ogni item del questionario, si attribuisce un punteggio di alle tre voci di frequenza (mai/qualche volta/spesso) Quando una categoria compare più di una volta in un contesto, si conta il punteggio più alto registrato in quel contesto specifico I punteggi ottenuti da ciascun soggetto a tutti gli item nei sei contesti, vengono sommati e divisi per il numero di contesti in cui i diversi item sono effettivamente previsti Quindi si ottiene un punteggio medio per ogni soggetto relativamente a ciascuna delle 7 (Forma I) o 9 (Forma II) categorie di codifica Anche per lista abilità motorie: punteggio alle tre voci di frequenza, poi somma dei punteggi: punteggio globale Per le due liste di gesti e parole di entrambe le forme, si utilizza il numero totale di gesti e parole che ciascuna persona è in grado di produrre a ciascuna età

25 QSCL Variabili criteriali scelte in base alla validità predittiva (capacità delle variabili indagate a 12 e 16 mesi di predire lo sviluppo linguistico a 20 mesi, misurato in termini di ampiezza del vocabolario) - Per lo sviluppo comunicativo preverbale: indicazione, gesti referenziali e ricorso all adulto (a 12 e 16 mesi); indicazione e ricorso all adulto (20 mesi) - Per lo sviluppo comunicativo verbale: parole (a 12, 16 e 20 mesi) e frasi (a 20 mesi) Standardizzazione dei punteggi grezzi in punti z e quindi in punti T - Punti standard T: media 50, deviazione standard 10 (scala da 0 a 100) - Se il punto T (corrispondente al punteggio grezzo) cade nell intervallo di ± 1 deviazione standard: livello di sviluppo normale - Se il punto T si colloca al di sotto di 1 deviazione standard dalla media in almeno due delle cinque misure criteriali: potenziale condizione di rischio Sia per entrambe le Forme I e II, sia per le attività motorie della Forma I

26 QSCL: prospetto della struttura del questionario CONTESTI N item Forma I N item Forma II 1 Che cosa fa il bambino quando ha fame? Che cosa fa il bambino quando vuole uscire di casa? Come si comporta il bambino quando vuole un giocattolo? In assenza della persona preferita, che cosa fa il bambino per richiamarla? 5 Quando guardate/leggete insieme un libro, che cosa fa il bambino? Quando giocate insieme il cucù-settete, che cosa fa il bambino? 9 11 LISTE 7 Gesti referenziali Parole Abilità motorie 12 mesi: 7 16 mesi: 8 Assente

27 Per saperne di più Camaioni, L., Aureli, T., & Perucchini P. (2004). «Osservare e valutare il comportamento infantile». Il Mulino Camaioni, L., Caselli, M. C., Volterra, V., & Luchenti, S. (2007). «Questionario sullo Sviluppo Comunicativo e Linguistico nel Secondo Anno di Vita». Giunti Editore Organizzazioni Speciali

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