4. LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE

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1 Il linguaggio è un ottimo strumento di comunicazione, ed è lo strumento di comunicazione per eccellenza della specie umana. E legittimo quindi chiedersi se linguaggio e comunicazione non siano in fondo la stessa cosa, ovvero se il linguaggio non sia un sistema emerso, o evoluto, nella specie umana proprio per la sua funzione comunicativa. Su questa cruciale questione, i linguisti hanno visioni diversificate, e si possono individuare due posizioni fondamentali: - Il linguaggio è un sistema cognitivo, strettamente legato al pensiero. Il linguaggio ha sue specifiche caratteristiche e regole, che non sono le stesse su cui si basa la comunicazione (posizione mentalista). - Il linguaggio è fondamentalmente uno strumento di comunicazione, si è sviluppato nella specie per rispondere alle esigenze di comunicazione, il modo in cui funziona dipende fondamentalmente dalla sua funzione comunicativa (posizione funzionalista). La visione su cui ci soffermeremo è la prima, che è la visione del linguaggio che abbiamo già descritto nelle precedenti lezioni. Possiamo individuare due tipi di argomenti alla base della distinzione tra linguaggio e comunicazione: - Alcune delle proprietà fondamentali del linguaggio sono caratteristiche non ottimali ai fini della comunicazione. Un esempio di ciò è la ricorsività sintattica, che permette di costruire frasi illimitatamente lunghe mentre le necessità della comunicazione impongono dei limiti piuttosto ristretti alla lunghezza degli enunciati; un altro esempio è la presenza di ambiguità presente nel linguaggio. - L analisi approfondita del funzionamento della comunicazione evidenzia come per saper comunicare non basti sapere una lingua. Gli umani quando comunicano mettono in atto delle abilità mentali (cognitive) che non fanno parte della grammatica. La conoscenza di una lingua è necessaria per la comunicazione linguistica, ma non è sufficiente. In queste pagine cercheremo di chiarire questo aspetto. Una visione molto semplice (e sbagliata) di come funziona la comunicazione linguistica è il modello del codice. Un codice è un sistema in cui un particolare segnale comunica sempre lo stesso messaggio, in maniera non ambigua; nel codice semaforico, il rosso vuol dire costantemente fermati ; nel codice Morse tre punti vogliono dire costantemente s. Secondo il modello del codice, la comunicazione consiste in un passaggio di informazioni che utilizza una lingua come, appunto, un codice. L emittente codifica, traducendo in suoni linguistici l informazione elaborata mentalmente, e il ricevente decodifica, traducendo i suoni linguistici in informazione. Quella che segue è una schematizzazione molto semplificata, che illustra come il concetto ALBERO passi dalla mente del parlante alla mente dell ascoltatore.

2 ALBERO ALBERO codifica [albero] decodifica Lo studio della comunicazione linguistica ha portato a capire che se è vero che le operazioni linguistiche, che ci permettono di formare e comprendere le frasi (codifica e decodifica), sono un elemento indispensabile del processo comunicativo, nella comunicazione avviene anche un passaggio di informazione che non è contenuta nel significato linguistico degli enunciati, e che si affianca e si aggiunge a questo. Perché questo il passaggio di informazione abbia luogo, chi ascolta deve essere intenzionato (non necessariamente in modo del tutto consapevole) a inferire il contenuto non codificato dalla lingua. La capacità di fare inferenze si basa su caratteristiche proprie del funzionamento della mente umana, che vengono usate anche nella comunicazione. Una di queste caratteristiche della cognizione umana, impiegata anche nella comunicazione, è la ricerca della rilevanza. Qualcosa (che sentiamo, vediamo, ma anche pensiamo o ricordiamo) ci appare rilevante se ci permette di utilizzare informazioni disponibili per arrivare a conclusioni che ci interessano (cioè tolgono un dubbio, confermano un sospetto, correggono un informazione sbagliata, ecc.). Uno stimolo è tanto più rilevante quanto più interessante è la conclusione che ne possiamo trarre, ma anche quanto meno è complesso da elaborare. Ad esempio immaginiamo la seguente situazione: Francesca è invitata a cena dall amico Gianni. Francesca non ama la carne in generale, ed è allergica al pollo. Perciò chiede a Gianni cosa ci sarà da mangiare. Gianni potrebbe dare una delle tre risposte seguenti: (1) Preparerò della carne (2) Preparerò del pollo (3) O preparerò del pollo, o (7 2-3) non fa 46 Tutte e tre le risposte danno a Francesca l informazione che le serve, ma è intuitivo che la (2) è la più rilevante. E più rilevante della (1), perché è più precisa (in effetti implica la (1)), ed è più rilevante della (3) perché, pur essendo equivalente nei contenuti, è più facile da elaborare. L input più rilevante è quello che permette a Francesca di arrivare più facilmente e chiaramente alla decisione di non andare a cena da Gianni, o di chiedergli di cambiare menù. La natura della mente umana è tale che la nostra percezione tende automaticamente a selezionare gli stimoli potenzialmente rilevanti, la nostra memoria tende automaticamente ad attivare i ricordi rilevanti e la nostra capacità di inferenza tende ad elaborare questi dati nel modo più produttivo.

3 L intenzione comunicativa. Una caratteristica della comunicazione umana - che differisce da quella di molte specie animali - è la sua intenzionalità. Perché la comunicazione inferenziale funzioni ci deve essere l intenzione informativa, cioè l intenzione ad informare chi ascolta su qualcosa, e l intenzione comunicativa, cioè l intenzione ad informare chi ascolta del fatto che abbiamo un intenzione informativa. Chi ha un intenzione comunicativa crea delle aspettative in chi ascolta. E l atto stesso della comunicazione che le crea: il ricevente sa che l emittente pensa che ciò che sta per comunicare sia di interesse per il ricevente. Questo vale anche per la comunicazione non verbale. Se una persona che incontro per strada agita le braccia verso di me e poi indica un punto dall altro lato della strada, il suo comportamento mi fa capire che lui pensa che se guarderò in quel punto vedrò qualcosa di interessante per me. Le azioni che evidenziano l intenzione comunicativa creano sempre aspettative nel ricevente. L aspettativa più comune è che ciò che l emittente mostra di voler comunicare sia rilevante. La comprensione si ottiene quando l intenzione comunicativa è soddisfatta, cioè quando chi ascolta riconosce l intenzione informativa. Le aspettative attivano l inferenza. Nella comunicazione facciamo in modo di capire ciò che le altre persone intendono. Succede infatti che: i) Riusciamo a capire significati che sono comunicati direttamente ii) Riusciamo a capire significati sono comunicati non direttamente Immaginiamo la seguente scena: Sono in un supermercato, ho preso due confezioni di detersivo, la commessa alla cassa mi dice: Guardi che per quelli adesso c è il tre per due. Io capisco cosa intende, che è qualcosa che non ha detto, cioè che posso prendere un terzo pezzo senza pagare di più. E qualcosa che lei ha comunicato indirettamente. Prima di capire il significato indiretto ho dovuto capire il significato diretto; e per far questo ho dovuto elaborare diverse cose. Ad esempio ho dovuto capire che quelli (un deittico) era riferito alle due confezioni di detersivo; che adesso significa in questi giorni (e non esattamente in questa ora o in questo minuto ); che tre per due vuol dire tre al costo di due. Come si vede, non solo la comunicazione indiretta, ma anche quella diretta ha bisogno di essere elaborata. C è anche una terza possibilità nella comunicazione: iii) Non ci capiamo. Nella comunicazione le cose spesso potrebbero andare per il verso sbagliato. Nel caso specifico, potrei non aver capito che la commessa si rivolgeva a me; potrei non sapere che cosa vuol dire 3 per 2 (magari non faccio mai la spesa), oppure, anche se ho capito, potrei aver pensato che la commessa me lo diceva solo per dire, o per commentare la politica commerciale del supermercato, e non per consigliarmi di prendere il terzo pezzo. Per riuscire a capire tutto, devo fare ipotesi basate sul contesto (La donna parla rivolta verso di me, quindi vuole dirmi qualcosa; sono in un negozio, quindi la commessa vuole parlarmi di qualcosa in vendita;

4 ho in mano il detersivo, quindi la commessa sta riferendosi al detersivo; nel mondo esistono le offerte promozionali, ecc.). Non ci si capisce quando c è una non corrispondenza tra quelle che l emittente considera le ipotesi contestuali che il ricevente deve fare, e le ipotesi contestuali che il ricevente in effetti fa. Il significato delle espressioni linguistiche nella comunicazione. Il linguaggio non funziona come un codice, nel senso che abbiamo detto prima. L italiano, come qualsiasi altra lingua, non funziona come il semaforo, o il codice Morse. Non solo perché le lingue sono sistemi molto più complessi, ma soprattutto perché sono sistemi di natura diversa: le lingue non sono costanti e inambigue. Un enunciato come: E qui Può voler dire tantissime cose diverse. Come fa l ascoltatore a capire? L ascoltatore fa inferenze, cioè usa conoscenze non linguistiche, su aspetti vari del mondo e della circostanza in cui avviene la comunicazione, per capire cosa l emittente intende. Ad es. se: A: Dov è il giornale? B: (che sta in cucina): E qui? A capisce che il giornale è vicino ad B, e quindi è in cucina. Dunque, il significato globale (solo parzialmente codificato) di E qui è Il giornale è in cucina. In una circostanza diversa, lo stesso enunciato può avere il significato Tuo figlio è a casa mia (se A ha detto Gianni non è ancora tornato a casa, per caso tu sai dov è? ), eccetera. Per quanto piccola, c è sempre una differenza tra il significato linguistico delle espressioni e ciò che i parlanti effettivamente comunicano, e questa differenza è colmata attraverso l inferenza. Un altro esempio: A: Hai visto Juventus-Fiorentina ieri? B: Non seguo il calcio B non ha detto se ha visto o meno la partita, ha detto una cosa diversa. Ma A capisce che non ha visto la partita, e anche il perché. A fa una inferenza. B invece fa una implicatura, cioè inserisce in ciò che dice un informazione non diretta, che è implicata : Juventus- Fiorentina è una partita di calcio. Entrambi i partecipanti alla conversazione devono conoscere questo dato, per capire il significato. Altri esempi di implicatura sono i seguenti: Dialogo fra due persone: -Vai a Roma domani? -Domani c'è lo sciopero dei treni Dialogo fra mamma e baby-sitter: - Come si è comportato il bambino? - La casa non è crollata.

5 Dialogo tra due colleghi di ufficio: -Il direttore del personale è un delinquente -Bella giornata, oggi, no? Dialogo fra due amici: - Esci con Marco stasera? -Come no! Marco è talmente simpatico In tutti questi dialoghi, chi risponde vuole inserire un informazione che non è direttamente contenuta nel significato delle frasi. Il significato inteso può non essere espresso direttamente dal significato linguistico, oppure può essere dato da un uso non letterale (iperbolico, ironico) del significato linguistico. Dobbiamo quindi distinguere tra significato codificato e significato inferito. E importante notare che l inferenza è necessaria alla comprensione anche quando l emittente non fa deliberatamente un uso indiretto e non letterale delle frasi. A ben vedere, il significato codificato nella lingua non determina mai completamente il significato che i parlanti intendono, perché le parole e le frasi delle lingue hanno per natura un significato almeno parzialmente indeterminato, con zone grigie, la cui interpretazione richiede di essere specificata dal contesto linguistico. Caratteristiche del significato codificato. Il significato linguistico, come sappiamo, è associato alle parole, ed anche al modo di metterle insieme. La differenza tra Mangio il formaggio Mangio la marmellata sta nella differenza tra formaggio e marmellata. Ma la differenza tra Il gatto insegue il topo Il topo insegue il gatto sta nel diverso ordine delle parole c entra. Anche le sottoparti delle parole (morfemi) possono cambiare il significato. Ad esempio, la presenza della desinenza -i fa capire che stiamo parlando di una pluralità: Mangio solo formaggi francesi Tuttavia, il significato delle parole, e delle frasi, è in una certa misura non sufficiente al passaggio di informazione, e se la comunicazione basata sul linguaggio è possibile è perché tali insufficienze sono colmate al di fuori della grammatica. Il significato linguistico può essere insufficiente per la comunicazione per vari motivi. Uno è l esistenza della deissi. Nel lessico di tutte le lingue, molte parole codificano concetti; ad es. formaggio codifica il concetto {FORMAGGIO}. Alcune parole, invece, non codificano concetti, ma indicano qualcosa che possiamo decodificare grazie al contesto. Queste parole si chiamano deittici. Le espressioni

6 deittiche sono quelle per le quali abbiamo bisogno di informazione contestuale per sapere a che cosa si riferiscono ( Ieri lei ha mangiato quel formaggio ). Consideriamo ora le parole piene, cioè quelle che codificano concetti. Anche per queste, non dobbiamo pensare al significato come una proprietà univoca delle parole; il significato è piuttosto una proprietà essenziale, che risulta di volta in volta adeguata a denotare determinate caratteristiche degli oggetti; ad esempio la parola formaggio può corrispondere a vari oggetti, anche molto diversi tra loro, anche se accomunati da una proprietà. Non c è una relazione completa e rigidamente stabilita tra parole e oggetti extralinguistici. In molti casi, poi, il significato delle parole è vago. Se pensiamo a coppie di parole come tazza/ciotola, torrente/fiume, albero/arbusto, ci rendiamo conto che il significato di ciascuna parola non è nettamente distinguibile da quello dell altra. Parole che denotano qualità, come alto, caldo, piano, acquistano significati ben diversi a seconda del contesto in cui sono usate: un tè è caldo a , l acqua del mare d estate è calda per farci il bagno se è intorno a 20, il ferro è caldo per essere forgiato a circa 800, eccetera. Il significato di certe parole astratte, come democrazia, libertà, dolore, è difficilmente circoscrivibile. Questo non significa che i parlanti di una lingua non conoscano bene il significato delle parole, ma piuttosto che la natura stessa del significato linguistico è tale che esso può essere completamente elaborato e compreso solo grazie all utilizzo inferenziale delle informazioni disponibili nel contesto.

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