Piano Sicurezza PMI. Elaborazione dati questionario ex post progetti finanziati

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1 Elaborazione dati questionario ex post progetti finanziati 1/14

2 Premessa Il questionario di valutazione ex post è stato somministrato ai soggetti attuatori dei progetti partecipanti al Piano Sicurezza PMI. L obiettivo del questionario è stato valutare l andamento complessivo dei progetti e verificare il raggiungimento dei risultati dichiarati in fase di progettazione, in relazione agli obiettivi target indicati dal bando. Inoltre, scopo del questionario è stato raccogliere informazioni utili per il miglioramento della qualità delle attività proposte dal Piano Sicurezza PMI e le loro modalità di gestione, in termini di efficacia ed effettiva ricaduta nelle realtà lavorative delle persone coinvolte. Il numero di questionari compilati è di 27. Mancano i questionari di tre enti, che completeranno i progetti tra fine maggio e giugno. Dato il basso numero di questionari mancanti si è deciso comunque di procedere ad una prima elaborazione, in vista anche dell evento ufficiale di chiusura del Piano Sicurezza PMI. In ogni caso, al termine del Piano Sicurezza PMI, sarà realizzata una seconda elaborazione. I dati raccolti attraverso domande a scelta multipla (multiple choice) e domande aperte, sono stati analizzati e strutturati secondo quattro aree di interesse: a) risultati del progetto; b) monitoraggio interno del progetto ex post; c) riflessione conclusiva. 2/14

3 Elaborazione quali-quantitativa dei dati raccolti a) Risultati del progetto Piano Sicurezza PMI Dai dati raccolti, si evince che all interno di ogni progetto: - il numero di interventi realizzati per ciascun ente oscilla tra 10 e 30 (50%). Seguono le fasce 5-10 (25%) e fino a 5 (14,3%); - le persone formate raggiungono le 50, nel 53,6% dei progetti e tra 101 e 250, nel 25%. Questi risultati superano le previsioni rilevate in itinere in cui nel 47% dei progetti si prevedeva di formare fino a 50 persone e nel 16%, da 101 a 250; 3/14

4 - oltre 10 sono state le imprese coinvolte nel 72,0% dei progetti. Da 6 a 10 nel 14,0% dei casi e solo il 7,0% ha coinvolto da 2 a 5 aziende oppure una sola azienda. Rispetto ai dati rilevati in itinere, scende la percentuale di progetti che coinvolgono oltre 10 aziende (da un 76% a un 72%) mentre aumenta la percentuale relativa alle altre fasce, in particolare, la fascia da 6 a 10. I dati sono coerenti con quanto emerge successivamente rispetto alla difficoltà delle aziende di mantenere una partecipazione costante, a causa dei loro impegni lavorativi, con il conseguente abbandono dei progetti; - l 86,0% ha coinvolto nella rete di progetto tutti i soggetti dichiarati nella fase di progettazione (consulenti esterni, strutture aziendali e non, enti pubblici, ecc.), a fronte di un 14,0% che non è riuscito a farlo, perché le realtà/persone che avevano dato la loro disponibilità non sono riuscite a organizzarsi. Inoltre, ci sono progetti in cui, nonostante la rete di partner prevista in fase iniziale non sia stata mantenuta, i ritiri sono stati bilanciati da nuovi rientri; 4/14

5 - per la maggior parte (65,0%), sono state realizzate tutte le attività indicate in fase di progettazione. Il 14,0% dichiara di non averle svolte tutte o solo in parte, e un 7,0% ha modificato la pianificazione iniziale. - Coerenti anche i tempi di chiusura delle attività, con un 61,0% che dichiara di aver concluso entro i termini stabiliti in fase di progettazione. 5/14

6 Gli enti attuatori che non hanno ancora concluso i progetti hanno comunque tempo fino al 30 giugno 2015, in quanto la Regione ha concesso loro una proroga. Le motivazioni addotte dagli enti che non hanno ancora concluso i progetti sono: - le aziende coinvolte hanno dovuto dare priorità agli impegni lavorativi (es. commesse con brevissime scadenze), sospendendo temporaneamente le attività; - alcuni partner aziendali si sono ritirati ed è stato necessario cercarne e inserirne di nuovi. Per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti, il 92, 9% dichiara che essi coincidono con quanto dichiarato nella fase iniziale, mentre nel 7,1% dei casi la coincidenza è parziale. Ciò è dovuto alle necessità emerse durante il percorso nei diversi contesti di intervento (es. maggiore approfondimento di certe tematiche, tempi di realizzazione delle attività più lunghi rispetto al previsto), che hanno richiesto una revisione, seppur minima, della progettazione iniziale. 6/14

7 Alcuni tra i principali obiettivi raggiunti sono stati: - promozione di una cultura della sicurezza e della prevenzione condivisa da tutti gli attori dell'organizzazione aziendale; - comprensione delle normative e delle prescrizioni, declinate rispetto alla specifica realtà aziendale; - acquisizione di conoscenze delle procedure standard, metodologie e strumenti per l individuazione e la valutazione dei rischi; - sviluppo di comportamenti lavorativi ed organizzativi adeguati alle procedure di sicurezza previste, alla gestione dei rischi e delle emergenze; - diffusione della conoscenza e dell impiego di strumenti informatizzati, consentendo alle aziende nel loro complesso di raggiungere livelli superiori alla media; - adozione di un approccio sistemico ed integrato nell organizzazione e nella gestione della sicurezza; - sviluppo di professionalità in grado di sovrintendere ai temi legati all SGS (Sistema della Gestione della Sicurezza), di monitorare il sistema organizzativo e di sviluppare progetti; 7/14

8 - miglioramento dei comportamenti e delle modalità organizzative ed operative di svolgimento delle azioni tese a prevenire infortuni e criticità; - riqualificazione della struttura organizzativa aziendale, in due direzioni: azienda (qualificando la struttura organizzativa e stabilizzando i livelli occupazionali) e collaboratori (consolidando il ruolo professionale e qualificando le competenze); - condivisione di buone pratiche sulla salute e sicurezza (anche relative alla differenza di genere) tra aziende. b) Monitoraggio interno del progetto ex post I dati relativi al sistema di valutazione ex post non offrono spunti particolari. Il 86,0% ha realizzato una valutazione finale mentre il 14,0% che dichiara non averla fatta, rappresenta con molta probabilità i progetti non ancora conclusi. Per quanto riguarda le modalità e strumenti di valutazione 1, predomina il confronto con i partecipanti, attraverso l utilizzo di questionari di gradimento, 1 Dati estratti dalle risposte alla domanda aperta su i criteri, indicatori e strumenti definiti per il monitoraggio ex post. 8/14

9 test di valutazione e autovalutazione finali, colloqui tra docenti e discenti, interviste. A questi vanno aggiunti: incontri di discussione all interno del gruppo di progetto; verbali elaborati dai docenti dopo gli interventi in aula; confronti tra il coordinatore dei docenti e i referenti aziendali, audit tra i consulenti e dirigenti aziendali (es. nell action research) e osservazioni sul campo condotte da esperti sulla sicurezza. Le dimensioni valutate sono: - soddisfazione: rispondenza degli interventi formativi alle aspettative dei partecipanti (docenza, contenuti, metodologie, organizzazione, materiali didattici, ecc.); - apprendimento, in termini di conoscenze/competenze acquisite dai partecipanti; - impatto: cambiamenti avvenuti dopo alcuni mesi dalla conclusione del progetto sui processi organizzativi e gestionali dell'azienda. Rispetto a quest ultimo punto, ovvero, la valutazione a medio e lungo termine delle ricadute nei contesti lavorativi, l obiettivo è verificare quale sia la percezione dei destinatari rispetto ai cambiamenti avvenuti. Più concretamente: rilevare informazioni relative all'efficacia del progetto cosi com'è percepita dagli imprenditori, in relazione a clima organizzativo, processi aziendali, comportamenti individuali e di gruppo, performance organizzative ed economiche. Inoltre, si tratta di verificare quanto gli apprendimenti acquisiti siano stati applicati in azienda; quanto il cambiamento sia stato poi effettivamente raggiunto e mantenuto; su quali aree e processi aziendali ha avuto maggiore effetto; quanto i motivi, le esigenze, gli obiettivi attesi siano stati raggiunti, quali sono state le aree di miglioramento, e quali i processi potenziati. Gli strumenti utilizzati o che si prevedono di utilizzare sono: l intervista, la somministrazione di un questionario di indagine e il confronto con la direzione delle aziende partner. Se confrontiamo questi dati con quelli emersi nella fase di monitoraggio in itinere (in cui, per citare soltanto alcuni indicatori quantitativi, nel 13% dei casi 9/14

10 non era stato previsto un momento di monitoraggio intermedio e nel 17% non erano stati definiti criteri, indicatori né strumenti) possiamo costatare un miglioramento sia dei processi di valutazioni (organizzazione e sistema della valutazione), sia degli strumenti utilizzati (es. per quanto riguarda la valutazione a medio e lungo termine delle ricadute della formazione). Infine, e per quanto riguarda le modalità di diffusione dei dati raccolti, solo un paio di progetti ha specificato che sono state elaborate relazioni, di cui una di esse sotto forma di resoconto delle best practices, che saranno diffuse tramite i web site delle aziende partecipanti, per coinvolgere i lavoratori in modo attivo nel processo di formazione e di informare le aziende del sistema territoriale sulle opportunità esistenti. c) Riflessione conclusiva Molto positiva è la percezione dei soggetti attuatori per quanto riguarda il livello di efficacia e il grado di significatività dei progetti proposti. Tra i punti di forza indicati, vale la pena sottolineare: - l effettiva realizzazione degli interventi formativi previsti; - massiccia presenza dei partecipanti agli interventi formativi di tutto il progetto; - alto grado di coinvolgimento delle persone grazie ad un accurata analisi del fabbisogno formativo; - elevata professionalità del gruppo di lavoro coinvolto (direttore, responsabile di progetto, responsabile della progettazione, responsabile del monitoraggio e della diffusione, coordinatori, tutor formativi, docenti, testimoni); - realizzazione degli interventi formativi durante l orario di lavoro e presso le aziende beneficiarie, in quanto ha consentito di non gravare sullo stile di vita dei lavoratori che hanno partecipato al progetto, non modificando le loro abitudini di spostamento casa-azienda (positivo in particolare per 10 /14

11 le lavoratrici femmine che spesso sono quelle più coinvolte nelle attività familiari); - coinvolgimento dei destinatari nel processo di insegnamentoapprendimento attraverso metodologie che mettono al centro il discente e la realizzazione di compiti reali e sperimentazioni; - possibilità di confrontarsi con esperienze e casi reali e di interagire con testimoni qualificati e competenti; - presenza di giovani imprenditori con una visione rinnovata delle gestione della sicurezza 2 ; - creazione di uno spazio di confronto tra aziende e di scambio di saperi e buone pratiche; - realizzazione degli interventi in piccoli gruppi (da 3 a 6), che ha permesso: il coinvolgimento di aziende di medie e piccole dimensioni che non possono distaccare contemporaneamente più persone per attività formative; una maggiore partecipazione e coinvolgimento dei partecipanti. E ancora, in una prospettiva più generale: - l'acquisizione di una maggiore sensibilità verso la cultura della sicurezza e della prevenzione condivisa da tutti gli attori dell'organizzazione aziendale e di capacità relazionali e di gestione delle emergenze e di situazioni di rischio specifico; - l applicazione di metodi, strumenti e principi che favoriscono buoni livelli di gestione della sicurezza, coinvolgendo tutte le figure aziendali; - l affiancamento e supporto di datori di lavoro, dirigenti e lavoratori nell'implementazione del SGSL e culturale del rischio. 2 Come sottolineato nel report di monitoraggio in itinere, il passaggio generazionale che si sta realizzando in molte aziende sta contribuendo ad aumentare l efficacia e la sostenibilità di interventi formativi legati alla sicurezza, in quanto i nuovi imprenditori hanno una sensibilità e attenzione verso questo tema molto più forte rispetto ai suoi predecessori. 11 /14

12 Le criticità riscontrate riguardano diversi aspetti, già rilevati nella fase di monitoraggio in itinere: dalla conciliazione tra gli impegni dei lavoratori e dei titolari delle aziende e il tempo richiesto dalla formazione, alla gestione degli aspetti burocratici, soprattutto, nei casi in cui il numero di imprese coinvolte e/o di destinatari è elevato (es. il progetto in cui sono stati coinvolti 250 imprenditori agricoli): es. vincoli regionali (inserimento dati, vidimazione registri) troppo complessi; raccolta della documentazione aziendale riguardante il cofinanziamento del progetto. Per quanto riguarda la difficile conciliazione tra tempo del lavoro e tempo della formazione, le aziende infatti, nonostante siano altamente interessante ai contenuti formativi proposti, tendono a posticipare e a diluire le giornate formative in momenti più accordi con i tempi della produzione, il che ha effettivamente decelerato il ritmo di realizzazione degli interventi formativi, non consentendo di rispettare i tempi previsti in fase di progettazione. In molti casi è stata trovata una mediazione soddisfacente per entrambi le parti; tuttavia alcuni partner aziendali interessati in fase di presentazione si sono comunque ritirati dal Progetto in quanto non sono riusciti ad organizzare le attività formative. Altre criticità riguardano: - la mancanza della possibilità di effettuare delle visite aziendali con finalità estremamente pratiche; - le tempistiche necessarie per il coinvolgimento dei consulenti aziendali e l'incrocio delle loro agende; - il pagamento diretto della quota di cofinanziamento da parte dei liberi professionisti rispetto alle aziende che potevano cofinanziare con le ore di personale in formazione ha comportato una maggiore difficoltà nel reperimento dei destinatari. Da segnalare anche, nonostante non sia un problema legato direttamente ai progetti finanziati, la difficoltà che riscontrano le aziende nel cercare modi per 12 /14

13 finanziare progetti inerenti la cultura della sicurezza e l eccessiva formalità e burocratizzazione delle procedure legate alla sicurezza. Infine, un altra delle problematiche emerse (già rilevata nella fase in itinere) è stata la mancata preparazione di alcune aziende nell affrontare metodologie come la behavior based safety, che richiedono pratiche di analisi e riflessione, con cui la maggior parte delle realtà aziendali coinvolte non è familiarizzata. Come segnalato in uno dei questionari: «la metodologia del behavior based safety, pur riscuotendo interesse nelle aziende partner, è ritenuta dai referenti aziendali una proposta che necessita di passaggi tecnici e culturali che le organizzazioni aziendali di piccole e medie aziende (target specifico del progetto) non sono ancora preparate ad affrontare, a differenza delle altre tematiche del progetto». Alcuni suggerimenti di miglioramento sono da collegare alle criticità sopra riportate. Per esempio: - definire meglio gli accordi iniziali con le aziende circa la pianificazione mensile delle attività, in modo che impegni di diversa natura non vengano a danneggiare la calendarizzazione della formazione in azienda, prolungando il processo organizzativo; - introdurre premialità (anche a livello di immagine) per le aziende partecipanti, in quanto dimostrano interesse ed impegno per gli argomenti proposti; - snellire e semplificare gli aspetti burocratici": es. vidimazione dei registri e riduzione della componente cartacea nella gestione dei corsi (registri etc.); l'inserimento di dati di partecipanti (su questo punto si propone di prevedere una vidimazione online e l utilizzo di un portale condiviso); - favorire l accesso diretto delle aziende ai fondi, senza intermediari; - l impiego di modalità di formazione a distanza, che permetterebbe un maggiore e più facile coinvolgimento dei consulenti, spesso molto impegnati. 13 /14

14 Si propone inoltre di: - utilizzare modalità formative sempre più pratiche e meno d aula, che elevino l interesse e il coinvolgimento e aumentano le occasioni di apprendimento (es. aumento visite aziendali); - favorire il confronto, oltre che tra lavoratori e esperti, anche tra lavoratori, per verificare il proprio operato; - migliorare i questionari utilizzati per il monitoraggio; - creare un tavolo di scambio/confronto sulle buone prassi fra gli enti beneficiari; - semplificare la procedura di valutazione (il progetto prevede sia la compilazione dei questionari edulife, sia la compilazione dei questionari FSE); - introdurre modalità di formazione blended. 14 /14

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