Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Alessandro Leproux Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. [Estensore] nella seduta del 21/06/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO I ricorrenti, titolari di un rapporto di conto corrente presso la banca resistente A, riferiscono di avere presentato al dopo incasso, in data , quattro vaglia cambiari ciascuno del valore di 1100 euro. I quattro vaglia, tutti domiciliati presso diverso istituto bancario C, presentavano come scadenza il ed erano garantiti per avallo. Riferiscono i ricorrenti, per il tramite del legale, che 45 giorni dopo la scadenza degli effetti cambiari ricevevano dalla resistente le cambiali impagate ma non protestate. Pag. 2/6

2 A fronte del reclamo dei ricorrenti, l intermediario resistente spiegava che il mancato incasso era dovuto alla presentazione per il pagamento in ritardo da parte dell intermediario B ( ) presso la banca domiciliataria C rispetto alla data di scadenza ( ) e che, a causa di tale ritardo, i vaglia non venivano protestati. I ricorrenti lamentano che, in conseguenza della mancata levata del protesto da parte della banca negoziatrice dei quattro vaglia risultati insoluti, essi non hanno potuto fruire dell efficacia sanzionatoria del protesto (Cass n. 2742), potendo avvalersi della sola azione diretta nei confronti dell emittente che si è tuttavia rivelata infruttuosa e ha fatto perdere l opportunità di recuperare rapidamente, e con minor dispendio di energie e oneri economici il credito portato da suddetti titoli. Tutto ciò premesso, i ricorrenti chiedono all ABF di condannare la resistente al risarcimento danni per il mancato incasso delle cambiali quantificato in complessive euro 5.694,22 così suddivise: euro corrispondenti al valore delle cambiali; 160 euro a titolo di interessi legali e rivalutazione monetaria; 413,81 a titolo di spese sostenute per il precetto; 450 euro per le spese di pignoramento presso terzi; 200 euro a titolo di indennizzo per i disagi subiti; 120 euro di spese legali per il ricorso all ABF. Replica l intermediario resistente eccependo: - che nessuna responsabilità gli è imputabile, avendo provveduto a lavorare gli effetti e presentarli alla banca domiciliataria C il e che, in data , riceveva da parte della banca domiciliataria comunicazione dell insoluto degli effetti cambiari oggetto del ricorso; - che le condizioni contrattuali (Condizioni Giuridiche sezione Portafoglio Norme Uniformi per il servizio Ri. Ba), che sono state loro debitamente sottoscritte in data , oltre a definire le norme e i costi del servizio, escludono la responsabilità della banca (art.18) anche per i ritardi e le eventuali conseguenze in ordine alla presentazione all incasso delle ricevute e il ritardo nella comunicazione degli impagati dovuti a colpa lieve o a causa ad essa non imputabili; - che nelle clausole contrattuali che regolano il servizio è contrattualmente previsto che la banca non invia gli avvisi di mancata accettazione o di mancato pagamento di effetti e assegni, ma si limita a restituire i titoli impagati non appena in grado ; - che nessuna responsabilità può essere imputata all intermediario poiché, dalla data di presentazione fino alla data di ricezione della comunicazione di insoluto, non era in grado di intervenire, essendo tali fasi di lavorazione estranee alla propria sfera di Pag. 3/6

3 operatività ed a cui non possono essere addebitate conseguenze derivanti dalla condotta di altri intermediari; - che il mancato protesto dei titoli intestati ai ricorrenti non costituisce circostanza impeditiva all esercizio da parte degli aventi diritto delle ragioni di credito verso l obbligato principale. Tutto ciò considerato, l intermediario chiede al Collegio di respingere il ricorso in quanto infondato in fatto e in diritto. I ricorrenti replicano alle controdeduzioni affermando che il fatto che la resistente si sia avvalsa di altro intermediario per l incasso della cambiale non la esonera da responsabilità e che le date stampate sulle cambiali non coincidono con quelle emergenti dal tabulato fornito dal resistente. La resistente invita invece i ricorrenti a rivolgersi all intermediario B per conoscere le date effettive di lavorazione. DIRITTO La vicenda sottoposta all esame del Collegio ha ad oggetto quattro vaglia insoluti e non protestati ciascuno di valore corrispondente ad euro Il problema è quello di stabilire se sia imputabile all intermediario resistente la responsabilità per il mancato protesto delle cambiali, posto che è circostanza pacifica tra le parti che gli effetti siano stati presentati al dopo incasso in data e cioè prima della scadenza ( ) ma che questi siano stati ricevuti dalla banca domiciliataria C il successivo 3 dicembre, termine successivo alla scadenza. La difesa dell intermediario si fonda essenzialmente sul fatto che la tempistica non è stata rispettata, non per colpa propria, ma per colpa dell intermediario B di cui si è avvalsa nel procedimento di incasso delle cambiali. Questo argomento è ad avviso del Collegio privo di pregio. Il quadro giuridico che si delinea vede il creditore (legittimo portatore degli effetti cambiari) assumere la veste di mandante nei confronti dell intermediario resistente (banca negoziatrice) che diviene pertanto suo mandatario verso la banca domiciliataria. Ne consegue che, come ha osservato l ABF in un proprio precedente (Coll. Milano dec. n. 273/10): la banca alla quale viene consegnato un titolo di credito per l incasso assume la veste di mandatario per l incasso e, come tale, deve eseguire il mandato con la diligenza propria della categoria di appartenenza e, nel caso di sopravvenute difficoltà nell esecuzione del mandato, deve darne tempestiva notizia al mandante affinché questi possa revocare o modificare il mandato provvedendo eventualmente all incasso direttamente. Né può valere in senso Pag. 4/6

4 contrario la clausola contrattuale richiamata dall intermediario che appare relativa ad altra disciplina e comunque ingiustificatamente gravosa per il cliente. Nel caso concreto, pertanto, la scelta dell intermediario resistente di avvalersi di altro intermediario per eseguire il contratto non lo esonera, in via di principio, da alcuna responsabilità dovendosi ritenere, secondo i principi generali, che: non può certo essere esclusa la responsabilità dell intermediario per il fatto che il medesimo, nella propria organizzazione di impresa, abbia delegato a terzi soggetti le attività materiali esecutive dei propri obblighi. (Coll. Milano dec. n. 412/2013) Peraltro, è solo affermata ma non dimostrata dalla resistente la circostanza per cui gli effetti sarebbero stati consegnati da B a C solo il Ciò posto, occorre considerare quali siano le conseguenze del mancato protesto, tenendo conto che l art. 45, r.d. n. 1736/33, indica il protesto quale presupposto formale dell azione di regresso nei confronti dei giranti, rispondendo all esigenza di rilevare il rifiuto del pagamento del titolo, con l efficacia dell atto pubblico (art c.c.), onde dare a tali soggetti certezza circa l effettivo verificarsi del presupposto sostanziale della loro responsabilità. Il Collegio di Coordinamento, con decisione n del 12 settembre 2012, ponendo fine ad un vivace contrasto di opinioni all interno dell ABF, ha tuttavia precisato che: La tutela dell interesse del portatore del titolo non può dirsi quindi estranea alle finalità di tutela delle norme che disciplinano il protesto. Ed è quindi indubbio che la sua levata, in mancanza di giranti obbligati in via di regresso, sia da ritenersi, non solo pienamente legittima (Cass. 10 gennaio 2000, n. 2742), ma anche doverosa per la banca trattaria - alla stregua dei principi di correttezza e buona fede che gli intermediari sono tenuti ad osservare nelle loro relazioni d affari (Banca d It., Disposizioni sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari, 29 luglio 2009, Sez. I, 1.3) tutte le volte che le circostanze del caso concreto facciano ritenere opportuno il ricorso a tale formalità al fine di indurre il debitore al pagamento di quanto dovuto, evitando al portatore del titolo il disagio e il costo di doversi attivare per recuperare il suo credito. I ricorrenti hanno dimostrato nel procedimento di avere esperito infruttuosamente l azione diretta nei confronti dell emittente mediante procedura esecutiva, promuovendo il precetto e poi il pignoramento presso terzi. Vi è dunque evidenza delle spese in tal senso sostenute. Pag. 5/6

5 Il Collegio, recependo questo orientamento, ritiene dunque doveroso per l intermediario procedere con la levata del protesto allorché ne sussistano i presupposti e ritiene dunque l intermediario resistente responsabile per tale inadempimento. Tuttavia, la misura del risarcimento non può essere parametrata come richiesto dal ricorrente all intero valore dei titoli, non essendo stato provato che il ricorrente abbia perduto, a causa del comportamento negligente dell intermediario, l esercizio integrale delle proprie ragioni di credito (in questo senso vedi, da ultimo, Collegio Roma, dec. n. 526/2013; Coll. Roma, dec. n. 1697/2013). Deve piuttosto, ad avviso del Collegio, interpretarsi la domanda nel senso di richiesta di risarcimento da perdita di chance, che non può coincidere con l importo facciale del titolo ma va risarcito in via equitativa. Inoltre, devono essere risarcite le spese affrontate nel tentativo infruttuoso di ottenere la soddisfazione del credito attraverso l azione diretta. Tutto ciò considerato, il Collegio ritiene risarcibile in via equitativa il danno complessivamente nella misura di euro 1.500, oltre interessi e rivalutazione a far data dalla scadenza dei titoli. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6