GLI STILI DI VITA E L EDUCAZIONE SANITARIA Referente dell Azienda USL6 Dr.D.Becherini
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1 GLI STILI DI VITA E L EDUCAZIONE SANITARIA Referente dell Azienda USL6 Dr.D.Becherini
2 Gruppo di Lavoro Stili di Vita Educazione Sanitaria METODOLOGIA USATA Riunioni 19 Aprile 4 Maggio 27 Maggio Mail IPOTESI DI MANDATO Individuare Obiettivi del gruppo Piano di Lavoro Componenti Cosimi, AIDO Ulacco, AIDO Cateni, AUSER LI Becchere, ADMO Sansoni, Ass. Amici del Cuore B.V. Cecina Izzo, Ass. Mediterraneo Ioime, Ass. Il Gabbiano Spagnolo, AIL AUSER Collesalvetti Cioni, TDM
3 Stili di vita e Piramide della cronicità 3-5% ADI Progetto personalizzato Fondo non autosufficienza 70-80% 15-20% PATOLOGIA CONCLAMATA FASI INIZIALI DELLA PATOLOGIA Follow up, Cure primarie integrate Supporto alla auto cura Paziente esperto DECORSO 100% PREVENZIONE PRIMARIA- ESPOSTI AL RISCHIO Guadagnare salute(movimento, fumo, alcol,alimentazione)
4 I determinanti della salute Figura 1. I determinanti della salute
5 Stili di vita e determinanti di salute. Ambiente Fumo Sociale Alimentazione Sviluppo economico Stili di vita Attività fisica Sanità Alcool Istruzione Approccio globale della salute
6 GUADAGNARE SALUTE
7 RENDERE FACILI LE SCELTE SALUTARI Il gruppo di lavoro attraverso la strategia di Guadagnare salute mira a: Rafforzare la modalità, già in atto, di lavoro sistemico e in rete, stimolando, da un lato, la responsabilità individuale dei cittadini (empowerment) e, dall altro, la responsabilità delle istituzioni e degli altri stakeholder.. Riflettere e progettare localmente azioni incisive sugli stili di vita nel rispetto delle risorse e bisogni.
8 Per questo il Gruppo di lavoro Mette a fuoco, attraverso una lettura di genere, i determinanti che causano o possono causare problematiche di salute, li valuta e discute nel contesto territoriale, anche alla luce dei dati dell osservatorio provinciale e del quadro di salute Si impegna a: Contribuire a promuovere opportunità che possano favorire il benessere dei cittadini Recepire le proposte concordate Prevedere un percorso partecipativo al programma stili di vita ed educazione alla salute Attuare eventuali programmi ed attività, per quanto di competenza
9 Gruppo di lavoro Privilegia informazione / formazione comunicazione specifiche iniziative per creare le condizioni più favorevoli alle scelte per la salute
10 Piano di lavoro Alimentazione Attività fisica utile Educazione Alcol Sanitaria e Fumo Stile di vita Conoscenza Presa in carico Facilitazione Sperimentazione Valutazione risultati Cambiamento
11 Piano di lavoro Fase 1 / 27 maggio Azioni educative, informative, di socializzazione rivolte a favorire la conoscenza e la consapevolezza di comportamenti idonei ad evitare l insorgenza di disagi, patologie, disuguaglianze: in particolare si decide di lavorare sull attività fisica utile Sono indirizzate a: Associazioni di volontariato MMG e Pediatri Istituzioni
12 Piano di lavoro Fase 1 Sono diffuse attraverso Materiale informativo Servizi informativi e sportelli di consulenza Cartellonistica Spot pubblicitari Punti di ascolto misti Blog informatico
13 Risultato Acquisizione della percezione della fatica Conoscenza della quantità di esercizio utile Conoscenza di alcune nozioni di base dell alimentazione sana Presa coscienza di eventuali abitudini scorrette : nell attività fisica, nell alimentazione, nel quotidiano( fumo, alcol )
14 Piano di lavoro - Fase 2 Interventi strutturali Le azioni previste sono essenzialmente rivolte a valutare l offerta di servizi, degli ambienti, delle attrezzature, del territorio Ricercare soluzioni dedicate ad attenuare gli effetti di situazioni di disagio e svantaggio
15 Piano di lavoro Fase 3 Prevede azioni dedicate a migliorare l accesso ai servizi e percorsi presenti sul territorio attraverso : Contrassegno visivo di percorsi e strutture (indicazioni precise come lunghezza percorsi, agibilità, terreno,consigli di utilizzo di scale ) Indicazioni su sito aziendale
16 Piano di lavoro Fase 4 Interventi di sostegno e di assistenza rivolti ai cittadini in difficoltà Interventi di rinforzo Azioni di monitoraggio(anche attraverso progetti già attivi, es. ragazzi insieme, passi ) Attivazione di monitoraggi su eventi e problematiche che presentano aspetti non sufficientemente conosciuti o che abbisognano di interventi tesi a quantificarne l incidenza e/o la portata.
17 IL SIGNIFICATO DELLA PREVENZIONE Azioni finalizzate ad impedire o ridurre eventi non desiderati anche con interventi il cui obiettivo sia la riduzione dei rischi che possono provocare danni alla salute Prevenzione é Salute RISCHIO MALATTIA Dal singolo fattore al rischio globale
18 E QUINDI La prevenzione deve essere all inizio di un percorso assistenziale condiviso che necessita di uno stretto collegamento fra tutti coloro che operano nell ambito di un percorso assistenziale, i cittadini, le istituzioni, il terzo settore
19 COL SUPPORTO DI Linee guida basate sull evidenza medica
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