Il lato oscuro della modernità

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2 Il lato oscuro della modernità La seconda guerra mondiale fu un conflitto ideologico: a scontrarsi non furono solo gli eserciti e gli apparati produttivi dei vari paesi, ma anche opposte visioni del mondo, dell uomo e della Storia. La concezione hitleriana era razzista: al centro di essa stava l idea secondo cui gli ebrei erano esseri mostruosi e demoniaci, da eliminare alla stessa maniera con cui il medico cerca di distruggere i batteri. La guerra offrì a Hitler l opportunità di mettere in pratica le sue teorie: alla fine del conflitto, il millenario Reich germanico avrebbe dovuto caratterizzarsi per la sottomissione servile degli slavi e la completa scomparsa degli ebrei. Quella che Hitler chiamava la questione ebraica sarebbe stata risolta per sempre. Quando ebbe inizio la soluzione finale della questione ebraica? I primi massacri sistematici ebbero luogo nell estate del 1941, nel corso dell avanzata che portò le truppe tedesche a pochi chilometri da Mosca. L anno seguente presero a funzionare i centri di sterminio: Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Auschwitz II-Birkenau. Qui, nell estate del 1944, le camere a gas erano in grado di eliminare circa 8000 persone al giorno. Qual è l espressione migliore per definire questa tragedia? Anche se a volte è ancora utilizzato il termine Olocausto, tale espressione viene usata sempre più di rado, in quanto essa, in origine, significava sacrificio di una vittima a Dio. Se si tiene conto della vastità della tragedia, e dell elevatissimo numero di bambini che essa coinvolse, lascia molto perplessi l utilizzo di un termine che evoca l idea di un offerta sacrificale. Molto meglio utilizzare espressioni più generiche e neutre (come sterminio o genocidio), oppure adottare l espressione ebraica Shoah, che significa annientamento, distruzione totale. In alternativa si può poi usare la formula processo di distruzione, che non si limita a definire il risultato dell azione genocida, ma anche il metodo con cui essa vene condotta. Che cosa distingue la Shoah da altri episodi di violenza antisemita? La grande novità storica è rappresentata dalla presenza dello stato. Le violenze non vennero compiute occasionalmente da gruppi di fanatici o da folle momentaneamente accecate dall odio. La Shoah fu pianificata ai massimi vertici dello stato e messa in atto da tecnici, da specialisti, da un efficiente e rigorosa burocrazia. La Shoah era impraticabile senza le risorse della tecnica (gas, ferrovie...) e senza le efficienti strutture di un moderno stato europeo: nel suo orrore, essa rappresenta il lato oscuro della modernità.

3 d Lo sterminio degli ebrei Dalla discriminazione allo sterminio Creazione dei primi campi di concentramento in Germania 1935 Leggi di Norimberga 9-10 novembre 1938 Notte dei cristalli Creazione dei ghetti in Polonia dopo l occupazione Eutanasia col gas di malati di mente tedeschi Estate 1941 Invasione dell Unione Sovietica. Inizia lo sterminio sistematico degli ebrei russi Autunno 1941 Costruzione di due nuovi campi ad Auschwitz: Birkenau e Monowitz Dicembre estate 1942 Creazione dei campi di sterminio di Chelmno, Treblinka, Sobibor, Belzec 20 gennaio 1942 Conferenza di Wannsee (presso Berlino): pianificazione dello sterminio (soluzione finale) Aprile 1943 Ribellione e distruzione del ghetto di Varsavia 27 gennaio 1945 Liberazione del campo di Auschwitz 394

4 Il processo di distruzione Le fasi del processo di distruzione riferimento storiografico 38 srs(pag. 412) Le tre fasi dell antisemitismo nazista Motivazioni ideologiche, e non economiche, dello sterminio Il processo di distruzione degli ebrei d Europa che fu condotto in maniera sistematica dal regime nazista negli anni , e che provocò circa 6 milioni di vittime secondo lo storico americano Raul Hilberg si articolò in tre grandi fasi: 1) definizione; 2) concentrazione; 3) annientamento. La prima fase si svolse tra il 1933 e il 1939, ed ebbe per teatro la Germania e i territori (come l Austria e la Boemia) che il Terzo Reich occupò in modo pacifico, o meglio senza resistenza armata da parte delle altre potenze. La seconda fase ebbe luogo prevalentemente in Polonia, nel periodo compreso tra l inizio della seconda guerra mondiale (1 settembre 1939) e l invasione dell Unione Sovietica (22 giugno 1941). L ultima fase si svolse nei cinque conclusivi anni di guerra e si esaurì solo con la disfatta dell esercito tedesco e del regime nazista. Si può affermare che ogni svolta significativa della politica estera del Terzo Reich fu accompagnata da una radicalizzazione del comportamento verso gli ebrei, passando dalla discriminazione alla reclusione, per giungere infine all eliminazione fisica. L annientamento ha dovuto percorrere strade differenti, capaci di superare tutti i problemi e gli ostacoli (di ordine tecnico, psicologico e morale) che il regime nazista si trovò di fronte nel momento in cui si pose, come obiettivo prioritario, l uccisione metodica e pianificata di milioni di persone. Ogni fase del processo fu accompagnata e seguita dal tentativo di trarre il massimo profitto economico dalla nuova situazione che si provvedeva a creare. Dobbiamo subito precisare, tuttavia, che l insieme del processo non può assolutamente trovare la propria spiegazione ultima in ragioni di tipo economico. Se all inizio il regime trasse notevoli vantaggi dalla confisca dei Le fasi del processo di distruzione FASI DEL PROCESSO COMPORTAMENTO DELLO STATO NAZISTA RISVOLTI ECONOMICI Definizione ( ) Concentrazione ( ) Annientamento ( ) Discriminazione degli ebrei tedeschi ed austriaci Reclusione degli ebrei polacchi in ghetti Eliminazione fisica degli ebrei di tutta l Europa occupata Arianizzazione dell economia del Reich Sfruttamento della manodopera ebraica Riciclaggio degli effetti personali degli ebrei uccisi 395

5 d Lo sterminio degli ebrei Nazisti in uniforme bloccano l ingresso dei magazzini Schocken, proprietà dell imprenditore ebreo Salman Schocken. riferimento storiografico 39 srs(pag. 413) patrimoni ebraici, a partire dal 1941 allorché il processo di distruzione raggiunse il proprio apice e il meccanismo del suo funzionamento raggiunse il massimo della propria complessità le spese aumentarono, i profitti si fecero sempre più scarsi e le occasioni di guadagno (ad esempio, con lo sfruttamento sistematico della manodopera detenuta) vennero messe in secondo piano rispetto all imperativo di uccidere tutti gli israeliti. Fin dall inizio è importante mettere in luce il fatto che lo sterminio degli ebrei rappresentò un operazione economicamente non vantaggiosa; l impresa nel suo complesso fu progettata e condotta avanti non per ragioni di profitto, ma per motivi di tipo ideologico: essa, cioè, fu la diretta, coerente e radicale conseguenza della concezione della storia nazista, secondo cui la luminosa e superiore razza ariana, per sopravvivere, doveva combattere una lotta senza quartiere contro la criminale e demoniaca stirpe giudaica. La discriminazione degli ebrei tedeschi L ink 396 Il razzismo di Hitler (pag. 225 e segg.) Chi era considerato ebreo Nel 1935 il regime nazista promulgò le Leggi di Norimberga, che vietavano i matrimoni e i rapporti sessuali fra ariani ed ebrei; per rendere operativa la nuova norma, tuttavia, si pose proprio allora la necessità di definire con la massima precisione possibile chi fosse da ritenere ebreo e chi no. In primo luogo, vennero catalogate come ebree quelle persone che avevano almeno tre nonni ebrei. In seconda istanza e senza curarsi del fatto che il nuovo decreto fosse in contraddizione con il principio enunciato dal programma nazista del 1920, secondo il quale il criterio per individuare gli ebrei doveva essere non di tipo religioso, bensì di ordine razziale nel caso i cui i nonni ebrei fossero solamente due, fu la confessione religiosa del singolo a giocare il ruolo decisivo: la persona veniva considerata ebrea se, alla data del 15 settembre 1935, era iscritta alla Comunità

6 Il processo di distruzione 10 novembre 1938, mattina: dopo la notte dei cristalli, alcune passanti berlinesi sostano davanti ad un negozio, di proprietà di un ebreo, distrutto durante la notte. La Notte dei cristalli Gli ebrei esclusi dalle scuole, dalla vita sociale, dalle attività economiche religiosa giudaica. Analogamente, veniva considerato ebreo chi, avendo due soli nonni ebrei, avesse sposato (o stesse per sposare) un ebrea/o. La discriminazione degli ebrei tedeschi (circa individui, concentrati in prevalenza a Berlino e nelle altre grandi città) trovò la sua completa attuazione nel 1938, dopo la cosiddetta Notte dei cristalli. Il 7 novembre, un giovane ebreo polacco uccise un funzionario dell ambasciata tedesca di Parigi, per protestare contro le violenze subite in Germania dai suoi genitori; il ministro della propaganda Joseph Goebbels ordinò ai militanti delle varie organizzazioni naziste di attaccare su tutto il territorio tedesco il maggior numero possibile di sinagoghe, negozi e abitazioni ebraiche: il risultato dell operazione, svoltasi la notte tra il 9 e il 10 novembre, fu l uccisione di 36 persone, l incendio di 101 sinagoghe e la devastazione di almeno 7500 negozi (ed è proprio la distruzione delle loro vetrine che ha generato l espressione Notte dei cristalli). Anche se diversi esponenti del regime disapprovarono l iniziativa di Goebbels, per timore delle reazioni negative che essa poteva suscitare nell opinione pubblica internazionale, nel Consiglio dei ministri del 12 novembre tutti i principali responsabili del governo tedesco ritennero che la situazione fosse matura per una radicalizzazione della politica antisemita; gli ebrei, pertanto, furono esclusi dalle scuole e da tutte le «manifestazioni della cultura tedesca» (cinema, teatri, mostre d arte ecc.). Nel contempo, si decise di procedere alla cosiddetta arianizzazione dell economia, per cui tutti gli ebrei che fossero titolari di un industria o di un impresa commerciale furono obbligati a venderle, a prezzi notevolmente inferiori rispetto al loro valore di mercato, allo stato o ad un acquirente ariano. Gli ebrei in Germania 7 aprile 1933 Licenziamento degli impiegati pubblici non ariani 15 settembre 1935 Leggi di Norimberga 9-10 novembre 1938 Notte dei cristalli 12 novembre 1938 Esclusione degli studenti ebrei dalle scuole e arianizzazione dell economia 397

7 d Lo sterminio degli ebrei le parole 398 Ghetti in Polonia, massacri in Russia ghetto La reclusione degli ebrei in quartieri delimitati da mura fu attuata per la prima volta nel 1412 in Spagna. La parola ghetto, però, è di origine veneziana. Infatti, quando anche la Serenissima, nel 1516, adottò un provvedimento di reclusione analogo a quello spagnolo, nella laguna fu riservata agli ebrei un isola sulla quale, in precedenza, era stata attiva una fabbrica di cannoni, ovvero una fonderia in cui si gettava il metallo necesario per la costruzione di quelle armi da fuoco. Nel Cinquecento la pratica di rinchiudere gli ebrei in questi quartieri speciali recintati divenne pressoché universale: nel 1555, ad esempio, il papato ordinò la reclusione degli ebrei romani, dando vita a quel ghetto di Roma che ultimo in tutta l Europa sarebbe stato abolito solo nel L istituzione dei ghetti Il sovraffollamento provoca epidemie di tifo le parole tifo La malattia più diffusa nei ghetti e nei lager era il tifo esantematico o petecchiale. Si tratta di un morbo tipico delle situazioni in cui molte persone sono costrette a vivere insieme, in condizioni igieniche carenti. Il tifo esantematico, infatti, è trasmesso dai pidocchi, parassiti che aggrediscono gli esseri umani impossibilitati a lavarsi regolarmente. Poiché ogni lager era esposto al rischio di un epidemia di tifo, ciascun campo era dotato di uno o più forni crematori, utilizzati per la distruzione dei cadaveri. L ink Invasione tedesca dell URSS (pag. 343 e segg.) i protagonisti Reinhard Heydrich Nato nel 1904, si iscrisse alla NSDAP nel giugno del 1931 e poco dopo ricevette l incarico di creare un servizio segreto all interno delle SS. Divenuto l uomo di fiducia di Himmler, Heydrich venne posto a capo dell Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich, che nel 1939 controllava tutto il sistema di polizia tedesco. Nel settembre 1941 ricevette l incarico di governatore della Boemia. Il 29 maggio 1942, la resistenza ceca riuscì a sorprenderlo in un sobborgo di Praga e a ferirlo mortalmente. La morte avvenne il 4 giugno Poco tempo dopo, quando vennero attivati i centri di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka, l attività genocida che vi venne svolta fu chiamata in codice Azione Reinhard. La seconda fase del processo di distruzione degli ebrei d Europa, che Hilberg ha chiamato concentrazione, ebbe inizio nell autunno del 1939, dopo che l esercito tedesco ebbe conquistato gran parte della Polonia e circa due milioni di ebrei polacchi si trovarono sotto la dominazione nazista. Le autorità del Terzo Reich, di fronte ad un numero così elevato di persone razzialmente inferiori, decisero di istituire, nelle principali città polacche, dei ghetti, recintando alcuni quartieri e concentrandovi tutti gli ebrei. Essi non potevano uscire per nessun motivo dal ghetto, il cui muro di cinta era sorvegliato dalla polizia tedesca. All interno dei quartieri speciali, le condizioni di vita della maggioranza delle persone recluse divennero ben presto drammatiche. Nel ghetto di Varsavia (che contava circa ebrei nel 1941) il sovraffollamento comportava la presenza media di abitanti per vano disponibile; in questo contesto inevitabilmente degradato sotto il profilo igienico e sanitario, trovarono un eccellente terreno di diffusione numerose malattie, prima fra tutte il tifo. La mortalità, poi, si fece progressivamente più elevata nella misura in cui le autorità assegnarono ai ghetti quantità sempre più ridotte di cibo, provocando fame e denutrizione cronica. Si può quindi affermare che già nei ghetti polacchi, negli anni , era in atto un operazione di sterminio, sia pure lenta e dilazionata nel tempo; l annientamento sistematico e metodico, tuttavia, ebbe inizio solo nel 1941, in diretta connessione con l invasione dell URSS. Quasi sicuramente l ordine di sterminare tutti gli ebrei russi (considerati, da Hitler, i veri artefici della rivoluzione comunista, cioè gli autentici signori dell Unione Sovietica) venne impartito dal Führer oralmente, mentre dell esecuzione materiale della direttiva si occuparono i vertici delle SS, e cioè Heinrich Himmler e Reinhard Heydrich. Quest ultimo, nella sua veste di responsabile supremo dell apparato poliziesco del regime, provvide a istituire quattro reparti speciali, ognuno dei quali avrebbe dovuto poi operare in un preciso settore del fronte. In pratica, per un totale di circa 3000 effettivi, vennero costituite quattro vaste unità mobili di massacro, che nell estate del 1941 seguirono l esercito tedesco nella sua inarrestabile offensiva in territorio russo e procedettero all uccisione di tutti gli ebrei che riuscivano a catturare.

8 Il processo di distruzione documenti Miseria, fame e malattia nel ghetto di Varsavia Marek Edelmann fu uno dei capi della rivolta del ghetto di Varsavia, nell aprile del Riuscì a salvarsi fuggendo attraverso la rete fognaria. Nel 1977, la giornalista Hanna Krall lo ha intervistato e invitato a descrivere le drammatiche condizioni di vita dei ebrei concentrati nella capitale polacca. La fame cresce di giorno in giorno. Essa esce dagli alloggi oscuri e sovrappopolati per esporre nella strada lo spettacolo dei ventri caricaturalmente gonfi, dei piedi purulenti avvolti in stracci sporchi, coperti di ascessi e di piaghe causate dal gelo e dalla denutrizione. La fame parla con la bocca dei mendicanti, dei vecchi, dei giovani e dei bambini fin nei cortili. [...] La miseria è così grande che la gente muore di fame in mezzo alla strada. Ogni giorno, verso le quattro o le cinque di mattina, le imprese di pompe funebri raccolgono per le strade una quindicina di cadaveri che i passanti hanno ricoperto di giornali, fermati da una pietra perché non volino via. Alcuni cadono per la via, altri muoiono in casa, ma la famiglia spoglia completamente il cadavere, per ricavare denaro coi suoi vestiti, e getta il corpo fuori casa perché la sepoltura sia pagata dal Consiglio ebraico. [...] Il tragico arriva al suo colmo quando il ghetto è invaso dagli abitanti deportati dalle piccole città e dai villaggi. Essi non hanno né casa né alloggio. Senza tetto, sporchi, vagano per le strade. Vi si accampano per interi giorni, dormono e mangiano nei cortili. Infine vanno ad alloggiare nei «centri» di raccolta, dei locali provvisori per rifugiati, aperti per loro. Questi «centri» sono una delle piaghe più orribili del ghetto, una catastrofe impossibile a vincere (solo una parte dei bambini può essere trasferita in internati e trova migliori condizioni). Nei grandi edifici vuoti e non riscaldati delle sinagoghe, nelle sale delle fabbriche abbandonate, si stringono centinaia di persone. Sporche, pidocchiose, senza possibilità alcuna di lavarsi, denutriti e affamati (il Consiglio ebraico distribuisce la «zuppa d acqua» una volta al giorno), giacciono su pagliericci rivoltanti, senza più la forza di alzarsi. Macchie verdi di muffa si spandono sui muri. I pagliericci sono per terra, raramente su una lettiera. Per ogni famiglia non c è, molto spesso, che un solo posto per dormire. Là, più nessun ritegno vela il regno della miseria e della fame. Nello stesso tempo il tifo fa strage. Sulle porte degli appartamenti o dei caseggiati appaiono sempre più numerosi gli avvisi di colore giallo: Fleckfieber. Gli occupanti miserabili dei «centri» di raccolta sono colpiti in massa dall epidemia. Gli ospedali, pur riservati esclusivamente alle malattie contagiose, straripano di malati. Ne vengono ammessi ogni giorno centocinquanta, in un servizio. Essi finiscono per stare stesi a due o tre in uno stesso letto e invadono i pavimenti. Si guarda con impazienza il moribondo nella speranza che lasci presto il suo posto al seguente. Troppo scarsi, i medici non ne possono più. Le persone muoiono a centinaia. Il cimitero non basta per tutti. I becchini non riescono più a seppellire. Essi gettano cinquecento cadaveri dentro ogni fossa comune, ma altre centinaia attendono vari giorni, senza alcun riparo, diffondendo per tutto il cimitero un fetore nauseabondo e dolciastro. L epidemia si estende. Il tifo è dappertutto. Minaccia da tutte le parti. Come la fame, diviene il signore onnipotente del ghetto. La mortalità mensile raggiunge la cifra di seimila, cioè il 2 per cento della popolazione. (M. EDELMANN - H. KRALL, Il ghetto di Varsavia. Memoria e storia dell insurrezione, trad. di M. MEGHNAGI, Città Nuova, Roma 1985, pp ) È possibile affermare che la reclusione nei ghetti fosse già orientata in direzione dello sterminio? Giustifica la tua risposta con opportuni esempi, tratti dalla testimonianza di Edelmann. In quali momenti la situazione del ghetto si faceva particolarmente critica? 399

9 d Lo sterminio degli ebrei documenti L impreparazione degli ebrei russi È possibile che queste operazioni mobili abbiano provocato la morte di due milioni di ebrei sovietici, i quali furono colti completamente alla sprovvista. Circa un milione e mezzo di ebrei residenti nei territori invasi dall esercito tedesco riuscì a fuggire; la maggioranza, però, non si mosse o tornò dopo poco tempo: non sapevano nulla delle violenze patite dagli ebrei polacchi, si fidavano più dei tedeschi che dei russi e, quindi, rifiutarono come semplicemente impensabile l idea del massacro di massa. Un simile atteggiamento colpì profondamente alcuni ufficiali tedeschi, che si aspettavano di dover combattere contro un avversario agguerrito e pericoloso, e invece incontrarono solo gente inerme, indifesa e incapace di elaborare (sotto il profilo psicologico, prima ancora che sul piano militare) qualsiasi strategia di resistenza. La testimonianza che riportiamo fu resa, alla fine della guerra, da Erich von dem Bach-Zelewski, alto ufficiale delle SS e comandante della Polizia tedesca nella Russia centrale. Contrariamente all opinione dei nazionalsocialisti secondo i quali gli Ebrei formavano un gruppo altamente organizzato, la realtà terrificante era che non avevano, invece, nessuna organizzazione, di nessun genere. La massa del popolo ebraico fu completamente presa alla sprovvista. Non sapevano assolutamente che cosa fare; non avevano né direttive, né parole d ordine che indicassero loro come dovevano agire. Sta qui la più grande menzogna riguardo l antisemitismo, perché contraddice l affermazione secondo la quale gli Ebrei cospiravano per dominare il mondo e che erano incredibilmente organizzati. In realtà non erano organizzati per niente, nemmeno un servizio di informazione. Se fosse esistita un organizzazione di un tipo o di un altro, questa gente avrebbe potuto salvarsi a milioni; invece furono presi completamente alla sprovvista. Mai, fino a quel momento, un popolo era stato condotto alla distruzione in una incoscienza così completa. Non c era nessuna preparazione. Assolutamente niente. Non era nemmeno vero, come sostenevano gli antisemiti, che fossero amici dei Sovietici. Questo è il malinteso più incredibile. Gli Ebrei della Vecchia Polonia, che non hanno mai avuto simpatia per i comunisti, avevano in tutta la regione, a partire dal Bug e fino verso l Est, più paura del bolscevismo che del nazismo. Era follia. Avrebbero potuto essere salvati. Tra loro c era gente che aveva molto da perdere, uomini d affari; non volevano andarsene. Inoltre, c era l amore per casa loro e l esperienza dei pogrom [= massacri n.d.r.] in Russia. Dopo le prime azioni antiebraiche dei Tedeschi, credevano che la tempesta fosse finita, così sono ritornati e sono corsi incontro alla loro distruzione. (R. HILBERG, La distruzione degli Ebrei d Europa, trad. di F. SESSI e G. GUASTALLA, Einaudi, Torino 1995, p. 1111) Per quale ragione è possibile affermare che la testimonianza di E. von dem Bach-Zelewski rappresenta la più esplicita confutazione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion? Per quale motivo gli ebrei dell Europa orientale, tradizionalmente, temevano più i russi dei tedeschi? 400

10 L annientamento pianificato Massacri degli ebrei russi le parole I centri di sterminio eutanasia Il termine è di origine greca e significa, alla lettera, morte a fin di bene. L ordine di eliminare i malati di mente tedeschi (ariani ed ebrei) venne firmato personamente da Hitler nell ottobre Per attuare il programma di eutanasia, venne fondata un Associazione degli ospedali psichiatrici del Reich, che aveva la propria sede a Berlino in Tiergartenstrasse 4. Per questo motivo, l operazione venne poi chiamata in codice Aktion T-4. Il programma venne sospeso da Hitler il 25 agosto In effetti, poiché la notizia delle esecuzioni si era diffusa fra i tedeschi e aveva destato la generale disapprovazione, Hitler temette di perdere il consenso della popolazione proprio nel momento in cui la guerra contro l Unione Sovietica si faceva più impegnativa. documenti Le camere a gas di Treblinka Il compito che le unità mobili di massacro furono chiamate a svolgere era disgustoso. A Babi-Yar, presso Kiev, furono uccise in un azione sola più di persone: in questo e in tanti altri casi le SS e i poliziotti dei vari reparti non facevano altro che uccidere dall alba al tramonto, letteralmente immersi nel sangue. Si trattava di nazisti convinti, disposti a compiere un lavoro sporco, ma necessario per la futura prosperità del popolo tedesco; molti di essi, però, riuscivano a operare solo in costante stato di ubriachezza e rischiarono il completo crollo psichico. Rendendosi conto di questo aspetto, Himmler ordinò che venissero trovati altri sistemi di annientamento per procedere all uccisione degli ebrei dei ghetti polacchi. Pertanto, si decise di adottare il gas, che già negli anni era stato usato per l eutanasia di malati di mente tedeschi. Nel periodo compreso tra il dicembre 1941 e l estate 1942, in Polonia, presero a funzionare diversi centri di sterminio: Chelmno, Treblinka, Sobibor, Belzec. Questi luoghi non vanno confusi con i campi di concentramento; gli ebrei che erano condotti nei centri di sterminio, infatti, erano tutti uccisi subito per mezzo dell ossido di carbonio (il gas di scarico dei motori a scoppio), e non obbligati a lavorare, in regime di detenzione. In tal modo si procedette alla liquidazione di tutti i ghetti polacchi. La seguente testimonianza fu resa nel 1985, da Franz Suchomel (Unterscharführer delle SS in servizio a Treblinka) al regista francese Claude Lanzmann. D. [= Domanda di Claude Lanzmann n.d.r.]: Quale capacità avevano le nuove camere a gas [costruite nel settembre 1942 n.d.r.]? R. [= Risposta di Franz Suchomel n.d.r.]: Le nuove camere a gas... vediamo... Si poteva far fuori tremila persone in due ore. D. Ma quante persone alla volta, in una sola camera a gas? R. Non posso dirglielo esattamente, io. Gli ebrei dicono duecento. D. Duecento? R. Sì, duecento. Immagini un locale della misura di questo. D. Ad Auschwitz ne mettevano di più! R. Ma Auschwitz era una vera fabbrica! D. E Treblinka? R. Le darò la mia definizione. Ricordi questo: Treblinka era una catena di morte, primitiva, certo, ma che funzionava bene. D. Una catena? R.... di morte. Capisce? D. Sì. Ma primitiva? R. Primitiva. Sì, primitiva, ma funzionava bene, quella catena di morte. 401

11 d Lo sterminio degli ebrei [...] D. Bene. Arriva un trasporto: vorrei che descrivesse con precisione tutto il procedimento nel primo periodo [...]. R. Treblinka era un villaggio. Un piccolo villaggio. La stazione aveva acquistato importanza a causa dei trasporti di ebrei. Ogni convoglio aveva da trenta a cinquanta vagoni. Li dividevano sempre in sezioni di dieci, dodici, perfino quindici vagoni, che erano portati fino al campo e condotti alla rampa. Gli altri vagoni restavano in attesa, con le persone, nella stazione di Treblinka. I finestrini erano protetti da filo spinato perché nessuno potesse uscire. E sui tetti stavano i «cani sanguinari», gli ucraini o i lettoni. I lettoni erano i peggiori. Sulla rampa, di fronte ad ogni vagone, si tenevano pronti due ebrei del reparto blu perché tutto procedesse a0lla svelta. Dicevano: «Uscite, uscite, presto, presto!». C erano anche degli ucraini e dei tedeschi. D. Quanti tedeschi? R. Da tre a cinque. D. Non di più? R. No, gliel assicuro. D. E quanti ucraini? R. Dieci. D. Dieci ucraini, cinque tedeschi. R. Sì, sì. D. Due... Cioè venti uomini del reparto blu. R. Sì. quelli del reparto blu erano qui, e da qui mandavano le persone all interno. Là c era il reparto rosso. Sì. D. Il reparto rosso, qual era il suo incarico? R. I vestiti. Doveva raccogliere i vestiti degli uomini, i vestiti delle donne, e portarli immediatamente quassù. D. Quanto tempo fra la rampa e l operazione di denudamento? Quanti minuti? R. Vediamo... per le donne, per le donne diciamo un ora in tutto. Un ora, un ora e mezza. Un intero treno in due ore. D. Sì. R. In due ore era tutto finito... D. Fra l arrivo... R.... e la morte. D.... e la morte, era tutto finito in due ore? R. Due ore, due ore e mezza, tre ore. D. Un treno intero? R. Un treno intero. D. E per una parte soltanto, per dieci vagoni? R. Non si può calcolare: i vari trasporti si susseguivano, la gente affluiva continuamente, capisce? [...] D. Treblinka, dove tanta gente è stata sterminata, non era grande, vero? R. Non era grande. Cinquecento metri nel suo lato più esteso. Non era un rettangolo, piuttosto un rombo. Provi a figurarselo: qui era piatto e là si cominciava a salire. E in cima alla collina c era la camera a gas. (C. LANZMANN, Shoah, trad. di G. CILLARIO, Rizzoli, Milano 1987, pp ) Quali definizioni dà Suchomel di Auschwitz e di Treblinka? Quanto tempo veniva impiegato per eliminare un convoglio di deportati? 402

12 L annientamento pianificato La resistenza armata degli ebrei nel ghetto di Varsavia Periodicamente, nelle singole città, venivano organizzati dei convogli ferroviari; in un primo tempo i Consigli ebraici (istituiti nel al fine di mantenere i rapporti con le autorità tedesche e organizzare i servizi essenziali all interno del ghetto) cercarono di collaborare con i tedeschi, consegnando regolarmente il numero di ebrei richiesto. La loro speranza era che i tedeschi non si sarebbero privati della manodopera che fabbricava uniformi, scarpe e altri beni utili alle truppe impegnate al fronte. Solo faticosamente i Consigli ebraici compresero che l obiettivo dei nazisti non era lo sfruttamento, bensì il completo annientamento degli ebrei, prescindendo da ogni razionale calcolo di tipo economico. Quando emerse con assoluta chiarezza che il fine dei tedeschi era il puro e semplice sterminio di tutta la popolazione ebraica, in vari ghetti sorsero nuclei di resistenza; l episodio più significativo si registrò a Varsavia, nell aprile 1943, allorché le truppe tedesche incaricate di rastrellare e condurre a Treblinka gli ultimi ebrei rimasti nel ghetto dovettero conquistare con le armi ogni singola casa. La resistenza del ghetto proseguì per diverse settimane (dal 19 aprile al 15 maggio): per sfuggire alla cattura, gli ebrei si nascosero nelle fogne del quartiere ebraico, che infine venne completamente incendiato e raso al suolo. i luoghi Wannsee Wannsee è un sobborgo elegante di Berlino. La conferenza al vertice per discutere della soluzione finale della questione ebraica in Europa si svolse in una villa di proprietà delle SS. Oltre a Heydrich, che convocò e presiedette la riunione, parteciparono altri 14 funzionari. Il verbale della conferenza fu steso da Adolf Eichmann, che fu poi incaricato di organizzare i convogli ferroviari diretti ad Auschwitz. Dopo la guerra, Eichmann riuscì a fuggire in Argentina. Scoperto dai servizi segreti dello Stato di Israele, venne rapito e portato a Gerusalemme. Processato nel 1961 da un tribunale israeliano, Eichmann venne impiccato il 31 maggio Eichmann e tutti gli altri partecipanti alla Conferenza di Wannsee furono delinquenti di tipo nuovo e speciale; si trattava, infatti, di burocrati, di funzionari che solo raramente si sporcarono direttamente le mani: eppure furono la loro regia e la loro minuziosa opera di pianificazione a tavolino che resero possibile lo sterminio degli ebrei, in tutta la sua radicalità. Ad Auschwitz tre campi: quello di Birkenau per lo sterminio Le camere a gas di Auschwitz-Birkenau Il 20 gennaio 1942 a Wannsee, vicino a Berlino, si tenne una conferenza finalizzata a pianificare lo sterminio degli ebrei di tutti i territori europei conquistati dall esercito tedesco; a quella riunione furono invitati rappresentanti di tutti i principali organismi del Terzo Reich (ministeri, SS, polizia) che potessero risultare coinvolti nell operazione di deportazione. Poco tempo dopo venne deciso che la maggioranza degli ebrei, prelevati nei diversi paesi dell Europa occupata, sarebbe stata portata ad Auschwitz, una località polacca presso la quale esisteva una rete di campi di concentramento. Il primo di essi (chiamato Auschwitz I) era un luogo di detenzione per prigionieri politici polacchi; nel corso del 1941 si erano aggiunti altri due campi di concentramento, in località chiamate Birkenau (Auschwitz II) e Monowitz (Auschwitz III). A fianco del campo di Birkenau vennero costruiti il terminale ferroviario e il complesso dei crematori, ciascuno dei quali comprendeva una vasta camera a gas e diversi forni per bruciare i cadaveri. Quando arrivava un convoglio, i deportati erano sottoposti alla cosiddetta selezione (che non aveva luogo a Treblinka, dove tutti senza eccezione venivano subito eliminati); in pratica, con un colpo d occhio, un ufficiale medico delle SS valutava chi di essi sembrasse abile al lavoro. Coloro che non erano considerati capaci di alcuna attività lavorativa erano inviati ai crematori, cioè uccisi poco tempo dopo il loro arrivo. A Birkenau non veniva usato l ossido di carbonio, bensì un antiparassitario a 403

13 d Lo sterminio degli ebrei I TRE CAMPI PRINCIPALI DI AUSCHWITZ per BERLINO per KATOWICE per VARSAVIA per LUBLINO fiume Sola R1, R2, R3 K B Rampe di arrivo e di scarico dei convogli in ordine cronologico di utilizzo Crematori, ciascuno con annessa camera a gas Bunker nella foresta usati come camere a gas provvisorie (case coloniche riadattate) fiume Vistola B1 per CRACOVIA B2 K V KIV K III K II AUSCHWITZ II BIRKENAU R3 R2 per VIENNA Stazione ferroviaria R1 K1 KL AUSCHWITZ I AUSCHWITZ (città) I.G Farben Buna AUSCHWITZ III MONOWITZ Auschwitz II - Birkenau: il cancello di ingresso dei treni. I deportati arrivavano in treno da tutti gli stati occupati dai tedeschi, in vagoni bestiame riempiti il più possibile e sigillati alla partenza. Lo Zyclon B, il gas usato per uccidere base di acido prussico, chiamato Zyclon B, immesso dall alto nelle grandi camere a gas. Conservato in barattoli ermeticamente chiusi, lo Zyclon B si presentava sotto forma di cristalli di colore blu, che a contatto con il calore e l umidità sprigionano vapori tossici. Una volta completata l esecuzione (che poteva comportare l uccisione di duemila persone ogni volta), i cadaveri erano portati fuori dalle camere e bruciati nei forni da reparti speciali, composti da prigionieri ebrei. 404

14 Il crematorio III di Auschwitz II Birkenau. Lo stabilimento dell industria chimica I.G. Farben annesso al sottocampo Auschwitz III - Monowitz, fotografia scattata nel 1945, dopo la liberazione del campo. L annientamento degli ebrei 22 giugno 1941 Invasione dell URSS. Al seguito dell esercito, reparti speciali di SS uccidono gli ebrei russi Primavera/estate 1942 Inizia la liquidazione dei ghetti polacchi nei centri di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka Primavera/estate 1942 Iniziano i trasporti degli ebrei verso Auschwitz, da tutta l Europa occupata dai nazisti documenti Tenendo presenti le disgustose condizioni in cui avevano operato in Russia le unità mobili di massacro, ci si rende conto che ad Auschwitz- Birkenau il meccanismo dell assassinio di massa aveva compiuto uno straordinario processo di perfezionamento; chi uccideva, infatti, era riuscito a rendere quasi invisibile la propria vittima, a prendere le distanze da lei e a ridurre al minimo il proprio coinvolgimento diretto nell atto che provocava la morte. Le esecuzioni di massa ad Auschwitz-Birkenau Filip Müller era un prigioniero ebreo addetto alla pulizia delle camere a gas di Auschwitz-Birkenau dopo le esecuzioni di massa. Come il sottufficiale delle SS F. Suchomel (vedi documento a pag. 371) anche Müller fu intervistato da Claude Lanzmann, regista di un ampio film-documentario intitolato Shoah. R. [Risposta di Filip Müller n.d.r.] Prima di ogni «trattamento col gas» le SS prendevano delle misure molto rigide. Il crematorio era circondato da un cordone di SS e i loro uomini occupavano in gran numero il cortile con cani e mitragliatrici. Sulla destra c erano le scale che portavano allo spogliatoio sotterraneo. A Birkenau c erano quattro crematori, i crematori II e III, IV e V. I crematori II e III erano identici. Nei crematori II e III lo spogliatoio e la camera a gas si trovavano nel sotterraneo. Un grande spogliatoio di circa 280 metri quadrati e una grande camera a gas dove si potevano gassare fino a tremila persone alla volta. I crematori IV e V contenevano tre camere a gas: la loro capacità globale era fra le milleottocento e le duemila persone al massimo. 405

15 d Lo sterminio degli ebrei Le persone, mentre si avvicinavano al crematorio, vedevano tutto... quella violenza terribile, il terreno interamente circondato da SS in armi, i cani che abbaiavano, le mitragliatrici. Tutti sospettavano... soprattutto gli ebrei polacchi. Erano certo animati da neri presentimenti... Ma nessuno di loro, nei suoi incubi peggiori, avrebbe potuto immaginare che fra tre o quattro ore sarebbe stato ridotto in cenere. Quando entravano nello spogliatoio appariva loro un vero e proprio Centro Internazionale di informazione. Ai muri erano fissati dei ganci, ognuno dei quali portava un numero. Sotto, delle panche di legno perché la gente potesse spogliarsi «più comodamente», come quelli dicevano. E sui numerosi pilastri di sostegno di quello spogliatoio sotterraneo erano affissi degli slogan in tutte le lingue: «Sii pulito!», «Morte ai pidocchi», «Lavati!», «Verso la sala di disinfezione». Tutte quelle scritte avevano l unico scopo di attirare verso la camera a gas le persone già svestite. E sulla sinistra, perpendicolarmente, la camera a gas, munita di una porta massiccia. Nei crematori II e III, le cosiddette «SS addette alla disinfezione» introducevano i cristalli di gas Zyclon dal soffitto, e nei crematori IV e V da aperture laterali. Con cinque o sei cassette di gas uccidevano duemila persone. Gli «addetti alla disinfezione» arrivavano in un veicolo segnato da una croce rossa e scortavano le colonne per far loro credere che li accompagnavano al bagno. Ma in realtà la croce rossa non era che finzione; essa mascherava le cassette di Zyclon e i martelli per aprirle. La morte per gas durava da dieci a quindici minuti. Il momento più terribile era l apertura della camera a gas, quella visione intollerabile: le persone, schiacciate come basalto, blocchi compatti di pietra. Come crollavano fuori delle camere a gas! L ho visto parecchie volte. Ed era la cosa più penosa di tutte. A questa non ci si abituava mai. Era impossibile. D. [Domanda di Claude Lanzmann n.d.r.] Impossibile. R. Sì. Bisogna immaginare: il gas, quando cominciava ad agire, si propagava dal basso in alto. E nella lotta spaventosa che allora si scatenava perché era una lotta nelle camere a gas toglievano la luce, era buio, non ci si vedeva, e i più forti volevano sempre salire, salire più in alto. Certamente sentivano che più si saliva meno mancava l aria, meglio si poteva respirare. Si scatenava una battaglia. E nello stesso tempo quasi tutti si precipitavano verso la porta. Era un fatto psicologico, la porta era lì... ci si avventavano, come per istinto. Irreprimibile istinto in quella lotta contro la morte. Ed è per questo che i bambini e i più deboli, i vecchi, si trovavano sotto gli altri. E i più forti sopra. In quella lotta di morte il padre non sapeva più che suo figlio era lì, sotto di lui. D. E quando si aprivano le porte...? R. Cadevano... cadevano come un blocco di pietra... una valanga di grossi blocchi che cadono da un camion. E dove era stato versato il Zyclon, era vuoto. Nel posto dei cristalli non c era nessuno. Sì. Tutto uno spazio vuoto. Evidentemente le vittime sentivano che in quel punto il Zyclon agiva di più. Le persone erano... erano ferite, perché nel buio avveniva una mischia, si dibattevano, lottavano. Sporchi, insozzati, sanguinanti dalle orecchie, dal naso. [...] Era atroce da vedere. Ed era la cosa più difficile. (C. LANZMANN, Shoah, cit., pp ) Perché nelle camere a gas si scatenava una specie di lotta spaventosa? In quali punti della camera si creavano degli spazi vuoti? 406

16 L annientamento pianificato L ink I lager in Germania (pag. 234) le parole I lager zingari I termini zingari e gitani designano i popoli Sinti e Rom. Arrivarono dall Oriente nel XIV secolo; tuttavia, fieri delle proprie usanze e del proprio modo di vita, per secoli vissero ai margini della società europea. La loro persecuzione in Germania iniziò nel 1936: in occasione delle Olimpiadi di Berlino, tutti gli zingari che si trovavano nei pressi della capitale vennero rinchiusi a Marzahn, un lager appositamente predisposto in una zona abbandonata e malsana. Il 16 dicembre 1942, Himmler firmò l ordine di deportazione dei Sinti e dei Rom tedeschi. Dei zingari internati nei lager di Auschwitz, persero la vita. Più difficile, invece, è fare un bilancio globale del genocidio del popolo gitano; una stima prudente, probabilmente difettosa, individua vittime. Come nel caso degli ebrei, siamo di fronte allo sforzo di cancellare dall Europa un intero popolo, con metodo e sistematicità. Coloro che, alla stazione di Birkenau, erano ritenuti abili al lavoro, venivano inviati in uno dei lager (campi di concentramento) che si trovavano nei dintorni di Auschwitz. In Germania, i lager erano nati subito dopo la conquista del potere da parte del nazismo nel Fino alla guerra, il regime vi aveva rinchiuso soprattutto prigionieri politici (comunisti, in primo luogo), asociali (alcolisti, vagabondi, individui che non volevano trovare una stabile occupazione), omosessuali e dissidenti per motivi religiosi. Durante la guerra, invece, venne internato nei lager un numero enorme di individui considerati razzialmente inferiori (ebrei, zingari, polacchi, russi...). La condizione di vita di tutti costoro era estremamente dura: sottoposti alle violenze dei guardiani e a un lavoro micidiale, essi non ricevevano un alimentazione sufficiente, sicché la maggior parte degli internati moriva per sfinimento nel giro di pochi mesi. Nel gergo del campo, il prigioniero distrutto dalla fatica, dalle percosse e dalle privazioni era chiamato musulmano, un individuo solo biologicamente vivo, ormai privo di emozioni, di pensiero e di coscienza. «I volti così J. Olbrycht descrisse i musulmani, al processo contro Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz sembravano maschere, con uno sguardo strano e le pupille innaturalmente dilatate. Soffrivano di apatia e di sonnolenza, rallentamento e indebolimento di tutti i processi vitali». Se non era condotto dai nazisti alle camere a gas, o non I LAGER NAZISTI NEL 1943 GRAN BRETAGNA FRANCIA MARE DEL NORD PAESI BASSI BELGIO Natzweiler- Struthof Neuengamme Bergen-Belsen SVIZZERA NORVEGIA DANIMARCA Mittelbau- Dora Ravensbrück Buchenwald Theresienstadt Flossenbürg Dachau Sachsenhausen Mauthausen AUSTRIA SVEZIA M A R Gross-Rosen L T B A Stutthof Chelmno Auschwitz I C O CECOSLOVACCHIA UNGHERIA Treblinka Maidanek Plaszow ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA Belzec Sobibor Reich tedesco Stati e territori sotto controllo tedesco Campi di concentramento Campi di sterminio Campi di eutanasia per malati, handicappati e invalidi U R S S ITALIA IUGOSLAVIA MAR NERO 407

17 d Lo sterminio degli ebrei i protagonisti Primo Levi Nato a Torino nel 1919, Levi studiò chimica e riuscì a laurearsi, malgrado le leggi razziali. Arrestato nel 1944, fu condotto ad Auschwitz III-Monowitz. La sua opera più famosa, intitolata Se questo è un uomo, è considerata una delle testimonianze più lucide sulla deportazione nei lager nazisti. Al momento dell evacuazione del campo da parte dei tedeschi, Levi era malato. Pertanto, non dovette affrontare la micidiale marcia di trasferimento nel corso della quale morirono moltissimi detenuti. I campi di Auschwitz furono liberati dai russi il 27 gennaio Tuttavia, il ritorno in Italia fu possibile a Levi solo dopo un itinerario lungo e complicato, descritto in La tregua. Morì suicida nel veniva ucciso dai guardiani perché non riusciva più a lavorare e non rispondeva più agli ordini, il musulmano finiva per lasciarsi morire, cessando di mangiare e di bere. Primo Levi, non a caso, proprio ai musulmani ha dedicato alcune delle pagine più terribili e toccanti di Se questo è un uomo: «La loro vita è breve, scrive Levi ma il loro numero è sterminato; sono loro, i Muselmänner, i sommersi, il nerbo del campo; loro, la massa anonima, continuamente rinnovata e sempre identica, dei non-uomini che marciano e faticano in silenzio, spenta in loro la scintilla divina, già troppo vuoti per soffrire veramente. Si esita a chiamarli vivi: si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perché sono troppo stanchi per comprenderla. Essi popolano la mia memoria della loro presenza senza volto, e se potessi racchiudere in una immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero». Alcuni prigionieri in una baracca del lager di Buchenwald fotografati dai primi soldati americani entrati nel lager nella primavera del

18 L annientamento pianificato Nei lager vittime che diventano complici dei carnefici Il lager, un laboratorio per ricreare lo stereotipo dell ebreo DENUTRIZIONE E LAVORO FORZATO ASSENZA DI SOLIDARIETÀ TRA I DETENUTI DEGRADAZIONE MORALE DEI DETENUTI La zona grigia La funzione ideologica del lager L unico modo per sopravvivere era quello di sottrarsi ai lavori più duri e di trovare razioni supplementari di cibo; nella maggioranza dei casi ciò era possibile solo ponendosi al servizio dei nazisti e, al limite, rendendosi loro complici nella gestione del campo. Come ha osservato lucidamente Primo Levi, il mondo del lager non è affatto semplice, cioè facilmente divisibile in carnefici e vittime; al contrario esisteva, ed era parte integrante del meccanismo del lager, una vasta e indistinta zona grigia, composta da prigionieri che, per sopravvivere, accettavano posti di responsabilità e si ponevano ad un livello intermedio fra i nazisti e gli altri deportati, verso i quali spesso erano più violenti e brutali delle stesse SS. Anche senza arrivare a questo caso-limite, nei lager era comunque pressoché impossibile ogni forma di solidarietà verso il prossimo: gli individui, per sopravvivere, erano costretti a cambiare la propria moralità, cioè ad abbandonare il modo abituale con cui, prima dell internamento, si rapportavano col prossimo. Questo processo di degradazione morale dei detenuti era incentivato dalle condizioni di vita del campo e ci permette di comprendere la funzione ultima del lager. Anche se i prigionieri erano obbligati a lavorare come schiavi, la finalità del lager non era di natura economica; come la manodopera qualificata dei ghetti venne portata senza risparmio alle camere a gas dei centri di sterminio, così si può affermare che il lavoro dei prigionieri ebrei nei lager (soprattutto ad Auschwitz) non aveva scopi di tipo produttivo, ma solo il compito di sfinire i prigionieri e obbligarli a trovare stratagemmi di ogni tipo per sopravvivere, a spese degli altri deportati. In pratica, seguendo lo storico americano G.L. Mosse, possiamo affermare che il lager assunse, nel sistema complessivo del Terzo Reich, una precisa funzione ideologica. I prigionieri razzialmente inferiori (in primo luogo, naturalmente, gli ebrei) assumevano nei lager tutte le caratteristiche che l ideologia nazista assegnava loro: diventavano ipocriti, falsi, immorali e privi di ogni solidarietà verso il prossimo. Mosse arriva a definire il lager MORTE E SFINIMENTO FISICO PROBABILITÀ DI SOPRAVVIVENZA APPARENTE CONFERMA DEGLI STEREOTIPI RAZZIALI NAZISTI GIUSTIFICAZIONE NAZISTA DELLO STERMINIO una sorta di «laboratorio», nel quale i nazisti riuscivano a ricreare il «tipo ebreo» che «in natura» non esiste, perché è un frutto del pregiudizio antisemita. «L ideologia ha scritto Mosse fu sempre la preoccupazione principale del nazionalsocialismo. La riduzione degli ebrei allo stato che abbiamo appena descritto si adattava perfettamente alla concezione dell ebreo come vile e immorale, come l opposto che bisognava distruggere». Insomma, osservando i prigionieri dei lager e il loro modo di agire che i carcerieri non attribuivano alle condizioni di vita nel campo da essi create, ma all essenza razziale dei detenuti stessi i nazisti potevano confermare tutti i propri pregiudizi razzisti. E mentre raffor- 409

19 d Lo sterminio degli ebrei riferimento storiografico 40 srs(pag. 415) zavano la loro idea di appartenere ad una razza superiore, riuscivano perfino a convincersi che, procedendo allo sterminio di quegli esseri malefici e ripugnanti, non stavano compiendo un crimine orrendo, bensì rendevano un servizio all umanità, paragonabile a quello di un medico che uccidesse dei pericolosi parassiti o dei micidiali batteri. La specificità dello sterminio nazista Sterminio che nasce da un ideologia razzista Il razzismo nazista si dà una base scientifica riferimento storiografico 41 srs(pag. 416) 410 Quello compiuto dai nazisti non fu certo il primo grave episodio di violenza subito dagli ebrei nella loro lunga storia; eppure, esso si caratterizzò in modo speciale rispetto alle altre vicende, per numerosi motivi. Nel passato le stragi di israeliti erano avvenute soprattutto per motivi di carattere religioso, mentre lo sterminio nazista fu condotto in nome di un ideologia razzista. La differenza fondamentale tra i due tipi di persecuzione consiste nel fatto che la motivazione religiosa portava alla violenza verso l ebreo osservante, ma risparmiava colui che si convertiva, cioè accettava di farsi battezzare e di entrare a far parte della Chiesa. La logica razziale nazista, invece, non faceva eccezioni di nessun tipo: mentre da un lato considerava assurdo ogni tentativo, da parte di un ebreo, di trasformarsi in un tedesco (adottandone gli usi, la lingua e persino la fede), dall altro riteneva necessario procedere all eliminazione completa di tutti gli ebrei (compresi i bambini e i convertiti), perché l esistenza di anche uno solo di essi era considerata una minaccia per i popoli ariani. Già sotto questo profilo, il processo di distruzione degli ebrei attuato dai nazisti appare diverso rispetto alle violenze del passato: anzi, nella misura in cui alla religione sostituisce la scienza (sulla cui base il nazismo pretenderebbe di fondare la superiorità della razza ariana rispetto a tutte le altre), lo sterminio perpetrato dai tedeschi ci appare perfettamente moderno. Analogamente, la modernità del genocidio compiuto negli anni ci appare evidente non appena osserviamo che esso non fu eseguito dalle masse popolari, cioè da folle di individui eccitati, momentaneamente dominati dalla furia omicida. Certo, anche durante la seconda guerra mondiale si verificarono tumulti popolari contro gli ebrei, e i nazisti cercarono in ogni modo di sfruttare il diffuso antisemitismo presente in vari paesi dell Europa dell est (specie Polonia e Lituania). Ma la violenza popolare fu solo un elemento accessorio e occasionale nell insieme del processo di distruzione vero e proprio. A partire dal gennaio del 1942 (Conferenza di Wannsee), lo sterminio sistematico venne freddamente pianificato dai vertici del più industrializzato e potente stato d Europa, cioè condotto a compimento da una burocrazia efficiente e minuziosa, attenta ai minimi dettagli. Senza il contributo pianificatore di tali funzionari, il progetto razzista di eliminazione totale degli ebrei non avrebbe potuto aver luogo, come ha giustamente fatto rilevare il sociologo americano Z. Bauman: «Le emozioni sono notoriamente instabili e possono essere ribaltate. Una folla assetata di linciaggio è inaffidabile, talvolta può essere sopraffatta dalla compassione, ad esempio di fronte alla sofferenza di un bambino. Estirpare una razza equivale fondamentalmente a uccidere quel bambino. Un omicidio accurato, globale, definitivo richiede-

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