Scuola Primaria 2 Lezione: I fondamenti la Psicologia dello sviluppo e dell educazione. 12 Gennaio a cura di Giuseppe Duminuco
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1 Scuola Primaria 2 Lezione: I fondamenti la Psicologia dello sviluppo e dell educazione 12 Gennaio 2012 a cura di Giuseppe Duminuco
2 Quesiti corso Scuola Primaria 2 lezione. 1) Che definizione possiamo dare del Comportamentismo? Qual è la modalità di apprendimento secondo questo modello? In quali pratiche didattiche possiamo ritrovare queste modalità? 2) L apprendimento si sviluppa mediante insegnamenti e discipline presenti nei vari ordini scolastici; le idee portanti dei vari campi del sapere vengono di volta in volta approfondite ed ampliate (Bruner insegnamento ciclico «a spirale»). In campo didattico quali possono essere alcune i queste idee portanti, di queste strutture concettuali? In quali discipline possiamo ritrovarle? Come possono essere oggetto di «insegnamento a spirale»?
3 3) Alla luce della teoria della Molteplicità delle Intelligenze, quali parallelismi si possono individuare fra i vari tipi di intelligenza e le discipline delle Indicazioni Nazionali? Nell organizzazione della vita della classe quali ruoli possono essere favoriti o qual incarichi essere attribuiti a chi è in possesso di determinati tipi di intelligenza? 4) Come può essere utilizzata didatticamente la nozione di «zona prossimale di sviluppo» di cui parla Vygotskij? In quali contesti, in quali approcci metodologici e con quali obiettivi?
4 3) Alla luce della teoria della Molteplicità delle Intelligenze di Gardner, quali caratteristiche si possono riscontrare nelle modalità di apprendimento dei soggetti in cui è prevalente ciascun tipo di intelligenza? 4) Utilizzando la prospettiva ecologica di Bronfenbrenner, descrivere quali sono, nei bambini di questa età, i fenomeni d apprendimento o sviluppo che si realizzano nei «microsistemi» famiglia e classe, dal punto di vista della crescita nei vari aspetti della personalità.
5 PROCESSI DI APPRENDIMENTO E SOCIALIZZAZIONE NELL ETA EVOLUTIVA. Necessità di conoscere l intero ciclo dello sviluppo psicologico del bambino, cercando di individuare fasi, periodi o processi significativi. Adeguare l opera educativa alle caratteristiche dell alunno, nel senso «costruttivo», cioè muovendo dal livello di conoscenze, competenze abilità già raggiunte prima dell ingresso a scuola, per stimolare, potenziare e orientare il processo di crescita e apprendimento. C.I.D.I. di Milano Via San Dionigi Milano
6 Non si può insegnare senza conoscere gli alunni, le loro caratteristiche cognitive, comportamentali ed affettive e senza avere la piena consapevolezza della struttura logica delle discipline, dei saperi. Le moderne scienze dell educazione ci insegnano che lo sviluppo, sia fisico che mentale che affettivo, pur essendo un processo continuo, non procede in modo uniforme e lineare ma segmentale e variegato. La mediazione didattica del docente si attua nel saper individuare per ciascun alunno le sue caratteristiche e potenzialità (la zona prossimale di apprendimento Vygotskij). Questo processo va attivato fin dalla Scuola dell Infanzia (vedi le Indicazioni Nazionali).
7 L educatore dovrebbe conoscere il bagaglio culturale ed esperienziale che ogni bambino possiede ed operare di conseguenza, avendo cura di rispettare le sue tappe di sviluppo. PIAGET chiama queste tappe «stadi di sviluppo» : - ogni comportamento (non solo quelli che si traducono in azioni ma anche quelli che vengono interiorizzati al solo livello del pensiero) consiste in un adattamento continuo, al fine di ristabilire un equilibrio fra l organismo e l ambiente.; - anche l intelligenza è una forma di adattamento. - Piaget ed altri hanno studiato il bambino sul piano cognitivo. - Per l educatore è necessaria una conoscenza globale dei processi che vive il bambino quindi anche l abilità percettiva e il suo sviluppo, il funzionamento della memoria e dell attenzione, la vita affettiva, i meccanismi della motivazione, la comunicazione e lo sviluppo del linguaggio ecc.
8 TEORIE PSICOLOGICHE E TEORIE PEDAGOGICHE. Le teorie sull apprendimento poggiano le loro basi su diverse teorie psicologiche che hanno fornito loro metodi di conoscenza e comprensione del funzionamento della psiche e della mente. Ogni modello teorico ha elaborato una propria immagine del bambino. La conoscenza delle teorie pedagogiche può essere un buon patrimonio per la comprensione delle condizioni psicologiche, cognitive ed emotive del bambino e per la progettazione di metodologie adeguate alla realtà ed ai bisogni dei vari tipi di alunno. «Mappa» di conoscenze mediante l individuazione di tre filoni di teorie psicologiche che stanno alla base delle moderne concezioni pedagogiche.
9 IL COMPORTAMENTISMO ( Behaviorismo) Caposcuola: J. Watson, teoria formulata nel L oggetto della psicologia scientifica è costituito dal comportamento manifesto, osservabile Dall esterno, che un organismo mette in atto in risposta agli stimoli dell ambiente. Schema STIMOLO - RISPOSTA Apprendimento come modificazione stabile del comportamento. Sul piano pedagogico didattico: programmazione per obiettivi. L apprendimento si realizza quando l individuo dà una risposta coerente allo stimolo ricevuto comportamento che si può prevedere. I comportamenti sono determinati dalle condizioni ambientali.
10 IL COGNITIVISMO Caposcuola U. Neisser (Conoscenza e realtà, 1967) - anni 50/ 70 Secondo questa teoria la mente umana funziona come un elaboratore attivo delle Informazioni che le arrivano tramite i sensi. Il termine indica l insieme delle attività e dei processi interni inerenti alle modalità di acquisizioni delle conoscenze, alla memoria, al pensiero, alla creatività, alle percezioni, alla comprensione dei problemi ed alla soluzione di essi. Centrale la funzione della memoria: come vengono immagazzinate le informazioni per essere riutilizzate. Nella mente avviene un processo di rielaborazione e organizzazione dei dati. Modificazione interna delle strutture mentali dell individuo.
11 IL COSTRUTTIVISMO E LO STRUTTURALISMO La realtà psicologica e cognitiva nasce dalle interazioni fra l individuo e l ambiente in cui è inserito. Tre condizioni per la realizzazione del processo della conoscenza: - l apprendimento viene costruito dal discente; - l apprendimento richiede l impegno di un discente attivo che costruisce le proprie rappresentazioni tramite le interazioni con le persone e con l ambiente; - Il contesto gioca un ruolo determinante nel processo di apprendimento Non esiste un apprendimento oggettivo, ogni conoscenza è una interpretazione della realtà.
12 L insegnamento svolge processo. la funzione di accompagnamento e stimolazione di questo Ognuno crea il proprio patrimonio di conoscenze ed esse restano valide fino a quando una nuova «ricostruzione» non lo modifica. L insegnante e/o gli altri alunni contribuiscono alla costruzione del «senso» dei fenomeni. Processo di autocostruzione del proprio sapere, in una dimensione sociale. Il sistema di conoscenze individuale (significati soggettivi) permette la capacità di costruire previsioni, in modo da poter programmare le proprie azioni per il raggiungimento di scopi. L apprendimento è costituito dalla capacità del sistema personale di effettuare nuove costruzioni.
13 Le figure più importanti. JEAN PIAGET: Epistemologia genetica Meccanismi di formazione delle conoscenze Sviluppo dell intelligenza nel bambino Teoria strutturale dello sviluppo per stadi. LEV VYGOTSKIJ: Zona prossimale di sviluppo dell apprendimento - Ruolo del linguaggio nello sviluppo mentale (Pensiero e linguaggio ) Sviluppo mentale imprescindibile dalla funzione del contesto ambientale. JEROME BRUNER: Il suo modello teorico è definito «strutturalista» Convergenza del fenomeno psicologico della conoscenza col contesto culturale in cui esso avviene per acquisirne padronanza Tre modalità di rappresen= tazione della conoscenza: esecutiva, iconica, simbolica Strutturalismo educativo basato sull insegnamento ciclico «a spirale» Far emergere la struttura delle discipline nell insegnamen= to, insegnare a pensare per strutture.
14 IL COSTRUTTIVISMO DI JEAN PIAGET ( ) Fondatore dell epistemologia genetica (scienza che studia le origini della conoscenza). Teorico della psicologia della sviluppo, secondo cui il funzionamento intellettuale può essere definito con gli stessi criteri che caratterizzano i processi biologici più elementari. Caratteristiche fondamentali del funzionamento intellettuale: - l organizzazione - l adattamento (assimilazione accomodamento). Si ha adattamento tutte le volte che un dato scambio «organismo-ambiente» ha l effetto di modificare l organismo stesso. Questo processo si articola in due momenti: - In primo luogo l organismo trasformerà il dato introdotto, che perde l identità originaria e diventa così parte integrante dell organismo = Assimilazione. - In secondo luogo l organismo deve modificare il suo funzionamento adattandolo alle caratteristiche dell oggetto acquisito = Accomodamento.
15 Un azione di adattamento presuppone sempre un organizzazione implicita, cioè una serie di atti che differiscono sensibilmente da uno stadio all altro dello sviluppo. L organizzazione è inseparabile dall adattamento, essi sono due processi complementari in un unico meccanismo: è adattandosi alle cose che il pensiero organizza sé stesso ed è Organizzando se stesso che struttura le cose. Adattarsi intellettualmente alla realtà è costruire quella realtà. Anche il concetto di equilibrio ha importanza centrale nel pensiero di Piaget, il quale vede l intero sviluppo come la conquista di una serie di stati preceduti da dei decalages (mancanza di corrispondenza o di parallelismo) orizzontali o verticali, che inducono l instabilità necessaria per procedere, pertanto l equilibrio è il bilanciamento con cui si risolve la tensione tra assimilazione ed accomodamento.
16 STADI/PERIODI DI SVILUPPO (età evolutive fondamentali). Periodo dell intelligenza senso-motoria (0-2 anni): Il bambino muove dal livelli dei riflessi neonatali, caratterizzato da una completa indifferenziazione fra l io ed il mondo, verso un organizzazione che implica dei semplici adattamenti percettivi e motori delle cose (sei stadi). Periodo di preparazione alle operazioni concrete e della loro organizzazione (2-11 anni): comprende DUE importanti sottoperiodi: quello delle rappresentazioni pre-operatorie (2-7 anni) in cui l individuo compie i primi tentativi disorganizzati e incerti di venire alle prese con il mondo dei simboli; quello delle operazioni concrete (7-11 anni) in cui l organizzazione concettuale dell ambiente acquista stabilità e coerenza in seguito al formarsi di una serie di strutture cognitive chiamate raggruppamenti. Il bambino comincia ad apparire razionale e ben organizzato nei suoi adattamenti..periodo delle operazioni formali (11-15 anni): Durante questo periodo ha luogo una nuova riorganizzazione con la creazione di nuove strutture. L adolescente può trattare anche il mondo delle ipotesi, del «come se» E il pensiero adulto: logico ed astratto.
17 LEV VYGOTSKIJ. APPRENDIMENTO E SVILUPPO. Connessione strettissima tra pensiero e linguaggio e cioè tra modi di conoscenza e contesto sociale cui i diversi sistemi simbolici hanno preso storicamente forma. In educazione questa teoria «valorizza al massimo l interazione educativa fin dalla prima infanzia e suggerisce che non è nemmeno possibile interpretare lo sviluppo senza riferirsi ad un contesto ambientale». L ambiente come contesto di sviluppo inteso come ambiente sociale, con le sue relazioni. modelli, riferimenti espliciti o nascosti cioè l ambiente socio-culturale nel suo insieme. Il meccanismo che spiega il cambiamento non è uno squilibrio socio-cognitivo (Piaget) ma l incontro tra menti e pensieri diversi che si realizza nella discussione, nella ricerca e negoziazione comune di significati.
18 Importanza della consapevolezza come strumento dell accrescimento: la presa di coscienza è il risultato della capacità linguistica dell adulto competente che favorisce nell interazione verbale la riorganizzazione delle rappresentazioni mentali e dei concetti nei bambini. Fiducia nell istruzione e nella sua possibilità di intervenire per accelerare o migliorare lo sviluppo. Concetto di «zona attuale di sviluppo» e di «zona prossimale di sviluppo»: quest ultima è quella che sta immediatamente oltre la zona direttamente rilevabile con i test e le prove oggettive; è il potenziale interno della mente, che si può manifestare attraverso situazioni di problem solving e simili, eseguiti sotto la guida dell adulto o in collaborazione con coetanei più abili. E il processo dell apprendimento che crea le potenzialità di sviluppo, attraverso la mediazione del linguaggio. Utilizzo degli strumenti (linguaggio, sistemi di calcolo, scrittura, mappe, opere d arte, ecc) che modificano struttura e funzionamento della mente.
19 SVILUPPO E CULTURA IN JEROME BRUNER L oggetto dell educazione è la creazione di grandi aree, nella mente, che organizzano sistemi complessi di informazioni. Queste grandi aree sono i diversi saperi, le varie discipline. Il suo obiettivo è ricollocare al centro della scuola l apprendimento dei sistemi simbolici, cioè dei linguaggi e delle concettualizzazioni propri di ogni forma del sapere. Non esistono stadi di sviluppo ben delineati, ma una serie di strategie che servono ad interpretare ciò che si verifica nell ambiente e che portano il bambino verso una padronanza del mondo esterno sempre più adeguata.
20 Tre modalità di rappresentazione dell esperienza e della realtà: - Esecutiva: il bambino rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso l azione; - Iconica: il bambino conosce attraverso la vista, li valuta e li classifica a seconda del colore, della forma e delle dimensioni ; - Simbolica: costituisce la forma più sofisticata e flessibile di rappresentazione effettuata attraverso codici simbolici (linguaggio). - L insegnamento è l apprendimento delle strutture delle discipline e non la semplice acquisizione di fatti e tecniche. - Il curricolo deve mirare alla padronanza di abilità che, a loro volta, conducano allla padronanza di abilità più potenti. - Strutturalismo educativo basato sull insegnamento ciclico «a spirale», che prevede la presentazione di contenuti e dei concetti a più riprese, utilizzando mediatori didattici di diverso livello e natura.
21 MOLTEPLICITA DELLE INTELLIGENZE. HOWARD GARDNER Critica l idea di intelligenza come globalità di prestazioni e conoscenze. Propone un modello di intelligenza a più dimensioni, parla di una molteplicità di intelligenze. Interessante, dal punto di vista educativo: esistono variegati modi di essere intelligenti. Le forme di rappresentazione che la nostra cultura ha elaborato sviluppano diverse forme di intelligenza: non solo quella linguistica e quello logico matematica (tradizionalmente privilegiate) ma anche spaziale, musicale, corporea-motoria, interpersonale (relazionale), intrapersonale (autoreferenziale). Ciascuna di esse si esprime con un suo proprio sistema simbolico. Sul piano pedagogico e didattico questo modello si traduce nella possibilità di ricercare sempre più i percorsi realizzabili all interno dei diversi sistemi simbolici e quindi attraverso i diversi contesti cognitivi.
22 LA PROSPETTIVA ECOLOGICA. URIE BRONFENBRENNER Determinante, ai fini dello sviluppo, il tipo di relazione esistente fra il soggetto e i diversi sistemi in cui si trova inserito. E astratto e privo di significato spiegare lo sviluppo dei soggetti prescindendo dalla comprensione degli ambienti in cui questi si collocano e che sono molteplici, mutevoli e interconnessi. Il «macrosistema». L insieme delle istituzioni sociali, dei sistemi di valori condivisi, della cultura e delle tradizioni di una popolazione. L «esosistema». Le situazioni che interessano i soggetti in maniera indiretta, sono le organizzazioni che coinvolgono i bambini nelle varie situazioni di vita: l organizzazione scolastica, il lavoro dei genitori, le interazioni sociali della famiglia. I «microsistemi» : Gli spazi quotidiani di vita del bambino (famiglia, classe, amici, ecc.) caratterizzati dalle relazioni interpersonali, dai ruoli che vengono definiti, dalle attiuvità e dai significati che assumono per i soggetti, ecc. Il «mesosistema». Costituito dall insieme delle relazioni fra i vari microsistemi.
23 LA METACOGNIZIONE. La dimensione metacognitiva è oggi considerata come un punto di vista «panoramico» da cui osservare tutto il processo cognitivo. Con metacognizione oggi si intende sia la capacità di riflettere, di rendersi conto del proprio operare cognitivo, sia la capacità di adottare strategie cognitive conseguenti. Consapevolezza e contemporaneamente regolazione dei processi cognitivi. Lo sviluppo metacognitivo può essere sollecitato aiutando i soggetti ad accedere ai dati che provengono dai loro stessi processi cognitivi: - prevedere se e come si è in grado di affrontare un compito sulla base di quello che si sa sul proprio sapere; - pianificare il proprio comportamento cognitivo in vista della richiesta ; - verificare e controllare i risultati dell attività. Monitoring come controllo e regolazione del funzionamento cognitivo.
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