Cristiana, Margherita, Elisa, Andrea, don Sebastiano, Samir e don Paolo, per la Commissione Idee

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1 Scegliere o non scegliere... Questo è il dilemma! Nella Commissione Idee, in alcuni degli incontri di preparazione al Sinodo dei Giovani, abbiamo riflettuto sulle scelte. Il vescovo Claudio ci propone con il Sinodo di fare "discernimento", cioè di scegliere per il futuro della nostra Chiesa diocesana alla luce del Vangelo e di ciò che il Signore ci suggerisce. Ci siamo chiesti: ma cosa significa scegliere? Cosa suscita in noi? Come potremmo approfondire questo tema a partire dalla nostra esperienza? Ecco il frutto della nostra riflessione, che rilanciamo a voi come piste per la riflessione personale o di gruppo. Sono solo idee o suggerimenti che potete adattare secondo le vostre esigenze o quelle del vostro gruppo... Cristiana, Margherita, Elisa, Andrea, don Sebastiano, Samir e don Paolo, per la Commissione Idee Pensando alla tua vita, avrai incontrato una persona che ha fatto scelte importanti per la propria vita. Non occorre pensare a grandi nomi o a storie famose... Pensa ai tuoi familiari, alla gente della tua comunità o del tuo paese. Persone che, incontrandole, ti hanno trasmesso fiducia nella vita e la sensazione che, sì, anche tu puoi farcela. L'idea è di raccontarsi in gruppo o ad isole di chi si tratta, che tipo di scelta ha fatto, perché per te è un esempio. Ci si può chiedere "chi" nel contesto della propria comunità o parrocchia potrebbe essere considerato una persona capace di scelte decisive e perché... Ci siamo infatti accorti che il bello di essere una comunità mette a contatto persone di età e scelte di vita diverse e per noi giovani è importante poter guardare a qualcuno di più avanti nel cammino che ci ispiri fiducia nella vita e il coraggio nelle scelte. Abbiamo ripensato all'ormai celebre immagine del "divano" usata dal Papa alla Veglia della GMG di Cracovia: Ma nella vita c è un altra paralisi ancora più pericolosa e spesso difficile da identificare, e che ci costa molto riconoscere. Mi

2 piace chiamarla la paralisi che nasce quando si confonde la FELICITÀ con un DIVANO / KANAPA! Sì, credere che per essere felici abbiamo bisogno di un buon divano. Un divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri. Un divano, come quelli che ci sono adesso, moderni, con massaggi per dormire inclusi, che ci garantiscano ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi e passare ore di fronte al computer. Un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci. La divano-felicità / kanapa-szczęście è probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più, che può rovinare di più la gioventù. Dopo aver ascoltato le parole del Papa, che tra l'altro si trovano anche nel video della Veglia del 13 dicembre... Si potrebbe disegnarsi come un divano... Che divano sono? Colorato o monocolore, di pelle con lo stile "non toccare, vietato sedersi" o rotto e "vissuto", un divano singolo o a più posti, comodo o rigido? In gruppo poi ci si potrebbe raccontare, illustrando il proprio disegno... Sempre a partire dalle parole del Papa... ci possiamo chiedere quali sono i "cuscinetti" che ho assunto nella mia vita... quelle comodità o quegli "anestetici" che non mi fanno sentire la vita e mi danno una illusione di felicità. Può essere possibile scriverli in bigliettini anonimi che poi si leggono a caso e si avvia la condivisione oppure si può "osare" di condividere apertamente... Abbiamo pensato però che il divano, come il letto, è anche un luogo speciale nelle nostre giornate... Stesi sul divano, perdiamo anche tanto tempo o... investiamo "tempo" su noi stessi e facciamo "silenzio". Abbiamo pensato di intervistare alcune persone che ci possono testimoniare l'avventura del silenzio: una suora clarissa, una mamma che ha dei bambini piccoli, dei musicisti che compongono musica, uno scrittore. Da lì potremmo interrogarci sul valore del silenzio, com'è il mio rapporto con il silenzio, se lo vivo positivamente o negativamente, se mi spaventa o mi attrae, se c'è uno spazio e un tempo di silenzio nella vita. Nella nostra esperienza, pensiamo alla paura del silenzio (quando si tratta di "stare con se stessi", di stare soli... e allora ti riempi ogni secondo di riempitivi per non fare mai i conti con te stesso) ma anche al bisogno che abbiamo di silenzio (per prendere fiato, per

3 sbollire, per rientrare in contatto con noi stessi, per fare il punto della situazione, per "creare" qualcosa di nuovo, per scegliere, per pregare,...) Il seguente passo degli Esercizi Spirituali di sant'ignazio può offrire un interessante contributo REGOLE PER SENTIRE E RICONOSCERE IN QUALCHE MODO LE VARIE MOZIONI CHE SI PRODUCONO NELL'ANIMA, PER ACCOGLIERE LE BUONE E RESPINGERE LE CATTIVE. QUESTE REGOLE SONO ADATTE SOPRATTUTTO ALLA PRIMA SETTIMANA. [314] Prima regola. A coloro che passano da un peccato mortale all'altro, il demonio comunemente è solito proporre piaceri apparenti, facendo loro immaginare diletti e piaceri sensuali, per meglio mantenerli e farli crescere nei loro vizi e peccati. Con questi, lo spirito buono usa il metodo opposto, stimolando al rimorso la loro coscienza con il giudizio della ragione. [315] Seconda regola. In coloro che si impegnano a purificarsi dai loro peccati e che procedono di bene in meglio nel servizio di Dio nostro Signore, avviene il contrario della prima regola. In questo caso, infatti, è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti; invece è proprio dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene. [316] Terza regola: la consolazione spirituale. Si intende per consolazione quando si produce uno stimolo interiore, per cui l'anima si infiamma di amore per il suo Creatore e Signore, e quindi non può amare nessuna delle realtà di questo mondo per se stessa, ma solo per il Creatore di tutte; così pure quando uno versa lacrime che lo portano all'amore del Signore, sia per il dolore dei propri peccati, sia per la passione di Cristo nostro Signore, sia per altri motivi direttamente ordinati al suo servizio e alla sua lode. Infine si intende per consolazione ogni aumento di speranza, fede e carità, e ogni gioia interiore che stimola e attrae alle realtà celesti e alla salvezza dell'anima, dandole tranquillità e pace nel suo Creatore e Signore.

4 [317] Quarta regola: la desolazione spirituale. Si intende per desolazione tutto il contrario della terza regola, per esempio l'oscurità dell'anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l'inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l'anima s'inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore. Infatti, come la consolazione è contraria alla desolazione, così i pensieri che sorgono dalla consolazione sono contrari a quelli che sorgono dalla desolazione. La Parola: Giovane ricco (Mc 10,17-27) Mosè e le obiezioni al Roveto (3,1-22) La preghiera: O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen. San Francesco

5 L'angolo dei film: BIAGIO, Pasquale Scimeca, 2014; INTO THE WILD, Sean Penn, Le canzoni: Nel cartone "Giuseppe, re dei sogni", la canzone "Tu vedi più lontano di me" ( A te la scelta, The Sun San Salvador, The Sun La Biblioteca: M. Raymond, Tre frati ribelli. Storia e avventura dei fondatori dei monaci bianchi, 2000 T. Guénard, Più forti dell odio, 2010 S. Zurlo, L'ardimento. Racconto della vita di don Carlo Gnocchi, 2006 P.F. LAGERKVIST, Barabba, originale 1950