LE FORZE DI LAVORO IN LOMBARDIA. Serie storica anni

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1 LE FORZE DI LAVORO IN LOMBARDIA anno 2011 Nel corso dell anno 2011 in Lombardia ci sono stati in media 4 milioni e 273mila occupati, numero che conferma quello dell anno precedente. Si è così arrestato il deflusso che aveva caratterizzato il biennio e che aveva causato una perdita di 78mila posti di lavoro rispetto al picco occupazionale raggiunto nel In questa situazione regionale di raggiunta stabilità, le province di Como e Milano hanno registrato incrementi significativi (rispettivamente pari a +1,5% e +0,9%), controbilanciando le flessioni occupazionali di Lecco (-1,1%), Sondrio (-1,3%), Brescia (-2,5%) e soprattutto Lodi (-5,2%). Occupati in Lombardia (dati medi annui) Serie storica anni Variazione % anni 2011/ Como Milano Mantova Varese Cremona Pavia Lombardia 0,0 Bergamo -0,2 Lecco -1,1 Sondrio -1,3 Brescia -2,5 Lodi -5,1 1,5 0,9 0,3 0,3 0,1 0,1 L occupazione femminile, che rappresenta il 42% del totale lombardo, è leggermente diminuita (-0,4%), compensata dall incremento della popolazione occupata maschile (+0,3%). Le contrazioni maggiori per i posti di lavoro femminili si sono registrate nelle province di Lodi (-8,0%), Brescia (-6,4%) e Sondrio (-6,8%), nei primi due casi peggiorando una situazione già caratterizzata da uno scarso contributo delle donne all occupazione complessiva. Il numero di occupate ha registrato invece un aumento a Cremona (+4,0%), Varese (+3,5%), Como (+2,7%) e Mantova (1,3%); anche Milano ha mostrato un aumento dei posti di lavoro ricoperti da donne (+0,7%), diventando così la provincia lombarda con la maggior componente occupazionale femminile (43,9%). Occupazione femminile in Lombardia (dati medi annui) % femmine sul totale occupati Variazione occupate 2011/2010 Milano Varese Pavia Cremona Lombardia Como Mantova Lecco Sondrio Bergamo Lodi Brescia 37,4% 43,9% 43,5% 42,6% 42,2% 41,9% 41,6% 40,6% 40,6% 40,1% 39,3% 38,8% -8,0-6,8-6,4-3,3-3,7-0,4-0,1 0,7 3,5 4,0 2,7 1,3 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,5 0,5-10,0-5,0 0,0 5,0 10,0

2 La stabilità nel 2011 del numero di occupati lombardi sintetizza l aumento dei lavoratori di età superiore ai 45 anni, che con un incremento superiore ai 3 punti percentuali sono giunti a rappresentare il 40% del totale, e il parallelo calo degli occupati più giovani, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni (-4,0%). Il mercato del lavoro lombardo, in linea con quello nazionale, sta quindi subendo un processo di invecchiamento, registrando un peso crescente delle classi di età più mature, anche per effetto delle riforme in campo previdenziale che innalzano l età pensionabile, e una riduzione delle posizione destinate ai giovani, sempre più in difficoltà nella ricerca di un occupazione. Occupati in Lombardia per classe di età Composizione media anno 2011 e variazione % anni ,8% >54 12,1% ,3% 5% 4% 3% 2% 1% 0% 3,5% 4,1% -1% -2% -0,9% ,9% -3% -4% -5% -4,0% >54 Se gli occupati sono rimasti stabili, nel 2011 risultano invece in crescita le persone in cerca di lavoro, aumentate di 8mila unità, per una variazione pari al 3,1% rispetto al L incremento ha riguardato più intensamente gli uomini (+6mila unità) che le donne (+2mila unità) e ha causato una crescita del tasso di disoccupazione, arrivato al 5,8% (+0,2%), mentre per i giovani si è raggiunto il livello record di 20,7%. Per ritrovare valori simili del tasso di disoccupazione bisogna risalire a metà degli anni 90. Sebbene un tasso di disoccupazione giovanile più elevato della media sia in qualche modo fisiologico, è evidente come tale divario si sia notevolmente ampliato dal 2009 in poi, a conferma del fatto che sono state soprattutto le classi più giovani a risentire degli effetti della crisi. Coerentemente con questa lettura, si evidenzia come l aumento dei disoccupati nel 2011 sia dovuto interamente alla forte crescita delle persone in cerca della prima occupazione (+25,9%), mentre sia in leggero calo il numero di disoccupati che vantano esperienze lavorative precedenti (-2,6%). Tasso disoccupazione in Lombardia (dati medi annui) 25,0 Tasso disoccupazione Tasso disoccupazione femminile Tasso disoccupazione ,0 18,5 19,8 20,7 15,0 10,0 5,0 0,0 12,4 12,7 13,0 12,3 12,9 12,5 11,2 9,7 10,1 5,6 6,4 6,5 6,7 5,6 4,4 4,5 4,9 5,4 4,8 4,6 4,8 5,4 5,6 5,8 3,9 3,3 3,3 3,6 4,0 4,1 3,7 3,4 3,

3 43,5 43,0 40,3 39,2 Informazione economica A livello territoriale si nota una situazione molto eterogenea, caratterizzata da tassi di disoccupazione in calo per le province più agricole della regione (Cremona, Mantova e Pavia) e da sensibili aumenti registrati nelle province di Varese (+2,4%) e Sondrio (+0,9%), dove il tasso di disoccupazione femminile si aggira intorno al 10%. Bergamo si conferma la provincia con il tasso inferiore, nonostante un aumento dello 0,4%, mentre Milano fa registrare valori sostanzialmente invariati. Como presenta una forte riduzione del tasso di disoccupazione femminile, che scende addirittura sotto quello maschile, caso unico nella regione. Anche Lodi presenta una dinamica più favorevole per la componente femminile, mentre Brescia registra al contrario un notevole incremento del tasso di disoccupazione relativo alle donne. Tasso di disoccupazione in Lombardia (dato medio anno 2011) Tasso di disoccupazione Tasso di disoccupazione femminile 10,2 9,4 7,7 8,1 7,4 7,7 6,7 6,8 6,8 6,1 5,1 5,4 5,4 5,6 5,8 5,8 5,8 6,3 6,0 6,1 5,0 5,2 5,3 4,1 BG PV CR CO LC LOMB BS MI MN LO SO VA 0,4 0,7 Var % Tasso di disoccupazione 1,0 0,3 0,3 0,2 0,1 Var % Tasso di disoccupazione femminile 2,2 2,4 2,2 0,9 0,9 0,3 0,0-0,1-0,1-0,2-0,6-0,8-0,6-1,2-1,6-1,8-1,9 BG PV CR CO LC LOMB BS MI MN LO SO VA Le forze di lavoro crescono leggermente (+0,2%), a causa dell aumento delle persone in cerca di lavoro, ma incrementano in misura maggiore gli inattivi nella fascia anni, che registrano 29mila unità in più rispetto al 2010 (pari al +1,5%). Sebbene non siano disponibili dati a livello regionale sulle forze di lavoro per nazionalità, si può ipotizzare che il sensibile incremento degli inattivi in età lavorativa sia dovuto in buona misura alla crescita della popolazione straniera femminile, analogamente a quanto avviene a livello nazionale. Il risultato di questa diversa velocità di crescita della popolazione attiva e di quella inattiva comporta una riduzione del tasso di attività, che scende al 68,7% (-0,3% rispetto al 2010). La contrazione è interamente dovuta alla componente femminile (-0,5%), il cui tasso risulta pari al 59,2%: si tratta del secondo anno di calo dopo un lungo periodo di crescita dei livelli di attività femminili. Il tasso di attività giovanile conferma il trend decrescente già evidenziato negli ultimi anni, dovuto sia alla maggiore permanenza dei giovani nel percorso istruttivo sia alla scarsa interazione tra il mondo della scuola (e dell università) e quello del lavoro, registrando un valore (31,4%) molto inferiore alla media europea (42,5% il dato relativo al 2010 per la zona europea a 16 stati). Tasso attività in Lombardia (dati medi annui) 60,0 55,0 Tasso attività Tasso attività femminile Tasso attività ,1 53,5 54,1 54,2 54,4 54,2 54,6 54,4 54,7 54,5 53,9 53,6 50,0 45,0 47,4 46,6 45,7 43,9 44,3 43,9 44,6 44,3 44,8 44,8 44,5 44,0 40,0 41,7 42,3 43,1 35,0 37,9 37,2 35,3 30,0 32,5 31,4 25,

4 Le province di Lodi e Brescia evidenziano le contrazioni più intense del tasso di attività (rispettivamente -3,0% e -2,2%), in particolar modo per quello che riguarda le donne, registrando così i tassi più bassi della regione. Anche Pavia, Sondrio e Lecco mostrano diminuzioni significative del tasso femminile, ma l aumento del livello di attività della componente maschile riesce a ridurre la perdita complessiva. Mantova vede in calo le componenti di entrambi i generi, per una diminuzione complessiva dello 0,7%, mentre Bergamo e Cremona, in controtendenza, segnalano variazioni negative dovute alla componente maschile. Varese (+1,5%) e Como (+1,0%) sono gli unici territori a registrare un incremento significativo del tasso di attività complessivo, mentre Milano e Mantova si confermano le province con i maggiori livelli di attività, la prima mostrando una variazione pressoché nulla (+0,1%), la seconda evidenziando una flessione dello 0,7%. Tasso di attività in Lombardia (dato medio anno 2011) Tasso di attività Tasso di attività femminile 62,9 58,9 58,9 62,0 70,7 69,8 69,5 69,4 68,7 68,5 68,3 68,0 67,4 66,0 65,4 64,8 59,2 58,4 57,9 59,2 59,0 53,9 51,6 52,2 MI MN CO VA LOMB LC SO PV CR BG BS LO Var % Tasso di attività Var % Tasso di attività femminile 0,1 0,0 3,0 1,0 1,5 0,1 1,3 0,0-0,7-0,3-1,1-0,5-0,5-0,5-0,9-0,5-0,3-1,4-3,0-2,9-2,2-3,6-3,0-4,7 MI MN CO VA LOMB LC SO PV CR BG BS LO Rispetto alla popolazione regionale in età lavorativa (15-64 anni) gli occupati rappresentano il 65,1% (pari a 4milioni 273mila unità), i disoccupati il 4,0% (261mila unità) e il restante 30,9% costituisce la popolazione inattiva (2milioni 32mila unità). Negli ultimi tre anni le evoluzioni del mercato del lavoro lombardo in seguito alla crisi hanno determinato una riduzione della quota di occupati (-2,3%) e un parallelo aumento di quella degli inattivi (+1,0%) e dei disoccupati (+1,4%). Popolazione (15-64) per condizione professionale Composizione media anno 2011 e variazione % anni Non forze di lavoro 30,9% 4% 3% 3% 3,1% 2% 2% 1,5% Occupati 65,1% 1% 1% Disoccupati 4,0% 0% -1% 0,0% Occupati Disoccupati Non forze di lavoro Milano è la provincia caratterizzata dalla percentuale più alta di popolazione occupata (66,9%), seguita da Mantova e Como, mentre Varese e Sondrio presentano le componenti maggiori di disoccupati (superiori al 5%). Bergamo al contrario registra la percentuale inferiore di persone in cerca di lavoro (2,7%), ma sconta un elevata fascia di inattivi in età lavorativa (33,8%), insieme alle province di Brescia (34,3%) e Lodi (35,0%).

5 Milano Mantova Como Lombardia Lecco Pavia Varese Cremona Sondrio Bergamo Brescia Lodi Composizione della popolazione in età lavorativa (15-64) per condizione lavorativa (dato medio anno 2011) Occupati Disoccupati Non forze di lavoro 65,0% 64,8% 64,3% 64,1% 63,6% 63,5% 61,9% 61,0% 66,9% 66,1% 66,1% 65,1% 3,8% 3,9% 3,6% 5,1% 2,7% 3,8% 4,0% 3,8% 3,5% 4,2% 5,4% 4,1% 31,2% 31,7% 32,3% 31,3% 33,8% 34,3% 35,0% 29,0% 29,7% 30,1% 30,9% 30,3% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% L unico settore che registra un numero di lavoratori in crescita rispetto al 2010 è l industria (+2,0%), che occupa il 26,6% della forza lavoro lombarda, mentre il comparto che impiega il maggior numero di occupati, ossia quello dei servizi, risulta praticamente stabile (-0,1%). Anno da dimenticare invece per le costruzioni, che riducono la manodopera dell 11,3%. A livello provinciale i dati settoriali, che vanno considerati con cautela dato l elevato margine di errore delle stime, confermano la forte vocazione ai servizi di Milano, dove il terziario raccoglie il 55,4% degli occupati, e la natura industriale delle province di Lecco (36,8%) e Bergamo (36,3%). Mantova e Cremona si confermano le province con la maggiore propensione all agricoltura, con una percentuale di occupati superiore al 5%, mentre Sondrio e Como registrano la più alta incidenza del settore del commercio, in entrambi i casi superiore al 20%. Le costruzioni raggiungono una quota di occupati superiore al 10% nei territori di Sondrio (12,4%) e Bergamo (11,3%), unica provincia insieme a Lecco a segnalare una crescita del comparto. Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Lombardia 20,3% 23,8% 22,5% 29,5% 27,8% 30,4% 26,6% 31,2% 31,4% 31,4% 36,3% 36,8% 0,4% 6,1% 2,2% 2,2% 1,3% 0,6% 5,4% 7,6% 0,1% Occupati per settore in Lombardia (dati medi annui) 2,7% 1,2% 12,4% 7,7% 7,4% 6,0% 8,0% Composizione % Industria Agricoltura Costruzioni Commercio Servizi 1,5% 6,0% 9,2% 1,0% 8,4% 17,8% 11,3% 7,8% 8,1% 18,5% 17,6% 20,2% 16,1% 11,6% 20,7% 17,5% 18,5% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 14,3% 19,2% 19,1% 55,4% 44,7% 47,4% 47,9% 44,1% 46,7% 38,4% 42,2% 42,3% 36,6% 35,3% 35,4% Variazioni congiunturali Industria Agricoltura Costruzioni Commercio Servizi Totale Bergamo 6,1-19,6 12,6-14,3-2,2-0,2 Brescia 3,1-8,4-5,2-0,7-6,4-2,5 Como -0,3-20,5-15,5 16,3 0,6 1,5 Cremona -4,7 27,7-6,0-7,8 4,9 0,1 Lecco 5,3-5,9 1,2 0,1-7,8-1,1 Lodi 24,1-46,1-33,2-37,7 1,7-5,1 Mantova -1,6-13,7-2,7 9,4 1,1 0,3 Milano 4,1-14,5-3,9 0,6 0,5 0,9 Pavia 2,4-17,8-1,9 3,3-0,8 0,1 Sondrio 11,8 5,3-6,2 0,9-7,0-1,3 Varese -11,0-77,1-2,1 4,8 9,0 0,3 Lombardia 2,0-11,3-3,2-0,5-0,1 0,0 Rispetto alla posizione nella professione, la variazione occupazionale nulla complessiva è il frutto di un calo nelle posizioni dipendenti (-0,2%), che rappresentano il 77% dell occupazione lombarda, e di un incremento di quelle indipendenti (+0,8%). Questa dinamica non è generalizzata a tutte le province: Lodi, Varese e Cremona registrano infatti una contrazione considerevole degli indipendenti accompagnata, nel caso di Varese e Cremona, da una crescita delle posizioni dipendenti. Brescia, Sondrio e Pavia registrano invece una contrazione del lavoro dipendente più marcata rispetto alla media regionale.

6 Occupati in Lombardia per posizione (dato medio anno 2011) dipendenti indipendenti 81% 79% 78% 78% 78% 77% 77% 77% 77% 77% 72% 71% 19% 21% 22% 22% 22% 23% 23% 23% 23% 23% 28% 29% LO BG VA LC CR LOMB CO PV BS MI MN SO Var % dipendenti Var % indipendenti 2,6 1,6 0,8 1,0 3,0 7,7 5,9 0,6 1,8 2,5 5,6-0,3-0,2-0,2-7,3-0,6-2,6-4,7-0,2-1,9-4,8-0,4-3,9-21,2 LO BG VA LC CR LOMB CO PV BS MI MN SO I dati per titolo di studio, disponibili solo a livello regionale, evidenziano una crescita progressiva del numero di occupati diplomati e laureati: nel 2011 infatti il 65,4% delle persone con un occupazione ha conseguito il diploma (contro il 64,8% del 2010) e il 18,3% risulta laureato (contro il 17,9% dell anno precedente). Il numero di occupati con un istruzione universitaria è aumentato del 14,5% dal 2004, mentre il numero complessivo di occupati è cresciuto solo del 2,9%: questo ha portato la quota di laureati ad aumentare di oltre 4 punti percentuali in 7 anni. Si tratta di un processo analogo a quello verificatosi in Italia, che registra una quota di occupati diplomati e laureati leggermente inferiore, ma che non ha consentito di avvicinarsi ai livelli europei, dove la quota di lavoratori con istruzione universitaria raggiunge il 30% già nel 2010 (considerando l area europea a 15 paesi) e quella di occupati con almeno un diploma di scuola secondaria superiore il 75%. 70,0% 60,0% 58,8% % Occupati diplomati e laureati in Lombardia (dati medi annui) almeno diploma laurea e post-laurea 60,5% 61,4% 62,3% 63,2% 63,7% 64,8% 65,4% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 16,0% 17,3% 17,6% 17,9% 18,3% 10,0% 0,0% 14,0% 14,6% 14,9%

7 Cartogramma: partecipazione al mercato del lavoro della popolazione Lombardia anno 2011 (migliaia di unità, percentuale sulla popolazione residente e, fra parentesi, variazione percentuale tendenziale) Occupati ,3% (+0,0%) Dipendenti ,4% (-0,2%) Indipendenti 978 9,9% (+0,8%) Persone in cerca di occupazione 261 2,6% (+3,1%) con precedenti esperienze lavorative 197 2,0% (-2,6%) senza precedenti esperienze lavorative 64 0,7% (+25,9%) Popolazione Inattivi in età lavorativa ,6% (+1,5%) Inattivi in età non lavorativa (> 64 anni) ,2% (+1,7%)

8 GLOSSARIO Forze di lavoro Occupati Persone in cerca di occupazione Inattivi Tasso di occupazione Tasso di attività Tasso di disoccupazione Variazione tendenziale Variazione congiunturale Insieme delle persone occupate e delle persone in cerca di occupazione. Persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: hanno svolto almeno un ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; hanno svolto almeno un ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l assenza non supera tre mesi, oppure se durante l assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l assenza non supera tre mesi. Persone non occupate tra 15 e 74 anni che: hanno effettuato almeno un azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive all intervista; oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive all intervista, qualora fosse possibile anticipare l inizio del lavoro. Persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione. Percentuale di popolazione occupata rispetto al totale della popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni). Percentuale di popolazione appartenente alle forze di lavoro rispetto al totale della popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni). Rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro. Variazione rispetto allo stesso periodo (mese o trimestre) dell anno precedente. Variazione rispetto al periodo (mese o trimestre) precedente.