Non sembra il nome di una missione
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- Renata Ferrari
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1 FOCUS DIFESA EUNAVFOR Med La missione navale europea contro il traffico di esseri umani entra nel vivo con la formazione della Guardia Costiera Libica Fenesia CALLUSO Vogliamo far passare il messaggio che vuol dire proteggere Federica Mogherini Alto Rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Non sembra il nome di una missione militare Sophia. E infatti è il nome di una bimba. Ma questa bimba si chiama Sophia perché è nata su una nave militare, tedesca. Era il 24 agosto del 2015, e la nave, dedicata alla principessa Sophia di Prussia, era impegnata in EUNAVFOR Med (European Union Naval Force Mediterranean), l operazione messa in piedi dall Unione Europea dopo la più grande tragedia del nostro mare (era il 18 aprile 2015 e un peschereccio con circa 800 persone si ribaltò nel Canale di Sicilia: solo in 28 si salvarono). Una missione approntata in tempi record per combattere i trafficanti di esseri umani, quelli che hanno creato un consolidato 14
2 business sfruttando la disperazione di migliaia di persone che dall Africa decidono di attraversare il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Smantellare un sistema, messo in piedi da gente senza scrupoli, che ormai è diventato una piaga nel Mediterraneo. Per questo nasce Sophia, per combattere chi guadagna ogni giorno sulla pelle di migliaia di altri esseri umani. E prevenire altri morti in mare. L obiettivo è quello di catturare gli scafisti e sottrarre loro i mezzi che utilizzano. Dopo una prima fase di raccolta di informazioni, per comprendere il tipo di attività e i metodi utilizzati dai trafficanti di esseri umani (una fase che di fatto non si è mai interrotta perché la raccolta di notizie prosegue ed 15 è costante) l operazione è entrata nel vivo, con la ricerca e la distruzione di imbarcazioni usate dai trafficanti fino al 10 febbraio sono 387, tra gommoni e imbarcazioni di legno, sottratti alla loro disponibilità. Da quando c è Sophia sono sicuramente diminuiti i profitti: prima le barche usate dai trafficanti venivano recuperate perché non c era nessuno a portarle via. Da quando ci sono in mare le navi della missione europea devono comprare un numero significativamente alto di barche perché non possono riutilizzarle, spendono più soldi quindi, e devono fare più sforzi per avere più barche. Tutto questo avviene in acque internazionali, perché è solo lì che Sophia può operare. In uno specchio di mare este-
3 EUNAVFOR Med 16 so quanto sei Italie messe insieme. Non avverrà, per ora, il passo successivo, quello più volte auspicato a livello politico, di poter entrare nelle acque territoriali libiche, lì dove adesso gli scafisti hanno imparato a fermarsi, sapendo che poco più in là ci sono le navi militari a bloccarli. Anche questo fa l operazione europea, blocca i sospetti scafisti: 103 quelli consegnati finora alle autorità giudiziarie italiane. Il 3 febbraio scorso, in un vertice informale a Malta, i capi di Stato e di Governo europei hanno concordato misure finalizzate a contenere il flusso dei migranti irregolari dalla Libia verso l Italia, con un intensificazione della cooperazione con le autorità libiche. E hanno appoggiato il patto italo-libico siglato qualche giorno prima, a Roma, tra il presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, e il leader del governo di unità nazionale libico, Fayez Al Serraj. Un accordo che prevede da parte nostra nuovi aiuti ma nessuna intesa che intacchi la sovranità libica ha specificato Al Serraj, dunque nessun ingresso delle navi di Sophia in acque libiche, mentre sarà incrementata la collaborazione dell operazione europea nell addestramento dei militari libici. Ma ci sono già altri due compiti che dallo scorso giugno sono stati aggiunti rispetto a quelli fin qui illustrati: uno riguarda l addestramento di militari libici, l altro è quello di contribuire all attuazione dell embargo sulle armi, da e per la Libia, delle Nazioni Unite. Circa una ottantina di uomini della Guardia Costiera e della Marina Militare libica, del governo riconosciuto di Al Serraj, hanno da poco concluso l addestramento. Nel primo periodo sono stati ospitati a bordo della nave olandese Rotterdam e dell italiana San Giorgio, poi solo su quest ultima. Per entrambe le navi un impegno, da un punto di vista anche logistico, non indifferente. Ospitare persone di un altra fede non è stata cosa da poco. Camerini adeguati alle loro esigenze, cibo che rispetti le loro convinzioni: forse non tutti sanno che i musulmani mangiano solo carne macellata con il metodo halal ad esempio... e anche una moschea improvvisata: un luogo in cui i militari libici hanno potuto pregare negli orari previsti. Anche le lezioni sono state pianificate in modo da concedere loro il tempo giusto da dedicare al loro Credo. Ma veniamo all addestramento. Quattordici settimane in tutto, dall ottobre scorso. Istruttori provenienti da diversi Comandi Operativi, Logistici e di Formazione della Marina Militare e della Guardia Costiera, accanto a loro interpreti di lingua araba. I primi due cicli sono stati dedicati in particolare alla navigazione costiera, la condotta di imbarcazioni, la gestione delle telecomunicazioni, la Ricerca e Soccorso (SAR), il Diritto Internazionale Marittimo, la Maritime Situational Awareness, la Vigilanza Pesca, la lotta antincendio e le attività di boarding. Nel secondo ciclo addestrativo l attività formativa è stata arricchita con un corso di diving e di attività subacquea a cura di operatori appartenenti alla Marina Militare Belga. Mentre nel terzo ciclo sono stati svolti anche moduli formativi nel campo del Law Enforcement, a cura del personale dell Agenzia Europea FRONTEX. Nel quarto ciclo sono
4 INTERVISTA ALL AMMIRAGLIO DI DIVISIONE ENRICO CREDENDINO - OPERATION COMMANDER Ammiraglio, un anno e mezzo di SOPHIA. Ci può fare un bilancio? L operazione SOPHIA è stata lanciata il 22 giugno 2015, ed oggi coinvolge direttamente 25 Stati Membri UE. Il suo obiettivo, sin dall inizio, è stato quello di contribuire a smantellare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo centro-meridionale. Un operazione strutturata e complessa, ma anche un punto irrinunciabile di un approccio omnicomprensivo dell Unione nei confronti delle cause alle radici delle migrazioni. I risultati dell operazione sono oggi evidenti: sono, infatti, più di 380 le imbarcazioni neutralizzate e, quindi, sottratte alle disponibilità logistiche delle organizzazioni criminali che lucrano sul traffico di esseri umani. Più di 100, inoltre, i sospetti trafficanti consegnati alle autorità giudiziarie italiane, senza trascurare le oltre vite soccorse in mare dal lancio dell operazione. L obiettivo di partenza di EUNAVFOR MED non cambia, vengono però dotati ulteriori strumenti per raggiungerlo. L addestramento della guardia costiera e della marina libica ha l obiettivo di aumentare la sicurezza delle acque territoriali libiche, travasando ai nostri colleghi libici le conoscenze per contrastare i traffici illeciti a casa loro, nonché per evitare che i migranti perdano la vita a poche centinaia di metri dalla costa. SOPHIA contribuisce anche all embargo di armi da e per la Libia: siamo partiti già nel settembre scorso, subito dopo essere stati autorizzati dal Comitato Politico e di Sicurezza dell UE, e In pochi mesi abbiamo acquisito molte informazioni essenziali sul traffico di armi e condotto più di 350 azioni. Il nostro contributo all embargo comporta un importante effetto di deterrenza con la sola presenza delle navi. L addestramento della marina e della guardia costiera libica, definito lo scorso 23 agosto a Roma con il Memorandum of Understanding tra EUNAVFOR MED e guardia costiera e la marina libica, sta procedendo come da programma e sono assolutamente soddisfatto della risposta entusiasta sia da parte dei miei equipaggi, che dei nostri colleghi libici. Il 26 ottobre abbiamo iniziato in acque internazionali l attività per i primi militari - attentamente selezionati dalle autorità libiche del governo riconosciuto dalle Nazioni Unite - a bordo delle due navi designate, l italiana San Giorgio e l olandese Rotterdam. Il primo di tre pacchetti addestrativi si è concluso a metà febbraio, dopo 14 settimane di attività condotte da team di istruttori forniti da 6 paesi membri, con la collaborazione anche di UNHCR e FRONTEX. Contestualmente, a gennaio, abbiamo iniziato il secondo pacchetto in un centro di addestramento a Creta, per alcuni ufficiali con incarichi di maggiore responsabilità. Oltre al modulo greco, a marzo ne inizierà uno a Malta, e a regime, saremo in grado di addestrare fino a 500 militari contemporaneamente. INTERVISTA AL CONTRAMMIRAGLIO GIUSEPPE BERUTTI BERGOTTO - FORCE COMMANDER Qual è il bilancio? Positivo. Abbiamo addestrato più di 80 militari, imbarcati per circa tre mesi su Nave San Giorgio e per 4 settimane sulla nave olandese Rotterdam. Hanno seguito con interesse le lezioni, sia quelle teoriche sia quelle pratiche. Presenti in aula, disciplinati, professionalmente preparati e soprattutto molto orgogliosi. Il team che li ha seguiti, nonché gli equipaggi delle navi, li hanno supportati con grande impegno sotto tutti gli aspetti. Un addestramento ad ampio spettro: quali sono le materie principali? I militari formati saranno chiamati a gestire autonomamente la sicurezza delle acque loro prospicienti, teatro di traffici di vite umane e di altre attività illecite. E giusto che acquisiscano delle conoscenze in materia di diritto internazionale ed umanitario, nonché nozioni più tecniche sui motori, poiché molteplici sono le situazioni che si troveranno ad affrontare, così come è importante che apprendano nozioni basiche di pronto soccorso, considerata la probabilità, sempre presente, che debbano intervenire per rianimare o salvare la vita di qualche migrante durante un recupero. Inoltre, è fondamentale per un buon marinaio, conoscere e avere coscienza degli strumenti a sua disposizione, ed è per questo motivo che hanno seguito anche lezioni di nautica. E lo abbiamo fatto. Da quando sanno che le nostre navi pattugliano fuori le acque territoriali, gli scafisti non si spingono più nelle acque internazionali. Grazie ai nostri velivoli riusciamo a fotografare chi è alla guida del gommone e riusciamo a documentare eventuali imbarcazioni che traghettano gli stessi gommoni fino al limite delle acque territoriali libiche, per poi lasciarli soli ed in balia della forza e dell imprevedibilità del mare. Dalla mia esperienza, ritengo che uno degli aspetti determinanti per il successo nella cattura degli scafisti consista proprio nella raccolta e ancor più nella rapidità nel trasmettere e segnalare alle autorità competenti a terra i dati e le immagini documentate. L acquisizione di quelle informazioni che possono rappresentare delle evidenze di reato facilitano il compito delle autorità giudiziarie. Inoltre, recuperati e tratti in salvo i migranti in pericolo di vita, se qualcuno di loro ha atteggiamenti sospetti, lo segnaliamo come possibile scafista che si nasconde tra i tanti uomini, donne e bambini che, disperati, lasciano la loro terra. Prima dell operazione Sophia le imbarcazioni usate dai trafficanti venivano recuperate e riutilizzate da sciacalli o complici. Le nostre navi, con il loro intervento, spesso riescono a sottrarre queste imbarcazioni ai trafficanti, evitando inoltre che possano rappresentare un pericolo alla navigazione. 17
5 EUNAVFOR Med stati previsti moduli tecnici: sui motori termici principali, sui diesel alternatori e sull attività manutentiva in generale, oltre a corsi ad hoc sulla logistica. Nell ultimo ciclo sono stati presenti un team di UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per alcune lezioni di diritto internazionale umanitario, personale del CISOM (il Corpo Italiano di Soccorso dell Ordine di Malta) per le norme di primo soccorso ed è stato previsto un ciclo di attività addestrative congiunte con la Guardia di Finanza finalizzate alla condotta di imbarcazioni da pattugliamento. Questa fase 18 addestrativa li ha abilitati come istruttori, e formatori, a loro volta, di equipaggi. La seconda fase consiste nell addestramento dei militari libici nei porti di tre Paesi europei che hanno aderito e dato disponibilità. Attualmente è in corso il primo pacchetto, a Creta. Poi Malta e infine l Italia. La terza fase invece di questo progetto si svolgerà in Libia e riguarderà la formazione e l addestramento degli equipaggi per la condotta dei pattugliatori e delle motovedette in dotazione alla Marina e Guardia Costiera libiche. L obiettivo di tutto questo percorso formativo è quello di rendere autosuf-
6 ficienti la Marina e la Guardia Costiera libiche nel pattugliamento, nella ricerca e nel salvataggio. L obiettivo è quello di fare in modo che in un imminente futuro siano capaci di operare in autonomia nelle proprie acque: la prima conseguenza sarebbe un incremento della sicurezza delle acque territoriali Libiche e un importante contributo quindi anche alla lotta contro il traffico di esseri umani da/per le coste Libiche. E poi l altro compito affidato a Sophia: la lotta al traffico illegale di armi da e verso la Libia in accordo con la risoluzione dell ONU Lo scopo è quello di limitare, in questo stesso tratto di mare, il flusso di armi indirizzate all Isis e ad altri gruppi terroristici. Un altro contributo che si vuole dare alla stabilizzazione della Libia. Come?... monitorando le navi sospette, avvicinandole e salendo a bordo, facendo ispezioni... Quando c è un fondato sospetto che una nave trasporti armi illegali, la risoluzione adottata dalle Nazioni Unite autorizza le navi di EUNAVFOR Med, qualora la situazione operativa e la quantità di armi trovata non consenta un sequestro in mare, di dirottare il mercantile con le armi in uno specifico porto, per una più seria perquisizione. Fino a questo momento sono 375 le ispezioni effettuate tra interrogazioni, inchieste di bandiera e verifiche a bordo, sempre in acque internazionali. C è da dire che EUNAVFOR Med operazione Sophia collabora con altre organizzazioni, governative e non, presenti nella stessa area, come Mare Sicuro e FRONTEX, ed è in costante contatto e scambio altri enti ed istituzioni 19 direttamente interessate all attività, come EUROPOL (l ufficio europeo di polizia) ed EUROJUST (l unità di cooperazione giudiziaria dell Unione Europea), IOM (l organizzazione internazionale per le migrazioni), UNHCR (l Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite), ECHO (la Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile della Commissione Europea), l Unione Africana e la lega degli Stati Arabi. Mancano i migranti, quelli che in tutti questi mesi Sophia ha salvato. Sophia non è una missione di soccorso. Non è nata con questo compito, come in queste pagine abbiamo ampiamente cercato di spiegare. Ma da quando esiste ha salvato vite (in aumento il numero dei minori non accompagnati, insieme a quello delle donne). Perché questo prevede la legge. E perché nessun uomo di mare lascia un uomo in mare. A coordinare queste attività è ogni giorno l I.M.R.C.C. (Italian Maritime Rescue Coordination Centre). Così è capitato, e capita, che le navi di EUNAVFOR Med raccolgano migranti, a centinaia, e li mettano in salvo accompagnandoli nel porto (italiano) più vicino. Tante vite sono passate sulle navi di EUNAVFOR Med, tante restano impresse negli occhi dei nostri militari a bordo. Che a volte raccontano di quella volta... Così come la piccola Sophia, crescendo, racconterà che è nata su una nave militare, una notte di agosto, in mezzo al mare, e le hanno dato il nome di una principessa. E se nelle favole le principesse vivono felici e contente, lei, per ora, è sopravvissuta, ed è già tanto.
7 FOCUS DIFESA Lanciata nel 2010, la missione europea - guidata da più di tre anni dall Italia ha contribuito all addestramento di oltre 3600 militari somali, focalizzato a livello di compagnia e battaglione, oltre a fornire formazione specialistica in numerosi settori: combattimento individuale, sminamento, polizia militare, intelligence, cooperazione civile-militare, diritti umani e protezione dei civili. Dopo un primo periodo in cui la missione è stata basata in Uganda, il Quartier Generale si trova oggi a Mogadiscio, dove i militari europei attualmente guidati dal generale di 20 brigata Maurizio Morena sono impegnati in programmi di capacity building in favore del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore somalo. EUTM opera in stretta collaborazione con le Nazioni Unite, la missione dell Unione Africana AMISOM, e il Dipartimento di Stato USA e si è affermata come partner di riferimento nel campo della sicurezza. Il contingente italiano è costituito da 110 unità, impiegate principalmente nell addestramento delle forze somale, di cui una componente importante è il training of trainers, ovvero la formazione degli istruttori locali.
8 Trainers dell Esercito Italiano impegnati nell addestramento dei militari somali - Foto: SME 21
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