Decisione N del 08 settembre 2015

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) DE CAROLIS (RM) ROSSI (RM) SILVETTI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) CARATELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MARINARO Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore SILVETTI Nella seduta del 17/12/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica Fatto I ricorrenti espongono di aver sottoscritto con la banca resistente, in data 8 febbraio 2008, un contratto di mutuo per l erogazione dell importo di ,00 a tasso variabile, rimborsabile in 30 anni mediante il pagamento di n. 360 rate mensili. In data 22 dicembre 2008 chiedevano di sospendere il pagamento delle rate di rimborso del mutuo, a far data dal 31 gennaio 2009 e sino al 31 dicembre 2009, in virtù dell adesione ad un iniziativa promossa dalla banca che, difatti, accettava l anzidetta richiesta. Con missiva del 18 maggio 2009, la banca comunicava ai ricorrenti che, a causa di un disguido tecnico, non era stato possibile bloccare le rate del Pag. 2/6

2 finanziamento sebbene tali rate non fossero dovute in quanto rientranti nel periodo di sospensione. Pertanto, il successivo 20 maggio, la banca trasmetteva loro due assegni per 1.006,90, il primo, ed 7.277,10, il secondo (per un totale di 8.284,00), a titolo di rimborso delle spese e/o delle rate del finanziamento. I ricorrenti espongono quindi di essersi recati in una delle filiali della banca per chiedere il pagamento degli importi recati dai menzionati assegni, ma tale pagamento sarebbe stato loro negato dagli addetti della filiale, senza alcuna spiegazione. Con ricorso depositato il 16 aprile 2014, quindi, i ricorrenti chiedono all Arbitro Bancario Finanziario di voler condannare la banca al risarcimento dell importo complessivo di ,00, comprensivo della somma di 8.284,00, pari all importo dei due assegni non riscossi, dei danni morali e disagi subiti e delle spese legali. Costituendosi in giudizio, l intermediario resistente precisa che, in data 21 aprile 2006, le parti avevano stipulato un precedente ed ulteriore contratto di mutuo dell importo di ,00, a tasso variabile, anch esso rimborsabile in 30 anni mediante il pagamento di n. 360 rate mensili. In data 28 novembre 2008, prosegue la banca, i ricorrenti aderivano ad una rinegoziazione contrattuale, loro proposta in data 22 agosto 2008, secondo quanto previsto dalla Convenzione ABI/MEF - D.L. n. 93/2008, su entrambi i mutui da loro sottoscritti, abbattendo l importo delle rate mensili rispettivamente ad 1.212,54 per quanto attiene al mutuo del 2006 e ad 1.073,76 per il mutuo del 2008 e accantonando l importo residuale di ogni rata per ciascuno dei finanziamenti in un conto di finanziamento accessorio regolato al tasso del 2,729% e sul quale avrebbero potuto essere addebitate anche eventuali morosità già esistenti. Sottolinea l intermediario che, al momento dell adesione alla suddetta rinegoziazione contrattuale, relativamente al mutuo del 2006, vi sarebbero state rate insolute e non pagate (a partire da quella scaduta il 31 luglio 2008, pagata parzialmente), che sarebbero state addebitate sul conto di finanziamento accessorio. E che, anche dopo l adesione, le rate del 30 novembre 2008 e del 31 dicembre 2008 non sarebbero state pagate. Per tale motivo, afferma l intermediario, in data 23 dicembre 2008, i ricorrenti chiedevano, rispetto ad entrambi i mutui, di poter aderire all iniziativa promossa dalla banca, ottenendo la sospensione delle rate aventi scadenza nel Pag. 3/6

3 La banca osserva che, a causa di un disallineamento procedurale e della ingente mole di richieste analoghe, la partenza della sospensione delle rate avrebbe subìto un rallentamento. Ecco perché la stessa banca inviava, in data 18 maggio 2009, n. 2 assegni circolari per il rispettivo importo di 7.277,10 e di 1.006,90 quale rimborso delle rate oggetto di sospensione e non ancora assoggettate al provvedimento sospensivo, nella presunzione del loro avvenuto pagamento. In data 29 maggio 2009, peraltro, entrambi gli assegni venivano estinti su iniziativa della banca, posto che il provvedimento sospensivo era divenuto efficace in relazione ai due mutui in questione: le rate, che nel frattempo, secondo quanto affermato dall intermediario, non erano state comunque pagate dai ricorrenti sarebbero state accodate alla fine del piano di ammortamento ordinario. Afferma, inoltre, l intermediario che il mutuo del 2006, alla data di decorrenza del provvedimento sospensivo, presentava rate scadute e non pagate per l importo complessivo di 7.277,10, rate già oggetto di rinegoziazione come da provvedimento ABI/MEF ed imputate sul conto finanziamento accessorio acceso a seguito della rinegoziazione. Pertanto, secondo l intermediario, tale importo era dovuto dai ricorrenti per rate insolute e non pagate scadute dal 31 luglio 2008 al 31 dicembre Analoga situazione, secondo la banca, si sarebbe verificata sul mutuo del 2008, che, alla data del 1 gennaio 2009, presentava la rata scaduta il 31 dicembre 2008 per l importo di 1.006,90 anch essa oggetto di rinegoziazione e anch essa imputata sul conto finanziamento accessorio acceso a seguito della rinegoziazione. Alla luce di quanto esposto in fatto, l intermediario afferma che la richiesta di risarcimento avanzata dai ricorrenti per l asserito mancato incasso degli assegni loro inviati ( per un mero disallineamento procedurale ) sarebbe del tutto infondata nonché priva di prova. Segnatamente, l importo degli assegni circolari non poteva essere incassato dai ricorrenti in quanto relativo a rate non pagate, scadute e insolute e appostate sul conto accessorio del finanziamento di cui sopra. La banca chiede quindi al Collegio di respingere le richieste avanzate nel ricorso. Diritto Pag. 4/6

4 1. La fattispecie sottoposta al vaglio del Collegio si incentra sull accertamento della legittimità della condotta della banca in occasione della richiesta, avanzata dai ricorrenti, di sospensione delle rate di rimborso di un mutuo. 2. All esito dell istruttoria non si ravvisano profili di illegittimità nel comportamento dell intermediario. In particolare, è emerso che i ricorrenti erano già titolari di un precedente contratto di mutuo, sottoscritto nel L intermediario, in data 22 agosto 2008, inviava loro una proposta di rinegoziazione di entrambi i mutui in essere, ai sensi della Convenzione ABI/MEF (introdotta con D.L. n. 93/2008 e stipulata il 19 giugno 2008 tra ABI e Ministero dell Economia e delle Finanze), alla quale la banca resistente aveva aderito. I ricorrenti accettavano la proposta di rinegoziazione, ottenendo la sospensione dell ammortamento per le rate in scadenza tra il 28 febbraio 2009 e il 31 gennaio 2010, per il mutuo del 2006, e per le rate in scadenza tra il 31 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2009, per il mutuo del Come evidenziato dalla parte resistente, nel conto accessorio, e dunque nella sospensione, venivano incluse anche alcune rate pregresse che risultavano insolute (in particolare, per quanto riguarda il mutuo del 2006, le rate del 31 luglio 2008, pagata parzialmente, e le rate dal 30 novembre 2008 al 31 dicembre 2008, per un totale di 7.277,10; per quanto riguarda il mutuo del 2008, una sola rata, in scadenza il 31 dicembre 2008, per un importo di 1006,90). Ebbene, in relazione al ritardo di attivazione contabile della sospensione, l intermediario emetteva n. 2 assegni per la restituzione degli importi delle rate nel frattempo maturate, sul presupposto dell effettivo pagamento delle stesse da parte dei ricorrenti: un primo assegno per l importo di 7.277,10, relativo alle rate scadute del mutuo del 2006; il secondo per l importo di 1.006,90, relativo alla rata insoluta del mutuo del Tuttavia, dopo 11 giorni dall emissione degli assegni, avendo verificato che le rate suddette non erano state in effetti pagate dai ricorrenti, la banca resistente li annullava. Con la conseguenza che la domanda in questa sede da loro dispiegata, volta ad ottenere il pagamento degli importi recati dagli assegni de quibus, risulta infondata (non essendo emersi profili di illegittimità nel comportamento della banca) e comunque sfornita del supporto probatorio necessario ad accoglierla. Pag. 5/6

5 Così come risultano infondate - ed indimostrate - le conseguenti richieste di risarcimento dei danni non patrimoniali asseritamente subiti dai ricorrenti e delle spese legali da costoro anticipate. 3. Dalle anzidette considerazioni deriva l impossibilità di accogliere il ricorso. Il Collegio respinge il ricorso. P.Q.M. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6