Il ruolo del Servizio nazionale della protezione civile nell attuazione della Direttiva Alluvioni Bolzano, 21 Novembre 2013
|
|
- Enrichetta Serafini
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Il ruolo del Servizio nazionale della protezione civile nell attuazione della Direttiva Alluvioni Bolzano, 21 Novembre 2013
2 Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino distrettuali Regioni (in coordinamento tra loro) nonché con il DPC
3 Il piano di gestione del rischio di alluvioni Competenze amministrative Art.3, comma 2: Le regioni, in coordinamento tra loro e con il Dipartimento nazionale della protezione civile, provvedono, [ ] alla predisposizione ed all'attuazione del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile [ ] Autorità di bacino distrettuali 3. Sulla base delle mappe di cui all'articolo 6: b) le regioni, in coordinamento tra loro, nonché con il Dipartimento nazionale della protezione civile, predispongono, ai sensi della normativa vigente e secondo quanto stabilito al comma 5, la parte dei piani di gestione per il distretto idrografico di riferimento relativa al sistema di allertamento, nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile [ ] Regioni (in coordinamento tra loro) nonché con il DPC
4 I contenuti dei piani di gestione Perlapartedicuialcomma3,letterab),i piani di gestione contengono una sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza predisposti ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché della normativa previgente e tengono conto degli aspetti relativi alle attività di:
5 I contenuti dei piani di gestione Perlapartedicuialcomma3,letterab),i piani di gestione contengono una sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza predisposti ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché della normativa previgente e tengono conto degli aspetti relativi alle attività di: 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; 2 presidio territoriale idraulico posto in essere attraverso adeguate strutture e soggetti regionali e provinciali; 3 regolazione dei deflussi posta in laminazione; essere anche attraverso i piani di 4 supporto all'attivazione dei piani urgenti di emergenza predisposti dagli organi di protezione civile ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e della normativa previgente.
6 Piani di gestione contenuti sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza PERCHÉ PIANIFICARE L EMERGENZA Prepararsi, durante il periodo ordinario, a fronteggiare l emergenza, sin dalle prime fasi, in modo da favorire l intervento delle forze provenienti dall esterno a livello provinciale, regionale e nazionale. Ottimizzare la gestione delle risorse disponibili in emergenza, anche se limitate.
7 D.Lgs 112/98 Pianificazione di emergenza: le competenze sono attribuite alle province le funzioni relative alla predisposizione dei pianidiemergenza provinciali sulla base degli indirizzi regionali. sono attribuite ai comuni le funzioni relative alla predisposizione dei piani di emergenza comunali e/o intercomunali sulla base degli indirizzi regionali. L. 225/92 modificata dalla L. 100/2012 Il Comune approva con deliberazione consiliare,., il piano di emergenza comunale le Regioni possono approvare il piano regionale di protezione civile. Il Prefetto assume, coordinandosi con il Presidente della Giunta regionale, la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale coordinandoli con gli interventi dei Sindaci. L. 401/2001 (art. 5 comma 2) Il Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero il Ministro dell'interno da lui delegato, predispone gli indirizzi operativi dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, nonché i programmi nazionali di soccorso ei piani per l'attuazionedelle conseguenti misure di emergenza, di intesa con le regioni e gli enti locali.
8 Pianificazione di emergenza: la struttura per fronteggiare una situazione di emergenza (obiettivi) STRATEGIE OPERATIVE SCENARIO riguardante le aree interessate anche potenzialmente dal rischio MODELLO DI INTERVENTO definisce il sistema di coordinamento e le attivazioni organizzate in fasi operative connesse alle fasi di allerta correlate ai livelli di allertamento per rischio idraulico ed idrogeologico delle Direttive regionali.
9 Piani di gestione contenuti sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza SCENARIO DI RISCHIO ELEMENTI FONDAMENTALI SISTEMA DI ALLERTAMENTO CENTRI OPERATIVI AREE DI EMERGENZA RISORSE Indicazioni per inserimento sintesi piani emergenza nei piani di gestione Programma nazionale di soccorso per il rischio idraulico
10 Piani di gestione contenuti Per la parte di cui al comma 3, lettera b), i piani di gestione contengono una sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza predisposti ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché della normativa previgente e tengono conto degli aspetti relativi alle attività di: 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; 2 presidio territoriale idraulico posto in essere attraverso adeguate strutture e soggetti regionali e provinciali; 3 regolazione dei deflussi posta in laminazione; essere anche attraverso i piani di 4 supporto all'attivazione dei piani urgenti di emergenza predisposti dagli organi di protezione civile ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e della normativa previgente.
11 Piani di gestione contenuti 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; Stato dell arte della rete dei Centri Funzionali Dir.P.C.M.27/02/ D.P.C.M.03/12/2008 Sintesi direttive regionali allertamento 11 CFD autonomi meteo+idro 4 CFD autonomi solo idro 2 CFD in fase di attivazione 4 CFD non autonomi
12 Piani di gestione contenuti 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; Tabella livelli criticità condivisa a livello nazionale
13 Piani di gestione contenuti 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; Predisposizione portale del Dipartimento per pubblicazione dei Bollettini
14 Piani di gestione contenuti 1 previsione, monitoraggio, sorveglianza ed allertamento posti in essere attraverso la rete dei centri funzionali; Predisposizione portale del Dipartimento per pubblicazione dei Bollettini
15 Piani di gestione contenuti 2 presidio territoriale idraulico posto in essere attraverso adeguate strutture e soggetti regionali e provinciali; Stato dell arte presidi Inserimento nel piano di gestione di una sintesi sui presidi a livello di bacino
16 Piani di gestione contenuti 3 regolazione dei deflussi posta in essere anche attraverso i piani di laminazione; Indirizzi operativi per l istituzione dell Unità di Comando e Controllo del bacino del fiume Po ai fini del governo delle piene, nonché modifiche ed integrazioni alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 e successive modificazioni. Disposizioni inerenti l'attività di protezione civile nell'ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe Modifiche Dir.27/02/2004 Tavoli Tecnici (con presenza AdB) per individuazione degli invasi utili alla laminazione Tevere, Liri Garigliano Volturno,
17 Piani di gestione contenuti 3 regolazione dei deflussi Disposizioni inerenti l attività di protezione civile nell ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe. decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici art.43,comma12 Entroseimesidall'emanazionedelpresentedecretoilMinisterodelle infrastrutture e dei trasporti procede, d'intesa con il Dipartimento della protezione civile, alla revisione dei criteri per l'individuazione delle "fasi di allerta" di cui alla circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri n , del 13 dicembre 1995, al fine di aggiornare i documenti di protezione civile per le finalità di gestione del rischio idraulico a valle delle dighe. FASI DI ALLERTA RELATIVE AL RISCHIO IDRAULICO PER I TERRITORI A VALLE DELLE DIGHE PIANO DI LAMINAZIONE ADOTTATO La definizione delle fasi di allerta è stabilita nel Piano di laminazione ASSENZA DI ADOZIONE DEL PIANO DI LAMINAZIONE PREALLERTA PER RISCHIO IDRAULICO ALLERTA PER RISCHIO IDRAULICO Proposta di Direttiva: Commissione speciale protezione civile
18 Piani di gestione contenuti 4 supporto all'attivazione dei piani urgenti di emergenza predisposti dagli organi di protezione civile ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e della normativa previgente. Gruppo di lavoro Stato Regioni omogeneizzazioni fasi di allerta Associare in modo biunivoco codici colore (giallo/arancione/rosso) ai Livelli di Criticità, in quanto maggiormente rappresentativi dello scenario di rischio atteso e in quanto risultano di immediata lettura. Criticità Ordinaria GIALLO Criticità Moderata ARANCIONE Criticità Elevata ROSSO
19 Piani di gestione contenuti 4 supporto all'attivazione dei piani urgenti di emergenza predisposti dagli organi di protezione civile ai sensi dell'articolo 67, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e della normativa previgente. Gruppo di lavoro Stato Regioni omogeneizzazioni fasi di allerta In caso di allerta gialla/arancioattivazione almeno della FASE DI ATTENZIONE In caso di allerta rossa attivazione almeno della FASE DI PREALLARME. In ogni caso, sia la Regione che i sistemi territoriali, ciascuno per l ambito di propria competenza, valutano l opportunità di attivare direttamente o successivamente, all approssimarsi dei fenomeni una Fase di Preallarme o di Allarme. All esito del lavoro di omogeneizzazione in corso, quindi, si vorrebbe arrivare a condividere un modello di informazione alla popolazione, ai giornalisti, ai tecnici chevedatuttii livelli (Comuni, Province, Regioni e Province Autonome e DPC) utilizzare un linguaggio condiviso per fornire ognuno i contenuti di propria competenza.
20 La valutazione preliminare del rischio di alluvioni Art.4 b) descrizione delle alluvioni avvenute in passato che hanno avuto notevoli conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i beni, l'ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali e che, con elevata probabilità, possono ancora verificarsi in futuro in maniera simile, compresa l'estensione dell'area inondabile e, ove noti, le modalità di deflusso delle acque, gli effetti al suolo e una valutazione delle conseguenze negative che hanno avuto; c) descrizione delle alluvioni significative avvenute in passato che pur non avendo avuto notevoli conseguenze negative ne potrebbero avere in futuro;
21 GLI SCOPI Da 2011 in poi Aggiornamento piano di gestione Creazione di un catasto ufficiale, certificato e condiviso ai diversi livelli territoriali Mappatura pericolosità/rischio Pianificazione PC
22 PROPOSTE
23 Evento Sardegna 18 Novembre 2013
24 Bollettini emessi domenica 17/11/2013
25 Avvisi emessi domenica 17/11/2013 Avviso di criticità idrogeologica e idraulica
26
27
28 Cumulate max 12h Orgosolo (NU) Villagrande Strisaili (OG) Onanì (NU) 454mm/12h 294mm/12h 287mm/12h Cumulate max 24h
29 Comune di Orgosolo(NU)
30 Comune di Villagrande Strisaili (OG)
31 CEDRINO FLUMENDOSA
32 Comune di Orgosolo(NU)
33 Cedrino onda di piena
34 Flumendosa onda di piena PICCO a 2,3m, max caso studio: 2m (2009) TRAVERSA Ponte S.Vito incremento di 3,5m
35
36 Localizzazione principali effetti al suolo del 18 novembre 2013
37 Fasce Fluviali del fiume Posada
38 Diga di Cumbidanovu (NU) sul Cedrino
39 Diga di Maccheronis (NU) sul Rio Posada
40 Rio Posada Torpè Diga di Maccheronis Mappa aree inondate Immagine radar CSK Ore 17:20 UTC
41 Fiume Cedrino Mappa aree inondate Immagine radar CSK Ore 17:20 UTC
42 Pianificazione di emergenza Il piano di emergenza sarà efficace se la popolazione ha la percezione del rischio con cui deve convivere e ciò si raggiunge applicando, nelle comunità locali, i seguenti concetti: Consapevolezza del rischio Autoattivazione Autoprotezione RESILIENZA
43
Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE
Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino
DettagliIl recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Stefano Vergante Dipartimento Ambiente Settore Protezione Civile ed Emergenza IL QUADRO NORMATIVO Direttiva
DettagliIl recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale IL QUADRO NORMATIVO Direttiva europea 2007/60: Relativa alla valutazione
DettagliIL CONSIGLIO COMUNALE
Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione
DettagliCOMUNE DI CASALE LITTA - Piano di emergenza comunale
Il servizio nazionale di protezione civile è regolato dalla legge 225/92 (modificata in seguito dal D. Lgs. 112/98 e dalla L. 152/2005), la quale - assegna al Sindaco il compito della prima emergenza sul
DettagliLA DIRETTIVA 2007/60 E IL PIANO DI GESTIONE ALLUVIONI
LA DIRETTIVA 2007/60 E IL PIANO DI GESTIONE ALLUVIONI Dott. Renato Angheben dei fiumi Isonzo, Tagliamento, DIRETTIVA 2007/60/CE del 23 OTTOBRE 2007 istituisce un quadro per la valutazione e gestione dei
DettagliScheda azione emergente - 10
Scheda azione emergente - 10 Azione emergente Politica cui l azione concorre Obiettivo Strategico Obiettivi operativi Attività DEFINIZIONE E ADOZIONE DI PIANI DI EMERGENZA COMUNALI ED INTERCOMUNALI Riduzione
DettagliANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE
Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo
DettagliWATER IN THE ALPS 3 rd International Conference Preparatory Workshop n. 1: Hydrogeological risk in alpine environments (Trento, Sept.
Dal Piano di Assetto Idrogeologico verso il Piano di Gestione dlri del Rischio Alluvioni i Distretto Idrografico Alpi Orientali e Bacino dell Adige D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Superficie di 39.385 Km
DettagliLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA Rischi naturali Idraulico-idrogeologico Sismico Vulcanico Incendi boschivi e d interfaccia Maremoto Rischi antropici tecnologico trasporti chimico-industriale CNR- IRPI CNR-IRPI
DettagliREGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino
DettagliQuadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.
L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria
Dettagli1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:
Proposta di legge Norme per l emergenza idrica e per la prevenzione della crisi idropotabile Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36.
DettagliSistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile
Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Paolo Covelli www.regione.toscana.it/protezionecivile paolo.covelli@regione.toscana.it 055 4385511 Inquadramento generale PREVISIONE Valutazione
DettagliDECRETI PRESIDENZIALI
dano le competenze e le conoscenze professionali richieste. S impegnano ad assicurare l equilibrio fra i sessi e una rappresentanza adeguata dei gruppi etnici e minoritari del Paese. 3. Gli Stati Parte
DettagliIL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI IL MINISTRO DELLA SALUTE
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 24 gennaio 2011, n. 19 Regolamento sulle modalita' di applicazione in ambito ferroviario, del decreto 15 luglio 2003, n. 388, ai sensi dell'articolo
DettagliComune di Rieti Assessorato Protezione Civile
1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4
DettagliRegione Marche Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile. Dott. Maurizio Ferretti
Regione Marche Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile Dott. Maurizio Ferretti Camerino, 25 marzo 2015 Piano di Gestione rischio alluvioni Attività di Protezione
DettagliPIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE INDICE
INDICE Scopo...2 Generalità...2 Mansionario Reperibile...3 Principi generali...3 Mansioni...3 Procedura Attivazione...3 Procedura reperibile... 12 Schede Segnalazione Criticità... 17 Schede Danni Ente
DettagliDirettiva 2007/60/CE - Alluvioni D.lgs. 49/2010 Valutazione e gestione del rischio di alluvioni
Direttiva 2007/60/CE - Alluvioni D.lgs. 49/2010 Valutazione e gestione del rischio di alluvioni Mappatura della pericolosità e del rischio alluvionale Bacini liguri Cinzia Rossi Regione Liguria - Settore
DettagliComune di Luino. Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile
Comune di Luino Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile Protezione Civile: le novità LEGGE 100 del 12 luglio 2012 (Riordino Protezione Civile) 3-bis. Il comune approva con deliberazione consiliare,
DettagliConsiglio regionale della Toscana
Consiglio regionale della Toscana LEGGE REGIONALE N. 17/2007 (Atti del Consiglio) Norme per l emergenza idrica per l anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione
DettagliREGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO
DettagliDETERMINAZIONE N. 34 DEL 8/4/2015. lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;
Subentro emergenza alluvione 2013 Prot. 123 Pos. I.4.3. DETERMINAZIONE N. 34 DEL 8/4/2015 Oggetto: Impegno, liquidazione e pagamento della somma di euro 208.873,36 in favore del Consorzio di Bonifica della
DettagliRegolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare
Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...
DettagliCONFERENZA UNIFICATA. Roma 6 giugno 2012 ore 15.00. Informativa resa
CONFERENZA UNIFICATA Roma 6 giugno 2012 ore 15.00 PUNTO O.D.G. ESITI Approvazione del verbale del 10 maggio 2012 Approvati 1) Informativa in merito alla consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti
DettagliPiano di Emergenza. del Fiume Po Incontro 16 Settembre 2013
Piano di Emergenza Provinciale del Fiume Po Incontro 16 Settembre 2013 Normativa di Riferimento: - L. 225/92 Istituzione del Servizio Nazionale di - LR 16/2004 Testo unico in materia di protezione civile
DettagliPIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana
Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore
DettagliIl Ministro della Difesa
Il Ministro della Difesa M_D/GOIV/2013/CONT/A9-3/0000106 il r.d. 18 novembre 1923 n.2440, sull amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato; il r.d. 23 maggio 1924 n.827, che
DettagliREGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI CASTENASO (Bologna) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Adottato con delibera consiliare n. 92 del 20/12/01 INDICE : art. 1 Finalità art.2 Obiettivi comunali
DettagliDELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789
14812 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 77 del 18-05-2011 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789 Accordi/Intese Stato-Regioni in materia sanitaria. Anno 2010. Recepimento.
DettagliREGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE Provincia di Vicenza REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMITATO VOLONTARIO PROTEZIONE CIVILE MONTECCHIO MAGGIORE Via del Vigo 336075 Montecchio Maggiore
DettagliMinistero dell Interno
Ministero dell Economia e delle Finanze DIPARTIMENTO DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO di concerto con il Ministero dell Interno DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI INTERNI E TERRITORIALI VISTO il decreto
DettagliGazzetta Ufficiale N. 108 del 10 Maggio 2002 MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
Gazzetta Ufficiale N. 108 del 10 Maggio 2002 MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO DIRETTIVA 9 aprile 2002 Indicazioni per la corretta e piena applicazione del regolamento comunitario n.
DettagliPremessa 23/05/2014 2
Regione Toscana NORMATIVA sulla DIFESA DEL SUOLO Legge Reg. 27 dicembre 2012 n. 79 Nuova Disciplina in materia di Consorzi di bonifica. Modifiche (Ver. alla l.r. 69/2008 e alla l.r. 91/98. 1.0) Abrogazione
DettagliAutorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato PROTOCOLLO DI INTESA TRA l AUTORITA PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI E L AUTORITA GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO L Autorità per le garanzie
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015
Comune di Neive Provincia di Cuneo PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 Premessa La trasparenza è intesa come accessibilità totale, delle informazioni concernenti ogni aspetto
DettagliLA GESTIONE TECNICO-OPERATIVA IN EMERGENZA DELL EVENTO IDROGEOLOGICO
STITUTO NAZIONALE SUPERIORE FORMAZIONE OPERATIVA di PROTEZIONE CIVILE Pianificazione di Emergenza Coordinamento - Formazione di Protezione Civile Relazione Cosimo Golizia Vice Presidente I.N.S.F.O. P.C.
DettagliLEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014
LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 RICONOSCIMENTO E COSTITUZIONE DEI DISTRETTI RURALI, DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ E DEI DISTRETTI DI FILIERA IL CONSIGLIO REGIONALE Ha approvato IL PRESIDENTE
DettagliIl governo delle piene nell ambito del sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico (Direttiva 27 febbraio 2004).
Il governo delle piene nell ambito del sistema di allertamento nazionale per il rischio idraulico (Direttiva 27 febbraio 2004). Attività di previsione, prevenzione, contenimento del danno e mitigazione
DettagliSecondo ciclo di incontri di consultazione pubblica Focal Point: Venezia Bacino di riferimento: Bacino Scolante della Laguna di Venezia
Secondo ciclo di incontri di consultazione pubblica Focal Point: Venezia Bacino di riferimento: Bacino Scolante della Laguna di Venezia Le azioni previsionali e di monitoraggio della Protezione Civile
DettagliI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA
I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia
DettagliIl GEOLOGO PROFESSIONISTA NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE. Piani nazionali di emergenza
Il GEOLOGO PROFESSIONISTA NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE Pianificazione dell emergenza di protezione civile comunale, intercomunale e provinciale e modello d intervento regionale Piani nazionali di
DettagliPROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO
ALLEGATO A ALLA DELIBERAZIONE N. DEL PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO nel circondario idraulico di ROVIGO PROTOCOLLO DI INTESA tra l'agenzia Interregionale
DettagliADEMPIMENTI PER L ENTRATA A REGIME DELLA RIFORMA CONTABILE PREVISTA DAL DECRETO LEGISLATIVO 23 GIUGNO 2011, N. 118, NELL ESERCIZIO 2016
ADEMPIMENTI PER L ENTRATA A REGIME DELLA RIFORMA CONTABILE PREVISTA DAL DECRETO LEGISLATIVO 23 GIUGNO 2011, N. 118, NELL ESERCIZIO 2016 1) Introduzione Com è noto, nel corso del 2015, gli enti territoriali,
DettagliIL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
IL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PREVISIONE Attività diretta allo studio ed alla determinazione dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi, ed alla individuazione delle zone
DettagliAssociazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile
Associazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile Costituzione: 3 Luglio 2002 Sede: presso OGER Via Guerrazzi 6, Bologna Anno 2009: 70 iscritti www.geoprociv.it OBIETTIVI: 1. Offrire nei
DettagliPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO ALLUVIONI
CONVEGNO NAZIONALE ACQUA DI QUALITA E SICUREZZA IDRAULICA PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO ALLUVIONI Monica Guida - Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica Maurizio Mainetti - Agenzia Regionale
DettagliREGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE
REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di
DettagliUNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016
Allegato 2 DGU 5/2014 UNIONE BASSA REGGIANA (PROVINCIA DI REGGIO EMILIA) Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 1. PREMESSA In data 20.4.2013, è entrato in vigore il D.lgs. 14.3.2013
DettagliBREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015
BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
DettagliProvincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico
DEFINIZIONE DELLO SCENARIO Il dato fondamentale per la redazione di un piano di Emergenza, è la definizione dello scenario di riferimento. Per tale capitolo si fa riferimento ai risultati emersi dallo
DettagliCOPIA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
COMUNE DI TORTOLI' Provincia dell'ogliastra COPIA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n. 20 del 03/02/2010 OGGETTO: ADOZIONE PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PER IL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
DettagliIL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,
DettagliPIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005
PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti
DettagliSISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit
Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente
DettagliPROTOCOLLO D INTESA PER LE ATTIVITA DI PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO ED IDROGEOLOGICO NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS TRA
PROTOCOLLO D INTESA PER LE ATTIVITA DI PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO ED IDROGEOLOGICO NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS TRA La Provincia di Carbonia Iglesias, rappresentata dal Presidente
DettagliPRINCIPIO DI REVISIONE (SA Italia) 250B LE VERIFICHE DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ SOCIALE
PRINCIPIO DI REVISIONE (SA Italia) 250B LE VERIFICHE DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ SOCIALE (In vigore per le verifiche della regolare tenuta della contabilità sociale svolte dal 1 gennaio 2015)
DettagliLa Direttiva Presidente Consiglio Ministri 9.11.2012 Principali novità introdotte con la Dir.PCM 9.11.2012:
La Direttiva Presidente Consiglio Ministri 9.11.2012 Principali novità introdotte con la Dir.PCM 9.11.2012: Riordino degli elenchi nazionale e regionali Riordino della competenza per l'attivazione del
DettagliUna metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:
10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.
DettagliCENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.
DettagliUNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA
PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019 STRATEGIA 5.8 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE AVVISO PUBBLICO MANIFESTAZIONE DI INTERESSE FINALIZZATA ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI
DettagliRelazione sullo stato, sul funzionamento e sugli esiti del processo di valutazione e misurazione delle performance nell anno 2014.
PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA (denominata Libero Consorzio Comunale ai sensi della legge regionale n. 8/2014) CENTRO DIREZIONALE NUOVALUCE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE (Istituito con delibera
DettagliINTESA SULLA COSTITUZIONE DELL UFFICIO SPECIALE PER I COMUNI DEL CRATERE
INTESA SULLA COSTITUZIONE DELL UFFICIO SPECIALE PER I COMUNI DEL CRATERE Il Ministro dell economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per la pubblica amministrazione
DettagliR E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I
COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I
DettagliDocumento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente
Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere
DettagliIndicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili
Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili ing. Roberto Gullì ing. Valeria Palmieri Ufficio Rischi Antropici - DPC Roma,
DettagliDELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d
32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del
DettagliDIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE
5512 25/06/2014 Identificativo Atto n. 497 DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE APPROVAZIONE DEL MODELLO UNICO PER LA PRESENTAZIONE DI ISTANZE DI AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE,
DettagliFEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE
FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Premessa La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile, in base alla Legge
DettagliMinistero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca
Circolare n. 25 Prot. AOODPIT/Reg.Uff./509 Roma, 2 marzo 2009 Al Direttore Generale per il personale della scuola SEDE Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI e, p.c. Al Gabinetto
DettagliRegolamento comunale per la disciplina dei controlli interni
Regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni TITOLO I PRINCIPI GENERALI art. 1 Oggetto 1. Il presente Regolamento disciplina organizzazione, strumenti e modalità di svolgimento dei controlli
DettagliProvincia di Cremona
Provincia di Cremona REGOLAMENTO DELLA CONSULTA PROVINCIALE PER IL COORDINAMENTO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI CREMONA Approvato con Delibera di Consiglio Provinciale N 17 del
DettagliUdito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza dell'8 novembre 2001;
Decreto 28 febbraio 2002, n. 70 Servizi di telefonia per anziani Preambolo, Art.1, Art.2, Art.3, Art.4, Art.5, Art.6, Art.7, Art.8, Art.9, Art.10, Art.11, Preambolo IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE
DettagliLinee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento
DettagliSISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO
AUTOANALISI D ISTITUTO SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO RAV A partire dal corrente anno scolastico tutte le scuole del Sistema Nazionale di Istruzione, statali e paritarie,
DettagliDECRETI PRESIDENZIALI
DECRETI PRESIDENZIALI DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2014. Ripartizione delle risorse relative al «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» 2013-2014
DettagliL AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS
DELIBERAZIONE 22 MARZO 2012 102/2012/R/EEL DISPOSIZIONI PER LA CONSULTAZIONE DELLO SCHEMA DI PIANO DECENNALE DI SVILUPPO DELLA RETE DI TRASMISSIONE NAZIONALE, PREDISPOSTO DAL GESTORE DEL SISTEMA ENERGETICO
DettagliProgramma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato
D I R E Z I O N E R E G I O N A L E A G R I C O L T U R A E S V I L U P P O R U R A L E, C A C C I A E P E S C A Area Programmazione Comunitaria, Monitoraggio e Sviluppo Rurale Programma di Sviluppo Rurale
DettagliALLEGATO _A_ Dgr n. del pag. 1/6
giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATO _A_ Dgr n. del pag. 1/6 SCHEMA DI ACCORDO Tra la PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE, l AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliIl SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011. Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali
Il SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011 Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali elvezio.galanti@protezionecivile.it prima del terremoto del 1980 DPR n 66 1981
DettagliPiano Comunale di Emergenza di Protezione Civile Piano stralcio per rischio idraulico
Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile Piano stralcio per rischio idraulico a cura del Servizio Protezione civile Palazzo Vecchio, 5 maggio 2015 a cura del Servizio Protezione Civile Legge 225
DettagliPresidiare una consultazione online
Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Presidiare una consultazione online Autore: Maria Antonietta Sanna Artizzu, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance
Dettagli4 Politica per la sicurezza e salute sul lavoro
Pagina 1 di 5 4 Politica per la sicurezza e salute sul 0 Prima emissione RSGSL DdL 1/10/2010 Rev. Descrizione Compilato Approvato Data Pagina 2 di 5 4.1 Scopo La politica di SSL costituisce un riferimento
DettagliComune di San Martino Buon Albergo
Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE
DettagliDETERMINAZIONE. Estensore ANCILLI STEFANO. Responsabile del procedimento ANCILLI STEFANO. Responsabile dell' Area L. CASTO
REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE FORMAZIONE DETERMINAZIONE N. G07062 del 09/06/2015 Proposta n. 8269 del 25/05/2015 Oggetto: Individuazione dei criteri e
DettagliLa Norma UNI CEI EN 16001 e il risparmio energetico in azienda WORKSHOP ECOREALITY Università degli Studi di Bari
La Norma UNI CEI EN 16001 e il risparmio energetico in azienda WORKSHOP ECOREALITY Università degli Studi di Bari I Sistemi di Gestione della Energia conformi a UNI CEI EN 16001:2009 Coordinatore Tecnico-Scientifico
DettagliBollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n. 10 - Mercoledì 06 marzo 2013
111 D.G. Protezione civile, polizia locale e sicurezza D.d.s. 1 marzo 2013 - n. 1734 Esito della ricognizione delle pianificazioni provinciali vigenti in materia di protezione civile IL DIRIGENTE DELLA
DettagliVALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.
DettagliNORMATIVA e PIANIFICAZIONE. Protezione Civile. - Formazione per Operatore di Protezione Civile - Daniele Lucarelli
NORMATIVA e PIANIFICAZIONE in Protezione Civile - Formazione per Operatore di Protezione Civile - Daniele Lucarelli Obiettivi della Lezione: - Definire gli attori del Sistema Nazionale di Protezione Civile
DettagliB.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie
B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile
Dettagli%FMJCFSBOm PHHFUUP -3 %-(4 1*"/0 3&(*0/"-& %* (&45*0/& %&* 3*'*65* 130(3"..";*0/&"55*7*5}1*"/*'*$"503*"
%FMJCFSBOm &TUSBUUPEFMQSPDFTTPWFSCBMFEFMMBTFEVUBEFM HFOOBJP PHHFUUP -3 %-(4 1*"/0 3&(*0/"-& %* (&45*0/& %&* 3*'*65* 130(3"..";*0/&"55*7*5}1*"/*'*$"503*" %FCPSB4&33"$$)*"/* 4FSHJP#0-;0/&--0 1SFTJEFOUF 7JDF1SFTJEFOUF
DettagliPROTOCOLLO D INTESA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI
PROTOCOLLO D INTESA TRA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI Per l installazione, il monitoraggio, il controllo e la razionalizzazione degli impianti di stazioni radio base Vista la legge del 22 febbraio
DettagliCAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO
CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA
DettagliRev. N Descrizione delle modifiche Data Prima emissione del documento per estensione campo applicazione
Pagina 1 di 6 INDICE 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2. RIFERIMENTI...2 3. SIGLE E DEFINIZIONI...2 4. RESPONSABILITÀ...2 5. PROCEDURA...3 5.1 GENERALITÀ...3 5.2 VALUTAZIONE DEI RISCHI E VERIFICA DELLA
DettagliDELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014
Oggetto: D.Lgs. 14.8.2012, n. 150 e decreto interministeriale 22 gennaio 2014. Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Direttive per l'attuazione nella Regione Sardegna
DettagliCapitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile
Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano
DettagliPO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.
INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE
DettagliCOMPETENZE DI CONTESTO (Capacità)
DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ
Dettagli