PROCEDURA OPERATIVA. Gestione delle bombole di ossigeno

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1 PROCEDURA OPERATIVA Gestione delle bombole di ossigeno Data 4 Novembre 2011 Revisione: 1/2011 ATTREZZATURE PER OSSIGENOTERAPIA L attrezzatura per la somministrazione di ossigeno da utilizzare sul luogo dell evento deve essere sicura, leggera, portatile ed affidabile Per la maggior parte, le apparecchiature per la somministrazione di ossigeno sono costituite da diverse componenti: bombole di ossigeno regolatori di pressione strumenti per la somministrazione BOMBOLE DI OSSIGENO Ciascun gas compresso deve essere identificabile dal colore della bombola che lo contiene. Le bombole verdi e bianche si riferiscono all ossigeno (per qualsiasi utilizzo). Per l ossigeno vengono utilizzate anche bombole d acciaio inossidabile e di alluminio non colorate. In ogni caso, indipendentemente dai colori dovete controllare sempre le etichette per essere sicuri di somministrare ossigeno per uso medico. accertatevi che le bombole di ossigeno siano piene e pronte all uso non svuotare mai una bombola di ossigeno fino a un livello inferiore a quello residuale di sicurezza altrimenti la bombola stessa può subire danni permanenti. L attenzione alla sicurezza è di primaria importanza quando si utilizzano le bombole di ossigeno. Pertanto dovreste: utilizzare sempre manometri, regolatori e sistemi di tubi destinati specificamente a essere utilizzati con l ossigeno per il cambio di manometri e dei regolatori e per adeguare i volumi di flusso utilizzare sempre chiavi inglesi in metalli non ferrosi (altrimenti potrebbero prodursi scintille a seguito di urti o sfregamenti fra oggetti metallici) assicurarsi che la valvola sia ben inserita e che le guarnizioni siano in buone condizioni utilizzare sempre ossigeno per uso medico Non fare mai cadere o urtare una bombola contro qualsiasi oggetto Non lasciare mai una bombola di ossigeno in posizione verticale senza averla assicurata in tale posizione Non permettere mai che si fumi in prossimità delle apparecchiature per l erogazione di ossigeno delimitate con chiarezza l area relativa all operazione d erogazione dell ossigeno. Non usare mai apparecchiature per l erogazione d ossigeno in prossimità di fiamme. Non utilizzare mai grassi,oli o saponi a base di grassi su apparecchiature che dovranno essere collegate a una bombola per la somministrazione di ossigeno. Non utilizzare mai nastro adesivo per proteggere l uscita di una bombola.

2 Non tentate mai di spostare una bombola di ossigeno trascinandola o facendola rotolare lateralmente o sul suo fondo. REGOLATORI DI PRESSIONE La pressione di una bombola di ossigeno è troppo elevata per l erogazione al paziente, quindi per regolarla è necessario collegare la bombola a un regolatore di pressione. Prima di collegare il regolatore di pressione a una bombola di ossigeno, mettetevi di fianco all apertura della valvola principale e apritela leggermente facendola sfiatare per un solo secondo, al fine di eliminare lo sporco e la polvere dal foro di erogazione o dall uscita filettata. FLUSSOMETRI Dispositivo che consente il controllo del flusso di ossigeno. Spesso viene collegato in permanenza al regolatore di pressione. controllare periodicamente la funzionalità e tenerlo sempre pulito. UMIDIFICATORI E un dispositivo collegato al flussometro e deputato a portare un determinato grado di umidità all ossigeno secco che fuoriesce dalla bombola. E un contenitore pieno soluzione fisiologica e collegato al flussometro. L ossigeno secco, in caso di uso prolungato, può provocare disidratazione delle mucose delle vie respiratorie e dei polmoni del paziente. L ossigeno, passando attraverso l acqua dell umidificatore viene umidificato. -tenerlo sempre pulito -utilizzare l acqua per un solo pz e poi cambiarla RISCHI DELL OSSIGENOTERAPIA Possono essere distinti in due grandi categorie: 1) rischi di natura non medica (legati alla non corretta gestione delle bombole e delle apparecchiature connesse) 2) rischi di natura medica (tossicità dell ossigeno, lesioni oculari, insufficienza respiratoria o arresto cardiaco) SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO Ci sono vari presidi per somministrare ossigeno, l obiettivo e quello di utilizzare l apparecchiatura di somministrazione più indicata per ciascun paziente.

3 CANNULA NASALE ( OCCHIALINI ) : è il modo più semplice, non consentono flussi maggiori di 4 L/min per la disidratazione nasale, pertanto riescono ad erogare solo una concentrazione di ossigeno pari al 36%. Si limita a paziente generalmente non compromessi dal punto di vista respiratorio ma solo come supporto terapeutico. Vantaggi: Possono essere utilizzati mentre il paziente si alimenta Il paziente può parlare Minore resistenza inspiratoria rispetto alle maschere Nessun rischio di inspirare CO2 espirata Assenza di sensazione claustrofobica Svantaggi e limiti: Possono causare irritazione e secchezza nasale Inefficace in caso di severa congestione nasale - MASCHERA SEMPLICE: sono munite di piccoli fori laterali per consentire all aria di entrare ed uscire liberamente. Solitamente viene erogato ossigeno a 6-8 L/min consentendo una concentrazione di ossigeno di 35-60%. Attenzione erogare sempre sopra i 4 L/min perché altrimenti non c è ricambio di gas e si accumula anidride carbonica. - MASCHERA CON RESERVOIR si tratta di maschera semplice con un palloncino che funge da serbatoio. Il serbatoio riempiendosi di ossigeno garantisce di erogare alte concentrazioni di ossigeno. Con un flusso superiore a 12 L/min si erogano concentrazioni del 90%.

4 - MASCHERA VENTURI: è un tipo di maschera per cui l ossigeno entra nella maschera per mezzo di un ugello che, per effetto Venturi, aspira l aria dell atmosfera miscelandola con l ossigeno. Riduttori preregolati di colore diverso o valvole regolabili per un determinato flusso permettono una certa gradualità nella scelta dei valori di concentrazione finale. Tale presidio è indispensabile per l erogazione a lungo termine dei pazienti con BPCO, i quali possono andare incontro ad ipoventilazione quando venga somministrato ossigeno ad alte concentrazioni. Completa di kit di raccordi colorati per variazione della concentrazione di ossigeno erogato e tubo di collegamento antischiacciamento. OGNI COLORE CORRISPONDE AD UNA PERCENTUALE DI OSSIGENO EROGABILE (sulla base dei litri al minuto forniti indicati nei raccordi colorati) Esistono anche i modelli pediatrici, uguali e solo di minori dimensioni. Tali presidi consentono una buona erogazione dell ossigeno, ma impongono che il paziente sia in grado o abbia inalterata la capacità di ventilazione. In pazienti con una frequenza respiratoria inferiore a 9 atti al minuto, anche se noi erogassimo ossigeno, questo con estrema difficoltà raggiungerebbe gli alveoli per lo scambio. SI impone in queste condizioni la ventilazione a pressione positiva (AMBU) QUAL E' IL CONSUMO DI O2. Tutti i trasporti di pazienti traumatizzati gravi, dovrebbero essere trasportati somministrando O2 alla concentrazione più elevata possibile. Questo significa un consumo di litri/minuto, stimato per mascherine con reservoir e paziente in respiro spontaneo. DI QUANTO O2 SI PUO' DISPORRE. E' necessario conoscere il contenuto della bombola a disposizione. Sulla fascia bianca di ogni bombola è impresso il volume in litri (capacità della bombola) ed il peso della stessa espresso in kg. In genere il peso è superiore al volume di un 10% circa per cui anche dalla sola indicazione del peso è facile dedurre il volume della bombola. La bombola contiene O2 a pressione e la pressione di

5 caricamento è indicata dal manometro ed espressa in atmosfere. Il contenuto in O2 di ogni bombola è pari al volume (indicato sulla fascia bianca) moltiplicato per le atmosfere (indicate dal manometro). Una bombola da 7 litri caricata a 200 atm contiene quindi litri. Tutte le bombole (eccetto le monouso) vengono caricate a 200 atm; il contenuto di una bombola piena è quindi pari a 200 volte il proprio volume. DURATA DELLA BOMBOLA IN RESPIRO SPONTANEO Nei pazienti in respiro spontaneo tutto l'o2 contenuto nella bombola può essere utilizzato per ossigenare il paziente. Pertanto, per calcolare per quanto tempo può durare una bombola, sarà sufficiente dividere il contenuto per il consumo O2 al minuto. Si otterrà, il tempo espresso in minuti durante il quale l'erogazione potrà essere garantita. Esempio: * Bombola da 7 litri a 150 atm e paziente in respiro spontaneo (mascherina con reservoire). * Flussometro a 15 litri/minuto (consumo). Calcolo dell'autonomia: 7 x 150 = litri (O2 disponibile) : 15 = 70 minuti di autonomia Se il paziente viene intubato ed è in ventilazione meccanica (ventilatore polmonare) parte della riserva di O2 (per convenzione 50 atm.) viene utilizzata dal ventilatore e quindi dovrà essere sottratta per il calcolo dell autonomia.

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