DSA, ADEGUAMENTO DELLA DIDATTICA E DELLA VALUTAZIONE: TECNICHE, STRATEGIE E STRUMENTI COMPENSATIVI/DISPENSATIVI

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1 DSA, ADEGUAMENTO DELLA DIDATTICA E DELLA VALUTAZIONE: TECNICHE, STRATEGIE E STRUMENTI COMPENSATIVI/DISPENSATIVI Gruppo di lavoro D: Area tecnico-pratico-progettuale 6 dicembre 2011, Besana Brianza(MB) Dr.ssa Anna Milani, Psicologa, Esperta in Psicologia scolastica I.R.C.C.S. E. Medea Bosisio Parini (LC)

2 OBIETTIVI DEL LABORATORIO Analisi, riflessione e discussione sui diversi aspetti legati all apprendimento e alla didattica con i DSA nella Secondaria di 2 grado nelle materie dell area tecnico-pratico-progettuale, relativamente a: Le spiegazioni in classe Le modalità di verifica e di valutazione Il disegno Altro Le difficoltà vissute e rilevate dagli insegnanti Raccolta di esperienze, materiale e percorsi didattici già sperimentati Creazione di un patrimonio di conoscenze e di strumenti, nel futuro da ampliare e condividere con colleghi della propria scuola e di altre presenti sul territorio 2

3 QUALE LA DIFFICOLTA PRINCIPALE? GRANDE VARIABILITA INDIVIDUALE nel profilo funzionale di ogni ragazzo con DSA: ciascuno ha diversi punti di forza e di debolezza 3 Necessità di individuare le strategie e le misure didattiche, compensative e dispensative, più indicate in ciascun caso

4 LA DIAGNOSI FUNZIONALE 4 Per effettuare una diagnosi clinica devono essere valutati i seguenti aspetti: Livello cognitivo generale; Competenze strumentali (lettura, scrittura, calcolo). Per effettuare una diagnosi funzionale devono essere valutati i seguenti aspetti: Profilo cognitivo; Competenze linguistiche (sia espressive che di comprensione); Abilità visuo-spaziali e prassico-motorie; Abilità mnestiche (memoria di lavoro verbale e visuo-spaziale); Funzioni attentive ed esecutive; Stile personale cognitivo, emotivo, relazionale

5 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE LINGUISTICHE Competenze fonologiche Discriminazione uditiva; Consapevolezza fonologica e metafonologica Capacità espressive Fluenza espressiva Lessico (anomie, circonlocuzioni, parafasie semantiche ) Competenze morfo-sintattiche (ipercorrettismi, concordanze nominali e verbali, mantenimento del tempo verbale, strutturazione sintattica ) Comprensione: Livello terminologico (comprendere i significati delle parole) Livello della frase (analisi grammaticale, morfologica e sintattica) 5 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

6 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? ABILITA VISUO-SPAZIALI E PRASSICHE Gestione dello spazio sul foglio Coordinazione motoria fine e globale Percezione e comprensione delle relazioni spaziali/delle posizioni nello spazio 6 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

7 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE DI MEMORIA Memoria verbale Memoria visiva Memoria a breve termine (ricordo di informazioni appena percepite) Memoria di lavoro (mantiene presenti le informazioni per breve tempo, lasciandole perdere una volta terminato il compito) Memoria a lungo termine (ricordo di informazioni conosciute da molto tempo) 7 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

8 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? FUNZIONI ATTENTIVE ED ESECUTIVE Tenuta attentiva Capacità di pianificazione ed organizzazione Flessibilità cognitiva (es. applicazione della regola in contesti diversi) 8 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

9 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE METACOGNITIVE Conoscenza meta cognitiva conoscenza dei processi cognitivi implicati in un certo compito Controllo meta cognitivo Strategie controllo su quanto si sta facendo (passaggi, dati, ) conoscenza delle strategie applicazione delle strategie flessibilità nell applicazione delle strategie nei diversi contesti 9 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

10 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? STILE PERSONALE Motivazione e approccio al compito Sensibilità al rinforzo e alla gratificazione Accettazione delle proprie difficoltà (e di conseguenza degli strumenti compensativi) Stile di attribuzione (interpretazione di successi e fallimenti, per dare loro una causa/una spiegazione) Stile emotivo e relazionale (anche se no rilevato franco disturbo psicopatologico, spesso presenti difficoltà emotive) Stile cognitivo di apprendimento 10 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

11 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? IN ASSENZA DI DIFFICOLTA SPECIFICHE (visuo percettive, di integrazione visuo-motoria, prassiche ) 11

12 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? IN ASSENZA DI DIFFICOLTA SPECIFICHE (visuo percettive, di integrazione visuo-motoria, prassiche ) Problema del tempo (in verifiche e in consegna elaborati/tavole) più tempo (es scadenze meno ravvicinate, verifiche più brevi..) tutto iter progettuale, ma riduzione numero di tavole per tipo Memorizzazione di regole, definizioni, passaggi di costruzione uso strumenti compensativi (mappe, griglie, schemi ) anche nelle verifiche 12

13 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Spiegazioni in classe semplificazione linguistica partenza dal concreto e dal visivo (es. nello spazio) problema degli appunti (schede preparate dagli insegnanti, fotocopie dai compagni ) vari accorgimenti: alla lavagna scrivere sempre in stampato maiuscolo, diario di classe adeguate misure strategie comportamentali se presenti difficoltà attentive o di iperattività.. 13 Modalità di verifica e valutazione assicurarsi sempre che tutti abbiano compreso ciò che devono fare (ed eventuale semplificazione linguistica delle consegne) valutare il percorso dei ragazzi e i loro progressi e non essere avari di rinforzi e gratificazioni far capire che si può sempre migliorare e dare indicazioni su come attuare i miglioramenti

14 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? IN PRESENZA DI DIFFICOLTA SPECIFICHE (visuo percettive, di integrazione visuo-motoria, prassiche ) 14

15 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? 15 IN PRESENZA DI DIFFICOLTA SPECIFICHE (visuo percettive, di integrazione visuo-motoria, prassiche ) Scuola ad indirizzo grafico/artistico riorientamento? percorsi particolari? (es. con supporto informatico...) Altro istituto trovare misure compensative/dispensative adeguate (es. non dare troppo importanza al tratto grafico nella valutazione, uso del normografo per le scritte sulle tavole, partire dal concreto o trovare procedimenti meccanici da far applicare ) e cercare elementi/spunti per gratificare e valorizzare comunque il ragazzo

16 QUALI LE DIFFICOLTA? LE MISURE DISPENSATIVE La normativa (Art. 5, 2/b): L introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere 16 Analisi di cosa è utile apprendere per il ragazzo ( prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere ) -> come deciderlo nelle scuole Secondarie di 2 grado? Quale la centralità formativa del tipo di scuola? Analisi del profilo di difficoltà e potenzialità del ragazzo Considerazione di variabili emotivo-relazionali (es. accettazione propria difficoltà davanti ai compagni, grado di accettazione degli strumenti compensativi..) Definizione degli obiettivi e quindi anche delle possibili misure dispensative

17 QUALI LE DIFFICOLTA? I CASI NON GIA IDENTIFICATI Prestare sempre molta attenzione ai possibili campanelli d allarme e non avere timore di esser eccessivamente scrupolosi, vista la non precedente diagnosi -> analisi attenta delle difficoltà manifestate dagli alunni (perché? cosa alla base della difficoltà e dell insuccesso? ) Confrontarsi con i colleghi, in particolare con il referente per la dislessia, e con lo psicologo della scuola, raccontando gli elementi che hanno fatto sorgere il dubbio e mostrando i materiali che si ritiene più significativi In seguito, se i i dubbi saranno confermati, parlare con la famiglia del ragazzo e invitarla ad approfondire la questione dal punto di vista diagnostico con figure competenti 17

18 QUALI LE DIFFICOLTA? Sostenere la famiglia in questo percorso perché deve affrontare un problema al quale non aveva pensato prima e che la trova impreparata Sostenere anche il ragazzo ad accettare le proprie difficoltà ed a riscoprire le proprie potenzialità (a volte sollievo dopo la diagnosi) Confrontarsi costantemente con la famiglia e con i tecnici sanitari che hanno in carico il ragazzo: la dislessia è un problema che richiede l intervento e l aiuto di competenze diverse, pertanto è fondamentale lavorare in sinergia 18

19 QUALI LE DIFFICOLTA? DIRLO ALLA CLASSE Difficoltà diverse a seconda anche del tempo già intercorso dalla prima diagnosi e del percorso personale, scolastico e riabilitativo già svolto dal ragazzo Principio di base: ognuno ha diverse potenzialità e debolezze, che possono essere messe a servizio degli altri (la diversità come ricchezza) Importanza dell accordo con il ragazzo DSA, del rispetto dei suoi tempi, del suo approccio e del suo grado di accettazione della propria difficoltà (importanza collaborazione con la famiglia e/o con i tecnici sanitari che hanno in carico il ragazzo) 19

20 QUALI LE DIFFICOLTA? DIRLO ALLA CLASSE Difficoltà diverse a seconda anche del tempo già intercorso dalla prima diagnosi e del percorso personale, scolastico e riabilitativo già svolto dal ragazzo Importanza dell accordo con il ragazzo DSA, del rispetto dei suoi tempi, del suo approccio e del suo grado di accettazione della propria difficoltà (importanza collaborazione con la famiglia e/o con i tecnici sanitari che hanno in carico il ragazzo) Principio di base: ognuno ha diverse potenzialità e debolezze, che possono essere messe a servizio degli altri (la diversità come ricchezza) Diversi strumenti per affrontare l argomento in classe (es. letture, film ) 20 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

21 QUALI LE DIFFICOLTA? Numerosità delle classi Alunni con diverse difficoltà e diagnosi Tempi spesso limitati e programmi complessi Non sempre presentate alla scuola diagnosi con profili funzionali dettagliati e completi Scarsa collaborazione o eccessive interferenze da parte delle famiglie A volte ragazzi DSA poco motivati (sfiducia, atteggiamenti di rinuncia o di rifiuto o provocatori ) per gli insuccessi scolastici precedentemente vissuti. 21

22 QUALI LE SOLUZIONI? 22 Mettersi in gioco, provarci, sperimentare e sperimentarsi Flessibilità Conoscenza (informazione e formazione) Collaborazione e condivisione tra colleghi Collaborazione scuola famiglia tecnici sanitari Attenzione ai bisogni dei ragazzi, loro motivazione e valorizzazione Favorire il dialogo, lo scambio e la collaborazione tra i ragazzi, sottolineando i punti di forza di ciascuno

23 QUALE LO STRUMENTO? IL PEP Espressione della PERSONALIZZAZIONE delle strategie è il PEP: Piano Educativo Personalizzato (o PDP: Percorso Didattico Personalizzato) PEI: Diversifica nei contenuti i programmi e le competenze specifiche PEP: Diversifica le metodologie, i tempi e gli strumenti nell attuazione del programma scolastico comune della classe 23

24 PEP: Piano Educativo Personalizzato PROCEDURA PER LA STESURA DEL PEP La famiglia consegna la diagnosi in segreteria e la fa protocollare; Il dirigente consegna la diagnosi al coordinatore di classe e al referente per i DSA; Il consiglio di classe incontra collegialmente i genitori e/o lo specialista che ha in carico il ragazzo; Sulla base della diagnosi clinica e del profilo funzionale del ragazzo, il consiglio di classe (ed ogni insegnante per le singole materie) predispone una proposta di PEP; Il PEP viene fatto visionare ai genitori, perché ne verifichino scelte ed indirizzi, eventualmente anche attraverso la consultazione dello specialista che ha in carico il ragazzo; Il PEP viene quindi sottoscritto e diventa operativo; Il PEP può essere modificato nel corso dell anno e deve essere aggiornato ogni anno scolastico; Il PEP entra a far parte della documentazione da presentare alla commissione d esame. ( 24

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