Decisione N del 23 febbraio 2017

Transcript

1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MASSERA (RM) PAGLIETTI (RM) RECINTO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) GRANATA Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) MONTESI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore ESTERNI - ROBERTO MONTESI Nella seduta del 09/02/2017 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente, titolare di ditta individuale, lamenta l applicazione da parte dell intermediario di interessi usurari ed anatocistici sul proprio rapporto di conto corrente affidato dal 2009 ad oggi. In particolare, con riferimento all usura il ricorrente evidenzia che la banca nella risposta al proprio reclamo afferma di aver rispettato le istruzioni emanate dall'istituto di Vigilanza nel calcolo del TEG. Tuttavia, mette in evidenza come la giurisprudenza di legittimità abbia escluso la natura di fonti del diritto alle circolari e istruzioni dell Autorità di vigilanza, ritenendo che la formula da applicare per il calcolo del TEG da parte di professionisti e associazioni deve essere inerente a quanto espresso dalla Direttiva del consiglio europeo 90/88/CEE. Nello specifico della perizia di parte prodotta risulta che l'intermediario ha utilizzato un TEG superiore al TEGM (art. 644 c.p., comma 3), ma non al c.d. tasso soglia nel IV trimestre 2013 e nel I - IV trimestre Pag. 2/6

2 Con riferimento all anatocismo parte ricorrente evidenzia con l ausilio dell analisi tecnica condotta che l'intermediario nel periodo ha applicato la capitalizzazione composta degli interessi debitori addebitando, quindi, maggiori competenze al cliente. Chiede, dunque, il risarcimento del danno quantificato nel complessivo importo di euro ,75, risultante dalla sommatoria di euro ,25 per usura ed euro ,50 per anatocismo, commissione di massimo scoperto e spese fisse, ovvero nel diverso maggiore o minore importo ritenuto di giustizia, da computare in ogni caso a defalco dell'esposizione messa a rientro dalla banca e il rimborso delle spese di lite. L intermediario, nel resistere, eccepisce, in primo luogo, l irricevibilità del ricorso, in quanto basato su una perizia asseverata ai fini del calcolo e della verifica del TEGM. Relativamente al merito chiede che il ricorso venga rigettato perché infondato. In proposito, rileva che il presunto superamento del tasso soglia contestato dalla ricorrente non può essere sostenibile alla luce delle procedure interne che effettuano un controllo informatico così da garantire il rispetto del limite trimestralmente previsto dal Ministero. Peraltro sottolinea come controparte non abbia mai sollevato alcuna eccezione in merito. Per quanto attiene agli interessi anatocistici, l intermediario sostiene di aver applicato l art. 120 TUB, vigente nel periodo contestato, e di aver disposto la capitalizzazione degli interessi in conformità alla delibera del CICR del febbraio DIRITTO La ricorrente, titolare di ditta individuale, lamenta l applicazione da parte dell intermediario di interessi usurari ed anatocistici sul proprio rapporto di conto corrente affidato. In particolare, con riferimento all applicazione di interessi usurari si rileva quanto segue. In primo luogo non può trascurarsi come l Arbitro abbia più volte precisato che le istruzioni dettate dalla Banca d Italia in merito al calcolo del TEG sono le uniche istruzioni alle quali gli intermediari sono obbligati ad attenersi e che non spetta all Arbitro rielaborare i conteggi relativi al rapporto controverso (non potendogli pacificamente essere demandate attività di tipo consulenziale). (vedi infra ex multis una decisione ABF richiamata nelle controdeduzioni emessa a favore dell intermediario resistente ABF Milano - decisione n del 2014). Al contrario, l esame della perizia di parte agli atti, volta all accertamento del carattere usurario degli interessi applicati al rapporto, oltre a non indicare specificatamente i documenti esaminati, si basa su presupposti e modalità di calcolo diversi da quelli previsti dalle Istruzioni della Banca d Italia. A titolo esemplificativo si evidenzia che il perito ha calcolato il costo del finanziamento rapportando le determinanti di costo alle somme effettivamente utilizzate dalla ricorrente e non, come previsto dalle predette Istruzioni, all accordato. Peraltro, la documentazione agli atti non è sufficiente a verificare l usurarietà del rapporto, sempre secondo le Istruzioni della Banca d Italia, in considerazione del fatto che gli estratti conto prodotti sembrerebbero essere solo parziali. La richiesta risarcitoria, quindi, relativa all applicazione di interessi usurari non può trovare accoglimento. Diversamente, deve concludersi per quanto riguarda l applicazione di interessi anatocistici. Pag. 3/6

3 A questo proposito è, infatti, necessario operare dei distinguo in ragione del fatto che il periodo d interesse è stato caratterizzato da significative modifiche normative proprio in tema di anatocismo. In particolare, si rileva che nel periodo dal 01/01/2009, limite di competenza temporale dell Arbitro, al 31/12/2013 l art. 120 del TUB disponeva che Il CICR stabilisce modalità e criteri per la produzione di interessi sugli interessi maturati nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, prevedendo in ogni caso che nelle operazioni in conto corrente sia assicurata nei confronti della clientela la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori. In attuazione di detta disposizione il CICR aveva adottato la Delibera del 09/02/2000, la quale stabiliva (art. 2, co. 1 e 2) che: 1. Nel conto corrente l accredito e l addebito degli interessi avviene sulla base dei tassi e con le periodicità contrattualmente stabiliti. Il saldo periodico produce interessi secondo le medesime modalità. 2. Nell ambito di ogni singolo conto corrente deve essere stabilita la stessa periodicità nel conteggio degli interessi creditori e debitori. Alla luce di ciò l art. 9 del contratto, secondo cui i rapporti di dare e avere relativi al conto, sia esso debitore o creditore, vengono regolati con identica periodicità portando in conto gli interessi, le commissioni e le spese applicando le trattenute fiscali di legge, sembra in linea con la normativa all epoca vigente e, pertanto, non risultano applicati interessi anatocistici. Successivamente, nel periodo 01/01/ /04/2014, è entrata in vigore una nuova formulazione dell art. 120, comma 2, del TUB, che prevedeva: Il CICR stabilisce modalità e criteri per la produzione di interessi nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, prevedendo in ogni caso che: a) nelle operazioni in conto corrente sia assicurata, nei confronti della clientela, la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori; b) gli interessi periodicamente capitalizzati (contabilizzati) non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale. Tale disposizione è stata interpretata dal Collegio di coordinamento, con decisione n. 7854/2016, nel senso che l anatocismo è vietato, con conseguente adeguamento della prassi contabile degli intermediari, senza che sia necessaria la disciplina attuativa del CICR anche perché nessuna deroga alla immediata applicabilità del divieto sancito dalla norma primaria può derivare dalla emanazione di una norma secondaria, sulla base di una delega con oggetto specifico concettualmente compatibile. Ebbene, nel suddetto periodo, alla luce della citata disposizione contrattuale e dell orientamento di questo Arbitro, si ritiene che l intermediario abbia disposto illegittimamente la capitalizzazione periodica degli interessi passivi. A far data dal 15/04/2016 l art. 120 TUB ha subito una nuova modifica, assumendo la seguente formulazione: Il CICR stabilisce modalità e criteri per la produzione di interessi nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, prevedendo in ogni caso che: Pag. 4/6

4 a) nei rapporti di conto corrente o di conto di pagamento sia assicurata, nei confronti della clientela, la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori, comunque non inferiore ad un anno; gli interessi sono conteggiati il 31 dicembre di ciascun anno e, in ogni caso, al termine del rapporto per cui sono dovuti; b) gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori, salvo quelli di mora e sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale; per le aperture di credito regolate in conto corrente e in conto di pagamento, per gli sconfinamenti anche in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido: i) gli interessi debitori sono conteggiati al 31 dicembre e divengono esigibili il 10 marzo dell anno successivo a quello in cui sono maturati; nel caso di chiusura definitiva del rapporto, gli interessi sono immediatamente esigibili; ii) il cliente può autorizzare, anche preventivamente, l addebito degli interessi sul conto al momento in cui questi divengono esigibili; in questo caso la somma addebitata è considerata sorte capitale; l autorizzazione è revocabile in ogni momento, purché prima che l addebito abbia avuto luogo. L attuale formulazione dell art. 120 TUB sembrerebbe concedere nuovo spazio alla produzione di interessi anatocistici limitatamente alle aperture di credito e agli sconfinamenti non autorizzati in c/c, ma ciò appare consentito solo in presenza di due condizioni: 1) che la capitalizzazione avvenga con cadenza annuale; 2) che sia espressamente autorizzato dal cliente l addebito degli interessi passivi sul conto corrente. Della ricorrenza di tali condizioni l intermediario non ha dato prova. Pertanto, si deve ritenere in forza della predetta disposizione contrattuale che regola l applicazione degli interessi tra le parti che l intermediario abbia illegittimamente praticato fino ad oggi interessi anatocistici. La richiesta, pertanto, della ricorrente si ritiene fondata nei limiti sopra descritti con conseguente obbligo per la banca di restituire la somma corrispondente agli interessi illegittimamente percepiti nel periodo dal 01/01/2014 ad oggi. Quanto alle contestazioni relative alla illegittimità di commissioni di massimo scoperto e alle spese fisse di chiusura non si rinviene, dalla lettura degli atti di causa, un adeguata descrizione della pretesa risarcitoria che, pertanto, non può trovare accoglimento. Infine, oltremodo inaccoglibile è la richiesta di rifusione delle spese legali in considerazione della mancata produzione della relativa documentazione a supporto. PER QUESTI MOTIVI Il Collegio accerta il diritto del ricorrente ad ottenere il riaccredito, con valuta pari a quella degli addebiti, degli interessi anatocistici illegittimamente addebitati dal 1 gennaio 2014 ad oggi. Respinge nel resto. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso Pag. 5/6

5 IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6