Il mercato dei prodotti biologici: tendenze generali e nelle principali filiere

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1 Il mercato dei prodotti biologici: tendenze generali e nelle principali filiere ISMEA Dicembre 2007 STUDI AGRICOLTURA BIOLOGICA S

2 Responsabile della ricerca: Ezio Castiglione Responsabile scientifico: Raffaele Borriello Coordinamento tecnico: Maria Rosaria Napoletano Lo studio è stato curato da: Enrico De Ruvo Redazione Enrico De Ruvo ha redatto i capitoli 2 e 3 e i paragrafi 4.1, 7.2, 7.3 e 8.2 Giovanni Luppi ha redatto il capitolo 1 Il Prof. Davide Marino, Università del Molise, ha redatto i capitoli 5 e 6 e i paragrafi , 7.4 e 8.1 La ricerca è stata eseguita con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

3 Indice Introduzione 7 Sezione I: Le tendenze del mercato 9 Capitolo 1 - Lo scenario internazionale L agricoltura biologica nel mondo: uno sguardo d insieme Il biologico in Europa La Germania Il Regno Unito La Francia La Svizzera L Austria L Olanda La Danimarca La Spagna Il Nord America Gli Stati Uniti Il Canada L Africa L Asia L Oceania L America Latina 28 Capitolo 2 - L evoluzione strutturale dell agricoltura biologica in Italia Gli operatori e le superfici bio La zootecnia bio 36 Capitolo 3 Le importazioni e la distribuzione di prodotti biologici in Italia Le importazioni I grossisti bio L approvvigionamento Il mercato Le prospettive La Gdo L approvvigionamento Il mercato Le strategie Le prospettive I negozi specializzati bio L approvvigionamento Il mercato Le prospettive 55 Capitolo 4 - L evoluzione dei consumi di prodotti biologici in Italia 57 Introduzione L andamento dei consumi domestici Il valore degli acquisti Le quantità acquistate Un confronto con altri comparti Il comportamento di acquisto 63 3

4 La spesa per prodotti biologici secondo le principali variabili socio-economiche I principali prodotti biologici acquistati L elasticità della domanda e la disponibilità a pagare 68 Capitolo 5 L andamento dei prezzi dei prodotti biologici in Italia L andamento dei prezzi medi al consumo Le differenze su base geografica I prezzi per prodotto Il differenziale di prezzo con il convenzionale 80 Sezione II: Le filiere vegetali e zootecniche bio 83 Capitolo 6 - Il quadro strutturale delle imprese che operano nelle filiere dell agroalimentare biologico 84 Premessa Le aziende agricole biologiche Le aziende zootecniche biologiche Il profilo dell imprenditore delle aziende agricole e zootecniche bio Le aziende di trasformazione biologiche 97 Capitolo 7 Le filiere vegetali bio 102 Premessa La filiera dei cereali biologici La produzione primaria Il mercato alla produzione Le attività di trasformazione: le filiere della pasta e del riso bio Il mercato dei prodotti trasformati nelle filiere della pasta e del riso bio Le attività di trasformazione: la filiera dei prodotti da forno bio Il mercato dei prodotti trasformati nella filiera dei prodotti da forno bio L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza La filiera dell olivo biologico La produzione primaria Il mercato alla produzione La trasformazione Il mercato dei prodotti trasformati L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza La filiera dell ortofrutta biologica La produzione primaria Il mercato alla produzione La trasformazione Il mercato dei prodotti trasformati L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza La filiera della vite biologica La produzione primaria Il mercato alla produzione 199 4

5 La trasformazione Il mercato dei prodotti trasformati L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza 217 Capitolo 8 - Le filiere zootecniche biologiche La filiera della carne biologica La produzione primaria Il mercato alla produzione La trasformazione Il mercato dei prodotti trasformati L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza La filiera lattiero-casearia biologica La produzione primaria Il mercato alla produzione La trasformazione Il mercato dei prodotti trasformati L intermediazione commerciale La mappatura della filiera I consumi domestici I punti di forza e di debolezza 267 Conclusioni 270 Riferimenti bibliografici 273 5

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7 Introduzione I l presente Rapporto analizza i dati e le informazioni disponibili provenienti dalle consuete indagini svolte da Ismea nell ambito del suo Osservatorio biologico, istituito ormai da alcuni anni. Tale Osservatorio è divenuto un importante fonte di informazione sia per le Istituzioni sia per gli operatori del settore, mettendo a disposizione una notevole mole di informazioni, relative a numerose variabili economiche che riguardano il settore delle produzioni biologiche. Nel presente Rapporto, in particolare, viene fornito un quadro esaustivo sulle dinamiche produttive, economiche e di mercato delle produzioni biologiche nazionali, con una sezione specifica sulle principali filiere che compongono il comparto bio. Il primo capitolo del Rapporto è dedicato, come nelle precedenti pubblicazioni, all analisi dello scenario dell agricoltura biologica a livello mondiale, che sta sempre più evolvendosi sia nelle nazioni storicamente più evolute, sia in molti paesi in via di sviluppo. Nel secondo capitolo viene effettuata, invece, un analisi sull evoluzione strutturale del biologico in Italia, sulla base delle serie storiche dei dati ufficiali del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) relativi alle superfici, al numero dei capi e alla numerosità degli operatori bio, dati che pongono il nostro paese in prima posizione nella graduatoria comunitaria, nonostante alcune difficoltà registrate nel triennio La prima parte del Rapporto viene completata dai capitoli 3, 4 e 5, in cui sono illustrate le tendenze, a livello nazionale, del mercato dei prodotti biologici. In particolare, nel capitolo 3 vengono illustrati i principali risultati di indagini field realizzate da Ismea che mostrano l andamento delle vendite, le strategie e le problematiche evidenziate dai distributori di prodotti biologici (grossisti, GDO, negozi specializzati); nel capitolo vengono analizzati, inoltre, i dati ufficiali sulle importazioni bio dai Paesi terzi. Il capitolo 4 è, invece, dedicato all analisi dei dati Ismea/ACNielsen sui consumi domestici di prodotti bio confezionati e focalizza l attenzione, oltre che sulle tendenze recenti, anche sul grado di elasticità dei principali prodotti bio, quantificando il valore del sovrapprezzo che il consumatore paga nello scegliere i prodotti bio anziché quelli convenzionali. Il successivo capitolo 5 analizza, come nei precedenti Rapporti, le tendenze dei prezzi al consumo di prodotti bio, evidenziandone le differenze su base geografica, per prodotto e rispetto ai prodotti convenzionali. Il Rapporto si compone, inoltre, di una seconda sezione dedicata all analisi del mercato e delle principali problematiche di approvvigionamento e commercializzazio- 7

8 8 ne nelle più importanti filiere bio sia vegetali sia zootecniche; a tal fine sono stati utilizzati i dati provenienti da diverse indagini Ismea svolte in collaborazione con la società di ricerche di mercato Pragma su elenchi di aziende bio forniti da Federbio. In particolare, il capitolo 6 illustra le caratteristiche strutturali del panel di aziende agricole, zootecniche e di trasformazione intervistate; quello successivo si occupa dell analisi delle principali filiere biologiche vegetali (cereali, olivo, ortofrutta, vite); infine, il capitolo 8, analizza le problematiche ed il mercato delle filiere zootecniche (carne e latte), aspetto questo molto interessante in quanto poco si conosce attualmente in Italia di questi comparti bio. Completa, infine, il Rapporto, che in tutte le sue parti presenta un ampia sezione grafico-tabellare, un paragrafo conclusivo che sintetizza le principali dinamiche sull andamento complessivo del mercato del bio nel Il volume è corredato da un CD-ROM in cui si potranno trovare su file in pdf i contenuti dello stesso.

9 Sezione I: Le tendenze del mercato

10 1. Lo scenario internazionale L agricoltura biologica nel mondo: uno sguardo d insieme L agricoltura biologica a livello mondiale sta continuando la sua ascesa ed è attualmente praticata in oltre 120 nazioni; si può però ragionevolmente presumere che tale metodo sia attuato anche in altri Paesi, anche se in assenza di certificazione. Secondo le più recenti indagini, sono attualmente coltivati a biologico circa 31 milioni di ettari da oltre 634 mila aziende agricole. Se si considerano però i prodotti biologici spontanei, le cui superfici ammonterebbero, secondo stime, a circa 62 milioni di ettari si raggiungerebbe un ammontare estremamente cospicuo di estensioni bio. Occorre precisare, comunque, che negli ultimi anni è aumentata la disponibilità di dati sul settore che ha consentito di migliorare le informazioni sul comparto. Analizzando l ammontare delle superfici nei singoli continenti, si osserva che l Oceania detiene la quota più elevata, pari al 39% del totale mondiale, seguita ad una certa distanza dall Europa (23%) e dall America Latina (19%), mentre percentuali minori si riscontrano per l Asia (9%), il Nord America (7%) e l Africa (3%). Figura Distribuzione percentuale delle superfici biologiche per continente nel 2005 Africa 3% Nord America 7% Asia 9% Oceania 39% America Latina 19% 10 Fonte: Fibl-IFOAM Europa 23% Le nazioni con maggiori superfici destinate al biologico sono nell ordine l Australia (con poco meno di 12 milioni di ettari), l Argentina (3,1 milioni), la Cina (2,3 milioni), gli Stati Uniti (1,6 milioni) e l Italia (1,07 milioni). Mentre l Australia conferma il suo ruolo di leader

11 in relazione alle superfici bio, sono in crescita le estensioni in Argentina (300 mila ettari in più rispetto al 2004) e soprattutto negli Usa (oltre 400 mila), che in questo modo si collocano al quarto posto in graduatoria a discapito dell Italia. Da rilevare che i primi dieci paesi per superfici biologiche coprono più di 3/4 del totale delle superfici biologiche mondiali. La graduatoria muta se si considera la percentuale di estensioni biologiche rispetto alle aree agricole complessive di ciascun paese. In prima fila si pone il Liechtenstein (circa il 27%), seguito dall Austria (14%), dalla Svizzera (11,5%) e dall Italia (8,4%). Si può notare che i paesi con le più alte incidenze di superfici biologiche sul complesso dei terreni agricoli si collocano in prevalenza in Europa, mentre livelli più bassi si registrano in altri continenti. Per quanto riguarda il numero di aziende biologiche nei vari continenti primeggiano l Europa con un incidenza sul totale mondiale del 30% e che ora figura al vertice di tale graduatoria, e l America Latina (28%); seguono poi appaiate l Asia e l Africa (20%), mentre i contributi del Nord America (2%) e dell Oceania (0,5%) appaiono poco rilevanti. Figura Distribuzione percentuale delle aziende biologiche per continente nel 2005 America Latina 28% Oceania 0,5% Nord America 2% Africa 20% Asia 20% Fonte: Fibl-IFOAM Europa 30% Nella graduatoria delle nazioni con il maggior numero di imprese bio si colloca al primo posto il Messico con oltre 80 mila aziende agricole, seguito dall Italia (quasi 50 mila), dall Uganda (40 mila) e dallo Sri Lanka (35 mila). Riguardo alla suddivisione delle superfici mondiali per orientamento produttivo, si osserva che i prati e i pascoli permanenti rappresentano il 64% delle superfici biologiche, seguiti dai seminativi con il 14% e dalle colture permanenti con il 5%; altre colture rappresentano un 6%, mentre non si hanno informazioni dettagliate del restante 11%. In riferimento al valore del mercato complessivo del biologico nel mondo, si osserva che le vendite di alimenti e bevande bio sono cresciute nel 2005 dell 8,5%, raggiungendo i 25,5 miliardi di euro. Le stime per il 2006, inoltre, indicano un ulteriore incremento che porterebbe il valore del mercato biologico a circa 31 miliardi di euro. 11

12 Figura Orientamento produttivo delle superfici biologiche nel mondo nel 2005 (in %) Altre colture 6% Nessuna informazione 11% Seminativi 14% Colture permanenti 5% Prati e pascoli permanenti 64% Fonte: Fibl-IFOAM Il Nord America e l Europa sono i principali mercati ed insieme rappresentano il 97% degli introiti mondiali. In particolare, il vecchio continente continua ad avere una quota importante (e crescente) del mercato mondiale complessivo (52% il suo peso), Figura Ripartizione percentuale del valore delle vendite mondiali di prodotti biologici per continente nel 2005 Nord America 45% Europa 52% Fonte: Organic Monitor Altri 3% mentre minore è l incidenza del Nord America (45%), che sta perdendo terreno negli ultimi anni a favore proprio dell Europa. Rimane ancora minoritario il ruolo delle altre aree, che non superano nel complesso il 3%. 12

13 In conclusione, i dati esposti evidenziano dal lato dell offerta una crescita complessiva e abbastanza diffusa della produzione, mentre da quello della domanda una forte concentrazione sui paesi dove più è alto il potere di acquisto. Questi Paesi, quindi, non riescono a far fronte alla crescente domanda di prodotti biologici con la produzione interna e ricorrono, per soddisfare le richieste, ad un crescente quantitativo di prodotto importato. Vi è quindi una asimmetria tra i luoghi di produzione e quelli di consumo, con la creazione di una grossa distinzione nell ambito delle varie nazioni produttrici tra paesi produttori e consumatori di prodotti biologici Il biologico in Europa Come noto, dall inizio degli anni 90 l agricoltura biologica si è rapidamente sviluppata in quasi tutte le nazioni europee, mostrando però dai primi anni del nuovo millennio un rallentamento fino al Nel 2005, si è registrata una nuova crescita dovuta, nell ambito dell Ue, agli alti tassi di crescita registratisi in alcuni nuovi Stati membri (come ad esempio Lituania e Polonia) ed in paesi come l Italia e la Spagna. Nel 2005, in Europa sono risultati coltivati a biologico quasi 7 milioni di ettari (+8% sul 2004), da circa aziende agricole; nella sola Ue, le superfici nello stesso anno hanno superato i 6,3 milioni di ettari (+8,5% sul 2004) coinvolgendo un totale di circa aziende agricole. Nell Ue l incidenza delle superfici destinate a biologico sulle aree agricole complessive è del 3,8% e la percentuale di aziende bio su quelle totali è dell 1,7%. In relazione alle superfici, incidenze sulle estensioni agricole ben superiori alla media comunitaria si riscontrano tuttavia in Austria (14,1%), Italia (8,4%), Estonia (7,2%), Finlandia (6,5%) e Svezia e Portogallo (6,3% in entrambi i casi). Anche riguardo il numero di aziende bio, spicca dal punto di vista dell incidenza sul totale aziende agricole ancora il ruolo dell Austria (11,5%) e della Finlandia (6,1%), ma emerge anche quello della Danimarca (6%). Analizzando la distribuzione delle superfici per orientamento colturale, in Europa, secondo un indagine Fibl, il 44% delle estensioni a biologico è destinato a prati e pascoli e il 40% a seminativi, mentre le colture permanenti detengono una quota del 7%. È, invece, limitata la quota delle colture per le quali non si hanno informazioni. Nell ambito dei seminativi il ruolo più importante è svolto dai cereali e dalle colture foraggere. Tra le colture permanenti, invece, primeggiano le olive, la frutta, le noci e l uva. Il valore del mercato europeo è stato stimato nel 2005 in miliardi di euro, con un notevole incremento rispetto al 2004 (+10%). Il mercato più importante è quello tedesco con 3,9 miliardi di euro di giro d affari, seguito da quello italiano (2,4 miliardi, comprensivo del valore dell export), da quello del Regno Unito (2,3 miliardi) e da quello francese (2,2 miliardi). Riguardo alla spesa pro-capite annua, gli ultimi dati disponibili confermano la Svizzera come paese a più alto consumo per abitante (105 euro), seguita a distanza da 13

14 Tabella Superfici e numero di aziende biologiche nella Ue nel 2005 Nazione Superficie bio (ha) % della superficie Numero di % delle aziende agricola totale aziende bio agricole totali Austria ,16% ,49% Belgio ,66% 693 1,37% Cipro ,12% 305 0,68% Rep. Ceca ,97% 829 2,01% Danimarca ,62% ,04% Estonia ,22% ,66% Finlandia ,52% ,12% Francia ,03% ,03% Germania ,74% ,38% Grecia ,15% ,24% Ungheria ,90% ,22% Irlanda ,84% 978 0,74% Italia ,40% ,59% Lettonia ,78% ,24% Lituania ,49% ,72% Lussemburgo ,51% 72 2,95% Malta 14 0,13% 6 0,06% Olanda ,49% ,71% Polonia ,03% ,38% Portogallo ,34% ,49% Rep. Slovacca ,91% 196 0,30% Slovenia ,84% ,23% Spagna ,20% ,45% Svezia ,27% ,93% Regno Unito ,90% ,72% Unione Europea ,84% ,71% Fonte: Organic Europe e Fibl-IFOAM Tabella Spesa procapite per prodotti biologici in alcune nazioni europee* Nazioni Euro pro-capite/anno Svizzera 105 Danimarca 51 Svezia 47 Germania 42 Finlandia 38 Austria 35 Francia 32 Regno Unito 30 Olanda 26 Italia 25 Spagna 6 Norvegia 4 Grecia 2 Repubblica Ceca 0,9 Ungheria 0,3 Polonia 0,04 14 *I dati presenti in tabella sono i più recenti alla data del febbraio 2007 Fonte: Fibl-IFOAM

15 Danimarca (51 euro), Svezia (47 euro) e Germania (42 euro). L Italia, invece, presenta una spesa ancora abbastanza limitata (25 euro). Riguardo all incidenza del mercato dei prodotti biologici sul totale dell agroalimentare, si osserva che la Danimarca e la Svizzera (4,5% circa in entrambi i casi) si contendono i primi due posti in Europa, seguite dalla Svezia (3,0%), dalla Germania (3%) e dalla Francia (2%), mentre gli altri principali paesi si collocano al di sotto del 2%. Sul fronte distributivo 1, in Paesi quali Germania, Francia e Olanda prevalgono forme di veicolazione dei prodotti diverse dai super e ipermercati convenzionali (ossia negozi specializzati, tradizionali, vendita diretta, altre forme di distribuzione) con quote di mercato che vanno da oltre il 50% al 65% In altri paesi, al contrario, discreta è la prevalenza della Grande Distribuzione a discapito di altri canali. Questo fenomeno è particolarmente accentuato in Norvegia, Danimarca, Svizzera, Regno Unito e Svezia dove le quote di mercato della Gdo oscillano tra il 73 e l 80%, mentre più contenuto ma comunque importante risulta il peso in Austria (64%). Tabella Quote di mercato dei canali distributivi in alcuni paesi europei** Paesi GDO Altri canali* Norvegia 80% 20% Danimarca 80% 20% Svizzera 76% 24% Regno Unito 75% 25% Svezia 73% 27% Austria 64% 36% Olanda 49% 51% Francia 45% 55% Germania 41% 59% * negli altri canali sono compresi i negozi specializzati bio, i negozi tradizionali, la vendita diretta e le rimanenti forme di distribuzione. **I dati presenti in tabella sono i più recenti alla data del febbraio Fonte: convegno Biologico in Europa (fiera SANA 2006), relatore Gerald A. Herrmann di Organic Services Di seguito, viene analizzato il mercato del biologico nei principali paesi europei, utilizzando principalmente i dati di fonte Fibl-IFOAM 2. Altre fonti utilizzate sono state per la Germania quelle provenienti dall Istituto ZMP e per la Francia dall Agence bio La Germania Nel 2005 le superfici destinate al biologico in Germania sono ammontate a oltre 807 mila ettari, con un incremento intorno al 5% sull anno precedente, ed hanno rappresentato il 4,7% delle aree agricole nel complesso; le aziende bio di questo paese sono risultate, invece, pari a oltre (il 4,3% di quelle complessive), con un progresso del 2,5% rispetto al

16 Sul fronte commerciale, le vendite di alimenti biologici nel 2005 sono state pari a 3,9 miliardi di euro, con un incremento dell 11% circa sull anno precedente (dopo il +13% del 2004) ed un incidenza del 3% sul totale agroalimentare. La Germania è, quindi, il più grande mercato europeo per questi prodotti. Le ragioni del successo sono dovute anche ad una buona organizzazione della fase agricola: gran parte delle aziende agricole bio si sono unite in associazioni e a quelle più importanti come Bioland e Demeter si sono aggiunte altre sigle quali Naturland, Biokreis, Ecoland e Biopark. Negli ultimi anni, tutti i canali distributivi hanno registrato un sviluppo significativo nella vendita di prodotti bio ed in particolare i drug stores 3, sebbene il loro contributo alle vendite totali sia ancora limitato. I supermercati convenzionali sono divenuti il canale principale di distribuzione di prodotti bio, con una quota del 36% del mercato, anche se i negozi di alimenti salutistici continuano ad avere un ruolo importante (con una quota del 34%). Un ulteriore 16% è commercializzato attraverso la vendita diretta. Si sta diffondendo, inoltre, tra i supermercati e i discount l utilizzo di private labels specializzate in prodotti biologici, favorendo l abbassamento dei prezzi di vendita di questi alimenti. La Germania è anche una delle nazioni con il più elevato numero di supermercati dedicati interamente al biologico, che sono in forte crescita. I prodotti attualmente più richiesti dal consumatore tedesco sono, oltre ai lattierocaseari e agli ortofrutticoli, anche gli emergenti prodotti cosmetici e per la cura del corpo e quelli da acquacoltura bio. Riguardo alle prospettive future, si stima una forte domanda di alimenti bio nel settore del catering, il che contribuirebbe ancor di più allo sviluppo del settore. In conclusione, il mercato tedesco dei prodotti biologici si sta mostrando in ottima salute. Per alcuni prodotti di punta la domanda supera l offerta ed occorre, quindi, fare ricorso alle importazioni che, di conseguenza, crescono molto di più della produzione interna. L incremento del mercato è dovuto anche ad un abbassamento dei prezzi, grazie alla crescente incidenza nel mercato del biologico dei discount, presso i quali sono in crescita prodotti come le carote e le patate bio, che sono in calo nei negozi specializzati, a testimonianza della sensibilità del consumatore bio rispetto al fattore prezzo Il Regno Unito Nel Regno Unito, le superfici destinate al biologico nel 2005 sono risultate pari a 619 mila ettari, in calo del 10% rispetto al 2004, mentre le aziende agricole bio hanno sfiorato le unità registrando un incremento del 6,9% nel confronto con i 12 mesi precedenti. L insieme delle superfici rappresenta quasi il 4% di quelle agricole totali (esclusi i pascoli), mentre più limitata è l incidenza sul totale in termini di aziende (1,7%), che porta la dimensione media delle unità produttive biologiche ad essere tra le più alte nella Ue. 16

17 Le aree a biologico sono quasi sempre cresciute rispetto al 2004 per le diverse colture, mentre i terreni in conversione sono diminuiti in quasi tutti gli orientamenti colturali. Così, nel complesso, le aree bio ed in conversione sono diminuite. Riguardo all orientamento produttivo, il 74% dei terreni biologici e in conversione sono rappresentati da prati e pascoli permanenti, ai quali si aggiunge un ulteriore 11% di pascoli temporanei; i cereali occupano invece il 6%, gli ortaggi il 2%, la frutta fresca e in guscio appena lo 0,2%. Riguardo all incidenza sui rispettivi comparti complessivi di appartenenza, quella più elevata si registra per i pascoli temporanei (6,3%) e quelli permanenti (5,1%) e per la frutta fresca e in guscio (5%). Più basso invece il peso per gli ortaggi (pari al 2%) e per i cereali biologici (1,4%). In riferimento alla zootecnia bio, nel 2005 si stima che il numero di animali allevati secondo il metodo biologico sia ammontato a circa 3,6 milioni di capi, di cui oltre 200 mila bovini, 688 mila ovini, circa suini e 2,6 milioni di pollame. Il valore del mercato biologico nel 2005 è stimato in 2,3 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 30% rispetto all anno precedente e un incidenza sul totale agroalimentare dell 1,3%. Gli acquisti nei supermercati continuano a crescere ma ad un tasso più basso (+1,5%) degli anni precedenti, e rappresentano una quota importante (il 75%) di quelli totali di questi alimenti. Gli altri canali, quali la vendita diretta, i mercatini e gli acquisti per corrispondenza ( box schemes ), che rappresentano il 12% del mercato biologico, hanno invece aumentato le vendite di un terzo rispetto al 2004, mentre nella Distribuzione Organizzata (13% del mercato bio) l incremento è stato ancora più elevato (oltre il 40% in più). Quindi anche il mercato inglese del biologico manifesta buone performance. Nonostante il calo delle superfici, il mercato cresce ancora a tassi elevati e quasi tutti i canali stanno contribuendo allo sviluppo del comparto. Sono in crescita anche i servizi collegati al prodotto e offerti al consumatore: quasi tutti i cosiddetti multiple retailers stanno cominciando a effettuare i loro servizi di consegna dei prodotti a domicilio. A trainare il mercato vi è, infine, la forte domanda per i prodotti ad alto contenuto di servizio quali gli snack, le cui vendite sono in aumento del 75%, i piatti pronti (+46%) e per i prodotti cosmetici e la cura del corpo (+49%) La Francia In Francia, i dati strutturali più recenti mostrano una nuova crescita delle superfici e del numero di aziende biologiche. Nel 2005, infatti, le estensioni a biologico sono risultate pari a quasi 561 mila ettari (+5% sul 2004), suddivisi su imprese (+3%). L incidenza sulle superfici e sulle aziende complessive si aggira intorno al 2%. Le superfici bio sono costituite per l 8% ( ettari) da aree in conversione e per il restante 92% ( ettari) da superfici certificate biologiche. 17

18 18 Nell ambito delle produzioni vegetali, l orientamento produttivo prevalente è quello dei foraggi ( ettari), che ha registrato una variazione del +4% rispetto al 2004, seguito dai cereali ( ettari; +7%), semi oleosi ( ettari; +2%), vite ( ettari; +10%), colture proteiche ( ettari; -9%), frutta (8.958 ettari; +4%) e ortaggi (8.827 ettari; +14%). Anche a livello di aziende di trasformazione (specializzate in gran parte nella preparazione e lavorazione di colture vegetali), nel 2005 si è registrato un aumento del 2,5% per un ammontare che ha sfiorato le unità. Riguardo alle aziende esportatrici, delle oltre imprese che vendono all estero, una quota minoritaria, ovvero l 8%, esporta prodotti biologici essenzialmente verso paesi dell Ue. Il vino e i liquori ottenuti da materia prima biologica sono le principali referenze commercializzate oltrefrontiera, seguite dai prodotti a base di carne e da frutta e ortaggi freschi. Nell ambito della zootecnia bio, sempre nel 2005 il numero di capi è cresciuto per tutte le categorie di animali allevati, con percentuali comprese tra il 6% e il 12%, con l eccezione del pollame che è rimasto sostanzialmente stabile. Il mercato al consumo del biologico è cresciuto di circa il 15% nel 2005, raggiungendo i 2,2 miliardi di euro 4, pari al 2% dell agroalimentare nel complesso. Secondo un indagine condotta dall Istituto Agence Bio, i prodotti bio in Francia sono distribuiti essenzialmente tramite tre canali: negozi specializzati e tradizionali, grandi e medie superfici della Gdo e vendita diretta. Il primo canale ha sviluppato nel 2005 un giro d affari di circa 600 milioni di euro, con un peso del 42% sul totale delle vendite bio. Un incidenza percentuale leggermente inferiore (quasi del 40%) presenta, invece, la Gdo, per un valore di 619 milioni di euro, mentre la rimanente quota, il 18%, spetta alla vendita diretta il cui fatturato sfiora i 300 milioni di euro. È ancora modesto al momento il ruolo dei canali extradomestici, anche se le prospettive sono molto interessanti soprattutto nelle scuole. I prodotti bio più venduti sono i lattiero-caseari e le uova che rappresentano il 21% delle vendite complessive, per un valore di 326 milioni di euro. Seguono l ortofrutta, con 264 milioni di euro ed un peso del 16%, ed i prodotti della panetteria, con 190 milioni (12%). Stesso peso si registra anche per i vini ottenuti da uve biologiche e per le altre bevande alcoliche. Anche le carni hanno un ruolo non secondario, con un peso dell 11% (179 milioni), al pari dei biscotti e delle confetture (166 milioni). Il 9% delle vendite complessive è attribuibile agli oli e ai condimenti, per un valore di 134 milioni di euro. I negozi specializzati vendono più frequentemente e relativamente di più prodotti di salumeria e preparazioni pronte, mentre la Gdo vende maggiormente latte, uova, caffè e carne. Le aziende agricole che si rivolgono direttamente ai consumatori, vendono in misura relativamente maggiore ortofrutta e vino. Sebbene molte catene distributive abbiano ampliato le loro referenze di prodotti biologici, la gamma di offerta rimane ancora limitata rispetto a quelle presenti nei paesi confinanti.

19 In termini prospettici, secondo i risultati di un indagine condotta da Agence Bio i responsabili dei punti vendita della Gdo e dei negozi specializzati hanno dichiarato di avere intenzione in futuro di diversificare l offerta, ampliare le dimensioni del punto vendita e in generale di stimolare lo sviluppo del settore. La Francia, come il Regno Unito, è un importatore netto di prodotti bio poiché al positivo sviluppo della domanda si contrappone una certa rigidità nell offerta da parte dei produttori. Dal 2005 le importazioni extra-ue possono esporre il logo nazionale biologico AB, favorendo la maggiore riconoscibilità da parte del consumatore dei prodotti provenienti dall estero La Svizzera Nel 2005 le superfici coltivate a biologico sono state pari a 117 mila ettari (-3,2% sul 2004) distribuite su aziende agricole bio (+0,7%). Nonostante la lieve flessione del 2005, le superfici bio rappresentano, comunque, una quota rilevante sul totale delle estensioni agricole del paese (circa l 11%). Il mercato del biologico si stima nel 2005 in lieve calo rispetto all anno precedente, per un totale di 750 milioni di euro, pari al 4,5% dell agroalimentare nel complesso. Oltre l 80% dei prodotti biologici venduti è di origine svizzera. Gli acquisti medi annui pro-capite di biologico (105 euro) pongono questo paese al primo posto della graduatoria europea per spesa pro-capite. Circa l 80% delle vendite bio passa attraverso due principali catene della Gdo: CO-OP e MIGROS. La restante quota è distribuita, invece, dai negozi specializzati, attraverso la vendita diretta e i negozi di vicinato. Le due catene leader seguono differenti strategie nell assortimento biologico. Mentre CO-OP (397 milioni di euro di vendite di alimenti bio nel 2004) continua ad estendere il numero delle linee di prodotti biologici, MIGROS (193 milioni di euro) ha lievemente ridotto il suo impegno verso il biologico. Con l entrata nel mercato della catena di discount tedesca ALDI, CO-OP e MIGROS hanno accresciuto i loro sforzi verso una maggiore comunicazione riguardante i prodotti più economici L Austria Nel 2005, le superfici agricole destinate al biologico sono risultate pari a circa 361 mila ettari (+4,6% sul 2004), mentre oltre sono state le aziende agricole bio censite (+1,6%). Come già evidenziato, l Austria è una delle nazioni europee con la maggiore incidenza delle aziende agricole e delle superfici bio sul totale agricoltura, con un peso che nel 2005 si è attestato rispettivamente sull 11,5% e sul 14,2%. Il settore biologico è stato rafforzato dalla fondazione, nel gennaio 2005, di una organizzazione, Bio Austria, che riunisce tutti gli agricoltori biologici presenti nel paese. L obiettivo di questa organizzazione è non solo quello di divenire la principale rete di informazioni e comunicazione per il comparto, ma anche di promuovere lo svi- 19

20 luppo del settore, incentivando la creazione di nuove aziende e l ampliamento delle superfici, possibilmente del 10% ogni anno. Il valore del mercato biologico austriaco è stimato nel 2005 in circa 500 milioni di euro. Relativamente alla struttura distributiva, i supermercati convenzionali giocano un ruolo importante in quanto coprono una quota del 64% delle vendite complessive di prodotti bio, mentre anche in questo paese si sta diffondendo la vendita del biologico nei discount, nei quali vi è un alta presenza anche di prodotti locali. Da rilevare, inoltre, che l Austria è anche la patria dei Bio-Hotels, una giovane associazione di hotel indipendenti che offrono vacanze basate sui prodotti della natura, con cibi biologici e tipici L Olanda L Olanda non figura tra le primissime nazioni europee per superfici e valore del mercato ma, come altri paesi del Nord Europa, è una di quelle nazioni in cui il biologico si è sviluppato da molto tempo. Le superfici agricole coltivate a biologico nel 2005 sono state pari a quasi 49 mila ettari, con una crescita dell 1,5% sull anno precedente, mentre le aziende agricole bio sono risultate pari a 1.377, con un calo di oltre il 6% sul L incidenza di superfici e numero di aziende sul totale agricoltura, inoltre, non è molto elevato e si aggira intorno al 2%. Il mercato al consumo si è sviluppato con tassi di crescita di circa il 5% e si stima per il 2005 pari a 467 milioni di euro, con un incremento dell 11% rispetto all anno precedente e un incidenza dell 1,8% sull agroalimentare nel complesso. In relazione ai canali distributivi in cui il bio è maggiormente diffuso, i supermercati convenzionali non superano la quota del 43%, mentre anche in questo paese si sta diffondendo la vendita del biologico nei discount, poiché la differenza di prezzo con il convenzionale ha costituito e costituisce un problema per il consumatore locale. Un canale di distribuzione in qualche modo atipico è, inoltre, quello che vede la presenza di negozi biologici all interno di ipermercati convenzionali. I buoni risultati finora raggiunti possono essere attribuiti agli sforzi del governo nel migliorare il mercato del biologico. L esecutivo olandese, infatti, sta cercando di verificare se ribassi nei prezzi al consumo ottenuti attraverso finanziamenti statali possano stimolare la domanda. Se l iniziativa avrà successo, l intenzione è quella di aumentare le vendite di biologico del 30% ogni anno con una spesa di 61 milioni di euro fino al Il governo spera che, stimolando la domanda, possano crescere le superfici biologiche fino ad incidere per il 10% sulle aree agricole complessive. Anche dal lato degli operatori privati si riscontra un impegno allo sviluppo del biologico. Infatti, sul fronte interno EOSTA, un grande operatore commerciale che tratta ortofrutta biologica, ha intenzione di aumentare la trasparenza delle etichette attraverso un sistema di valutazione a punteggio dei prodotti secondo diversi criteri di tipo ecologico, sociale e nutrizionale. Sul mercato estero, inoltre, gli esportatori olandesi hanno l intenzione offrire una più ricca gamma di prodotti. 20

21 La Danimarca Nel 2005 le superfici coltivate a biologico (pari a 145 mila ettari) ed il numero di aziende bio (poco meno di unità) sono diminuite rispettivamente del 6 e del 9% circa. La battuta d arresto nello sviluppo dell agricoltura biologica segue però un periodo di sostenuta crescita durato più di dieci anni che ha reso molto importante questo settore per il mondo agricolo danese. Il mercato dei prodotti biologici ha inoltre continuato a crescere nel 2005 (+21,5%), raggiungendo il valore di 333 milioni di euro, con un peso che oscilla tra il 3,5% e il 5,0% dell agroalimentare complessivo La Spagna La Spagna è uno dei paesi leader dal punto di vista delle superfici e del numero di aziende biologiche; minore la sua importanza, invece, in termini di valore del mercato. Nel 2005, le superfici bio hanno oltrepassato gli 807 mila ettari, con un incremento del 10% rispetto all anno precedente, mentre gli operatori complessivi hanno raggiunto le unità, composte da produttori, trasformatori e 52 importatori. Gli operatori agricoli nel 2005 hanno registrato una lieve flessione, pari al 2%, che ha portato le aziende bio a incidere per un 1,5% sul totale agricoltura, mentre circa il doppio (3,2%) è il loro peso in termini di superfici. Riguardo agli orientamenti produttivi, escludendo pascoli e boschi, cereali e leguminose occupano il 26% degli ettari destinati a biologico, l olivo il 25%, i terreni a riposo il 22%, la frutta secca il 12%, la vite il 5%, le piante aromatiche e medicinali il 4%. Un peso più limitato è rappresentato da frutta e agrumi (2%), ortaggi e tuberi (1%) e altre colture (3%). Il mercato spagnolo (250 milioni di euro nel 2004) si sta sviluppando lentamente e solo pochi negozi offrono un ampia gamma di prodotti al consumatore. La maggior parte dei trasformatori di questi alimenti si concentra in due regioni (Catalogna e Andalusia), ma manca una rete sviluppata di trasformatori e grossisti e di conseguenza i negozi trovano difficoltà nel rifornimento. Gran parte dell ortofrutta spagnola biologica è destinata all export e conseguentemente l offerta destinata al mercato interno è carente. Al contrario, le importazioni rappresentano una discreta quota dei prodotti biologici venduti. Tuttavia, esiste un crescente impegno da parte di alcune società di sviluppare il mercato domestico, ma i prezzi alti rimangono una barriera all incremento degli acquisti; per contrastare questo fenomeno, dettaglianti specializzati e grossisti hanno recentemente attivato una più efficiente rete commerciale. Il governo spagnolo, inoltre, ritiene che per lo sviluppo di questo settore occorrano continui e vigorosi sostegni statali verso la produzione, la trasformazione, la promozione della domanda interna e il rafforzamento della rete commerciale biologica e delle organizzazioni dei produttori. La produzione e la trasformazione di alimenti biologici sono considerate anche di grande importanza per il loro contributo allo sviluppo rurale del paese. Da un indagine sul consumatore svolta dal Ministero dell Agricoltura locale è emerso che il 72,5% degli intervistati ha sentito parlare dei prodotti biologici e di questi solo il 15,6% li associa ad un marchio specifico e il 38% li consuma. Tra le ragioni dell acquisto di questi alimenti primeggiano come di consueto le motivazioni legate 21

22 alla salute e al miglior sapore, mentre chi non li compra non li conosce bene, non li trova con facilità e ritiene che abbiano un prezzo troppo alto. Anche gli operatori della distribuzione, intervistati nella stessa indagine, hanno indicato come principale problema nella commercializzazione il prezzo eccessivamente elevato, benché la maggior parte di essi si dichiari fiducioso sullo sviluppo nei prossimi anni di questo settore Il Nord America 22 Nel Nord America sono coltivati con il metodo biologico quasi 2,2 milioni di ettari che rappresentano approssimativamente lo 0,6% dell area agricola totale, mentre le aziende agricole bio ammontano a circa Rispetto alle altre aree del mondo, il Nord America presenta la crescita più elevata delle superfici, che nel 2005 sono aumentate del 30%. Per quanto riguarda i tipi di coltivazione, i seminativi rappresentano il 50% delle superfici biologiche, il pascolo permanente il 32% e le colture permanenti il 2%, mentre del restante 16% non si conosce la destinazione. Circoscrivendo l analisi ai seminativi, che occupano quasi 685 mila ettari, i cereali rappresentano il 32% di questi, il 19% i foraggi, il 9% le colture proteiche, il 5% gli ortaggi, il 2% i semi oleosi e l 1% le colture industriali, mentre del rimanente 32% non si hanno dettagli. In termini di valore, il mercato nord-americano di prodotti bio ha fatto registrare nel 2005 una crescita delle vendite del 5,5% per un valore di 11,5 miliardi di euro: poco meno di quanto riscontrato nel frattempo per il mercato europeo (13-14 miliardi di euro). La domanda di cibi biologici è elevata e molte industrie del settore trovano difficoltà nei rifornimenti; l insufficiente offerta interna viene quindi superata con un frequente ricorso alle importazioni da tutto il mondo. In particolare sementi e cereali provengono da Europa e Asia, spezie ed erbe da America Latina e Asia, carne di manzo dall Australia e dall America Latina. Una caratteristica del mercato nord-americano è la forte concentrazione su poche grosse imprese che stanno acquistando piccole aziende biologiche, che in alcuni casi sono anche quotate in borsa. Tale fenomeno tra l altro sta avvenendo anche a livello distributivo, in quanto ad esempio Whole Foods Market, la più grande catena di alimentazione biologica al mondo, ha incorporato il suo principale concorrente, Wild Oats. L acquisizione di Wild Oats da parte del gigante americano dell alimentazione naturale è avvenuta per la cifra di 565 milioni di dollari. Wild Oats è una catena presente in Canada e negli Usa con oltre 110 punti vendita e si trova sul mercato sin dal La motivazione alla base dell acquisizione è il rallentamento nella crescita delle vendite registrato nell ultimo trimestre. Secondo Whole Foods, proprietario di ben 190 supermercati, l acquisto dei 110 punti vendita di Wild Oats, permetterà alla catena di accedere a nuovi mercati e recuperare così, un lieve calo delle vendite che si era verificato negli ultimi tempi, determinata dall aumento dell offerta di prodotti bio all interno dei circuiti convenzionali. Una situazione che ha generato una forte concorrenza a livello commerciale e che ha costretto in molti casi Whole Foods ad intervenire per tagliare i prezzi.

23 Gli Stati Uniti Nel 2005, le superfici biologiche negli Usa sono cresciute enormemente (+400 mila ettari sull anno precedente), che ha portato questo paese a possedere un estensione a biologico di quasi 1,6 milioni di ettari. Gli ultimi dati disponibili indicano inoltre un numero di aziende agricole bio pari a oltre unità nel Riguardo ai dati economici, si stima 5 che il mercato Usa degli alimenti biologici nel 2005, sia stato pari a 11,9 miliardi di euro (+15,5% rispetto all anno precedente). Anche se i prodotti freschi e i latticini biologici costituiscono gran parte del giro d affari, tutti i settori hanno mostrato elevati tassi di crescita. Limitando l analisi al valore delle vendite industriali di prodotti biologici, un indagine OTA mostra che tale valore sia cresciuto fortemente, passando dai 3,6 miliardi di dollari del 1997 ai 13,8 miliardi del 2005, con tassi di crescita annui che variano tra il 14,6% e il 21%. Anche l incidenza delle vendite industriali bio sul totale agroalimentare è cresciuta costantemente, dallo 0,8% del 1997 al 2,5% del 2005 (+16,2% nel 2005). Riguardo alla suddivisione percentuale delle vendite industriali tra i vari comparti, si nota una crescita della quota dei lattiero-caseari (dal 13% del 2003 al 15% del 2005), di quella del pane (dal 9% al 10%) e di quella di carni, pesci e pollame (dall 1% al 2%). Si ridimensiona, invece, nei due anni il peso dell ortofrutta (dal 42% al 39%) e delle bevande (dal 15% al 14%), mentre restano immutate le quote di cibi preparati (13%), snack (5%), salse e condimenti (2%). Per quanto riguarda i prodotti biologici non alimentari, il loro loro valore nel 2005 risulta, sempre secondo i dati dell OTA, pari a 744 milioni di dollari, con un incremento del 32,5% sull anno precedente. La suddivisione per tipologia di prodotto evidenzia una crescita della quota delle fibre (dal 19% del 2003 al 21% del 2005) e di quella dei prodotti classificati come altri (prodotti per la casa, fiori, cibo per animali) che passano dal 7% al 9%. Si riduce invece il peso dei prodotti per la cura della persona (dal 40% al 38%) e quello degli integratori nutrizionali (dal 34% al 32%). Tabella Valore delle vendite industriali di cibi biologici negli Usa (in milioni di dollari) Anni Cibi Tasso Beni alimentari Penetrazione biologici di crescita in generale del bio n.d ,81% ,2% ,94% ,6% ,06% ,0% ,22% ,7% ,41% ,3% ,63% ,2% ,94% ,6% ,19% ,2% ,48% Fonte: stime basate sull indagine OTA

24 Figura Ripartizione percentuale delle vendite industriali di cibi biologici nel 2003 e nel 2005 negli Usa 5% 2% 2% 13% 13% 2%1% 5% 42% % 13% 9% 10% 15% 14% Lattiero-caseari Pane Bevande Ortofrutta Snack Cibi preparati Salse e condimenti Carni, pesci e pollami 39% 2005 Fonte: indagine OTA Figura Ripartizione percentuale delle vendite industriali di bio non food nel 2003 e nel 2005 negli Usa 9% 7% 21% 19% % 40% Cura della persona Integratori nutrizionali Fibre Altro (prodotti per la casa, fiori, cibo per animali) 34% 32% 2005 Fonte: indagine OTA L aumento dei canali distributivi ha fatto da volano alla crescita del mercato e il tradizionale sbocco al dettaglio degli alimenti organici, i negozi di cibi naturali (47% del mercato nel 2005), è stato sostituito in parte dal mass-market channel che include supermarket e rivendite tradizionali e che ora commercializza il 46% degli alimenti bio. Inoltre la gamma di prodotti biologici continua a crescere anche nei discount. Infine, il rimanente 7% del mercato è costituito dai mercatini e da altri canali minori. 24

25 Per quanto riguarda le importazioni, necessarie per far fronte alla crescente domanda, esse hanno interessato non solo prodotti tradizionali quali le banane e il caffè, ma anche semi di soia, carne bovina e molti prodotti ortofrutticoli. In conclusione, il mercato statunitense del biologico continua ad essere in buona salute, mostrando sia a livello strutturale e produttivo sia economico come vi siano in questo paese ancora forti margini di crescita Il Canada Alla fine del 2004, ultimo anno di cui si dispone dei dati, le aziende agricole bio certificate in questo paese erano 3.673, mentre le superfici biologiche ammontavano a quasi ettari. Riguardo al tipo di coltivazione, una buona parte dei terreni è destinata a cereali e leguminose, seguiti da ortaggi e piante erbacee, da frutta fresca e secca e da vigneti. A queste colture vanno aggiunti oltre ettari a pascolo, fieno e foraggio. Passando ai dati di mercato, il Canada sta mostrando una forte crescita che ha portato le vendite complessive di alimenti bio nel 2004 a 760 milioni di euro. Questa nazione importa l 80% dei prodotti biologici venduti nel paese ed esporta l 80% della produzione bio. In particolare il frumento è il prodotto esportato di maggior valore (12,7 milioni di euro), seguito dal lino e dai semi di soia. Così come negli Usa, lo sviluppo della distribuzione ha avuto un ruolo importante per la crescita del mercato, con un aumento dei supermercati convenzionali che offrono alimenti bio. Tale aumento è il risultato anche dell applicazione di una normativa tramite la quale l industria canadese fin dal 1999 ha avuto modo di rendere più agevoli le relazioni commerciali con i maggiori mercati, quali quelli degli Stati Uniti, dell Unione Europea e del Giappone L Africa In Africa la produzione biologica è raramente certificata e per molti paesi non sono disponibili statistiche ufficiali. Tuttavia l agricoltura biologica è in crescita nelle aree del Sud di questo continente. Quasi 900 mila ettari (lo 0,1% delle superfici agricole africane) sono coltivati e certificati biologici e a questi si possono aggiungere 6,8 milioni di ettari certificati come foreste e produzione spontanea, mentre le aziende agricole censite sono Riguardo alla destinazione delle superfici certificate, si osserva che il 33% circa di queste sono colture permanenti, il 6,8% seminativi, il 4% pascoli, il 5% altre colture e per il 51% delle superfici non si hanno informazioni sulla destinazione di uso. Una ragione di sviluppo importante è la crescente domanda di prodotti biologici da parte dei paesi sviluppati, che orienta all export la produzione africana. Un altra ragione è la necessità di mantenere e rafforzare la fertilità del suolo in terreni minacciati dall erosione e dal degrado. 25

26 Con poche eccezioni (Egitto e Sud Africa) il mercato interno africano non è sviluppato, sia per i bassi livelli di reddito sia per la limitata struttura degli enti di ispezione e certificazione. Gran parte della produzione certificata è, dunque, destinata all export, con l Europa come principale mercato di destinazione. Tuttavia, se si escludono i paesi del Nord Africa, la possibilità per gli altri di esportare verso il vecchio continente è limitata dagli alti costi di trasporto e dalla povertà delle infrastrutture. L unica opportunità è quella di concentrarsi su prodotti di volume ridotto e non deperibili come caffè, spezie, erbe o succhi di frutta disidratati. Mercati interni per i prodotti biologici si stanno sviluppando in Egitto e Sud Africa e nelle grandi città dove si riscontra una domanda di alimenti naturali, che tuttavia non sempre sono certificati. Riguardo alla normativa, al momento la Tunisia è la sola nazione africana con propri standard biologici (compatibili con quelli della Unione Europea) e un sistema di certificazione ed ispezione. Egitto e Sud Africa hanno però fatto significativi progressi in questa direzione, creando nuovi enti di certificazione e incominciando a sviluppare degli standard per i prodotti biologici L Asia In Asia, le estensioni a biologico sono relativamente limitate rispetto al vasto territorio del continente e le vendite sono ovviamente concentrate nei paesi più ricchi. L ammontare totale delle superfici biologiche nel 2005 è risultato pari a quasi 2,9 milioni di ettari (lo 0,2% dei terreni agricoli) coltivati da circa aziende agricole. A queste estensioni si possono aggiungere, altri 6,4 6 milioni di ettari circa certificati come foreste e produzioni spontanee. Tra le nazioni più significative per la produzione biologica e di cui si dispone di statistiche attendibili, emergono la Cina, l India e la Russia. Riguardo alla destinazione dei terreni biologici, quasi il 25% è rappresentato da pascoli, il 3% è coltivato a seminativi, il 2% a colture permanenti, mentre per un 35% le statistiche indicano la destinazione alla generica voce altre colture. Per quasi un 36%, infine, non si conosce l orientamento produttivo. In Asia operano più di 100 organismi di controllo, anche se gran parte degli esportatori continuano a essere certificati da organismi stranieri che operano nel continente. Passando ai dati economici, il mercato asiatico è stato valutato nel 2005 in circa 625 milioni di euro (+10-15% sull anno precedente), di cui più della metà sono relativi al solo Giappone, nel quale le importazioni giocano un ruolo importante. La crescita più alta del mercato domestico si è riscontrata negli ultimi anni in Cina, dove i supermercati stranieri ricorrono alle importazioni dall Europa e dove crescono i negozi specializzati bio per far fronte all aumento della domanda interna. Le motivazioni alla base di questo sviluppo sono da ricondurre alla promozione da parte dello Stato, alla crescita degli organismi di controllo locali, alla richiesta di questi alimenti da parte delle 26

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