Provincia di Lecco. Relazione sullo Stato dell Ambiente. Provincia di Lecco, pubblicazione sull inquinamento luminoso

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1 144, pubblicazione sull inquinamento luminoso

2 4.4 Aria ed Energia 145

3 4.4 Aria ed energia Tabella 4.4a 4.4 Aria ed Energia Nel macrotema saranno trattati gli aspetti relativi alla qualità dell aria ed all utilizzo delle fonti energetiche. I due tematismi verranno descritti congiuntamente al fine di dare rilevo alla correlazione sussistente tra le attività antropiche, connesse alla produzione ed al consumo di energia, e lo stato dell aria, influenzato dalle emissioni gassose generate dall utilizzo delle fonti fossili, quali, ad esempio, gli idrocarburi. L inquinamento atmosferico è dovuto, in gran parte, alle emissioni di particolato fine (conosciuto anche come PM 1 ), di ossidi di azoto (NOx), di biossido di zolfo (SO 2 ), di monossido di carbonio (CO) e di idrocarburi (che in presenza di particolari condizioni meteoclimatiche permettono la formazione dell ozono). Responsabili dei fenomeni di cambiamento climatico sono, inoltre, le emissioni dei cosiddetti gas serra, quali l anidride carbonica (CO 2 ), il metano, (CH 4 ), ed il protossido di azoto (N 2 O). Nella trattazione del macrotema saranno inoltre considerati gli aspetti relativi al rumore ed alle radiazioni, considerabili, a tutti gli effetti, ulteriori forme di inquinamento che si diffondono attraverso l aria. Mediante la valutazione di opportuni indicatori di pressione, stato e risposta, saranno quindi trattati i seguenti temi: Qualità dell Aria Energia Rumore Radiazioni Per ogni tematica sono stati elaborati gli indicatori classificati secondo il modello PSR e riportati in Tabella 4.4a. Temi e Indicatori 146 Qualità dell Aria Energia Pressione - Emissioni Annue per Inquinante e Fonte - Numero di Autorizzazioni alle Emissioni ai Sensi del D.P.R. 23/1988 Stato - Concentrazione Media Annuale degli Inquinanti Atmosferici - Indicatori Sintetici di Inquinamento Atmosferico Trend Storico - Episodi Acuti di Inquinamento Atmosferico - Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco - Confronti con i Valori Limite e Valori nel 22 Risposta - Veicoli a Ridotte Emissioni Inquinanti/Veicoli Circolanti - Numero di Automobili Elettriche - Limitazioni del Traffico - Numero di Automezzi a Gasolio Bianco - Numero di Bollini Blu Rilasciati - Numero di Controlli sulle Emissioni Industriali Pressione - Consumi di Energia Elettrica - Vendita di Combustibili - Vendita di Gas Naturale Stato - Produzione di Energia Elettrica e Grado di Autonomia Risposta - Recupero di Energia Elettrica dai Rifiuti - Potenze Installate Impianti Fotovoltaici - Verifiche degli Impianti Termici - Piani dell Illuminazione Pubblica

4 Rumore Radiazioni Risposta - Stato delle Zonizzazioni Acustiche dei Comuni Pressione - Lunghezza delle Linee elettriche della Rete Provinciale Lecchese - Lunghezza delle Linee Elettriche Normalizzata alle Superfici Provinciale, Regionale e Nazionale - Numero e Densità Impianti di Radiotelecomunicazione Risposta - Numero di Comuni Sottoposti a Monitoraggio per Inquinamento da Radon 4.4 Aria ed energia Competenze della In Tabella 4.4.1a si riporta un quadro sintetico delle competenze provinciali in riferimento al macrotema esaminato nel presente paragrafo. Competenze della e Principali Riferimenti Legislativi Tabella 4.4.1a Attività Ruolo/competenze Riferimenti Settore legislativi Impianti termici Controlli necessari ad accertare D.P.R. 551/1999 Ambiente l effettivo stato di manutenzione L. 46/199 Ecologia e di esercizio (copia della scheda identificativa dell impianto contenuta nel libretto deve essere inviata alla Provincia) D.P.R. 412/1993 Impianti fotovoltaici Bando per l assegnazione e l erogazione D.M.A. 16/21 Ambiente di potenza da di contributi a fondo perduto a privati Ecologia 1 a 2 kw ed enti pubblici in attuazione del Programma Tetti fotovoltaici Linee elettriche Autorizzazioni e per la realizzazione L.R. 1/2 Ambiente di linee ed impianti elettrici fino L.R. 52/1983 Ecologia a 15 KV Attività a ridotto Istruttoria e autorizzazione degli D.P.R. 25/7/1991 Ambiente inquinamento impianti Ecologia atmosferico Campagna regionale Rilascio bollino blu D.G.R. 29/7/23 Ambiente di controllo gas di n. VII/13857 Ecologia scarico degli autoveicoli Inquinamento Controllo sull uso razionale L.R.17/2 Ambiente luminoso dell illuminazione esterna; redazione D.G.R. 11/12/2 Ecologia e pubblicazione dell elenco dei Comuni n. VII/2611 nel cui territorio esista un osservatorio astronomico da tutelare Inquinamento Controllo e vigilanza in ambiti L. 447/1995 Ambiente acustico territoriali ricadenti in comuni L.R. 13/21 Ecologia ricompresi nella circoscrizione provinciale 147

5 4.4 Aria ed energia Qualità dell Aria La qualità dell aria è dipendente dal tipo e dalla quantità di emissioni atmosferiche, nonché dalla concentrazione rilevata in seguito ai processi di diffusione e di dispersione degli inquinanti. Le caratteristiche meteorologiche della zona di riferimento, determinando le condizioni per il ricambio e la naturale depurazione degli strati bassi dell atmosfera, costituiscono un ulteriore fattore di influenza per la qualità dell aria. Al fine di determinare un profilo esaustivo delle condizioni che concorrono a definire lo stato dell aria nella, dopo una breve descrizione delle caratteristiche meteoclimatiche del territorio, nonché delle peculiarità dei principali inquinanti, saranno dettagliati ed esaminati gli indicatori nel seguito elencati: Indicatori di Pressione Emissioni Annue per Inquinante e Fonte Numero di Autorizzazioni alle Emissioni ai sensi del DPR 23/1988 Indicatori di Stato Concentrazione Media Annuale degli Inquinanti Atmosferici Indicatori Sintetici di Inquinamento Atmosferico Trend Storico Episodi Acuti di Inquinamento Atmosferico Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco Confronti con i Valori Limite e Valori nel 22 Indicatori di Risposta: Veicoli a Ridotte Emissioni Inquinanti/Veicoli Circolanti Numero di Automobili Elettriche Limitazioni del Traffico Numero di Automezzi a Gasolio Bianco Numero di Bollini Blu Rilasciati Numero di Controlli sulle Emissioni Industriali La Caratterizzazione Meteoclimatica della I parametri che permettono di trarre un profilo della situazione meteorologica della sono misurati nelle centraline di Lecco e Colico. Le grandezze monitorate sono relative a: pressione media e precipitazioni totali giornaliere; temperatura media e massima giornaliere; velocità del vento medie e massime giornaliere. Nel corso del 22 i dati raccolti hanno evidenziato le seguenti peculiarità: Precipitazioni Le precipitazioni più abbondanti si sono registrate nei mesi di Maggio, Agosto e Novembre. Novembre è risultato il mese più piovoso sia in termini di numero di giorni di pioggia che di precipitazione cumulata. Nei mesi di Gennaio e di Dicembre c è stata una situazione di alta pressione, con piogge molto scarse. Temperature Le massime giornaliere più elevate sono state raggiunte nel mese di Giugno e Luglio, con un picco assoluto nel mese di Giugno pari a 35 C a Lecco. Il mese più freddo è stato il mese di gennaio sia nell area di Lecco che di Colico, dove durante questo mese sono state misurate la temperatura media giornaliera e la temperatura media oraria più basse dell anno, pari rispettivamente a 3.9 C e 8.1 C. Venti La velocità media del vento risulta essere più elevata nei mesi primaverili ed estivi. D altra parte nel mese di febbraio sono state misurate le massime velocità orarie di tutto l anno: a Colico si sono raggiunti 11 m/s il 21 febbraio, mentre a Lecco 8 m/s il 24 febbraio. Le condizioni climatiche riscontrate nel 22 nella hanno determinato diversi periodi critici, ovvero caratterizzati da fenomeni che non hanno permesso la dispersione degli inquinanti causando situazioni di accumulo delle sostanze in atmosfera:

6 i periodi invernale (in particolare Gennaio) ed autunnale (in particolare Ottobre e Dicembre), entrambi caratterizzati da alta pressione con conseguente presenza di inversioni termiche e di piogge scarse che hanno comportato una ridotta dispersione degli inquinanti; il periodo estivo (in particolare Giugno e Luglio) durante il quale la produzione ed accumulo di ozono sono stati favoriti dall alta pressione, dai venti deboli, dall alta temperatura e dalla forte radiazione solare. Gli Inquinanti Atmosferici Si riportano nel seguito le caratteristiche degli inquinanti atmosferici che saranno considerati nel capitolo, con indicazione delle principali sorgenti e degli effetti sulla salute (Fonte: Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, ): Il monossido e biossido di azoto (NO ed NO 2 ) costituiscono gli inquinanti più comunemente noti come Ossidi di azoto ed indicati come NOx. Il monossido è un gas incolore e inodore; il biossido ha colore rosso-bruno ed un odore pungente. Le più grandi quantità di ossidi di azoto vengono emesse da processi di combustione civili ed industriali e dai trasporti autoveicolari (il monossido rappresenta il 95 % del totale) anche se ne esiste una quantità di origine naturale (fulmini, incendi, eruzioni vulcaniche ed azione di alcuni batteri presenti nel suolo). In atmosfera l NO può ossidarsi trasformandosi in NO 2. In condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione gli ossidi di azoto danno inizio alla formazione del cosiddetto smog fotochimico, mentre in presenza di pioggia, reagiscono con l acqua originando acido nitrico, responsabile del fenomeno delle piogge acide. Il biossido di azoto è quattro volte più tossico del monossido; il livello più basso al quale è stato osservato un effetto sulla funzione polmonare nell uomo dovuto all esposizione al biossido di azoto, dopo una esposizione di 3 minuti, è pari a 56 µg/m 3. Gli ossidi di azoto, oltre agli effetti sulla salute umana, producono danni alle piante, riducendo la loro crescita, e ai beni materiali con la corrosione dei metalli e lo scolorimento dei tessuti. Il monossido di carbonio (CO) è un gas più leggero dell aria, è inodore, incolore e insapore, e la sua formazione è dovuta alla combustione incompleta di composti contenenti carbonio, in condizioni di carenza di ossigeno o quando la reazione avviene in tempi limitati. Il monossido di carbonio è un composto discretamente stabile, che può permanere in atmosfera anche per più di 6 mesi. La sua produzione è dovuta essenzialmente al traffico veicolare, in particolare agli autoveicoli alimentati a benzina in fase di decelerazione o in condizioni di traffico congestionato. La pericolosità dell inquinante per la salute umana è relativa alla sua grande capacità di sostituirsi nel sangue all ossigeno nel legame con l emoglobina determinando una minor efficienza nei processi respiratori. Il biossido di zolfo (SO 2 ) è un gas dall odore pungente, incolore, non infiammabile, prodotto dall uso di combustibili fossili contenenti zolfo (gasolio, olio combustibile, carbone, ecc.). Tale gas, a contatto con l acqua (sotto forma di umidità o pioggia) dà luogo all acido solforico (H 2 SO 4 ), una delle principali cause delle cosiddette piogge acide, responsabili non solo dei danni alla vegetazione e alla fauna ittica ma anche della corrosione di edifici e monumenti. Gli effetti sulla salute umana sono riconducibili a disturbi di vario genere a carico dell apparato respiratorio, anche se, a causa dell elevata solubilità in acqua, l SO 2 viene assorbito facilmente dalle mucose del naso e del tratto superiore dell apparato respiratorio; solo piccolissime quantità raggiungono quindi la parte più profonda del polmone. Il particolato atmosferico (PTS e PM 1 ) è l insieme di particelle, solide o liquide, dette comunemente polveri. Con la dicitura PM 1 si intendono le polveri con diametro inferiore ai 1 micron che possono penetrare nel sistema respiratorio in profondità. Gran parte del particolato atmosferico ha origine da processi naturali, quali ad esempio l erosione del suolo o le emissioni vulcaniche. Il traffico stradale, i processi industriali, e di combustione in generale, sono responsabili della maggior parte dell apporto antropico. La presenza in atmosfera di polveri non è solo causa di imbrattamento di edifici e monumenti ma anche di affezioni, soprattutto connesse all inalazione della frazione fine, dell apparato respiratorio nonché patologie del sistema nervoso e circolatorio Aria ed energia

7 4.4 Aria ed energia 15 L ozono (O 3 ) è un inquinante secondario presente in troposfera (ovvero nello strato dell atmosfera prossimo al suolo) prodotto da reazioni fotochimiche (ovvero favorite dalla radiazione solare) che coinvolgono gli inquinanti cosiddetti precursori, cioè gli ossidi di azoto (NOx) ed i composti organici volatili (idrocarburi). Il periodo più critico per l inquinamento da ozono è pertanto quello estivo, caratterizzato da un maggiore irraggiamento solare ed una più sostenuta evaporazione degli idrocarburi nelle fasi di riempimento e permanenza nei serbatoi dei veicoli. Gli effetti di una eccessiva esposizione sull uomo riguardano soprattutto gli occhi e le prime vie respiratorie. Inoltre l ozono, penetrando all interno delle foglie, determina alterazioni funzionali a livello cellulare che poi si esplicano macroscopicamente in clorosi e necrosi fogliare e ridotto accrescimento a livello di organismo. Ciò sembra essere uno dei principali fattori alla base del declino forestale osservato sia in Europa sia in America. I Composti Organici Volatili (COV) sono le sostanze organiche nello stato aeriforme; sono costituite da molecole contenenti principalmente atomi di carbonio e di idrogeno, ma anche di ossigeno, cloro, fluoro, fosforo e zolfo. Tra i composti organici volatili i più comuni sono l acetone, gli idrocarburi (come il benzene) e i clorofluorocarburi. In presenza di radiazione solare i COV, insieme agli ossidi di azoto, intervengono nella formazione dell ozono. Gran parte delle emissioni di COV sono da attribuire a fonti naturali (principalmente foreste), mentre il contributo antropico all emissione di tali inquinanti riguarda il trasporto su strada ed, in generale, i processi che hanno a che fare con la produzione o l utilizzo di solventi e vernici. Gli effetti sulla salute sono molto diversificati a causa dell ampia gamma dei componenti dei COV. Alcuni di questi composti, come il benzene e gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), presenti nelle aree urbane dove si concentra il traffico veicolare, sono considerati dall Organizzazione Mondiale della Sanità cancerogeni per l uomo. L ammoniaca (NH 3 ) è un gas incolore, dall odore irritante e pungente. È prodotta principalmente dalla degradazione della sostanza organica; la sorgente antropica più significativa è costituita dai liquami degli impianti zootecnici. Ha azione irritante per le mucose delle narici e della faringe e può avere effetto ustionante. La Normativa sulla Qualità Dell aria I primi standard di qualità dell aria sono stati definiti in Italia dal D.P.C.M. 28/3/1983 relativamente ad alcuni parametri, modificati quindi dal D.P.R. 23/1988 che, recependo alcune Direttive Europee, ha introdotto oltre a nuovi valori limite, i valori guida, intesi come obiettivi di qualità cui le politiche di settore devono tendere. Con il successivo D.M.A. 15/4/1994 (aggiornato con il D.M.A. 25/11/1994) sono stati introdotti i livelli di attenzione (situazione di inquinamento atmosferico che, se persistente, determina il rischio che si raggiunga lo stato di allarme) ed i livelli di allarme (situazione di inquinamento atmosferico suscettibile di determinare una condizione di rischio ambientale e sanitario), valido per gli inquinanti in aree urbane. Tale decreto ha inoltre introdotto i valori obiettivo per alcuni nuovi inquinanti atmosferici non regolamentati con i precedenti decreti: PM 1 (frazione delle particelle sospese inalabile), Benzene e IPA (idrocarburi policiclici aromatici). Il D.Lgs. 351/1999 ha recepito la Direttiva 96/62/CEE in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria, rimandando a decreti attuativi l introduzione dei nuovi standard di qualità. Infine il D.M. 6/22 ha recepito la Direttiva 1999/3/CE concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle, il piombo, e la Direttiva 2/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. Il decreto ha abrogato le disposizioni della normativa precedente relative a: biossido di zolfo, biossido d azoto, alle particelle sospese, al PM 1, al piombo, al monossido di carbonio ed al benzene, ma l entrata in vigore dei nuovi limiti avverrà gradualmente per completarsi nel gennaio 21. Al fine di determinare il numero minimo di punti di campionamento per la misurazione degli inquinanti, il D.M. 6/22 stabilisce, per la protezione della popolazione umana, criteri distinti per le fonti diffuse e per le fonti puntuali. Per queste ultime il punto di campionamento dovrebbe essere definito sulla base della densità delle emissioni, del possibile profilo di distribuzione dell inquinamento dell aria e della probabile esposizione della popolazione.

8 Nelle Tabelle 4.4.2a e 4.4.2b sono riportati i riferimenti di legge vigenti nel corso della campagna di monitoraggio della qualità dell aria della del 22; Nella Tabella 4.4.2c sono riportati i nuovi limiti di cui al D.M. 6/22. In particolare, nelle Tabelle 4.4.2a e 4.4.2b, per attenzione, allarme, standard, valori guida, obiettivi qualità si intendono, rispettivamente: Standard di qualità (D.P.R. 23/1988, D.P.C.M. 28/3/83). Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e limiti massimi di esposizione relativi ad inquinanti dell aria nell ambiente esterno. Valori guida di qualità dell aria (D.P.R. 23/1988). Limiti delle concentrazioni e limiti di esposizione relativi ad inquinamenti nell ambiente esterno destinati: alla prevenzione a lungo termine in materia di salute e protezione dell ambiente; a costituire parametri di riferimento per l istituzione di zone specifiche di protezione ambientale, per le quali è necessaria una particolare tutela della qualità dell aria. Livelli di attenzione (D.M.A. 15/4/1994). Concentrazioni di inquinanti atmosferici tali da produrre una situazione di inquinamento atmosferico che, se persistente, determina il rischio che si raggiunga lo stato di allarme. Livelli di allarme (D.M.A. 15/4/1994). Concentrazioni di inquinanti atmosferici tali da produrre una situazione di inquinamento atmosferico suscettibile di determinare un rischio ambientale e sanitario. di qualità (D.M. 25/11/1994). Valore medio annuale di riferimento da raggiungere e rispettare a partire da una determinata data. In relazione al periodo monitorato, anno 22, nella disamina della qualità dell aria della saranno considerati i riferimenti normativi vigenti al 31 Dicembre 22. Riferimenti Normativi, in Vigore al 31 Dicembre 22, per il Biossido di Zolfo, il Monossido di Carbonio, gli Idrocarburi non Metanici ed il Biossido di Azoto. Tabella 4.4.2a Aria ed energia SO 2 CO NMHC NO 2 [µg/m 3 ] [mg/m 3 ] [µg/m 3 ] [µg/m 3 ] Parametro Media 5 8 Media Media Media 5/98 giorno percent. percent. oraria trioraria oraria percent. Standard - 8/ / /2 Valori Guida /135 Attenzione / Allarme Obiettivi Qualità è il 5esimo percentile delle concentrazioni giornaliere invernali (dal 1 ottobre al 31 marzo) 2 media sulle otto ore 3 da adottarsi solo in aree nelle quali si è superato lo standard di qualità per l ozono Riferimenti Normativi, in Vigore al 31 Dicembre 22, per il Particolato Totale, l Ozono, il Benzene, il Particolato Fine, gli Idrocarburi Policiclici Aromatici. PTS O 3 Benzene PM1 IPA 4 [µg/m 3 ] [µg/m 3 ] [µg/m 3 ] [µg/m 3 ] [µg/m 3 ] Parametro Media 95 Media Media Media Media giorno percent. oraria oraria giorno annuale Standard Valori Guida Attenzione Allarme Obiettivi Qualità come Benzoapirene 5 media annuale delle medie giornaliere 6 il livello di attenzione e allarme è superato quando si verificano sette giorni consecutivi con concentrazione media giornaliera superiore ai valori in tabella Tabella 4.4.2b

9 4.4 Aria ed energia 152 Tabella 4.4.2c Tabella 4.4.2d Valori Limite di Qualità dell Aria del D.M. 6 / 22 (Recepimento Direttiva 99/3/CE e Direttiva /69/CE) Sostanza Valore limite di Qualità dell Aria Entrata in Vigore NO 2 2 µg/m 3 Concentrazione oraria da non superare 1/1/21 più di 18 volte all anno 4 µg/m 3 Concentrazione media annuale 1/1/21 4 µg/m 3 Livello di allarme (definito per 3 ore consecutive 19/7/21 in un area uguale o superiore a 1 km 2 o l intero agglomerato se inferiore a 1 km 2 ) NO 3 µg/m 3 Concentrazione annuale per la protezione della 1/1/25 vegetazione (NO+NO 2 ) (da rispettare a più di 2 km dagli agglomerati o a più di 5 km da altre aree edificate o impianti industriali o autostrade) SO µg/m 3 Concentrazione su 24 ore da non superare 1/1/25 più di 3 volte all anno 35 µg/m 3 Concentrazione oraria da non superare 1/1/25 più di 24 volte al anno 5 µg/m 3 Livello di allarme (definito per 3 ore consecutive 19/7/21 per in un area uguale o superiore a 1 km 2 o l intero agglomerato se inferiore a 1 km 2 ) 2 µg/m 3 Valore limite per la protezione degli ecosistemi 19/7/21 (concentrazione media annuale) PM 1 4 µg/m 3 Concentrazione media annuale 1/1/25 FASE I 5 µg/m 3 Concentrazione su 24 ore da non superare 1/1/25 più di 35 volte all anno PM 1 2 µg/m 3 Concentrazione media annuale 1/1/21 FASE II* 5 µg/m 3 Concentrazione su 24 ore da non superare 1/1/21 più di 7 volte all anno Pb,5 µg/m 3 Concentrazione media annuale 1/1/21 (1/1/21 presso le aree industriali) Benzene 5 µg/m 3 Concentrazione media annuale 1/1/21 CO 1 mg/m 3 Media massima giornaliera su 8 ore 1/1/25 * valori limite indicativi da rivedere con successivo decreto La Rete di Monitoraggio La è dotata di una rete di monitoraggio degli inquinanti atmosferici composta da sei stazioni fisse. In seguito all attuazione di quanto disposto dalla normativa vigente, che attribuisce le competenze dei monitoraggi all ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente), a partire dal 22 le centraline fisse sono gestite dall ARPA Lombardia - Dipartimento di Lecco. In Tabella 4.4.2d sono indicate la localizzazione e le caratteristiche di ogni stazione di monitoraggio, secondo la classificazione prevista dalla normativa riportata in calce. Ubicazione e caratteristiche delle stazioni di monitoraggio della qualità dell aria nella Nome Rete Tipo Zona (1) Tipo Stazione (2) Quota s.l.m Stazione (metri) Decisione DM Decisione 21/752/CE 2/5/ /752/CE Lecco PUBBLICA Urbana C Traffico 214 Merate PUBBLICA Urbana C Traffico 292 Nibionno PUBBLICA Suburbana C Traffico 31 Calolziocorte PUBBLICA Urbana C Traffico 215 Varenna PUBBLICA Rurale D Fondo 22 Colico PUBBLICA Suburbana D Industriale 218

10 (1) Tipo zona (Decisione 21/752/CE) - URBANA: centro urbano di consistenza rilevante per le emissioni atmosferiche, con più di abitanti; SUBURBANA: periferia di una città o area urbanizzata residenziale posta fuori dall area urbana principale; RURALE: all esterno di una città, ad una distanza di almeno 3 km; un piccolo centro urbano con meno di abitanti è da ritenersi tale; (2) Tipo stazione (D.M.2/5/91): A: stazione urbana localizzata in area non direttamente interessata da sorgenti di emissione urbane (parchi, isole pedonali, ecc.); B: stazione urbana situata in zona ad elevata densità abitativa; C: stazione urbana situata in zona ad elevato traffico; D: stazione situata in periferia o in area suburbana; Tipo stazione (Decisione 21/752/CE): TRAFFICO: se la fonte principale di inquinamento è costituita dal traffico (se si trova all interno di Zone a Traffico Limitato, è indicato tra parentesi ZTL); INDUSTRIALE: se la fonte principale di inquinamento è costituita dall industria; FONDO: misura il livello di inquinamento determinato dall insieme delle sorgenti di emissione non localizzate nelle immediate vicinanze della stazione; può essere localizzata indifferentemente in area urbana, suburbana o rurale. 4.4 Aria ed energia Nella Figura 4.4.2a viene indicata l ubicazione delle sei stazioni che costituiscono la rete di monitoraggio nella. Localizzazione delle Centraline di Monitoraggio della Qualità dell Aria nella Figura 4.4.2a 153 L insieme dei dati raccolti da una centralina è considerato significativo quando il rendimento strumentale è almeno pari al 75%; questo viene calcolato come percentuale dei dati generati e validi rispetto al totale teorico. Nella Tabella 4.4.2e sono riportati i rendimenti annuali riferiti al 22 delle postazioni fisse per ciascun inquinante monitorato. Per ogni inquinante è inoltre indicato se il numero di stazioni di rilevamento presenti sul territorio provinciale è coerente o meno con i criteri indicati dal D.M. 6/22 (di recepimento delle direttive comunitarie in materia di qualità dell aria). Come è possibile osservare, il numero di centraline per il monitoraggio del particolato risulta inferiore a quello previsto dalla normativa.

11 4.4 Aria ed energia Tabella 4.4.2e Stazioni Fisse e Rendimenti Annuali Percentuali degli Analizzatori Stazioni di Monitoraggio della Qualità dell Aria nella nel 22. Stazione CO NO x O 3 SO 2 PM 1 Lecco Merate Nibionno Calolziocorte Varenna Colico N Punti di misura SI SI SI SI NO minimo direttive CE (-) Monitoraggio non effettuato Il rendimento degli strumenti è buono, in particolare 14 strumenti su 19 hanno un rendimento uguale o superiore al 9%. Le rilevazioni del PM 1 presso la Stazione di Merate, relative all anno 22, non sono state validate, in quanto nel corso dello stesso anno è stato installato un analizzatore di PM 1 che è stato sottoposto ad un periodo di osservazione tramite confronto con sistema gravimetrico. Dal mese di settembre 23 la Stazione di Merate è entrata nella rete di rilevamento regionale anche rispetto a questo inquinante Indicatori di Pressione Emissioni Annue per Inquinante e Fonte Emissioni Annue per Inquinante e Fonte Qualità dell Aria Pressione Valutazione delle emissioni atmosferiche e delle principali fonti emissive Dati necessari Fonti emissive e quantità espresse in t/anno Fonte Regione Lombardia, D.G. Qualità dell Ambiente - Inventario Emissioni anni 21; ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco Ambito Spaziale Provincia Periodo - 21 Nel seguito sono quantificate le emissioni, riferite al ed al 21, delle principali fonti inquinanti nella. I dati sono ottenuti da un modello di valutazione appositamente realizzato dalla Regione Lombardia, con la collaborazione della Fondazione Lombardia per l Ambiente, e denominato Progetto INEMAR (INventario EMissioni ARia). Il sistema valuta le emissioni considerando: le caratteristiche del territorio in termini di consumo di combustibili, di vernici, e, in generale, di qualsiasi parametro che possa caratterizzare le fonti emissive; i fattori di emissione delle attività considerate; i dati statistici necessari per la disaggregazione spaziale e temporale delle emissioni. Il programma è stato applicato con riferimento agli anni e 21. Nella Figura a sono rappresentate le stime delle emissioni annue (espresse in tonnellate) per inquinante e per fonte emissiva. Dall elaborazione appare evidente come le principali fonti inquinanti siano rappresentate, nella, dal trasporto su strada, dai processi industriali e dagli impianti termici residenziali, e come l inquinante principalmente emesso sia il monossido di carbonio. Dal punto di vista della pericolosità non devono comunque essere sottovalutate le emissioni di PM 1 che, sebbene prodotto in quantità decisamente minori rispetto agli altri inquinanti, costituisce, come nel seguito descritto, una delle principali cause di degrado della qualità dell aria nella Provincia. Nella il traffico è la fonte di gran parte delle emissioni di particolato, di monossido di carbonio e di ossidi di azoto; gli impianti termici contribuiscono alla maggior parte di emissioni di SO 2, inquinante destinato a diminuire grazie all estendersi della metanizzazione e dell utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo (BTZ).

12 Da un confronto tra i dati sulle emissioni provinciali del e quelli del 21, forniti dalla Regione Lombardia, è comunque possibile evidenziare una complessiva diminuzione della quantità di sostanze inquinanti introdotte annualmente in atmosfera. È bene tuttavia sottolineare che, nella, le emissioni degli inquinanti più critici (particolato fine e di ossidi di azoto) non sono state caratterizzate, tra il ed il 21, dalla diminuzione che ha interessato le altre sostanze considerate. Emissioni Atmosferiche, ad Esclusione dei Gas Serra, per Fonte nella Emissioni atmosferiche nella t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 21 t/anno Emissioni da combustioni non industriali (riscaldamento terziario e residenziale) CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 21 Figura a 4.4 Aria ed energia Emissioni da combustioni industriali Emissioni da processi industriali t/anno t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 Emissioni da estrazione, distribuzione combustibili Emissioni atmosferiche da uso solventi t/anno t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 Emissioni atmosferiche da trasporti stradali CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH t/anno t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 Emissioni atmosferiche da altre sorgenti CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 mobili Emissioni atmosferiche da trattamento rifiuti Emissioni atmosferiche da agricoltura t/anno t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3 Emissioni atmosferiche da altre sorgenti 15 t/anno CO NOx SO2 PTS PM1 COV NH3

13 4.4 Aria ed energia Intese come CO2 eq. e quindi comprensive, oltre che di anidride carbonica, di metano e protossido di azoto. Figura b Un discorso particolare meritano le emissioni di gas - serra (detti anche gas climalteranti ) ovvero gli inquinanti responsabili dei cambiamenti climatici oggetto dei vincoli del protocollo di Kyoto. Con il termine Cambiamenti climatici o Effetto serra si intende il processo fisico a causa del quale le radiazioni provenienti dal Sole attraversano in parte l atmosfera, raggiungono la superficie terrestre e, una volta riflesse parzialmente come radiazioni infrarosse, sono trattenute dall atmosfera. Il fenomeno è dovuto alla presenza di gas - serra, che non offrono nessuna barriera alle radiazioni che dal Sole giungono sulla Terra e che invece trattengono quelle (a frequenza più bassa) riemesse dalla superficie terrestre, concorrendo così al riscaldamento dell atmosfera. Tali gas sono l anidride carbonica (CO 2 ), il metano (CH 4 ), il vapore acqueo e gli ossidi di azoto (ad esempio il protossido di azoto, N 2 O), ognuno dei quali, a parità di quantità emessa, contribuisce in maniera diversa al fenomeno del riscaldamento globale. Studi condotti dall IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) hanno infatti evidenziato che gli effetti prodotti dal metano e dal protossido di azoto risultano rispettivamente 21 e 31 volte quelli di una medesima quantità di anidride carbonica. Per questo motivo, quando si parla di gas-serra, si introduce l unità di misura denominata CO 2 equivalente che tiene conto di queste disuguaglianze introducendo opportuni fattori moltiplicativi alle emissioni di gas diversi dall anidride carbonica. Nella Figura b i dati sulle emissioni sono espressi in tonnellate equivalenti di CO 2. Le principali emissioni climalteranti sono dovute, nella, alla CO 2 emessa dai trasporti stradali, dal riscaldamento degli ambienti e dalle combustioni industriali. L impegno nazionale ad adempiere ai vincoli di Kyoto prevede una graduale diminuzione delle emissioni climalteranti pari al 6,5% nel periodo rispetto ai livelli del 199; nella le emissioni di gas serra 1, nel complesso, sono leggermente aumentate (+1,3% circa) tra il ed il 21. L esigua riduzione (,5%) delle emissioni della sola CO2 ha fortemente contribuito a raggiungere tale risultato. Il notevole incremento (pari a più del 27%) delle emissioni di metano, che costituiscono tuttavia una quota molto meno significativa delle emissioni totali di gas-serra, ha in parte vanificato il contenimento registrato per l anidride carbonica. Alla riduzione dell apporto di CO 2, nel periodo in esame (-21) hanno contribuito alcuni settori (terziario, residenziale e trattamento dei rifiuti). Un significativo aumento (circa 7 volte) di tale gas ha origine nel settore industriale e da sorgenti mobili (poco più del doppio) che escludono i trasporti stradali. Le attività di distribuzione dei combustibili sono state la principale causa, tra il ed il 21, dell incremento del metano emesso. Emissioni di Gas Climalteranti per Fonte nella Emissioni atmosferiche di gas climalteranti nella t/anno CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) t/anno Emissioni climalteranti da combustioni non industriali (riscaldamento terziario e residenziale) CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) Emissioni climalteranti da combustioni industriali Emissioni climalteranti da processi industriali t/anno CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) 21 t/anno CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) 21

14 t/anno t/anno Emissioni climalteranti da estrazione, Emissioni climalteranti da trasporti stradali distribuzione combustibili CO2 CH4 N2O (CO2eq) (CO2eq) CO2 CH4 N2O (CO2eq) (CO2eq) Emissioni da altre sorgenti mobili CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) 21 t/anno t/anno Emissioni climalteranti da trattamento rifiuti CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) Aria ed energia Emissioni climalteranti da agricoltura Emissioni climalteranti da altre sorgenti t/anno CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) 21 t/anno CO2 CH4 (CO2eq) N2O (CO2eq) 21 Numero di Autorizzazioni alle Emissioni ai sensi del D.P.R. 23/1988 Numero di Autorizzazioni alle Emissioni ai sensi del D.P.R. 23/1988 Qualità dell Aria Pressione Valutare il numero delle aziende in regime autorizzatorio ordinario ai sensi del D.P.R. 23/1988 Dati necessari Numero di aziende autorizzate Fonte ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco Ambito Spaziale Provincia Periodo 23 Il D.P.R. 23/1988 introduce l obbligatorietà, per l esercizio di impianti 2 che producono emissioni atmosferiche, di un autorizzazione regionale. Ad ottobre 23 le ditte autorizzate dall organo tecnico regionale, ai sensi del D.P.R. 23/1988, risultano essere Indicatori di Stato Concentrazione Media Annuale degli Inquinanti Atmosferici Concentrazione Media Annuale degli Inquinanti Atmosferici Qualità dell Aria Stato Monitoraggio dello stato di accumulo di inquinanti atmosferici Dati necessari Concentrazione inquinanti atmosferici in µg/m 3 (mg/m 3 per CO), medie annuali Fonte Rapporto sulla qualità dell aria di Lecco e Provincia, ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, 22 Ambito Spaziale Lecco, Merate, Calolziocorte, Nibionno, Varenna, Colico Periodo 22 2 Ovvero quelli fissi ed esclusi dagli elenchi di cui agli Allegati 1 e 2 del D.P.R. 25 Luglio

15 4.4 Aria ed energia Nelle Figure a e b sono quantificate le concentrazioni medie annuali, relative al 22, di NO 2, O 3, SO 2, PM 1 (espresse in µg/m 3 ), nonché di CO (espresse in mg/m 3 e solo per i Comuni di Lecco, Merate e Calolziocorte, in quanto uniche localizzazioni delle centraline di monitoraggio per tale inquinante). Dall elaborazione dei dati, rappresentati nelle suddette figure, e da un opportuno confronto, laddove possibile, con i limiti legislativi riportati nel 4.4.2, è possibile osservare che le concentrazioni di SO 2, NO 2 e CO, non rappresentano, nel territorio lecchese, un fattore determinante per la qualità dell aria. Dall elaborazione condotta risulta invece evidente che le concentrazioni di ozono e PM 1 costituiscono, come più avanti descritto, uno degli aspetti più significativi per lo stato dell aria nella. Le concentrazioni di particolato totale (PTS) nel corso del 22 non sono state monitorate in nessuna delle stazioni. Figura a Concentrazione Media Annuale degli Inquinanti Atmosferici ad Esclusione del CO nelle Stazioni di Monitoraggio della µg/m NO2 O3 SO2 PM1 158 Figura b Lecco Merate Nibionno Calolziocorte Varenna Concentrazione Media Annuale del Monossido di Carbonio nelle Stazioni di Monitoraggio della mg/m 3 1,95 1,9 1,85 1,8 1,75 1,7 1,65 1,6 1,55 1,5 1,45 Colico Lecco Merate Calolziocorte Area di monitoraggio

16 Indicatori Sintetici di Inquinamento Atmosferico Trend Storico Indicatori Sintetici di Inquinamento Atmosferico Trend Storico Qualità dell Aria Stato Rappresentare l evoluzione della qualità dell aria nel territorio ottenendone un quadro generale e complessivo. Dati necessari Dati sulle concentrazioni degli inquinanti Fonte Rapporto sulla qualità dell aria di Lecco e Provincia, ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, 22 Ambito spaziale Provincia Periodo -22 Grazie al monitoraggio delle concentrazioni inquinanti è possibile stabilire in quale misura si stia ottemperando alla Direttiva 1996/62/CE e al D.Lgs. 351/1999 le cui finalità, tra le altre, sono quelle di mantenere la qualità dell ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi. Gli indicatori sintetici, riportati nella Figura c ed utilizzati ai fini della verifica del rispetto dei limiti legislativi, sono quelli che, per ogni inquinante, meglio rappresentano in modo sintetico ma completo l evoluzione della qualità dell aria nel territorio della. In particolare: per l SO 2 è stata valutata la mediana annua; per l NO 2 è stato considerato il 98 percentile delle concentrazioni medie orarie nell anno; per il CO è stata quantificata la massima concentrazione media di 8 ore nell anno; per l ozono è stata valutata la concentrazione media estiva nel periodo giugno-agosto; per il PM 1 è stata considerata la concentrazione media annuale. L utilizzo di indicatori sintetici, quali quelli precedentemente descritti, si dimostra inoltre particolarmente adatto nel caso di reti di rilevamento di grandi dimensioni o di aree metropolitane, costituite da un elevato numero di stazioni. Nella Figura c sono riportati, per ciascun inquinante e per gli anni -22, i valori minimi e massimi degli indicatori sintetici rilevati nelle stazioni di monitoraggio della qualità dell aria, le cui tipologie sono descritte nel In particolare, i valori minimi o massimi rappresentano, per ogni indicatore, il più basso o il più elevato valore registrato nelle centraline operanti. Relativamente all SO 2, le mediane annue delle concentrazioni sono risultate largamente al di sotto del limite normativo (di 8 µg/m 3 ) e molto vicine alla soglia di rilevabilità degli strumenti, classificando tale inquinante come non determinante per la qualità dell aria nella. Le concentrazioni di NO 2 nel 22 hanno subito una diminuzione nelle stazioni non da traffico (98 percentile pari a 56 µg/m 3 ), ma un leggero aumento nel valore massimo. Dal al 21 si è osservata una tendenza alla diminuzione delle concentrazioni di CO, mentre nel 22 c è stato un aumento, seppur contenuto, delle concentrazioni: la minima concentrazione calcolata sulle 8 ore è aumentata del 24%, mentre la massima del 14% rispetto all anno 21. Per quanto riguarda l ozono (O 3 ) nel 22 si è osservata una diminuzione sia del numero di ore con concentrazioni di O 3 superiore ai 2 µg/m 3 sia della media estiva. Ciò è imputabile principalmente a due fattori: la stazione di Varenna, che normalmente misura le concentrazioni più elevate per problemi tecnici non ha funzionato in estate in modo regolare, e nel mese di agosto ci sono state piogge molto intense. Il monitoraggio del particolato fine (PM 1 ), relativamente alle concentrazioni medie annuali, è stato effettuato solo a partire dal 2. Nel 22 la sola stazione presente a Lecco ha rilevato il PM 1. La concentrazione media annua, è leggermente aumentata rispetto al 21, rimanendo comunque al di sotto del limite per la protezione della salute umana Aria ed energia

17 4.4 Aria ed energia Figura c Valori Minimi e Massimi degli Indicatori Sintetici di Qualità dell Aria Registrati nelle Centraline della Trend Storico µg/m SO SO 2 - mediana anno Valore Min SO 2 - meridiana anno Valore Max Limite Normativo NO 2 µg/m NO 2-98 percentile conc. medie orarie nell'anno Valore Min NO 2-98 percentile conc. medie orarie nell'anno Valore Max 15 CO 1 16 mg/m 3 5 CO - Massima conc. media di 8 ore nell'anno Valore Min µg/m CO - Massima conc. media di 8 ore nell'anno Valore Max O 3 O 3 - Concentrazione media estiva (giu - ago) Valore Min O 3 - Concentrazione media estiva (giu - ago) Valore Max PM 1 µg/m PM 1 - Concentrazione media annuale Valore Min PM 1 - Concentrazione media annuale Valore Max (*) * Concentrazione media annua della sola stazione di Lecco

18 Episodi Acuti di Inquinamento Atmosferico Episodi Acuti di Inquinamento Atmosferico Qualità dell Aria Stato Evidenziare i superamenti dei livelli di attenzione e di allarme delle singole postazioni Dati necessari Valori di concentrazione degli inquinanti Fonte Rapporto sulla qualità dell aria di Lecco e Provincia, ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, 22 Ambito Spaziale Lecco, Merate, Nibionno, Calolziocorte, Varenna, Colico Periodo 22 A differenza del precedente indicatore, le cui analisi sono focalizzate su scala annuale, il monitoraggio degli episodi acuti di inquinamento atmosferico evidenzia situazioni critiche rilevate durante brevi periodi di osservazione, generalmente mediati nell arco di 24 o 8 ore. Gli episodi acuti sono quantificati in termini di numero di superamenti dei livelli di attenzione e allarme introdotti con i D.M. 6/22, D.G.R. 28/1/22 n VII/1863, D.G.R. 19/1/21 n VII/651 e dal D.M. 16/5/1996, in vigore nel corso della campagna di monitoraggio. Nella Figura d, con riferimento all NO 2, O 3 e PM 1 e relativa stazione di monitoraggio, è riportato il numero dei giorni in cui sono state raggiunte o superate le soglie di attenzione e di allarme nel corso del 22. Il manifestarsi di episodi acuti di inquinamento atmosferico, concentrati in determinati periodi dell anno, dimostra la stretta correlazione tra questi fenomeni e le particolari condizioni meteorologiche. Le concentrazioni più critiche di PM 1 e CO (sebbene quest ultima non abbia comportato il verificarsi di situazioni di attenzione o allarme) si sono infatti riscontrate nei mesi invernali e autunnali, caratterizzati da alta pressione, da frequenti inversioni termiche e conseguente scarsa dispersione degli inquinanti. L NO 2, oltre ad aver subito una scarsa dispersione a causa delle condizioni climatiche nel periodo invernale, ha fatto registrare un picco di concentrazione nei mesi freddi, durante i quali il maggiore funzionamento degli impianti termici ha determinato una più accentuata emissione dell inquinante. La concentrazione di O 3 ha registrato il suo picco nei mesi estivi per via delle particolari condizioni di alta pressione, di venti scarsi e di intensa radiazione solare. Le concentrazioni di biossido di zolfo non hanno comportato, nel 22, alcun superamento dei livelli di attenzione o allarme. Come è possibile osservare dalla Figura d gli inquinanti che hanno causato, nel 22, il maggior numero di giorni di attenzione o allarme sono stati l Ozono ed il PM Aria ed energia Numero di Giorni di Attenzione e di Allarme per Stazioni di Monitoraggio ed Inquinante nella nel Figura d Lecco Merate Nibionno Calolziocorte Varenna Colico gg att gg all gg att gg all gg att gg >75µg/m 3 NO2 O3 PM1 gg att: n giorni di superamento del livello di attenzione gg all: n giorni di superamento del livello di allarme

19 4.4 Aria ed energia La D.G.R. VII/651/21 definisce zona o Comune critico come parti del territorio regionale nelle quali le concentrazioni di uno o più inquinanti comportino il superamento dei valori limite e delle soglie d allarme oppure eccedano i valori limite aumentati del margine di tolleranza (art. 7, comma1 ed art. 8 comma 1 lett. a D.Lgs 351/1999). Per dette zone, tra cui è compreso il Comune di Lecco in quanto capoluogo di Provincia, sono previsti i cosiddetti piani di azione, che definiscono le misure, tra cui il blocco del traffico, da attuare affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Figura e Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco Qualità dell Aria Stato Individuare la tendenza relativa ad episodi di livelli acuti di inquinamento nel territorio del Comune di Lecco. Dati necessari Serie storica dei giorni di attenzione e allarme a partire dal Fonte Rapporto sulla qualità dell aria di Lecco e Provincia, ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, 22 Ambito Spaziale Comune di Lecco Periodo -22 Come previsto dal dal D.M. 6/22, D.G.R. 28/1/22 n VII/1863, D.G.R. 19/1/21 n VII/651 e dal D.M. 15/4/1994, gli stati di attenzione e di allarme vengono di norma raggiunti quando, al termine del ciclo di monitoraggio (24 h), si rileva il superamento, per uno o più inquinanti, dei livelli di attenzione e di allarme in una quantità di stazioni di rilevamento (per la cui tipologia si rimanda al 4.4.2) pari o superiore al: 5% del totale delle stazioni di tipo A, B, C installate per quanto concerne il biossido di zolfo e le particelle sospese totali; 5% del totale delle stazioni di tipo A, B installate per quanto concerne il biossido di azoto; 5% del totale delle stazioni di tipo A, C installate per quanto concerne il monossido di carbonio; una qualsiasi stazione del tipo A o D per quanto riguarda l ozono. Sulla base del criterio sopra riportato l indicatore valuta il numero di stati di attenzione e di allarme raggiunti nel territorio del Comune di Lecco a partire dal 3. Dalle Figure e e f si evidenzia, per la centralina di Lecco, un generale trend di miglioramento, tanto che, nel 22, non è stato valutato, alcun superamento dei valori limite, sia di attenzione che di allarme. Dal, inoltre non sono mai state superate le soglie di allarme. Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco - Serie Storica ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL SO2 CO PTS O3

20 Numero di Stati di Attenzione e di Allarme per il Comune di Lecco - Serie Storica NO2 Figura f 4.4 Aria ed energia 5 ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL ATT ALL Gli inquinanti che hanno causato il maggior numero di stati di attenzione e di allarme sono risultati l ozono, il biossido di azoto e le polveri totali. Relativamente alle concentrazioni di Ozono, la situazione è rimasta invariata rispetto al 21, non si sono verificate né situazioni di allarme né di attenzione. Le concentrazioni di NO 2, sebbene causa di un elevato numero di giorni di attenzione nel, presentano una costante e significativa diminuzione fino al 2; inoltre, negli ultimi due anni non si sono verificate né situazioni di allarme né di attenzione. Confronti con i Valori Limite e Valori nel 22 Confronti con i Valori Limite e Valori nel 22 Qualità dell aria Stato Verificare il rispetto o meno dei valori limite e dei valori obiettivo Dati necessari Concentrazioni degli inquinanti secondo i vari parametri. Fonte Rapporto sulla qualità dell aria di Lecco e Provincia, ARPA Lombardia Dipartimento di Lecco, 22 Ambito Spaziale Provincia Periodo In ottemperanza all art. 38 del D.M. 6/2 occorre, fino all entrata a regime dei limiti del D.M 6/22, fare il confronto con riferimento ai valori limite del D.P.C.M. 28/3/1983 e del D.P.R. 23/1988 e i valori obiettivo del D.M. 25/11/1994. Pertanto l elaborazione confronta i valori di concentrazione misurati con i limiti di legge in vigore nel corso del monitoraggio. Dalla Figura g risulta evidente come, nel 22, la concentrazione media annuale di PM 1 sia risultata, per la stazione di monitoraggio di Lecco, prossima al valore obiettivo di 4 µg/m 3. Per quanto concerne le concentrazioni di CO, SO 2 ed NO 2 non sono mai stati registrati eventi di superamento dei valori limite, sebbene l NO 2 sia risultato l inquinante che tra i quattro si è più avvicinato ai limiti normativi. In particolare, per quanto concerne il CO, non sono mai stati registrati casi di superamento né della concentrazione media oraria né di quella trascinata su 8 ore (i cui limiti sono pari, rispettivamente, a 4 e 1 mg/m 3 ); motivo per cui, in Figura g, non è riportato alcun grafico riassuntivo sulle concentrazioni dell inquinante. Per quanto concerne le concentrazioni di PTS, non essendo stato monitorato in alcuna stazione nel corso del 22, il trend storico viene analizzato fino al 21.

21 4.4 Aria ed energia Figura g Relativamente all ozono, invece, sono stati 3 i mesi nei quali è stata registrata, nella stazione di Merate più di una concentrazione media oraria maggiore o uguale a 2 µg/m 3, 2 mesi per le stazioni di Colico e Nibionno e 1 mese per Varenna. Nella stazione di Lecco tale limite non è stato raggiunto. Confronti delle Concentrazioni rilevate nel 22 nella con i Valori Limite e Valori µg/m PM 1 Lecco PM1 Media anno Limite Normativo µg/m Lecco Merate Nibionno SO 2 Calolziocorte Colico SO2 Mediana anno (valore limite: 8 microg/mc SO2 Mediana semestre invernale (valore limite: 13) NO 2 µg/m Lecco Merate Nibionno Calolziocorte Varenna Colico NO2 98 percentile O3: numero di mesi con più di una comcentrazione media oraria >2µg/mc Numero mesi Lecco Merate Nibionno Calolziocorte Varenna Colico O3

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