IL COLLEGIO DI ROMA. Finanziario. [Estensore]

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Avv. Michele Maccarone Prof.ssa Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario [Estensore] Membro designato da C.N.C.U. nella seduta del 22/03/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO La ricorrente, per il tramite di un legale, riferisce di aver appreso, a seguito di una richiesta di finanziamento ad altro intermediario, dell esistenza di una segnalazione pregiudizievole a suo carico nella Centrale dei Rischi della Banca d Italia. Presentava quindi in data un esposto alla Banca d Italia e, in data , un reclamo alla banca convenuta, contestando la legittimità della segnalazione in quanto derivante da un finanziamento concesso dalla banca il cui credito si era prescritto e chiedendo conseguentemente la rettifica della segnalazione. Non avendo ottenuto soddisfazione, anche dopo aver esperito un tentativo di conciliazione, ha presentato ricorso chiedendo all Arbitro di: 1) accertare l inesistenza del diritto di credito vantato dalla Banca per intervenuta prescrizione; 2) dichiarare illegittima la segnalazione del suo nominativo nella Centrale dei Rischi e sollecitarne la cancellazione; 3) riconoscere un risarcimento dei danni in suo favore, quantificato in Euro ,00. Pag. 2/6

2 Nelle sue deduzioni, l intermediario fa presente, in fatto che a) il finanziamento era stato erogato alla ricorrente in data e prevedeva un piano di rimborso in 24 mesi con rate da Euro 366,32 ciascuna; b) la ricorrente ha corrisposto unicamente 11 rate rispetto alle 24 contrattualmente previste, facendo registrare continui ritardi nei pagamenti; c) la cliente ha effettuato l ultimo pagamento il e pertanto nel mese di luglio 2001 la pratica è stata volturata a contenzioso ; d) nel 2004 la Banca ha conferito ad uno studio legale l incarico per il recupero del credito, che si è concluso negativamente in quanto le lettere di diffida sono state restituite al mittente per compiuta giacenza; e) nel gennaio 2012 il credito è stato ceduto ad altra banca, che risulta pertanto titolare dello stesso nonché soggetto eventualmente segnalante il nominativo dell istante nell archivio della Centrale Rischi. In relazione a quanto sopra, l intermediario eccepisce quindi il proprio difetto di legittimazione passiva, dichiarando di non avere alcuna possibilità di effettuare le verifiche riguardo alla segnalazione contestata e di intervenire nel merito della stessa. In via preliminare eccepisce anche la genericità della domanda che non evidenzia le motivazioni sottostanti le pretese avanzate, pregiudicando così il suo diritto di difesa. Nel merito sostiene poi la correttezza della segnalazione alla luce della iniziale morosità e del successivo inadempimento della ricorrente rispetto al piano di ammortamento concordato. Conseguentemente l intermediario chiede che il ricorso venga dichiarato irricevibile e/o inammissibile e, in subordine, che venga rigettato nel merito. In sede di replica alle deduzioni, il legale della ricorrente evidenzia che il contratto di cessione dei crediti prodotto dalla Banca non contiene la specifica dei singoli crediti ceduti e non vi è prova dell avvenuta notifica della cessione alla ricorrente. Rileva, inoltre, che le segnalazioni contestate sarebbero state effettuate senza alcuna comunicazione formale preventiva e che l eventuale cessione del credito sarebbe avvenuta comunque oltre il periodo decennale di prescrizione. L esame del ricorso, avviato dal Collegio nella seduta del 28 febbraio 2013, ha fatto emergere la necessità di un supplemento istruttorio in esito al quale la parte convenuta ha comunicato di aver proceduto in data a seguito della cessione del credito alla rettifica ab initio della segnalazione a carico della ricorrente, allegando la relativa documentazione. Sostiene pertanto che il Pag. 3/6

3 procedimento debba essere dichiarato estinto per sopravvenuta carenza di interesse ad agire. DIRITTO Il Collegio ritiene che debbano disattendersi le eccezioni preliminari formulate dalla banca resistente. Quanto all asserito difetto di legittimazione passiva determinato dalla cessione del credito va infatti rilevato: a) che le doglianze della ricorrente sono volte a far valere l illegittimità delle segnalazioni a sofferenza presso la C.R.; b) che l ultima delle segnalazioni effettuate, come si ricava dai documenti prodotti dalla resistente, risale al 31 gennaio 2012 e, quindi, ad una data certamente anteriore a quella in cui la cessione del credito è divenuta efficace rispetto alla ricorrente, in quanto la lettera di notifica della cessione, stando alla copia prodotta dalla resistente, reca la data del 27 marzo In merito all eccezione di genericità della domanda si osserva poi che la stessa sembra fondarsi sul contenuto del modulo del ricorso che in effetti si limita ad una mera elencazione delle domande rivolte all Arbitro senza indicare le ragioni a sostegno; tuttavia la ricorrente, per il tramite del suo legale, fin dal reclamo presentato alla Banca d Italia (e da questa trasmesso per competenza alla Banca resistente) non aveva mancato di sviluppare le ragioni giuridiche a fondamento delle sue pretese, eccependo in particolare la prescrizione del credito; in più, la vertenza ha formato oggetto di un tentativo di mediazione, non andato a buon fine per mancata comparizione della resistente, e nell ambito dell istanza di mediazione erano riprodotte le stesse argomentazioni con un chiaro riferimento all intervenuta prescrizione del credito. La documentazione in possesso dell intermediario è stata pertanto idonea ad integrare per relationem le richieste formulate in sede di ricorso e a rendere trasparente l oggetto del contendere, rispetto al quale, del resto, la parte resistente ha svolto, nelle diverse fasi del procedimento, una difesa completa. Ciò premesso, trattando del merito del ricorso si rileva che dagli atti del procedimento risulta e non è contestato fra le parti che il finanziamento concesso dall intermediario resistente nel 1999 ha avuto fin dall inizio un andamento irregolare e che l ultimo pagamento delle rate è stato effettuato, peraltro in ritardo, il 16 novembre L intermediario dichiara poi di aver Pag. 4/6

4 conferito nel 2004 mandato per il recupero del credito ad uno studio legale, ma, benché ne sia stata fatta richiesta nel corso dell istruttoria del procedimento, non è stato in grado di fornire prova dell avvenuta spedizione delle lettere di diffida che sarebbero state restituite allo studio legale per compiuta giacenza. Non è stata quindi provato alcun evento interruttivo della prescrizione che è maturata, secondo quanto asserito dal legale della ricorrente, dalla data del di cessazione del rapporto contrattuale. Tenendo conto di quanto precede e argomentando dall art cod. civ. (a mente del quale la prescrizione non è rilevabile di ufficio se non è stata opposta dal debitore), per effetto del decorso del termine decennale, a partire dal reclamo rivolto alla Banca d Italia e, tramite essa, all intermediario resistente (in cui la prescrizione è stata opposta per la prima volta) avrebbero dovuto trovare applicazione le disposizioni della Circolare della Banca d Italia n. 139 dell secondo le quali la segnalazione di una posizione di rischio tra le sofferenze non è più dovuta quando:. - il credito è interamente prescritto : ciò comporta che, dal momento in cui la prescrizione ha spiegato i suoi effetti, la segnalazione a sofferenza non deve essere più reiterata, ferme restando le segnalazioni a sofferenza relative alle rilevazioni pregresse che non vengono in alcun modo cancellate. (Cap. II, sez. I, par. 1.5). Contrariamente a quel che sembrerebbe desumersi dalla formulazione letterale dell art c.c., il mancato esercizio del diritto per il tempo determinato dalla legge non comporta automaticamente l estinzione del diritto. L effetto estintivo, infatti, si produce solo se il soggetto, a beneficio del quale del quale è destinato ad operare, chiede di avvalersene (arg. ex art c.c.). Fino a quando tale volontà non viene manifestata, non si determina l estinzione del diritto e, proprio per questo, non può impedirsi che sia soddisfatto l interesse del suo titolare, a seguito di giudizio o in via stragiudiziale. Se così non fosse riuscirebbe difficile comprendere quanto stabilito dall art c.c., che non ammette la ripetizione di ciò che è stato spontaneamente pagato in adempimento di un debito prescritto, le cui previsioni sono da intendere, secondo i giudici di legittimità, nel senso che Il debitore che paga un debito prescritto non adempie ad una obbligazione naturale, bensì ad un'obbligazione civile, compiendo un atto dovuto che è privo di natura negoziale e non è impugnabile a causa della propria Pag. 5/6

5 incapacità, com'é invece consentito in tema di adempimento di obbligazione naturale (Cass. 28 maggio 1996, n. 4945). Ne deriva, venendo al caso di specie, che la prescrizione del credito rimasto inadempiuto diventa ostativa alla segnalazione a sofferenza in C.R. solo se e quando il debitore, dopo il compimento del termine stabilito dal legislatore, dichiara il proprio intento di avvalersi dei suoi effetti estintivi. Ciò è avvenuto, stando alla documentazione in atti, in data non anteriore al mese di febbraio 2012, quando ormai tutte le segnalazioni erano state già effettuate: l ultima risale infatti al 31 gennaio Appare quindi evidente che il comportamento della resistente non può dirsi, sotto tale profilo, censurabile. Essa ha comunque prodotto documentazione attestante l avvenuta cancellazione, a seguito di richiesta di rettifica, di tutte le segnalazioni mensili presenti a nome della ricorrente presso la C. R. a partire dalla prima, in data 30 settembre 2002, fino all ultima del 31 gennaio Con le repliche alle controdeduzioni la ricorrente ha prospettato l illegittimità delle segnalazioni a sofferenza sotto un ulteriore profilo, deducendo che esse sarebbero state effettuate senza alcuna comunicazione formale preventiva. Tale ulteriore doglianza è peraltro inammissibile in quanto palesemente tardiva. Il mancato accoglimento della dedotta illegittimità, per le ragioni esposte, delle segnalazioni contestate comporta l assorbimento della domanda risarcitoria. P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6