Metodo esegetico. Corso di Diritto Commerciale 1 (A L) Prof.ssa F. Vessia. Tutti i diritti sulla presente opera sono riservati all autore

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Benedetta Sibilla Corti
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1 Metodo esegetico Corso di Diritto Commerciale 1 (A L) Prof.ssa F. Vessia Tutti i diritti sulla presente opera sono riservati all autore

2 ESEGESI O INTERPRETAZIONE L esegesi o interpretazione delle norme giuridiche è quel giudizio o processo logico che l interprete attua per qualificare giuridicamente una fattispecie e successivamente per valutare la congruità della disciplina assegnata a quella fattispecie rispetto al sistema normativo complessivo. Si scompone in due fasi: 1. La qualificazione giuridica di una fattispecie 2. La scelta della disciplina più congrua per quella fattispecie In entrambe queste fasi l interprete deve costantemente valutare la congruità sistematica e logica delle scelte che effettua rispetto alle valutazioni assiologiche espresse dal legislatore nella costituzione e nel sotto-sistema legislativo di cui ci si occupa (civile, penale, amministrativo, e poi all interno del civile nei sottosistemi del diritto di famiglia, delle imprese, societario, fallimentare ecc.)

3 FATTISPECIE E DISCIPLINA La FATTISPECIE è l enunciato descrittivo (o elemento antecedente) posto a fondamento di una normativa. Si distinguono fattispecie descrittive della realtà e fattispecie riassuntive di una normativa secondo la definizione proposta da Tullio Ascarelli. Sono fattispecie descrittive della realtà quelle descrizioni contenute nelle norme di legge che trovano un corrispettivo fenomenologico o reale (i confini di una proprietà privata, i figli, l interruzione di gravidanza, la persona fisica ecc.); mentre sono fattispecie riassuntive di una normativa quelle descrizioni poste a fondamento di discipline che sono artificiosamente create dalla legge e non hanno un corrispettivo naturale, bensì si esauriscono in una sommatoria, un riassunto, di leggi e norme (es. il concetto di persona giuridica, il concetto di imprenditore commerciale, imprenditore agricolo e piccolo imprenditore ecc.). La DISCIPLINA è l enunciato conseguente alla fattispecie che individua la sua regolazione giuridica o regula iuris. Per tornare all esempio dell imprenditore commerciale l art c.c. contiene la descrizione della fattispecie, ossia l insieme degli elementi costitutivi e definitori della figura dell imprenditore commerciale; la disciplina dell imprenditore commerciale, invece, è l insieme delle regole precipue che si devono applicare alla fattispecie, il c.d. statuto dell imprenditore commerciale.

4 Metodo di studio esegetico o interpretativo Metodo analitico e non sintetico: occorre interrogarsi sul significato della norma e sui valori o interessi che essa intende proteggere. Metodo valutativo e logico: giudizio di congruità della fattispecie concreta alla fattispecie astratta, poi della fattispecie alla disciplina e il tutto deve presentarsi congruo e logico al sistema dei valori espressi dal legislatore in un determinato momento storico (diritto come categoria storica e assiologica). Occorre fare sempre i collegamenti tra le norme. Nello studio delle materie privatistiche è fondamentale interrogarsi, innanzitutto, sulla derogabilità o imperatività di una norma, ossia se essa sia una regula iuris dispositiva, che opera in assenza di una diversa regolamentazione convenzionale o contrattuale tra le parti, ovvero sia imperativa, dunque inderogabile. Per es. nel diritto societario ci sono norme c.d. tipologiche, imperative, e norme dispositive o derogabili.

5 NORME IMPERATIVE E DISPOSITIVE Come si distinguono le norme imperative da quelle dispositive? 1. Ci possono essere degli indici testuali: per es. «salvo diversa disposizione delle parti» è una espressione che il legislatore usa per segnalare che si tratta di una norma dispositiva, perciò derogabile dalle parti. Così come l espressione «a pena di nullità» è sintomatica dell imperatività di una norma di legge. Quid iuris se manca ogni indice testuale? 2. Occorre vedere quali sono gli interessi tutelati da una disposizione legislativa. Se si tratta degli interessi individuali o particolari, di natura economicopatrimoniale, di una delle parti di un contratto (per es. nel contratto di trasferimento d azienda, il divieto di concorrenza dell alienante è posto nell interesse dell acquirente alla conservazione dell avviamento) allora sarà derogabile, poiché ciascun individuo ha il diritto di disporre e rinunciare ai propri diritti di natura patrimoniale. Se si tratta di interessi generali (per es. dei terzi creditori) o individuali ma indisponibili, come i diritti della personalità o quelli morali d autore, allora si tratterà di norme imperative o pertanto inderogabili (es. la disposizione dell art sulla disciplina dei debiti nel trasferimento d azienda).

6 Clinical education method Il metodo d insegnamento clinico prende il nome dalla medicina, ma non ha nulla a che vedere con il lavoro del medico dal punto di vista contenutistico: con esso ci si riferisce alla metodica di studio che consiste nell esame di casi pratici, visti dal vivo o in maniera simulata da parte degli studenti, al fine di imparare ad applicare ai casi pratici le nozioni teoriche apprese nei corsi di lezione. Esso si contrappone al metodo teorico e mnemonico di studio del diritto, che in Italia è stato a lungo attuato, propugnato e pubblicizzato nelle università di tutti i Paesi di Civil Law perché si riteneva che fossero le leggi il nucleo centrale del sapere di un giurista e la sua applicazione ai casi concreti fosse un processo puramente dichiarativo. Invece non è così. Le leggi il giurista deve conoscerle, anche a memoria, ma ciò non basta ad esaurire il ruolo del giurista. Ecco perché Buttaro nella sua Prefazione al Corso di Diritto Commerciale del 2004, rifacendosi al suo precedente manuale del 1995 e alla sua esperienza d insegnamento degli ultimi vent anni, scriveva: ( )

7 Dal Clinical education method alle LAW CLINICS Quel metodo clinico di studio del diritto commerciale, che Buttaro proponeva a partire dagli anni 80 e che si basava sull esame di casi pratici e sulle simulazioni di processo, oggi ha raggiunto il suo successo grazie all esperienza americana delle Law Clinics o Legal Clinics. Nelle Cliniche Legali gli studenti vengono prima preparati ad affrontare i casi pratici attraverso l apprendimento delle tecniche di ricerca giuridica e di scrittura giuridica, poi affrontano le simulazioni di processo e alla fine dedicano alcuni mesi ad un attività pratica presso uno studio legale o uno sportello (a volte anche dell università stessa) aperto al pubblico, per dare assistenza legale gratuita a persone indigenti (funzione sociale o c.d. terza missione dell università rivolta alla collettività territoriale circostante). Noi però, senza nulla togliere agli americani e fermo restando l impegno nella implementazioni delle neonate cliniche legali anche nel nostro Dipartimento di Giurisprudenza, questo metodo d insegnamento lo abbiamo già avviato negli anni 80. Ed esso si è dimostrato proficuo per la preparazione a tutte le professioni legali, come testimoniano i tanti magistrati, avvocati e notai, allievi baresi del Prof. Buttaro.

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